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25 maggio 2024
Il legame tra la protezione del clima e la sfera privata preannuncia un nuovo totalitarismo “verde”
La giurisdizione dell’UE sta diventando sempre più arbitraria e invasiva
Che rapporto esiste tra la tutela del clima e il diritto delle donne anziane al rispetto della propria vita privata e familiare? Ma nessuno, per chi ha conservato un po' di buon senso. Idem per la CO2 emessa nell’atmosfera dalla Svizzera e il rimprovero ufficiale della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU): ancora una volta, quale collegamento? Incolpare la Svizzera per la sua inerzia a favore della protezione del clima è allo stesso livello grottesco anche se, come tutti gli altri, la Svizzera potrebbe certamente fare meglio. Ma insiste giustamente sul fatto che le sue emissioni sono ancora piccole rispetto ai gas di scarico complessivi. E ripeto, la CEDU non ha il mandato di occuparsi giuridicamente della protezione del clima. Con la sentenza contro la Svizzera i giudici di Strasburgo hanno ancora una volta ampiamente superato la loro giurisdizione.
24 novembre 2022
Banche del sangue NoVax ► Il sangue pulito e non vaccinato sta diventando un bene prezioso?
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logo "purosangue" su una maglietta in vendita durante un "convoglio della libertà" in Alberta, Canada, a maggio. |
Poiché l'offerta di sangue in generale è ora contaminata da sangue chimico "completamente vaccinato" e carico di proteine, la richiesta di sangue puro è in aumento. Della Pietra ha apparentemente visto questa come una grande opportunità per fornire sangue pulito, che ora è più richiesto che mai.
6 marzo 2021
La grande vittoria di Trump ► L’attimo fuggente
Questa settimana Donald Trump è stato in Svizzera e si è recato in BRI, la Banca dei regolamenti internazionali, cioè il terreno di incontro tra tutte le Banche centrali. Cosa abbia fatto e per quali motivi ci sia andato, non lo so, né posso suffragare questa affermazione con fonti ufficiali. Mi hanno riferito questa notizia due persone operanti ad alto livello in ambito finanziario proprio in Svizzera, e poiché non ritengo avessero motivi per propalare una sciocchezza, ho preso in considerazione questo accadimento.
Mi hanno anche riferito che alle 17 e 45 di mercoledì 3 marzo, Trump avrebbe lasciato la Svizzera ma non mi hanno detto se fosse di ritorno in Florida o si recasse altrove in Europa. Tuttavia, poiché i titoli di Stato Usa sono crollati nel mercato interbancario tra il 3 e il 4 corrente mese, e la scorsa settimana la FED ha delineato colossali riaggregazioni monetarie del dollaro,
17 febbraio 2021
Svizzera ► "Ricciardi ha detto cose senza alcun fondamento scientifico”
Mentre in Italia le piste sciistiche vivono il dramma di un dietrofront di Speranza quando mancavano poche ore alle riaperture, non accade lo stesso in Svizzera, dove invece l’attività sciistica procede con tutte le misure di sicurezza in atto.
Non si è fatta attendere la replica della confederazione svizzera:
Questo evidentemente non va giù a Walter Ricciardi. Il consigliere del ministro della Salute ha messo nel mirino la Svizzera a “Che Tempo Che Fa”, puntando il dito nel corso della trasmissione proprio sugli elvetici, accusati di essere responsabili della diffusione della variante inglese in Europa, facendo riferimento alla presenza di turisti del Regno Unito.
Non si è fatta attendere la replica della confederazione svizzera:
“Non esiste nessuna evidenza scientifica che i focolai di variante inglese in Europa abbiano avuto origine dagli impianti di risalita elvetici“.
24 gennaio 2021
Svizzera: referendum contro i lockdown
La Svizzera indice un referendum per togliere al governo il potere di imporre lockdown
Il referendum si terrà presumibilmente a giugno, quando alcune restrizioni potrebbero essere di nuovo revocate, anche se non è stata fissata una data precisa.BERNA, Svizzera, 18 gennaio 2021 (LifeSiteNews) – Approfittando di una disposizione unica nella loro costituzione, gli attivisti svizzeri hanno raccolto firme sufficienti per indire un referendum nazionale volto a togliere al governo i poteri di imporre misure di blocco conseguenti a una pandemia.
