16 maggio 2016
Venezuela: prorogato lo stato d'emergenza per il pericolo concreto di un intervento straniero
Lo scorso 13 maggio, il Presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, ha prorogato per altri tre mesi lo stato d’emergenza. La proroga è stata decisa dopo le recenti dichiarazioni dell’ex Presidente della Colombia, Alvaro Uribe. Il 12 e 13 maggio all’Università “Dade College” di Miami, negli USA, si è svolto un incontro di leader mondiali di organizzazioni pubbliche, private e non profit, tra i quali alcuni coinvolto nello scandalo “Panama Papers”, come Jorge Arrizurieta, imprenditore cubano-statunitense sostenuto dalla famiglia Bush o l’ecuadoriano Guillermo Lasso.
Durante questo incontro l’ex presidente colombiano Alvaro Uribe (che ricordiamo nel 1991 era considerato dalla National Security USA il narcotrafficante n. 82 più ricercato al mondo) ha dichiarato, parole testuali: “Le forze armate democratiche siano poste al servizio dell'opposizione venezuelana”. Inoltre ha aggiunto che in Venezuela deve essere replicato il colpo di stato giuridico-parlamentare che in Brasile ha rimosso dal suo incarico per 180 giorni la Presidente eletta Dilma Rousseff.
Dopo queste dichiarazioni, il presidente Nicolas Maduro ha fatto vari annunci per proteggere la sicurezza nazionale da possibili interventi stranieri; inoltre ha colto l’occasione per comunicare nuovi provvedimenti contro la guerra economica che le oligarchie nazionali e internazionali stanno promovendo contro il Venezuela.
14 maggio 2016
Il Partito "Democratico" e Alvaro Uribe i principali sponsor internazionali dell'intervento in Venezuela
America Latina sott'attacco costante. Golpe più o meno morbidi contro tutti i paesi che hanno scelto una via indipendente e sovrana. In Brasile al potere attualmente c'è un (ex) informatore della CIA con il mandato chiaro di distruggere integrazione regionale e BRICS. L'altro paese al centro di guerra economica, mediatica e azioni sovversive è il Venezuela, cuore dell'emancipazione dell'America Latina dalle forze del male oligarchico-finanziarie che, contemporaneamente, in Europa vogliono imporre il TTIP.
Il presidente del Venezuela Nicolas Maduro ha confermato venerdì le nuove misure di emergenza "per affrontare il colpo di stato oligarchico e il sabotaggio finanziario internazionale". Si tratta di una proroga di altri 60 giorni di tempo per affrontare l'"assalto dell'oligarchia". Quell'assalto che ha appena messo fine alla democrazia in Brasile, vanificando oltre 50 milioni di voti.
9 maggio 2016
Paolo Borsellino, la sua ultima intervista censurata dalle TV
Berlusconi, Mangano, Dell' Utri, Riina, Provenzano, che brava gente...
Un commosso ringraziamento a Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, alle loro scorte e a tutti i morti ammazzati per avere cercato di combattere...
7 maggio 2016
Renzi sulle orme di Trump?
In arrivo nuovi lager per gli immigrati
Capitalismo e immigrazione sono due fenomeni strettamente connessi, e nessun analista serio potrebbe analizzarli separatamente: l’economia del nord del mondo costringe le popolazioni del “sud” del mondo ad abbandonare la loro terra d’origine per sfuggire (a) alla rapina delle proprie risorse e materie prime, perpetrate dalle multinazionali occidentali, e (b) alle continue guerre che le potenze imperialiste, capitanate dagli Usa, scatenano per soddisfare gli insaziabili appetiti delle classi dominanti.
L’Italia, come molti lettori sanno, è un paese aderente alla Nato quindi, volente o nolente, deve sottostare al sistema di “sicurezza” (meglio dire repressione e organizzazione della guerra imperialista) coordinato dall’imperialismo americano. Sarà per questo che la borghesia stracciona di casa nostra, supina nei confronti della lobby sionista e dei grandi uomini d’affari americani, ha dichiarato guerra ai migranti africani e magrebini che fuggono dalla miseria più nera; un gioco interno al capitalismo di cui questa classe dirigente inetta e fellona è in buona parte responsabile.
