L’Italia, anche se non ha direttamente partecipato all’aggressione come invece ha fatto nel 2011 contro la Libia, ne condivide la responsabilità. L’operazione bellica è stata diretta e supportata dai comandi e dalle basi Usa/Nato in Italia.
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17 aprile 2018
Portare l’Italia fuori dal sistema di guerra finchè siamo in tempo
L’attacco missilistico condotto da Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia contro la Repubblica Araba Siriana, Stato sovrano membro delle Nazioni Unite, viola ogni più elementare norma del diritto internazionale.
È un crimine di guerra compiuto dagli aggressori in base a un’accusa, rivolta al Governo siriano, rivelatasi falsa. Vi sono prove inconfutabili che l’attacco chimico a Duma è stato una messa in scena organizzata dai servizi segreti occidentali. Non a caso Stati uniti, Gran Bretagna a Francia hanno lanciato i missili contro la Siria nel momento in cui stavano arrivando gli ispettori Onu.
L’Italia, anche se non ha direttamente partecipato all’aggressione come invece ha fatto nel 2011 contro la Libia, ne condivide la responsabilità. L’operazione bellica è stata diretta e supportata dai comandi e dalle basi Usa/Nato in Italia.
L’Italia, anche se non ha direttamente partecipato all’aggressione come invece ha fatto nel 2011 contro la Libia, ne condivide la responsabilità. L’operazione bellica è stata diretta e supportata dai comandi e dalle basi Usa/Nato in Italia.
15 aprile 2018
L’ipocrisia delle armi chimiche
L’ipocrisia di tutto ciò. Queste ignobili intenzioni. La noncuranza. Le vergognose bugie e scuse.
Non sto parlando del presidente USA dai tweet affrettati e impulsivi e dei suoi desideri di scappare dai raid della polizia sull’ufficio del suo avvocato -ovviamente c’è una connessione con la Russia.
E non sto parlando del suo ultimo scandalo. E’ possibile che in questo momento la vita con Melania non stia andando a gonfie vele. Meglio parlare di questo che sedersi con i generali e gli ex-generali e discutere seriamente di Russia e Siria.
Non sto parlando di Theresa May, che vuole evitare il discorso Brexit attraverso ogni tipo di distrazione possibile: gli attacchi di Salisbury, Douma -anche Trump. Quindi quando la povera signora pensava di aver ottenuto il consenso del Presidente USA, Trump ha telefonato a Macron. Cosa è tutta questa assurdità?
12 aprile 2018
Fermare ogni decisione di bombardamento in nome della sicurezza di tutti
Comunicato Congiunto Blogger Italiani
La situazione militare in Siria e attorno ha ormai raggiunto il livello di guardia. Il presidente americano si accinge a prendere decisioni la cui portata e la cui pericolosità sono inimmaginabili.
Le accuse ad Assad di avere bombardato con armi chimiche il centro di Douma non sono né provate né sensate. Il rischio di uno scontro diretto con la Russia, su qualcuno degli scenari che sono già da tempo in fibrillazione, è imminente. La Russia ha già messo in stato di allarme tutte le sue difese, su tutti i fronti.
Di fronte al silenzio e alla menzogna del mainstream italiano e occidentale, noi blogger italiani facciamo appello, tutti insieme, ai partiti italiani, affinché si esprimano immediatamente chiedendo al nostro alleato principale di non commettere altre sciocchezze e di attendere il risultato di una commissione internazionale che accerti le responsabilità.
La situazione militare in Siria e attorno ha ormai raggiunto il livello di guardia. Il presidente americano si accinge a prendere decisioni la cui portata e la cui pericolosità sono inimmaginabili.
Le accuse ad Assad di avere bombardato con armi chimiche il centro di Douma non sono né provate né sensate. Il rischio di uno scontro diretto con la Russia, su qualcuno degli scenari che sono già da tempo in fibrillazione, è imminente. La Russia ha già messo in stato di allarme tutte le sue difese, su tutti i fronti.
