15 febbraio 2017
Decodex: la Censura ai tempi del Web
In Francia è arrivato il "Decodex": uno strumento che pretende di distinguere il bene dal male e la verità dalla menzogna, avrebbe potuto inventarlo Orwell e per il Ministero della Verità del Grande Fratello sarebbe stata una manna dal cielo! Invece è Le Monde che offre questo "servizio" al cittadino-lettore ipoteticamente "perso" nella giungla di informazioni del web (sic). Grazie a quest'arma informatica chiamata Decodex, può identificare e distinguere la buona verità giornalistica dalla cattiva propaganda.
A prima vista quest'idea potrebbe sembrare lodevole, ma una riflessione più approfondita solleva molte perplessità e la domanda nasce spontanea: chi controlla i controllori? O meglio chi verifica i verificateur?
Concretamente, Decodex si presenta come un motore di ricerca, si digita l'indirizzo di un sito e questa bocca della verità (sic) dice se è affidabile o diffonde false notizie. Ci sono già estensioni disponibili per Chrome e Firefox e anche per reti sociali come Facebook e Twitter. A partire dal 2 febbraio, 600 siti, per lo più francesi, saranno valutati da un motore di ricerca attraverso un sistema di bollini colorati che ne sentenziano l'affidabilità: grigio per i siti pubblici come Wikipedia, blu per i siti parodia, rosso per i siti "non del tutto affidabili, complottisti o fuorvianti", arancione per i siti "inaffidabili o altamente orientati", verde per i siti "molto affidabili". Un modo con cui si vuole classificare la loro nocività per l'informazione.
A prima vista quest'idea potrebbe sembrare lodevole, ma una riflessione più approfondita solleva molte perplessità e la domanda nasce spontanea: chi controlla i controllori? O meglio chi verifica i verificateur?
Concretamente, Decodex si presenta come un motore di ricerca, si digita l'indirizzo di un sito e questa bocca della verità (sic) dice se è affidabile o diffonde false notizie. Ci sono già estensioni disponibili per Chrome e Firefox e anche per reti sociali come Facebook e Twitter. A partire dal 2 febbraio, 600 siti, per lo più francesi, saranno valutati da un motore di ricerca attraverso un sistema di bollini colorati che ne sentenziano l'affidabilità: grigio per i siti pubblici come Wikipedia, blu per i siti parodia, rosso per i siti "non del tutto affidabili, complottisti o fuorvianti", arancione per i siti "inaffidabili o altamente orientati", verde per i siti "molto affidabili". Un modo con cui si vuole classificare la loro nocività per l'informazione.
14 febbraio 2017
Il più grande trafficante della storia lavorava per la CIA
Il figlio di Escobar: “I segreti che mio padre non mi ha mai raccontato”
Ciò che si scopre nel mio libro è che mio padre lavorava per la CIA, vendendo cocaina i cui proventi servivano a finanziare la lotta anticomunista in tutto il Centroamerica. Questo fatto colloca la figura di mio padre in un contesto storico differente, dove alcuni pezzi si iniziano a incastrare”ha rivelato il figlio del più famoso e potente narcotrafficante della storia mondiale, Pablo Escobar, noto e reso popolare da serie televisive e film come “El patrón del mal” (Il padrone del male), in un’intervista esclusiva rilasciata per presentare il suo nuovo libro “Pablo Escobar, in fraganti”, dove racconta i brutali omicidi commessi da suo padre in Colombia, inclusi magistrati, agenti di polizia e politici che lottavano contro il crimine organizzato di quel paese e contro la corruzione.
Juan Pablo Escobar, conosciuto con il nome di Juan Sebastián Marroquín fino al 2009, quando decise di pubblicare il suo primo libro su suo padre, leader del cartello di Medellín di Colombia, ed il mafioso più importante di Sudamerica, legato alla mafia siciliana e calabrese negli anni 80, ha asserito che suo padre lavorava per la CIA, finanziando la “lotta anticomunista” in Centroamerica di questo organismo.
13 febbraio 2017
E ne rimasero due: Angela Merkel e Mario Draghi
Si deteriora, giorno dopo giorno, il quadro generale in Europa: senza la morfina iniettata dalla Banca Centrale Europea, i mercati finanziari sarebbero in preda a convulsioni peggiori del 2012. L’amministrazione Trump si è saldata con le forze e populiste europee e, sebbene da Washington siano piovuti duri attacchi contro la Germania ed i suoi saldi commerciali record, persino i nazionalisti tedeschi, i falchi della CDU-CSU, viaggiano sulla stessa lunghezza d’onda della Casa Bianca. In questo nuovo contesto solo due superstiti del vecchio establishment liberal, Angela Merkel e Mario Draghi, oppongono ancora resistenza al processo di euro-dissoluzione. Difficilmente riusciranno però a salvarsi dalla manovra a tenaglia messa in campo dalla Casa Bianca e dal “gruppo di Coblenza”.