6 maggio 2016
TTIP: la «Nato economica»
Cittadini, enti locali, parlamenti, governi, interi Stati esautorati dalle scelte economiche, messe nelle mani di organismi controllati da multinazionali e gruppi finanziari, violando i diritti dei lavoratori, la tutela dell’ambiente e la sicurezza alimentare, demolendo servizi pubblici e beni comuni: per tali ragioni, espresse dalla Campagna Stop Ttip promotrice della manifestazione del 7 maggio a Roma, va respinto il «Partenariato transatlantico su commercio e investimenti» (Ttip), negoziato segretamente tra Usa e Ue.
A tali ragioni se ne aggiungono altre, di cui poco o niente si parla: quelle di carattere geopolitico e geostrategico, che rivelano un progetto molto più ampio e minaccioso. L’ambasciatore Usa presso la Ue, Anthony Gardner, insiste che «vi sono essenziali ragioni geostrategiche per concludere l’accordo». Quali siano lo dice lo U.S. National Intelligence Council: esso prevede che «in seguito al declino dell’Occidente e l’ascesa dell’Asia, entro il 2030 gli Stati in via di sviluppo sorpasseranno quelli sviluppati».
5 maggio 2016
Turchia: Erdogan, il grande taglieggiatore
Con l’accordo tra l’Unione Europea (UE) e la Turchia, entrato in vigore il 20 marzo scorso, è stato istituito un gigantesco campo di concentramento, affidato ad una delle figure più oscure del panorama internazionale: il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Quasi 5 milioni di rifugiati (2.5 milioni siriani e il resto in maggioranza iracheni e afgani) sono rimasti intrappolati in Turchia nella loro fuga verso l’Europa, mentre fuggivano dalle guerre che gli interventi della NATO hanno causato nei loro paesi.
L’accordo tra le 28 nazioni della UE e Ankara è stato denunciato da Filippo Grandi, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, visto che il patto viola il diritto internazionale sui rifugiati.
Il costo di questa monumentale prigione a cielo aperto sarà, per i prossimi due anni, di 6 mila milioni di euro, e il maggior beneficiario è Erdogan, il quale sa molto bene che tutte le sue richieste saranno soddisfatte dalla UE visto che una “fuga” di massa dei rifugiati verso la Grecia devasterebbe la molto precaria situazione dell’Europa politicamente e economicamente.
Erdogan ha oltretutto ottenuto che la UE semplifichi la richiesta dei visti e acceleri gli accordi per l’integrazione della Turchia nella UE, misura lungamente desiderata da Ankara e che la UE ha rifiutato sistematicamente per i sospetti anti-islamici.
Il grande bluff del #JobsAct
In seguito ai primi dati utilizzati da Matteo Renzi per sostenere la bontà delle sue norme sulla efficacia sul mondo del lavoro, ora arrivano quelli di inizio 2016: un disastro. Come volevasi dimostrare. Già all’epoca si era sorvolato nello specificare come la parola “indeterminato”, essendoci un’ampia libertà di licenziamento, non avesse più un gran significato e su quanto i dati fossero parziali. Come dimostrato in altra sede (qui), l'andamento annuale si è mantenuto stabile, e la crescita di fine anno poteva essere facilmente ascrivibile alla scadenza degli sgravi contributivi, vero asse portante dell’intera legge.
Ebbene, ora sono passati altri due mesi, e dunque cominciano a trapelare i dati dell’occupazione riferibili al primo trimestre 2016. A oggi gli incentivi rimangono ma sono molto meno generosi: per il 2016 gli anni di sgravio sono solo 2 e non 3, l’agevolazione dal 100% passa al 40% della contribuzione e il massimale da 8.060 a 3.250 euro. Non bastano, a quanto pare, nemmeno a mantenere stabile il livello occupazionale. Il contratto più vantaggioso per le aziende a questo punto è quello di apprendistato, dove la retribuzione è più bassa e i contributi fermi al 13%.
4 maggio 2016
Obama: "I paesi europei devono seguire le regole stabilite dagli USA"
Per una volta, il presidente Obama ha parlato chiaro ed ha dichiarato quello che è il vero progetto degli USA per l’Europa e per il Mondo: “Gli USA devono definire le regole e devono prendere le decisioni (….) gli altri paesi devono seguire le regole stabilite dagli USA e dai suoi soci, e non al contrario”. Queste affermazioni Obama le ha messe nero su bianco in un articolo scritto di suo pugno per il “The Washington Post”, in cui ha ribadito che gli altri paesi devono seguire le regole stabilite dagli Stati Uniti e dai suoi soci.