Di fronte al silenzio e alla menzogna del mainstream italiano e occidentale, noi blogger italiani facciamo appello, tutti insieme, ai partiti italiani, affinché si esprimano immediatamente chiedendo al nostro alleato principale di non commettere altre sciocchezze e di attendere il risultato di una commissione internazionale che accerti le responsabilità.
12 febbraio 2018
Genocidi in stile Washington: Tocca al Venezuela?
Ci sarà un motivo per cui nessuno osa parlare di “genocidio” quando si pensa alle atrocità commesse da Washington in tutto il mondo? – Se c’è una nazione che è colpevole di omicidio di massa, questa nazione è gli Stati Uniti d’America insieme ai suoi manipolatori sionisti. Ma sembra che nessuno ci faccia caso, o meglio che nessuno osi dirlo. È diventata una cosa normale che è ormai entrata nel cervello della gente. La nazione eccezionale può fare quello che vuole, quando vuole e dove vuole – può seminare guerre e conflitti, uccidere milioni e milioni di persone e poi dare la colpa a Russia e Cina e, naturalmente, Iran, Venezuela, Siria, Cuba, Corea del Nord … ma potremo andare avanti.
Quando un certo Mr. Tillerson parla apertamente di colpo di stato militare in Venezuela, sta incitando ad un genocidio in questo pacifico vicino del sud. Questo significa, per chi sta ascoltando, come Capriles e Co., che può contare sull’appoggio degli Stati Uniti, cosa che, ovviamente, sapeva da sempre. Ma ora la cosa è ufficiale, quando il Segretario di Stato USA chiede apertamente un intervento militare – chiede sangue – sta provocando un bagno di sangue. Questo è genocidio. Per definizione, è un assassino.
15 gennaio 2018
Muore l'ISIS, nasce il BSF
Gli
americani proprio non riescono a rinunciare al loro sogno
imperialistico. Evidentemente ce l'hanno nel DNA. E'
ancora fresca la sconfitta della loro adorata ISIS da parte dei
russi, che già gli omini verdi del Pentagono si stanno ingegnando
per creare un'altra forza militare che possa destabilizzare la Siria. La
nuova genialata di Washington si chiama BSF, che significa Border
Security Force (forza di sicurezza di confine), che sta venendo
impiantata nel nord della Siria, vicino al confine con la Turchia.
Questa forza è composta in buona parte dagli ex-combattenti della Syrian Democratic Forces (SDF), i militanti curdi già sostenuti apertamente da Washington, ai quali andranno ad aggiungersi altre unità di non chiara origine (probabilmente guerriglieri riciclati dall'ISIS e mercenari della peggior risma, come al solito).
Questa forza è composta in buona parte dagli ex-combattenti della Syrian Democratic Forces (SDF), i militanti curdi già sostenuti apertamente da Washington, ai quali andranno ad aggiungersi altre unità di non chiara origine (probabilmente guerriglieri riciclati dall'ISIS e mercenari della peggior risma, come al solito).
6 gennaio 2018
Le armi passano di mano dalla CIA all’ISIS in meno di due mesi
Come documenta Zero Hedge, i media mainstream fingono di accorgersi solo oggi che le armi segretamente fornite dal governo USA ai ribelli siriani finivano regolarmente nelle mani dei terroristi islamici. Dopo aver ridicolizzato in passato qualsiasi legame tra il sostegno USA ai “ribelli moderati” e gli armamenti a disposizione dei terroristi, oggi riconoscono lo schema, riducendolo però a un disguido dovuto a carenze nei controlli. In realtà che il flusso di armi dal governo americano ai ribelli passasse da questi all’ISIS era noto almeno dal 2014, e nonostante ciò l’intelligence americana alla guida di Obama continuava ad alimentarlo, sperando che potesse servire per destabilizzare il legittimo governo siriano di Assad.
I media mainstream nel 2013: “Complottisti!”
I media mainstream nel 2017: “l’ISIS ha un potente missile acquistato dalla CIA!”
