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"LA TERRA CI NUTRE LA TECNOLOGIA CI GUIDA: COLTIVIAMO INSIEME IL FUTURO"
25 ottobre 2013
MAASTRICHT EREDE DI AUSCHWITZ
La lugubre pagliacciata allestita attorno al cadavere di Priebke, ha
sortito l'effetto di attribuire anche ad un personaggio del genere
l'alone di vittima e di martire. Non era però questo l'obiettivo
principale dell'operazione, dato che l'isterismo così generato ha
fornito il pretesto per reintrodurre in grande stile nella legislazione
la criminalizzazione delle opinioni; ciò attraverso il reato di
"negazionismo" nei confronti del cosiddetto "Olocausto". In molti hanno
notato che, rispetto allo scopo dichiarato, la legge contro il
"negazionismo" appare del tutto incongruente; anzi, essa finisce per
attribuire all'opinione che si dice di voler combattere una patente di
anticonformismo culturale e persino di eroismo. Sono quindi altre le
opinioni che si vogliono effettivamente colpire, perciò si vedranno ben
presto una legislazione ed una giurisprudenza ad hoc, che magari
dilateranno la categoria di "negazionismo" a ben altri scetticismi, come
quello di chi non crede alla versione ufficiale sull'11 settembre, o
nega l'esistenza di Bin Laden. Lo scopo non è esclusivamente repressivo,
ma soprattutto di discredito nei confronti di opinioni che vedrebbero
con imbarazzo il trovarsi accomunate a "quel" negazionismo.
L'aspetto paradossale di questa vicenda sta nel fatto che l'eredità del
nazismo storico è stata raccolta proprio dal sistema di dominio vigente
oggi in Europa, cioè da quella Unione Europea insignita del premio Nobel
per la Pace. Molti storici hanno notato che l'aspetto pionieristico e
sperimentale del nazismo è consistito nell'aver applicato all'Europa
metodi che erano stati tipici del colonialismo in Africa, in America ed
in Australia. Ammiratore incondizionato del colonialismo anglosassone,
Hitler teorizzò nel suo "Mein Kampf" l'impiego di pratiche coloniali
come la deportazione, la concentrazione e lo sterminio sulle popolazioni
dell'Europa dell'Est. Sino ad allora si pensava che queste tecniche
fossero possibili solo in società tribali, etniche e frammentate, e
fossero invece impraticabili in un'Europa in cui le società erano ben
strutturate ed esistevano nazioni dotate di lingue e storie comuni.
A guardar bene, il copyright del colonialismo nazista era ancora una
volta di origine anglosassone, poiché il primo a resuscitare ed usare un
mito etnico a fini di destabilizzazione interna agli Stati nazionali,
era stato nel 1917 il ministro degli Esteri britannico Balfour, allorché
aveva inviato al banchiere Rothschild una lettera in cui si concedeva
ai sionisti la possibilità di stabilire in Palestina un loro "focolare"
nazionale, e ciò in riconoscimento di quanto gli Ebrei stavano facendo
per aiutare Gran Bretagna e Francia a vincere la guerra mondiale in
corso contro la Germania. La lettera si basava su un falso, dato che in
quel periodo la stragrande maggioranza degli Ebrei europei combatteva e
moriva tra le file tedesche ed austro-ungariche, ma il falso funzionò al
punto che in Germania molti imputarono la sconfitta nella prima guerra
mondiale agli Ebrei. Ma nel "Mein Kampf" l'Ebreo diventa qualcosa di più
di una razza o etnia perfida e ostile, dato che va a rappresentare un
paradigma emergenziale che può essere riapplicato a chiunque ed in ogni
situazione.
Il Trattato di Maastricht del 1992 - con la sua appendice del Trattato
di Lisbona del 2007 - ha ereditato e continuato questo sperimentalismo
nazista, poiché ancora una volta si è trattato di trapiantare in Europa
un colonialismo brutale e sbrigativo, identico a quello che il Fondo
Monetario Internazionale aveva praticato per decenni in Africa, e che,
sino ad allora, si credeva applicabile soltanto a Stati e società
fragili, privi di tradizione amministrativa. La redenzione dell'Europa
dell'Est dal cancro dello statalismo economico dopo la caduta del Muro
di Berlino, ha finito così per coinvolgere anche l'Europa occidentale,
che si è dovuta piegare alle stesse forche caudine delle privatizzazioni
e della liquidazione del welfare, come se anch'essa fosse parte
sconfitta nel dopo-Guerra Fredda. Come l'antisemitismo, anche
l'anticomunismo non si indirizzava solo contro un nemico definito, ma si
rivelava un paradigma generale ed onnicomprensivo, a cui nessuno poteva
sfuggire e che imponeva a tutti un percorso di redenzione. La
colonizzazione dell'Europa dell'Est è diventata per il FMI uno strumento
per colonizzare anche l'Europa dell'Ovest, ed i modelli di riferimento
erano già stati tracciati dalle multinazionali tedesche durante la
seconda guerra mondiale.
