28 gennaio 2010

CACCIA, APPELLO A BERLUSCONI: FERMA LA STRAGE


Appello di 100 associazioni da tutta Italia al Presidente del Consiglio. ADERISCI ANCHE TU:  FACENDOLO GIRARE E…SCRIVENDO COSA NE PENSI!

“Cancellare l’articolo 38 dalla Legge Comunitaria. E’ un inganno all’Europa e ai cittadini italiani e il via libera ad nuovo assalto agli animali”.

“Ci rivolgiamo a lei, Signor Presidente, perché intervenga immediatamente e impedisca l’approvazione dell’articolo 38 della Legge Comunitaria, oggi in aula al Senato. Un articolo ingannevole, che traveste da risposta alle richieste europee un’inaccettabile concessione a caccia selvaggia”.

E’ l’appello urgentissimo che oltre 100 associazioni ambientaliste, animaliste, civiche, culturali, sociali, di cittadini, consumatori fotografi, escursionisti eccetera rivolgono stamattina al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a poche ore dal voto in aula del senato della Legge Comunitaria.
Una valanga di adesioni che non si ferma.

“L’articolo 38, tra le altre cose, prevede la cancellazione degli attuali limiti massimi della stagione venatoria e dunque permetterà, se approvato, l’estensione della caccia anche oltre i già lunghi 5 mesi attuali, con l’ennesima strage di animali selvatici, di uccelli migratori, di cuccioli ancora alle dipendenze dei genitori, ma anche la presa in giro dei cittadini italiani che dovranno tollerare la presenza e i fucili dei cacciatori nei propri terreni per un periodo ancor più lungo di quanto non lo sia già oggi.

Il paradosso, Signor Presidente, è che tutto ciò avviene in risposta ad una durissima procedura di infrazione europea che contesta all’Italia di concedere troppe deroghe e di non prevedere il divieto assoluto di caccia nei periodi di dipendenza e migrazione degli uccelli. In sostanza, ci contesta di cacciare troppo e male. Bene: qual è invece la risposta che darà oggi il Governo? Quella di aumentare la caccia. Quella di concedere più deroghe e una più lunga stagione venatoria.

E tutto questo si consumerà nel 2010, in apertura dell’anno internazionale della natura e della biodiversità, con il primo provvedimento del Governo e dello Stato italiano che sarà una riduzione delle tutele per la biodiversità e il via libera ad un nuovo assalto alla natura.

Le chiediamo dunque, Signor Presidente, di intervenire in prima persona sul suo Governo e in particolare sul Ministro Ronchi, chiedendo la cancellazione dell’articolo 38, ed evitando questo vero e proprio inganno per quel 90% di italiani che sono fortemente contrari ad ogni ulteriore concessione alla caccia e anzi chiedono più tutele e più rispetto per gli animali, la natura, la tranquillità dei cittadini”.

Sostieni l’appello facendolo conoscere a più persone possibile, in modo da far capire a lorsignori che il tentativo di far passare sotto silenzio questa manovra è stato smascherato.

Fonte: Cacciatori Brava Gente

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SUPER CRIMINALI


Nel suo ultimo numero, il giornale Super Lawyers, dedicava il suo articolo principale all’avvocato generale della Chiquita Brands International, addolcendolo per navigare nelle complesse e difficili acque colombiane. Quello che non ha citato è il mare di lacrime che la Chiquita (antica United Fruit, architetto del colpo di Stato in Guatemala nel 1954,allo stesso modo del massacro di lavoratori nelle piantagioni di banane durante lo sciopero a Cienaga, Colombia, ricreata in Cent’anni di Solitudine) ha lasciato in America Latina. Questa lettera dell’avvocato laburista Dan Kovalik mette in risalto le contraddizioni dell’ovazione a Chiquita. Dobbiamo far notare che poco dopo la stesura di questa lettera, Chiquita ha ricevuto anche un “premio di sostenibilità” per le sue attività all’estero.


Stimato Sr. White:

Ho appena avuto la sfortunata esperienza di leggere l’articolo principale dell’ultimo numero di Super Lawyers, che esalta le atrocità di Chiquita (ex United Fruits), una compagnia il cui nome, può esserne certo, si associa ad una lunga storia con essi.

Questo numero del suo giornale, che pretende di mettere in mostra “non solo i soliti sospetti”, in realtà si è concentrato in uno di questi “soliti sospetti” di crimini di guerra. In questo numero,in particolare, hanno scelto di applaudire consigliere generale di Chiquita in quanto ha cercato di presentare come "decisioni molto difficili per salvare vite umane", il finanziamento dell’esercito di assassini paramilitari per un'importo di 1,7 milioni di dollari durante un periodo di oltre 7 anni. Nulla si dice sulle vite perse a causa di questi pagamenti nè si menziona la quantità di armi date ai paramilitari dalla succursale colombiana della Chiquita (un altro reato del quale Chiquita si è dichiarata colpevole).

Secondo il procuratore generale della Colombia, Mario Iguaran, i pagamenti della Chiquita ai paramilitari “non furono per protezione, ma piuttosto per sangue; per la pace della regione bananiera di Uruba”. Iguaran, per nulla liberale, dal momento che è stato nominato dal Presidente Álvaro Uribe, stima che siano stati circa 4000 i civili morti come conseguenza dell’aiuto di Chiquita ai paramilitari. Inoltre, Iguaran ha dichiarato che lo stesso fenomeno degli eserciti paramilitari, che ha scosso la Colombia per anni e ha lasciato innumerevoli omicidi, violazioni e altre atrocità, non sarebbe stato possibile senza l’aiuto di compagnie come quella della Chiquita.

Anche così, nonostante i fatti, voi avete deciso di dedicare il vostro articolo di prima pagina alle scuse dell’avvocato generale della Chiquita per quanto riguarda il loro sostegno ai crimini di guerra. Inutile dire, che non sono sorpreso dal fatto che la legge è, dopo tutto, uno strumento per proteggere i ricchi ei potenti dai poveri e degli oppressi. Potrei solo suggerire che, per mantenere la facciata di un sistema di giustizia cieco di fronte alle tasche delle parti, potrebbe non esprimere in modo così ovvio che il suo giornale mostra la magistratura come una professione per salvaguardare chi accumula profitti attraverso azioni di violenza generalizzata. Penso che Bob Dylan l’abbia espresso meglio scrivendo "tutti i criminali con i loro vestiti e cravatte vagano liberi di bere Martini e vedere sorgere il Sole”.

Potrei finire la mia lettera qui, ma c’è qualcos' altro che voglio dire. In effetti, anche se dessimo credito a Chiquita ed al Signor Thompson, la sua condotta non meriterebbe nessun complimento. Prima di tutto perché, come loro stessi hanno ammesso di fronte al Dipartimento di Giustizia e al suo giornale, gli ci sono voluti almeno due anni per accorgersi che il Dipartimento di Stato degli USA considera terroristi i paramilitari che stavano finanziando e armando.  Questo è un successo giuridico? La maggior parte di noi sarebbero licenziati per aver impiegato così tanto a rendersi conto che il nostro cliente è implicato in un crimine di simile dimensione. In effetti, quello che lei chiama “super avvocati” la maggior parte degli osservatori ragionevoli la chiamano semplicemente mala prassi. E, anche se avesse pagato per “protezione” quegli assassini per espandersi e aumentare i propri profittii delle banane, come essi sostengono, sarebbe forse motivo di lode? Il Dipartimento di Giustizia, che certamente perdona questa tribù facilmente (dovrebbero essere tutti in prigione), non certo dicendo che li avrebbe esentato dalla pena.