Coblenza all’attacco, con la benedizione di Donald Trump
Le tensioni dentro l’eurozona hanno raggiunto il livello di guardia: il mercato europeo dei capitali è congelato, il denaro in fuga verso “l’area marco”, il settore bancario dell’Europa meridionale vacilla, le finanze pubbliche in evidente stress, le agenzie di rating declassano senza sosta i titoli di Stato. Molti investitori scommettono ormai sull’implosione della moneta unica. La cancelliera Angela Merkel, il proconsole europeo dell’oligarchia finanziaria, annuncia una contromossa, il colpo d’ala per uscire dal pantano in cui sta sprofondando l’euro: l’Europa a due velocità, ossia un nocciolo di Paesi che procede con l’integrazione fiscale e politica.
11 febbraio 2017
Il re €uro è nudo
Le recenti dichiarazioni di Draghi e della Merkel in merito all'assetto economico europeo aprono a cambiamenti giudicati impensabili fino a poco fa. L'impressione è che il vento stia veramente cambiando e che anche l'euro non sia più così irreversibile.
Euro: finalmente comincia a smuoversi qualcosa. Sono degne di nota le parole di Mario Draghi in risposta all’interrogazione di due europarlamentari M5S per quanto riguarda la questione uscita dell’Italia dalla moneta unica. Ma ancora di più le recenti parole di Angela Merkel che di fatto aprono ad un’Europa a due velocità, ovvero un’Europa in cui alcuni paesi potrebbero non essere tenuti ad un’integrazione completa. Queste dichiarazioni si innestano sulla recente uscita di Peter Navarro, numero uno del Consiglio Nazionale per gli Scambi Commerciali della Casa Bianca, che ha palesato quel che era evidente da tempo, cioè che la Germania sta sfruttando un euro esageratamente sottovalutato per sfruttare i suoi partner commerciali, compresi gli States.
Euro: finalmente comincia a smuoversi qualcosa. Sono degne di nota le parole di Mario Draghi in risposta all’interrogazione di due europarlamentari M5S per quanto riguarda la questione uscita dell’Italia dalla moneta unica. Ma ancora di più le recenti parole di Angela Merkel che di fatto aprono ad un’Europa a due velocità, ovvero un’Europa in cui alcuni paesi potrebbero non essere tenuti ad un’integrazione completa. Queste dichiarazioni si innestano sulla recente uscita di Peter Navarro, numero uno del Consiglio Nazionale per gli Scambi Commerciali della Casa Bianca, che ha palesato quel che era evidente da tempo, cioè che la Germania sta sfruttando un euro esageratamente sottovalutato per sfruttare i suoi partner commerciali, compresi gli States.
10 febbraio 2017
Anch’io sono stata stigmatizzata come nemica dello Stato
"Ricordandomi della fuga precipitosa dalla nostra amata Argentina liberale penso a Yakub Abu Al Kiyan partendo nella sua macchina, forse per evitare di vedere la sua casa nuovamente demolita" Ana Camusso
Questa idea fu inventata dalla giunta militare al potere e un numero incredibile di gente di lo credette. La giunta rappresentava la chiesa e gli imprenditori benestanti. Loro avevano numerosi privilegi, ai quali non erano disposti a rinunciare.
Ero un’adolescente quando iniziai a capire che il mio paese aveva stigmatizzato me e la mia famiglia come nemici. Anche se nessuno ci aveva puntato il dito addosso o ne parlava, era talmente evidente che nel corso di un anno fui costretta ad errare di casa in casa, alla ricerca di un rifugio.
Il regime militare in Argentina fu appoggiato dalla maggioranza della popolazione. Molti offrirono i loro servizi per aiutare la distruzione totale della democrazia del paese, che già era fragile. Il supporto principale proveniva dall’oligarchia e dai media che accettavano tutte le menzogne del regime. Per loro le persone come i miei genitori rappresentavano le forze del male. Furono trattati come se fossero agenti di governi stranieri con l’obiettivo di trasformare l’Argentina in uno stato comunista e laico.Questa idea fu inventata dalla giunta militare al potere e un numero incredibile di gente di lo credette. La giunta rappresentava la chiesa e gli imprenditori benestanti. Loro avevano numerosi privilegi, ai quali non erano disposti a rinunciare.
