8 marzo 2009

RICOSTRUZIONE DI GAZA: UN COMPLOTTO MASCHERATO DA COMPASSIONE

di Jean Shaoul

La conferenza tenutasi lo scorso Lunedi a Sharm el-Sheikh, in Egitto, non aveva nulla a che fare con un tentativo di alleviare la terribile crisi umanitaria a Gaza, né il suo scopo apparente era quello di ricostruire le case, fabbriche, scuole e infrastrutture distrutte da parte di Israele. Il suo scopo dichiarato era quello di fornire la copertura per la promozione degli interessi geopolitici di Washington nel Medio Orientericco di petrolio, ribaltamento di Hamas al potere e ripristinare il screditato presidente palestinese, Mahmoud Abbas, contribuendo così al controllo della regione in funzione degli interessi di Stati Uniti ed Israele.

La riunione è avvenuta dopo la guerra di Israele contro Gaza che è durata venti giorni, con il sostegno degli Stati Uniti che ha avuto inizio alla fine dell'anno scorso, un attentato che ha ucciso oltre 1.300 palestinesi, molte migliaia di feriti e di sfollati, hanno perso casa più di 400.000 persone. La conferenza dei donatori, con l'assistenza del Segretario di Stato, Hillary Clinton è parte di un tentativo da parte della amministrazione Obama di sembrare più imparziale nel suo approccio verso il Medio Oriente in generale e per il conflitto israelo-palestinese in particolare. Ciò è essenziale per fornire la copertura della collusione dei regimi arabi con gli Stati Uniti nell'occupazione in Iraq, la guerra in Afghanistan e in qualsiasi offensiva contro l'Iran.

7 marzo 2009

MEGA CRISI NEL 2013?


L'Agenzia internazionale dell'Energia (AIE) ha messo in guardia per una penuria di petrolio nel 2013 che potrebbe portare ad una crisi economica peggiore di quella attuale.

Secondo quanto afferma l' AIE, tra 4 anni il mondo potrebbe soffrire per la scarsità di petrolio e un conseguente aumento del prezzo del greggio mai visto prima. "Tutto sembra indicare che andiamo incontro ad una crisi peggiore di quella che scuote oggi il mondo", ha detto Nobuo Tanaka al giornale tedesco "Süddeutsche Zeitung”. La ragione è il basso prezzo del greggio: le aziende petrolifere non fanno investimenti in nuovi progetti di prospezione ed estrazione.

Questo avrà conseguenze, avverte Tanaka: "Quando la richiesta del greggio torna ad aumentare di nuovo", è quello che succederà quando sarà passata l'attuale crisi economica (nessuno ha dubbi) può prodursi un restrigimento nella distribuzione". Tanaka, aggiunge, si può fare un pronostico anche abbastanza concreto: per il 2013.
E Tanaka non è da solo. Anche altri esperti prevvedono un recupero dell'economia mondiale al massimo per il 2010 e con questo un aumento della richiesta del greggio. Un restrigimento nella distribuzione e la speculazione potrebbero far esplodere in questo caso il prezzo del petrolio, e questo farebbe aumentare l'inflazione e potrebbe mettere in pericolo di nuovo la crescita economica in tutto il mondo.

Il greggio probabilmente salirà a 200 $ al barile.
Tanaka è allarmato, perchè i dati di cui dispone indicano chiaramente che la capacità mondiale di estrazione del petrolio diminuisce attualmente e le riserve si ridurranno considerevolmente fino al 2013.
Nel caso di un restringimento, il prezzo del petrolio potrebbe superare anche i prezzi massimi pagati fino ad ora, a metà del 2008, fino ad arrivare ai 200 dollari al barile. "Per questo noi raccomandiamo con insistenza ai gruppi petroliferi di investire adesso", aggiunge Tanaka. Quanto più fortemente aumenti la richiesta del greggio in caso di una buona congiuntura economica a partire dal 2010-soprattutto negli Stati Uniti, Cina e India-tanto pù velocemente si produrrà questo restringimento, affogando la crescita economica mondiale.
L'anno scorso, il prezzo del petrolio è aumentato fino ad arrivare e superare i 140 dollari al barile: un'epoca d' oro per i paesi produttori come il Venezuela e la Russia, che sono riusciti ad accumulare enormi riserve. Adesso ne hanno bisogno urgentemente, dato che il prezzo del barile del greggio oscilla attualmente intorno ai 40 dollari.
"E' necessario un cambiamento radicale nella politica energertica"
Nonostante, sia risaputo che il petrolio, in qualità di combustibile di origine fossile, anche se lentamente si esaurirà sicuramente. Per questo, Tanaka ha richiamato i paesi industrializzati ad un cambiamento radicale nella loro politica energetica e si è lamentato del fatto che a casusa della crisi diminuiscono anche gli investimenti di oggi nell'energia rinnovabile e nell'atomica.
L'esperto giapponese ha aggiunto che se non si prendono misure più ferme e le emissioni di anidridide carbonico continueranno ad aumentare come è successo fino fin'ora, e potrebbe registrarsi un aumento della temperatura media del pianeta fino a 6 gradi entro la fine del secolo XXI.
"Questa sarebbe una catastrofe", conclude Tanaka.

Fonte: http://www.dw-world.de/dw/article/0,,4063563,00.html

6 marzo 2009

UNA GUERRA MONDIALE IN SOCCORSO DELL'IMPERO USA

di Jules Dufour

Molti analisti ed osservatori informati sulla congiuntura geopolitica mondiale attuale concordano nel pensare che la crisi finanziaria che colpisce le economie dei paesi ricchi, rischia di degenerare in violente esplosioni sociali. Almeno è questo il risultato dei lavori di un gruppo di esperti europei del LEAP/Europe 2020. Questi pensano che “la crisi entrerà, nel quarto trimestre del 2009, in una fase di "scorporamento geopolitico mondiale" e prevedono un "si salvi chi può generalizzato" nei paesi colpiti dalla crisi. Tale scompiglio sfocerebbe, in seguito, nella logica dello scontro, in altre parole, con semi-guerre civili”.

Secondo questi ricercatori i paesi nei quali circolano liberamente grandi quantità di armi da fuoco come gli Stati Uniti ed i paesi latino-americani si presenterebbero come i più vulnerabili. Altri ritengono che la recessione indebolirà considerevolmente gli Stati Uniti e li renderà ancora più dipendenti dalle economie emergenti ed in transizione come quelle della Cina, dell'India e del Brasile.
Tenuto conto di questo difficile contesto, è probabile pensare che il solo modo per l'impero americano di mantenere la sua potenza egemonica planetaria sia di preparare un piano di guerra atto a mobilitare tutta l'economia mondiale.
Le guerre “irregolari” dell'Afganistan e dell’Iraq non hanno portato tutti i dividendi sperati. L'unanimità che ha circondato il loro scatenamento in occidente, inizia a rompersi e le scadenze per l’attuazione dei piani del ritiro delle truppe sono già fissate.
Ora si prevede seriamente un conflitto di grande ampiezza ed una guerra convenzionale che oppone il mondo occidentale ed il mondo musulmano, che sembra, per gli strateghi agguerriti, un'opzione promettente nella misura in cui è giustificata e preparata secondo tutti i crismi. È ciò spiega, forse, il fatto che gli USA non abbiano ancora deciso di lanciare la guerra atomica contro l'Iran, che hanno accuratamente preparato negli ultimi anni.

I. Piani di guerra poco noti
I piani di guerra degli Stati Uniti contro l'Iran non sono stati diffusi presso il grande pubblico. Al massimo, delle notizie sono state pubblicate, in particolare, sulle esercitazioni navali nel Golfo Persico, orchestrate nel 2006 dal Pentagono con la partecipazione di Australia, Francia, Italia, Gran Bretagna e Bahrein e le manovre che ha condotto Israele sul Mediterraneo orientale e la Grecia nel giugno 2008. Tuttavia, è permesso pensare che i preparativi di un attacco nucleare contro l'Iran siano entrati nella loro fase finale da molti mesi. Il piano è steso. Non resta che decidere il momento della sua attuazione.

II. Lo scenario più probabile
Alcuni scenari d'intervento sono stati esposti, e vanno dalla distruzione degli impianti nucleari iraniani fino all'estirpazione totale dell'Iran. È certo che se un attacco è attuato esso causerà, da parte dell'Iran, una risposta definita “terribile” dalle autorità religiose iraniane, una risposta che potrebbe causare una viva reazione delle altre potenze nucleari che potrebbero, a loro volta, entrare in scena. Secondo Loyd Rudmin, “gli Stati Uniti avrebbero tracciato circa 10.000 obiettivi in Iran. I principali sono gli impianti nucleari, compresa la centrale nucleare di Bushehr sulla costa del Golfo Persico, vicino al Kuwait, e gli impianti d'arricchimento di Natanz, presso Ispahan. Bushehr è una città industriale che conta quasi 1 milione di abitanti. Non meno di 70.000 ingegneri stranieri lavorano in questa regione che comprende un grande giacimento d'idrocarburi. Natanz è la principale località per l'arricchimento d'uranio dell'Iran, a nord d'Ispahan, che conta anche impianti di ricerche nucleari. Ispahan è una città del patrimonio mondiale, con una popolazione di 2 milioni d'abitanti”.
Secondo le opinioni di Peter Symonds, che analizzano i risultati di uno studio pubblicato da scienziati britannici, gli Stati Uniti preparano un attacco terribile contro l'Iran. In un articolo pubblicato nell'agosto 2008, questi ricercatori “fanno una stima da far gelare il sangue della violenza distruttiva che gli Stati Uniti userebbero in occasione di un attacco contro l'Iran”. Concludono che “gli Stati Uniti hanno fatto preparativi allo scopo di distruggere le armi di distruzione di massa dell'Iran, la sua energia nucleare, il suo regime, le sue forze armate, il suo apparato statale e la sua infrastruttura economica, in alcuni giorni, o alcune ore dopo, l’ordine dato dal presidente George W. Bush”.
Proseguendo la sua analisi dello studio, Symonds crede che “la reale motivazione di una nuova irresponsabile guerra degli Stati Uniti contro l'Iran risiede nel tentativo dell'amministrazione Bush di stabilire una sovranità totale degli Stati Uniti sulle regioni ricche di risorse minerali del Medio Oriente e dell'Asia centrale. Tutto ciò che, di conseguenza, permetterà ai concorrenti europei ed asiatici, di rafforzare la loro influenza in queste regioni chiave, è semplicemente intollerabile per l'elite dirigente americana”.
Termina il suo esame di questo lavoro constatando ragionevolmente: “L'ottica piuttosto limitata dello studio non fa che rendere la sua conclusione più tremenda: i preparativi militari che permetterebbero all'amministrazione Bush di fare, in poco tempo, di una gran parte dell'Iran un campo di rovine, sono già terminati”.