Finirò chiedendole che, per favore, si astenga dall'inviarmi il suo giornale. Dovrebbe vergognarsi di se stesso e del suo giornale. Ma, inutile dirlo, noi viviamo in un mondo in gran parte sfacciato, in cui piccoli criminali trascorrono anni in prigione, mentre i grandi criminali governano il mondo attraverso il diritto a cui dicono di dedicrsi.

Cordiali saluti

Dan Kovalik, avvocato laburista.

Fonte: http://www.sinpermiso.info/textos/index.php?id=3050

Tradotto per Voci Dalla Strada da VANESA

27 gennaio 2010

HAITI E IL TERREMOTO POLITICO-ECONOMICO IMPOSTO DA WASHINGTON


"QUESTO TERREMOTO E' STATO ANTICIPATO DA UN ALTRO TERREMOTO  POLITICO ED ECONOMICO IMPOSTO DA WASHINGTON"

di Amy Goodman  

Ci siamo incontrati con Kim Ives, corrispondente di Haiti Liberté, con cui siamo stati in viaggio durante il nostro soggiorno in Haiti. E' da molti anni che vive ad Haiti, tra i tanti viaggi all'estero. Kim, non posso dire, "Benvenuta Democracy Now!" Perché siamo stati insieme attraverso questa visita, ma "benvenuta a questa intervista!"

Grazie, Amy.

Parliamo di questa terribile catastrofe, questa devastazione. Naturalmente si tratta di una catastrofe naturale, ma ci puoi parlare di come s'inserisce questa catastrofe con la realtà di Haiti? Il grado di devastazione che stiamo vedendo, non ha solo a che fare con la natura.

No, naturalmente. In realtà, questo terremoto è stato anticipato da un terremoto politico ed economico, il cui epicentro è stato localizzato 2.000 miglia a nord, a Washington, DC, e per 24 anni.

Parliamo prima dei due colpi di stato perpetrati in un periodo di 13 anni, sostenuti dagli Stati Uniti, che hanno istituito regimi fantoccio che hanno espulso gli haitiani dal potere. Ma quei colpi di stato e la successiva occupazione militare da parte delle forze straniere vietate dalla Costituzione haitiana, sono stati distruttivi non solo per il governo e la sovranità nazionale, ma anche per i governi e le legislature locali, i sindaci e i comitati elettorali locali responsabili di scegliere un consiglio permanente elettorale. Non si è mai costituitoto un consiglio elettorale permanente, vi è solo una forma provvisoria e quindi Préval, poco prima del terremoto, ha ignorato la democrazia popolare imponendo il proprio consiglio elettorale, che ha garantito il dominio del suo partito.

E perchè sia chiaro, quando si parla di colpi di stato nel 1991 e nel 2004, dobbiamo dire che entrambi hanno comportato l'espropriazione e l'esilio del presidente Jean-Bertrand Aristide.

E' giusto.

Parliamo del coinvolgimento degli Stati Uniti in questi golpes

In entrambi i casi le forze armate Usa hanno rimosso Aristide da Haiti. La prima volta ha trascorso il suo esilio a Washington e la seconda è finito in Sud Africa, dove ha trascorso gli ultimi sei anni.

Questi terremoti politici imposti da Washington sono stati accompagnati da terremoti economici, le politiche economiche attuate quando espulsero Aristide, che aveva espresso un orientamento nazionalista, cercando di costruire l' autosufficienza nazionale di Haiti e respingendo gli Stati Uniti. Volevano privatizzare le nove industrie di Stato che sono state vendute agli USA e gli investitori stranieri.

Per 12 anni, sotto la prima amministrazione di René Préval, è stata privatizzata Minoterie d'Haiti e Ciment d'Haiti e le imprese statali che producono farina di frumento e cemento. Per quanto riguarda il grano, attualmente abbiamo una popolazione affamata. Si potrebbero immaginare le possibilità, se lo Stato avesse avuto un mulino robusto per la produzione di farina, la gente avrebbe pane da mangiare. E' stata venduta questa impresa ad una società di cui Henry Kissinger è un membro del consiglio di amministrazione. E appunto, fu chiusa l'attività. Adesso, Haiti non dispone di un mulino, statale nè privato.

Da dove viene il grano Haiti? Questo è il paese più povero dell'emisfero.

Deve importarlo, una buona parte proviene dagli Stati Uniti.L'altro caso, più ironico, Amy, è la fabbrica di cemento. Questo è un paese la cui conformazione geologica è principalmente di calcare, che è la base prima per il cemento. E 'un paese che assolutamente dovrebbe e potrebbe avere un'impresa produttrice di cemento, e l'aveva, ma è stata privatizzata e chiusa in fretta. Iniziarono a costruire i pilastri di quella che fu la società di importazione di cemento a cemento.  Così quando viaggiamo per il paese vediamo le migliaia di edifici di cemento crollato e schiacciato, ricordiamo che ci sarà bisogno di milioni di tonnellate di cemento, ed ora sarà necessario importarlo, invece di produrlo.Haiti potrebbe e dovrebbe esportare cemento, non importarlo.

Stiamo parlando con Kim Ives di Haiti Liberté, che ha appena pubblicato una nuova edizione nel bel mezzo dellla catastrofe del terremoto. Lei ha parlato di compagnia del cemento, mulino del grano e di privatizzazione. Uno dei problemi più dolorosi per la diaspora haitiana e le famiglie all'estero, con i propri cari qui in Haiti, che non sono riusciti a scoprire se sono vivi. No se han podido comunicar con ellos. Non si è potuto comunicare con loro.

E' così.

E questo ci porta al tema della compagnia telefonica

Esatto. Teleco è stata la tomba delle imprese statali ad Haiti. Durante il primo colpo di stato del 1991-1994, il reddito della Teleco manteneva il governo in esilio del presidente Aristide. Ed ora abbiamo visto che una settimana prima del terremoto è stata privatizzata questa compagnia. E' stata venduta ad una società vietnamita, Viettel. E se noi in questo paese avessimo avuto una compagnia telefonica nazionale forte e dinamica, si sarebbero evitati gran parte dei problemi di comunicazione che ci sono. Invece tutte le comunicazioni del paese sono nelle mani di tre società di telefoni cellulari: Digicel, Voila e HAITEL.

Ma alcuni potrebbero sostenere che la società è stata privatizzata una settimana fa perchè, a causa dei suoi precedenti proprietari, era carente.

