9 dicembre 2009

IL NUOVO DIS-ORDINE GLOBALE


di Germàn Gorraiz Lopez


Il fenomeno della globalizzazione economica ha fatto si che tutti gli elementi razionali dell’economia siano interconnessi a causa della consolidazione degli oligopoli, la convergenza tecnologica e i taciti accordi corporativi,
così l'emergere della crisi economica nel villaggio globale ha portato alla comparsa di nuove sfide per governi ed istituzioni impantanati nello sconcerto e nell’incredulità, schizzi di un caos che finirà di disegnarsi all’orizzonte nel 2020 con l’apparizione del Nuovo Ordine Mondiale.

Gli Stati Uniti hanno iniziato il decennio sotto il segno dell' “Obamamania”,
fenomeno sociologico che farà in modo che una persona senza esperienza nè ideali politici conosciuti diventi in un’icona delle masse, soffiando venti di cambiamento per restituire l’illusione e la speranza ad una società americana affondata nella recessione, con laceranti irregolarità sociali ed una significativa erosione della sua immagine nel mondo dopo i sanguinanti episodi di vulnerabilità dei Diritti Umani in Iraq e a Guantanamo.

La sua principale sfida sarà
l'aggravarsi della crisi economica, con una severa contrazione del consumo interno (uno dei principali motori dell’economia USA che rappresenta più della metà del PIL del paese) ed una brutale ristrutturazione dell’industria automobilistica (con tassi di disoccupazione a livelli sconosciuti dalla Seconda Guerra Mondiale), dovendo sperare al 2011 per ottenere una crescita del PIL positivo e dare per finita la crisi economica, non possono essre escluse riedizioni delle rivolte razziali dell’estate del 1963; il ritorno a scenari superati della Guerra Fredda con la Russia (si potrà rivivere la Crisi dei Missili di Cuba, 1962) e la gestazione di una trama endogena che potrebbe finire con la riedizione dell' omicidio di Kennedy (Obama, 1963). Se succedesse, Joe Biden si vedrà obbligato ad assumere la Presidenza del paese e far cristallizzare le iniziative inconcluse del suo predecessore in un mandato presidenziale posteriore, in particolare la Legge sull’ Immigrazione, Assicurazione sulla salute per anziani e poveri, Case sotto costo e Piano di Rinnovamento urbano (condannando dal modo in cui l’ostracismo politico di un Partito Repubblicano è immerso in lotte intestine e colpito dalla nefasta amministrazione dei suoi antecessori) e l’obiettivo del suo programma “Guerra contro la povertà” sarà quella di costruire una grande nazione dove l’uguaglianza di opportunità ed un’alta qualità della vita siano patrimonio di tutti, anche se il suo mandato resterà probabilmente segnato dalla Guerra in Afghanistan.

Allora potremo assistere alla perdita progressiva della leadership mondiale da parte degli USA, all’unirsi dell’enorme consumo energetico con lo strangolamento della produzione mondiale di petrolio, la rottura del sistema paritario delle divise internazionali e la libera fluttuazione delle stesse con la logica devalutazione del dollaro, le conseguenti difficoltà per finanziare il suo esorbitante debito estero ed la
grave stagnazione economica sarà accompagnata da un approfondimento della frattura sociale, provocando frequenti casi di violenza razziale che unito alle successive calamità naturali e catastrofi ambientali, concorreranno all’annunciata perdita del ruolo egemonico degli Stati Uniti dopo la sconfitta militare della guerra Iraq-Afghanistan, ritornando a scenari già dimenticati della politica estera isolazionista e di protezionismo economico all'orizzonte nel 2018. Instaurazione del culto della personalità e del dogmatismo ufficiali propri dell’ epoca stalinista in Russia: Mettendo a tacere le voci e mass media dissidenti attraverso la paura scenica, l’asfissia economica, l'apertura di espedienti arbitrari per reati fiscali con procedimenti rapidi, Putin avrebbe ottenuto la sparizione dell’opposizione propria dei paesi democratici e l’instaurazione di un nuovo governo: dottrina politica che unisce le idee espansionistiche del nazionalismo russo, le benedizioni della potente della Chiesa Ortodossa, gli impagabili servizi del FSB (successore del KGB), l’esuberante liquidità monetaria raggiunta dalle aziende energetiche (GAZPROM) e alcuni degli ideali simboleggianti kruschoviani in un potere personale autocratico mettendo insieme nella sua persona il Capo dello Stato e la presidenza del partito (obiettivo che dopo diverse epurazioni riuscì a raggiungere nel 1958 concentrando nella sua persona la guida dello Stato e del partito) dopo la defestrazione da parte di Putin della primitiva classe dominante proveniente dell’epoca di Yelstin (oligarca), corrotta camerata mafiosa equivalente ad un ministato dentro dello Stato Russo (il 36 % delle grandi fortune sono concentrate nelle sue mani, l’equivalente al 25 % del PIL) e la sua sostituzione da parte di individui di provata fedeltà alla sua persona, senza capricci politici e il miraggio di facili guadagni solo unitamente alla riduzione del potere dei Governatori Regionali.

Ma, le riforme per alleggerire la Burocrazia ed i suoi fallimenti in materia economica (i cattivi risultati agricoli obbligheranno all’importazione in massa di cereali che causerebbe una sboccata inflazione che ruoterebbe intorno ai due digiti), potrebbero renderlo impopolare nel partito e nell’ Amministrazione e potrebbero debilitare l’allora potere assoluto di Putin e di permettere che si colasse una cospirazione anticipata da oligarchi defenestrati da Putin e costretti a esiliarsi all’estero per allontanarlo dal potere, essendo accusato degli stessi delitti con i quali aveva decapitato alla camerata oligarca: abuso di potere, corruzione e delitti fiscali, essendo sostituito da Mendeiev.


Nel caso di una fine politica, assisteremo alla ripartizione della Troika per evitare l’accumulazione di un potere autocratico ed il ritorno della Dottrina Brézhnev (chiamata anche dottrina della sovranità limitata), dottrina che ha stabilito il diritto della Russa ad intervenire (anche militarmente) in questioni interne dei paesi sotto la sua area d’influenza e che coniugando abilmente l’aiuto di minoranze etniche russe oppresse, il ricatto energetico, la minaccia nucleare come deterrente, l’intervento militare chirurgico, il destbilizzare governi vicini “non grati” e l’affogamento dell’opposizione politica interna, cercherà di mettere sotto la sua orbita la maggioranza dei paesi separati dall’estinta URSS e concepire la Nuova Grande Russia per il 2020, frutto dell’atavismo della Grande Russia di Pietro il Grande.


Sostituzione dell’ attuale Unione Europea con una costellazione di paesi satelliti nell’orbita dell’alleanza franco-tedesca (Eurozona)
che sarebbero diretti da leader di forte carisma e personalità che deriverebbero in pratica da poteri presidenziali con chiari colori autocratici. Questo periodo sarà segnato dalla Ratifica della Politica del Buona Vicinato con l’ UE, mediante la firma di accordi preferenziali con la Francia e la Germania per assicurarsi il rifornimento di gas e petrolio russo e aumentare gli scambi commerciali, a causa della dipendenza energetica europea (il 21% delle importazioni del petrolio e il 40% del gas provengono dalla Russia) e dal fatto che il 40 % del commercio estero della Russia si realizza nella UE, di fronte ad uno scarso 5% con gli USA, per cui non sarebbe da scartare una tardiva riaffermazione della sovranità francese che si plasmerebbe nel ritiro dell’esercito francese dall' Afghanistan prima delle Presidenziali del 2012 e nel successivo ritiro delle strutture militari della NATO.