Il gruppo Amici della Costituzione ha raccolto 86.000 firme per richiedere una votazione a livello nazionale per decidere se abrogare la legge COVID-19 del 2020 del governo approvata a settembre, scrive Business Insider.
11 gennaio 2018
Verso la completa digitalizzazione di denaro e lavoro
L’altro giorno, mi servivano soldi e cercavo un bancomat in un centro commerciale. Non c’era nessuno sportello automatico. Una settimana fa, in quel centro commerciale c’era ancora un’agenzia di una banca locale – ma non c’è più, lo spazio vuoto sarà riempito da uno Starbucks. Ho chiesto in giro – non ci saranno più bancomat in questo centro commerciale – e questo schema si sta ripetendo più e più volte in tutta la Svizzera e in tutta l’Europa occidentale. Le macchine bancomat gradualmente ma sempre più velocemente stanno scomparendo, non solo dai centri commerciali ma anche dagli angoli delle strade. Sarà la Svizzera il primo paese dove sarà pienamente operativo il denaro digitale.
Questo nuovo modello di vita senza denaro contante viene progressivamente e brutalmente imposto a svizzeri e europei in generale – dato che nessuno sta dicendo che cosa sta veramente succedendo dietro le quinte. Se mai, si sta dicendo alla popolazione che pagare diventerà molto più facile.
29 novembre 2017
L’incubo no cash e il teorema di Pangloss

Ovviamente in un’ipotetica società cashless gli evasori e i criminali continuerebbero a frodare il fisco e a muovere miliardi truccando bilanci, creando società di comodo e corrompendo funzionari e politici, esattamente come fanno oggi. E i ladri troverebbero altri modi per rubare, esattamente come ne hanno già trovati. Le cose cambierebbero invece per tutti gli altri, quelli che non avendo conti in Lussemburgo e/o inclinazione al crimine non potranno più proteggere la propria ricchezza dalle crisi finanziarie e dall’arbitrio dei governi.
3 novembre 2017
Lettera di un italiano in Svizzera
Riceviamo e pubblichiamo
Sono un italiano: fin qui, nessuna colpa.
Appartengono alla “classe 1984”: nemmeno questa una colpa. Una “sfiga” forse si: quella di appartenere ad una generazione di mezzo, quella generazione “Y” nata a cavallo tra gli anni ’80 e ‘90: né “figli dei fiori” (per lo più “figli di papà” in lotta per superbi ideali, almeno finché non entrati in banca o ottenuto un posto fisso); né figli della globalizzazione (svezzati a pane e smartphone e quanto mai “cittadini del mondo”). Una generazione “ibrida” cresciuta in un mondo jurassico ormai estinto, dopato da un benessere diffuso e indottrinato dal mito della crescita felice. “Studia e farai strada”, dicevano in tanti; “una laurea in Legge è meglio di un’assicurazione sulla vita”, aggiungevano altri.
Ed eccomi qui, a 33 anni, crocifisso dal mercato del lavoro, con una Laurea (cum Laude) in tasca e tanti sogni in un cassetto che non si aprirà mai… Il miraggio resta sempre lo stesso: né la fama, né il successo, né la ricchezza, nemmeno il famigerato “posto fisso”… Semplicemente un lavoro, un dignitosissimo lavoro, che consenta finalmente di esclamare: “ce l’ho fatta!”.
Sono un italiano: fin qui, nessuna colpa.
Appartengono alla “classe 1984”: nemmeno questa una colpa. Una “sfiga” forse si: quella di appartenere ad una generazione di mezzo, quella generazione “Y” nata a cavallo tra gli anni ’80 e ‘90: né “figli dei fiori” (per lo più “figli di papà” in lotta per superbi ideali, almeno finché non entrati in banca o ottenuto un posto fisso); né figli della globalizzazione (svezzati a pane e smartphone e quanto mai “cittadini del mondo”). Una generazione “ibrida” cresciuta in un mondo jurassico ormai estinto, dopato da un benessere diffuso e indottrinato dal mito della crescita felice. “Studia e farai strada”, dicevano in tanti; “una laurea in Legge è meglio di un’assicurazione sulla vita”, aggiungevano altri.
