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12 febbraio 2018
Genocidi in stile Washington: Tocca al Venezuela?
Ci sarà un motivo per cui nessuno osa parlare di “genocidio” quando si pensa alle atrocità commesse da Washington in tutto il mondo? – Se c’è una nazione che è colpevole di omicidio di massa, questa nazione è gli Stati Uniti d’America insieme ai suoi manipolatori sionisti. Ma sembra che nessuno ci faccia caso, o meglio che nessuno osi dirlo. È diventata una cosa normale che è ormai entrata nel cervello della gente. La nazione eccezionale può fare quello che vuole, quando vuole e dove vuole – può seminare guerre e conflitti, uccidere milioni e milioni di persone e poi dare la colpa a Russia e Cina e, naturalmente, Iran, Venezuela, Siria, Cuba, Corea del Nord … ma potremo andare avanti.
Quando un certo Mr. Tillerson parla apertamente di colpo di stato militare in Venezuela, sta incitando ad un genocidio in questo pacifico vicino del sud. Questo significa, per chi sta ascoltando, come Capriles e Co., che può contare sull’appoggio degli Stati Uniti, cosa che, ovviamente, sapeva da sempre. Ma ora la cosa è ufficiale, quando il Segretario di Stato USA chiede apertamente un intervento militare – chiede sangue – sta provocando un bagno di sangue. Questo è genocidio. Per definizione, è un assassino.
17 gennaio 2018
Il capo del Mossad confessa di essere dietro le rivolte in Iran
Netanyahu e Yossi Cohen |
Parlando in una sessione di lavori del Ministero dell'Economia del regime israeliano, il direttore del Mossad ha espresso il suo sostegno per gli atti di violenza che si sono verificati durante le manifestazioni di protesta in Iran. "Israele ha occhi, orecchie e anche di più" in Iran, ha affermato Cohen, aggiungendo che Israele "vorrebbe vedere una rivoluzione" nel paese persiano. Tali dichiarazioni sono state riportate dal quotidiano israeliano 'Hareetz'.
Pur indicando che i problemi economici "hanno portato le persone in piazza", ha ammesso che non è stato ottenuto il risultato preferito del regime israeliano, ovvero "vedere una rivoluzione" nel paese persiano. "Devono abbassare le aspettative", ha spiegato.
4 gennaio 2018
Dissidenti in Iran e in Palestina: trova le differenze
Khalida Jarrar, membro del parlamento palestinese |
Dobbiamo chiamare le cose con il loro nome. I palestinesi e la manciata di israeliani che combattono l'occupazione sono dissidenti. Così dovrebbero essere chiamati. Sono dissidenti che si oppongono al regime. Sono dissidenti come chiunque si oppone a qualsiasi regime tirannico e meritano tanto rispetto e apprezzamento quanto ne abbiamo dato ai dissenzienti nel corso della storia, da Nelson Mandela ad Andrei Sakharov, da Lech Walesa a Natan Sharansky.
16 dicembre 2017
I nemici dell'America: chi c'è sulla lista?
Per circa due decenni gli USA hanno tenuto una lista di nazioni nemiche da affrontare, attaccare, indebolire e rovesciare. Lo sforzo imperialista di rovesciare i paesi nemici è stata operativa a diversi livelli di intensità, in dipendenza da due considerazioni: il livello di priorità e il grado di vulnerabilità per un'operazione di "cambio di regime". I criteri per qualificare un "paese nemico" e la sua posizione nella lista degli obiettivi prioritari nell'impegno degli USA per un maggior dominio globale, così come la sua vulnerabilità ad una vittoriosa operazione di cambio di regime saranno l'argomento di questo saggio.
Concluderemo discutendo le prospettive realistiche per le future opzioni imperialiste.
La priorità dei nemici degli USA
Gli strateghi dell'imperialismo considerano criteri politici, economici e militari nell'identificare i nemici ad alta priorità.
I paesi che seguono sono a priorità alta nella lista dei nemici:
Concluderemo discutendo le prospettive realistiche per le future opzioni imperialiste.
La priorità dei nemici degli USA
Gli strateghi dell'imperialismo considerano criteri politici, economici e militari nell'identificare i nemici ad alta priorità.