Il resto dei paesi non integrati in suddetta orbita
(Paesi dell’ Europa Emergente) si vedranno costretti a svalutare la loro moneta, a soffrire migrazioni interne e a ritornare ad economie autarchiche, dovendo procedere alla riapertura di miniere di carbone abbandonate e obsolete centrali nucleari per evitare di dipendere energeticamente da una Russia che unendo il ricatto energetico fagociterà la maggior parte dei paesi separati dall’antica URSS e in Turchia potrebbe ripetersi il colpo di Stato del 1960 che metterebbe fine al mandato democratico dell’ AKP (partito di tendenza islamica conservatrice ma alla maniera dei partiti democristiani europei) a causa dell’alta inflazione, la disoccupazione dilagante e un debito esagerato e di fronte a questa situazione e senza l’ombrello protettivo dell’ UE (respingendo la loro adesione come membro a pieno del diritto comunitario), è prevedibile che l’esercito sia protagonista dell’ennesimo colpo di Stato che metterebbe fine al mandato del Primo Ministro Erdogan, successivamente emergerà un sistema politico fratturato che produrrà una serie di coalizioni di governi instabili nel parlamento turco.

Istituzione della “Pax obamaniana”
nel travagliato Medio Oriente: Sia Israele che l' ANP chiederanno ad Obama di guidare il processo di negoziazione che entrambe le parti hanno iniziato nel 2007 con l’obiettivo di stabilire le basi per la creazione del futuro Stato Palestinese (previo riconoscimento dello Stato d’ Israele da parte dei palestinesi) e che potrebbe concludersi con un Trattato della Pace tra il nuovo Governo della Coalizione israeliana ed il nuovo Presidente dell’ Autorità Palestinese (che sarebbe il rappresentante del nuovo Governo della Coalizione che nascerebbe dopo l’inevitabile avvicinamento di Hamas ad Al Fatah)

Questo accordo conterebbe sulle benedizioni politiche di Egitto, Russia, Siria e Iran e come collaboratori economici necessari nella ricostruzione di Gaza dell'UE, Stati Uniti, Giappone, Arabia Saudita e Emirati Arabi e sarebbe globale e vincolante per tutti i paesi dell’area geopolitica del Medio Oriente, riuscendo ad instaurare un nuovo “status quo” nella zona (Pax Obamaniana”)
dopo aver risolto la disputa nucleare con l'Iran e il ripristino delle relazioni diplomatiche tra i due paesi, operazione che avrà l'opposizione iniziale dell'influente lobby ebraica e la sua successiva accettazione di Israele ricevendo come contropartita le benedizioni degli USA per il completamento del muro in Cisgiordania (che includerebbe all’incirca il 10% del territorio della Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est) e l’aumento degli aiuti economici (stabiliti durante l’amministrazione Bush in circa 3.000 milioni di dollari, importo che rappresenta quasi il 2% del PIL di Israele).

La pace sarà instabile
e la sua durata dipenderà dagli accordi d’ Israele con la Siria per la restituzione dell' Altopiano del Golan e del futuro atteggiamento di Hisbolad e Hamas, dato che se le due formazioni persistono nei loro attacchi al territorio israeliano violando la sacrosanta “sicurezza” che la popolazione ebrea esige, potrebbe incrementarsi la tensione nella zona e rieditarsi la “Guerra dei Sei giorni” e nel caso di un confronto bellico ed una nuova vittoria militare israeliana, assisteremo all’annessione della Striscia di Gaza, del Sud del Libano e del Sinai, Israele resterà barricato in uno scudo protettivo completato con la realizzazione del Muro della Cisgiordania (che includerebbe circa il 10 % del territorio della Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est) ed il controllo dell' Altopiano del Golan, contando sugli USA e la loro forza nucleare dissuadente come unici alleati.

Il graduale ritiro dell’esercito in Iraq dovrà aspettare il 2011
per il completamento e l'avvio di un successivo e complesso processo di divisione delle aree d’influenza tra la Turchia, Siria, Arabia Saudita e Iran fino a condurre ad un Governo della Coalizione integrato da rappresentanti curdi, sunniti e sciiti che porterà finalmente alla nascita di un movimento pan-islamista radicale che userà l’arma del petrolio per strangolare le economie occidentali.

La decisione di Obama di aumentare sostanzialmente il numero di soldati in Afghanistan
prevede l'escalation delle azioni belliche a partire dal 2011, perchè secondo l’ultimo rapporto del Consiglio Internazionale della Sicurezza e dello Sviluppo (ICOS), l’insorgenza talebana avrebbe conseguito una presenza permanente nel 72 % del territorio dell’ Afghanistan (che rappresenta un aumento del 18 % rispetto a novembre del 2007) e si avvicinerebbe alla capitale Kabul, avendo stabilito una specie di governo “di facto” in alcune città e popoli afgani.

La CIA avrebbe documenti che confermerebbero l’inizio dell’aiuto militare russo (consiglieri militari, logistica e informazione dai satelliti-spia) alle milizie talebane dell’ Afghanistan nella loro lotta contro le forze della NATO lì presenti,
con l'obiettivo di prolungare il conflitto e alleata con la mancanza di liquidità monetaria degli alleati europei, riuscire ad ottenere il graduale ritiro dall’ Afghanistan entro il 2012 lasciando soli gli USA, che implicherebbe crescenti difficoltà per ottenere l’approvazione di bilancio nel Congresso, plasmate nella petizione dell’ Amministrazione Obama in 83.400 milioni di dollari addizionali per finanziare le operazioni militari in Iraq ed in Afghanistan nel 2009 (si calcola che il costo delle due guerre sarebbe di circa 8000 milioni di dollari al mese)

Allo stesso modo, il presidente dell’ Afghanistan, Hamid Karzai sarà accusato dagli USA di essere troppo mite nella lotta contro i talebani, esistonoo i documenti della CIA che potrebbero includerlo nel progetto della creazione di un Governo della Coalizione afgano tra i
Pashtun ed i Talebani e che esigerebbe il ritiro dell’esercito degli USA e la successiva caduta ed assassinio di Karzai, con il conseguente aumento dell' appoggio militare per evitare una pericolosa “vietnamizzazione” del conflitto, Obama potrebbe firmare nel 2011 il ritiro progressivo dell’esercito dall’ Afghanistan, decisione che non sarà condivisa dal suo vicepresidente Biden e sotto il cui mandato si potrebbe produrre l' intensificazione e incistamento di questo conflitto bellico.

Aumento della tensione tra India e Pakistan:
E’ prevedibile che l’aumento del conflitto militare in Afghanistan da parte degli USA abbia ripercussioni nella vicina Cachemira, motivo per il quale dopo crudeli attentati terroristici contro Bombay, la tensione tra l’ India e il Pakistan potrebbe aumentare e dare luogo ad un nuovo scontro armato a Cachemira (con il rischio aggiunto del possibile uso di missili con carica nucleare).

Solitudine del regime di Pechino nei Fori Internazionali
, a causa del raffreddamento delle relazioni con la Russia per l’appoggio di Pechino al fossilizzato regime di Kim-Jong–II e di controversie con gli Stati Uniti connessi con l'applicazione di misure protezionistiche e l'aumento della tensione con Taiwan, unito con la perdita di peso economico della Cina nel contesto internazionale, e con il restringimento dei consumi a livello mondiale e l'introduzione da parte delle grandi potenze occidentali sistemi economici protezionistici.

Allo stesso modo, la Desertificazione di ampie zone industriali causerà esodi in massa della popolazione urbana alle zone rurali, obbligando gran parte della popolazione a vivere al di sotto della soglia della povertà e
sono prevedibili anche episodi di epidemie e carestie, un notevole aumento della mancanza di stabilità sociale e una severa retrocessione delle classi medie e delle incipienti libertà democratiche.

Recupero degli USA di un “doppia via” kennedyana nel loro rapporto con i paesi
dell'America Latina: gli USA si vedranno obbligati a prestare particolare attenzione al tradizionale “cortile” per cercare di frenare l’espansione dell’influenza russa in America Latina dopo la firma di Mendeiev del Patto per l’ Amicizia e la Cooperazione con Cuba (e per estensione con i Governi populista-progressisti in America Latina), approfittando della miopia politica di una Amministrazione Bush ossessionata dall’ Asse del Male.

Con l'impossibilità di raggiungere un rapido accordo su questioni come il boicottaggio commerciale nei confronti di Cuba,
potremmo assistere alla firma di un Trattato di collaborazione militare di Cuba e del Venezuela con la Russia che includerebbe l’installazione di basi militari in territorio cubano (non essendo da scartare la presenza di aerei strategici con armi nucleari, i temibili TU-160 conosciuti in Occidenti come BlackJak), completato mediante l'installazione di una megabase navale e della logistica in Venezuela.

