La sconfitta subita da Israele a seguito della cancellazione della partita amichevole contro l'Argentina ripete, ancora una volta, una lezione che abbiamo imparato tante volte nelle favole e nei racconti infantili: "Chi stringe troppo la corda, poi resta impiccato" ... I pianeti sembravano allineati affinché Israele guadagnasse un nuovo trionfo, nella serie di progressi e conquiste, di impunità e disinformazione, processi con cui si è abituato a vincere ultimamente.
Il fascista [1] Benyamin Netanyahu ha creato un gabinetto di allegri assassini confessi di palestinesi, come Naftali Bennet, Ministro dell'Istruzione, che ha tranquillizzato il suo pubblico scherzando su questi omicidi: "Nella mia vita, ho ucciso molti arabi.Questo non è un problema".[2] O la ministra della giustizia Ayelet Shaked, che sostiene la morte per le madri palestinesi, "perché danno alla luce serpenti" ... (ibid).
“In memoria
dell’espulsione di 800.000 palestinesi
e della distruzione
di 532 villaggi nel 1948 da parte
del criminale di
guerra David Ben Gurion
per la creazione dello Stato di
Israele”
Sotto pressione israeliana, un sobborgo francese oggi ha rimosso un cartello stradale che commemorava la Nakba
Il sindaco di Bezons, un sobborgo nord-occidentale di Parigi, lunedì aveva inaugurato la targa “Viale della Nakba”per commemorare il 70° anniversario della Nakba. La placca è stata rimossa solo poche ore dopo la sua installazione a seguito di una richiesta da parte di un alto funzionario della regione, che ha affermato che potrebbe “disturbare seriamente l’ordine pubblico”, secondo quanto riportato da PressTV.
Alle 21:00 di lunedì 14 maggio, quando si compie il 70° anniversario della proclamazione dello Stato di Israele, oltre 50 morti palestinesi (tra cui sei minorenni) e 2.400 persone ferite dal fuoco dell'esercito israeliano nel quadro delle proteste contro il trasferimento dell'Ambasciata USA a Gerusalemme da Tel Aviv.
La decisione di Washington diventa realtà solo un giorno prima che il popolo palestinese ricordi, come ogni 15 maggio, i 70 anni della Nakba ("catastrofe", in arabo), l'esilio forzato di migliaia di palestinesi dopo l'occupazione israeliana del loro territorio.Per questo motivo, abbiamo intervistato via email Teresa Aranguren, giornalista e scrittrice con una vasta e pluripremiata carriera che copre il Medio Oriente e il conflitto di Palestina e Israele e autore della Palestina.Il filo della memoria e Contro l'oblio.
L'Iran è stato umiliato pubblicamente, i palestinesi sono schiacciati e lunedì saranno calpestati in pompa magna durante l'inaugurazione dell'ambasciata USA a Gerusalemme.Questi giorni sono un'enorme vittoria per Netanyahu. Sono giorni di grande vittoria per il primo ministro Benjamin Netanyahu, per la destra e per i nazionalisti israeliani. Questi sono giorni di vittoria per il percorso che hanno scelto, la via della forza, quella della loro fede, la fede nel popolo eletto che può fare tutto ciò che gli piace.
Per un breve momento storico Alexis Tsipras e il suo partito politico, Syriza, hanno acceso la speranza che la Grecia potesse far resuscitare un’onda della sinistra a lungo dormiente in Europa.
Una nuova Grecia era nata dalle fitte di dolore dell’austerità economica imposta dall’Unione Europea e dalle sue soverchianti istituzioni economiche, una troika così feroce che ben poco si è curata che l’economia greca collassasse e milioni di persone vivessero l’asprezza della povertà, della disoccupazione e della disperazione. La Coalizione della Sinistra Radicale (Syriza) è salita al potere nel gennaio del 2015 come diretto risultato dello scontento popolare nei confronti della UE. E’ stato un tempo nel quale le persone comuni hanno preso posizione per difendere qualsiasi parvenza di sovranità non sottratta loro da politici, banchieri e potenti istituzioni burocratiche.