Cosa intendeva Cedric Robinson con "Capitalismo Razziale"?
Questo articolo è un'introduzione alla nuova stampa del Boston Review, Forum I, intitolata Race Capitalism Justice. Ispirata al lavoro di Cedric Robinson sul capitalismo razziale, questo argomento è un manuale fondamentale per la giustizia razziale nell'epoca di Trump.
Di Robin KelleyBoston Review
La morte di Cedric J. Robinson quest'estate all'età di settantacinque anni è passata quasi inosservata. L'emerito professore di scienze politiche e studi sui neri, presso l'Università della California, Santa Barbara, e forse uno dei teorici politici più originali della sua generazione, nessuno dei principali giornali degli Stati Uniti ha considerato che la morte di Robinson meritasse un singolo paragrafo. Anche se evitò deliberatamente i rischi della celebrità intellettuale, la sua influenza fu più grande di quanto probabilmente lui immaginava. Attualmente le insurrezioni dei neri contro la violenza dello stato e le incarcerazioni di massa chiedono la fine del "capitalismo razziale" e ritengono che il loro lavoro è parte di una "tradizione radicale nera", termini associati al lavoro di Robinson.
Il Dio €uro e Draghi l'Anticristo
«La moneta unica è irrevocabile. La questione dell’uscita non è contemplata dal Trattato»
Il 24 gennaio scorso davamo conto della notizia lanciata da Reuter, ovvero di questa affermazione di Mario Draghi : «Se un paese dovesse lasciare l’Eurosistema, i crediti o le passività della sua banca centrale nazionale verso la BCE dovrebbero essere risolti in toto». Notizia rilevantissima poiché, pur minacciando rappresaglia e sfracelli, [1] Draghi, per la prima volta, si lasciò scappare il concetto che dall'eurozona, com'è ovvio, si possa uscire.
"Altolà! Ho detto una cazzata!".
Questo il senso della rettifica compiuta da Draghi il 5 febbraio davanti al comitato Affari economici e monetari del Parlamento europeo. Ecco le parole testuali: "La mia risposta era una risposta a una domanda tecnica basata su assunzioni non previste dal trattato. L’euro è irrevocabile".
Rimosso il lapsus Draghi ha quindi ribadito ciò che affermò il 7 maggio 2015: «L' Euro è irreversibile. L’uscita non è prevista dai trattati».
Il 24 gennaio scorso davamo conto della notizia lanciata da Reuter, ovvero di questa affermazione di Mario Draghi : «Se un paese dovesse lasciare l’Eurosistema, i crediti o le passività della sua banca centrale nazionale verso la BCE dovrebbero essere risolti in toto». Notizia rilevantissima poiché, pur minacciando rappresaglia e sfracelli, [1] Draghi, per la prima volta, si lasciò scappare il concetto che dall'eurozona, com'è ovvio, si possa uscire.
"Altolà! Ho detto una cazzata!".
Questo il senso della rettifica compiuta da Draghi il 5 febbraio davanti al comitato Affari economici e monetari del Parlamento europeo. Ecco le parole testuali: "La mia risposta era una risposta a una domanda tecnica basata su assunzioni non previste dal trattato. L’euro è irrevocabile".
Rimosso il lapsus Draghi ha quindi ribadito ciò che affermò il 7 maggio 2015: «L' Euro è irreversibile. L’uscita non è prevista dai trattati».
9 febbraio 2017
Le trame di Re Giorgio intercettato al telefono col banchiere inquisito
Se qualcuno ancora pensava che Giorgio Napolitano fosse stato arbitro e garante imparziale della vita democratica del paese, la smentita - persino brutale nella sua chiarezza - arriva da una raffica di intercettazioni della Guardia di finanza.
La voce di Napolitano è nei file audio, le sue parole trascritte nei brogliacci. E questa volta non potranno venire distrutte o cancellate, come Napolitano pretese e ottenne quando a intercettarlo furono i pm palermitani dell'inchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia.
Nessuna immunità, stavolta: uno scoop di Panorama rende di pubblico dominio quanto senza clamori era stato depositato agli atti di una inchiesta. E che inchiesta: l'indagine della Procura di Bergamo sui trucchi e le bugie che Giovanni Bazoli, il più importante banchiere italiano, presidente emerito di Banca Intesa, avrebbe messo in atto per indirizzare a suo piacimento la vita di Ubi Banca, il gruppo bancario nato dagli accordi tra finanza bresciana e bergamasca. Di queste manovre si è parlato ampiamente nel novembre scorso, quando i pm bergamaschi hanno comunicato a Bazoli e altri 38 indagati la chiusura delle indagini per ostacolo alla vigilanza della Banca d'Italia e illecita influenza sull'assemblea.