Con anni di ritardo, i media mainstream come USA Today, la Reuters e BuzzFeed pubblicano “attualissimi” ed “esclusivi” report che dettagliano come un vasto arsenale militare inviato in Siria dalla CIA in collaborazione con alleati USA ha alimentato la rapida crescita dell’ISIS.
I media mainstream nel 2013: “Complottisti!”
I media mainstream nel 2017: “l’ISIS ha un potente missile acquistato dalla CIA!”
Con anni di ritardo, i media mainstream come USA Today, la Reuters e BuzzFeed pubblicano “attualissimi” ed “esclusivi” report che dettagliano come un vasto arsenale militare inviato in Siria dalla CIA in collaborazione con alleati USA ha alimentato la rapida crescita dell’ISIS.
16 dicembre 2017
I nemici dell'America: chi c'è sulla lista?
Per circa due decenni gli USA hanno tenuto una lista di nazioni nemiche da affrontare, attaccare, indebolire e rovesciare. Lo sforzo imperialista di rovesciare i paesi nemici è stata operativa a diversi livelli di intensità, in dipendenza da due considerazioni: il livello di priorità e il grado di vulnerabilità per un'operazione di "cambio di regime". I criteri per qualificare un "paese nemico" e la sua posizione nella lista degli obiettivi prioritari nell'impegno degli USA per un maggior dominio globale, così come la sua vulnerabilità ad una vittoriosa operazione di cambio di regime saranno l'argomento di questo saggio.
Concluderemo discutendo le prospettive realistiche per le future opzioni imperialiste.
La priorità dei nemici degli USA
Gli strateghi dell'imperialismo considerano criteri politici, economici e militari nell'identificare i nemici ad alta priorità.
I paesi che seguono sono a priorità alta nella lista dei nemici:
Concluderemo discutendo le prospettive realistiche per le future opzioni imperialiste.
La priorità dei nemici degli USA
Gli strateghi dell'imperialismo considerano criteri politici, economici e militari nell'identificare i nemici ad alta priorità.
I paesi che seguono sono a priorità alta nella lista dei nemici:
14 dicembre 2017
Gli errori delle armi intelligenti: Vittime civili dei bombardamenti aerei “di precisione” in Iraq ed in Siria
L’eliminazione definitiva dell’Isis in Iraq ed in Siria è vicina, ma, benché possa essere la sconfitta di questi mostruosi movimenti, è stata raggiunta solo a costo di grandi distruzioni e perdite di vite umane. Questa è la nuova faccia della guerra che i governi cercano di nascondere: un numero limitato di truppe da combattimento a terra chiama devastanti attacchi aerei compiuti dagli aeroplani, dai missili e dai droni, siano essi americani o russi, per spianare la strada alla loro avanzata.
Di Patrick Cockburn
I governi fingono che le guerre aeree oggi siano molto diverse dal Vietnam mezzo secolo fa quando le città erano notoriamente “distrutte per poter essere salvate”. In questi giorni le forze aeree – siano gli americani in Iraq, i russi in Siria od i sauditi in Yemen – affermano che queste distruzioni di massa non avvengono più grazie alla maggiore precisione delle loro armi: usando un singolo cecchino, una stanza in una casa può presumibilmente essere colpita senza danneggiare una famiglia che si accovaccia terrorizzata nella stanza accanto.
Di Patrick Cockburn
I governi fingono che le guerre aeree oggi siano molto diverse dal Vietnam mezzo secolo fa quando le città erano notoriamente “distrutte per poter essere salvate”. In questi giorni le forze aeree – siano gli americani in Iraq, i russi in Siria od i sauditi in Yemen – affermano che queste distruzioni di massa non avvengono più grazie alla maggiore precisione delle loro armi: usando un singolo cecchino, una stanza in una casa può presumibilmente essere colpita senza danneggiare una famiglia che si accovaccia terrorizzata nella stanza accanto.
La vendita di armi di alta precisione molto costose a paesi come l’Arabia Saudita è persino giustificata come misura umanitaria volta a ridurre le vittime civili.