Per anni, molti – prontamente bollati come complottisti – hanno ipotizzato che quando si tratta di raggiungere obiettivi illegali, come, ma non solo, creare false flag ed omicidi politici, pochi sono abili ed operosi come CIA e Mossad. Soprattutto il secondo.
Solo che, come spesso accade, la maggior parte (se non tutte) tali “teorie della cospirazione” risultano veritiere. In questo caso sono venute a galla grazie al lavoro di Ronen Bergman, giornalista investigativo israeliano. Il suo libro appena pubblicato, “Rise and Kill First: la storia segreta delle uccisioni mirate di Israele”, riporta in dettaglio alcuni di questi piani israeliani, come l’assassinio del leader palestinese Yasser Arafat, che includeva un complotto per far esplodere aerei passeggeri e stadi di calcio.
Israele rischia una possibile inchiesta da parte della Corte Penale Internazionale per crimini di guerra per il suo attacco del 2014 contro Gaza che uccise più 2.100 palestinesi, tra cui 500 bambini. Per saperne di più parliamo con Norman Finkelstein, autore del nuovo libro ‘Gaza: An Inquest into its Martyrdom’ [Gaza: un’indagine sul suo martirio]. E’ autore di molti altri libri, tra cui “L’industria dell’Olocausto: lo sfruttamento della sofferenza degli ebrei” e ‘Knowing Too Much: Why the American Jewish Romance with Israel Is Coming to an End’ [Sapere troppo: perché l’innamoramento degli ebrei statunitensi nei confronti di Israele sta arrivando alla fine].
Prima di cominciare a parlare più estesamente di Gaza volevo chiederti velocemente quali hai pensato siano state le motivazioni del presidente Trump nel riconoscere Gerusalemme come la capitale, dicendo che avrebbe trasferito l’ambasciata statunitense da Tel Aviv, la massica reazione presso le Nazioni Unite dopo il suo annuncio di tale riconoscimento, il prevalente voto contro gli Stati Uniti e gli Stati Uniti che hanno minacciato chi votava contro di loro.
Perché i palestinesi che partecipano a proteste settimanali lungo la barriera di confine, sono meno coraggiosi o meno giustificati dei manifestanti iraniani? Dobbiamo chiamare le cose con il loro nome.I palestinesi e la manciata di israeliani che combattono l'occupazione sono dissidenti.Così dovrebbero essere chiamati.Sono dissidenti che si oppongono al regime.Sono dissidenti come chiunque si oppone a qualsiasi regime tirannico e meritano tanto rispetto e apprezzamento quanto ne abbiamo dato ai dissenzienti nel corso della storia, da Nelson Mandela ad Andrei Sakharov, da Lech Walesa a Natan Sharansky.
Il regime che stanno combattendo e di cui sperano la rovina, non è meno crudele dei tiranni contro i quali i più famosi dissidenti nella storia hanno combattuto.Questo regime non ha alcun collegamento con la democrazia di cui Israele è così orgoglioso e che il mondo applaude.
Netanyahu e Trump la proclamano capitale indivisibile di Israele. Ma è spaccata in due: un ovest che si disinteressa totalmente dei palestinesi e un est arabo che protesta e cerca di sopravvivere
Gerusalemme – Situato alle spalle della centrale via Giaffa e di fronte agli uffici del ministero dell'interno che rilasciano i visti di soggiorno, al negozio e studio fotografico della signora Lilia non mancano i clienti. «Qualche volta va bene, altre meno. Questo è il commercio», commenta la donna. Poco più avanti israeliani e turisti affollano i caffè di tendenza. L'atmosfera è serena. È una giornata come le altre nella zona ovest, ebraica, di Gerusalemme ma a poche centinaia di metri la tensione è alta. Mai come in questi giorni Gerusalemme conferma di essere una città divisa, spaccata in due, malgrado i proclami di unità sotto la sovranità israeliana. Superando il Municipio già appaiono le mura della città vecchia e Porta Nuova.