La voce di Napolitano è nei file audio, le sue parole trascritte nei brogliacci. E questa volta non potranno venire distrutte o cancellate, come Napolitano pretese e ottenne quando a intercettarlo furono i pm palermitani dell'inchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia.
Nessuna immunità, stavolta: uno scoop di Panorama rende di pubblico dominio quanto senza clamori era stato depositato agli atti di una inchiesta. E che inchiesta: l'indagine della Procura di Bergamo sui trucchi e le bugie che Giovanni Bazoli, il più importante banchiere italiano, presidente emerito di Banca Intesa, avrebbe messo in atto per indirizzare a suo piacimento la vita di Ubi Banca, il gruppo bancario nato dagli accordi tra finanza bresciana e bergamasca. Di queste manovre si è parlato ampiamente nel novembre scorso, quando i pm bergamaschi hanno comunicato a Bazoli e altri 38 indagati la chiusura delle indagini per ostacolo alla vigilanza della Banca d'Italia e illecita influenza sull'assemblea.
7 febbraio 2017
"Non cambio idea a causa della Le Pen"
La mia prima manifestazione, oltre cinquanta anni fa, fu contro la guerra degli USA in Vietnam e uno di primi slogan che ho gridato era: fuori l'Italia dalla NATO, fuori la NATO dall'Italia. Non ho mai cambiato idea e non la cambio ora che la candidata presidenziale della destra francese, Marie Le Pen, propone la stessa scelta per il suo paese. Questo non mi fa paura, anzi.
Il no alla NATO in Europa è stato sempre una discriminante nel mondo della sinistra. Quelle moderate, socialdemocratiche, di governo, son sempre state schierate con gli Stati Uniti e l'Alleanza Atlantica. Quelle radicali, comuniste, di opposizione, erano contro.
Lo stesso – anche se la memoria storica ricostruita dalle élites ora ha cancellato questa realtà – avveniva contro l'Euro e la sua creatura: l'Unione Europea. Nel 1979 il PCI di Enrico Berlinguer dichiarò la crisi della politica di unità nazionale con la DC, partendo dal no a due decisioni che avrebbero cambiato la storia del continente: l'istituzione dello SME, il sistema europeo di cambi quasi fissi che preparava l'Euro, e l'installazione di una nuova generazione di missili in Europa Occidentale, missili puntati contro l'Unione Sovietica.
Le motivazioni con le quali allora i comunisti italiani rifiutarono quelle due scelte potrebbero essere usate oggi contro i guasti della moneta unica e contro la folle decisione della NATO di espandersi aggressivamente fino ai confini della Russia.
Lo stesso – anche se la memoria storica ricostruita dalle élites ora ha cancellato questa realtà – avveniva contro l'Euro e la sua creatura: l'Unione Europea. Nel 1979 il PCI di Enrico Berlinguer dichiarò la crisi della politica di unità nazionale con la DC, partendo dal no a due decisioni che avrebbero cambiato la storia del continente: l'istituzione dello SME, il sistema europeo di cambi quasi fissi che preparava l'Euro, e l'installazione di una nuova generazione di missili in Europa Occidentale, missili puntati contro l'Unione Sovietica.
Le motivazioni con le quali allora i comunisti italiani rifiutarono quelle due scelte potrebbero essere usate oggi contro i guasti della moneta unica e contro la folle decisione della NATO di espandersi aggressivamente fino ai confini della Russia.
Catania si mobilita contro il prossimo G7 a Taormina
Il 26 e 27 maggio Taormina ospiterà il G7, la riunione dei capi di stato e di governo delle sette maggiori potenze mondiali (Usa, Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna e Italia).
Il G7 periodicamente traccia le linee intervento e di coordinamento macroeconomico dei maggiori stati capitalistici, guidati dagli USA, sulla scena mondiale che determinano, concretamente, per tutti i popoli del pianeta guerre, oppressione, diseguaglianze sociali, devastazione ambientale, razzismo.
La scelta di una città siciliana conferma il ruolo chiave che la nostra isola ha assunto: piattaforma aggressiva di valore globale delle forze USA e Nato (MUOS, Sigonella ed una capillare rete di basi militari, da Augusta a Pantelleria), macabro scenario dei risultati delle miopi politiche, europee e nazionali, d’immigrazione (proliferazione di tipologie di accoglienza degradanti, Hot Spot, CARA di Mineo, CIE), oggetto di devastanti scelte ambientali (trivellazioni, ciclo dei rifiuti, grandi impianti inquinanti, smaltimento del polverino dell’ILVA di Taranto a Melilli).