E 'proprio quello che è successo. Il governo haitiano sotto la guida di Préval e dei suoi ministri, hanno sabotato e indebolito la società. Ne abbiamo discusso nel corso degli anni. Ricordo che 13 anni fa ha portammo qui una delegazione per parlare con i sindacalisti. Da molto tempo manteniamo questa lotta contro la privatizzazione. Abbiamo parlato con un sindacalista di Teleco, Jean Mabou, un funzionario del sindacato. E questo ci ha portato in una stanza piena di nuovi impianti di telecomunicazioni moderni. Ci ha detto: "Abbiamo questi equipaggiamenti e non ci permettono di installarli. Essi stanno minando la società di Stato ai fini della privatizzazione.

E l'ironia è che abbiamo il lupo a guardia del gregge. E così si mina la proprietà del popolo nelle sue imprese statali.

Kim, si sa che purtroppo il mondo presta attenzione solo quando ci sono disastri e ora l'attenzione del mondo si concentra su Haiti. Hai cominciato a parlare di due colpi di stato contro Aristide. Forse si può fare un breve riassunto della storia di Haiti dal 1804.

Ok, in breve. 1804, la prima ed ultima rivoluzione di schiavi successa nella storia, la prima repubblica nera del mondo, la prima nazione indipendente in America Latina, che divenne la pietra angolare di tutte le altre rivoluzioni. E ci sono voluti 60 anni per il riconoscimento del governo di Abraham Lincoln, dopo la guerra civile.

Poi, nel 1915, i Marines USA invasero il paese e si appropriarono della banca centrale e del governo. Sono rimasti 19 anni, fino al 1934. Hanno poi installato la Garde d'Haiti, la Guardia di Haiti, che ha operato come un braccio dei Marines per proteggere gli interessi degli Stati Uniti ad Haiti. L'occupazione ha dato vita nel 1957 alla dittatura di François "Papa Doc" Duvalier, che ha lasciato in eredità il suo titolo di presidente a vita a suo figlio, Jean-Claude Duvalier, quando morì nel 1971.

E il ruolo degli Stati Uniti in questa storia?

L'America ha sempre sostenuto tutti questi governi, per motivi geopolitici. Haiti è stato il principale baluardo contro l'espansionismo "comunista" della vicina Cuba. Per questo gli Stati Uniti hanno mantenuto e mantenuta e sostenuto militarmente ed economicamente, i regimi Duvalier, nonostante l'opposizione del popolo haitiano.

Una cleptocrazia? Si sono arricchiti i dittatori a scapito della povera gente?

Esattamente. Eppoi nel 1986, si resero conto che questo modello stava creando di troppi "Che Guevara", troppe rivoluzioni in America Latina e hanno optato per queste elezioni per installare un leader apparentemente più democratico, ma le elezioni sono state comprate.

Haiti è stato il primo paese dell'America Latina che ha sconfitto lo schema elettorale promosso dagli Stati Uniti ed eleggere per la presidenza un povero parroco, Jean Bertrand Aristide. Durante la sua presa del potere, il 7 febbraio 1991, Aristide ha dichiarato la seconda indipendenza di Haiti, perché il paese ha voluto l'indipendenza dal dominio degli Stati Uniti e Francia. E hanno risposto in otto mesi con un colpo di stato. Fu mandato in esilio. E così ha iniziato il terremoto politico ed economico, con un epicentro a Washington e Parigi per 24 anni.

Così è stato effettuato il primo colpo di Stato contro Aristide. E' stato tenuto in esilio per tre anni. E' successo durante l'amministrazione di George H.W. Bush, ma è continuato con l'amministrazione Clinton.

Per inciso, uno dei principali impegni di Aristide alla presidenza era quello di aumentare il salario minimo.

Gli ascoltatori di Democracy Now! ricorderanno la seconda volta che Aristide è stato eletto nel 2004 e quasi immediatamente rapito dai militari e dall' intelligence degli Stati Uniti, come è stato accompagnato da una delegazione della Repubblica Centrafricana, dove cacciarono e praticamente fecero prigionieri il presidente e Mildred Aristide. E Maxine Waters, deputato di Los Angeles, e Randall Robinson, fondatore dell'organizzazione TransAfrica, andarono a prendere Aristide nella Repubblica Centrafricana per portarlo in Giamaica. Finalmente finirono in Sud Africa, dove risiedono oggi.  Non potevano tornare ad Haiti a causa delle pressioni da parte di funzionari degli Stati Uniti. Il cancelliere dell' epoca, Colin Powell e Condoleezza Rice affermarono che Aristide non poteva tornare in questo emisfero.

Dal suo esilio in Sud Africa, il presidente Aristide ha detto in una conferenza stampa che vuole tornare ad Haiti. Ho sollevato la preoccupazione di molte persone qui in Haiti. A Washington, il presidente Obama ha nominato immediatamente gli ex presidenti Clinton e Bush per guidare gli sforzi umanitari, dicendo che le loro azioni sono partitistiche. Così ora nasce la preoccupazione per il ritorno di Aristide. Gli Stati Uniti controllano l'aeroporto. Il presidente Preval ha dato il controllo dell'aeroporto agli Stati Uniti. Ma Aristide ha chiesto di tornare. Cosa ne pensi dell' immagine, per non parlare delle risorse, dei due presidenti che dicono che il disastro va oltre le differenze politiche e che dobbiamo ricostruire il paese?

Beh, è giusto. Ieri rimasi di fronte l'ospedale generale, dove ho visto gli orrori, parlando ad una moltitudine di gente all' angolo della strada, è emerso questo stesso punto. Perché non è possibile ritorno del presidente Aristide? Lo vuole. Così ha detto. Ma il governo ha rinnovato il suo passaporto diplomatico, che è passato. Non hanno dato misure di sicurezza per il suo ritorno nel paese. Questo è tutto quello che serve.

Se il governo di Barack Obama o di chiunque altro è davvero disposto a sostenerci, forse meglio di tutti i C-130 con il loro carico, non solo con cibo e assistenza medica, ma anche un sacco di fucili, potrebbero inviare un aereo in Sud Africa prendere Aristide e riportarlo. Sarebbe un gesto che avrebbe creato un effetto a catena, un anti-terremoto di speranza e di orgoglio popolare che potrebbe restituire la forza morale di cui la gente ha bisogno per superare questa crisi.

Beh, Kim Ives, voglio ringraziarti per essere stato con noi, e fare ancora una domanda, che si riferisce alle organizzazioni dpopolari in questo paese. Chi ha il potere qui? Come si fa a organizzare il popolo? A tale riguardo, si pone sempre il problema della sicurezza per giustificare il motivo per cui non va fuori dalla zona dell'aeroporto, dove è conservato perchè raggiunga le comunità. L'ONU, per esempio, ha detto che non arriverà fino Leogane, l'epicentro del terremoto, finchè non sarà garantita la sicurezza di quella zona.

E 'il cuore della questione. La sicurezza è un pretesto. Noi vediamo ovunque che la popolazione di Haiti è divisa in comitati popolari per pulire, rimuovere i corpi dalle macerie, costruzione di campi profughi, per instaurare la sicurezza nei campi profughi. Questa è una popolazione che è autosufficiente, e lo è stata per molti anni.