23 novembre 2017
Come l'Arabia Saudita compra gli "alleati" globali e regionali
L'Arabia Saudita ha costruito una potente rete di relazioni politiche, militari ed economiche regionali e locali che integrano un'appartenenza religioso-estremista condivisa. Di conseguenza, nonostante la reputazione di monarchia clericale dispotica e arretrata con una fortissima dipendenza dalle vendite di petrolio, l'Arabia Saudita è diventata una forza politica micidiale nel Medio Oriente e altrove.
Per comprendere le dinamiche e le proiezioni del potere saudita, è importante identificare e analizzare come utilizza le sue armi militari, religiose ed economiche.
Arabia Saudita: senilità e protezione mercenaria
L'Arabia Saudita ha finanziato e fornito feroci eserciti mercenari in Siria, Iraq, Somalia, Yemen, Libia, Libano, Afghanistan, Pakistan, Filippine, Malesia e molti altri paesi asiatici e africani.
L'intollerante ramo wahhabita dell'Islam sunnita, quello saudita e i suoi mercenari agiscono per rovesciare e distruggere i regimi arabi e le società che vantano una leadership moderna, nazionalista e laica indipendente o praticano la tolleranza multietnica o multireligiosa. Hanno anche preso di mira le repubbliche con governi a maggioranza sciita contro la dominazione saudita-wahhabita in Medio Oriente.
Arabia Saudita: senilità e protezione mercenaria
L'Arabia Saudita ha finanziato e fornito feroci eserciti mercenari in Siria, Iraq, Somalia, Yemen, Libia, Libano, Afghanistan, Pakistan, Filippine, Malesia e molti altri paesi asiatici e africani.
L'intollerante ramo wahhabita dell'Islam sunnita, quello saudita e i suoi mercenari agiscono per rovesciare e distruggere i regimi arabi e le società che vantano una leadership moderna, nazionalista e laica indipendente o praticano la tolleranza multietnica o multireligiosa. Hanno anche preso di mira le repubbliche con governi a maggioranza sciita contro la dominazione saudita-wahhabita in Medio Oriente.
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25 settembre 2017
I palestinesi ricordano Sabra e Chatila
Beirut – Sono passati trentacinque anni da quei drammatici giorni del settembre dell'82, quando le falangi fasciste, con la complicità dell'esercito israeliano, fecero strage di palestinesi nei campi di Sabra e Chatila. Anni che non hanno cancellato il dolore e la rabbia nel vedere i carnefici di allora restare impuniti. Non dimenticare Sabra e Chatila significa non dimenticare le tante stragi compiute in questa regione negli ultimi decenni, significa non dimenticare Deir Yassin, Jenin, Bourj Shamaly, Gaza… un elenco lunghissimo. Non dimenticare quella strage, significa però, innanzitutto, non dimenticare i vivi, i rifugiati palestinesi che continuano a vivere in condizioni inumane dentro campi che sono ora prigioni e ora formicai indescrivibili.
Trentacinque anni sono tanti. Anni che hanno visto nascere generazioni di palestinesi, donne e uomini che a loro volta hanno visto scorrere davanti ai loro occhi la storia e che oggi vivono una realtà allucinante. Gli si nega il presente, attraverso l'assenza di diritti e vessazioni di ogni tipo, e gli si nega il futuro, disperdendoli nel mondo e cercando di cancellarne la memoria.
12 settembre 2017
Il consigliere di sicurezza del presidente Jimmy Carter: "Ho creato il terrorismo jihadista e non me ne pento!"
"Qual è la cosa più importante per la storia del mondo? I talebani o il crollo dell'impero sovietico?" È la risposta di chi era il consulente per la sicurezza del presidente Jimmy Carter, Zbigniew Brzezinski, alla domanda della rivista francese Le Nouvel Observateur (21 gennaio 1998) sulle atrocità commesse dai jihadisti di al-Qaeda. Un'aberrante mancanza di etica di individui che distruggono la vita di milioni di persone per raggiungere i loro obiettivi.