In questo contesto Obama ha chiesto al Congresso di approvare quanto prima sia possibile, l’accordo che si denomina TTP e che prevede la creazione di una zona di libero commercio fra i 12 paesi dell’Asia e del Pacifico perchè siano soltanto gli USA a stabilire le regole dei contratti di interscambio mondiale e siano esclusi (dalle decisioni sulle regole) altri paesi come la Cina o l’Europa , quest’ultima nel caso dell’altro accordo previsto, il TTIP, per l’area di libero commercio Trans Atlantico.
3 maggio 2016
Il cyber-imperialismo israeliano: una minaccia per la democrazia
Il conflitto di classe, nell’attuale contesto storico, assume molteplici forme: (a)politico-militare; (b) socio-economico; (c) ideologico. Le classi dominanti mirano non solo ad imporre il sistema economico che più gli è congeniale, cioè il capitalismo selvaggio, ma anche a concentrare nelle proprie mani l’informazione: i social network, al pari dei mass media tradizionali, sono un’arma da guerra.
Il direttore del giornale online l’Interferenza.info, Fabrizio Marchi, ha da poco spiegato in un suo lucido e puntuale articolo i meccanismi perversi di quello che personalmente ho chiamato il “cyber-imperialismo”: ‘’La peculiarità di questa moderna forma di dominio è infatti la sua altissima capacità di condizionare e controllare l’esistenza degli individui a qualsiasi livello, non tanto nella sfera pubblica quanto soprattutto in quella privata, la quale a sua volta condiziona la prima. In pratica non esiste un solo anfratto della vita umana che sia sottratto al suo controllo, né potrebbe essere altrimenti’’ 1. Un sistema come questo mira a realizzare ciò che Marchi definisce acutamente “dominio assoluto”, cioè il controllo totale da parte della borghesia imperialista sulla vita privata dei singoli individui. Ogni forza borghese, in una guerra intra-capitalistica, gioca la sua partita: quanti sanno che l’Unione Imperialistica Europea ha investito nel 2013 due milioni di euro per fare la guerra in rete agli euroscettici ? A dirlo non è qualche nostalgico sovietico ma il giornale liberale Il Fatto Quotidiano.
Il direttore del giornale online l’Interferenza.info, Fabrizio Marchi, ha da poco spiegato in un suo lucido e puntuale articolo i meccanismi perversi di quello che personalmente ho chiamato il “cyber-imperialismo”: ‘’La peculiarità di questa moderna forma di dominio è infatti la sua altissima capacità di condizionare e controllare l’esistenza degli individui a qualsiasi livello, non tanto nella sfera pubblica quanto soprattutto in quella privata, la quale a sua volta condiziona la prima. In pratica non esiste un solo anfratto della vita umana che sia sottratto al suo controllo, né potrebbe essere altrimenti’’ 1. Un sistema come questo mira a realizzare ciò che Marchi definisce acutamente “dominio assoluto”, cioè il controllo totale da parte della borghesia imperialista sulla vita privata dei singoli individui. Ogni forza borghese, in una guerra intra-capitalistica, gioca la sua partita: quanti sanno che l’Unione Imperialistica Europea ha investito nel 2013 due milioni di euro per fare la guerra in rete agli euroscettici ? A dirlo non è qualche nostalgico sovietico ma il giornale liberale Il Fatto Quotidiano.
La banca presta la moneta che non ha...
L’insegnamento di Luciano Gallino sulla moneta: «Lo Stato si decida a fare in piccolo quello che le banche private fanno in grande: creare denaro dal nulla»
Una delle radici più profonde e nascoste della crisi è la moneta/debito, come insegna Luciano Gallino (“Il denaro, il debito e la doppia crisi spiegati ai nostri nipoti“, Einaudi, 2015). Il senso del suo insegnamento radicale e controcorrente si può sintetizzare così: la grande maggioranza della moneta che utilizziamo viene creata ex nihilo dalle banche private sotto forma di prestiti, cioè di moneta/debito. Questa è la vera causa dell’esplosione globale dei debiti privati e pubblici che soffocano l’economia.