Ma non può esserlo quando arriva un gruppo di marines con M-16 e cominciano ad urlare. lo scenario di fronte l'ospedale generale di ieri ha detto tutto. Le persone che entrano ed escono dall'ospedale per portare  cibo ai propri cari o perché hanno bisogno di assistenza e un gruppo di soldati della 82a Brigata aereotrasportata, di stanza al di fuori dell'ospedale, urla in lingua inglese alla folla. Non sapevano quello che facevano. Habría sido cómico si no fuera trágico. Hanno creato più caos anziché ridurlo. Sarebbe stato comico, se fosse non tragico.

Non dovevano essere lì. Naturalmente, se vi è un esercito di gangster che attacca le persone, che non è questo il caso, avrebbe potuto portare queste persone. Ma ora la gente non ha bisogno marines, ha bisogno di medicine. Questa situazione riassume l' essenziale. E' la stessa cosa che hanno fatto dopo l'uragano Katrina. Sono le vittime che fanno paura, sono "altri" sono i neri che hanno vinto l'unica rivoluzione di schiavi nella storia. Cosa può provocare loro più paura?

E le organizzazioni comunitarie che ci sono qui?

Ah, sì, le organizzazioni comunitarie, abbiamo visto l'altra notte nella comunità di Matteo 25, che ci ospita. Una spedizione di prodotti alimentari è arrivato nella notte senza preavviso. Avrebbe potuto essere una battaglia campale. Ma si sono messi in contatto con organizzazione locale di base, Pity Drop che ha mobilizzato i suoi militanti immediatamente. Hanno stabilito un perimetro e un cordone di sicurezza. Formavano una linea con 600 persone accampate sul campo di calcio dietro la casa, che è anche un ospedale, e distribuito il cibo in modo ordinato ed equo. Sono stati pienamente capace. Non hanno bisogno i Marines. Non hanno bisogno delle Nazioni Unite. Non hanno bisogno di nessuna di quelle cose che i media, Hillary Clinton e ministri degli esteri dicono che hanno bisognoi. Quelle sono cose che il popolo haitiano può fare da solo e sta le facendo lo stesso.

La ringrazio molto, Kim Ives.
Kim Ives scrive per Haiti Liberté.

Fonte: http://www.democracynow.org/2010/1/20/journalist_kim_ives_on_how_decades

26 gennaio 2010

"EQUO COMPENSO"...SOLO PER LA SIAE


 
Alcuni personaggi un po' improbabili si complimentano con il ministro Bondi per aver esteso l'equo compenso e aumentato la "tassa Siae" agli italiani.

Da alcuni giorni (anzi, da alcune notti) stiamo ricevendo dei fax palesemente falsi ma assolutamente divertenti e che soprattutto dovrebbero far riflettere sulla recente estensione della tassa dell'equo compenso a cellulari e Pc, a tutto beneficio della Siae.
Alla vicenda abbiamo già dedicato un articolo e intitolato una newsletter, ma la cosa sembra essere già passata nel dimenticatoio, sia a livello nazionale, sia nel campo stesso dell'information technology, sostituita da notizie più recenti.


Per questo motivo una anonima ma divertente mano, con l'arma della satira, sta cercando di tenere vivo l'argomento, e lo sta facendo in un modo decisamente inusuale: l'invio notturno di fax. Come anticipato, sono dei documenti assolutamente falsi, indirizzati al ministro Sandro Bondi, congratulandosi per aver approvato la legge sull'equo compenso.

Il primo fax, scritto in un italiano molto raffazzonato, sembrerebbe provenire dal gestore di un sito di ecommerce che si congratula con Sandro Bondi per l'approvazione della legge: questo gli consentirà di vendere a prezzi vantaggiosi agli utenti italiani. "Noi 100 Dvd di vendiamo a 19 euro e voi ci mettete 40 euro di tasse; 100 Cd a 13 euro con quasi 30 euro di tasse [...] Con questa legge della Siae per voi costa di più uscire di casa per comprare 20 Dvd in negozio che comprare i Dvd da noi in Lussemburgo".

Il secondo fax, giunto in redazione la notte successiva, è firmato dal (sedicente) assessore ai trasporti del Comune di Roma (anch'esso palesemente falso). L'autore, sempre rivolgendosi a Bondi, inizia con un cordialissimo "Ciao Sandro", e anche in questo caso si tratta di una (finta) lettera di congratulazioni.
L'assessore però ha "l'ingrato compito di far quadrare il bilancio" relativo alle multe per infrazioni stradali. Così si rivolge a Bondi "avendo saputo della sua trovata: la multa preventiva. [...] Far pagare la Siae a prescindere dell'uso che verrà fatto delle memorie è semplicemente geniale". E allora il finto assessore si inventa una multa preventiva anche per gli automobilisti, risanando il bilancio.

Ma vale la pena leggere fino in fondo il divertente fax: "Non posso che confessare la mia totale impreparazione nel riuscire a far passare una tale manovra sotto silenzio o quasi da parte degli organi di informazione. [...] Sandro, francamente l'hai studiata a tavolino, hai avuto culo o un mix di entrambi?"
 
Infine la terza notte è arrivato in redazione un terzo fax, anche stavolta chiaramente fasullo, firmato niente meno che dal (sedicente) direttore generale della Siae. Si inizia sempre con un "Sandro carissimo", ma stavolta la lettera è un bonario rimprovero: "Maremma maiala, s'era detto di includere tutti i sistemi di calcolo dotati di memoria, tra cui anche quelli elettromeccanici e meccanici, fino al pallottoliere."
 
E invece il pallottoliere è rimasto fuori, da cui la reazione del "direttore": "Non l'avrai mica fatto per paura della reazione dei media? Hai visto benissimo che s'è risolto tutto nel silenzio generale". "Mi raccomando, correggi questa bozza del cavolo, o mettiti subito al lavoro per una nuova legge".
Tre fax satirici che purtroppo descrivono molto bene la verità dei fatti. Stanotte ne arriverà un quarto?

HAITI BASTA DEBITO, ADESSO!

 
Comunicato Stampa, 
A tutte le redazioni con preghiera di pubblicazione.


Roma, Lunedì 25 gennaio 2010,

con l’invio di una lettera indirizzata al Ministro Giulio Tremonti - Ministero delle Finanze e al Ministro Franco Frattini - Ministero degli Affari Esteri, e in concomitanza con la Conferenza Internazionale dei Paesi Donatori che si sta svolgendo in queste ore a Montreal, in Canada,

è stata lanciata la Campagna nazionale HAITI BASTA DEBITO, ADESSO!” che sostiene la “Cancellazione immediata e incondizionata del debito bilaterale e multilaterale di Haiti”.
La Campagna nazionale che ha tra i suoi promotori, Mani Tese, Campagna Riforma Banca Mondiale, Osservatorio Selvas.org, Coordinamento Italia Nicaragua e SdL Intercategoriale, chiama a raccolta tutte le Associazioni, ONG e Istituzioni che operano nel mondo della Cooperazione Internazionale, chiedendo al Governo italiano, già impegnato nell’opera degli aiuti internazionali in soccorso delle vittime del terremoto del 12 gennaio ad Haiti, di sostenere una posizione di rilievo internazionale nell’estinzione incondizionato del debito della nazione caraibica. 