Conclusioni
Dall'inizio del secolo, gli Stati Uniti,con il concorso dei loro alleati più fedeli, acquisiscono tutti gli elementi e gli ingredienti per una guerra mondiale, una guerra che sia tale da salvaguardare le basi della loro egemonia planetaria. Questi principali elementi sono il grande riarmo planetario inasprito dalla guerra contro il terrore, interventi che permettono di mantenere le tensioni tra molti stati, il crollo delle economie dei paesi ricchi che crea, così, una turbolenza principale ed una destabilizzazione delle attività economiche in tutti i continenti, una campagna di propaganda contro i paesi dell'asse del male, tra cui molti paesi del mondo musulmano, l'indebolimento del potere d'intervento dell'ONU e le difficoltà dell'applicazione delle norme del diritto internazionale e, infine, la messa a punto di una strategia d'intervento militare massiccio contro l'Iran, il tutto potendo avere un potente effetto di trascinamento, le cui ripercussioni possono avverarsi in un tale vantaggio da garantire il futuro dell'impero ed anche la ripresa dei territori strategici persi nel corso degli ultimi decenni.

In un tale contesto, una guerra nucleare mondiale è possibile ed anche probabile. Questo scenario catastrofico, sembra sempre più quello che si prepara e la nuova amministrazione alla Casa Bianca potrebbe difficilmente contrastarlo, poiché sarà probabilmente oggetto principale del suo mandato nel corso dei prossimi anni.

Fonte:http://www.mondialisation.ca/index.php?context=va&aid=12533

VERSO LA DISINTEGRAZIONE DEL SISTEMA GLOBALE

di Jorge Beinstein

Settembre 2008 ha segnato un punto di svolta nella recessione che era stato sviluppato negli Stati Uniti durante tutto l'anno: il sistema finanziario e la recessione hanno iniziato ad espandersi rapidamente in tutto il mondo, mentre hanno anche mostrato chiari segni di transito verso la depressione globale, la cui esistenza è stata ammessa solo dall'inizio del 2009.

Ora stiamo assistendo ad un concatenarsi internazionale di tracolli finanziari e della produzione accompagnati da un senso di pessimismo ed impotenza delle più alte élite dirigenti, davanti alla possibilità di un collasso generale.

Le dichiarazioni di George Soros e Paul Volcker alla Columbia University il 21 febbraio 2009 hanno segnato una rottura radicale (1), ben al di sopra di ciò che era stato stabilito due anni fa, quando Alan Greenspan ha annunciato la possibilità che gli Stati Uniti entrassero in recessione. Volcker ha ammesso che la crisi è molto elevata rispetto al 1929, il che significa che non ha riferimenti nella storia del capitalismo, la scomparsa di paralleli rispetto a precedenti crisi anche (soprattutto) la mancanza di rimedi conosciuti. Dal 1929 la depressione è stata associata all'uso della teoria keynesiana, il massiccio intervento dello Stato come il salvatore supremo del capitalismo e stiamo assistendo alla più completa incapacità degli Stati dei paesi centrali a superare crisi. In effetti, la marea di soldi che lanciano sul mercato per aiutare le banche e alcune compagnie non solo rallenta il disastro in corso, ma sta anche creando le condizioni per le future catastrofi, l'inflazione, prossima bolla speculativa.

Implosione capitalista?
Da parte sua, Soros ha confermato ciò che era chiaro: il sistema finanziario mondiale è crollato, aggiungendo la scoperta di analogie tra la situazione attuale e il crollo dell'Unione Sovietica. Quali sono i paralleli?. Come sappiamo, il sistema sovietico ha cominciato ad incrinarsi alla fine del 1980 ed è imploso nel 1991, il fenomeno è generalmente attribuito al degrado della struttura burocratica, in linea di principio trasferibile al capitalismo, che ospita una vasta burocrazia, ma non dominante come è stato nel caso sovietico. Vi è un processo, una malattia che non è patrimonio esclusivo dei regimi burocratici, è stata sviluppata nel capitalismo, come nelle precedenti civizzazioni: l'ipertrofia parassita, la stragrande prevalenza di forme sociali parassite che depredano la forza produttiva, fino al punto in cui l'intero sistema è paralizzato, non può riprodursi più e, infine, annega nel proprio marciume. In tutto il XX secolo il capitalismo ha promosso il militarismo come parassita strutturale e, in particolare, la finanza che ha segnato la sua cultura, lo sviluppo tecnologico e i sistemi di potere. Negli ultimi tre decenni abbiamo assistito all'accelerazione del processo ornato con il discorso di ristrutturazione neoliberale, il regno assoluto ha segnato forse il punto più alto raggiunto durante l'ultima metà del XX secolo, il boom del mercato azionario quando la bolla della potenza militare degli Stati Uniti sembra essere imbattibile.

Ma nel primo decennio del XXI secolo è cominciato il crollo dell'Impero, impantanato in due guerre coloniali, l'economia è peggiorata rapidamente, la sua economia si è rapidamente degradata con bolle finanziarie di tutti i tipi(immobili, il commercio, debito, ecc.) popolamento del pianeta. Il capitalismo finanziario era entrato in una fase di rapida espansione frantumando con il suo peso,tutte le forme economiche e politiche, nel 2008 il G7, a disposizione risorse per il bilancio di circa 10 trilioni $ (milioni di milioni) contro i 600 miliardi $, in prodotti finanziari derivati registrati dalla Banca di Basilea, a ciò è necessario aggiungere altri affari finanziari, secondo alcuni esperti, la speculazione globale di massa è superiore a mille miliardi di dollari (circa 20 volte il prodotto mondiale lordo).

Questa montagna finanziaria non è una realtà separata, indipendente o la cosiddetta economia reale della produzione, è stata generata dalla dinamica di tutto il sistema capitalista: i requisiti per la redditività delle imprese transnazionali, il fabbisogno di finanziamento degli Stati. Non si tratta di una rete di autistici speculatori ad aver gettato in una sorta di auto-suicidio radicalmente irrazionale, ma l'espressione di una civiltà in declino (sia produttiva che politica, culturale, ambientale, energetica, ecc.). Per oltre quattro decenni il capitalismo globale nei paesi centrali sostiene una crisi cronica di sovrapproduzione, accumulando nel tempo la super-capacità produttiva ad una domanda mondiale, che viene a mancare, la medicina per la salvezza è stata l' incoraggiare il consumo nei paesi ricchi, ma nel lungo periodo il sistema si è completamente avvelenato.

È diventato di moda dare la colpa della crisi finanziaria agli speculatori finanziari, come ci dicono i leader politici e gli alti esperti mediatici, la turbolenza finirà quando la "economia reale" imporrà la propria cultura produttiva secondo le norme del buon capitalismo finanziario a reti finanziarie ormai fuori controllo. Ma a metà del decennio in corso negli Stati Uniti oltre il 40% dei profitti delle grandi imprese è venuto dalla finanza (2), in Europa la situazione è stata simile in Cina in occasione del più grande boom speculativo (fine 2007) la bolla ha spostato fondi quasi per l'equivalente del prodotto interno lordo del paese (3) alimentato da imprenditori privati e pubblici alti burocrati, professionisti. Non si tratta quindi di due tipi di attività, ma un'unica vera e propria finanziaria, ma chiaramente distinte da un eterogeneo congiunto, vero business. Quest'impostazione conduce ad una rapida deflazione, collassando dopo aver raggiunto la sua massima espansione possibile nelle specifiche condizioni storiche di oggi. Sotto l'apparenza imposta dai mass media globali di un' implosione finanziaria che colpisce negativamente l'insieme delle attività economiche (qualcosa di simile ad una pioggia tossica che attacca il verde dei prati), appare la realtà del sistema economico globale dove tutto si contrae in modo caotico.

Segnali...

Le dichiarazioni di Soros e Volcker, risalgono ad alcuni giorni prima che il governo degli Stati Uniti ha annunciato le ultime cifre ufficiali del ribasso del prodotto interno lordo nell'ultimo trimestre del 2008 rispetto allo stesso periodo nel 2007, la prima stima ufficiale che aveva fissato un tale calo al 3,8% è stata una grande menzogna, ora che la contrazione ha raggiunto il 6,2% (4), possiamo dire che questa non è recessione, ma depressione. Il Giappone aveva la sua quota per lo stesso periodo, un calo del PIL di circa il 12% nel gennaio 2009, le esportazioni sono diminuite del 45% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente (5). In Europa la situazione è simile o forse peggiore, dopo il crollo finanziario del Islanda c'è la minaccia di fallimento economico in diversi paesi dell'Europa orientale come Polonia, Ungheria, Ucraina, Lettonia, Lituania, ecc. minacciando di rivolgersi direttamente alle banche creditrici svizzere e austriache che potrebbero affondare come l' Islanda. Nel frattempo i maggiori paesi industriali della regione, come la Germania, l'Inghilterra e la Francia passa dalla recessione alla depressione. La Cina prevede per il 2009 una riduzione nel tasso di crescita rispetto al semestre del 2008, le esportazioni in gennaio sono state 17,5% al di sotto del gennaio dello scorso anno (6), il forte deterioramento del centro vitale del suo sistema economico non ha alcuna prospettiva di recupero durante la depressione quindi il suo tasso di crescita globale seguirà un calo generale.

Soros e Volcker, hanno aperto la prospettiva di un crollo del sistema economico globale, ma non significa che esso è così inevitabile dopo tutto una delle principali caratteristiche di un declino della civiltà, come stiamo assistendo è l'esistenza di una profonda crisi di percezione da parte dell' élite dominante, l'accumulo di dati economici negativi e realistiche previsioni per i prossimi mesi, dicono che il disastro che è stato annunciato ha un'alta probabilità di realizzazione. A questo risultato contribuisce l' impotenza dei presunti "fattori di controllo" del sistema (governi, banche centrali, FMI, ecc.) e la rigidità politica dell'Impero, come l'espansione della guerra in Afghanistan, per preservare il potere del gigantesco complesso industriale militare parassita, i cui attuali costi effettivi (circa un trilione di dollari), equivale all' 80% del deficit di bilancio degli Stati Uniti.

A questi segnali economici e politici si deve aggiungere la crisi energetica alimentare che ne è derivata, che si nota solo se si ferma il processo di deflazione (e forse anche prima), tutto sotto un contesto di crisi ambientale che è diventato un fattore crisi attuale (non più una minaccia di un lontano futuro). E dietro queste crisi parziali, incontriamo la presenza della crisi del sistema tecnologico moderno incapace di superare, in quanto componente motrice della civiltà borghese, i blocchi energetici e ambientali creati dal suo stesso sviluppo depredatore.


Disintegrazione e collasso.
La disintegrazione-implosione del sistema globale non significa la sua trasformazione in una serie di sub-capitalisti o blocchi regionali con più o meno forti relazionati tra loro, alcuni con successo, altri in declino (l'unipolarità statunitense si converte in multipolarità, "sdoppiandosi" attorno a nuovi o vecchi centri capitalisti). L'economia mondiale è molto transnationazionalizzata, le forme di una fitta boscaglia di imprese produttive, commerciali e finanziarie che penetrano in profondità nei cosiddetti "sistemi nazionali", l'unità di business e gli investimenti legati, direttamente o indirettamente ai nuclei critici del sistema globale.

In termini generali per un paese o una regione la rottura dei suoi legami a livello globale, comporta un significativo indebolimento, una grande rottura interna, la scomparsa cruciale di settori economici con le conseguenze sociali e politiche che ne derivano. Inoltre il sistema globale di oggi è organizzato in una gerarchia sia nel suo contesto economico che politico-militare (unipolare) risultato della fine della Guerra Fredda e la trasformazione degli Stati Uniti nel padrone del pianeta. Non solo per la concentrazione di decisioni commerciali e finanziarie (come è stato per più di sei decenni), ma anche di importanti decisioni politiche.
L'affondamento del centro del mondo(7) in mezzo (come detonatore) della depressione economica internazionale rappresenta l'inizio di una catena globale di crisi(economiche, politiche, sociali, ecc) di una intensità crescente.