La moneta bancaria aumenta i debiti e sottrae ricchezza all’economia reale. La moneta dovrebbe invece diventare un bene pubblico, una risorsa messa a disposizione dallo Stato per produrre ricchezza e benessere grazie alla piena occupazione e alla svolta ecologica dell’economia. E’ l’unica via d’uscita dalla crisi.
In continuità con gli studi e le lezioni sulla “moneta endogena” di economisti insigni, come John M. Keynes e Hyman Minsky e, in Italia, Augusto Graziani, Gallino spiega il malefico ingranaggio: «Una banca moderna crea denaro quando concede un credito. La credenza popolare per cui la banca presterebbe ad altri il denaro già depositato da un altro correntista è infondata».
Una delle radici più profonde e nascoste della crisi è la moneta/debito, come insegna Luciano Gallino (“Il denaro, il debito e la doppia crisi spiegati ai nostri nipoti“, Einaudi, 2015). Il senso del suo insegnamento radicale e controcorrente si può sintetizzare così: la grande maggioranza della moneta che utilizziamo viene creata ex nihilo dalle banche private sotto forma di prestiti, cioè di moneta/debito. Questa è la vera causa dell’esplosione globale dei debiti privati e pubblici che soffocano l’economia.
La moneta bancaria aumenta i debiti e sottrae ricchezza all’economia reale. La moneta dovrebbe invece diventare un bene pubblico, una risorsa messa a disposizione dallo Stato per produrre ricchezza e benessere grazie alla piena occupazione e alla svolta ecologica dell’economia. E’ l’unica via d’uscita dalla crisi.
In continuità con gli studi e le lezioni sulla “moneta endogena” di economisti insigni, come John M. Keynes e Hyman Minsky e, in Italia, Augusto Graziani, Gallino spiega il malefico ingranaggio: «Una banca moderna crea denaro quando concede un credito. La credenza popolare per cui la banca presterebbe ad altri il denaro già depositato da un altro correntista è infondata».
2 maggio 2016
Europa, il bavaglio delle multinazionali sul giornalismo d'inchiesta
Si chiama "Directive on the protection of undisclosed know-how and business information (trade secrets) against their unlawful acquisition, use and disclosure", in breve "Trade Secrets Protection", "direttiva per la protezione del segreto aziendale".
E' stata approvata a larghissima maggioranza (il 77% dei voti favorevoli) giovedì, dieci giorni fa dal Parlamento Europeo.
Apparentemente sembra uno strumento giuridico fornito alle imprese per proteggersi dallo spionaggio economico e industriale. In realtà è un altro ostacolo, e non di poco conto, per mettere definitivamente a tacere quei pochi giornalisti d'inchiesta che ancora rimangono nel nostro paese e in Europa.
E' stata approvata a larghissima maggioranza (il 77% dei voti favorevoli) giovedì, dieci giorni fa dal Parlamento Europeo.
Apparentemente sembra uno strumento giuridico fornito alle imprese per proteggersi dallo spionaggio economico e industriale. In realtà è un altro ostacolo, e non di poco conto, per mettere definitivamente a tacere quei pochi giornalisti d'inchiesta che ancora rimangono nel nostro paese e in Europa.
28 aprile 2016
I piani segreti per creare gli Stati Uniti d'Europa
Francia, Italia e Lussemburgo hanno firmato una dichiarazione a Roma a settembre nella quale si propone la creazione di una "Unione Generale degli Stati"
Se attuato, nella pratica il piano darebbe ancora più potere ai burocrati dell'Unione Europea (UE) a Bruxelles (capitale belga) sugli Stati membri in una serie di aree che "non dovrebbero essere limitate al campo economico o alle questioni di bilancio, al mercato interno e alla politica agricola", afferma la dichiarazione, come ha rivelato (24 aprile 2016) il quotidiano britannico Times.
"Dovrebbe comprendere tutte le questioni relative all'ideale europeo: questioni sociali e culturali, così come la politica estera, di sicurezza e di difesa", dice il documento.