“Il governo e' pronto a cancellare i 40 milioni di euro di debito estero di Haiti verso l'Italia”: lo ha annunciato il ministro degli Esteri Franco Frattini, il 17 gennaio 2010, quando ancora le prime pagine dei quotidiani mondiali aprivano con le prime drammatiche immagini e notizie dalla nazione caraibica. Nel giugno del 2009, Haiti aveva ottenuto la cancellazione di 1,2 miliardi di dollari di debito dai suoi principali creditori nell'ambito dell'iniziativa HIPC (Heavily Indebted Poor Countries) rivolta a quelle nazioni, che come Haiti hanno un tasso di povertà estremo. Nonostante questo passo in avanti molto importante, il debito estero di Haiti ammonta ancora a più di 800 milioni di dollari. 

Il terremoto della settimana scorsa e i tre uragani devastanti che hanno colpito l'isola nel corso del 2008 hanno distrutto l'economia del Paese, incapace, adesso più che mai, di generare le entrate necessarie a servire il debito estero sia oggi che nel prossimo futuro. Risorse che a parere della Campagna, qualora e non appena l'economia del Paese riprendesse a funzionare, dovrebbero essere investite in via prioritaria nella ricostruzione interna, delle infrastrutture di base e nella fornitura dei servizi di base per i milioni di senzatetto prima che al servizio del debito. 

La storia recente di Haiti ha dimostrato che sono grandi le responsabilità del mondo, verso la condizione attuale di Haiti: trent’anni di dittatura di Duvalier padre (François Duvalier) e poi il figlio (Jean-Claude Duvalier), e i successivi colpi di mano militare diretti dall’estero, trasformarono quest’angolo dell’isola Hispaniola in un inferno di violenza e terrore, con decine di migliaia di morti e desaparecidos, nell’ambito dello schieramento sostenuto dapprima dalla Guerra Fredda e successivamente dall’applicazione selvaggia delle regole della competizione economica. Solo ad esempio trent’anni fa Haiti coltivava tutto il riso di cui aveva bisogno, ora il Dipartimento dell'agricoltura Statunitense indica Haiti come tra i primi importatori del riso prodotto negli U.S.A.. 

Alla luce del grave disastro umanitario, aggravato dal terremoto del 12 gennaio 2010, la Campagna HAITI BASTA DEBITO, ADESSO! Chiede al Governo italiano

· di contribuire alla ricostruzione di Haiti attraverso la concessione di aiuti a perdere (Grants) e non attraverso la concessione di crediti di aiuto che il governo di Haiti dovrebbe poi restituire;


· Usare la propria rappresentanza e il proprio voto nel Board dei Direttori Esecutivi del Fondo Monetario e della Banca Interamericana di Sviluppo per assicurare la cancellazione immediata e incondizionata del debito rimanente di Haiti verso queste istituzioni e contemporaneamente di spendersi per ottenere una moratoria immediata sul servizio dei pagamenti del debito da parte di Haiti verso le stesse istituzioni, congelando anche il maturare degli interessi; 

· Chiedere al FMI di mobilitare risorse interne per pagare il servizio del debito di Haiti con risorse proprie nel momento in cui le rate dei pagamenti verrebbero a scadenza.


La Campagna HAITI BASTA DEBITO, ADESSO! Ha deciso di mantenere attivo un Osservatorio di controllo della società civile affinché dopo gli annunci da parte del nostro Governo si concretizzino azioni decisive e immediate.


Si attendono nelle prossime ore numerose adesioni di associazioni e anche di singole persone attraverso il Blog internet:  
e la campagna in Face Book:  

Le Associazioni Promotrici.
Comunicato Stampa a cura di: ufficiostampa@comunicatorevisivo.com


25 gennaio 2010

LA POVERTA' NELL'UNIONE EUROPEA

di Hedelberto López Blanch

Europa, il vecchio continente che ha colonizzato estesi territori in Africa, America Latina e Asia, dai quali ha estratto ricchezze che le hanno permesso lo sviluppo dei suoi paesi e società, appare nei censimenti di questo XXI secolo con più di 80 milioni di abitanti poveri.


Come alcuni analisti segnalano su un nuovo progetto che sembra più propaganda che realtà, l’Unione Europea, ha informato che il 2010 sarà l’anno della lotta contro la povertà e l’esclusione sociale che si izierà a Madrid con una cerimonia il 21 gennaio.

OPERAZIONI MEDIATICHE: COME SI DISTRUGGONO LE "TEORIE COSPIRATIVE"



Distruggere il nemico con il mito della “teoria della cospirazione, controllare
e trasformare la massa individuale in potenziale sociale manovrato con scopi di controllo politico ed economico, sono i due obiettivi chiave della struttura mediatica mondiale che determina e decide quello che la maggioranza deve capire (e consumare) come “informazione obiettiva”.

Di Manuel Freytas


Quando la stampa del sistema e i suoi giornalisti stipendiati vogliono screditare (o ridicolizzare) un' informazione pericolosa (per gli interessi dei loro padroni) la catalogano immediatamente come “teoria del complotto”.

Per Wikipedia, “
"Una teoria del complotto è la spiegazione di un evento o una catena di eventi già avvenuti o che ancora devono accadere (solitamente politici, sociali, popolari o storici) partendo dall’occultazione delle sue vere cause alla conoscenza pubblica o a un complotto segreto, spesso ingannevole, da parte di un gruppo di persone o organizzazioni potenti e influenti che rimangono nell’ombra”. Nel circuito delle corporazioni dominanti della stampa commerciale, l’espressione “teoria cospirativa” si usa per mettere in risalto la mancanza di fondamenta di una spiegazione, valutandola come speculativa, falsa o stravagante.

24 gennaio 2010

L'ITALIA CENSURA LA DIFFUSIONE DI VIDEO IN INTERNET


Le Nouvel Observateur

Un decreto impone ormai un’autorizzazione per poter diffondere dei filmati sulla rete. L’opposizione critica un attacco alla libertà d’espressione.

In Italia i video su internet hanno i minuti contati. Secondo un decreto adotatto dal Parlamento italiano e che entrerà in vigore il prossimo 27 gennaio, al fine di “diffondere e distribuire su internet immagini animate, accompagnate o meno dal sonoro”, è ormai obbligatoria un’autorizzazione rilasciata dal ministero italiano delle Comunicazioni.

“La legge assoggetta la trasmissione di immagini sulla rete alle stesse regole caratteristiche della televisione,

L'UE HA DELUSO L'UCRAINA, MA GUARDA ALLE ELEZIONI DI DOMENICA

Sullo sfondo delle elezioni in Ucraina s'intravede la lotta politica tra Mosca e Bruxelles che ha alimentato la campagna elettorale, ma che ha confuo e forse deluso i cittadini alle prese con un tasso di disoccupazione che tocca il 10%, e che forse non vede nella politica la soluzione ai problemi della classe più disagiata.

