Questa domanda mi viene posta con crescente insistenza da amici e parenti, da chi legge i miei interventi sulla Tanzanìa (1, 2, 3, 4), da chiunque sappia che ho trascorso molti anni in quel paese a controllare epidemie vere (come specialista in Malattie Infettive e in Sanità Pubblica nonché come Esperto del Min. Affari Esteri), e che continuo a recarmici più volte all’anno. Mantengo rapporti di collaborazione e amicizia con personale sanitario ad ogni livello: dai vertici nazionali ai più sperduti dispensari, perciò conosco bene la situazione e confesso che, quando qualcuno ha messo in dubbio la mia parola sul fatto che la Tanzanìa fosse Covid-free, non ho ritenuto valesse la pena badarci… però alla fine la caparbia e ragionata insistenza di una cara amica, giornalista sopraffina, mi ha convinto che dovevo scrivere qualcosa al riguardo.
Video “virali” del tizio o della tizia che gliele canta ai «negazionisti»; titoloni sul pericolo «negazionisti»; invettive contro i «negazionisti»; satira sui «negazionisti», grasse risate! I «negazionisti» sono ovunque, ed è colpa loro se le cose vanno male. Ecco allora i nostri eroi, i prodi che li contrastano, gettando loro guanti di sfida: «Vengano in terapia intensiva, i negazionisti!»
Sono sfide a nessuno, invettive contro fantasmi, colpi sparati nella nebbia. Chi sarebbero i «negazionisti»? Sì, esistono frange secondo cui la pandemia sarebbe finta, ma sono ultraminoritarie. In genere, nemmeno chi è aperto a fantasie di complotto su Bill Gates, i vaccini e quant’altro nega che sia in corso una pandemia e che il virus uccida. E allora di chi si sta parlando?
Per capire come la teoria economica mainstream, costruita e riprodotta nei circoli intellettuali e accademici, viene veicolata, mediaticamente, nella cultura di massa, dobbiamo prima fare una breve premessa su come funziona la propaganda nei moderni regimi occidentali cosiddetti liberal-democratici (cioè nei regimi in cui, per intenderci, vigono elezioni a suffragio universale, libertà di associazione e libertà di stampa).
In questi paesi la propaganda assume forme ben diverse da quelle che solitamente assume nei regimi non democratici – cioè in cui non vigono le condizioni di cui sopra –, dove tendenzialmente esiste un controllo top-down diretto e pressoché assoluto del flusso di informazioni che arriva ai cittadini, tanto tramite i media ufficiali (che perlopiù sono direttamente sotto il controllo del governo) quanto, oggi sempre di più, tramite i social network e persino i sistemi di chat. Pensiamo per esempio alla Cina.
La giornalista italiana Stefania Maurizi ha lavorato per alcune delle maggiori testate del Paese, tra cui Repubblica, l'Espresso e ora Il Fatto Quotidiano. Nel 2009 ha iniziato a lavorare con Julian Assange e WikiLeaks su file segreti riguardanti la guerra in Afghanistan, i cavi della diplomazia statunitense e i detenuti di Guantanamo. Ha anche indagato su file top secret trapelati dall'informatore Edward Snowden, rivelando, tra l'altro, gravi casi di inquinamento ambientale in Italia e di sfruttamento di lavoratori pakistani in una fabbrica gestita da un'azienda italiana.
Maurizi è stata testimone alle udienze per l'estradizione di Assange il mese scorso. Mentre un giudice londinese sta valutando se estradare il fondatore di WikiLeaks negli Stati Uniti, le abbiamo parlato della sua esperienza di farsi dei nemici potenti, di quelle che lei descrive come campagne diffamatorie contro WikiLeaks e coloro che lavorano con loro - e del perché Assange non avrebbe mai dovuto lasciare Berlino.
Seguo tutti i giorni con grande interesse i Suoi interventi sul web e vorrei inviarLe alcuni dati sull’influenza, facilmente reperibili su internet, ricercando un po’.
1) Anche nel 2015 c’è stata una influenza più forte del solito e 50 mila morti in più rispetto all’anno precedente (non 50 mila morti in totale, 50 mila morti in più rispetto al 2014). Era dai tempi della IIa guerra mondiale che nel nostro paese non si verificava un simile aumento della mortalità, eppure non ricordo né mascherine. né distanziamenti o divieto di assembramenti (per tacere della sospensione della Costituzione coi Dpcm…) Eppure siamo sopravvissuti lo stesso…
2) Nella stagione 2016/2017, l’ultima per cui ci sono i dati, l’influenza e la similinfluenza (ovvero: stessi sintomi, ma tampone negativo) hanno fatto 5 milioni e mezzo di malati (malati veri, a letto con la febbre, per intenderci) e 43 mila morti. Studio pubblicato sull‘ International Journal of infectious diseases fra i cui autori figura anche Walter Ricciardi, consigliere del “ministro della paura” Roberto Speranza.