"Crediamo che l'integrazione europea dovrebbe ricevere un nuovo impulso. Crediamo che abbiamo bisogno di più Europa, e non meno per affrontare le sfide che abbiamo di fronte" (sic!), secondo la dichiarazione. Secondo gli Stati firmatari, la situazione attuale è l'occasione per "avanzare" verso l'integrazione politica europea, ed è anche esplicitamente menzionato che il processo in questione "potrebbe portare ad un'unione federale degli Stati".
27 aprile 2016
Trattati di Libero Commercio Colombia-USA: miniere o parco nazionale?
Servirsi dei tribunali di arbitrato per commettere abusi (© Fotolia/ Wikimedia/Collage:Mirela Hadzic) |
Il 19 febbraio 2016, le aziende Cosigo Ressources (Canada) e Tobie Mining and Energy (USA) hanno presentato una denuncia presso un tribunale di arbitrato in Texas, riferisce il quotidiano Portafolio. A tal proposito, si appellano alle regole del trattato di libero commercio che consentono alle aziende che ritengono che i loro profitti si siano ridotti a causa delle norme lavorative, ambientali o sociali, di citare in giudizio la controparte, lo Stato, presso corti private.
25 aprile 2016
Il programma israeliano di armi nucleari e lo sfollamento dei beduini palestinesi
Lance Bartholomeusz, direttore delle operazioni dell’UNRWA in Cisgiordania ha condannato l’ultima serie di demolizioni israeliane su larga scala di case nella comunità di beduini palestinesi rifugiati a Um al-Khair, in Cisgiordania. Israele usa parte del deserto del Negev per testare armi con materiale nucleare e per smaltire i rifiuti nucleari dal suo impianto nucleare di Dimona non monitorato dall’AIEA.
Il direttore dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA) in Cisgiordania ha emesso un comunicato stampa, sottolineando che l’UNRWA condanna l’ultima serie di demolizioni di case dei beduini a Um al-Khair, sulle colline a sud di Hebron.
Con le demolizioni di case da parte delle autorità israeliane, 31 rifugiati palestinesi, tra cui 16 bambini, sono rimasti senza tetto, ha dichiarato Bartholomeusz. E ha aggiunto che questa comunità ha subito una serie di demolizioni di case e ha sottolineato che i residenti hanno dovuto spesso affrontare vessazioni da parte degli abitanti del vicino insediamento illegale di Karmel.
22 aprile 2016
Il popolo cubano vincerà
Discorso del leader della Rivoluzione cubana, Fidel Castro, alla chiusura del 7° Congresso del Partito Comunista di Cuba
E’ uno sforzo sovrumano dirigere qualsiasi popolo in tempi di crisi. Senza di questi i cambiamenti sarebbero impossibili. In una riunione come questa, a cui partecipano più di mille rappresentanti scelti dal popolo rivoluzionario stesso, che ha delegato ad essi la propria autorità, ciò significa per tutti l’onore più grande ricevuto nella vita, e a questo si aggiunge il privilegio di essere rivoluzionario, che è frutto della propria coscienza.
Fidel Castro Ruz |
Perché sono diventato socialista, più chiaramente perché mi sono trasformato in comunista? Questa parola, che esprime il concetto più distorto e calunniato della storia da parte di coloro che hanno avuto il privilegio di sfruttare i poveri, spogliati da quando furono privati di tutti i beni materiali che forniscono il lavoro, il talento e l’energia umana…. Da quando l’uomo vive in questo dilemma, nel corso del tempo senza limite … so che voi non avete bisogno di questa spiegazione, ma forse alcuni giovani sì.
Parlo semplicemente perché si capisca meglio che non sono ignorante, estremista o cieco, e che non ho acquisito la mia ideologia per conto mio, studiando economia.
21 aprile 2016
America Latina: L'agguato neo-pinochettista
BRASILE: Sî DEI DEPUTATI AL GOLPE CONTRO DILMA
Neo-pinochettismo è l'ultraliberismo dei"Chicago boys" senza i gorilla
"Guardali in faccia... analfabeti e quelli che hanno bisogno dei servizi sociali non devono avere diritto al voto" scrive con disprezzo Juliana Santos. E' una attivista che irradia nelle reti sociali dei brasiliani "perbene" questa diafana sintesi del pensiero reazionario contemporaneo, in voga nel subcontinente americano.