Con la rivoluzione arancione nel 2004 e l'avvento al potere di Viktor Yushchenko e Yulia Tymoshenko, l'integrazione europea è stata l'obiettivo principale dei leader ucraini. Che cosa rimane di questa politica dopo sei anni? Domenica gli ucraini saranno chiamati alle urne per le elezioni presidenziali e forse trasparirà una risposta.


Con il presidente Viktor Yushchenko, Kiev ha sviluppato una politica Euro-Atlantica a 360°, dall'adesione all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) nel 2008, all'istituzione di un accordo di libero scambio con l' Unione Europea. Ha anche cercato di aderire all' Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO), nonostante un disaccordo di gran parte dell'opinione pubblica e una forte opposizione da Mosca.


Questa politica è stata fortemente accompagnata (o guidata?) da Bruxelles, che ha prevalso nel processo verso la creazione di una
partnership privilegiata. L'Ucraina, uno dei paesi più grandi d'Europa, svolge un ruolo strategico per la sua posizione geografica e le sue frontiere con quattro paesi dell' UE: Polonia, Romania, Slovacchia, Ungheria, e con i principali partner commerciali e diplomatici dei 27 e la Russia.

L'UE vorrebbe che questa politica si basasse sulla disponibilità di alcune élite ucraine, perchè spingano il paese a tagliare il cordone ombelicale con la Russia.
Così, 494 milioni di euro saranno erogati in forma di aiuti nel periodo 2007-2010 a Kiev, che completerà due iniziative europee: la politica europea di vicinato (PEV) nel 2003, e una partnership orientale, nel maggio 2009. La prima è quella di circondarsi di "Stati amichevoli e ben governati". E la seconda si prefigge di rafforzare la sicurezza energetica, economica di libero scambio e la lotta contro l'immigrazione clandestina.

In questo modo esaudirà i desideri dell' UE, senza farne parte. Kiev rappresenta per Bruxelles, una sfida geostrategica notevole per tre ragioni: "E' un paese di transito per il gas russo, un potere economico con forte potenziale di crescita e un partner commerciale di primo piano", e forse c'è anche una quarta ragione, molto importante per gli eurocrati: "La stabilità del paese è la chiave della politica di sicurezza del confine orientale dell'Europa."


Oggi, il desiderio di allargare l'Unione europea verso est è stato un po' rivisitato dopo il conflitto russo-georgiano, dell' agosto 2008, portanto un ritorno di fiamma verso la Russia sulla scena internazionale e nello spazio post-sovietico. Infatti Mosca è tornata ad essere un alleato strategico su molte questioni per l'Europa e l'Occidente energia, Afghanistan, Pakistan, Iran. Il cambiamento di atteggiamento della Francia nei confronti di Kiev è sintomo interessante. Nicolas Sarkozy durante la presidenza francese dell'Unione europea nel 2008, durante il conflitto tra russi e georgiani, ha ripetuto più volte il suo desiderio di rafforzare la collaborazione (strategica) tra l'Europa e l'Ucraina. Oggi, Pierre Lellouche, Segretario di Stato per gli affari europei, ha chiarito che l'adesione non ha mai vissuto momenti più opportuni .
Inoltre, ha firmato con le controparti britanniche e tedesche una lettera agli Ucraini sollecitando il paese ad adottare "misure di liberalizzazione" ma anche rapporti cordiali con la Russia.

Le promesse dell' Ucraina come cuore d'Europa, che aveva accompagnato la vittoria del "Orange", cinque anni fa, sembrano molto lontane.
Alla vigilia delle elezioni presidenziali Domenica, i candidati principali hanno capito e si sta utilizzando molto meno la retorica pro-europea, ancora una volta incentrata su un rapporto più ampio con la Russia. In particolare le decisioni liberali desiderate dall' UE sono state costose per il paese che è stato duramente colpito dalla crisi economica e che riceve aiuto dal FMI in cambio di una politica di maggiore austerità. L'Ucraina, con 45 milioni di abitanti, una disoccupazione al 10% e confinando con Russia, Polonia, Romania, Moldavia, Ungheria, Slovacchia e Bielorussia, sarà forse condannata allo stato di eterna candidata all'adesione e al ruolo di guardia di frontiera dell'Unione Europea.

23 gennaio 2010

MINACCE USA: RINCHIUDERE A GUANTANAMO GLI HAITIANI CHE CERCANO DI USCIRE DAL PAESE

L’incursione militare degli Stati Uniti ad Haiti ha generato grande preoccupazione nella comunità internazionale, a causa degli antecedenti di ingerenza politico-sociale che la nazione ha nel paese caraibico.

Di fronte all’ondata di haitiani che cercano di migrare dall’isola, dopo il potente sisma che ha distrutto gran parte della nazione caraibica, funzionari statunitensi hanno disegnato piani per controllare l’esodo di massa e si stanno preparando per imprigionare chi insiste nell’abbandonare Hait,
nella prigione della base illegale che gli USA mantengono a Guantanamo, Cuba.

In base all’intervista realizzata dall’investigatrice statunitense, Eva Golinger, che cita, tra le altri fonti il giornale inglese
The Telegraph, l’operazione aerea, marittima e terrestre, chiamata “Sentry Vigilante” e stata lanciata ufficialmente questo martedì dal Pentagono e dal Dipartimento di Stato degli USA, sotto la supervisione della Segretaria di Stato, Hillary Clinton, che si trova a Haiti.

La Golinger racconta che la portaerei USS Carl Vinson, insieme ad una flotta di navi militari statunitensi, è preparata per intercettare gli haitiani che cerchino di uscire dal loro paese con destinazione Miami; ed il Comandante della Guardia Costiera degli USA, Christopher O’Neill ha spiegato che l’obiettivo è
“intercettarli in alto mare e rimpatriarli”.

L’ambasciatore di Haiti a Washington, Raymond Joseph, clandestinamente ha registrato un messaggio in creolo ai suoi compatrioti, mettendoli in guardia dall' uscire dal paese. “Se credi che arriverai agli USA e tutte le porte sono aperte, non è così” ha detto.


“Loro ti intercetteranno in mare e ti manderanno indietro”, aggiunge il funzionario haitiano nel suo messaggio.


In contrapposizione con la posizione presa dal governo di Washington, il presidente del Senegal, Abdoulaye Wade, ha offerto agli haitiani l’opportunità di rimpatriare “alla terra dei loro antenati”, ed ha anche offerto terreni nei paesi africani.


“L’Africa deve offrire la possibilità agli haitiani di ritornare alla loro terra madre. E’ un loro diritto”, ha dichiarato il presidente Wade.


Nel testo scritto dall'avvocato Eva Golinger, è riferito che migliaia di haitiani sono alla ricerca di una via d'uscita dalla capitale, Port-au-Prince, dopo essere stata distrutto dal terremoto
, questo è stato criticato dalle autorità statunitense perchè credono che queste azioni mirano a distogliere l'attenzione dagli aiuti umanitari che, teoricamente, stanno dando alla nazione caraibica.