Ed eccomi qui, a 33 anni, crocifisso dal mercato del lavoro, con una Laurea (cum Laude) in tasca e tanti sogni in un cassetto che non si aprirà mai… Il miraggio resta sempre lo stesso: né la fama, né il successo, né la ricchezza, nemmeno il famigerato “posto fisso”… Semplicemente un lavoro, un dignitosissimo lavoro, che consenta finalmente di esclamare: “ce l’ho fatta!”.
9 settembre 2016
Rapporto di KPMG conferma la creazione di denaro dal nulla
Gentili giornaliste, egregi giornalisti,
Il 5 settembre la KPMG Iceland, ad una conferenza di alto livello, ha presentato la prima relazione comparativa mondiale sui sistemi monetari. È stato comparato il diffuso sistema di riserva frazionaria con il sistema di moneta intera, sul quale la Svizzera presto voterà. La relazione è stata effettuata su incarico del Presidente islandese ed è di grande rilevanza per la Svizzera.
Il 5 settembre la KPMG Iceland, ad una conferenza di alto livello, ha presentato la prima relazione comparativa mondiale sui sistemi monetari. È stato comparato il diffuso sistema di riserva frazionaria con il sistema di moneta intera, sul quale la Svizzera presto voterà. La relazione è stata effettuata su incarico del Presidente islandese ed è di grande rilevanza per la Svizzera.
4 marzo 2016
Brexit ovvero l'uscita della Gran Bretagna dall'UE: nebbia nella Manica, proletariato isolato!
Prendendo spunto dai titoli dei giornali britannici tra il 1930 ed il 1940, appunto "Fog in Channel, Europe cut off! – Nebbia nella Manica, Europa isolata!", la notizia della settimana scorsa sull'accordo tra Gran Bretagna ed Unione Europea, dimostra ancora una volta quale sia l'obiettivo del capitalismo internazionale in questo momento storico: confondere, isolare il proletariato nascondendo le proprie responsabilità nell'attuale crisi economica.
Dopo la vittoria elettorale del partito conservatore nel maggio scorso, una vittoria inaspettata da parte di tutti in Gran Bretagna [1], ma fortemente spalleggiata dalla City (la Borsa di Londra), dalle banche, e dalle compagnie di assicurazione, divenne chiaro che le politiche di austerità volute dalla Troika (Fondo Monetario Internazionale-FMI, Banca Cetrale Europea-BCE, Unione Europea-UE), a partire dalla crisi delle banche britanniche nel 2007-2008, trovarono in David Cameron il loro migliore esecutore.
Dopo la vittoria elettorale del partito conservatore nel maggio scorso, una vittoria inaspettata da parte di tutti in Gran Bretagna [1], ma fortemente spalleggiata dalla City (la Borsa di Londra), dalle banche, e dalle compagnie di assicurazione, divenne chiaro che le politiche di austerità volute dalla Troika (Fondo Monetario Internazionale-FMI, Banca Cetrale Europea-BCE, Unione Europea-UE), a partire dalla crisi delle banche britanniche nel 2007-2008, trovarono in David Cameron il loro migliore esecutore.
3 novembre 2015
2030: IDentificazione biometrica per tutti
Per esempio il punto 16.9 stabilisce i seguenti obiettivi…
Per il 2030, si dovrà dare una identità legale a tutti, includendo la registrazione delle nascite.
Le Nazioni Unite stanno già lavorando alacremente per realizzare questo obiettivo - in particolare tra la popolazione dei rifugiati.
21 maggio 2014
FINE DEL SEGRETO BANCARIO: USA PADRONI DELLA FINANZA!