La riunione del G7 avviene inoltre in una fase in cui l’Italia è una preda ambita della grande speculazione internazionale favorita dalle antipopolari scelte economiche degli ultimi governi.
Il G7 periodicamente traccia le linee intervento e di coordinamento macroeconomico dei maggiori stati capitalistici, guidati dagli USA, sulla scena mondiale che determinano, concretamente, per tutti i popoli del pianeta guerre, oppressione, diseguaglianze sociali, devastazione ambientale, razzismo.
La scelta di una città siciliana conferma il ruolo chiave che la nostra isola ha assunto: piattaforma aggressiva di valore globale delle forze USA e Nato (MUOS, Sigonella ed una capillare rete di basi militari, da Augusta a Pantelleria), macabro scenario dei risultati delle miopi politiche, europee e nazionali, d’immigrazione (proliferazione di tipologie di accoglienza degradanti, Hot Spot, CARA di Mineo, CIE), oggetto di devastanti scelte ambientali (trivellazioni, ciclo dei rifiuti, grandi impianti inquinanti, smaltimento del polverino dell’ILVA di Taranto a Melilli).
La riunione del G7 avviene inoltre in una fase in cui l’Italia è una preda ambita della grande speculazione internazionale favorita dalle antipopolari scelte economiche degli ultimi governi.
6 febbraio 2017
Il Colonialismo di oggi si chiama Globalizzazione
Forse il primo compito di un pensiero autenticamente critico dovrebbe consistere oggi nel favorire la deglobalizzazione dell’immaginario. Impiego questa formula – “deglobalizzazione dell’immaginario” – richiamandomi a Serge Latouche, che ha parlato a più riprese di “decolonizzazione dell’immaginario”: su questo punto, condivido la sua prospettiva, precisando però che oggi il nuovo colonialismo si chiama globalizzazione.
È, per così dire, il “colonialismo 2.0”: con cui si coartano tutti i popoli del pianeta all’inclusione neutralizzante del modello unico liberal-libertario globalista. Si tratta – come ho detto – di una “inclusione neutralizzante”, giacché la mondializzazione include e insieme neutralizza: include, giacché tutto riassorbe e nulla lascia fuori di sé (ciò che ancora non è incluso è diffamato come antimoderno, reazionario, populista, totalitario, ecc.); e neutralizza, perché, nell’atto stesso con cui annette, disarticola le specificità plurali dei costumi, delle culture, delle lingue. Le sacrifica sull’altare livellante del modello unico classista e reificante del consumatore individuale e senza radici, anglofono e senza identità.
5 febbraio 2017
L’€uropa propone “Restrizioni per i pagamenti in contanti”
Dopo l’esperimento dell’India, la Commissione Europea sta portando avanti un’iniziativa per limitare l’uso del contante nell’Unione, adducendo come motivazione la lotta alla criminalità e al terrorismo. Peccato che i dati mostrino che non c’è relazione tra imposizione di banconote di taglio basso e bassa criminalità: anzi, è vero il contrario. L’iniziativa si pone nel solco della più ampia “guerra al contante” che l’élite finanziaria mondiale sta conducendo a una velocità che non si sarebbe immaginata; benché sia basata sulla menzogna di voler combattere la criminalità, il suo obiettivo è in realtà quello di abolire l’anonimato nei pagamenti e di controllare completamente i flussi di denaro, con una limitazione di stampo orwelliano alla libertà e ai diritti fondamentali dei cittadini. Tyler Durden - ZeroHedge.
Dopo avere interrotto la produzione di banconote da 500 euro, sembra che l’Europa si stia dirigendo verso il sogno utopico di una società senza contanti. Pochi giorni dopo che l’élite di Davos ha discusso il motivo per cui il mondo ha bisogno di “sbarazzarsi della moneta”, la Commissione europea ha presentato una proposta per varare “restrizioni ai pagamenti in contanti”.
Dopo avere interrotto la produzione di banconote da 500 euro, sembra che l’Europa si stia dirigendo verso il sogno utopico di una società senza contanti. Pochi giorni dopo che l’élite di Davos ha discusso il motivo per cui il mondo ha bisogno di “sbarazzarsi della moneta”, la Commissione europea ha presentato una proposta per varare “restrizioni ai pagamenti in contanti”.