I paesi che seguono sono a priorità alta nella lista dei nemici:
14 giugno 2017
Qatar: Dodici motivi di una strana crisi nella regione
E’ possibile che sette alleati degli USA dichiarino una guerra, per il momento diplomatico/economica, contro il Qatar, che è la sede del Comando USA per il Medio Oriente (CENTOCOM), la base più grande posseduta dal Pentagono in tutta la Regione, senza l’autorizzazione della Casa Bianca?
Si tratta della prima conseguenza della visita anti-iraniana di Donald Trump in Arabia Saudita, e può essere una crisi trappola per trascinare l’Iran in una guerra regionale, ora che gli USA non si ritengono capaci di affrontare direttamente questa nazione e appropriarsi della prima riserva mondiale di gas e della terza di petrolio.
Si tratta della prima conseguenza della visita anti-iraniana di Donald Trump in Arabia Saudita, e può essere una crisi trappola per trascinare l’Iran in una guerra regionale, ora che gli USA non si ritengono capaci di affrontare direttamente questa nazione e appropriarsi della prima riserva mondiale di gas e della terza di petrolio.
Il pretesto del conflitto sta in alcune dichiarazioni dell’emiro del Qatar – Tamim Bin Hamad Al Thani –in cui egli afferma che una guerra contro l’Iran sarebbe una pazzia, visto che sparirebbero tutti i paesi arabi del Golfo Persico, e che Trump non durerà molto al potere.
8 giugno 2017
Spari e Kamikaze a Teheran: E' iniziata l'operazione coperta CIA??
Dalle agenzie: “Teheran, spari all’interno del parlamento e un kamikaze si fa saltare al mausoleo di Khomeini: almeno un morto, feriti e ostaggi”.
“Alcuni uomini armati hanno aperto il fuoco contro addetti alla sicurezza e pellegrini in visita al santuario. Una delle guardie sarebbe stata uccisa ma si parla di altre vittime.
“Quasi in contemporanea, al mausoleo di Khomeini c’è stato un altro attacco che sarebbe stato condotto da un commando di quattro persone, incluso un attentatore suicida che si è fatto esplodere all’interno. Lo riporta la tv statale iraniana e anche l’agenzia semiufficiale Fars. L’attentato, che sembra una strategia coordinata, è avvenuto intorno alle 11 del mattino, ora di Teheran, mentre era in corso una sparatoria all’interno del Parlamento. E qui si parla di un arresto, uno dei membri del commando, forse una donna.
Queste sono operazioni coperte americane.
23 maggio 2017
Un attentato emotivo, mediatico e politico. Che spiana la strada a una nuova pax mediorientale
Azzardo ipotesi a caldo riguardo l’attentato di Manchester, dove -nel momento in cui sto scrivendo – hanno perso la vita 22 persone, mentre altre 59 sono rimaste ferite. Si parla di un kamikaze, come a Parigi nel 2015 ma un qualcuno che, se fosse confermata l’ipotesi, ha atteso il momento del deflusso dall’arena a fine concerto per farsi esplodere, in un’area esterna vicino alla biglietteria, quindi per ottenere il massimo effetto, senza correre il rischio di dover eludere i controlli di sicurezza per poter entrare nella struttura. Insomma, morti per la deflagrazione più effetto calca della gente che scappa. Allo Stade de France, come dissero gli inquirenti, di fatto i kamikaze si suicidarono, facendosi esplodere all’esterno della struttura ma quando la partita era in corso: uno, addirittura, andò a farsi brillare in un vialetto senza uscita.
Restano due cose strane: il fatto che sia circolata in tempi brevissimi la notizia che fosse stato identificato l’attentatore (se fosse stato davvero un kamikaze, ci sarebbe voluto più tempo e una gran fortuna), smentita solo in parte poco fa dal capo della polizia di Manchester, Ian Hopkins, (il quale ha detto che non poteva confermare né se l’identità fosse stata scoperta, né se si trattasse di un cittadino britannico) e quello che a parlare per primi di attentatore suicida siano stati funzionari USA, come riportato da SkyNews britannica. Come mai questa certezza dall’altra parte dell’Oceano?
Restano due cose strane: il fatto che sia circolata in tempi brevissimi la notizia che fosse stato identificato l’attentatore (se fosse stato davvero un kamikaze, ci sarebbe voluto più tempo e una gran fortuna), smentita solo in parte poco fa dal capo della polizia di Manchester, Ian Hopkins, (il quale ha detto che non poteva confermare né se l’identità fosse stata scoperta, né se si trattasse di un cittadino britannico) e quello che a parlare per primi di attentatore suicida siano stati funzionari USA, come riportato da SkyNews britannica. Come mai questa certezza dall’altra parte dell’Oceano?