L’istituzione del segreto bancario ha le ore contate, grazie a due
eventi che ne hanno segnato l’inizio della fine: l’attentato alle Torri
Gemelle e la crisi
finanziaria del 2007-2009. Dopo l’11 Settembre, col pretesto della
“lotta al terrorismo”, Washington «ha iniziato a ottenere un sempre
maggiore accesso alle informazioni sui clienti delle banche,
sui loro conti e sulle loro transazioni», afferma l’economista russo
Valentin Katasonov. Il Patriot Act, approvato dopo l’attacco alle Twin
Towers, permise all’intelligence statunitense di accedere liberamente a
informazioni prima riservate, senza più dover ottenere il permesso dei
giudici. Così, attraverso organizzazioni internazionali come l’Ocse e il
Fmi, Washington ha iniziato ad avere libero accesso alle informazioni
bancarie di tutto il mondo. Il secondo evento, la crisi
finanziaria, «ha dato il via a un processo repressivo nei confronti dei
conti offshore e del segreto bancario». Chi ha condotto la campagna
contro il segreto bancario e i conti offshore? Gli Stati Uniti. Ma,
dietro alle motivazioni ufficiali, la guerra al segreto bancario nasconde la volontà di controllare il sistema bancario mondiale.
27 marzo 2014
Solo 9 Paesi hanno una Banca Centrale che non appartiene ai Rothchild!
Sono
solamente 9 i Paesi che hanno la Banca Centrale che non appartiene ai
Rothschild. Sono: Cina, Russia, Iran, Venezuela, Ungheria, Siria, Cuba,
Islanda e Corea del Nord. Tre di questi Paesi, nell'ordine Russia, Iran e
Venezuela, sono anche le tre più grandi riserve energetiche del mondo,
considerando le riserve di petrolio, gas e carbone.
Direttamente o
indirettamente tutte le altre banche centrali appartengono o sono
controllate dai Rothschild. Ci sono addirittura quattro banche centrali
che sono quotate in borsa: le banche centrali di Belgio, Grecia, Giappone e Svizzera. La Banca centrale di Grecia oltre che essere quotata alla Borsa di Atene è quotata anche alla Borsa Tedesca.
Da queste brevi
considerazioni, penso sia comprensibile a tutti perchè i paesi che
hanno una banca centrale indipendente siano costantemente attaccati
mediaticamente dai media di tutto il mondo, tutti al servizio ovviamente delle grandi potenze imperialistiche dell'occidente.
23 maggio 2013
I SIGNORI DELLA FINANZA PREPARANO L'ESPROPRIO GLOBALE
Innanzi tutto facciamo osservare che i signori della finanza hanno
già progettato la fase finale della operazione per l'esproprio della
ricchezza nazionale della Russia. Il paravento
ideologico-propagandistico dietro il quale si attua il disegno di
"esproprio globale" è costituito dalla campagna per la lotta al
terrorismo internazionale condotta dagli USA e iniziata dopo l'11
settembre 2001. Questa campagna è stata via via integrata da
altri strombazzati programmi contro la corruzione, l'evasione fiscale,
il riciclaggio di denaro "sporco", la criminalità internazionale, ecc.
Di V. Katasonov
Sovross.ru
In realtà, queste nobili intenzioni di mettere ordine nel mondo intero, e di "salvaguardare gli interessi nazionali degli Stati Uniti", servono a mascherare la corsa della oligarchia finanziaria internazionale verso il dominio planetario. Si stanno infatti creando gli strumenti idonei all'esproprio globale, allo smantellamento degli stati sovrani, alla costituzione del governo mondiale ed alla formazione di un regime totalitario di dimensioni universali (il "lager mondiale").
Il completo esproprio di tutti i beni e la loro concentrazione nelle mani di una ristrettissima èlite internazionale è la condizione sine qua non per la realizzazione del nuovo ordine mondiale. A tal fine i circoli dominanti dell'Occidente in campo finanziario e bancario puntano ai seguenti obiettivi:
Di V. Katasonov
Sovross.ru
In realtà, queste nobili intenzioni di mettere ordine nel mondo intero, e di "salvaguardare gli interessi nazionali degli Stati Uniti", servono a mascherare la corsa della oligarchia finanziaria internazionale verso il dominio planetario. Si stanno infatti creando gli strumenti idonei all'esproprio globale, allo smantellamento degli stati sovrani, alla costituzione del governo mondiale ed alla formazione di un regime totalitario di dimensioni universali (il "lager mondiale").