Di fronte alla militarizzazione con la leadership degli USA, in Haiti, la comunità internazionale ha manifestato preoccupazione, perché questo potrebbe indicare una nuova ingerenza della nazione nordamericana nel contesto politico- sociale dell’isola dei Caraibi.


Washington è stato coinvolto nel
rovesciamento del presidente del 2004, Jean Bertrand Aristide, attualmente in Sud Africa.

Fonte:
http://www.telesurtv.net/noticias/secciones/nota/65480-NN/eeuu-amenaza-con-llevar-presos-a-guantanamo-a-haitianos-que-intenten-salir-del-pais/

Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da
VANESA

22 gennaio 2010

GOMORRA: IL LIBRO CHE SPIEGA IL CAPITALISMO

di Pascual Serrano

Si è scritto molto su Gomorra, il libro di Roberto Saviano. I critici e le rassegne stampa lo hanno presentato come un lavoro di investigazione sulla Camorra Napoletana, ma leggendo i metodi di lavoro di quell' organizzazione criminale, i suoi principi, i suoi obiettivi e l’assenza di scrupoli, si scopre che
la Camorra è il riflesso fedele del neoliberalismo e della globalizzazione. Si tratta della migliore organizzazione che ha capito come funziona l’economia capitalista e quali strategie deve usare per districarsi in essa. Il risultato- racconta Saviano- è che la Camorra “ha finito per alimentare il mercato internazionale del tessile, l’enorme arcipelago dell’eleganza italiana”. Sfruttamento del lavoro con stipendi miseri, delocalizzazione di imprese di produzione verso luoghi meno controllati dallo Stato, evasione fiscale….In due parole: il paradiso neoliberale.

Nel porto di Napoli transitano 150.000 container: i capi d’abbigliamento che i bambini parigini vestiranno in un mese, i bastoncini di pesce che mangeranno a Brescia in un anno, gli orologi che vestiranno i polsi dei catalani, la seta di tutti i vestiti inglesi di una stagione. 1.600.000 tonnellate provenienti dalla Cina. Per l’agenzia della dogana italiana, in quel porto, il 60 % della merce scappa ai controlli. Tutto sotto il potere della Camorra. Le tasse, l’IVA e il carico massimo dei tir sono fonte di lucro, autentiche dogane di cemento armato per la circolazione di merce e di denaro. Tutto questo deve essere bluffato dalla Camorra. E’ il nirvana della globalizzazione, il sogno di Friedrich Hayek.


Il Sistema- termine con il quale definiscono la Camorra- soffoca il piccolo imprenditore in modo da mettere fine alla sua indipendenza e lavori per loro. Alla scuola di Chicago questo lo chiamano competizione.
La similitudine tra la Camorra criminale ed il neoliberismo non è una mia fantasia, la riconosce lo stesso Saviano, ma a questo dettaglio nè critici, nè mass media hanno prestato troppa attenzione: “La logica dell’imprenditoria criminale, il pensiero dei boss coincide con il neoliberismo più radicale. Le regole dettate, le regole imposte, sono quelle degli affari, del guadagno, la vittoria su qualsiasi concorrente. Il resto è uguale a zero. Il resto non esiste. Essere nella situazione di decidere sulla vita e la morte di tutti, di promuovere un prodotto, di monopolizzare un segmento del mercato, di invertire i settori all’avanguardia…”. Puro Milton Friedman.

Saviano mette in evidenza che il quartiere di Secondigliano, epicentro della Camorra nella città di Napoli, mantiene “i pilastri dell’economia, il filo nascosto, le tenebre dove trova energia il cuore battente del mercato”. Cioè,
il sistema produttivo neoliberale trova nella legge della Camorra l’ambiente perfetto per il suo sviluppo. Si, nel capitalismo, un sindaco vuole industrializzare una città, la può lasciare in mano alle organizzazioni criminali che sono quelle che meglio capiscono le leggi per vincere nel mercato.

I parallelismi sono impressionanti. L’autore dice che quando sono caduti i regimi comunisti nell' Europa dell’Est, i clan della Camorra sono entrati in quei paesi ed hanno negoziato con i nuovi dirigenti convertiti al mercato dei depositi di armi (hanno anche trasportato nei camion le armi che avevano il simbolo della NATO) e, più tardi, hanno portato in quei paesi varie produzioni industriali con buone condizioni
per i datori di lavoro. Precisamente, questa è la stessa cosa che ha fatto il capitalismo nei paesi ex comunisti.

Per quanto riguarda il narcotraffico, il successo dei clan di Secondigliano, racconta Saviano- si è bastato nel “liberare a livello locale completamente la cocaina permettendo che chiunque potesse diventare un narcotrafficante, consumatore e spacciatore”, “null’altro che imprenditori”, afferma Saviano. Il capo della mafia siciliana,
Totò Riina chiamava “comunisti” i giudici e tutti lo attaccavano e lo criticavano, precisamente quello che i neoliberali fanno ai loro oppositori.

Ai partiti che sono appoggiati dalla Camorra succede la stessa cosa che a quelli che sono appoggiati dal denaro e dalle aziende: si dividono i voti. Nel 1992, a Casal Di Principe, i clan hanno litigato con la DC ed hanno deciso di sostenere il Partito Liberale Italiano, e questo è passato da un 1% dei voti ad un 30%.


Saviano dice che "l'imprenditore italiano che non ha le basi del suo impero nel cemento (costruzione) non ha alcuna speranza".
Così la camorra controlla la costruzione nelle regioni in cui è impiantato. Casal di Principe è un punto di riferimento comune della camorra, non vi è il posto più logico in una città dove il capitalismo sta trionfando: figura tra i primi posti in Europa per vendite auto Mercedes. Ma ha anche il più alto tasso di omicidi in Europa. La legge della camorra, come il mercato deve essere imposto in molte occasioni da ferro e fuoco.


Saviano dice che il funzionamento della Camorra “assottiglia la barriera che si innalza tra la legge e l’imperativo economico, tra quello che la norma proibisce e quello che il beneficio (guadagno) impone”.
Mentre la Camorra violenta la legge, il neoliberismo propugna la sua assenza, il laissez faire. Tutti e due hanno lo stesso obiettivo e, anche, lo stesso mezzo.

L’ultimo capitolo di Gomorra è raccapricciante. Esso
passa in rassegna gli oltraggi ambientali di questo sindacato del crimine che gli ha permesso di arricchirsi trasformando le loro terre in veri discariche tossiche dell’Europa. Perché non hanno avuto il più piccolo scrupolo nel ricoprire di veleno i loro stessi paesi, lasciando marcire le terre che circondavano le loro stesse ville e proprietà?