In questa intervista, Brzezinski confessa un'altra realtà: che i jihadisti non entrarono dal Pakistan per liberare il loro paese dagli occupanti sovietici infedeli, ma che sei mesi prima dell'ingresso dell'Armata Rossa in Afghanistan gli Stati Uniti hanno lanciato l'Operazione Ciclone, il 3 di Luglio 1979, inviando 30.000 mercenari armati anche di missili Stinger, in Afghanistan per devastare il paese, diffondere il terrore, rovesciare il governo marxista del dottor Nayibolá e piazzare una trappola per l'URSS: trasformandola nel suo Vietnam. E ci sono riusciti. Sul loro cammino, hanno violentato migliaia di donne, hanno decapitato migliaia di uomini e hanno causato la fuga di 18 milioni di persone dalle loro case. Caos che continua ancora oggi.
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8 settembre 2017
Il Complesso Militare Industriale di Trump
Guerra nucleare con la Corea del Nord. Guerra fredda II con la Russia. Guerra sporca in Yemen. Guerra indefinita in Afghanistan. Guerra economica contro il Venezuela. Guerra retorica con l'Iran. Guerra dei muri con il Messico. Guerra razziale negli Stati Uniti. Per essere il presidente che ha promesso "nessun intervento" e "l'America prima di tutto", in soli otto mesi Donald Trump è diventato il re delle guerre. E dietro c'è l'intero settore militare statunitense e le sue imprese miliardarie che sbavano alla prospettiva di espandere e ampliare il potere militare USA.
Per la prima volta nella storia contemporanea del paese, Trump ha militarizzato la Casa Bianca, piazzando i generali nelle più importanti posizioni del gabinetto presidenziale per le politiche di sicurezza e di difesa e demandando al Pentagono le decisioni dirette sulle operazioni di combattimento. Il suo capo di Stato maggiore, John Kelly, è un generale dei marines che per un breve periodo ha anche ricoperto la carica di Segretario alla Sicurezza nazionale di Trump - inasprendo le politiche antimigratorie – ed è stato anche a capo del Comando Sud dal 2012 al 2016, quando Washington ha intensificato la sua politica aggressiva contro il Venezuela.
19 luglio 2017
Nella culla della Democrazia i servi di sinistra della NATO
Il potenziamento geo-strategico della #Grecia perseguito dai precedenti governi di Nuova Democrazia e PASOK continua con il governo SIRYZA-AN.EL. (Greci Indipendenti, partito politico greco di destra) che si è dimostrato il migliore alunno della #Nato. Sin dalla sua nascita nel gennaio 2015, l'alleanza governativa tra il partito socialdemocratico SYRIZA e il partito nazionalista AN.EL si è allineata ai piani pericolosi degli obiettivi imperialisti e di un neoliberismo oramai a briglie sciolte.
Sono un esempio le tonnellate di rifiuti presenti nelle strade greche le scorse settimane, a causa dello sciopero dei netturbini (29 giugno) che lottano contro la decisione del governo di licenziare 10.000 lavoratori, nell'ambito di una privatizzazione selvaggia del settore.
Sappiamo bene quanto il capitalismo sia strettamente legato alla guerra, così come le guerre imperialiste lo sono alla NATO. Ed è proprio in questo ambito che il partito SYRIZA da il meglio di sé, contraddicendo tutte le dichiarazioni contro la NATO dei suoi esordi. Di seguito qualche esempio di dichiarazioni fatte da esponenti del partito.
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15 giugno 2017
Gli USA bombardano la Siria col fosforo bianco
Il bombardamento della coalizione internazionale è avvenuto con il temibile fosforo bianco, ed ha colpito una città dove si trovano centinaia di migliaia i civili innocenti. Sono decine i morti civili, una sessantina secondo gli attivisti della città, anche se il numero non è preciso.
Alcuni attivisti di Raqqa hanno fotografato il momento in cui le bombe al fosforo bianco cadono sulla loro città, illuminando il cielo di un tetro spettacolo di morte.
Le bombe sono state lanciate dalla coalizione internazionale anti Isis (guidata proprio dagli USA).