Il completo esproprio di tutti i beni e la loro concentrazione nelle mani di una ristrettissima èlite internazionale è la condizione sine qua non per la realizzazione del nuovo ordine mondiale. A tal fine i circoli dominanti dell'Occidente in campo finanziario e bancario puntano ai seguenti obiettivi:
11 ottobre 2012
LA SVIZZERA MOBILITA L'ESERCITO E LA POLIZIA AI SUOI CONFINI
Sembra che la neutrale Svizzera sappia di già cosa succederà nei prossimi mesi in Europa. In un articolo comparso domenica scorsa sul “Schweizer Zeitung”, il governo Svizzero ha mobilitato l’esercito e i Reservisti che dovranno prendere parte a delle manovre militari assieme ai diversi corpi di Polizia disclocati nei diversi Cantoni della Confederazione.
In una intervista con il Capo della Stato Maggiore Svizzero Andrè Blattman e il Ministro della Difesa Ueli Maurer, il giornale lascia capire che a causa della problematica situazione che si è creata in tutta l’Europa e specialmente in Italia-Spagna-Portogallo e Grecia nella quale le popolazioni vengono a più non posso depredati dei loro diritti, del loro posto di lavoro e dei loro beni accumulati con il passare degli anni, molti cittadini di questi stati cercheranno di passare il confine clandestinamente per cercare aiuto nel governo Svizzero e magari qualche posto di lavoro per assicurare qualcosa da mettere sotto i denti ai loro figli.
Di Corrado Belli
Stampa Libera
Lo stesso giornale si basa pure sulle parole dette dal Premier Greco, Antonis Samaras, che non smentisce la sua preoccupazione di una escalazione della violenza in Grecia a causa delle Austerità che il governo e la costituzione di una organizzazione paramilitare stile Nazista che approfitterà della situazione per prendere il comando del Paese come lo fù in Germania con la caduta della repubblica di Weimar. In tutto sono stati mobilitati 100.000 soldati, 2000 ufficiali e 1600 uomini della Polizia Militare per prendere parte alle manovre denominate “Stabilo Due” che avranno il compito di assicurare i confini dei quattro Cantoni da un eventuale immigrazione di massa o attacchi da parte qualche stato confinante in cui il governo non sarà capace di ripristinare l’ordine.
Allude il giornale forse all’Italia?
Di Corrado Belli
Stampa Libera
Lo stesso giornale si basa pure sulle parole dette dal Premier Greco, Antonis Samaras, che non smentisce la sua preoccupazione di una escalazione della violenza in Grecia a causa delle Austerità che il governo e la costituzione di una organizzazione paramilitare stile Nazista che approfitterà della situazione per prendere il comando del Paese come lo fù in Germania con la caduta della repubblica di Weimar. In tutto sono stati mobilitati 100.000 soldati, 2000 ufficiali e 1600 uomini della Polizia Militare per prendere parte alle manovre denominate “Stabilo Due” che avranno il compito di assicurare i confini dei quattro Cantoni da un eventuale immigrazione di massa o attacchi da parte qualche stato confinante in cui il governo non sarà capace di ripristinare l’ordine.
Allude il giornale forse all’Italia?
7 ottobre 2009
SVIZZERA: REFERENDUM PER VIETARE L'ESPORTAZIONE DI ARMI
Gruppo per una Svizzera senza esercito
Insumissia
L' iniziativa Legislativa Popolare è uno strumento di democrazia diretta in Svizzera. Se 100.000 persone aventi diritto di voto firmano una petizione politica, le autorità sono tenute a tenere un referendum il cui risultato è vincolante per il governo.