Allo stesso modo, gli Stati Uniti procederebbero alla creazione di una Alleanza Panamericana (con leader il Messico, Brasile, Cile e Argentina) che unirebbe l’aiuto economico e la firma di accordi preferenziali con questi paesi amici con il boicottaggio commerciale e l’isolamento nei Fori Internazionali dei regimi progressisti- populisti (Cuba, Venezuela, Nicaragua, Ecuador, Bolivia) per riuscire a destabilizzare i loro regimi.


Dall’altra parte, l’acutizzazione della crisi economica darà luogo a frequenti esplosioni di conflitti sociali e dell’espansione di ideologie di sinistra in tutta l' America Latina, essendo prevedibile una chiara regressione delle libertà democratiche ed un possibile ritorno a scenari già superati delle dittature militari e guerriglie rivoluzionarie (Peru, Bolivia, Nicaragua e Messico) e in Panama, non è da scartare una riaffermazione del sentimento di sovranità panamense sul canale e quindi potremmo assistere alla riedizione della Crisi di Panama del 1964 con l’invio dell' esercito statunitense che assicurerebbero il controllo del canale, recuperando la sovranità dello stesso trapassata a Panama nel 1979.


In Africa, si assisterà all’ Apparizione
di un movimento pan-islamista che comprenderà tutti i paesi arabi della facciata mediterranea e che userà l’arma del petrolio e del gas naturale per strangolare le economie occidentali e finanziare le molestie terroriste all’infedele, ottenendo l’annessione di obsolete piazze coloniali (Ceuta e Melilla) e la concatenazione di calamità e carestie nell’ Africa Sud-sahariana, dato che l’inevitabile contrazione della domanda di materie prime a causa della severa crisi economica globale porterà allo strozzamento delle sue esportazioni e il disprezzo generalizzato della sua moneta, che insieme con l'avanzare inesorabile di deserti e insolite calamità naturali causerà esodo massiccio della popolazione, in alternanza con ripetute carestie e virulente epidemie che investiranno gran parte dell'Africa nera.

Nel frattempo, approfittando dei conflitti endemici tribali e degli abituali colpi di Stato,
gli USA,UE, Russia e Cina, continueranno con la politica di annichilimento delle risorse naturali del subcontinente sahariano (specialmente uranio, platino, cobalto, magnesio, oro, diamanti oltre al coltan, specie di pietra filosofale per lo sviluppo delle tecnologie del futuro come la telefonia mobile, pc, videogiochi, armi intelligenti, impianti medici, industria aerospaziale, e lievitazione magnetica) non può essere escluso un restringimento delle relazioni russo- egizie che farebbero diventare l’ Egitto la portaaerei continentale della Russia che insieme all’estensione della sua area di influenza sul resto dei paesi arabi che circondano Israele (Siria, Libano, Palestina e Giordania) potrebbe finire per creare un nuovo movimento panislamico e rieditare nella prossima decennio, la Guerra dei Sette Giorni.

Fonte:
http://www.rebelion.org/noticia.php?id=96391

Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da
VANESA

7 dicembre 2009

MINORENNI ROMENE CONTROLLATE CON MICROCHIP

di Sergio Bagnoli

Hanno un’età compresa tra i quattordici ed i vent’anni e provengono tutte dalle regioni più arretrate della Romania o dalle periferie delle grandi città del paese danubiano: sono le nuove schiave del sesso, adolescenti costrette a crescere troppo in fretta e neanche considerate come esseri umani nè dai loro sfruttatori, affiliati alla mafia albanese che detiene nel Nord Italia il monopolio dello sfruttamento di prostitute, nè dagli italianissimi loro clienti.


Allettate da un lavoro sicuro e dignitoso nel nostro paese, le maggiorenni, o brutalmente rapite alle attenzioni dei loro genitori, le minorenni, dalla Romania, grazie alla complicità della delinquenza di piccolo cabotaggio del paese danubiano, vengono trasportate su furgoni sino alle Porte di Ferro, la forra sul Danubio che separa il paese neo- comunitario dalla Serbia. Qui la temibile mafia slava le trasporta sino alla città di Pozarec, il luogo natio del tristemente noto dittatore Milosevic, dove vengono orribilmente stuprate ripetutamente al fine di annientarne ogni istinto ribelle. Successivamente, in Kossovo, i serbi le vendono alla mafia albanese che nella miserabile città di Elbasan le rinchiude per settimane intere in poveri appartamenti dove viene compiuta sui loro acerbi corpi
l’operazione più orribile: sotto pelle viene loro inserito un microchip di modo che i trafficanti ne possano controllare costantemente il posizionamento. Un po’ come si fa per i cani o gli animali selvatici insomma.

La fattiva collaborazione tra la Polizia romena ed i Carabinieri della bergamasca fortunatamente ha consentito di smascherare in parte il criminale traffico e di arrestare un prosseneta albanese mentre un suo connazionale complice è ancora uccel di bosco. Tanti però sono ancora in Italia i trafficanti albanesi, quasi tutti con regolare permesso di soggiorno, non ancora individuati dalle nostre forze dell’ordine, che continuano a trafficare in minorenni romene. Il guaio è che
queste ragazze, una volta rimpatriate, frequentemente si ammalano di tumore, provate voi a vivere con un microchip che emette continuamente segnali elettronici sottopelle, ed in pochi anni muoiono.

Due giorni prima l’orribile scoperta fatta dai Carabinieri di Bergamo, nelle Marche, a Corridonia per la precisione, un’adolescente cinese di soli undici anni che frequentava con profitto la scuola primaria del paese è morta dopo aver inalato per ore ed ore i vapori mefitici prodotti dalle colle industriali usate dai loro genitori che probabilmente lavoravano in nero ed a cottimo per qualche rispettabile “ griffe” della regione, il massimo distretto calzaturiero d’Italia. Anni Ye, questo il nome della sfortunata ragazzina, non era una schiava del lavoro ma insieme agli schiavi, che poi erano i suoi genitori, viveva in una stamberga- tugurio che serviva anche da opificio industriale. Qui i cinesi lavoravano, usando prodotti velenosi ed in spregio ad ogni norma sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, prodotti tessili grezzi e suole da scarpe. La stamberga- tugurio di Anni Ye si trovava al piano terra di un pericolante casale di campagna la cui fatiscenza stride enormemente con il bucolico paesaggio circostante, reso universalmente noto dai pittori gotici Carlo Crivelli e Gentile da Fabriano.


“I bambini cinesi sono tra gli stranieri i più bravi a scuola, imparano con profitto anche la nostra lingua ma troppo spesso si addormentano sui banchi perché costretti dai loro genitori a lavorare anche di notte in laboratori ricavati all’interno delle loro abitazioni” confida una maestra di Prato, la città toscana, patria europea del tessile, nella quale la mafia cinese è ben radicata. A Prato sono quattromila le aziende tessili cinesi che danno lavoro a diciottomila conanzionali. Nuovi laboratori nascono e muoiono in un breve lasso di tempo, mai superiore ai diciotto mesi, in modo da sfuggire ai controlli del fisco e degli ispettorati del lavoro italiani, troppo burocraticamente lenti per scoprirli. Ecco perché, muovendosi le istituzioni italiche con la loro proverbiale lentezza che fa a pugni con la rapidità con cui si trasforma la criminalità, in Italia il minore straniero rimane la maggior vittima del fenomeno immigratorio.


Fonte: http://www.reportonline.it/

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5 dicembre 2009

BANCHE DA SALVARE: CHI C'E' IN LISTA?


Le grandi autorità del capitalismo selvaggio fanno una lista delle grandi banche che si dovranno salvare dal capitalismo selvaggio.

Quante volte lasciano i lavoratori nella schiavitù dell'
insicurezza e miseria in nome della superiorità dell’ “economia libera”? A quanti paesi del Terzo Mondo “le autorità finanziarie globali” hanno “rinchiuso” nella rovina totale del debito estero, senza permettere l’intervento statale in quanto provoca una distorsione del libero mercato internazionale? Tuttavia, neanche loro credono alla storiella della libera economia del mercato quando sono costretti a soffrire un po '. Sappiamo che è questione di “dimensioni”. Sarà quindi, questione – come ai vecchi tempi- che sommiamo le nostre infinite minute altezze perché non ci lascino cadere “liberamente”. venite a controllare gli eletti che vogliono fuggire dal rogo del loro stesso “libero” sistema.