21 aprile 2017
Le (enormi) ricadute geopolitiche dell’imminente voto francese
Domenica 23 aprile si svolgerà il primo turno delle presidenziali francesi: è l’appuntamento chiave del 2017, capace di innescare e/o accelerare dinamiche che travalicano i confini dell’Esagono per abbracciare l’intero scacchiere mondiale. Il malessere sociale e le drammatiche condizioni in cui versa l’economia della Francia, pienamente ascrivibile tra i Paesi dell’europeriferia, hanno sgretolato il sistema politico transalpino, aprendo lo scenario di un inedito ballottaggio tra populisti di destra e populisti di sinistra: Marine Le Pen contro Jean-Luc Mélenchon. La sconfitta dei candidati europeisti accelererà la dissoluzione della moneta unica e dell’Unione Europea, compromettendo irreparabilmente l’intera architettura euro-atlantica edificata negli ultimi 70 anni: lo speculare rafforzamento della Russia dopo la vittoria di Marine Le Pen ed l’ingrossarsi del blocco euroasiatico rischiano di portare il sistema internazionale al carico di rottura.
Se il 2017 ha tutte le caratteristiche per essere definito “l’anno della frattura”, lo spartiacque tra il vecchio ordine mondiale “liberale” a guida angloamericana e l’avvento di un nuovo assetto internazionale, ebbene, c’è un appuntamento più decisivo degli altri, quello capace di dispiegare tutto il potenziale rivoluzionario dell’anno in corso: le presidenziali francesi.
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4 marzo 2017
Il Triangolo Strategico che Cambierà il Mondo
Mentre il mondo continua a decifrare o digerire la nuova presidenza Trump, dipende dai punti di vista, importanti cambiamenti avvengono nel grande triangolo strategico compreso tra Russia, Iran e Cina.
Il grande gioco che si sta evolvendo all'ombra del caos negli Stati Uniti, vede Iran, Russia e Cina coordinarsi su una serie di questioni più che rilevanti per il futuro del continente Eurasiatico. Con una popolazione di più di cinque miliardi di persone, circa due terzi della popolazione terrestre, il futuro dell’umanità passa attraverso questa immensa area. In un cambiamento epocale, da un ordine mondiale unipolare basato su Europa e Stati Uniti, ad uno multipolare con protagoniste Cina, Russia ed Iran, quest’ultime hanno scelto di ritagliarsi un ruolo di primo piano nello sviluppo del continente. Le impegnative sfide future del continente fanno parte dell'eredità lasciata dal frame work internazionale basato sull’ordine mondiale euro-americano creato dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Il grande gioco che si sta evolvendo all'ombra del caos negli Stati Uniti, vede Iran, Russia e Cina coordinarsi su una serie di questioni più che rilevanti per il futuro del continente Eurasiatico. Con una popolazione di più di cinque miliardi di persone, circa due terzi della popolazione terrestre, il futuro dell’umanità passa attraverso questa immensa area. In un cambiamento epocale, da un ordine mondiale unipolare basato su Europa e Stati Uniti, ad uno multipolare con protagoniste Cina, Russia ed Iran, quest’ultime hanno scelto di ritagliarsi un ruolo di primo piano nello sviluppo del continente. Le impegnative sfide future del continente fanno parte dell'eredità lasciata dal frame work internazionale basato sull’ordine mondiale euro-americano creato dopo la fine della seconda guerra mondiale.
27 dicembre 2016
Perché la risoluzione dell’ONU contro gli insediamenti illegali israeliani non è sufficiente
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSC) ha approvato venerdì una risoluzione con 14 stati membri a favore e un astenuto (gli Stati Uniti) di condanna del sostegno del governo israeliano agli occupanti illegali israeliani che rubano terre palestinesi e vi si insediano nella West Bank palestinese.
Poiché Israele è in grave violazione di un gran numero di trattati e di strumenti della legge internazionale sul trattamento delle persone in territori occupati da parte dell’Occupante, avrebbe potuto essere sanzionato per questo comportamento vergognoso.
