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"LA TERRA CI NUTRE LA TECNOLOGIA CI GUIDA: COLTIVIAMO INSIEME IL FUTURO"
15 dicembre 2012
ECCO PERCHE' L'ITALIA USCIRA' DALL'€URO
Le elezioni prossime e il nostro futuro visto da un economista inglese
Di Ambrose Evans-Pritchard*
L'opposizione della Cgil al governo Monti
Un aglosassone fuori dal coro. Mentre Financial Times e Wall Street Journal, hanno fatto un endorsement
per un Monti-Bis, Evans-Pritchard la pensa all'opposto, spiegando
perché l'Italia dovrebbe applicare una terapia opposta a quella suicida
di Monti. In termini pro capite l'Italia è una nazione
più ricca della Germania , con circa 9 trilioni (9mila miliardi) di
ricchezza privata. Ha il più grande avanzo primario di bilancio del
blocco G7. Il suo debito combinato pubblico e privato ammonta al 265%
del PIL, inferiore a quello in Francia, Olanda, Regno Unito, Stati Uniti
o Giappone.Per
l'indice del Fondo monetario internazionale il punteggio dell'Italia è
il migliore per "sostenibilità a lungo termine del debito" tra i
principali paesi industrializzati, proprio perché, sotto Berlusconi, ha
riformato per tempo la struttura del sistema pensionistico.«Hanno
un vivace settore delle esportazioni, e un avanzo primario. Se c'è un
paese dell'eurozona che potrebbe trarre beneficio dall'abbandonare
l'euro e ripristinare la competitività, è ovviamente l'Italia», ha detto
Andrew Roberts di RBS.
«I
numeri parlano da soli. Pensiamo che nel 2013, non si tratterà di
sapere quali paesi saranno costretti a lasciare l'euro, ma chi sceglierà
di andarsene».
Uno
studio basato sulla "teoria dei giochi" condotto da Bank of America ha
concluso che l'Italia guadagnerebbe più di altri membri dell'UEM
sganciandosi e ripristinando il controllo sovrano sulle sue leve
politiche. La
sua posizione patrimoniale sull'estero è vicina all'equilibrio, in
netto contrasto con la Spagna e Portogallo (entrambi in deficit per
oltre 90% del PIL). L'avanzo primario implica che può lasciare
l'eurozona in qualsiasi momento lo desideri senza dover affrontare una
crisi di finanziamento. Un tasso di risparmio elevato significa che qualsiasi shock del
tasso di interesse dopo il ritorno alla lira sarebbe rifluirebbe
nell'economia attraverso maggiori pagamenti a obbligazionisti italiani
—spesso ci si dimentica che in l'Italia i tassi reali erano molto più
bassi sotto la Banca d'Italia. Roma
possiede una serie di carte vincenti. Il grande ostacolo è il premier
Mario Monti, installato a capo di una squadra di tecnocrati grazie al golpe del
novembre del 2011 voluto dal cancelliere tedesco Angela Merkel e dalla
Banca centrale europea —tra gli applausi dei media e della classe
politica europea. Monti potrebbe essere uno dei grandi gentlemen
d'Europa, ma è anche un sommo sacerdote del progetto UE e, in Italia,
un promotore decisivo dell'adesione all'euro. Prima se ne va, prima
l'Italia può fermare la diapositiva in depressione cronica. I
mercati sono, ovviamente, inorriditi che si dimetta una volta approvata
la legge di bilancio 2013, aprendo la porta al caos politico
all'inizio del prossimo anno. I rendimenti sui 10 anni del debito
italiano, lunedì sono cresciuti di 30 punti base. «L'armistizio è durato
13 mesi. Ora la guerra continua. Il mondo ci guarda con incredulità»,
ha scritto il Corriere della Sera. Il
rischio immediato per gli investitori obbligazionari sta nel Parlamento
fratturato, con la possibilità "25%" della vittoria da parte delle
forze euroscettiche, cioè Berlusconi, la Lega Nord e il comico Beppe
Grillo, dato nei sondaggi vicino
18% . «Siamo condannati se non vi sarà chiara maggioranza in
parlamento», ha detto il prof. Giuseppe Ragusa dell'università Luis
Guido Carli di Roma. Qualsiasi
risultato del genere lascerebbe i mercati obbligazionari palesemente
esposti come lo erano nel luglio scorso, durante l'ultimo spasimo della
crisi del debito in Europa. Roma avrebbe ancora meno probabilità di
richiedere un salvataggio e firmare un "Memorandum" rinunciando alla
sovranità fiscale [precondizione prevista dal Fiscal compact affinché entri in azione la BCE per tenere a bada i rendimenti dei titoli italiani. Ndt]. Tutti
quegli investitori che dopo la promessa di Mario Draghi che la Bce
avrebbe fatto tutto il possibile per salvare l'eurozona si sono
riesposti sul debito italiano (e quello spagnolo), potrebbero
scoprire che Draghi non in grado di tenere fede alla sua promessa. Le
sue mani sono legate dalla politica. I detentori dei titoli italiani non
possono non essere preoccupati. Ma gli interessi della democrazia
italiana e quelli creditori stranieri non sono più allineati. Le
politiche deflazionistiche stile anni '30 imposte da Berlino e Bruxelles
hanno spinto il paese in un vortice greco. la Confindustria ha detto
che la nazione è ridotta in macerie. Gli
ultimi dati confermano che la produzione industriale in Italia è in
caduta libera, giù del 6.2% rispetto all'ottobre di un anno prima.