Nel bel mezzo di dibattito sul fatto che devono esistere
o non esistere banche troppo grandi per fallire, le autorità finanziarie globali hanno già pronta la lista delle entità il cui fallimento farebbe spaccare il sistema finanziario mondiale. Tra le 30 incluse nel dossier figurano due spagnole, Santander e BBVA.

Secondo quanto informa il giornale britannico il
Financial Times, tale elenco è stato elaborato sotto l'egida del Consiglio per la Stabilità Finanziaria (FSB, le sue sigle in inglese) con l’obiettivo di prevenire il rischio sistemico ed evitare gli stessi errori che hanno causato la crisi attuale.

A quali banche non si permetterà il fallimento?


Stati Uniti
Le entità statunitensi sono la Goldman Sachs, JP Morgan Chase, Morgan Stanley, Bank of America- Merrill Lynch, Royal Bank of Canada.

Regno Unito
Le banche britanniche menzionate nella lista sono la HSBC, Barclays, Royal Bank of Scotland (RBS) e Standard Chartered.

Europa
UBS, Credit Suisse, Societe General, BNP Paribas, Santnder, BBVA, Unicredit, Banca Intesa, Deutsche Bank, e ING

Giappone
Le entità nipponiche segnalate dalle autorità sono Mizuho, Sumitomo, Mitsui, Nomura e Mitsubischi UFJ

Assicurazioni:
Per ultimo la lista include anche una serie di compagnie assicuratrici, tutte europee. Sono la AXA, Aegon, Allianz, Aviva AV.I, Zurich e Swiss Re.

Epilogo: Come comproverete, tutti questi paesi sono quelli che dirigono imperialmente
l' FMI e la Banca Mondiale, che sì hanno lasciato cadere nel pozzo senza fine del debito estero numerosi paesi con la miseria e fame nonostante avessero le risorse, come nel caso dell’ Argentina, per alimentare ripetutamente la propria popolazione. (Vedere, Diario del Saccheggio di Pino Solanas). Allora questi orrori non sono stati ritenuti “errori” del sistema per i quali bisognerebbe intervenire a livello statale perché non si ripetano.

Fonte:
http://www.insurgente.org/modules.php?name=News&file=article&sid=18498

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di
VANESA

4 dicembre 2009

IL GOVERNO MESSICANO SI ARRENDE DI FRONTE ALLA MONSANTO

di Erika Ramirez

I governi panisti non solo autorizzano l’agroindustria transnazionale e la semina del mais transgenico, ma gli danno quasi 200 milioni di pesos in stimoli fiscali. La Monsanto, Hibrido Pioneer, Dupont e Dow Agrosciences ottengono
21 licenze e più di cinquanta progetti di investimento in tecnologia secondo le rivelazioni dei documenti ufficiali. Non importava alle autorità federali che il Messico sia un paese d’origine di un seme che è patrimonio dell’umanità nè che si mettano a rischio imminente 31 dei 59 tipi di mais messicano.

Fabbricante dell’
Agente Orange- erbicida usato durante la guerra in Vietnam per distruggere raccolti e vegetazione- la Monsanto ottiene la maggior parte dei permessi di applicazione per le industrie agricole presso il Ministero dell'Agricoltura, Allevamento, Sviluppo Rurale, della Pesca e dell’ Alimentazione (Sagarpa), per la semina sperimentale di mais transgenico nei campi messicani.

Inoltre, l’azienda originaria di Saint Louis, Stati Uniti,
ha beneficiato- insieme a Hibridos Pioneer, Dupont e Dow Agrosciences- di quasi 200 milioni di pesos in “stimoli fiscali” durante l’amministrazione di Vicente Fox Quesada e Felipe Calderòn Hinojosa, come dicono i documenti ufficiali.

Lo scorso 29 ottobre, le aziende Monsanto, Dow Agrosciences e PHI Messico vennero informate che i loro brevetti potevano essere seminati in “via esperimentale” nelle terre di Sonora, Chihuahua, Tamaulipas e Sinaloa, in base a quanto mostra lo Stato di applicazioni di mais 2009, emesso dalla Direzione della Biosicurezza per gli Organismi Geneticamente Modificati (OGM), dipendente dalla Sagarpa.


In questi stati, indica l’organizzazione ambientalista Greenpeace Messico, si trovano 31 dei 59 tipi di mais esistenti in Messico, e questo
espone a rischio contaminazione il 52% dei semi originari del paese.

Le risoluzioni si sono avute appena sette giorni dopo che Dow Agrosciences e la PHI Messico hanno manifestato formalmente il loro interesse nella semina dell’organismo geneticamente modificato DAS-01507-1. La semina del brevetto nella Valle del Yaqui, Sonora, luogo dove si trovano circa nove delle varietà del mais nativo del Messico, è stata approvata.


In una lista comparativa di richieste
della Sagarpa, con la mappa dei territori dei popoli indigeni e i tipi e varietà del mais che esistono lì (contenuti nell’edizione Maíz transgénico en México, riesgos y costumbres del giornale Ciencias, dell’ Università Nazionale Autonoma del Messico), si può osservare che nella Valle del Yaqui, Sonora, dove si trova la popolazione indigena che porta lo stesso nome, esiste il Mais Blando di Sonora, Chapalote, Dulce Norteño, Dulce, Dulcillo Noreste, Elotes Occidentales, Harinoso, Onaveño, San Juan e Tuxpeño.

Eduardo Perez Pico, rappresentante della Monsanto Messico, in interviste a
Contralínea dice che ognuno dei permessi avvallati dall’organismo a cui fanno capo Francisco Mayorga Castañeda e la Segretaria del Medio Ambiente e Risorse Naturali (Semarnat) a carico di Juan Rafael Elvira Quezada, costerà all’agroindustria circa di un milione di pesos per progetto.

L’ingegnere agronomo, laureato all’ Istituto Tecnologico di Monterrey, annuncia che “se la ricerca progredisce presto”,
la fase commerciale potrebbe cominciare tra tre anni, con un investimento iniziale di 400 milioni di dollari, dei quali la Monsanto pretende guadagnare circa 250 milioni di dollari.

Affare tondo


Oltre al mercato di affari che significa il Messico per l’agroalimentare, il governo federale ha finanziato tre colossi del settore. Dal primo anno dell’amministrazione foxista, le transnazionali hanno ricevuto stimoli fiscali dal Consiglio Nazionale di Scienza e Tecnologia (Conacyt), presieduto da Juan Carlos Romero Hicks, fino a 193.859.598 pesos.


Annualmente l' azienda di Saint Louis guadagnava maggiore risorse, che hanno potuto entrar a far parte della cassa dell’azienda pubblica attraverso le tasse, dato che il primo produttore di semi a livello mondiale era stimolato con risorse milionari. D’accordo con il documento pubblicato sul Giornale Ufficiale della Federazione, con data del 3 marzo 2008, SAM750414HN4-2007-2 è stato uno dei progetti che più benefici ha avuto, con 5 milioni 374 mila 532 pesos.


Informazioni pubblicate nella Gazzetta Ufficiale suggerisce che gli "stimoli", concessi con il pretesto di investimenti in innovazione tecnologica, sono iniziati nel 2001 con tre progetti Pioneer Hybrid Company del Messico, che hanno rappresentato l'erario 10.927.500 pesos
.


I fondi e le partecipazioni aumentarono annualmente e, dai più di 10 milioni registrati il primo anno, si è arrivati ai 12.131.642 pesos nel 2002 per la PHI Mexico- azienda della Dupont, oltre ad essere rappresentante e
controllata di Pioneer Hi.bred INT-; 11.545.891 pesos nel 2003 e altri 13.994.763 pesos nel 2004.