La violenza carceraria in Brasile: il Primeiro Comando da Capital
Il 2 Gennaio scorso, nel carcere Anisio Jobim di Manaus, nel nord amazzonico del Brasile, uno dei più importanti centri di detenzione di un sistema carcerario inumano ai limiti dell’immaginabile[1], si è consumato un massacro: sessanta detenuti sono morti, con scene al limite di un film horror: corpi decapitati gettati fuori dalle finestre, cadaveri fatti a pezzi messi dentro carrelli della spesa.
Si tratta dell’ultimo episodio di una lunga scia di massacri dentro gli istituti penitenziari del Paese, che ha aggiunto ad una storia di sangue fra poliziotti e detenuti, e fra bande diverse di detenuti, un nuovo capitolo particolarmente efferato, tale capitolo si chiama Primeiro Comando da Capital (PCC). Si tratta di una organizzazione criminale con velleità politiche, nata proprio dalle durissime condizioni carcerarie e dalle grandi ingiustizie che si consumano dentro le galere brasiliane. E’ del 1992 il massacro del carcere di Carandiru. A seguito di una sommossa carceraria, la polizia militare dello Stato di San Paolo entra nel carcere ed ammazza 111 detenuti, spesso anche chi si vuole arrendere o si rifugia nelle celle. Il successivo processo contro i responsabili si risolve in una bolla di sapone, e nel 2002, come a voler cancellare tutto, la prigione viene demolita.
2 febbraio 2017
Draghi: "Che l’Italia esca pure dall’euro purchè paghi"
Per la prima volta il Presidente della BCE, naturalmente non in modo esplicito come si evince dal titolo ma con un frasario non equivocabile, ci dice – secondo l’agenzia Reuters – che dalla gabbia dell’euro si può uscire purché si saldino i conti.
E’ un fatto nuovo. Mario Draghi aveva sempre respinto un piano B. Dall’euro non si poteva uscire. Ma non è un pacifico invito ad uscire. Il conto da saldare infatti è di 357milardi di euro 1). Un saldo che- a mio giudizio – sarebbe legittimo moralmente non pagare in quanto tale debito, così come il disastro dei conti pubblici e dell’economia italiana, è opera in primo luogo di trattati fraudolenti funzionali ad alcune regioni d’Europa e penalizzanti per altre, ed in secondo luogo per l’uso manipolatorio dell’euro da parte della Germania.
E’ un fatto nuovo. Mario Draghi aveva sempre respinto un piano B. Dall’euro non si poteva uscire. Ma non è un pacifico invito ad uscire. Il conto da saldare infatti è di 357milardi di euro 1). Un saldo che- a mio giudizio – sarebbe legittimo moralmente non pagare in quanto tale debito, così come il disastro dei conti pubblici e dell’economia italiana, è opera in primo luogo di trattati fraudolenti funzionali ad alcune regioni d’Europa e penalizzanti per altre, ed in secondo luogo per l’uso manipolatorio dell’euro da parte della Germania.
"L’euro conviene alla Germania. Ecco perché ci restiamo dentro”
Così Theo Wagel, ministro delle finanze di Helmut Kohl . “Con un’uscita dall’euro e un taglio netto dei debiti la crisi interna italiana finirebbe di colpo 2) . L’ex ministro ci dice in fondo una cosa ovvia. Qualora la Germania non fosse coperta dall’euro, il marco avrebbe un apprezzamento del 20/30% che comporterebbe crisi dell’esportazione, dell’occupazione, del bilancio nazionale. La lira, con la svalutazione, creerebbe condizioni favorevoli per le esportazioni, per gli investimenti …
Così Theo Wagel, ministro delle finanze di Helmut Kohl . “Con un’uscita dall’euro e un taglio netto dei debiti la crisi interna italiana finirebbe di colpo 2) . L’ex ministro ci dice in fondo una cosa ovvia. Qualora la Germania non fosse coperta dall’euro, il marco avrebbe un apprezzamento del 20/30% che comporterebbe crisi dell’esportazione, dell’occupazione, del bilancio nazionale. La lira, con la svalutazione, creerebbe condizioni favorevoli per le esportazioni, per gli investimenti …
1 febbraio 2017
Rosa Luxemburg, la rosa rossa del socialismo
Spada e fiamma della rivoluzione, il suo nome sarà inciso nei secoli come una delle più grandi e famose figure del socialismo internazionale.