Lo storico israeliano Shlomo Sand scrive a Emmanuel Macron in seguito al discorso, tenuto in presenza di Benjamin Netanyahu, per la commemorazione del Rastrellamento del Velodromo d'Inverno
Cominciando a leggere il suo discorso sulla commemorazione della retata del vel’di Hiv, ho provato gratitudine verso di lei. In effetti, alla luce di una lunga tradizione di leader politici, di destra come di sinistra che, al passato e al presente, si sono defilati riguardo la partecipazione e la responsabilità della Francia nella deportazione nei campi della morte delle persone di origine ebraica, lei ha preso una posizione chiara e priva di ambiguità: “Sì, la Francia è responsabile della deportazione; sì, c’è stato antisemitismo in Francia, prima e dopo la seconda guerra mondiale. Sì, dobbiamo continuare a combattere tutte le forme di razzismo.” Ho visto queste posizioni come in continuità con la sua coraggiosa dichiarazione fatta in Algeria, secondo cui il colonialismo costituisce un crimine contro l’umanità. Per essere del tutto sincero, sono stato piuttosto infastidito dal fatto che lei abbia invitato Benjamin Netanyahu, che è indubbiamente da classificare nella categoria degli oppressori e non può quindi essere presente per rappresentare le vittime di ieri.
C.J.Polychroniou (CJP): Il gabinetto dei ministri del presidente eletto e’ composto da figuri del mondo finanziario e delle corporazioni e da comandanti militari. Queste selezioni non rispettano le promesse pre-elettorali di Trump di “prosciugare la palude”; allora che cosa ci aspetta da questo megalomane e falso populista per quanto riguarda il futuro dell’establishment di Washington?
Noam Chomsky (NC): Rispetto a questo- e prego di notare la qualificazione- Time Magazine lo ha descritto piuttosto bene ( in una colonna di Joe Kelin, il 26 Dicembre scorso):” Mentre qualcuno della base si puo’ sorprendere, tuttavia le decisioni di Trump di abbracciare coloro che si sono ingrassati nella melma di Washington ha diffuso un senso di sollievo attraverso la “classe politica” della capitale. Un consulente del GOP (Great Old Party- il Partito Repubblicano, Ndt), vicino alla transizione del Presidente eletto, dice che questo dimostra che “governera’ come un normale Repubblicano”. “C’e’ sicuramente della verita’ in questo”. Il mondo imprenditoriale e gli investitori sono certamente d’accordo. Il mercato azionario e’ esploso subito dopo le elezioni, diretto dalle compagnie finanziarie che Trump ha denunciato durante la sua campagna elettorale, in particolare il demonio principale della sua retorica, Goldman Sachs.
Azzardo ipotesi a caldo riguardo l’attentato di Manchester, dove -nel momento in cui sto scrivendo – hanno perso la vita 22 persone, mentre altre 59 sono rimaste ferite. Si parla di un kamikaze, come a Parigi nel 2015 ma un qualcuno che, se fosse confermata l’ipotesi, ha atteso il momento del deflusso dall’arena a fine concerto per farsi esplodere, in un’area esterna vicino alla biglietteria, quindi per ottenere il massimo effetto, senza correre il rischio di dover eludere i controlli di sicurezza per poter entrare nella struttura. Insomma, morti per la deflagrazione più effetto calca della gente che scappa. Allo Stade de France, come dissero gli inquirenti, di fatto i kamikaze si suicidarono, facendosi esplodere all’esterno della struttura ma quando la partita era in corso: uno, addirittura, andò a farsi brillare in un vialetto senza uscita. Restano due cose strane: il fatto che sia circolata in tempi brevissimi la notizia che fosse stato identificato l’attentatore (se fosse stato davvero un kamikaze, ci sarebbe voluto più tempo e una gran fortuna), smentita solo in parte poco fa dal capo della polizia di Manchester, Ian Hopkins, (il quale ha detto che non poteva confermare né se l’identità fosse stata scoperta, né se si trattasse di un cittadino britannico) e quello che a parlare per primi di attentatore suicida siano stati funzionari USA, come riportato da SkyNews britannica. Come mai questa certezza dall’altra parte dell’Oceano?