E' nel 2005 quando alla Dow Agrosciences e la Monsanto, vengono autorizzate dal governo federale, arrivano gli "stimoli fiscali" di 20.447.766 pesos, attraverso 15 progetti di ricerca. Nel penultimo anno della gestione di Vicente Fox, il progetto che ha rappresentato più investimento all' azienda pubblica è stato "Lo Sviluppo delle linee pure e la produzione di ibridi sperimentali del Mais (in serra)" che è costata all'azienda 7.782.861 pesos.

Durante l'anno di transizione dall'amministrazione Fox a quella di Calderon, le transnazionali hanno ottenuto un aumento globale superiore agli 11 milioni di pesos. Dagli oltre 20 milioni nel 2005, gli stimoli sono saliti a 31.666.153 pesos. E, anche se le cifre indicano che PHI fu quella che ottenne maggiori benefici, con 21.442.051 pesos, la Monsanto ha anche aumentato i suoi "appoggi" passando dai 5.780.906 pesos a 7.978.795 in un anno fiscale.

Attualmente l'azienda di Saint Louis guadagnava maggiori risorse, che sono entrate nelle casse dell'azienda pubblicata attraverso le tasse, dato che la prima produttrice di semi a livello mondiale era stimolata con risorse milionarie. In base al documento pubblicato nella
Gazzetta Ufficiale, il 3 marzo 2008, SAM750414HN4-2007-2 fu il progetto che ha ricevuto più benefici, con 5.374.154 pesos. Ma nonostante questo, nessuna delle chiavi della Monsanto, che appaiono registrate nelle liste ufficiali, specifica quale fu l'uso di tale risorse.

Il salto quantitativo c’è stato durante il 2008-2009 quando le esenzioni per le aziende degli agroalimentari si sono concentrate sulla Monsanto e Dow Agrosciences. Entrambe si sono accaparrate 30.896.157 pesos. A partire dal secondo anno dell’amministrazione di Felipe Calderon al primo semestre dell’anno in corso hanno raggiunto la somma di 26.263.532 pesos.


Adelita San Vincente Tello, ingegnere agronoma dell’ Università Autonoma Metropolitana e rappresentante dell’associazione civile
Semillas de Vida, critica la consegna di "stimoli fiscali" all’agroindustria, dato che “la tecnologia della Monsanto è stata messa in discussione nei mercati europei, dove è stata vietata la loro entrata”. Inoltre è assurdo che parlino di investimento quando è il governo che sta finanziando la ricerca attraverso il Coacyt, mentre il campo è stato abbandonato. Quello che cercano è di appropriarsi delle risorse genetiche dei nostri semi”.

Ma, per il rappresentante della Monsanto, Eduardo Perez Pico, gli appoggi servono per “investire nello sviluppo della tecnologia che potrà avere il paese per poter avere un reddito”. Dice che tutto quello investito fin'ora dalla Monsanto in ricerca è dedicato al mais convenzionale, sorgo, cotone, soia e altri tipi di coltivazioni dove sviluppano migliorie genetiche”.


I permessi ed il giudizio


D’accordo con i 21 permessi autorizzati dalla Sagarpa e la Semarnat- fino al 29 ottobre scorso-
nove corrispondono agli interessi della Monsanto, il resto rappresenta un' associazione tra le aziende Dow Agroscience e PHI Messico. Ma, i brevetti MON, proprietà intellettuale della Monsanto, appaiono in 17 delle petizioni, sotto la richiesta dei loro presunti concorrenti nel settore delle agro-alimentare.

Questo tipo di pratiche, dove la Monsanto promuove i suoi brevetti attraverso altre compagnie, ha fatto si che l’azienda fosse portata davanti ai tribunali statunitensi. In base all’informazione del giornalista Christopher Leonard, dell’agenzia internazionale di notizie
The Associated Press (AP), il Dipartimento di Giustica a Saint Louis, Missouri, indaga sul se “la Monsanto ha violato le norme di difesa della competizione nel suo intento di ampliare il suo dominio sul mercato delle coltivazioni geneticamente modificate”.

“Le domande sono su come la compagnia di semi più grande del mondo vende e dà licenze dei suoi geni brevettati. La Monsanto ha accordi di licenza con aziende di semi che permettono a queste di inserire i geni della Monsanto nel 96% delle coltivazioni di soia degli Stati Uniti, e l’80% delle coltivazioni di mais. I rivali della Monsanto sostengono che l’azienda usa gli accordi di licenza per spremere i suoi competitori e controllare le aziende più piccole di semi, accusa che la Monsanto nega”, informa il giornalista specialista in agroalimentari.

Tra le aziende che hanno iniziato processi contro la Monsanto c’è la Syngenta e la Dupont, che “hanno sostenuto che violano le leggi della competitività degli Stati Uniti. Syngenta ha presentato la sua domanda nel 2004 ed ha risolto il caso l’anno scorso. La Dupont ha presentato una richiesta la scorsa estate, il caso è ancora al Tribunale Federale a San Luis”, dice AP.


Perez Pico, direttore di sviluppo delle tecnologie e affari regolatori per la Monsanto in America Latina del Nord, dice di non conoscere il processo che ha l’azienda negli USA; però ha fiducia che le autorità “sapranno portare avanti il caso”.


Contaminazione transgenica


In aggiunta alla permanenza del brevetto,
consente le autorizzazioni alle imprese straniere di Monsanto, i rappresentanti delle organizzazioni civili che si oppongono alla semina sperimentale dei transgenici segnalano che le autorizzazioni sono concesse nelle zone dove prevalgono i semi oriundi del mais; come conseguenza, avvertono, esiste il rischio di perdere le specie al nord del paese a causa della contaminazione transgenica o “flusso genico” come lo chiama l’agroindustria.

Le autorizzazioni di Sagarpa e della Semarnat, pubblicate dalla Direzione della Biosicurezza per l’ OGM, indicano che le autorizzazioni sono state date per Valle Del Yaqui, Huatabampo, San Ignacio Rio Muerto, Cajeme e Bacu, Sonora, Cuahutemoc e Delicias, Jimenez, Chihuahua; Rio Bravo y Diaz Ordaz, Tamaulipas; Los Mochis, Angostura, Novolato, Ahome e Guasave, Sinaloa.


In queste zone si trova il Mais Blando di Sonora, Chapalote, Dulce Norteño, Dulce, Dulcillo Noreste, Elotes Occidentales, Harinoso, Onaveño, San Juan e Tuxpeño, tra le altre specie.


Aleira Lara, coordinatrice della Campagna Agricoltura Sostentabile e Transgenici di Greenpeace Messico, indica che
è impossibile la coesistenza di coltivazioni di transgenici con quelli convenzionali e organici. “Questo si acutizza maggiormente se parliamo della versione per l'ambiente nel centro di origine e di diversità genetica del mais, il Messico, abbiamo le piante madri, 59 tipi, circa di 200 varietà adatte alle nostre terre. Questa ricchezza genetica è quello che si sta mettendo a rischio con l’introduzione del mais transgenico”.

Fino a questo momento, l’organizzazione ambientalista ha documentato casi di contaminazione di transgenici a Oaxaca, Sinaloa, Tamaulipas, Puebla, Veracruz, Yucatan, Guanajauto, Distretto Federale e Chihuahua, e quindi
è veramente una bugia che il governo messicano dica che si preserverà la nostra ricchezza genetica quando già esistono casi di contaminazione”

L’ambientalista dice che da quando il governo messicano importa dagli Stati Uniti, è iniziata una forte contaminazione, dato che gli Stati Uniti non separano le coltivazioni convenzionali
da quelle geneticamente modificate, e “il mais che stiamo seminando viene mischiato con queste varietà geneticamente modificate”.

Aleira Lara critica che in Messico non esiste
un sistema di tracciabilità che indichi se il mais che si sta importando per l’alimentazione dell’allevamento è destinato specificamente a quello; perché in caso contrario ci possono essere “fughe di transgenici”.

“La coltivazione del mais è molto promiscuo perché ha una impollinazione aperta ed i nostri contadini hanno l’abitudine comune di scambiare i loro semi migliori per migliorarle. Questa è la miglioria tradizionale tra le varietà di una stessa specie. Grazie a questo, ci sono varietà resistenti a qualsiasi variazione agronomica”, spiega.