«Abbiamo visto, negli ultimi 12 mesi, un crollo completo del settore privato», ha detto Dario Perkins, del Lombard Street Research.
«La fiducia delle imprese è tornata ai livelli dei momenti più bui
della crisi finanziaria. La fiducia dei consumatori è la più bassa di
sempre. Berlusconi ha ragione a dire che l'austerità è stata un completo
disastro». I
consumi sono è scesi del 4.8% anche a causa della stretta fiscale.
«Questi numeri non hanno precedenti. Il rischio per il 2013 è che la
caduta sarà ancora peggiore», ha detto il presidente di Confcommercio. Le
origini di questa crisi risalgono a metà degli anni '90, quando il
marco e la lira sono stati inchiodati per sempre ad un tasso di cambio
fisso. L' Italia aveva la Scala mobile salariale ed era abituata
all'inflazione. Le vecchie abitudini sono dure a morire.L'Italia
ha così perduto progressivamante dal 30% al 40% di competitività del
lavoro rispetto alla Germania. Il surplus commerciale storico con la
Germania è diventato un grande deficit strutturale. Il
danno ormai è fatto. Non è possibile riportare indietro le lancette
dell'orologio. Eppure, questo è esattamente ciò che le élite politiche
dell'Ue stanno cercando di fare con l'austerità e la drastica
"svalutazione interna".Tale politica può funzionare in una piccola economia aperta come quella irlandese, con alti ingranaggi commerciali. In
Italia significa replicare l'esperienza della Gran Bretagna dopo che
Winston Churchill fece tornare la sterlina all'ancoraggio all'oro
tornando così al tasso sopravvalutato del 1925. Come Keynes disse
acidamente, i salari sono condannati a scendere. Gl inglesi pagarono con
gli stenti i cinque anni successivi. L'effetto principale di questa
politica è quello di portare alle stelle il tasso di disoccupazione. Il
tasso di disoccupazione giovanile in Italia è 36.5% e va aumentando. Il
commissario Monti, con la stretta fiscale, si è mangiato quest'anno di
3.2% del Pil, tre volte la dose terapeutica. Non vi è alcuna ragione
economica per farlo. L'Italia ha avuto un budget vicino al saldo primario nel corso degli ultimi sei anni. È stato, sotto Berlusconi, un raro esempio di rettitudine. L'avanzo
primario raggiungerà 3.6% del PIL quest'anno e 4.9% l'anno prossimo.
Non si potrebbe essere più virtuosi. Eppure il dolore è stato più
dannoso che inutile. L'inasprimento fiscale stesso ha spinto debito
pubblico in Italia da un equilibrio stabile in zona di pericolo. Il FMI
dice che il debito sta crescendo molto più velocemente di prima,
saltando da 120% dello scorso anno a 126% di quest'anno per salire
al128% nel 2013. L'economia ha subito una contrazione per cinque trimestri consecutivi. Citigroup dice che questa non si riprenderà fino al 2017. Sarebbe straordinario se gli elettori italiani tollerassero questa debacle
per lungo tempo, nonostante Pier Luigi Bersani vincerà le elezioni con
un centro-sinistra pro-euro. I dati dell'indagine del Trust PEW mostrano
che solo il 30% ora pensano che l'euro è stato un "buona cosa". Il
coro in favore dell'uscita dell'eurozona è stato silenziato dopo la
promessa di salvezza di Draghi. Cinque mesi dopo, è chiaro che la crisi è
più profonda è ancora purulenta. Le voci sono di nuovo sempre più
forti. Berlusconi
gioca maliziosamente con il tema, un giorno accenna alla sua "pazza
idea" di autorizzare la Banca d'Italia a stampare euro con aria di
sfida, il successivo dicendo "non è una bestemmia dire di lasciare
l'euro". Il
suo linguaggio ha avuto toni più duri questa settimana. «L'Italia è
sull'orlo del baratro. Non posso permettere che il mio paese si immerga
in una spirale senza fine recessione."Oggi
la situazione è molto peggio di un anno fa, quando ho lasciato il
governo. Abbiamo milioni di disoccupati, il debito è in aumento, le
imprese stanno chiudendo, le aziende stanno crollando, e il mercato
delle auto è distrutto. Non possiamo continuare ad andare avanti in
questo modo. "Infatti non si può. * Fonte : Telegraph del 10 dicembre** traduzione a cura di SollevAzione
NON CI FARANNO MAI USCIRE DALL'EURO. Le sofferenze della Grecia dimostrano come l'elite sia legata alla massonica moneta unica. Sono da sempre contrario alla globalizzazione e all'europa dei mercati ma devo ammettere che è impossibile uscirne... tempi bui ci attendono... la stegocrazia non ammetterà MAI le proprie colpe, anche a costo di sterminarci...
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NON CI FARANNO MAI USCIRE DALL'EURO.
RispondiEliminaLe sofferenze della Grecia dimostrano come l'elite sia legata alla massonica moneta unica.
Sono da sempre contrario alla globalizzazione e all'europa dei mercati ma devo ammettere che è impossibile uscirne...
tempi bui ci attendono...
la stegocrazia non ammetterà MAI le proprie colpe, anche a costo di sterminarci...
seusciamo oggi.... in poche ore la sesta flota usa si schiera sulle nostre coste!!! non sara facile!
RispondiEliminadici bene roby...
Eliminal'euro è troppo importante per il loro progetto di dominio...
NON MOLLERANNO MAI...
siamo fritti