Il fosforo bianco è una delle armi chimiche più terribili in assoluto.
14 giugno 2017
Qatar: Dodici motivi di una strana crisi nella regione
E’ possibile che sette alleati degli USA dichiarino una guerra, per il momento diplomatico/economica, contro il Qatar, che è la sede del Comando USA per il Medio Oriente (CENTOCOM), la base più grande posseduta dal Pentagono in tutta la Regione, senza l’autorizzazione della Casa Bianca?
Si tratta della prima conseguenza della visita anti-iraniana di Donald Trump in Arabia Saudita, e può essere una crisi trappola per trascinare l’Iran in una guerra regionale, ora che gli USA non si ritengono capaci di affrontare direttamente questa nazione e appropriarsi della prima riserva mondiale di gas e della terza di petrolio.
Si tratta della prima conseguenza della visita anti-iraniana di Donald Trump in Arabia Saudita, e può essere una crisi trappola per trascinare l’Iran in una guerra regionale, ora che gli USA non si ritengono capaci di affrontare direttamente questa nazione e appropriarsi della prima riserva mondiale di gas e della terza di petrolio.
Il pretesto del conflitto sta in alcune dichiarazioni dell’emiro del Qatar – Tamim Bin Hamad Al Thani –in cui egli afferma che una guerra contro l’Iran sarebbe una pazzia, visto che sparirebbero tutti i paesi arabi del Golfo Persico, e che Trump non durerà molto al potere.
8 giugno 2017
Zbigniew Brzezinski: Il grande architetto del terrorismo moderno
È morto da pochi giorni Zbigniew Brzezinski, uno degli ispiratori della politica estera americana dai tempi della guerra russo-afghana fino al recente conflitto in Siria, uno dei più geniali e spietati ideatori della violenza imperialista statunitense. The AntiMedia ne riassume l’eredità: la costruzione metodica dell’estremismo islamico, di al-Qaeda, la destabilizzazione sistematica del Medio Oriente, l’induzione di uno stato di tensione continua contro la Russia.
Zbigniew Brzezinski, ex consulente per la sicurezza nazionale del Presidente Jimmy Carter, è morto lo scorso venerdì in un ospedale della Virginia, all’età di 89 anni. Sebbene il New York Times ammetta che l’ex consulente del governo fosse un “falco della teoria strategica”, travisare la sua eredità come se fosse, per il resto, infinitamente positiva, non è così semplice come l’establishment vorrebbe credere.
Mentre il Regno Unito si destreggia con la “minaccia terroristica” ai più alti livelli, dopo un attacco devastante ispirato dall’ISIS — e mentre le Filippine entrano in uno stato di legge marziale quasi totale, dopo la devastazione ispirata dall’ISIS — la morte di Brzezinski giunge al momento giusto, come stimolo a una comprensione più profonda dell’origine del terrorismo moderno.
Zbigniew Brzezinski, ex consulente per la sicurezza nazionale del Presidente Jimmy Carter, è morto lo scorso venerdì in un ospedale della Virginia, all’età di 89 anni. Sebbene il New York Times ammetta che l’ex consulente del governo fosse un “falco della teoria strategica”, travisare la sua eredità come se fosse, per il resto, infinitamente positiva, non è così semplice come l’establishment vorrebbe credere.
Mentre il Regno Unito si destreggia con la “minaccia terroristica” ai più alti livelli, dopo un attacco devastante ispirato dall’ISIS — e mentre le Filippine entrano in uno stato di legge marziale quasi totale, dopo la devastazione ispirata dall’ISIS — la morte di Brzezinski giunge al momento giusto, come stimolo a una comprensione più profonda dell’origine del terrorismo moderno.
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3 giugno 2017
Attentato di Manchester: quello che non sappiamo
Il 22 maggio alle 22:30 circa una bomba è stata fatta detonare al concerto di Ariana Grande alla Manchester Arena, a Manchester, Regno Unito. Molto è emerso sulla stampa nazionale e sulla TV in merito all'attentato. Ma ci sono alcune cose che non sappiamo.