Recentemente Zbigniew Brzezinski ha messo da parte le sue riflessioni tradizionali sulla politica internazionale per mettere in allarme sulla possibilità dell'aggravarsi dei conflitti sociali negli Stati Uniti che potrebbero, secondo lui, sfocciare in una generalizzazione di disturbi violenti (8). Dalla parte sua e da una prospettiva ideologica opposta, Micheal Klare ha descritto la mappa delle proteste popolari attraversando tutti i continenti, paesi ricchi e poveri, dal Nord a Sud, iniziate nel 2008 come conseguenza della crisi alimentare in un ampio ventaglio di paesi periferici ma che iniziano a svilupparsi globalmente come risposta all'aggravarsi della depressione economica (9): la moltiplicazione di una crisi governativa ci aspetta a breve termine.

L'ipotesi di una implosione capitalista apre spazio per la riflessione e l'azione intorno all'orizzonte post-capitalista dove si mischiano le vecchie e le nuove idee, illusioni fallite e pesanti insegnamenti democratici del XX secolo, freni conservatori legittimando prove neo-capitaliste e visioni rinnovate del mondo spinto da grandi innovazioni sociali. Agonia della modernità borghese con i suoi pericoli di una barbarie senile, una rottura di blocchi ideologici, di strutture che opprimono, e speranza nella rigenerazione umana delle relazioni sociali.

Note
(1), ”Soros sees no bottom for world financial 'collapse' " , Reuters. 21/02/2009. David Randall and Jane Merrick, “Brown flies to meet President Obama for economy crisis talks” , The Independent, 22/02/2009.

(2), US Economic Report for the President, 2008.

(3) Nel mese di agosto 2007, la capitalizzazione dei mercati azionari cinesi ha superato il valore del prodotto interno lordo del 2006. Dong Zhixin, “China stock market capitalization tops GDP”, Chinadaily ( http://www.chinadaily.com.cn/china/2007-08/09/content_6019614.htm )

(4),Cotizalia.com, 27/02/2009, “El PIB de EEUUse hunde un 6,2 %en el cuarto trimestre”.

(5), BBC News, 25/2/2009, “Japan exports drop 45 % to new low”

(6), “China's export down 17.5% in January”, Xinhua, 2009/02/11.

(7), Jorge Beinstein, “El hundimiento del centro del mundo. Rebelión, 8-5-2008 (http://www.rebelion.org/noticia.php?id=67099).

(8), “Brzezinski: ‘Hell, There Could Be Even Riots’ “, FinkelBlog – 20/02/2009 - (http://finkelblog.com/index.php/2009/02/17/brzezinski-hell-there-could-be-even-riots).

(9), Michael Klare, “A planet at the brink?”, Asia times, 28/02/2009.

Fonte: http://www.rebelion.org/noticia.php?id=81659

5 marzo 2009

IL BULLO, IL BRUTTO E IL CATTIVO...

...è sempre lui, il personaggio in questione ha accumulato un grande capitale, e un grande potere mediatico e politico. Nel corso della sua lunga carriera è stato, cantante melodico, ricco impresario, playboy generoso, (donando qualche donna anche a Sarkozy), ma anche corruttore di menti, e mafioso impunito. Grazie ai massicci interventi di chirurgia plastica e protesi di capelli, finge una gioventù che, ai suoi quasi 73 anni, dovrebbe lasciarsi alle spalle e dovrebbe anche dimettersi. E' un talebano che pratica il più duro fondamentalismo nella società, nella politica e nella religione. Senza nessun ritegno, si approva decreti leggi, cuciti addosso per evitare procedimenti giudiziari che porterebbero qualsiasi cittadino in carcere per decenni. Disprezza la libertà, la democrazia, il diritto e la giustizia è autoritario e xenofobo. Emana decreti razzisti, discriminatori e ingiusti nei confronti degli immigrati, e non perde mai tempo per parlare di aiuti al Terzo Mondo, della fame in Africa di guerre in Medio Oriente. In poche parole, è un tipo impresentabile disgustoso e, inoltre, in maniera inequivocabile, un fascista. Silvio Berlusconi governa l'Italia per la quarta volta, è qualcosa per cui gli italiani sono da biasimare, ma dovrebbero cominciare a preoccuparsi sul serio e con interesse tutti gli europei.
Queste persone, che scatenano una caccia disumana nei confronti degli immigrati, che lottano senza tregua contro la libera espressione della sessualità e delle emozioni, poi applaudono con l' entusiasmo più spietato le guerre dei potenti contro i deboli, e guardano dall'altra parte, senza il minimo interesse per le vite torturate di centinaia di milioni di diseredati di questo mondo. Persone come queste sono pericolose. Il totalitarismo mascherato è pericoloso, perchè oggi il popolo si sente libero nella propria gabbia, e non vede le sbarre che lo circondano.
La libertà ha molte dimensioni e forme di controllo, ma il controllo non è libertà.
Viviamo un uno stato di polizia fascista, dove si legalizzano le milizie contro gli immigrati, si enfatizza qualsiasi fatto di cronaca che riguarda gli stranieri, per manovrare la gente attraverso la paura, nel frattempo si censura la realtà, in un mondo mediadico dove non c'è spazio per la vera informazione, un mondo dove la sicurezza è uno spot pubblicitario da mandare in onda tutti i giorni, persino nei TG. Il TG5, che ogni giorno fa la sua buona azione quotidiana, da zerbino della politica e del governo, anche oggi ha fatto la sua televendita della sicurezza, forse non tutti hanno notato che non passa giorno in cui non si elogiano le telecamere, grazie alle quali vengono arrestati pericolosi criminali. Come quello di oggi, un poveraccio che rubava in una chiesa, ma che grazie al parroco 007 (Jesus Bond?), ha piazzato una telecamera nella casa del Signore, riprendendo il ladro che ripuliva la cassetta delle offerte, che poi è stato arrestato. Che dire di questo parroco? Ha una grande "fede"...nella tecnologia!
Il nostro pericolo sta solo nella dittatura politica, mediadica ed economica che stiamo subendo senza esserne consapevoli. E vero che non siamo al sicuro ma perchè siamo governati da gente corrotta e collusa: il Parlamento è "cosa nostra"...del popolo? No intendevo quell'altra "cosa"!

Immagine di Forumtime.it


4 marzo 2009

OBAMA DIFENDE IL SUO "GUANTANAMO" IN AFGHANISTAN

di James Cogan

L'amministrazione di Obama ha insistito sul fatto che i prigionieri, che sono detenuti indefinitamente senza alcun giudizio in una prigione Usa nella base aerea di Bagram, in Afghanistan, non hanno nessun diritto di impugnare nè la loro detenzione nè il trattamento che subiscono dai tribunali degli Stati Uniti.
Venerdì 20 febbraio, in un caso, presentato nel tribunale del distretto federale di Bagram, da quattro denenuti, il Dipartimento di Giustizia di Obama ha mantenuto il proclama dell'amministrazione Bush e cioè che gli uomini erano "combattenti nemici" e che i tribunali degli Usa non avevano giurisdizione in questi casi. "Dopo aver considerato la questione", ha scritto il vice procuratore, il Generale Micheal Hertz: "il governo aderisce alla posizione anteriormente articolata".
Dopo aver preso il potere, Obama ha cercato di riparare il danno che il centro di detenzione della Baia di Guantanamo aveva causato nell'immagine dell'imperialismo Usa. Aveva annunciato la sua chiusura e aveva dichiarato pubblicamente: "Noi non torturiamo". Adesso, la posizione reale della sua amministrazione è chiara. Mentre gli ipotetici "sospetti di terrorismo" non soffrivano più maltratti a Guantanamo, i tribunali Usa hanno dichiarato finalmente che era territorio degli Stati Uniti sottomesso a supervisione legale, ma simili atrocità potranno essere compiute senza nessun controllo in Afghanistan e in molti altri luoghi.
Jonathan Hafetz ,dell'American Civil Liberties Union (Unione Libertà Civili Americane), ha commentato all' Associated Press: "Adesso hanno abbracciato (la casa bianca di Obama) la politica di Bush, e possono essere costruite delle carceri al limite della legge"
Dalle informazioni avute, il centro di detenzione di Bagram ha fermi almeno 600 prigionieri. Si sa che esistono altre prigioni Usa opertative in altre città afgane, come Kandahar, Jalabad e Khost. In queste prigioni i detenuti non sono mai portati di fronte ad un tribunale; non vedono nè ascoltano le ipotetiche prove contro di loro e non possono avere nessun avvocato. Lì sono mantenuti, sottomessi alla mercè dell'esercito degli Stati Uniti. Ricevono solo visite dai rappresentanti della Croce Rossa, che non hanno l'autorizzazione di informare circa le condizioni di vita che hanno.
In alcuni casi, inclusi gli uomini coinvolti nell'attuazione del tribunale federale menzionato all'inizio, i detenuti sono presi in altri paesi come " sospettatti di terrorismo" e dopo "consegnati" in Afghanistan. I quattro di questa causa, sono stati consegnati dallo Yemen, Tunisia, Tailandia e Pakistan. Uno di loro è detenuto senza nessuna accusa reale da 6 anni. Il governo britannico ha ammesso, la settimana scorsa, che aveva inviato due nazionali pakistani detenuti in Irak all'Afghanista perchè si "sospettava" che appartenessero ad un' organizzazione islamica.
La parte più consistente dei prigionieri in Bagram sono afagani, detenuti dall'esercito Usa perchè erano sospettati di appartenere alla resistenza armata contro l'occupazione iniziata dai talebani ed altri gruppi.
Questi "combattenti nemici" non sono protetti dalla Convenzione di Ginevra (prigionieri di guerra), che afferma: "non si potrà infligere ai prigionieri di guerra torture fisiche o morali nè alcun tipo di pressione per ottenere dei dati di qualsiasi genere. I prigionieri che si rifiutassero di rispondere non potranno essere minacciati nè insultati nè esposti a molestie di nessun genere".
Secondo un dossier delle Nazioni Unite sull'Afghanistan, pubblicato lo scorso febbraio, ex detenuti di Bagram hanno informato di essere stati ripetutamente sottomessi a interrogatori che includevano torture e maltrattamenti perchè rispondessero a domande o firmassero confessioni. Sono stati mantenuti in celle affollate con altri 15 o 20 uomini e più. Secondo la loro testimonianza, nei campi venivano usati tutti i tipi di metodi spregevoli usati in Abu Ghraib in Irak e a Guantanamo. A fine del 2002, due detenuti sono morti a Bagram dopo essere stati torturati fisicamente dal personale militare Usa.
Una volta che le agenzie di intelligence e l'esercito degliUsa hanno finito il loro lavoro con loro, inviano a una dozzina di detenuti perchè siano giudicati dai tribunali stabiliti dal governo afgano, burattino degli Usa. Un dossier del 2008, Human Rights First, descriveva questi giudizi così:
" Sotto le leggi afgane, i detenuti venivano accusati di delitti che comprendevano il tradimento e la distruzione di proprietà governative e minacce alla sicurezza dell'Afghanistan. I giudizi duravano dai 30 minuti ad un'ora e gli accusati erano sentenziati con pene di prigione da 3 a 20anni......senza che ci fosse qualche testimone presente, nè affermazioni extragiudiziali di testimoni che potesso sostenere le accuse e quasi nessuna prova fisica di tali accuse....Questi giudizi violano tanto la legge del procedimento criminale afgano che gli standards internazionali stabiliti per un giudizio giusto."
Quando gli avvocati difensori hanno protestato per la mancanza di prove, sembra che i pubblici ministeri abbiano risposto che l'esercito degli Stati Uniti non avrebbe detenuto all'accusato in questione se non fosse colpevole. Il mese scorso, i familiari dei detenuti hanno detto al Telegraph britannico che la maggior parte dei prigionieri erano stati detenuti in base a false testimonianze ed informazioni date da tribù rivali o nemici della famiglia.
Mentre l'amministrazione di Obama spedisce altre truppe verso l'Afghanistan, per assicurare gli interessi degli Usa in Asia Centrale, si preparano ad aumentare la capacità del centro di detenzione di Bagram. Sono stati destinati 60 milioni di dollari per ingrandire il campo che potrebbe contenere fino a 1.100 prigionieri. Centinaia di persone, dentro e fuori l'Afghanistan, spariranno nel buco nero legale creato da Bush e mantenuto adesso da Obama, in nome di una falsa "guerra contro il terrore"