Non ha nessuna importanza se Dilma Rousseff ha ricevuto 54 milioni di voti per arrivare alla presidenza del Brasile. Quando le elezioni danno responsi svantaggiosi per i ceti privilegiati, l'ostacolo va aggirato e rimosso con moderne congiure di palazzo. Attuate dal potere legislativo, frange dell'apparato giudiziario e mafia mediatica, Dietro le quinte la banca locale e internazionale.
Per tutte le Juliana Santos le cose importanti debbono deciderle 500 deputati, qualche centinaia di senatori, un pugno di alti giudici e uno sfacciato monopolio mediatico, non i 200 milioni di cittadini brasiliani.
Neo-pinochettismo è l'ultraliberismo dei"Chicago boys" senza i gorilla
"Guardali in faccia... analfabeti e quelli che hanno bisogno dei servizi sociali non devono avere diritto al voto" scrive con disprezzo Juliana Santos. E' una attivista che irradia nelle reti sociali dei brasiliani "perbene" questa diafana sintesi del pensiero reazionario contemporaneo, in voga nel subcontinente americano.
Non ha nessuna importanza se Dilma Rousseff ha ricevuto 54 milioni di voti per arrivare alla presidenza del Brasile. Quando le elezioni danno responsi svantaggiosi per i ceti privilegiati, l'ostacolo va aggirato e rimosso con moderne congiure di palazzo. Attuate dal potere legislativo, frange dell'apparato giudiziario e mafia mediatica, Dietro le quinte la banca locale e internazionale.
Per tutte le Juliana Santos le cose importanti debbono deciderle 500 deputati, qualche centinaia di senatori, un pugno di alti giudici e uno sfacciato monopolio mediatico, non i 200 milioni di cittadini brasiliani.
Globalizzazione, decadenza industriale e €uropa
Globalizzazione e decadenza industriale è il titolo dell'ultimo libro dell'economista Domenico Moro. In questo libro Domenico analizza alcuni temi fondamentali legati allo sviluppo del capitalismo degli ultimi 50 anni. Il baricentro della sua analisi sta proprio nelle modificazioni strutturali che hanno prodotto questa nuova fase chiamata fase transnazionale della produzione industriale e come tali modificazioni diventano la leva per il formarsi di nuove sovrastrutture politiche e accordi internazionali finalizzati al controllo dei profitti e al dominio sul mercato in questa "nuova" era sociale . Ne parliamo con l'autore. Prima parte.
D. Domenico, il punto di partenza della tua analisi non poteva che essere lo sviluppo delle forze produttive e le caratteristiche della crisi che hanno prodotto la fase attuale detta del capitalismo transnazionale, ci potesti dire, magari usando delle parole chiave, quali sono le caratteristiche principali di questa fase?
R. Alla metà degli anni '70 il centro del capitalismo (Usa, Europa occidentale e Giappone) si è trovato in un grave crisi economica e politica per il riemergere della sovrapproduzione di capitale e della conseguente caduta del saggio di profitto, e per il successo delle lotte delle classi subalterne nel centro e nella periferia del sistema capitalistico mondiale. Allo scopo di rispondere a questa crisi, a partire dalla fine degli anni '80 il modo di produzione capitalistico ha cominciato il passaggio da una fase di "capitalismo monopolistico di stato" a una fase di "capitalismo globalizzato", che ora si è completata.
D. Domenico, il punto di partenza della tua analisi non poteva che essere lo sviluppo delle forze produttive e le caratteristiche della crisi che hanno prodotto la fase attuale detta del capitalismo transnazionale, ci potesti dire, magari usando delle parole chiave, quali sono le caratteristiche principali di questa fase?
R. Alla metà degli anni '70 il centro del capitalismo (Usa, Europa occidentale e Giappone) si è trovato in un grave crisi economica e politica per il riemergere della sovrapproduzione di capitale e della conseguente caduta del saggio di profitto, e per il successo delle lotte delle classi subalterne nel centro e nella periferia del sistema capitalistico mondiale. Allo scopo di rispondere a questa crisi, a partire dalla fine degli anni '80 il modo di produzione capitalistico ha cominciato il passaggio da una fase di "capitalismo monopolistico di stato" a una fase di "capitalismo globalizzato", che ora si è completata.