Si noti che Netanyahu si è candidato su una piattaforma che negava uno stato palestinese. E il governo israeliano ha annunciato migliaia di nuovi insediamenti di appartamenti in terra palestinese solo negli ultimi pochi anni. Tel Aviv è chiaramente intenta ad annettere tutto il territorio palestinese nella West Bank e a cacciare i palestinesi. L’UNSC vuole preservare la possibilità di una soluzione a due stati, ma quella via è già stata bloccata dal furto israeliano di terre su scala cosmica.
9 agosto 2016
La Nato annette l’Unione Europea
L’Unione europea non nasce soltanto dal “sogno” di Aldo Spinelli e di Jean Monnet, di Schuman e di Spaak come ci viene sempre raccontato…”* Perché se la componente ideologica fondata sulla mitica solidarietà tra i popoli europei ha avuto un ruolo politico nel motivare attivisti federalisti e nel restituire alle grandi masse la speranza di un futuro finalmente di pace e di riscossa sociale è anche vero che la costruzione materiale, amministrativa, con un progetto non evasivo ma concreto da realizzarsi ponendo pietra su pietra, a passi lenti ma decisi, non è certo opera di democratici che aspiravano a costruire strumenti di partecipazione popolare dal basso verso l’alto ma di alti rappresentanti della politica liberale dipendenti direttamente dal dipartimento di stato americano.
“The Telegraph”* il 19/9/2000 pone bene in evidenza un articolo di Ambrose Evans-Prichard titolato ” Euro-federalist financed by US spy chiefs”.* Già nel 1997 erano stati resi pubblici dei documenti che avallano le tesi di Evans-Prichard (e di altri) che la costruzione per tappe intermedie a partire dal 1948 dell’Unione europea è opera dell’Office of strategic studies e poi della CIA sotto la regia della Presidenza degli Stati Uniti e del Dipartimento di Stato.
28 luglio 2016
Da Nizza al Medio Oriente: l’unico modo di sfidare l’ISIS
Ho visitato l’Iraq nel 1999. All’epoca non c’erano i cosiddetti ‘jihadisti’ che aderivano ai principi del ‘jihadismo’, qualunque possa esserne l’interpretazione. Alla periferia di Baghdad, c’era un campo di addestramento militare, non per ‘al-Qaida’, ma per il ‘Mojahedin-e-Khalq’, un gruppo iraniano militante in esilio che operava, con finanziamenti e armi straniere, per rovesciare la Repubblica iraniana.
All’epoca, il defunto presidente iracheno, Saddam Hussein usava quella organizzazione che era stata esiliata, per saldare i conti con i suoi rivali a Teheran, dato che anche loro abbracciavano le milizie governative anti-irachene per ottenere esattamente lo stesso scopo.
L’Iraq non era certo in pace allora, ma la maggior parte delle bombe che esplodevano in quel paese, erano americane. Infatti, quando gli iracheni parlavano di ‘terrorismo’, si riferivano soltanto ‘Al-Irhab al-Amriki’ – il terrorismo americano.
Gli attacchi suicidi erano difficilmente un evento quotidiano, anzi non erano mai un evento, in nessuna parte dell’Iraq. Non appena gli Stati Uniti invasero l’Afghanistan nel 2001 e poi l’Iraq nel 2003, si scatenò l’inferno.
L’Iraq non era certo in pace allora, ma la maggior parte delle bombe che esplodevano in quel paese, erano americane. Infatti, quando gli iracheni parlavano di ‘terrorismo’, si riferivano soltanto ‘Al-Irhab al-Amriki’ – il terrorismo americano.
Gli attacchi suicidi erano difficilmente un evento quotidiano, anzi non erano mai un evento, in nessuna parte dell’Iraq. Non appena gli Stati Uniti invasero l’Afghanistan nel 2001 e poi l’Iraq nel 2003, si scatenò l’inferno.
22 febbraio 2016
La guerra per procura in Siria contro l'ISIS ha raggiunto il suo apice: Verso un'invasione di terra sponsorizzata da USA e NATO?
La strategia di Washington consiste nel comandare una guerra regionale più ampia istigando la Turchia, l'Arabia Saudita così come Israele a "fare loro il lavoro sporco per noi".
Le forze del governo siriano insieme ai suoi alleati (Russia, Iran, Hezbollah) si sono scontrate, fino a poco fa, con i cosiddetti "ribelli dell'opposizione", composti in gran parte di terroristi "moderati" e mercenari, coadiuvati da forze militari e di intelligence degli USA e della NATO che combattevano tra i loro ranghi sotto copertura.