Nelle prime ore della mattina del 23 maggio - circa alle 2:35 ora locale - la NDTV attraverso il Washington Post ha dichiarato in modo abbastanza categorico che: "funzionari USA, parlando in modo anonimo, hanno identificato l'assaltatore come Salman Abedi. Non hanno fornito informazioni sulla sua età o nazionalità, e i funzionari britannici hanno rifiutato di fornire commenti sull'identità del sospettato".
Ciò è stato reso pubblico in un momento in cui la Polizia britannica e i servizi di sicurezza stavano rifiutando di rilasciare qualsiasi dichiarazione su chi fossero secondo loro gli attentatori, perché al momento stavano affrontando le conseguenze del disastro.
Ci si domanda come dei "funzionari USA" che richiedevano di restare anonimi potessero correttamente identificare l'individuo quattro ore dopo il disastro da una distanza di 3500 miglia, in particolare quando la Polizia britannica e i servizi di sicurezza continuavano a non fornire alcuna dichiarazione.
Nelle prime ore della mattina del 23 maggio - circa alle 2:35 ora locale - la NDTV attraverso il Washington Post ha dichiarato in modo abbastanza categorico che: "funzionari USA, parlando in modo anonimo, hanno identificato l'assaltatore come Salman Abedi. Non hanno fornito informazioni sulla sua età o nazionalità, e i funzionari britannici hanno rifiutato di fornire commenti sull'identità del sospettato".
Ciò è stato reso pubblico in un momento in cui la Polizia britannica e i servizi di sicurezza stavano rifiutando di rilasciare qualsiasi dichiarazione su chi fossero secondo loro gli attentatori, perché al momento stavano affrontando le conseguenze del disastro.
Ci si domanda come dei "funzionari USA" che richiedevano di restare anonimi potessero correttamente identificare l'individuo quattro ore dopo il disastro da una distanza di 3500 miglia, in particolare quando la Polizia britannica e i servizi di sicurezza continuavano a non fornire alcuna dichiarazione.
19 maggio 2017
L’esperienza di Trump ci libera dal falso idolo della democrazia
Il bombardamento della Siria ha regalato all’amministrazione Trump un mese di tregua, ma non è stato seguito dall’auspicata rottura dei rapporti tra Casa Bianca e Cremlino. La visita a Washington del ministro degli Esteri russo ha innescato un furioso attacco contro Donald Trump, col chiaro intento di paralizzarne l’azione: l’oligarchia euro-atlantica rifiuta qualsiasi riconciliazione con la Russia. La presidenza di Trump non sarà comunque un’esperienza inutile: dopo i governi tecnocratici in Europa, il recente golpe bianco in Brasile ed le elezioni francesi sporcate dalla strategia della tensione e dall’eliminazione politica degli avversari, l’accanimento contro Trump testimonia che l’idolo delle democrazia è ormai al tramonto.
L’impossibile riavvicinamento alla Russia
L’indice di gradimento di Donald Trump tra i “populisti” statunitensi ed europei è inversamente proporzionale a quello goduto presso l’establishment: scesa ai minimi termini in occasione del bombardamento sulla Siria dello scorso 6 aprile, la sua popolarità tra i movimenti anti-sistema sta conoscendo un rimbalzo in questi giorni, complici le manovre per defenestrarlo. È quasi certo che l’amministrazione Trump si concluderà (prematuramente o meno) senza aver mantenuta nessuna delle promesse che avevano inizialmente suscitato molte speranze, soprattutto in Europa: disimpegno degli USA dalla NATO, neo-isolazionismo, lotta alla globalizzazione selvaggia, smantellamento dell’architettura geopolitica post-1945, arresto della destabilizzazione del Medio Oriente, etc. etc.