Fonte: http://wsws.org/articles/2009/feb2009/bagr-f27.shtml

Tradotto per Voci Dalla Strada da Vanesa

3 marzo 2009

CRISI FINANZIARIA: IL PEGGIO DEVE ANCORA VENIRE

Nouriel Roubini, Stephen Roach, David Smick, Robert Shiller e Dean Baker:



Cinque economisti hanno dato avventimenti che non sono stati ascoltati, è ora di gettare uno sguardo alla prossima fase della crisi globale. Ecco cosa dicono:




• Attenzione: Si avvicinano tempi bui. Nouriel Roubini
• Uno shock letale. Stephen Roach
• Buona fortuna, Barack. David Smick
• Quanto manca? Robert Shiller
• Si deve controllare il dollaro. Dean Baker

Nouriel Roubini. Avviso: Si avvicinano tempi bui.
Le peggiori previsioni dello scorso anno si sono realizzate. La pandemia finanziaria globale che alcuni avevano previsto è già qui. Ma siamo ancora nelle prime fasi di questa crisi. La mia previsione per l'anno che inizia, purtroppo, è ancora più pessimista: le bolle, che sono state molte, hanno appena iniziato ad esplodere.

L'idea che più ha preso piede è che i prezzi di molti attivi finanziari a rischio sono caduti così tanto, che abbiamo toccato il fondo. E' vero che essi hanno subìto una forte contrazione rispetto al loro massimo alla fine del 2007, ma è anche vero che possono scendere ancora di più. Nei prossimi mesi, le notizie macroeconomiche negli Stati Uniti e in tutto il mondo saranno molto peggiore di quelle attese. I dossier sui guadagni delle aziende sorprenderebbero qualsiasi analista di valori che ancora creda che la situazione economica sarà lieve e breve.

I mercati finanziari continuano ad avere vari punti vulnerabili: una crisi di credito che peggiorerà ancora prima di cominciare a migliorare, un affossamento che continuerà nella misura in cui i fondi alternativi e alti attori con fondi altrui si vedano obbligati a vendere i loro attivi in mercati senza liquidità e senza tensione e ciò causerà la caduta di titoli a pioggia dei prezzi degli attivi; esigenze di margini e altro affossamento, la bancarotta di altre istituzioni finanziarie, l'entrata in una crisi finanziaria piena per alcune economie dei mercati emergent, e il pericolo, per altre, di non riuscire a pagare il loro debito sovrano.

Da allora, gli Stati Uniti hanno sperimentato la peggiore recessione degli ultimi decenni. L'idea tradizionale che il rallentamento degli Stati Uniti sarebbe breve e superficiale, una recessione a "V" con un rapido recupero, come il 1990-1991 e 2001, è ora stata eliminata. Al contrario, la recessione negli Stati Uniti è ad "U": lunga e profonda potrebbe durare circa 24 mesi. Potrebbe finire con l'essere anche di più, in una situazione di stallo da parecchi anni (in "L"), come abbiamo visto in Giappone negli anni'90.

Appena l'economia degli Stati Uniti si contrae, l'intera economia globale entra in recessione. In Europa, Canada, Giappone e in altre economie avanzate, le conseguenze saranno gravi. E le economie di mercati emergenti, legati al mondo sviluppato da scambi di merci, finanza e moneta, non sfuggiranno a questo.

Esattamente ciò che costituirà una recessione dipenderà da ciascun paese. Per la Cina, un grosso calo del tasso di crescita annuo dal 12% al 6%. Pechino dovrebbe crescere del 10% o più in un anno per portare i 12-15 milioni di contadini poveri nel mondo moderno. Per gli altri mercati emergenti come il Brasile o la Corea del Sud, il crollo è rappresentato da una crescita al di sotto del 3%. I paesi più vulnerabili, come l'Ecuador, l'Ungheria, la Lettonia, il Pakistan e l'Ucraina, possono vivere una totale crisi finanziaria ed hanno bisogno di un grande volume di finanziamento esterno per evitare il collasso.

In paesi più ricchi, ci potrebbe essere una debilitante combinazione di stagnazione economica e deflazione, nel momento in cui le merci iscritte si contraggono, la domanda aggregata diminuisce. Data l'enorme crescita che ha la capacità di produzione a causa di eccessivi investimenti in Cina e in altri mercati emergenti, il calo della domanda produrrà un più basso tasso di inflazione. Nel frattempo, si accumulano perdite di posti di lavoro e aumentano i tassi di disoccupazione, con conseguenti pressioni al ribasso sui salari. Alcune materie prime hanno indebolito i mercati, i cui prezzi sono diminuiti dopo il picco in estate, e con l'ulteriore calo di una recessione globale, produrrebbe un più basso tasso di inflazione. Nella prima parte del 2009, l'inflazione nelle economie avanzate potrebbe scendere a 1%, più o meno, troppo vicino alla deflazione.

Questa situazione è pericolosa per molti motivi. Diverse banche centrali sono state costrette a fissare i tassi di interesse per ripristinare le loro economie e saranno quelli che subiranno un triplice colpo: una linea di liquidità trappola, una trappola di deflazione e di debito-deflazione. In una trappola di liquidità, le banche perdono la loro capacità di stimolare l'economia, perché non possono fissare i tassi di interesse nominali di sotto dello zero. In una trappola di deflazione, calo dei prezzi significa che i tassi di interesse reali sono relativamente elevati, in modo da soffocare consumo e di investimento. Questo porta a un circolo vizioso in cui la caduta di reddito e di occupazione e di calo della domanda, scende ancora di più. Infine, il debito-deflazione, il valore reale del debito nominale sorge come un abbassamento dei prezzi, ed è un male per i paesi come Stati Uniti e Giappone, che hanno un elevato rapporto fra debito pubblico e il PIL.

Gli strumenti monetari ortodossi perderanno efficacia, e le autorità dovranno cercare metodi eterodossi. Vedremo tradizionali politiche fiscali sotto forma di tagli fiscali e aumenti di spesa, ma ci saranno in tutto il mondo operazioni di salvataggio dei creditori, investitori e le istituzioni finanziarie, così come i mutuatari. Le banche centrali iniettato enormi somme di denaro in sistemi finanziari per sbloccare la crisi di liquidità. Potrebbero essere necessarie azioni più radicali quali l'acquisto di obbligazioni societarie e di governo o di sovvenzioni dei tassi di interesse, per far tornare a funzionare correttamente i mercati del credito.

Questa crisi non è solo una conseguenza dello scoppio della bolla immobiliare degli Stati Uniti e il crollo del settore dei mutui spazzatura. A causare questo disastro a livello mondiale sono stati i crediti in eccesso. Ci sono state diverse le bolle d'aria, in molti paesi sono andati oltre la casa e la diffusione di mutui e prestiti su immobili non residenziali, carte di credito, prestiti per l'acquisto di autovetture e prestiti agli studenti. Ci sono state le bolle dei prodotti trasformati, che hanno trasformato i mutui in strumenti finanziari complessi, tossici e distruttivi. E c'erano bolle di sapone, anche, nei prestiti ufficiali locali; comprare con capitale altrui, fondi alternativi, prestiti commerciali e industriali, buoni cooperativi, materie prime e permute a rischio di credito; un pericoloso mercato senza regole nel quale si sono venduti fino a 60mila milioni di dollari emergenti di protezione nominale contro una riserva sospesa di buoni cooperativi di solo 6 mila milioni di dollari.

Queste bolle, hanno formato, in totale, la più grande bolla di credito e di attivi della storia, con la loro esplosione, le perdite totali di credito potrebbero essere di anche 2000 milioni di dollari.
Se i governi non riescono ad agire più rapidamente per ricapitalizzare le banche e altri istituti finanziari, la crisi del credito è destinata a peggiorare ulteriormente. Le perdite aumenteranno più velocemente di quanto le società ricostruiranno i loro bilanci.

Grazie alle azioni drastiche del G-7 ed altri, il rischio di una crisi finanziaria strutturale è diminuita. Ma purtroppo, il peggio non è ancora arrivato. Quest' anno sarà difficile. Solo una risposta molto aggressiva, coordinata ed efficace da parte delle autorità, può assicurare che il 2010 non sarà peggio di quello che è sicuramente sarà il 2009.

Stephen Roach:UNO SHOCK LETALE.
Prima della fine di quest' anno, tutte le regioni del mondo subiscono gli effetti della recessione. A mio parere, il 2009 passerà alla storia come l'anno della prima vera recessione globale della moderna economia. E 'vero che negli Stati Uniti è iniziata nell'estate del 2007, con la "crisi delle ipoteche spazzatura". Ma vi è stata basata su modelli di crescita delle bolle in un numero sorprendentemente elevato di paesi, di cui tutti hanno eruttato.

Negli Stati Uniti, la crescita alla base di attività sono concentrate in due settori dell'economia: attività di costruzione e il consumo personale. Oggi, questi due settori, che corrispondono a quasi l' 80% del PIL U. S., hanno subìto una forte contrazione.

Questo fa sì che le economie asiatiche, che dipendono da esportazioni rientrano in questa equazione. Infatti, la bolla di esportazioni, a sua volta, dipende dalla bolla di consumo degli Stati Uniti. L' Asia ha avuto anche l'aiuto della moneta chiaramente sottovalutato.E, per mantenere le loro divise economiche, paesi come la Cina hanno dovuto reciclare enormi quantità di riserve estere in attivi in dollari, e questo ha contribuito a sopprimere i tipi di interessi degli Stati Uniti e sostenere appunto le bolle di credito e di attivi che alimentavano l'economia delle bolle degli Usa. Era un circolo vizioso che è stato rotto. Siccome le economie asiatiche non hanno un consumo interno che serva da solido sostegno, i rischi per la crescita nella regione, hanno cominciato ad aumentare.

Probabilmente succederà lo stesso con le regioni produttrici di materie prime, non solo in Medio Oriente, che dipende dal petrolio, ma anche con le risorse delle economie di Australia, Canada, Brasile, Russia e Africa. Così diminuisce la crescita globale, in modo che la domanda di materie prime sensibili per l'economia, con il conseguente adeguamento dei prezzi, viene distorta da bolle e dal ritmo di crescita dei principali produttori.

