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"LA TERRA CI NUTRE LA TECNOLOGIA CI GUIDA: COLTIVIAMO INSIEME IL FUTURO"
26 settembre 2013
MERCATO TRANSATLANTICO: Gli incontri segreti USA-UE con le Multinazionali
La Commissione Europea si prepara per i negoziati commerciali UE-USA: 119 incontri con i lobbisti industriali
In
risposta a una richiesta di accesso a documenti da parte della
Corporate Europe Observatory, la Commissione Europea ha pubblicato un
elenco delle 130 "riunioni dei soggetti interessati" sui negoziati
commerciali tra l’UE e gli USA. Almeno 119 di questi incontri sono
avvenuti con le grandi aziende e le loro lobby.
Questo significa che oltre il 93% delle riunioni della Commissione
con le parti interessate durante l’allestimento dei negoziati è avvenuto
con la grande industria. L'elenco rivela che, oltre alle sedute di
dialogo con la società civile riportati sul sito web della DG Trade,
esiste un mondo parallelo di incontri più segreti a porte chiuse con
moltissime grandi lobby industriali. E questi non vengono divulgati
online. I negoziati per l'accordo di "libero scambio" tra l'UE e gli Stati
Uniti (Partenariato per gli Investimenti e il Commercio Transatlantico–
TTIP) sono iniziati nel luglio di quest'anno tra grandi controversie e
preoccupazioni dell'opinione pubblica sull'impatto che un tale accordo
potrebbe avere sulle normative ambientali, alimentari o la protezione
dei dati e altri ambiti.
La Commissione Europea, che rappresenta l’UE
nei negoziati, ha reagito con un’offensiva propagandistica che comprende
una pagina web di domande e risposte piena di affermazioni ingannevoli
sui colloqui TTIP e una squadra "@ EU_TTIP_team" che controbatte i
messaggi di critica su twitter. A metà luglio, la Commissione ha fatto
una grande pubblicità al dialogo con la società civile organizzato a
Bruxelles nell'ambito dei colloqui TTIP, postando decine di tweet
sull'evento, decantando l' "interessante dibattito" su temi come
"l'ambiente, la trasparenza, lo sviluppo" con "così tante domande da
parte delle ONG [...] più di quante non ve ne fossero state da parte
dell'industria".
L'evento occupa anche un ruolo di primo piano sul sito web del
Dipartimento del Commercio della Commissione (DG Trade), nella sezione
"Dialoghi", in cui la Commissione afferma che aspira a "una politica
commerciale trasparente e responsabile fondata sulle consultazioni con
tutte le parti della società civile europea". Ma ciò che viene divulgato
nel sito è solo una piccolissima parte degli incontri che la DG Trade
ha con i "soggetti interessati".
Nel mese di aprile, il Corporate Europe Observatory ha presentato
una richiesta di accesso ai documenti al fine di ottenere una panoramica
dei contatti della Commissione con l'industria nel contesto dei
preparativi per i negoziati commerciali tra l'UE e gli USA. La prima
risposta della Commissione è stata quella di chiederci di "restringere l’ambito" della richiesta, perchè "coinvolge un gran numero di documenti".
Tre mesi più tardi è arrivato il primo risultato: un elenco di 130
"incontri con le parti interessate" che si sono svolti tra gennaio 2012 e
aprile 2013 [1].
Poche settimane dopo, a questa lista sono stati aggiunti altri cinque
incontri. La DG Trade ci ha informato che i verbali e gli altri
resoconti di queste 135 riunioni - così come la corrispondenza tra la DG
Trade e le lobbies dell'industria - sarebbero stati resi pubblici in
seguito, sebbene "non possano ancora rimandare a una data specifica".
Un’inquietante inclinazione all’industria
Dei 135 eventi nella lista, otto sono i discorsi tenuti dai
funzionari della Commissione nelle diverse occasioni. Delle rimanenti
127 riunioni - svolte a porte chiuse e contestualmente ai forum
ufficiali di consultazione della Commissione - esiste solo una manciata
di incontri con i sindacati e le ONG; mentre, almeno 119 sono stati le
riunioni con le grandi aziende e le loro lobby. Questo significa che il
93% delle riunioni della Commissione con le soggetti interessati nel
corso dell’allestimento dei negoziati di libero scambio UE-USA sono
stati incontri con le grandi compagnie!
Gli ospiti più frequenti alla DG Trade erano Business Europe e la
lobby dell'industria automobilistica ACEA (ognuno nove riunioni), la
Camera di Commercio degli USA, Digital Europe, il Forum Europeo dei
Servizi e il Transatlantic Business Council (già noto come il
Transatlantic Business Dialogue - TABD). Ci sono stati anche numerosi
incontri con le lobbies dell'industria delle armi, delle banche, delle
società di tecnologia medicale, dell'industria alimentare, farmaceutica e
chimica.
L'elenco degli incontri rivela che, oltre alle riunioni per il
dialogo con la società civile riportate sul sito web della DG Trade, c'è
un mondo parallelo fatto di un grandissimo numero di incontri segreti e
a porte chiuse con i grandi lobbisti aziendali. E questi non vengono
resi noti in internet. Queste riunioni, per giunta, riguardavano i
preparativi dei negoziati commerciali dell'UE, e invece la consultazione
ufficiale della società civile è stata solamente un incontro
informativo tenutosi dopo l'inizio dei colloqui. La retorica della
Commissione sulla trasparenza e sulla consultazione con l’industria e
le ONG basata sull’imparzialità è ingannevole e offre un’impronta
completamente sbagliata dei rapporti tra la DG Trade con le parti
interessate.