Erbicida assassino


Per Eduardo Perez Pico, direttore di sviluppo di tecnologie e affari regolatori della Monsanto in America Latina del Nord, l’opposizione delle organizzazioni sociali, contadine e ambientaliste non ha motivo d’essere, dato che bisogna aprire la strada alla tecnologia.


La Monsanto, dice, di operare nel paese da 50 anni in diversi affari, e dal 2000 si è trasformata in un’azienda dedicata al 100% all' agricoltura. “Il mais è una delle coltivazioni più importanti per il Messico e oggi giorno abbiamo una partecipazione importante nei semi migliorati di ibridi che gli agricoltori usano in molte zone del paese”, dice.


Tuttavia, la società ora dice che vuole aiutare i contadini messicani
che hanno avuto un passato oscuro con la fabbricazione dell’erbicida chiamato Agente Orange. Documenti declassificati del governo statunitense, in possesso di Contralinea, mostrano le querele portate avanti dai veterani della guerra del Vietnam contro la Monsanto e altre aziende di questo genere.

Sotto l’espediente 05-1953-CV, l’ Associazione dei Veterani di Guerra hanno denunciato Down Chemical, Uniroyal, Hercules, Diamond Shamrock, Thompson Chemical, TH e Monsanto per la produzione del conosciuto
Agente Orange, chimico che ha causato circa di 400 mila morti e altre 500 mila nascite di bambini con deformazioni.

I querelandi sono l’ ex Viet Cong, soldati del Vietnam del Nord e i cittadini vietnamiti. “Loro cercano di recuperare le lesioni che teoricamente hanno sofferto come risultato delle operazioni durante la guerra del Vietnam, nella quale gli Stati Uniti hanno usato l’Agente Orange e
diserbanti simili per la defogliazione e la distruzione delle coltivazioni”, dice il documento.

Opportunità d’affari


Sostenendo che vogliono aiutare gli agricoltori messicani
, l’agroindustria inizia con la semina sperimentale di transgenici. Però, Victor Suarez Carrera, direttore dell’ Asociación Nacional de Empresas Comercializadoras del Campo, indica che l’entrata delle transnazionali nei campi messicani rappresenta un affare da 300 a 400 milioni di dollari per seme di mais transgenico.

Si tratta di stime del dipendente della multinazionale
, Perez Pico, che indica che sperano di ottenere un mercato con 280 milioni di dollari e circa di 2 milioni di contadini produttori di mais, situati al nord del paese.

Questa decisione, dice Suarez Carrera, “rappresenta la forma in cui l’attuale amministrazione opera.
Non come servitori pubblici nè segretari di Stato, ma come agenti di vendita della Monsanto. E’ preoccupante vedere come in Messico si stanno prendendo queste decisioni di grave impatto sociale, economico e ambientale, e che può rappresentare un danno irreversibile”.

Gli uomini di mais


Alfredo Lopez Austin, storico specializzato in antica religione
religione mesoamericana e ricercatore dell’ Istituto di Ricerche Antropologiche dell’ Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), dice che il mais per i messicani non solo è il sostento economico, ma parte della loro visione del mondo, è la vita stessa.

“Il mais è l’alimento principale dei messicani, ma a partire da questo acquista un senso in tutti gli aspetti della vita. Per esempio, nella visione del mondo è una delle figure più importanti per rappresentare l’albero cosmico, l’asse del mondo e in relazione all’uomo è il paradigma per la vita dell’essere umano: è il seme”, dice l’ex relatore a Parigi nell’
Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociale.

Il ricercatore universitario spiega che come paese d’origine e diversificazione genetica di almeno il 15,4% delle specie che compongono il sistema alimentare mondiale, il Messico ha la responsabilità di preservare le specie, motivo per il quale
l’autorizzazione di semina sperimentale di mais transgenico potrebbe rappresentare delle gravi perdite”.

“Questo colpirà la
visione del mondo e i nostri interessi economici, perché il contadino si vedrà fortemente colpito. La cultura non si crea dal nulla, non è un prodotto dell’intenzione dell’uomo, riposa nella vita quotidiana, è l’arma che ha l’essere umano per vivere, difendersi come individuo inserito nella collettività di diverse dimensioni; il mais è parte di questo”.

L’accademico dell’ UNAM indica che nella cultura maya, come in altre culture indigene, si crede che l’uomo nasce dalla pasta del mais; gli
huastecos ripetono lo stesso. Tutta la geometria del cosmo non è solo una curiosità, ma uno schema con il quale l’uomo sta costruendo gli elementi particolari della sua propria interpretazione del mondo nel quale vive e di se stesso “tutto questo è impregnato dal mais”. (ER)

Fonte:
http://contralinea.info/archivo-revista/index.php/2009/11/08/gobierno-mexicano-se-rinde-ante-monsanto/

Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da
VANESA

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3 dicembre 2009

VENEZUELA: INCARCERATI I BANCHIERI, INDENNIZZATE LE LORO VITTIME



Due istituti di credito privati sono stati chiusi: il Banco Canarias e Banpro. Qualche settimana addietro, le autorità avevano preventivamente messo sotto controllo le attività di queste due piccole-medie, poi è arrivata la chiusura definitiva e l'apertura di un procedimento penale contro i dirigenti accusati di attività speculative.

Il
Wall Street Journal si occupa del caso, riservandogli uno spazio inversamente proporzionale all'importanza che rivestono all'interno del sistema bancario misto de Venezuela. In particolar modo, mette in risalto che si tratterebbe di banchieri affini al governo di Caracas, che avrebbero goduto di favori e speculato senza freni, con protezioni di alto livello.

In realtà, il banchiere Fernández Barrueco è stato incarcerato, congiuntamente ad altri responsabili di attività finaziarie criminose, cui sono stati congelati tutti i beni patrimoniali e di capitale. Il governo non correrà al salvataggio dei mariuoli in doppiopetto, non "inietterà" nessuna liquidità, ed ha annunciato la soppressione delle due banche.

Tutti i numerosi piccoli risparmiatori accalappiati, saranno immediatamente risarciti nella misura prevista dalla legge, e succesivamente avranno la priorità quando saranno liquidati i beni patrimoniali.

Chávez ha esortato i banchieri privati a rispettare la legge. "Siete sotto osservazione perchè la banca privata è degenerata... invece di compiere la sua funzione, si è specializzata nella speculazione finanziaria". Ha ribadito che il suo governo non finanzia, nè "salva" i banchieri, ma le loro vittime.

Il presidente venezuelano ha preannunciato che sono in corso grandi manovre sul fronte della destabilizzazione finanziaria, ed ha messo in guardia che a cadere non sarà il suo governo, ma la parte più corrotta, speculatrice e antinazionale della banca privata. Si va verso un sistema bancario misto e verrà rafforzata la sua componente pubblica.

Fonte:
http://selvasorg.blogspot.com/

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LULA MENTE: IL DISBOSCAMENTO DELL'AMAZZONIA NON SI FERMA

Le immagini del satellite confermano che Lula mente, il disboscamento dell’ Amazzonia non si ferma e l’ UE è diretta responsabile

L’importanza di questa ricerca sta nel fatto che è la prima che realizza una stima diretta della percentuale di selva disboscata irregolarmente. Fino ad ora, le stime date, che oscillavano tra il 10 %, secondo le autorità parensi, al 70-80 % secondo Greenpeace. L' UE, che importa la metà del legno, è carente di
una legislazione per prevenire illeciti.

L’ 89% del legno che si taglia in Parà, lo Stato brasiliano dal quale si estrae il 45 % del totale del legno dell’ Amazzonia, è sprovvista di autorizzazione legale per il suo sfruttamento. Così è la sorprendente conclusione di un recente documento presentato dall’
Istituto do Homen e Mejo Ambiente da Amazonia (Imazon), un' ONG brasiliana che lotta per il controllo della deforestazione nella selva amazzonica.

Imazon
utilizza immagini satellitari per creare mappe sullo stato della foresta e trae le conclusioni dai danni dello strato superiore, che si può vedere dalle immagini aeree.