Una seconda megaforza attiva è la globalizzazione, i vincoli che attraversano le frontiere, durante l'ultimo decennio, hanno utilizzato sempre più forme di flussi commerciali, di capitali e di mano d'opera. Il credito è essenzialmente una crisi forte di contagio tra i prodotti, un virus che è apparso con ipoteche lettiera, ma che si è propagato rapidamente alla carta commerciale sostenuta da attività, titoli garantiti da ipoteche e d'asta, quote e altri strumenti in tutti i mercati del credito. Tuttavia, poiché gli ingegneri finanziari erano così affezionati all' assegnare prodotti complessi, hanno creato questa situazione economica che è una croce letale. Non c'è da meravigliarsi se questa è la peggiore crisi finanziaria in 75 anni.

Spinto da una confluenza di shock dopo lo scoppio delle bolle e la crescente forza dei legami a livello mondiale, questo sarà probabilmente la peggiore recessione dopo la seconda guerra mondiale. Ciò significa che può essere più grave rispetto a quella della metà degli anni'70 e i primi anni '80. Quindi sono state le azioni aggressive da parte delle banche centrali di controllo l'inflazione che ha causato una profonda recessione. Questa volta, tutto è stato causato dall'esplosione di una bolla d'aria sulla base di squilibri a livello mondiale.

Ma non dobbiamo contare su un forte recupero (a V), del mondo post-bolla recessione nel 2009. Senza grandi probabilità che appaia un altro consumatore importante per riempire il buco lasciato dagli Stati Uniti, il mondo, non uguale e distorto dalla bolla, sperimenterà un recupero anemico nel migliore dei casi.Passerà molto tempo prima di tornare al tasso di crescita globale di quasi il 5% che aveva nei quattro anni e mezzo fino a metà del 2007. Shock di questo tipo sono fatali per qualsiasi economia, in particolare, e molto di più per il mondo intero.

David Smick: BUONA FORTUNA BARAK.
Barack Obama ha raggiunto la Casa Bianca con un programma ambizioso. Ma con l'economia globale nel bel mezzo di un brutale collasso finanziario in cui praticamente tutte le attività del mondo stanno riducendo il loro valore, lui ei suoi omologhi internazionali si devono aspettare un' immensa sofferenza.

Dobbiamo iniziare con la politica interna degli Stati Uniti. Il primo deficit di bilancio Obama potrebbe essere molto più alto di 1,5 trilioni di dollari. I diversi pacchetti di salvataggio, i piani di aumento della spesa, e la contrazione economica provocano un calo del gettito fiscale. I governi sono già in coda per chiedere aiuti federali. Fondi pensione privati saranno i prossimi. La Federal Deposit Insurance (FDIC), che sta affrontando il problema del mutuo, hanno bisogno di una sana iniezione di capitale da Zio Sam. E questo, prima di sommare le promesse di Obama alle spese e ai tagli fiscali.

Il progetto di legge sarà sicuramente rivolto a tutto questo debito prima del 2012. I tassi di interesse sui mutui sono aumentati rapidamente quando il Tesoro U.S.A ha presentato il suo piano di salvataggio, e il passivo della bilancia dei pagamenti della Federal Reserve è aumentato del 100%. I mercati finanziari si aspettano che, entro tre o quattro anni, le banche centrali di tutto il mondo, dopo un periodo di disinflazione, saranno costrette a trattare con questo massiccio aumento del debito. Forse Obama dovrà affrontare un incubo che ricorda quello ha colpito il Giappone nel '90. Oggi le banche degli Stati Uniti, sono piene di capitali(400.000 mila milioni di dollari supplementari, secondo gli ultimi conti, in gran parte dato dai contribuenti) ma non concedono prestiti.Si tratta di un problema come l'uovo e la gallina. Le banche non prestano denaro a causa dell' indebolimento dell'economia statunitense. L'economia è indebolita perché le banche non prestano denaro. Oltre alla nazionalizzazione, c'è poco che Obama può fare per loro vigore.

Nel resto del mondo, il breve periodo di gioia per un male estraneo ai problemi economici di Washington è finito. Risulta che l'Europa è stata sei volte più esposta al rischio di credito commerciale nei mercati emergenti, rispetto ai titoli spazzatura negli Stati Uniti. In alcune economie, tra cui la Gran Bretagna, il pericolo in cui le banche hanno sfiorato, si avvicina molto al PIL nazionale.

Perché questo è un grosso problema? Dato che le economie in via di sviluppo hanno permesso pericolosamente la dipendenza dalle esportazioni, mentre il cambio tra la loro moneta e il dollaro statunitense ha accumulato montagne di avanzo di risparmio. Questo modello di crescita è arrivato a tutta velocità verso il basso, come una diminuzione della domanda mondiale. Ma se si rompono molti di questi mercati emergenti, il FMI non dispone delle risorse necessarie per organizzare le operazioni di soccorso. Per mettere le cose in prospettiva, le banche austriache hanno un contatto con i mercati finanziari di 290.000 milioni di dollari e oltre.In Austria il PIL ammontava a 370.000 milioni. L'unico motivo di ottimismo è che il mondo non ha la mancanza di capitali. Semplicemente aspetta, ci sono sei miliardi di dollari solo in fondi di mercato monetario in tutto il mondo.

Quanto prima Obama e i suoi seguaci possano elaborare una riforma finanziara credibile che aumenti la trasparenza allo stesso tempo che proteggano i flussi commerciali e di capitale, prima tornerà a circolare il capitale messo da parte.Alla fine, i mercati vogliono la certezza che i nostri leader hanno un piano d'azione che può essere considerato attendibile. Questo piano non esiste ancora.


QUANTO MANCA? Robert Shiller
Le bolle speculative, alla fine, sono solo una questione psicologica. La gente si crea aspettative stravaganti sulla ricchezza che producono i loro investimenti, dimenticando i preziosi insegnamenti delle altre crisi finanziarie del passato, quindi non vi è una pericolosa bolla.

Ma la psicologia della caduta può essere altrettanto pericolosa. Come cadono dei prezzi delle attività, i mercati possono spostarsi. Alcuni indicatori mostrano che ci stiamo avvicinando ai livelli dei prezzi prima della bolla. Il rapporto prezzo-utili negli Stati Uniti, e il mercato azionario è più o meno nella sua media storica. I prezzi degli immobili sono probabilmente a metà strada per un ritorno alla fine degli anni'90, quando cominciò la bolla. In alcune città degli Stati Uniti sono diventati quasi interamente a quel livello.

Ma nessuno può dire esattamente quando il mercato ha toccato fondo. In un certo senso, il processo è una profezia. L'euforia è finita e le aspettative negative che sono il collasso dei prezzi delle attività, a loro volta, sembrano giustificare questo pessimismo. Date le scarse prospettive economiche per l'anno che è iniziato, è possibile che i prezzi delle case continuino a scendere anche nel 2010, come suggerito dai mercati futures a Chicago.

La storia ci dice che c'è qualche precedente nel mercato immobiliare debole per un periodo di tempo prolungato. Dopo l'ultimo boom edilizio negli Stati Uniti, che ha raggiunto il picco nel 1989, la città ha impiegato cinque anni prima di rallentare. Questa volta, i prezzi sono soltanto come quelli di due anni fa. Forse dovremmo guardare con attenzione a ciò che è accaduto in Giappone, dove i prezzi delle proprietà urbane sono scesi per 15 anni consecutivi tra il 1991 e il 2006.

Quando il mercato toccherà il fondo, forse sarà una caduta lieve non una frattura. In generale, non ci sono punti di svolta molto marcati. I prezzi degli immobili possono rimanere gli stessi per qualche anno prima di cominciare a salire. Nel frattempo, i parametri di riferimento saranno difficili da identificare in modo molto chiaro, finché non ci siamo lasciati tutto alle spalle.

Finora, le misure che abbiamo adottato per risolvere questa crisi sono dispensate con i principi di una sana gestione finanziaria. Abbiamo avviato una drastica dieta -valutando caso per caso i contratti di ipoteche e dando molti soldi-quando avremmo dovuto ideare un regime di alimentazione che ci permettesse vivere in modo indifinito. Invece di mettere in marcia i ratoppi a breve termine che sembrano necessari, avremmo dovuto adottare una strategia più strutturale, basata sul mercato, come fare in modo che i valori delle ipoteche siano sempre vincolati ai prezzi delle case e siano in sintonia sempre di più.

Gli eccessi speculativi sono un problema endemico del sistema del capitalismo di mercato, ma fornisce anche i propri meccanismi correttivi. Non vi è alcuna ragione per farlo ora.

Dean Baker: NECESSITA' DI CONTROLLARE IL DOLLARO
La bolla immobiliare è stata la prima a scoppiare, ma non l'ultima in questa recessione globale. Oggi ci dovrebbe essere una maggiore attenzione per l'imminente esplosione della bolla del dollaro.
La valuta statunitense è stata gravemente sopravvalutata, alla fine degli anni 90, e questo ha causato un enorme deficit commerciale, che ha raggiunto il suo picco in quasi il 6% del PIL nel 2006 (900.000 milioni di dollari di oggi). Ciò è insostenibile. Alla fine, obbligherà il dollaro a cadere ad un livello tale nel quale la bilancia commerciale sia praticamente equilibrata.

Tale processo è già in corso. Ma la crisi ha fatto girare gli investitori al dollaro per la sicurezza, e ha causato un aumento nei confronti della maggior parte delle altre valute. La sua ascesa o recessione nella maggior parte del mondo faranno che si che il deficit commerciale torni ad aumentare.
Tuttavia, una volta che la situazione finanziaria comincia a riconquistare la normalità (cosa che forse non accadrà nel 2009), gli investitori saranno dispiaciuti per la scarsa resa degli attivi in dollari. Il suo esodo farà si che il dollaro ricolleghi la caduta che aveva iniziato nel 2002, ma questa volta la sua caduta potrebbe essere molto più veloce. Altri paesi, soprattutto la Cina, dipenderanno molto meno dal mercato statunitense per le loro esportazioni e sono meno interessati a sostenere il dollaro.

Per gli americani, l'effetto di una forte svalutazione del dollaro si verdà nell' esporazione a prezzi molto più elevati e un livello di vita molto più basso. Se la Federal Reserve si preoccupa per l'inflazione causata dall'aumento dei prezzi degli articoli importati, forse alzerà gli interessi, e questo sarebbe un altro colpo per l'economia. Come nel 2009, è continuato il crollo della bolla edilizia abitativa, il crollo della bolla immobiliare a uso commerciale e la conseguente ondata di crediti inesigibili, che saranno i principali ostacoli per l'economia degli Stati Uniti, anche se il dollaro cadrà dopo.

In realtà, le ipoteche spazzatura non sono state altro che il segnale di una crisi molto più ampia.
Il calo dei prezzi delle case ha portato anche a precedenti tassi di default sui prestiti preferenziali e ancora a raggiungere la maggior parte delle conseguenze. Si vedranno anche più inadempienze sui prestiti per l'acquisto di automobili, carte di credito e altre forme di debito dei consumatori, perché i proprietari non possono più essere utilizzati come garanzia per il pagamento di altri debiti.