"Io credo davvero che avremmo dovuto sopprimere i loro aeroporti, e impedire loro di usarli per bombardare persone innocenti e lanciare su di esse gas sarin". Queste sono state le parole pronunciate da Hillary Clinton poche ore prima che il suo nemico, il presidente Donald Trump, ordinasse attacchi aerei e il lancio di 59 missili da crociera Tomahawk contro il campo d'aviazione di Shayrat nel sud-est di Homs, in Siria.
Escalation
Il governo di Trump ha descritto gli attacchi come "unici" e ha insistito sul fatto che non ci sono piani di intensificazione. Ma l'escalation è in corso. La Russia, anche se è stata avvertita da parte degli Stati Uniti prima del bombardamento, ha sospeso un accordo con gli Stati Uniti per evitare collisioni a mezz'aria nello spazio aereo siriano.
Gli obiettivi del governo degli Stati Uniti di attaccare la Siria possono essere dedotti dalla storia di uno dei più potenti diplomatici nella storia degli Stati Uniti: Henry Kissinger.
Sabato sera, 1° aprile, migliaia di palestinesi ed ebrei si sono riuniti a Gerusalemme per protestare contro l’occupazione della Cisgiordania, della Striscia di Gaza e delle Colline del Golan che ha avuto inizio nel 1967. La direttrice di “Breaking Silence” Yuli Novak si è rivolta ai manifestanti parlando dell’importanza della solidarietà e della resistenza contro la violenza e il razzismo del governo israeliano. Ecco il tenore di questo intervento. Sono giorni bui e tetri. Il nostro paese viene dominato dall’occupazione, dal messianismo, dal razzismo, dall’ignoranza, dall’indifferenza morale e dalla violenza. Non serve accusare il governo. E non serve neppure stare seduti nei nostri salotti e fantasticare sul giorno in cui questo governo verrà sostituito da un altro. E basta infine con la retorica “tutti fuorché Bibi”: Lapid non sarebbe diverso. Il cambiamentoche dobbiamo intraprendere richiede coraggio e onestà e la disponibilità a compiere dei sacrifici – si deve essere pronti a rinunciare ai propri privilegi e pagarne il prezzo. Fatemi vedere un politico – uno solo! – che vuole diventare primo ministro e che sarebbe pronto a farlo.
In giornate buie come queste, caratterizzate dalla violenza quotidiana, l’odio intensificato, l’orribile razzismo e l’occupazione esiste solo un modo per vincere: la resistenza, la lotta, la solidarietà. La resistenza – ecco la nostra forza e la debolezza del governo. Partecipare a queste lotte per noi è la nostra speranza. E questa lotta porterà al crollo del regime. La solidarietà è la nostra forza civile e il grande timore del regime. E non ci sono momenti che i regimi cattivi temono di più del momento in cui i cittadini si rivoltano, resistono e combattono senza timore.
Usando il termine "apartheid", il rapporto apre nuove prospettive alla visione delle Nazioni Unite sulla situazione nella Palestina occupata
Un nuovo rapporto delle Nazioni Unite accusa Israele di aver stabilito "un regime di apartheid che opprime e domina il popolo palestinese nel suo complesso".
La pubblicazione arriva nel mezzo di un nuovo dibattito sulla questione se, per la sua politica di colonizzazione e il suo rifiuto dell'autodeterminazione palestinese, il governo israeliano crea - o addirittura ha già creato - di fatto un "unico stato", che i critici considerano una forma di apartheid.
Sostenere la campagna BDS
Il rapporto esorta i governi a "sostenere le attività di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni[BDS]"e di "rispondere positivamente agli appelli di tali iniziative".
Il rapporto - le pratiche di Israele contro il popolo palestinese e la questione dell'apartheid - è stato commissionato e pubblicato dalla Commissione economica e sociale delle Nazioni Unite per l'Asia Occidentale (ESCWA) e pubblicato a Beirut.
John Reynolds, professore di diritto presso la National University of Ireland, Maynooth, ha detto ad Al Jazeera che il rapporto "apre nuove prospettive nel contesto dell'analisi della situazione in Palestina dalle Nazioni Unite".