Nel 2007, GSoA (Gruppo per una Svizzera senza esercito) ha raccolto oltre 100.000 firme di cittadini chiedendo un divieto di esportazione di materiale bellico e di transito attraverso la Svizzera. Il referendum è previsto per il 29 novembre 2009. Sarà la terza volta che la popolazione svizzera vota su questo tema. Nel 1972, il 49,7% ha votato per il divieto, ma nel 1997 il sostegno sceso al 22,5%. Se la maggioranza vota a favore del divieto, sarà vincolante per il governo. Il GSoA è stato fondato nel 1982 con l'obiettivo primario di "civilizzare" la società svizzera mediante l' abolizione del suo esercito. Nel 1989, oltre un terzo della popolazione svizzera ha approvato questa proposta in un referendum federale, scuotendo profondamente le convinzioni militariste del paese. Da allora, GSoA ha lanciato numerose "iniziative popolari" (che hanno portato a referendum nazionali), al fine di ridurre le dimensioni delle forze armate e il loro bilancio proponendo alternative civili. Il gruppo ha attualmente circa 20.000 soci e sostenitori.
Il governo si oppone al divieto, dicendo che le esportazioni sono vitali per l' industria degli armamenti svizzera, che a sua volta gioca un ruolo essenziale nella difesa del paese, dice. Se è vero che senza l'accesso al mercato internazionale degli armamenti, la produzione militare in Svizzera sarebbe più difficile, bisogna ammettere che la tendenza di integrazione e di fusioni nel settore sta già costringendo molte aziende produttrici svizzere a delocalizzare la produzione all'estero, e i principali produttori di armi sono controllati da imprese straniere.
L'argomento di difesa nazionale non è realistico, poiché l'industria militare in passato ha dimostrato che anche in tempo di guerra vende i propri prodotti a tutti i clienti che possono pagare.
Argomenti contro il commercio di armi
Anche se le armi svizzere rappresentano una piccola percentuale di materiale presente nel mondo, vengono ancora utilizzate per uccidere la gente, compresi i civili. Per esempio, la Svizzera è il secondo esportatore mondiale di munizioni per armi di piccolo calibro. Anche se un produttore non è direttamente responsabile del modo in cui usano i loro prodotti, è altamente ipocrita vendere prodotti pericolosi, e contemporaneamente accusare coloro che li usano male.
La politica estera svizzera mira a prevenire la violenza armata, la risoluzione dei conflitti e la costruzione della pace. Investire in sviluppo e cooperazione per rafforzare la pace e la sicurezza in Svizzera e in tutto il mondo. Tuttavia, l'impatto negativo del commercio delle armi (che provocano la distruzione dell'uomo e dell'ambiente, e le deviazioni di risorse per i bisogni umani, in particolare nei paesi del sud), ostacola seriamente tali sforzi. Esportare armi è incompatibile con la promozione della sicurezza umana e di una comunità stabile a livello mondiale.
Il materiale bellico rappresenta solo lo 0,4% del valore totale delle esportazioni svizzere. Se si accetta il divieto, il governososterrà finanziariamente la riconversione civile dell'industria degli armamenti. Questa conversione è già in atto con l'evoluzione dei mercati, sarebbe intelligente investire in settori quali l'energia e le tecnologie pulite, che forniranno presumibilmente più posti di lavoro sostenibili.
Infine, le esportazioni di armi non sono molto redditizie per il paese in quanto esse sono fortemente sovvenzionate (il governo copre i rischi di esportazione, che sono abbastanza costosi al momento della vendita di armi a paesi poveri, l'acquisto di attrezzature militari per altri paesi è spesso legata agli appalti per le industrie nazionali, il che implica che la loro sopravvivenza economica si basa sulle grandi spese del Ministero della Difesa).
Aiutateci a vincere il referendum!
Attualmente stiamo lavorando duramente sulla campagna, fiduciosi di poter vincere il referendum. L'industria delle armi può avere i soldi, ma noi abbiamo gli argomenti migliori. Naturalmente, siamo lieti di ricevere qualsiasi aiuto. In particolare, gradiremmo qualsiasi informazione sulla vendita e sull'uso di armi svizzere in qualsiasi parte del mondo.