In Amazzonia, il disboscamento è il primo passo per la deforestazione. In molti casi, quest' aerea è stata sottratta alla selva finendo per essere utilizzata come via per la colonizzazione e la trasformazione del suolo in erba da pascolo per il bestiame o per la coltivazione della soia.


Teoricamente, il disboscamento a Parà segue un regolamento approvato dal
SEMA (Secretaría de Estado de Medio Ambiente paraense) che garantisce che il legno sia estratto ad un ritmo moderato, scegliendo esemplari maturi e minimizzando il danno a quelle piante delle quali non se ne farà uso commerciale.

Ma i conti non tornano: l’ 89 % (quasi 375.000 ettari) dell' area sfruttata non corrisponde ai luoghi in cui l’attività del legno è stata approvata dallo Stato. Ed inoltre, anche in quell’ altro 11 % dell’area dove lo sfruttamento è stato autorizzato
si sono verificate delle irregolarità, come la concessione di licenze in proprietà dove si stava già disboscando precedentemente o in zone completamente deforestate.

Sembra essere servito a poco lo speranzoso accordo per il controllo della selva al quale sono giunti a luglio del 2008, lo Stato di Parà, il
Ministero dell'Ambiente brasiliano e i rappresentanti dell’industria del legno di questo paese. Per Imazon, questo studio evidenzia che i sistemi di controllo non stanno funzionando. “Abbiamo seguito questo argomento solo per le denuncie che ci sono giunte; inoltre, sappiamo che stanno registrando i dati in modo erroneo, molte volte di proposito”, ha affermato Andrè Monteiro, uno degli autori del documento, al giornale Folha di San Paolo.

Si calcola che i paesi europei esportano la metà del legno amazzonico, quindi
l’ UE ha una responsabilità particolare in questa situazione. La Spagna è, dietro alla Francia ed insieme all’ Italia, tra i tre maggiori importatori di legno amazzonico dei paesi dell’ UE, secondo i dati forniti dalla ONG.

Fonte:
http://www.insurgente.org/modules.php?name=News&file=article&sid=18499

Tradotto e segnalato per Voci dalla Strada da
VANESA

2 dicembre 2009

L' INFLUENZA POLITICA E CORRUTTRICE DELLE BANCHE NELLE "SOLUZIONI" ALLA CRISI


di Vincenç Navarro

Il Congresso degli USA lo scorso 1 settembre ha istituito una Commissione (composta da 6 democratici e 4 repubblicani) con lo scopo di analizzare le cause della crisi finanziaria, dare responsabilità e proporre misure legislative
per prevenire l'emergere di nuove crisi. Questa Commissione è dotata di un team di tecnici diretti da Thomas Greene, che fu il pubblico ministero dello Stato della California quando s’investigò sul caso Enron, tra gli altri.

Il Presidente ( in inglese Chairman) della Commissione, il democratico Phil Angelides, dimostra che l’impatto di questa Commissione
sarà simile a quello che ha avuto la commissione Pecora (che deve il suo nome al suo presidente, Fernandin Pecora) nominata nel New Deal quando il Presidente Franklin D. Roosevelt ha diretto il recupero dell’economia statunitense durante la Grande Depressione. Tale Commissione del Congresso ha proposto tutta una serie di leggi che, una volta approvate dal Congresso, passarono a formare l’architettura regolatore del sistema finanziario statunitense. Un punto centrale di questa architettura è stata la legge Glass-Steagall Act, che separò le banche di deposito (commercial banks) dalle banche d’investimento (investiment banks), con lo scopo di proteggere la banca commerciale dai rischi che comportano le attività (molte volte speculative) delle banche d’investimenti. Questa legge fu annullata dal Presidente Clinton seguendo il consiglio del suo Segretario del Tesoro (e dell’ economia) Larry Summers, ed è ampiamente riconosciuto che il suo annullamento è una delle cause più importanti dello sviluppo della crisi finanziaria.

Oltre a questa Commissione, nella Camera Bassa del Congresso esiste un Comitato, il Comitato della Riforma e della Supervisione del Governo (House Committee on Oversight and Government Reform), preseduto da Edolphus Towns, democratico di Brroklyn, che si sta anche lui occupando di analizzare le cause della crisi. Questo Comitato ha il potere di chiamare qualsiasi membro dell’ Amministrazione Pubblica come testimone, inclusi i membri della Banca Centrale Statunitense (The Federal Reserve, FED), mettendo in una situazione scomoda i rappresentanti della Banca. Questo Comitato è stato molto critico con il comportamento della FED, non solo sulla genesi della crisi, ma anche nel modo in cui si è portato avanti il salvataggio della Banca degli USA (centrato su Wall Street).


Quattro sono le conclusioni che derivano da queste ricerche. Una è che l’eliminazione della citata legge Glass-Steagall ha facilitato l’apparizione di enormi
mega banche che hanno goduto di un’enorme influenza sul Ministero dell’ Economia, del Tesoro e sulla FED. La maggiore preoccupazione dell’ Amministrazione Bush e Obama è stata quella di salvare queste mega banche ad ogni costo argomentando che sono troppo grandi per permettere che falliscano. Hanno ritenuto che il loro collasso avrebbe danneggiato l’economia statunitense e mondiale. Le misure di sostegno a tali banche siano state intese a mantenere le dimensioni attuali, e questo a scapito di permettere loro di continuare con le loro pratiche normali. Un elemento importante per il suo mantenimento era quello di salvare la compagnia di assicurazioni AIG (che era quella che assicurava gli strumenti con maggiori rischi o derivati, che quelle mega banche possedevano). L’aiuto che ha rappresentato il controllo dell’ AIG da parte del Governo Federale ha permesso di canalizzare un gran numero di prodotti tossici verso questa assicurazione, così come verso le compagnie federalizzate come Fannie Mae e la Federal Reserve Look. Tale canalizzazione di tali prodotti tossici si è fatto in modo opaco senza che la cittadinanza lo sapesse, dato che il Ministero dell’ Economia era pienamente cosciente che si stavano salvando le mega banche con l’assorbimento da parte delle istituzioni finanziarie federale dei prodotti tossici.

Una seconda conclusione è che
c’era una frode generalizzata nelle pratiche delle mega banche, frodi che erano conosciute dalle agenzie di regolamentazione federale che hanno avuto un atteggiamento blando nella loro responsabilità regolatrice. La Commissione e il Comitato spiegano questo comportamento con l’enorme influenza che le mega banche hanno sul governo federale, sia a livello dell’esecutivo che a livello legislativo, influenza che si traduce nelle connessioni esistenti tra la classe politica e l’amministrazione pubblica da una parte e le megabanche dall’altra.

Una terza conclusione importante da segnalare è che la crisi finanziaria ha, in realtà, cause politiche. Anche se i repubblicani sono stati quelli che hanno enfatizzato di più la non regolazione della banca e siano stati i maggiori responsabili della creazione di una cultura di lassismo nel comportamento delle agenzie pubbliche regolatrici (conseguenza dei loro credo liberali), i democratici sono stati determinanti nello sviluppo di tali comportamenti. La fine della GlassSteagall Act è del 1999, sotto l’Amministrazione
Clinton, informato dell’esistenza di pratiche fraudolente, dato che erano conosciute dal Ministro dell’Economia molti anni prima, dall’inizio della sua Amministrazione.

Una quarta conclusione è che l’istituzione con maggior responsabilità su questa collezione di “irresponsabilità” è stata
la FED, che ha completamente fallito nella sua funzione regolatrice del sistema bancario, il fallimento è attribuito all' essere animati da una "ideologia liberale" che sistematicamente ha favorito il capitale finanziario sul capitale produttivo e il mondo del capitale al di sopra del mondo del lavoro, contribuendo ad un’enorme crescita della polarizzazione del reddito, una delle cause della crisi (leggere il mio articolo “La silenziosa causa della crisi” Publico, 19-03-2009) Il guru di tali politiche è stato il governatore Alan Greenspan, che era stato canonizzato dall' establishment finanziario, politico, mediatico di quel paese, riferendosi a lui come il Maestro. Le politiche creditizie della FED hanno giocato un ruolo centrale nella creazione delle bolle, delle quali, quella degli immobili è stata l’ultima e la più distruttiva.