L’impossibile riavvicinamento alla Russia
L’indice di gradimento di Donald Trump tra i “populisti” statunitensi ed europei è inversamente proporzionale a quello goduto presso l’establishment: scesa ai minimi termini in occasione del bombardamento sulla Siria dello scorso 6 aprile, la sua popolarità tra i movimenti anti-sistema sta conoscendo un rimbalzo in questi giorni, complici le manovre per defenestrarlo. È quasi certo che l’amministrazione Trump si concluderà (prematuramente o meno) senza aver mantenuta nessuna delle promesse che avevano inizialmente suscitato molte speranze, soprattutto in Europa: disimpegno degli USA dalla NATO, neo-isolazionismo, lotta alla globalizzazione selvaggia, smantellamento dell’architettura geopolitica post-1945, arresto della destabilizzazione del Medio Oriente, etc. etc.
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27 aprile 2017
La rieducazione di Trump
Dopo aver concordato che l'attacco USA contro una base aerea siriana ha costituito una violazione del diritto internazionale, una violazione della sovranità della Siria, un professore di diritto della Ivy League ha detto al Partito Repubblicano di credere che tutto sommato un attacco preventivo fosse giustificato. Il professore l'ha paragonato all'alzare un segnale od una luce di stop in una situazione di emergenza.
Questo è il livello di tortuosa ipocrisia nella quale sono affogati le elite intellettuali USA.
Questo è il livello di tortuosa ipocrisia nella quale sono affogati le elite intellettuali USA.
Nello spettro delle corporation dei media simili irresponsabili "giustificazioni" dominano la conversazione, e così nel centrosinistra. Alcuni, come il già screditato, ma ancora accontentato, Brian Williams del MSNBC, ai confini della pazzia quando invoca il cantautore Leonard Cohen per meravigliarsi della "bellezza" del lancio dei missili da crociera.
20 aprile 2017
Il Sultano, l'Europa e la Guerra
"L'Europa sta commettendo crimini di guerra" contro la Turchia, Germania e Olanda hanno "attitudini fasciste", "proprie dei nazisti". Si potrebbe, con parecchi distinguo, essere d'accordo, non fosse che questi giudizi vengono da Recep Erdogan, il presidente turco dichiaratamente ammiratore di Hitler, e dai suoi ministri, non proprio brillanti campioni di democrazia e di libertà.
Cosa sta succedendo a quello che è stato lo strumento principe della guerra di aggressione alla Siria, con il sostegno ormai riconosciuto persino dai nord-americani dato dal governo turco all'ISIS, con i suoi campi di addestramento per i terroristi che entravano comodamente in Siria attraverso la lunga frontiera che i due stati condividono (frontiera oggi ermeticamente chiusa per i profughi, grazie all'accordo Unione Europea-Turchia sui rifugiati)?
Facciamo un passo indietro. Nel giugno 2015, alle elezioni generali, il Partito Democratico dei Popoli (HDP), che riunisce il movimento kurdo di liberazione e settori della sinistra turca e delle minoranze etniche del paese, guadagna inaspettatamente ben 80 seggi in parlamento, una vittoria definita "storica" dai kurdi. Erdogan non accetta la sconfitta e indice un referendum, da tenersi nell'aprile di quest'anno, con cui chiede gli vengano ampliati i poteri presidenziali...
Cosa sta succedendo a quello che è stato lo strumento principe della guerra di aggressione alla Siria, con il sostegno ormai riconosciuto persino dai nord-americani dato dal governo turco all'ISIS, con i suoi campi di addestramento per i terroristi che entravano comodamente in Siria attraverso la lunga frontiera che i due stati condividono (frontiera oggi ermeticamente chiusa per i profughi, grazie all'accordo Unione Europea-Turchia sui rifugiati)?
Facciamo un passo indietro. Nel giugno 2015, alle elezioni generali, il Partito Democratico dei Popoli (HDP), che riunisce il movimento kurdo di liberazione e settori della sinistra turca e delle minoranze etniche del paese, guadagna inaspettatamente ben 80 seggi in parlamento, una vittoria definita "storica" dai kurdi. Erdogan non accetta la sconfitta e indice un referendum, da tenersi nell'aprile di quest'anno, con cui chiede gli vengano ampliati i poteri presidenziali...
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