Mehring disse una volta che la Luxemburg era “la più geniale discepola di Karl Marx”. Brillante teorica marxista e acuta polemista, come agitatrice di massa riusciva a commuovere le grandi masse operaie. Una delle sue parole d’ordine preferite era “primo, l’azione”; era dotata di una forza di volontà trascinatrice. Una donna che ruppe con tutti gli stereotipi che all'epoca ci si aspettava da lei, che visse intensamente la sua vita personale e politica.
Rosa Luxemburg
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Mehring disse una volta che la Luxemburg era “la più geniale discepola di Karl Marx”. Brillante teorica marxista e acuta polemista, come agitatrice di massa riusciva a commuovere le grandi masse operaie. Una delle sue parole d’ordine preferite era “primo, l’azione”; era dotata di una forza di volontà trascinatrice. Una donna che ruppe con tutti gli stereotipi che all'epoca ci si aspettava da lei, che visse intensamente la sua vita personale e politica.
Era molto piccola quando la sua famiglia traslocò dal paese di Zamosc a Varsavia, dove passerà la sua infanzia. Rozalia soffre di una malattia all'anca, mal diagnosticata, che la lascia convalescente per un anno a le produce una lieve zoppia che durerà per tuta la sua vita. Appartenente ad una famiglia di commercianti, sente nella propria carne il peso della discriminazione, come ebrea e come polacca nella Polonia russificata.
Non la Nato, ma la sinistra è «obsoleta»
Autorevoli voci della sinistra europea si sono unite alla protesta anti-Trump «No Ban No Wall», in corso negli Stati uniti, dimenticando il muro franco-britannico di Calais in funzione anti-migranti, tacendo sul fatto che all’origine dell’esodo di rifugiati ci sono le guerre a cui hanno partecipato i paesi europei della Nato. Si ignora il fatto che negli Usa il bando blocca l’ingresso di persone provenienti da quei paesi – Iraq, Libia, Siria, Somalia, Sudan, Yemen, Iran – contro cui gli Stati uniti hanno condotto per oltre 25 anni guerre aperte e coperte: persone alle quali sono stati finora concessi i visti d’ingresso fondamentalmente non per ragioni umanitarie, ma per formare negli Stati uniti comunità di immigrati (sul modello di quella dei fuoriusciti cubani anti-castristi) funzionali alle strategie Usa di destabilizzazione nei loro paesi di origine.
L'intreccio tra razza e classe
Convinti che l'elezione di un presidente nero avesse finalmente inaugurato una società post-razziale, opinionisti e leader politici statunitensi avevano messo in pensione l'accusa di razzismo dal discorso pubblico.
Con la maggior parte delle porte aperte di club privati e quartieri bene alle élite afro-americane, con celebrità, eroi dello sport e dello spettacolo di colore ampiamente accettate dai bianchi, le barriere razziali - ci avevano detto - erano cosa del passato.
Barack Obama fece molto durante la sua presidenza per evidenziare questa immagine, evitando sistematicamente qualsiasi allusione a modelli di ingiustizia o intolleranza razziale.
E quando la violenza razzista della polizia, inizialmente ignorata, è stata portata alla ribalta dalla denuncia inequivocabile delle onnipresenti videocamere e telefoni cellulari, i media e i leader politici l'hanno respinta come aberrante o legalmente ambigua.
Il presidente Obama ad aprile di quest'anno, tenendo una lezione ai giovani sul valore della pazienza e dell'incrementalismo a Londra [a proposito dell'allora eventuale Brexit, ndt], ha cercato di minimizzare la questione: "Non si può solo continuare a urlare", osservazione indirizzata al portavoce di Black Lives Matter, organizzazione statunitense contro la violenza della polizia.
Barack Obama fece molto durante la sua presidenza per evidenziare questa immagine, evitando sistematicamente qualsiasi allusione a modelli di ingiustizia o intolleranza razziale.
E quando la violenza razzista della polizia, inizialmente ignorata, è stata portata alla ribalta dalla denuncia inequivocabile delle onnipresenti videocamere e telefoni cellulari, i media e i leader politici l'hanno respinta come aberrante o legalmente ambigua.
Il presidente Obama ad aprile di quest'anno, tenendo una lezione ai giovani sul valore della pazienza e dell'incrementalismo a Londra [a proposito dell'allora eventuale Brexit, ndt], ha cercato di minimizzare la questione: "Non si può solo continuare a urlare", osservazione indirizzata al portavoce di Black Lives Matter, organizzazione statunitense contro la violenza della polizia.
31 gennaio 2017
“PLAN CONDOR”: Condannati solo alcuni assassini già in galera, assolti quelli liberi!