Da queste conclusioni si traggono varie riflessioni. Una di esse, menzionata nelle conclusioni citate precedentemente, è che
la causa della crisi è politica e tocca un problema che non deve essere ignorato se si vuole risolvere il problema. Ed è l’enorme influenza che il potere finanziario ha sulla democrazia statunitense (e nella maggior parte delle democrazie, inclusa la Spagna). Il finanziamento delle campagne elettorali degli USA da parte del capitale finanziario (con milioni di dollari assegnati ai membri dei Comitati che visionano il capitale finanziario) sta corrompendo il sistema politico. E 'una contraddizione enorme che anche gli scrittori che si definiscono progressisti in Spagna, difendono il fatto che poteri economici possano dare fondi ai partiti e ai candidati. Questa pratica corrompe la democrazia. E l’esempio degli USA è convincente.

Le proposte che si stanno considerando nel Comitato della Camera Bassa (proibire che le banche possano contribuire alle campagne elettorali dei membri dei Comitati che supervisionano la banca) sono necessarie, ma drammaticamente insufficienti.
L’influenza delle banche e delle compagnie assicuratrici va oltre la finanziazione delle campagne elettorali dei politici. Include altri modi di esercitare la propria influenza, come il fatto che la maggior parte dei lobbisti che difendono gli interessi della Banca hanno lavorato prima in quei Comitati che supervisionano la Banca. Queste reti di influenza corrompono anche la democrazia.

Oltre ai lobbisti,
vi è una porta girevole di posizioni politiche che provengono dal settore bancario e incarichi bancari che provengono dal mondo politico. Geithner (l’attuale Ministro d’Economia dell’ Amministrazione Obama, incaricato di riscattare la banca) ha come capo di gabinetto quello che era stato capo del gruppo di lobbisti della Goldman Sachs (una delle banche che più hanno beneficiato del recupero finanziario federale). Il segretario generale del Ministero era stato il delegato di City Group (un’altra banca aiutata). Un altro delegato del City Group lavora alla Casa Bianca come consigliere del Presidente Obama, che ha anche nominato un economista che ha diretto l’ UBS (oggi in tribunale per aver consigliato i ricchi su come commettere frode fiscale) come membro del gruppo di lavoro che lavora per il recupero economico.

Un simile matrimonio (sotto l’amministrazione Obama) del governo federale con Wall Street,
continua l'attuale quadro delle amministrazioni precedenti. Il Ministero d’Economia dell’ Amministrazione Bush jr. è stato Henry Paulson, presidente della Goldman Sachs, e uno dei più grandi sostenitori della deregulation, avendo finito la normativa della Securities and Exchange Commissions, che vietava alcune pratiche creditizie di tipo speculativo. E lo stesso attuale Ministro d’Economia, il Sr. Geithner, quando era direttore dell’ FBR di NY, è stato tra i principali fautori della deregulation bancaria, stringendo amicizia con i massimi dirigenti di Wall Street. Tutti questi dati e altri spiegano l’intervista, rilasciata da chi fu il principale economista del Fondo Monetario Internazionale, Mr Simon Johnson, presente in un articolo sull’ Athlantic Monthly (maggio 2009), nel quale diceva che quanto era successo negli Stati Uniti era un colpo di stato “silenzioso e taciuto” del capitale finanziario che aveva preso il governo federale.

Il neoliberismo ha facilitato questa corruzione


E’ importante sottolineare che tali connessioni hanno rappresentato la matrice materiale sulla quale si è basato il progetto neoliberale. La fortezza di questo ultimo è il sintomo del potere del capitale finanziario.
Questo neoliberismo è stato la giustificazione di politiche enormemente corrotte, sviluppate principalmente per beneficiare gli interessi del capitale finanziario. Credo che coloro che promuovono il neoliberismo stanno sbagliando e si suppone che non sanno quello che fanno. Loro sanno e gli sta andando proprio bene. Come sempre qualsiasi classe o èlite dominante ha identificato i suoi interessi con gli interessi del paese. Un esempio è il Sig. Summers, uno dei progettisti delle politiche di salvataggio delle banche. Summers è il principale consigliere economico del presidente Obama, che non ha avuto nessun dubbio nel creare il più grande programma di beneficienza assistenziale che si sia conosciuto nella storia di qualsiasi paese, assistenza sociale, non ai poveri, ma alle banche. Il Sr Summers, che fu uno degli architetti del programma delle privatizzazioni nei paesi dell’ Est Europa (responsabile che l'aspettativa di vita della Russia è diminuito drasticamente) ha difeso le sue politiche argomentando che difendeva gli interessi del paese. In realtà, gli unici che ne hanno beneficiato sono stati gli interessi bancari (e aziendali) degli USA, per i quali lavorava, includendo il City Group e gli hedge founds (dai quali ha ricevuto, in questi ultimi anni, cinque milioni di dollari)

La domanda che si sono fatti i settori progressisti che hanno sostenuto Obama, è come il presidente Obama abbia potuto nominare queste persone così vicine a Wall Street, alcune delle quali
erano responsabili delle misure di non regolamentazione che avevano scatenato la crisi. La risposta che ha dato Obama è che aveva bisogno di nominare persone che conoscevano bene il sistema finanziario per poter risolvere la crisi, sottolineando che sarebbe stato lui ha dettare le politiche da seguire. Obama, però, aveva accettato la cornice ideologica, il neoliberismo, che aveva promosso le cause della crisi. Da lì il risultato è stato lo sviluppo di politiche che hanno rinforzato le megabanche. Potrebbe aver nominato altri economisti, conoscitori anche loro del sistema finanziario, che potevano seguire politiche diverse. Ma ha scelto quegli economisti liberali perché s’incastravano con la sua percezione di quello che era necessario per risolvere la crisi. Ha identificato gli interessi della banca con gli interessi del paese.

L’importanza di questi fatti in Spagna


Nel leggere questo articolo, il lettore avrà potuto vedere alcune analogie con il caso spagnolo.
L’enorme sbaglio della Banca Di Spagna nella supervisione e regolazione della banca, nel suo lassismo normativo, nella sua incapacità di prevenire la bolla immobiliare (la maggior responsabile della crisi finanziaria in Spagna), la sua eccessiva complicità con la banca, il suo liberismo finanziario ed economico, la sua mancanza di trasparenza e responsabilità pubblica, sono tutti dati che dovrebbero esigere che una commissione parlamentare venisse formata per fare un’ analisi di quali sono state le cause della crisi in Spagna, includendo anche lo studio dei rapporti tra l’ Amministrazione Pubblica da una parte e gli interessi economici e finanziari dall’altra. La grande tolleranza verso l’esistenza di questi rapporti (come nel caso di David Taguas, che veniva dalla Banca e cominciò a lavorare nella La Moncloa disegnando politiche economiche e finanziare, e dirigere la lobby immobiliare della costruzioni) è anche un sintomo che questa politica corrotta sta danneggiando enormemente la democrazia spagnola.

Dall’altra parte, la stessa domanda che le forze progressiste statunitensi fanno ad Obama, dovrebbero farsi al Presidente Zapatero.
Come è possibile che molti degli economisti della squadra economica del governo socialista sono appartenuti alla sensibilità liberale (Taguas ha favorito la privatizzazione della Sicurezza Sociale, come è successo in Cile), provenienti da molti centri di ricerca della Banca o della Banca di Spagna?

Come fa il governo a nominare Fernandez Ordoñez, noto liberale, Governatore della Banca di Spagna,
istituzione che ha confuso gli interessi della Banca con gli interessi della Spagna e che è stato uno degli agenti che più hanno sbagliato in questa crisi? Una risposta a queste domande è che il Governo ha accettato per troppo tempo le premesse liberali che hanno causato la crisi e che adesso stanno ostacolando la ripresa economica. Sarebbe da sperare che il Governo recuperi pienamente la sua vocazione trasformatrice che era riflessa nel suo programma e che ha ancora bisogno di svilupparsi pienamente. Per questo dovrebbe allearsi con le forze della sinistra che permetteranno di neutralizzare le forze conservatrici e liberali promosse dal capitale finanziario in Spagna.

Fonte:
http://www.vnavarro.org/?p=3640#more-3640

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di
Vanesa
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