I terroristi affiliati ad Al Qaeda e all'ISIS sono supportati da USA e NATO insieme a Israele e ai loro alleati del Golfo Persico. La Turchia e l'Arabia Saudita, in stretto collegamento con Washington, hanno giocato un ruolo decisivo nel reclutamento, nell'addestramento e nel finanziamento dei terroristi.
Fino ad ora, questa guerra per procura si è svolta senza un diretto confronto tra le forze alleate di USA e NATO e l'esercito siriano, che è militarmente supportato da Russia ed Iran.
Le forze del governo siriano insieme ai suoi alleati (Russia, Iran, Hezbollah) si sono scontrate, fino a poco fa, con i cosiddetti "ribelli dell'opposizione", composti in gran parte di terroristi "moderati" e mercenari, coadiuvati da forze militari e di intelligence degli USA e della NATO che combattevano tra i loro ranghi sotto copertura.
I terroristi affiliati ad Al Qaeda e all'ISIS sono supportati da USA e NATO insieme a Israele e ai loro alleati del Golfo Persico. La Turchia e l'Arabia Saudita, in stretto collegamento con Washington, hanno giocato un ruolo decisivo nel reclutamento, nell'addestramento e nel finanziamento dei terroristi.
Fino ad ora, questa guerra per procura si è svolta senza un diretto confronto tra le forze alleate di USA e NATO e l'esercito siriano, che è militarmente supportato da Russia ed Iran.
14 gennaio 2016
Israele vuole cancellare la Costituzione italiana?
Il totale asservimento dei media italiani ai governi guerrafondai di Israele, proprio in questi giorni, ha trovato una nuova conferma: i direttori di alcuni fra i più autorevoli organi di stampa, come Repubblica, Rainews e Corriere della Sera, hanno subito pressioni (presumiamo da ambienti filoisraeliani molto influenti, perché solo questi hanno la forza di fare questo) per licenziare decine di giornalisti colpevoli – citiamo direttamente dal sito di Progetto Dreyfus licenziamenti di massa nelle redazioni – “di aver riportato, in forme totalmente stravolte, gli attentati commessi dai terroristi palestinesi in Israele”.
L’articolo di cui sopra pubblicato sul sito di Progetto Dreyfus, megafono della Comunità ebraica romana – quella stessa che lo storico Diego Siragusa ha definito come la “sezione italiana dell’estrema destra israeliana” -, è un vero e proprio attacco alla libertà di stampa, sia pure maldestramente camuffato dietro la richiesta di una più corretta informazione. Continuiamo a leggere l’articolo:‘’La disinformazione, al limite della propaganda, perpetrata da questi ultras dalla penna vicina ai terroristi palestinesi è finalmente terminata. Si è infatti interessato persino il presidente dell’ordine dei giornalisti che ha minacciato di ritirare diversi tesserini, di rispedire alcuni dei titolisti a corsi di formazione di giornalismo con particolare focus sull’etica ed escludere come estrema ratio dall’ordine alcuni degli autori più recidivi’’ 1.
6 gennaio 2016
L'FMI cambia le sue regole per isolare Cina e Russia
Lo scenario da incubo, preconizzato dagli strateghi della geopolitica americani, sembra diventare realtà: l’indipendenza economica straniera dal controllo degli Stati Uniti. Invece di privatizzare e rendere il mondo neoliberale sotto la pianificazione e proprietà finanziaria accentrata sugli Stati Uniti, i governi russo e cinese stanno investendo in economie di prossimità, in termini che cementino l’integrazione economica euroasiatica, sulla base del petrolio russo, delle esportazioni erariali e del finanziamento cinese. L’Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB) minaccia di rimpiazzare i programmi dell’FMI e della Banca Mondiale che favoriscono i venditori, le banche e i possessori di bond degli Stati Uniti (con gli Stati Uniti che detengono potere di veto unico).