Anche per la proprietà immobiliare per uso commerciale arriverà la sua ora. Quando il mercato immobiliare ha cominciato a scendere verso la fine del 2005, ha cominciato ad aumentare il non residenziale. In meno di tre anni, questo settore è cresciuto di oltre il 40%. Ora vi è un'abbondanza di negozi, uffici, alberghi e altri usi non residenziali, e questo ha portato alla caduta dei prezzi, il declino nel settore della costruzione e altre importanti fonti di crediti in sofferenza per le banche.

Riassumendo, state attenti alle parole ottimistiche di quelli che dicono "stiamo superando la parte peggiore", ignorate il saliscendi giornalieri del mercato e allaciate le cinture. Staremo male.

Fonte: http://www.rebelion.org

Tradotto per Voci Dalla Strada da Vanesa

2 marzo 2009

STATI UNITI MENO UNITI...

di Enrico Piovesana

L'interventismo di Obama scatena il secessionismo.
Presentando la sua megafinanziaria anticrisi, il presidente Barack Obama ha raccontato la storia di una bambina della Carolina del Sud che aveva scritto una letterina al Congresso per chiedere che la sua malandata scuola venisse ristrutturata. "E noi non ci tiriamo indietro!", ha detto Obama per dimostrare che i cittadini statunitensi possono contare sul governo federale di Washington.

Roba da far tremare i polsi a tantissimi americani già spaventati dall'interventismo statalista e centralista di Barack Obama.

Reazione trasversale. Una paura atavica che affonda le sue radici nella tradizione ultraliberale e federalista dei Padri Fondatori e che oggi riemerge in maniera politicamente trasversale, dalla sinistra libertaria all'estrema destra conservatrice.
L'incubo della prima è uno Stato centrale che, con la scusa della crisi (oltre che del terrorismo), si trasformi in un potere fascista orwelliano che schiaccerà le libertà dei cittadini, anche con la forza se necessario.
I conservatori hanno invece il terrore che Obama voglia trasformare gli Stati Uniti in un sistema socialista che inizierà intervenendo nell'economia per poi estendere il suo controllo su tutta la società, calpestando la proprietà privata e le libertà individuali.

Decimo Emendamento. Secondo entrambe queste visioni, l'unico baluardo contro il centralismo interventista obamiano è il Decimo Emendamento, ovvero il principio costituzionale che riconosce la sostanziale autonomia dei singoli Stati della federazione rispetto al potere federale centrale. "Ogni Stato mantiene la sua sovranità, libertà e indipendenza e ogni potere, giurisdizione e diritto che non sia espressamente delegato alla Confederazione".
Negli ultimi mesi, prima e dopo l'elezione di Obama, una decina di governi statali (Washington, New Hampshire, Michigan, Missouri, Montana, Arizona, Texas, Oklahoma e South Carolina) hanno approvato leggi e risoluzioni che, richiamandosi al Decimo Emendamento, affermano il loro diritto a governarsi come Stati liberi, sovrani e indipendenti. Altri quattordici Stati stanno per fare altrettanto. E c'è già chi parla di rischio secessionismo.

Fonte: http://it.peacereporter.net/

1 marzo 2009

APPELLO CONTRO LA DITTATURA BANCARIA E TECNOFINANZIARIA





No alla vita basata sul prestito e sull’usura
.
No al debito eterno degli Stati, dei Popoli e dei Cittadini
Il Popolo (attraverso lo Stato) torni titolare della Sovranità Monetaria

La questione della Sovranità Monetaria non è questione economica. Riguarda tutti gli aspetti della nostra vita. La Banca Centrale Europea, proprietà delle Banche Nazionali Europee, come Bankitalia, emette le banconote di Euro. Per questa stampa pretende un controvalore al 100% del valore nominale della banconota (100 euro per la banconota da 100 Euro), appropriandosi del poter d’acquisto del denaro che crea a costo zero e senza garantirlo minimamente.
E’ un’incredibile regalia truffaldina ai danni della popolazione intera. Gli Stati pagano questa cifra con titoli di Stato, quindi indebitandosi. Su questo debito inestinguibile, pagheranno (pagheremo) gli interessi passivi per sempre. Con le tasse dei cittadini, o vendendo a privati beni primari, come le fonti d’acqua. Per contenere il debito pubblico, che è generato soprattutto dal costo dell’emissione del danaro che lo Stato paga alla BCE, ogni governo è costretto ad aumentare una pressione contributiva diretta ed indiretta sempre più alta nel tempo, che per alcuni soggetti, i più deboli, corrisponde ad un prelievo forzoso di oltre il 60% del proprio guadagno.
Questo enorme profitto è incamerato ingiustamente, illegittimamente ed anticostituzionalmente dalla BCE, ovvero dai suoi soci, le Banche Nazionali, a loro volta controllate da soggetti privati. Queste Banche sono di proprietà privata, e, soprattutto, di gestione privata, anche se ingannevolmente vengono fatte passare per “pubbliche”. Gli utili che traggono dalla emissione monetaria vengono occultati attraverso bilanci ingannevoli, in cui si fa un’arbitraria compensazione dei guadagni da Signoraggio con inesistenti uscite patrimoniali. Dopo 60 anni di Signoraggio (il guadagno sull’emissione) esercitato da Bankitalia e BCE, l’Italia ha un enorme debito pubblico generato esclusivamente dai costi per l’emissione del danaro pagati alle Banche Centrali.
Se l’emissione del danaro fosse stata affidata allo Stato, senza creare debito, oggi non avremmo un solo euro di debito pubblico e le tasse da reddito potrebbero non esistere od incidere minimamente sui redditi da lavoro. Tutti i costi sociali (pubblico impiego, opere, scuole, ospedali) si sarebbero potuti coprire con i proventi da IVA (imposta sul valore aggiunto) magari maggiorata al 30% per i prodotti di lusso e non popolari, e da tasse su transazioni soggette a pubblica registrazione.
Senza usura contro lo Stato da parte delle Banche Centrali, che ha costretto lo Stato a vessare i propri cittadini con tasse spropositate (ricordate il prelievo sul conto corrente voluto dal banchiere Ciampi, travestito da uomo politico?), non bisognerebbe lavorare 30 anni per comprare una piccola casa, pagando tassi da usura. Non esisterebbe il degrado sociale, la povertà, il precariato, la delinquenza come mezzo di sopravvivenza di massa. Senza il Signoraggio delle Banche Centrali gli Stati non avrebbero più debiti e non sarebbero più costretti a tassare e tartassare i propri cittadini, a sottoporli a forme di controllo poliziesco per la determinazione dei redditi. I guadagni da lavoro dipendente ed autonomo sarebbero tutti legittimi, provati e dichiarabili senza timore, senza evasione, senza elusione, e l’unica tassa da riscuotere sarebbe quella sull’acquisto di beni e servizi, favorendo quelli per la sussistenza con aliquote più basse ed alzando le aliquote per i prodotti voluttuari e di lusso.
Ritornando la sovranità monetaria nelle mani degli Stati sovrani si eliminerebbe il debito degli stessi e di conseguenza di larga parte della popolazione. L’esistenza di noi tutti, condizionata e vincolata fin dalla nascita dal principio usurocratico del debito sarebbe sollevata dall’angoscia da rata, da scoperto di conto corrente, da pignoramento, da sfratto, da banca dati della puntualità dei pagamenti. Le nostre vite sarebbero liberate dall’assillo dal lavoro, del doppio lavoro, del bisogno di guadagnare tanto, per poi pagare il 60% del proprio guadagno allo Stato, perché lo Stato è sotto l’usura dei Banchieri.
Merita trattazione a parte l’analisi delle influenze sulla nostra vita dell’assillo economico. Influenze negative di carattere psichico, culturale, sociale. Con i drammi della povertà, dell’emigrazione, del doppio lavoro familiare, del lavoro precario, del lavoro insicuro, delle pensioni minime, che, senza la voracità da usura delle Banche Centrali, si sarebbero potuti evitare. Sottoponiamo l’appello a deputati, senatori, giornalisti, intellettuali, contestatori, anticonformisti, per promuovere la proposta di legge che faccia tornare l’emissione monetaria in mano statale, ovvero politica e popolare. Diffondiamo la verità negata: viviamo in una dittatura bancaria che impone a tutti l’angoscia esistenziale della vita basata sui debiti.

Azzeriamo il debito degli Stati
Eliminiamo la schiavitù degli indebitati per sopravvivere
Riprendiamoci la nostra vita e la nostra libertà

Massimo Fini
Marco Francesco De Marco
Valerio Lo Monaco
Alessio Mannino
Andrea Marcon

Fonte: http://www.movimentozero.org/

28 febbraio 2009

L'ARMA SEGRETA PER PER GLI INTRAPPOLATI NELL'IPOTECA DEI SUBPRIME

“Se il popolo americano permetterà mai che banche private controllino l'emissione dei loro soldi, in primo luogo tramite l'inflazione e poi con la deflazione, le banche e le corporazioni che si svilupperanno tutt'intorno ad esse, priveranno il popolo della sua proprietà fino a che i loro bambini non si sveglieranno un giorno senza casa nel continente che i loro padri hanno conquistato. Bisogna togliere alle banche il diritto di emissione e ridarlo al popolo, a cui appartiene di diritto” Thomas Jefferson, lettera al segretario del Tesoro, Albert Gallatin(1802)
di Ellen Brown
Jefferson capiva bene il sistema. Si pensa che, quest’anno, oltre 1.500 milioni di proprietari subiranno l’esecuzione dell’ ipoteca e che circa la metà perderà la loro casa. Se le conseguenze catastrofiche di cui Jefferson aveva avvertito 200 anni fa, sono arrivate lentamente, è perché sono state nascoste da ciò che Geronimo, a Parigi, chiama, la malattia anglosassone,” l’economia profondamente impari dove i ricchi e il settore finanziario....catturano la maggior parte delle entrate ma le nascondono, dando un debito a poco prezzo alle classi medie affinché continuino a spendere”. Lui chiama “finanza del settore cannibalistico” dell’economia attuale. Scrivendo nel “The European Tribune” indica:

27 febbraio 2009

CSM CONTRO DE MAGISTRIS

Dinanzi la sezione disciplinare del Csm è iniziato un nuovo processo nei confronti dell’ex pm di Catanzaro De Magistris. Dopo quello che ha portato il tribunale dei togati a decidere per il suo trasferimento ad altra sede, a seguito dell’inchiesta Why not nell’affaire delle tangenti europee in cui sono finiti coinvolti l’ex presidente del Consiglio Prodi e l’ex ministro della Giustizia Mastella, adesso per De Magistris si prospetta un altro processo. Al centro delle accuse la scelta di aver affidato a Genchi il ruolo di consulenza tecnica nel mettere sotto controllo le utenze di politici, in primis quella di Mastella, senza chiedere l’autorizzazione alla Camera. E in più di essere andato ben al di là delle sue prerogative, affidando al suo collaboratore compiti al di fuori della legge. Dunque, il processo all’ex pm catanzarese non è terminato con il suo trasferimento. Ora si vuole affossare definitivamente, con un colpo solo, la sua inchiesta principe e il suo consulente, attualmente sotto la lente di controllo del Copasir. A sfilare davanti la sezione disciplinare del Csm si sono alternati ufficiali e sottufficiali del Ros e per il 19 maggio è prevista anche l’audizione di Genchi.
di Michele Mendolicchio
 
E’ stato comunque il procuratore aggiunto di Palermo Antonino Ingroia, difensore dell’ex pm, a chiedere la testimonianza di Genchi. E a proposito di quest’ultimo la sezione disciplinare togata ha chiesto informazioni alla procura di Roma sulle indagini in corso sul famoso archivio segreto che l’ex collaboratore di De Magistris avrebbe illecitamente detenuto. Non può certamente passare sotto silenzio l’acquisizione da parte del tribunale togato della richiesta di archiviazione della procura di Salerno nei confronti di De Magistris per abuso d’ufficio nella vicenda dei tabulati relativi all’ex ministro Mastella. L’atto della procura salernitana che scagiona l’ex pm dalle accuse viene dunque passato sotto la lente del Csm.