E' ora che la Commissione Europea adotti una politica di
trasparenza lobbistica pro-attiva, pubblicando un elenco di tutte le
riunioni con i lobbisti sul proprio sito web. Questo sarebbe un passo
fondamentale per garantire il diritto dei cittadini nel sapere chi
influenza le politiche dell'UE. Si risparmierebbero anche molto tempo ed
energia per gruppi di controllo, giornalisti e altri che devono far
ricorso a richieste di accesso ai documenti, tanto quanto per la stessa
Commissione che deve loro rispondere. Il governo britannico lo sta
facendo da diversi anni: rendono disponibile un elenco degli incontri
con i lobbisti per ogni ministero, aggiornandolo trimestralmente.
Un gruppo consultivo dominato dall'industria nella propria formazione?
Al di là della garanzia di trasparenza, si deve contestare
l’inclinazione della Commissione verso i grandi interessi economici. Un
importante banco di prova potrebbe presentarsi nelle prossime settimane.
Al dialogo con la società civile di luglio, la Commissione ha affermato
che sta esaminando a fondo "la possibilità di costituire un gruppo di
consulenti esperti che avrebbero accesso a informazioni più dettagliate
sulla linea della corrente prassi degli Stati Uniti". Per quanto, le
attuali consuetudini della Commissione danno adito a temere che questo
gruppo di consulenza sia estremamente squilibrato.
Nei gruppi di lavoro
all’accesso del mercato UE, i funzionari della Commissione e i
rappresentanti degli Stati membri siedono al fianco dei lobbisti
aziendali per discutere delle normative dei mercati esteri che sono
d’intralcio, e per sviluppare strategie comuni al fine di liberarsene.
L’industria elogia queste riunioni come un modo affinché la Commissione
"adotti una prospettiva aziendale" e "parli il linguaggio dell'azienda".
In questi gruppi consultivi, non c'è un solo rappresentante non
coinvolto nell’ambito degli affari, che appartenga alla società civile o
ai sindacati. (Si vede la sezione 3.2 del nostro rapporto Trade
Invaders).
Anche il riferimento della Commissione all’ "attuale prassi degli
Stati Uniti" non è esattamente rassicurante. Secondo Craig Holman di Public Citizen gruppi consultivi in materia di commercio degli Stati Uniti sono "pesantemente deviati a favore dell’industria ". [2]
Non meno di un "84% di questi “consulenti” rappresentano
esclusivamente società di capitali (ivi incluso giganti farmaceutici
come Abbott, realtà enormi dell’agroalimentare come Cargill e gestori
dei patrimoni privati come Capital Partners) o associazioni
industriali".2
Senza dubbio, il nuovo gruppo consultivo della Commissione non
dovrebbe essere modellato secondo l’ "attuale prassi degli Stati Uniti",
né secondo quello dei gruppi di accesso al mercato dell'UE.
Considerando ciò che c’è in gioco nei negoziati commerciali tra l'UE e
gli Stati Uniti, è il momento per un nuovo approccio - trasparente e
totale - che coinvolga le Ong sanitarie e ambientaliste, i consumatori e
la sanità pubblica, i sindacati gli esperti indipendenti. Qualunque
altra cosa minerebbe ulteriormente la credibilità della Commissione
nella sua qualità di voce dell'UE nei negoziati commerciali
internazionali.
Note
1.
Il Corporate Europe Observatory ha chiesto alla DG Trade di chiarire se
questa "fosse una lista completa delle riunioni della DG Trade con
TUTTE le parti nei negoziati commerciali con gli Stati Uniti, piuttosto
che solo un elenco di incontri con le aziende (escludendo il Dialogo
della Società Civile e altre consultazioni pubbliche generali
organizzate dalla DG Trade)?". Dalla DG Trade hanno replicato: "Ci
teniamo a precisare che, piuttosto che un approccio restrittivo, per la
vostra sollecitazione ne abbiamo adottato uno più aperto fintanto che
l’identificazione di tutte le riunioni rientri nella vostra richiesta". http://www.asktheeu.org/en/request/dg_trade_contacts_with_industry
2.
La corrispondenza e-mail con Craig Holman, il quale ha aggiunto che "al
contrario, le organizzazioni non governative (ONG), le università e i
gruppi di esperti orientativi (di qualsiasi orientamento politico)
rappresentano solo il 6% dei consiglieri ufficiali, mentre i sindacati e
gli enti governativi hanno entrambi niente altro che il 5% di
partecipazione. Inoltre, l'86% delle ONG, dei sindacati e dei consulenti
governativi governi sono isolati nelle sole cinque commissioni del
sistema. In quasi tutti i comitati consultivi del settore commerciale,
non più di tre consiglieri rappresentano interessi non affaristici.
L'Ufficio Governativo per la Rendicontazione [GAO] informa che questi
rappresentanti fuori dalla sfera affaristica si sono "sentiti isolati
all'interno della propria commissione".
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