Il prestito russo del 2013, concesso in seguito alla richiesta fatta dall’eletto governo pro-russo dell’Ucraina, ha dimostrato i benefici del mutuo commercio e delle relazioni d’investimento tra i due Paesi. Come indica il Ministro delle Finanze Anton Siluanov, in Ucraina le “riserve internazionali erano appena sufficienti per coprire le importazioni di tre mesi e nessun altro creditore era preparato a concedere un prestito a condizioni accettabili per Kiev”. Tuttavia la Russia ha fornito 3 miliardi di dollari di un fondo altamente necessario, al tasso d’interesse del 5%, quando i bond ucraini stavano fruttando quasi il 12% .” [1]
Ciò che provoca fastidio in modo particolare agli strateghi finanziari americani è il fatto che questo prestito, concesso dal fondo di debito sovrano russo, fosse protetto dalla pratica di prestito dell’FMI, il quale in quel periodo aveva assicurato esigibilità di credito, trattenendo nuovo credito proveniente da Paesi in default di debiti ufficiali stranieri (o almeno, non contrattando in buona fede per il pagamento).
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23 novembre 2015
"ISIS = Israeli Secret Intelligence Service"
Ken O'Keefe è un ex-Marine degli Stati Uniti, di origine irlandese-palestinese, che ha rinunciato alla cittadinanza americana nel 2001. Come scrive nella propria biografia, "Quando ero un Marine denunciavo apertamente l'abuso di potere da parte dei miei superiori, e per questo motivo ho pagato un caro prezzo.
20 settembre 2015
31 luglio 2015
Putin non ha il carisma di Bill Gates!
Alcuni eccessi critici nei confronti del governo greco in conseguenza del suo ultimo accordo con l'Unione Europea, hanno determinato degli effetti comunicativi piuttosto paradossali. Condannare troppo Syriza per il suo cedimento, significa infatti assolvere indirettamente l'UE, il Fondo Monetario Internazionale e la NATO, come se l'uscita dall'euro fosse solo una questione di buone intenzioni, di coerenza o dell'adozione della teoria monetaria "giusta". In realtà nessuna teoria monetaria ti spiega come difenderti dalle minacce di morte o dalle prospettive di un colpo di Stato camuffato da "rivoluzione colorata".
Non si può poi fare a meno di notare la solitudine del governo greco in tutte le recenti vicissitudini. Non c'è dubbio che Tsipras si attendesse un po' più di solidarietà da parte del governo russo. Dei commentatori particolarmente estimatori di Putin hanno però visto nella sua rinuncia ad approfittare delle difficoltà della UE un atteggiamento di lungimiranza politica. In effetti Putin nella circostanza ha spinto la sua lungimiranza da qui ad un milione di anni, quando di tutto quello che accade ora non fregherà più niente a nessuno.
Non si può poi fare a meno di notare la solitudine del governo greco in tutte le recenti vicissitudini. Non c'è dubbio che Tsipras si attendesse un po' più di solidarietà da parte del governo russo. Dei commentatori particolarmente estimatori di Putin hanno però visto nella sua rinuncia ad approfittare delle difficoltà della UE un atteggiamento di lungimiranza politica. In effetti Putin nella circostanza ha spinto la sua lungimiranza da qui ad un milione di anni, quando di tutto quello che accade ora non fregherà più niente a nessuno.
11 settembre 2014
BARAK OBAMA E I "RAGAZZI" DELL'ISIS RECLUTATI DAGLI USA...
La drammatica e apparentemente inarrestabile ascesa dell’Isis ha
riportato l’attenzione mediatica sul martoriato Iraq, caduto nel
dimenticatoio dopo il ritiro delle truppe americane. I mezzi di
informazione sono prodighi di informazioni nel descrivere le atrocità
del Califfato, ma reticenti nel raccontare chi siano i suoi membri e
quale sia la sua origine. Lo Stato Islamico di Iraq e Siria (questo il
nome completo) non è una forza apparsa improvvisamente dal nulla, ma il
figlio diretto delle politiche dell’imperialismo americano in Medio
Oriente che ha le sue radici nel conflitto siriano e nel caos dell’Iraq
post-Saddam, ricorda Riccardo Maggioni, secondo cui per capire meglio
qual è il ruolo dell’Isis occorre fare un salto indietro di almeno
trent’anni, dal momento che l’islamismo politico «è l’alleato oggettivo
dell’imperialismo americano nel Medio Oriente» a partire dai lontani
anni ‘80, quand’era il pretesto perfetto per consentire agli Usa di intervenire per aiutare i “buoni” e punire i “cattivi”.