QUANDO BERLUSCONI ERA CONTRO LA CASSA INTEGRAZIONE...


Nel 2000 Berlusconi, Fini e Bossi si esposero personalmente contro la Cig in Telecom Italia. E adesso?

Il 20 settembre 2000 Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini e Umberto Bossi presentarono un'interrogazione parlamentare per quanto riguardava il progetto di cassa integrazione per i dipendenti di Telecom Italia deciso dall'azienda insieme ai sindacati Cgil, Cisl e Uil.

Allora al governo c'era Giuliano Amato, il ministro dell'Industria era Pier Luigi Bersani e i tre leader della destra erano all'opposizione. Ora le parti si sono rovesciate e, invece di Roberto Colaninno, padre del deputato del Pd Matteo, al vertice di Telecom c'è Bernabè.

Colaninno allora era stato fortemente sponsorizzato nella sua Opa su Telecom dal centrosinistra, così come oggi lo è stato dal centrodestra in Alitalia; anche Berlusconi si era dichiarato a favore per mantenere l'italianità di Telecom.

Il divorzio tra Colaninno e Berlusconi era avvenuto in seguito all'acquisto di Telecom di TeleMonteCarlo (trasformata in La7) che voleva fare concorrenza a Mediaset, la famosa "Telesogno" con Fazio, Costanzo e Santoro mai partita e rimasta (appunto) nel regno dei sogni.

Il centrodestra si era quindi opposto alla cassa integrazione in Telecom Italia sostenendo che un'azienda che dava ricchi dividendi ai suoi azionisti non poteva depredare le risorse pubbliche.

Oggi Telecom Italia è combattuta tra la decisione di non dare dividendi o darne uno più basso rispetto agli anni scorsi; ma il suo progetto di mettere in Cig qualche centinaio di lavoratori potrebbe ugualmente trovare l'opposizione dell'attuale Pdl.

Il motivo del contendere potrebbe essere la forte resistenza che Bernabè oppone al progetto di Forza Italia di scorporare la Rete Telecom e assegnarne una quota alla Cassa depositi e prestiti.

Allora Colaninno si fece dare la Cig, ma Berlusconi era solo il capo dell'opposizione mentre oggi è il capo del governo: per Bernabè le cose potrebbero essere meno facili.

Fonte: http://www.zeusnews.com/

26 febbraio 2009

IL NUOVO ORDINE MONDIALE SI STA PREPARANDO AL PEGGIO...

di Adrian Salbuchi

Secondo la rete "Foxnews" in U.S.A c'è un piano in prossimità di un crollo generalizzato.
Nel nostro Comunicato n° 57 del 15-dic-08, informiamo che diversi analisti internazionali, vedono più vicina la probabilità di un crollo diffuso negli Stati Uniti. Venerdì scorso, 20-feb-09, il programma “The War Room” ( "La sala della guerra") condotto dal giornalista Glenn Beck su Foxnews Television, ha dedicato un programma speciale per la valutazione di "cosa fare se .." (what if?) si è verificato un "11 settembre economico "(”an Economic 911″), per il quale si è fatta un'analisi utilizzando la metodologia della pianificazione strategica militare, applicata a probabili scenari di eventi ad alto impatto (in stile giochi di guerra).
Il giornalista Beck ha detto più volte che il miglior piano è quello di preparare al peggio, e non certo a caso. Tutti gli scenari sono stati valutati sulla base del presupposto: "Noi siamo nell'anno 2014: Che cosa succede se ...? ". Nell' MSRA, riteniamo che l'anno 2014 è stato scelto perchè non fosse così evidente che questi analisti credono (speranza, o piano) che questi scenari succederanno prima del 2014 o durante la presidenza di Barack Obama.
Dato che il mandato di Obama termina nel gennaio 2013, affermano che questi sono gli scenari per il "2014", e ciò consente loro di calciare la palla, perché allora la conseguenza è che il crollo si verificherà sotto "il futuro presidente post- Obama ... "
Personalmente, e come indicato nel comunicato n°57, penso che sia probabile che il vero potere del Nuovo Ordine Mondiale abbia permesso a Barack Obama di raggiungere la Presidenza, perché sarà l'ultimo presidente gli Stati Uniti.

25 febbraio 2009

RIFORMA DELLA GIUSTIZIA



Ci vuole una riforma della giustizia...Subito...Ma solo in certi casi...


TOGHE ROTTE: LA RUBRICA SULLA GIUSTIZIA DI BRUNO TINTI

Il sindaco è stato arrestato, l’onorevole è stato iscritto nel registro degli indagati, il ministro è stato intercettato.
Ci vuole una riforma della giustizia. Subito.
Il tribunale della libertà ha deciso che il sindaco (che ha dato le dimissioni) non potrà commettere altri reati di corruzione, motivo per il quale il GIP lo aveva arrestato; e quindi lo scarcera. Dunque il sindaco è innocente, il PM (e il GIP) un persecutore.
Ci vuole una riforma della giustizia. Subito.
Il tribunale ha condannato l’onorevole per favoreggiamento semplice mentre il PM aveva chiesto la condanna per favoreggiamento di mafiosi. Il PM ha commesso un grave errore e l’onorevole è stato ingiustamente perseguitato.
Ci vuole un riforma della giustizia. Subito.
La corte d’appello ha deciso che onorevoli e ministri sono responsabili di corruzione, turbativa d’asta, concussione e favoreggiamento; però ha escluso l’associazione a delinquere. Non avevano progettato di dedicarsi in pianta stabile al malaffare, vi si dedicavano quando capitava. Sono stati perseguitati da una magistratura politicizzata.
Ci vuole una riforma. Subito.

A leggere i giornali e guardare le televisioni sembra che i giudici non facciano altro che processare i politici. Purtroppo non è vero. Sarebbe bello che il malaffare politico venisse effettivamente scoperto, tutto, e sanzionato. Ma più che la punta dell’iceberg non si riesce a trovare. Per il resto del tempo, per il 99 % del tempo, i giudici si occupano di un altro tipo di delinquenti, quelli comuni, i ladri, i rapinatori, gli spacciatori di droga, gli assassini. Si occuperebbero anche di delinquenti border line, gli evasori fiscali, i falsificatori di bilancio, i bancarottieri; ma questi spesso appartengono all’altra categoria di delinquenti, quella dei politici, e allora la legge è congegnata in modo che questi processi non si riescano a fare.

Sicché i giudici si occupano prevalentemente di delinquenti comuni. Li perquisiscono, li pedinano, li intercettano, li arrestano, li processano. Talvolta li condannano, talaltra no. Talvolta il PM chiede al GIP di arrestare quel rapinatore che è stato riconosciuto da tre testimoni mentre un quarto ha avuto dei dubbi; e il GIP non lo arresta perché, dice, le prove della sua colpevolezza non sono poi così sicure. Talvolta dalle intercettazioni si scopre che ci sono altri delinquenti che prima non si conoscevano; e quindi il PM chiede al GIP di arrestarli e il GIP emette il suo bravo provvedimento di cattura. Talvolta il PM chiede al tribunale una condanna a 10 anni per associazione a delinquere e una quindicina di episodi di spaccio; e il tribunale condanna a 5 anni per 10 episodi di spaccio e assolve per l’associazione a delinquere. Talvolta addirittura il PM chiede l’assoluzione: non ci sono prove sufficienti signor giudice; e il giudice assolve.

Tutto questo succede centinaia di volte al giorno in centinaia di tribunali, di corti d’appello, di procure: si chiama amministrazione della giustizia; funziona così. I giudici studiano le carte, interrogano i testimoni, fanno perizie, ascoltano telefoni, insomma fanno il loro lavoro. E poi decidono. E speriamo che decidano bene, come in genere fanno. Qualche volta decidono male, si sbagliano; e il sistema (l’appello, la cassazione, il tribunale della libertà) prova a controllare gli errori. Magari poi il primo giudice non aveva sbagliato, anzi aveva proprio ragione, e sbaglia il secondo. Ma va bene così, quella che conta è l’ultima sentenza. E se è sbagliata? Beh, intanto non lo sappiamo se è sbagliata; e poi è l’ultima, questa è la legge, è questa quella che conta.

Qualcuno ha mai sentito i politici preoccuparsi della necessità delle riforme quando un assassino è stato assolto, un spacciatore scarcerato, un ladro acchiappato e messo in prigione su due piedi? Anzi, quale lassismo, quante pene miti! E la certezza della pena? Con tutti questi condannati e subito scarcerati? E le intercettazioni che hanno permesso di scoprire un intero clan dedito allo sfruttamento di tante povere ragazze violentate e buttate sulla strada? E la retata delle forze dell’ordine che ha arrestato 83 mafiosi e sequestrato un intero arsenale (esibito in bella fila sul tavolo della caserma)? Qui sì che lo Stato ha dato la sua risposta ai poteri criminali: una capillare indagine condotta da … coordinata da… ha permesso di smantellare etc. etc. Naturalmente a seguito di perquisizioni, sequestri, catture e … e intercettazioni.

Allora. Possibile che nessuno si chieda come mai la “riforma subito” sembra necessaria solo quando i delinquenti su cui si indaga o che si processa sono politici?
Voglio dire: magari una riforma è necessaria; per la verità io, che un poco me ne intendo, potrei indicare varie centinaia di riforme legislative, parecchie decine di assetti organizzativi da adottare domani, anzi oggi. Ma, prima di occuparsi di queste riforme (che ovviamente non hanno nulla a che fare con quelle che i politici illustrano con una sicurezza pari alla loro ignoranza), dovremmo chiederci perché l’idea della “riforma subito” gli viene sempre quando si tratta di un sindaco arrestato, di un onorevole iscritto nel registro degli indagati, di un ministro intercettato.

Il tormentone delle intercettazioni è un buon test che raccomando alla riflessione di tutti.
Allora: le intercettazioni si debbono fare per i reati di corruzione, peculato, concussione e in genere per i reati contro la pubblica amministrazione? Oppure no?.
Ma che razza di domanda è?
Il problema, semmai, dovrebbe essere: le intercettazioni servono per scoprire i reati e incastrare i colpevoli? Se si, allora si tratta di uno strumento di indagine che deve essere utilizzato sempre; se no, si tratta di un’attività inutile e costosa che dobbiamo abbandonare.
Una volta deciso che le intercettazioni sono uno strumento di indagine utile (non solo nemmeno Berlusconi ha mai detto che si tratta di uno strumento di indagine inutile; ma proprio il fatto che le vuole riservare ai reati di terrorismo e mafia dimostra che anche lui lo sa, che si tratta di strumenti di indagine necessari), porsi il problema dei reati per cui consentire le intercettazioni e di quelli per cui non consentirle significa solo decidere che alcuni reati li vogliamo scoprire e altri no.
Quindi, secondo i nostri politici, va bene scoprire terrorismo e mafia e mettere in prigione terroristi e mafiosi; ma scoprire corruttori, corrotti, falsificatori di bilanci, turbatori d’asta e metterli in prigione, questo no.