La risposta la offre Saviano,
è una risposta ideale per comprendere il funzionamento del capitalismo in tutto il pianeta: “Affogare un territorio di rifiuti tossici, circondare i paesini con montagne di veleno può essere un problema solo per chi possiede un terreno a lungo termine e con responsabilità sociale. Nell’immediatezza dell’affare, invece, non c’è che un alto margine di profitto e l’assenza di qualsiasi controindicazione”. Avvelenare la terra è stato il metodo più efficace per essere competitivi, hanno capito come funziona il sistema economico: E sai quanti operai hanno potuto salvare il culo perchè io ho fatto in modo che le loro aziende non spendessero un cazzo?, dice a Saviano un giovane imprenditore, di quelli che si dedicano a disfarsi illegalmente dei rifiuti tossici delle aziende. “Molte aziende del nord erano in grado di crescere, contrattare, essere competitivi nel tessuto industriale del paese fino al punto di poterlo esportare in Europa, grazie al fatto che si sono liberate di quel peso rappresentato dal costo dei rifiuti, che i clan napoletani e casertani avevano alleggerito”, afferma l’autore.

La Camorra, il crimine organizzato, non è un eccesso aberrante del neoliberismo e della globalizzazione, è il suo epicentro, il suo nucleo duro, il suo principio più puro di funzionamento. Gomorra non è un semplice libro sul crimine, è un libro che mostra come
il capitalismo è il crimine. Si è scritto molto per spiegare il funzionamento criminale del capitalismo, ma Saviano riesce a spiegare il funzionamento puramente capitalista del crimine.

Fonte:
http://www.pascualserrano.net/libros/el-libro-que-explica-el-capitalismo

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di
Vanesa

ITALIA: VIA LIBERA AGLI OGM

Scegliendo di trascurare la sovranità alimentare dell'Italia e la nostra preziosa biodiversità, il Governo ha deciso di imboccare la strada che ci vedrà colonizzati dalle multinazionali chimico-farmaceutiche-biotech detentrici dei brevetti sugli Ogm. A quanto risulta dall'articolo che pubblica "La Stampa" ("L'Italia sdogana gli Ogm", 17/01/10), è imminente il 28 gennaio il via libera formale alla bozza sugli Ogm, che prevede le linee guida per la coesistenza (tra colture tradizionali e colture Ogm) richieste dall'Unione Europea, che tuttavia non sono state elaborate dalla grande maggioranza degli Stati membri fino ad oggi. L'Unione Europea, dopo avere emanato, con la lunga preparazione di 3 direttive e 4 regolamenti, le leggi per la tracciabilità e l'etichettatura degli Ogm, era tenuta, secondo il programma stabilito, a produrre anche le regole per la coesistenza (tra coltura tradizionali e colture geneticamente modificate).

21 gennaio 2010

C'E' DAVVERO PIU' DEMOCRAZIA IN ITALIA CHE IN VENEZUELA?



di Juan Torres López

Si può avere l’idea che si vuole sul modo in cui si governa in Venezuela o in Italia ma ci sono cose che sono ben chiare.
Il presidente del paese latino americano non ha il potere politico che ha quello italiano come conseguenza della sua fortuna e del suo impero mediatico.
Hugo Chavez non si è visto coinvolto in processi, come quelli che colpiscono Berlusconi, per corruzione, menzogne, tangenti ed altri reati simili.
E, certamente, non ha mai osato proporre delle leggi per evitare di essere processato.
Mi chiedo cosa direbbero se Chavez facesse in Venezuela la decima parte di quello che Berlusconi fa in Italia.
Venti bombe atomiche sarebbero già state lanciate su Caracas. Come minimo.


Fonte:
http://www.rebelion.org/noticia.php?id=99070

Traduzione di Vanesa

L'ESERCITO USA INVADE HAITI...CON UNA MISSIONE UMANITARIA

"Marines attaccati dalle Onde S"

"Proteggerà la popolazione dalle onde sismiche"

Il Nobel Obama ha mandato 10.000 elementi del suo esercito per aiutare Haiti. Il distaccamento, battezzato Esercito della Salvezza Sismica (ESS), s'inquadra nella lotta al terrorismo naturale.
Il costo iniziale dell'operazione è stimato in 100 milioni di dollari per il lavoro straordinario delle truppe e 2.500 dollari in striscette per la popolazione. I salvatori della libertà devono proteggere gli haitiani dagli effetti delle onde P e S che causano la distruzione di massa. Siccome si prevedono repliche del sisma, distaccamento resterà per 20 anni in territorio haitiano e sarà progressivamente sostituito da agenti-antisismici della Blackwater.

La posizione del Dipartimento di Stato Usa ha deplorato il fatto che Cuba si è limitato ad inviare 600 medici armati con pericolosi strumenti chirurgici e che di fronte alla scarsità di anestetici recitano ai feriti passaggi di
La fine della Storia di Francis Fukuyama, per addormentarli e guarirli senza alcuna considerazione. Essi sostengono che questo violi la libertà di pensiero critico e che hanno già inviato un reclamo formale all' OEA, che è stato sostenuto immediatamente da Micheletti Il Vitalizio.

D'altra parte
il sisma di Haiti pregiudica gravemente la sicurezza degli Stati Uniti in quanto si nota la penuria di cocaina a Wall Street, non dimenticate che Haiti è lo scalo da cui la cocaina colombiana raggiunge la Florida in piccoli aerei. Il secondo compito del SSE sarà ripristinare immediatamente il traffico aereo attraverso l'apertura di 70 piste. Si stima che questo ripristinerà la fornitura di polvere bianca che, proprio ieri, ha causato il ribasso di 1 punto nell'indice Dow Jones. Larry Snif, broker degli assessori di capitali fungibili Rich & Poor Corporation, ha detto che "ieri ha vissuto scene di panico immobiliste, il parquet è crollato, alcuni assaggiavano e sniffavano carte di valori, altri ribassavano il loro tasso metabolico cerebrale a valori Bushiani, e alcuni ordinavano operazioni e contro-operazioni in favore di imprese statali della Corea del Nord. Un caos improduttivo e non come quello giornaliero che, almeno ci lascia dei profitti".

Donald Rumsfeld ha proposto di vaccinare gli haitiani "vivi" contro l'influenza A,
"ci sono vaccini e dopo i disastri il principale pericolo sono le epidemie e il comunismo", ha detto al New York Times. Trinidad Jimenez appoggia la proposta, "così diamo fuori i milioni di vaccini che stanno per scadere".

Fonte:
http://www.kaosenlared.net/noticia/us-army-invade-haiti-mision-humanitaria

20 gennaio 2010

BENVENUTI NEL MONDO DI ORWELL


di John Pilger

In 1984, George Orwell descriveva un super Stato, Oceania, il cui linguaggio bellico trasformava le bugie che, all’essere introdotte nella Storia, diventavano realtà. “
Chi controlla il passato” diceva lo slogan del Partito, “controlla il futuro: e chi controlla il presente controlla il passato”. Barack Obama è il leader dell’attuale Oceania.

In due discorsi che concludono un decennio, il premio Nobel per la Pace afferma che la pace non è più la pace, ma
una guerra permanente che “si estende oltre l’Afghanistan ed il Pakistan” verso “regioni caotiche, Stati falliti, nemici diffusi”. A che lo qualificavano come “sicurezza mondiale” e ci chiedeva di essere ringraziato. Si è rivolto al popolo afgano, invaso e occupato dagli USA, per affermare con cinismo: Non abbiamo nessun interesse ad occupare il vostro paese”.

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