Nel 2007, GSoA (Gruppo per una Svizzera senza esercito) ha raccolto oltre 100.000 firme di cittadini chiedendo un divieto di esportazione di materiale bellico e di transito attraverso la Svizzera. Il referendum è previsto per il 29 novembre 2009. Sarà la terza volta che la popolazione svizzera vota su questo tema. Nel 1972, il 49,7% ha votato per il divieto, ma nel 1997 il sostegno sceso al 22,5%. Se la maggioranza vota a favore del divieto, sarà vincolante per il governo. Il GSoA è stato fondato nel 1982 con l'obiettivo primario di "civilizzare" la società svizzera mediante l' abolizione del suo esercito. Nel 1989, oltre un terzo della popolazione svizzera ha approvato questa proposta in un referendum federale, scuotendo profondamente le convinzioni militariste del paese. Da allora, GSoA ha lanciato numerose "iniziative popolari" (che hanno portato a referendum nazionali), al fine di ridurre le dimensioni delle forze armate e il loro bilancio proponendo alternative civili. Il gruppo ha attualmente circa 20.000 soci e sostenitori.
Il governo si oppone al divieto, dicendo che le esportazioni sono vitali per l' industria degli armamenti svizzera, che a sua volta gioca un ruolo essenziale nella difesa del paese, dice. Se è vero che senza l'accesso al mercato internazionale degli armamenti, la produzione militare in Svizzera sarebbe più difficile, bisogna ammettere che la tendenza di integrazione e di fusioni nel settore sta già costringendo molte aziende produttrici svizzere a delocalizzare la produzione all'estero, e i principali produttori di armi sono controllati da imprese straniere.
L'argomento di difesa nazionale non è realistico, poiché l'industria militare in passato ha dimostrato che anche in tempo di guerra vende i propri prodotti a tutti i clienti che possono pagare.
Argomenti contro il commercio di armi
Anche se le armi svizzere rappresentano una piccola percentuale di materiale presente nel mondo, vengono ancora utilizzate per uccidere la gente, compresi i civili. Per esempio, la Svizzera è il secondo esportatore mondiale di munizioni per armi di piccolo calibro. Anche se un produttore non è direttamente responsabile del modo in cui usano i loro prodotti, è altamente ipocrita vendere prodotti pericolosi, e contemporaneamente accusare coloro che li usano male.
La politica estera svizzera mira a prevenire la violenza armata, la risoluzione dei conflitti e la costruzione della pace. Investire in sviluppo e cooperazione per rafforzare la pace e la sicurezza in Svizzera e in tutto il mondo. Tuttavia, l'impatto negativo del commercio delle armi (che provocano la distruzione dell'uomo e dell'ambiente, e le deviazioni di risorse per i bisogni umani, in particolare nei paesi del sud), ostacola seriamente tali sforzi. Esportare armi è incompatibile con la promozione della sicurezza umana e di una comunità stabile a livello mondiale.
Il materiale bellico rappresenta solo lo 0,4% del valore totale delle esportazioni svizzere. Se si accetta il divieto, il governososterrà finanziariamente la riconversione civile dell'industria degli armamenti. Questa conversione è già in atto con l'evoluzione dei mercati, sarebbe intelligente investire in settori quali l'energia e le tecnologie pulite, che forniranno presumibilmente più posti di lavoro sostenibili.
Infine, le esportazioni di armi non sono molto redditizie per il paese in quanto esse sono fortemente sovvenzionate (il governo copre i rischi di esportazione, che sono abbastanza costosi al momento della vendita di armi a paesi poveri, l'acquisto di attrezzature militari per altri paesi è spesso legata agli appalti per le industrie nazionali, il che implica che la loro sopravvivenza economica si basa sulle grandi spese del Ministero della Difesa).
Aiutateci a vincere il referendum!
Attualmente stiamo lavorando duramente sulla campagna, fiduciosi di poter vincere il referendum. L'industria delle armi può avere i soldi, ma noi abbiamo gli argomenti migliori. Naturalmente, siamo lieti di ricevere qualsiasi aiuto. In particolare, gradiremmo qualsiasi informazione sulla vendita e sull'uso di armi svizzere in qualsiasi parte del mondo.
http://www.gssa.ch
http://wwww.materieldeguerre.ch/
Fonte: http://www.antimilitaristas.org/spip.php?article4298
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