Mi pare di sentirli (come ci si abitua a tutto!): “Il punto è che le intercettazioni sono uno strumento invasivo della privacy e dunque solo in casi gravissimi si deve accettare che la vita privata delle persone venga violata. Quindi accettiamo malvolentieri questa aggressione all’intimità dei cittadini per reprimere reati gravissimi; ma non siamo disposti a pagare questo prezzo per reati come la corruzione e le sue sorelline”.

E già; quindi va bene intercettare le comunicazioni dei cittadini per il furto pluriaggravato (3 giovanotti che vanno a rubare le macchine parcheggiate sulla pubblica via – reato di cui agli artt. 110, 624, 625 n. 2 e 7 codice penale); va anche bene intercettare per il reato (una contravvenzione) di molestie (art. 660 codice penale); e poi va bene intercettare per una rapinetta alle poste o per lo spaccio di un centinaio di dosi di coca.

Però, ma che volete che sia una tangente, un finanziamento al partito, un appalto fatto vincere a un amico, un dirigente o un amministratore messo in qualche ente pubblico o sbattuto via da qualche ente pubblico. Robetta, non si può violare la privacy di tanti cittadini che hanno diritto alla tutela della loro vita privata etc. etc..

Ecco, se, prima di pensare alla “riforma della giustizia subito” si cominciasse a pensare “ma perché questi vogliono la “riforma della giustizia subito” solo in certi casi?”, si farebbe qualche passo avanti sulla strada, tanto per cominciare, del voto consapevole. Alle prossime elezioni...
Mah, mi sto spaventando da solo.

Fonte: http://www.chiarelettere.it/

23 febbraio 2009

GOD SAVE INTERNET


Le libertà in Internet sono in grave pericolo.

Qualora dovesse essere approvato un insieme di direttive,
in discussione al Parlamento Europeo, Internet cambierà così:

* non potrai più collegarti a Internet solo per aver condiviso un file;
* sarà possibile conoscere il contenuto del tuo traffico Internet;
* non potrai usare liberamente FTP, Skype, chat, p2p;
* sarà il tuo provider a scegliere quali siti web potrai visitare e quali no.

Caro cittadino della Rete,

il Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea ha infatti raggiunto un accordo politico su norme e direttive fortemente lesive dei diritti dei cittadini europei e dei consumatori. Tale regolamentazione è inclusa nel Pacchetto Telecom, un complesso sistema di cinque Direttive che influenzerà profondamente le leggi degli Stati Membri dell'Unione Europea, Italia inclusa, per molti anni a venire. L'accordo politico del Consiglio stravolge il contenuto del Pacchetto, che con voto democratico, e con l'appoggio della Commissione Europea, il Parlamento Europeo aveva approvato a larghissima maggioranza nel settembre 2008 con emendamenti che garantivano e tutelavano i diritti fondamentali dei cittadini e dei consumatori.

Il 19 febbraio il Parlamento Europeo darà inizio alla Seconda Lettura del Pacchetto Telecom, e se non avrà la forza di opporsi alla volontà del Consiglio dei Ministri, entro pochissimo tempo le leggi dei Paesi Membri dovranno obbligatoriamente adeguarsi con le seguenti conseguenze:

- sarà possibile disconnetterti dalla Rete sulla base di semplici indizi, raccolti da società private senza autorizzazione della magistratura, che facciano sospettare che tu abbia condiviso contenuti protetti da copyright. Il tuo fornitore di accesso Internet sarà obbligato a collaborare con le società private per fornire i tuoi dati, e sarà costretto a procedere alla sospensione del servizio. Non avrai diritto né alla difesa né ad un equo processo;

- il tuo fornitore di accesso sarà libero di filtrare contenuti, servizi e applicazioni a piacimento. Per fare solo un esempio fra i tanti possibili, diventerà lecito e legale bloccare Skype al fine di promuovere e costringerti ad acquistare un servizio VoIP a pagamento;

- il tuo fornitore potrà applicare "differenziazioni di tariffe", e farti pagare abbonamenti aggiuntivi per applicazioni e protocolli specifici, ad esempio per e-mail, FTP, newsgroups, chat, peer-to-peer ecc.; potrà inoltre liberamente decidere a quali siti web potrai accedere senza limitazioni, a quali potrai accedere con de-prioritizzazione del traffico (quindi con rallentamento nello scambio dati), e a quali non potrai accedere affatto;

- qualsiasi società privata, per generici scopi di sicurezza di rete, potrà intercettare, memorizzare a tempo indefinito, leggere e analizzare, tutti i dati che invii e che ricevi sulla Rete senza autorizzazione di alcun organismo governativo, inclusa la magistratura.

Per tutelare i tuoi diritti fondamentali, si è formata un'ampia coalizione europea che riunisce le più importanti associazioni in difesa dei diritti digitali e dei diritti dei consumatori. La coalizione comprende 16 organizzazioni non governative e associazioni che si battono per i diritti dei consumatori, con sedi in 22 Paesi Membri dell'Unione Europea e altri Paesi non Membri. Da settimane rappresentanti della coalizione stanno attivamente partecipando a Brussels al fine di tutelare i tuoi diritti. In Italia le organizzazioni che fanno parte della coalizione sono Altroconsumo, l'Istituto per le Politiche dell'Innovazione, NNSquad Italia e ScambioEtico.

ABBIAMO TUTTAVIA BISOGNO DEL TUO AIUTO, E NE ABBIAMO BISOGNO CON URGENZA.

Ti chiediamo di dedicare qualche minuto del tuo tempo per scrivere un'e-mail, e se ti è possibile telefonare, all'europarlamentare italiano che ritieni ti possa meglio rappresentare in Parlamento Europeo, al fine di sensibilizzarlo sui gravi rischi che il Pacchetto Telecom arrecherà a Internet e a i tuoi diritti fondamentali, fra i quali la libertà di espressione, di informazione, il diritto alla difesa e a un equo processo, e il diritto alla privacy. Se ti è possibile, ti chiediamo di sensibilizzare i tuoi familiari, conoscenti e amici, e se ti capita di scrivere in Internet, di informare tramite interventi nei forum e nei blog.

Se sei un blogger o un giornalista e ne vuoi sapere di più, non esitare a contattare il Portavoce di ScambioEtico Paolo Brini

Ti forniamo il LINK per reperire le e-mail e il numero di telefono di tutti gli europarlamentari italiani, al fine di farti scegliere quello che ritieni più coerente con le tue idee. Ti forniamo il link al PDF della lettera aperta della coalizione, indirizzata al Parlamento Europeo e a tutti i suoi Membri, in modo da darti tutti i riferimenti normativi che delineano quanto è stato sopra affermato. Per qualsiasi richiesta o necessità, non esitare a leggere e a scrivere in questo forum LINK, che rimarrà sempre aperto e fornirà supporto nonché aggiornamenti sulla Seconda Lettura del Pacchetto Telecom.
Infine, ti forniamo anche una proposta di lettera, che potrà darti lo spunto, se ne avessi bisogno, per cosa scrivere e dire.

"Gentilissimo On. , vorrei richiamare la Sua attenzione su alcune serie preoccupazioni che nutro nei confronti del Pacchetto Telecom, che sta per entrare nello stadio di Seconda Lettura al Parlamento Europeo.Le mie preoccupazioni si riferiscono agli articoli relativi a Internet nel Pacchetto Telecom, e che metteranno a repentaglio sia i benefici economici che Internet sta portando all'Europa, sia i diritti fondamentali quali la privacy e la libertà di espressione. Io desidero poter accedere a qualsiasi sito web o servizio Internet, alla velocità più elevata per la quale sono disposto a pagare. Non voglio che che gli operatori di rete scelgano per me quali siti web e quali servizi e applicazioni posso utilizzare. Voglio essere in grado di sperimentare nuove applicazioni e protocolli senza dover preventivamente chiedere il permesso agli operatori di rete, e non voglio che il traffico che genero e i contenuti ai quali voglio accedere siano bloccati o limitati dagli operatori di rete. Pretendo inoltre il rispetto della mia privacy, in conformità a quanto specificato dallo European Data Protection Supervisor e ribadito dallo stesso in data 09 gennaio 2009. Mi riferisco specificamente ai seguenti articoli del Pacchetto Telecom [1] e [2], i quali: 1. permetteranno il filtraggio di contenuti, applicazioni e servizi - Direttiva Servizi Universali, Articolo 22(3), 2. consentiranno di applicare un rifiuto di accesso a materiale on-line protetto da copyright attraverso tentativi di imposizione, anche quando tale accesso è legale, per mezzo della "cooperazione" fra fornitori di accesso e "i settori interessati alla promozione di contenuto legale" - Direttiva Servizi Universali, Articoli 33(3), 20(1.b.1), 21(4a); e Direttiva Quadro, Articolo 8(4g), 3. minacceranno la privacy attraverso la memorizzazione e l'elaborazione dei dati personali per "motivi di sicurezza" - Direttiva sulla Privacy nel settore delle comunicazioni elettroniche, Articolo 6(7). Allo stesso tempo, 1. sono state rimosse le protezioni per gli utenti contro le pratiche discriminatorie, le sanzioni sproporzionate e le restrizioni inique di servizio - Direttiva Quadro Articolo 8 (4g) e Direttiva servizi universali Articolo 32a; 2. sono stati indeboliti i controlli regolatori sulle attività dei fornitori di servizio, che proteggerebbero contro pratiche inique, restrittive o discriminatorie - Direttiva servizi universali, Articolo 22(3). In qualità di Suo elettore, Le chiedo pertanto di opporsi a [2]: * Direttiva Servizi Universali o Articolo 22(3); o Articolo 33(3); o Articolo 20(1.b.1); o Articolo 21 (4a); * Direttiva sulla Privacy nel settore delle comunicazioni elettroniche o Articolo 6(7) come da raccomandazioni EDPS (European Data Protection Supervisor) del 09 gennaio 2009 [4] e Le chiedo di sostenere [3]: * Direttiva Quadro o Articolo 8.4(ga) (Emendamento 138) * Direttiva Servizi Universali o Art. 32a (Emendamento 166) Confidando in un Suo appoggio verso i diritti fondamentali dei cittadini europei, Le porgo distinti saluti
Potete trovare gli indirizzi mail a questo link.

Indice dei collegamenti:

E mail di Paolo Brini
-per ragioni di privacy riferirsi all'articolo originale in scambioetico.org
E-mail e il numero di telefono di tutti gli europarlamentari italiani
-per ragioni di timore della privacy esercitata in modo "ricattatorio e vessatorio" riferirsi all'articolo originale in scambioetico.org
Indirizzo per il pdf della lettera aperta
http://www.scambioetico.org/Telecom_package_italian.pdf
Indirizzo al Forum di scambioetico.org
http://www.scambioetico.org/index.php?board=31.0

Fonte: http://velenosereno.blogspot.com/2009/02/vogliono-uccidere-internet.html
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