Negli anni ’80, durante la guerra fredda, l’Islam conservatore era l’alleato degli Usa nel contenere la diffusione del comunismo e dell’influenza dell’Urss nel mondo arabo, scrive Maggioni in un post ripreso da “Informare per Resistere”. Sotto la presidenza Reagan, gli Usa «armarono e addestrarono i Talebani in Afghanistan» per rovesciare la repubblica popolare afghana e contrastare il successivo intervento sovietico. «Al-Qaeda nasce qui, con i soldi e il supporto americano, tanto che lo stesso Bin Laden (ricordiamolo: proveniente da una famiglia di affaristi sauditi in stretti rapporti con gli Usa) combatteva in Afghanistan e veniva intervistato da quotidiani occidentali come “The Indipendent” i quali lo definivano “freedom fighter”». I Talebani, aggiunge Maggioni, «vennero addirittura glorificati in film come “Rambo 3”», mentre «vari leader islamisti afghani furono ricevuti alla Casa Bianca da Reagan, che li definì “leader con gli stessi valori dei Padri Fondatori”».
Negli anni ’80, durante la guerra fredda, l’Islam conservatore era l’alleato degli Usa nel contenere la diffusione del comunismo e dell’influenza dell’Urss nel mondo arabo, scrive Maggioni in un post ripreso da “Informare per Resistere”. Sotto la presidenza Reagan, gli Usa «armarono e addestrarono i Talebani in Afghanistan» per rovesciare la repubblica popolare afghana e contrastare il successivo intervento sovietico. «Al-Qaeda nasce qui, con i soldi e il supporto americano, tanto che lo stesso Bin Laden (ricordiamolo: proveniente da una famiglia di affaristi sauditi in stretti rapporti con gli Usa) combatteva in Afghanistan e veniva intervistato da quotidiani occidentali come “The Indipendent” i quali lo definivano “freedom fighter”». I Talebani, aggiunge Maggioni, «vennero addirittura glorificati in film come “Rambo 3”», mentre «vari leader islamisti afghani furono ricevuti alla Casa Bianca da Reagan, che li definì “leader con gli stessi valori dei Padri Fondatori”».
3 settembre 2014
COME PUO' UNO SCOGLIO ARGINARE IL MARE - ANCHE SE NON VOGLIO TORNO GIA' A VOLARE (Intorno a Alessandro Di Battista)
Per primissima, urgente, cosa, invito
tutti a vedersi il video youtube inserito in cima alla colonna sinistra del mio
blog. Stupefacente, sensazionale, agghiacciante (ma non sorprendente per noi)!
L’agente del Mossad, Juval Aviv, intervistato dalla CNN, nientemeno, dichiara
che l’esplosione del 7 luglio 2005 al metrò di
Londra, attribuito a due ragazzi musulmani, ovviamente incastrati (come
risulta, tra le altre incongruenze, dal fatto che le foto dimostrano che la
bomba, evidentemente posta in precedenza, esplose da sotto la piattaforma della
carrozza e non nello zaino lasciato sul pavimento, come affermato dalla
polizia), “è facile da farsi, come abbiamo
fatto NOI a Londra”, per poi esitare
e correggersi: “come è stato fatto a
Londra”.
Ora che,.a
forza di urlare come carrettieri ubriachi, o come automobilisti romani
inferociti dall’inerme pedone, gli sguatteri dell’imperatore hanno perso la
voce, è il momento di ragionare sui fatti. Roba invisa e anche proibita agli
sguatteri e praticata, a mia conoscenza, dal solo, per me esimio, Angelo
d’Orsi, reperto eterodosso di intelligenza e onestà nel “manifesto”, a dispetto
delle ripetute volte che ha spillato fuori dal vaso adeguandosi alle
frustrazioni sinistre dei bastona-5 stelle. La sua (l’adesione furbesca ed equivoca di Pannella
non conta), e quella del vignettista
Vauro, diseguale fustigatore di infamie padronali (quando non annebbiato dalla
vulgata imperiale su “dittatori” e “diritti umani”), sono state, per quanto mi
è dato di leggere, le uniche voci che hanno sostenuto le buone ragioni del
parlamentare Cinque Stelle Alessandro di Battista, opponendo alla canea dei
servi sciocchi, falsari e ignoranti, alcuni metri cubi di razionalismo.
Bravo Di Battista,
coraggioso e letale per tutti gli ipocriti sinistri e i predatori della
giustizia e della verità annidiati nella "comunità Internazionale".
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