La terza Corte d’assise di Roma ha appena emesso la sentenza del processo contro alcuni degli esponenti
delle dittature civico-militari latino-americane degli anni ’70 e ’80, responsabili del “Plan Condor”. Come si
ricorderà il “Plan Condor”, con l’auspicio di Washington, fu il coordinamento delle dittature latinoamericane
(in particolare del Cile, Argentina e Uruguay) per la repressione e lo sterminio degli
oppositori politici. Grazie a questo criminale accordo, gli oppositori erano detenuti, interrogati,
torturati, e fatti scomparire nei diversi Paesi, da squadre “miste” delle forze della repressione latinoamericane.
La Procura di Roma ha condotto indagini interminabili, e lo stesso processo è durato 23 mesi e 61 udienze. Alla lettura della sentenza un silenzio assordante, le facce attonite dei familiari delle vittime, gli occhi pieni di lacrime e la tristezza di chi cerca verità e giustizia da più di 40 anni. Gli artigli del Condor sono arrivati anche a Roma e si è visto nella scandalosa sentenza per la morte di vittime di origine italiana: su 27 richieste di ergastolo per alcuni carnefici e protagonisti dell’orrore, la Corte ne ha concessi solo 8 (tutti già in prigione nei loro Paesi). Vergognosa l’assoluzione di ben diciannove imputati, la maggioranza uruguaiani.
La Procura di Roma ha condotto indagini interminabili, e lo stesso processo è durato 23 mesi e 61 udienze. Alla lettura della sentenza un silenzio assordante, le facce attonite dei familiari delle vittime, gli occhi pieni di lacrime e la tristezza di chi cerca verità e giustizia da più di 40 anni. Gli artigli del Condor sono arrivati anche a Roma e si è visto nella scandalosa sentenza per la morte di vittime di origine italiana: su 27 richieste di ergastolo per alcuni carnefici e protagonisti dell’orrore, la Corte ne ha concessi solo 8 (tutti già in prigione nei loro Paesi). Vergognosa l’assoluzione di ben diciannove imputati, la maggioranza uruguaiani.
30 gennaio 2017
Il Muro di Trump: Un simbolo contro la classe lavoratrice
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Costruire un muro in un territorio che ha una storia di occupazione, di corruzione e di criminalità senza confini, è coerente con la logica di una borghesia determinata a vedere una minaccia in tutto ciò che è alieno. Specialmente quando c'è di mezzo il colore della pelle, la lingua e una cultura stanca di subire umiliazioni. In questo muro di Trump si coagulano tutte le perversioni del razzismo e tutte le follie dell'imperialismo. Il suo prototipo più evidente è in Israele . Costerà 25 miliardi di dollari. E vogliono che lo paghi il popolo messicano. Questo è il vero "castigo".
È questa la logica delle "comunità chiuse", quelle che incantano la piccola borghesia, cosa che un magnate immobiliare sa gestire bene. Quel muro mette in evidenza le idee tanto care alla borghesia: "questo è mio", riafferma la "proprietà privata" e tiene lontano l'"altro". Chiarisce il concetto che "l'altro" è un "pericolo" e si cala in un ruolo di antidoto indelebile e simbolico,perché il mondo capisca da che parte sta il "potere". Quando il vero potere sta dalla parte del popolo ... anche se il popolo (per ora) questo non lo vede molto chiaramente.
Le braccia aperte di Shatila
Campo profughi di Shatila (Beirut), 12 gennaio 2016, Nena News – La finestra dell’ufficio di Abu Mujahed nel Children and Youth Center (CYC) affaccia su un cortile rettangolare delimitato da edifici fatiscenti. Su uno di essi, quello un po’ più alto, dominano i poster con i volti dei tre leader del Fronte popolare per la liberazione della Palestina.
LE IMMAGINI DICONO che questo angolo del campo profughi di Shatila, alla periferia sud di Beirut, ospita associazioni e strutture della sinistra palestinese. O forse era così fino a qualche anno fa. Tante cose sono cambiate qui, in Libano, nella regione. E molte altre sono rimaste le stesse in questo minuscolo campo palestinese che, assieme a quello di Sabra, ha legato il suo nome al massacro del 1982 (circa 3mila vittime). Di sicuro non sono migliorate le condizioni di vita di coloro che vi abitano e che da 70 anni sperano di tornare con figli e nipoti nella terra da cui fuggirono o che furono costretti a lasciare sotto la minaccia delle armi. E perciò si aggrappano con tutte le forze alla mai applicata risoluzione Onu 194, che sancisce il “diritto al ritorno” per i profughi palestinesi.
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