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Yanis Varoufakis
20 aprile 2016
La banca nel sistema di sfruttamento capitalistico
La crisi del sistema capitalistico ha avuto enormi ripercussioni nel settore finanziario, che si sono tradotte in conseguenze drammatiche per i popoli del mondo, con l'impegno degli Stati nella salvezza e salvataggio di istituti bancari giganteschi, molti di loro parte di gruppi monopolistici che includevano o includono componenti finanziarie e non finanziarie. La fusione del capitale bancario (1) con il capitale produttivo (2) e la formazione del capitale finanziario (3) ha creato una composizione di capitale che interconnette indissolubilmente i suoi componenti. La funzione creatrice di plus-valore del capitale industriale è collegata e interdipendente alla funzione di appropriazione del capitale bancario, facendo si che l'ascesa dei grandi gruppi economici e dei monopoli abbia effetti che vanno ben al di là di quelli definiti di "concorrenza".
Come risultato della crisi mondiale che si rivela sul finire del 2007 e nel corso del 2008, il capitalismo ha intensificato la sua offensiva contro i lavoratori ed i popoli del mondo. Contrariamente a quanto molti si aspettavano, il capitalismo non era sull'orlo del collasso o di "crollare putrefatto". Al contrario, la natura aggressiva dell'imperialismo è peggiorata e nuove forme di accumulazione, speculazione e concentrazione sono state trovate per alimentare il funzionamento del sistema capitalistico, il cui centro nevralgico si è spostato al settore finanziario, risultato proprio della suddetta fusione fra capitale bancario e produttivo. Tuttavia, il funzionamento del sistema è sempre stato camuffato, nascosto, mascherato sia dalle banche propriamente dette, sia dagli Stati e dagli strumenti politici a loro disposizione.
Come risultato della crisi mondiale che si rivela sul finire del 2007 e nel corso del 2008, il capitalismo ha intensificato la sua offensiva contro i lavoratori ed i popoli del mondo. Contrariamente a quanto molti si aspettavano, il capitalismo non era sull'orlo del collasso o di "crollare putrefatto". Al contrario, la natura aggressiva dell'imperialismo è peggiorata e nuove forme di accumulazione, speculazione e concentrazione sono state trovate per alimentare il funzionamento del sistema capitalistico, il cui centro nevralgico si è spostato al settore finanziario, risultato proprio della suddetta fusione fra capitale bancario e produttivo. Tuttavia, il funzionamento del sistema è sempre stato camuffato, nascosto, mascherato sia dalle banche propriamente dette, sia dagli Stati e dagli strumenti politici a loro disposizione.
17 aprile 2016
I sarti dello Stato Islamico
Daesh (ISIS) non è solo un gruppo terrorista, è un proto-stato, come lo ha definito il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuer García-Margallo. Per questo motivo, oltre a reclutare combattenti stranieri, occorre armarlo, equipaggiarlo, vestirlo, per fare in modo che possa sembrare un vero esercito.
Ma da dove vengono qui fiammanti Suv che circolano in carovana per sentieri polverosi che vediamo nei video dello Stato islamico? Chi gli fornisce i fucili e le mitragliatrici che i terroristi alzano al cielo? Come ottengono le uniformi che indossano? Chi gli fornisce tutto ciò e come lo pagano?
¿Nunca mas o todavia? 1976 – 2016: A quarant’anni dall’inizio del terrorismo di stato in Argentina la violenza istituzionale riprende vigore
Nel 1981 Julio Cortázar scrisse poche righe di un racconto mai dato alle stampe in cui si parlava di città costruita sopra un cimitero del quale non era rimasta nessuna traccia visibile. In questa città, costruita sull’annullamento, dopo qualche tempo gli abitanti cominciano a sentire i sintomi di una strana inquietudine: «Finalmente i più sensibili si rendono conto di abitare sopra la morte e che i morti a loro modo sanno come tornare, come entrare nelle loro case, nei loro sogni, nella felicità degli abitanti. Ciò che sembrava la realizzazione dell’ideale dei nostri giorni, cioè il trionfo della tecnologia, della vita moderna avvolta nell’ovatta dei televisori e dei frigoriferi, nell’abbondanza di denaro e nella autosoddisfazione patriottica, si sveglia lentamente nel peggiore degli incubi, nella fredda e viscida presenza di una maledizione che non si esprime con parole … ma tinge di un indicibile orrore tutto ciò che quegli uomini hanno eretto su una necropoli.»
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