Nel secondo dopoguerra l'oligarchia industrial-finanziaria della
Germania era riuscita a riciclarsi pressoché in blocco, scaricando per
intero le responsabilità di quanto accaduto sul "tiranno" Hitler. Il
ruolo fondamentale svolto dal lobbying delle multinazionali tedesche - e
dei loro partner americani -, per quanto conosciuto e documentato, è
rimasto invece in ombra. Come è noto, il campo di concentramento di
Auschwitz "ospitò" il più grande stabilimento chimico d'Europa,
appartenente alla multinazionale tedesca IG Farben, un cartello di
imprese di cui faceva parte anche la Bayer. La IG Farben era a sua volta
in partnership con la Standard Oil dei Rockefeller. Al finanziamento
del campo di Auschwitz in Polonia partecipò, manco a dirlo, anche la
onnipresente Deutsche Bank. La IG Farben di Auschwitz
rappresentò un esempio avveniristico di "relocation" aziendale, in cui
lavoravano deportati, ma anche "volontari" fatti arrivare da tutta
Europa, compresa la Francia; perciò lo schiavismo palese era integrato
con altre forme di reclutamento del lavoro che già anticipavano aspetti
del modello attuale. Che ancora oggi la Polonia costituisca una delle
mete privilegiate delle relocation aziendali, costituisce una macabra
ironia della Storia.
Data la logica aziendale che presiedeva ad Auschwitz, risulta persino
irrealistico ritenere che un genocidio non vi sia stato, visto che
questo era pienamente conseguente alle premesse. Se, grazie alle
deportazioni di massa, la materia prima umana veniva a costare meno del
pasto che l'avrebbe dovuta mantenere, ne derivava, per mere ragioni di
budget, la sottoalimentazione dei lavoratori e la eliminazione
sistematica degli inabili al lavoro.
Si è detto spesso, retoricamente, che Auschwitz ha rappresentato il
"Male Assoluto", "il Male allo stato puro", e l'uso di un termine
magniloquente ed esoterico come "Olocausto" contribuisce a perpetuare
questa metafisica. In realtà non esiste il "Male Assoluto", ma esiste il
male, che consiste nell'asimmetria delle relazioni umane. Se nella
relazione economica il lavoro costituisce la variabile "flessibile" per
eccellenza, certe conseguenze criminali sono ovvie e inevitabili. Al
punto in cui sono arrivati attualmente i giochi, non è più necessario
nemmeno un Hitler, basta un Marchionne qualsiasi. Erano invece le tanto
vituperate "rigidità" a conferire qualche simmetria, e quindi anche quel
po' di equilibrio, ai rapporti aziendali.
Il nazismo viene di solito fatto passare per un nazionalismo estremo; al
contrario, il nazismo anticipò i tempi anche nello spezzare le rigidità
nazionali, configurando il modello che il Trattato di Maastricht
avrebbe poi pienamente realizzato. Tutto deve essere "flessibile" in
Europa, tranne i Trattati, perché la loro rigidità esprime gli interessi
del lobbying multinazionale. Chiaramente il contesto tecnologico
attuale è molto diverso, quindi i parallelismi con il passato non
devono prendere la mano. Rimane comunque il fatto che l'avvento di
strumentazioni come il denaro elettronico apre nuove possibilità di
spezzare le antiche rigidità sociali, nazionali e territoriali. Ciò
rende possibile anche il controllo e lo sfruttamento della
pseudo-migrazione, cioè la forma moderna di deportazione di massa.
La nuova frontiera del business è il microcredito, di cui una delle
forme suscettibili di maggiore sviluppo è il "migrant banking". Grazie
ai cellulari l'inclusione finanziaria può coinvolgere agevolmente
persone senza fissa dimora. L'enorme attenzione dedicata al business del
migrant banking è testimoniata da un progetto cofinanziato
dall'Unione Europea ed dal Ministero degli Interni italiano, ed attuato
in collaborazione con una delle più grandi aziende di servizi
finanziari del mondo, la Deloitte, una società di origine svizzera che
però oggi ha le sue principali sedi operative a New York e Londra.
Ancora una volta le istituzioni pubbliche si piegano agli interessi del
lobbying privato per costruire una nuova Auschwitz, stavolta diffusa sul
territorio.
"E' necessario bloccare, con urgenza assoluta, l'accordo di libero scambio UE-USA" "Stampare dollari senza limiti per rovinare gli altri Paesi e popoli, è il gioco più facile" «..È per la vostra sicurezza» http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&view=article&id=270107:il-superstato-canaglia-senza-freni&catid=83:free&Itemid=100021
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