Francesco Oliviero, medico specializzato in psichiatria e pneumologia, spiega su #Byoblu24 le conseguenze potenzialmente devastanti che il vaccino contro il Covid-19 potrebbe avere sugli esseri umani: “Gli effetti si dovranno valutare sul lungo periodo, le persone rischiano di diventare degli organismi geneticamente modificati perché questo tipo di vaccino, tra l’altro sperimentale, andrebbe a scompaginare il genoma umano”.
L'associazione LA CITTA' DEI RAGAZZI, sta realizzando dei video animati per far si che i ragazzi possano ragionare con la propria testa e porsi domande al di là di quello che raccontano i media... Su questo blog pubblicheremo i vari video realizzati e pubblicati sul canale YT "Le domande di Traspa & Renza".
Lo scorso agosto, NPR ha profilato un esperimento condottoda Harward per aiutare le famiglie a basso reddito a trovare alloggio nei quartieri più ricchi, dando ai loro figli l'accesso a scuole migliori e un'opportunità per "spezzare il ciclo della povertà". Secondo i ricercatori citati nell'articolo, questi bambini potrebbero vedere un guadagno maggiore di $ 183.000 nel corso della loro vita, una previsione sorprendente per un programma di alloggi ancora in fase sperimentale.
Infodemia è una parola nuova. È stata coniata nell’anno del Signore 2020, quest’anno, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per indicare (cito la Treccani): Circolazione di una quantità eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili. Per dare un succulento antipasto del perché sia stata creata questa parola, sempre dalla stessa pagina, riporto alcuni commenti.
[…]Non è così, ovviamente: perché la lotta al coronavirus è una lotta globale, dove i saperi si scambiano e il piccolo passo di ciascuno serve alla battaglia del mondo contro il Grande Nemico scaturito dal ventre di un pipistrello o di un serpente, o dai laboratori segreti di una delle tante Spectre che si aggirano per il mondo, dalle lobby del farmaco alla CIA di Trump. E che gli idioti da tastiera rilanciano in diretta: anche da qua, dall’Italia. Perché è questa «infodemia» il vero virus globale, quello per cui nessun vaccino arriverà mai. Luca Fazzo, Giornale.it, 3 febbraio 2020, Cronache
La rassegna di #Byoblu24 vi propone due casi di comunicazione in cui si può comprendere come l’informazione possa essere a volte tendenziosa, offrendo allo spettatore un messaggio totalmente asservito alla narrazione dominante. Nel primo caso è l’intervista ad Andrea Bocelli. Il cantante racconta ai microfoni di una TV locale di aver contratto il virus nel mese di marzo, esprimendo anche una certa perplessità sull'emergenza: "Non è normale il comportamento di coloro che ancora oggi temono questo virus come la lebbra". Perplessità che non hanno spazio nella stessa intervista montata e trasmessa dal Tg1.
Secondo una ricerca condotta dal team di una società Usa con sede a Bitono, il 35 per cento della popolazione è entrata in contatto con il Covid-19 a partire da ottobre, da quando il virus era già in circolo in Italia. Al nord la sua letalità è diventata maggiore, ma anche al sud i cittadini hanno sviluppato gli anticorpi. “Almeno un italiano su tre è già entrato in contatto con il virus. Anche al Sud si registrano percentuali molto alte”: è quanto emerso dallo studio sulla diffusione del Coronaviruscondotto da un team di ricercatori e medici delMeleam spa – società di proprietà statunitense con una sede anche a Bitonto – e di cui parla oggi, lunedì 20 aprile,La Stampa. Pasquale MariaBacco, amministratore delegato della società, medico e co-autore della ricerca, ha dichiarato al quotidiano: “Noi stessi ci siamo sorpresi. Oltre al nostro test, ne abbiamo utilizzato uno cinese e uno statunitense. Stessi risultati e nessuno li ha mai smentiti. Su un campione di 100 persone, aNapoli 38 erano positive e a Bari 36. La verità scientifica è questa. Poi se questi dati non devono emergere e si vogliono raccontare altre verità, è un discorso diverso”.