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Juana Antieco |
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7 dicembre 2022
RESISTENZA MAPUCHE ► LA LOTTA DI UN POPOLO MILLENARIO CHE DIFENDE LA PROPRIA TERRA
3 novembre 2019
Perché nella provincia argentina di Neuquén chiedono l'ufficializzazione della lingua mapuche?

La Confederazione Mapuche della provincia argentina di Neuquén ha presentato nella Legislatura un disegno di legge per il riconoscimento del Mapuzugun (la lingua del suo popolo preesistente) come lingua ufficiale della provincia. Si basano sulle costituzioni nazionali e provinciali, sui trattati internazionali e sul fatto che la lingua rischia di scomparire. Essi affermano che il diritto di utilizzare la lingua di preferenza è un requisito di esclusione della libertà di pensiero.
"Siamo molto fiduciosi che i giovani riacquisiscano il Mapuzugun e gli diano la forza necessaria per le nuove generazioni", ha detto Pety Piciñam, un'autorità della Confederazione Mapuche di Neuquén, a RT.
20 dicembre 2018
I prigionieri politici Mapuche in Cile
“Se paragono l’attuale situazione con undici anni fa, vedo un notevole cambiamento nel nostro popolo”, spiega Mónica Quezada, madre di Matías Catrileo, assassinato alla schiena nel 2008 mentre recuperava terre. La congiuntura a cui si riferisce Mónica è l’affollata e massiccia mobilitazione sociale a partire dal 14 novembre, quando fu assassinato Camilo Catrillanca, anche lui alla schiena.
Il dialogo lo abbiamo avuto lo scorso lunedì 10 nel carcere di Temuco, dove abbiamo visitato tre degli otto prigionieri politici mapuche: i fratelli Benito e Pablo Trangol e il machi Celestino Córdova. Erano circondati da una mezza dozzina di donne del loro popolo, che accorrono tutte le settimane, come sorelle politiche dei prigionieri.
I Trangol furono accusati dell’incendio di una chiesa evangelica, ma furono incriminati da “testimoni senza faccia” e gli fu applicata la Legge Antiterrorismo. Fecero uno sciopero della fame per più di cento giorni, l’anno passato, per cambiare l’applicazione di una legislazione che secondo le organizzazioni dei diritti umani rappresenta violenza, razzismo e discriminazione etnica contro il popolo mapuche.
Il dialogo lo abbiamo avuto lo scorso lunedì 10 nel carcere di Temuco, dove abbiamo visitato tre degli otto prigionieri politici mapuche: i fratelli Benito e Pablo Trangol e il machi Celestino Córdova. Erano circondati da una mezza dozzina di donne del loro popolo, che accorrono tutte le settimane, come sorelle politiche dei prigionieri.
I Trangol furono accusati dell’incendio di una chiesa evangelica, ma furono incriminati da “testimoni senza faccia” e gli fu applicata la Legge Antiterrorismo. Fecero uno sciopero della fame per più di cento giorni, l’anno passato, per cambiare l’applicazione di una legislazione che secondo le organizzazioni dei diritti umani rappresenta violenza, razzismo e discriminazione etnica contro il popolo mapuche.
5 novembre 2018
Mario Villani: ''Dittatura argentina è stata controllata in gran parte da governo statunitense e militari argentini''
Per cambiare il futuro, dobbiamo conoscere il passato e agire nel nostro presente. Quale futuro, quale passato e quale presente?
Centinaia di migliaia di giovani sono destinati a un futuro nefasto. E’ il prodotto di una società morbosa, fomentata allo scopo di distruggere l’ avvenire di ogni giovane, della vita. Ma... perché? Possiamo rispondere rivedendo il passato, chiedendoci se stiamo facendo qualcosa per ottenere un risultato diverso da questo.
14 agosto 2018
Frantz Fanon: dalla decolonizzazione al pensiero critico
"Bisogna porsi dal lato degli oppressi in ogni circostanza, anche quando sbagliano, senza perdere di vista, tuttavia, che sono fatti dello stesso fango dei loro oppressori" (Emil Cioran)
Frantz Fanon era un essere straordinario. Ha vissuto la sua breve vita in quattro paesi: nella sua nativa Martinica, in Francia e in Algeria-Tunisia, dove si è impegnato nella lotta per l'indipendenza aderendo al Fronte di liberazione nazionale (FLN) come militante. La coerenza tra la sua vita e il suo lavoro è un faro che dovrebbe guidarci in questi momenti di incertezza, quando ci sono notevoli rischi che minacciano l'esistenza stessa dell'umanità.
È intervenuto in una delle guerre più crudeli della storia moderna. L'FLN stima che 1,5 milioni di algerini siano stati uccisi tra l'inizio della guerra nel 1954 e la proclamazione dell'indipendenza nel 1962, che rappresenta il quindici per cento di una popolazione che non ha raggiunto i 10 milioni. Gli storici francesi riducono quella cifra ad un terzo, che è ancora una percentuale sorprendente. Un numero simile di algerini è stato torturato.23 gennaio 2018
Moira Millan: "La lotta del popolo Mapuche può costituire la base per creare un nuovo modello di umanità"
“Svegliamoci, svegliamoci umanità già non c’è più tempo. Le nostre coscienze saranno scosse dal fatto di stare solo contemplando l’autodistruzione basata nella depredazione capitalista, razzista e patriarcale”. Berta Caceres
Moira Millán
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Lei stessa rivela che “sono nata un giorno di agosto in un inverno innevato, in un paesino chiamato El Maiten, nel nordovest della provincia di Chubut, il Lof Pillañ Mahuiza è la mia comunità mapuche”.
25 dicembre 2017
Buon Natale a tutti i lettori (e non) di Voci Dalla Strada
...ovviamente auguro Buon Natale con un'immagine che è simbolica...
Il muro simbolo dell'oppressione israeliana sul popolo palestinese, rappresenta anche i tanti muri edificati dai media quando non parlano, o peggio ancora distorcono la verità sui tanti popoli oppressi come quello Mapuche, Rohingya, ecc., oppure le tantissime minoranze emarginate e dimenticate in tutto il mondo, vittime delle multinazionali, guerre, governi corrotti, capitalismo, globalizzazione... o semplicemente della nostra indifferenza...
15 settembre 2017
Bombe Molotov: quelle buone e quelle cattive
Nel loro accelerato processo di putrefazione morale, i portavoce della destra e la stampa egemonica dell’Argentina si stracciano le vesti di fronte alla scalata violenta che sta avendo luogo in questi ultimi giorni nel quadro delle proteste per la sparizione forzata di Santiago Maldonado (giovane sparito in agosto durante la repressione di una protesta del popolo mapuche, n.d.t.).
Nella città di Buenos Aires e in El Bolson (cittadina della provincia meridionale del Chubut, n.d.t.) le manifestazioni contro questo fatto, un mese dopo, sono finite con gravi scontri tra alcuni gruppi usciti da pacifiche manifestazioni di massa – che nel caso di Buenos Aires hanno visto centinaia di migliaia di persone nella Plaza de Mayo – e le forze di sicurezza.
13 settembre 2017
L'eredità di Allende
Rovesciato l’11 settembre 1973 con un cruento golpe militare che né il suo governo né i partiti popolari erano in condizioni di affrontare, Salvador Allende entrò nella storia, tuttavia, con il piglio di un leader vittorioso. La sua eredità politica e morale fornisce insegnamenti importanti per i rivoluzionari di oggi.
In primo luogo, la sua coerenza politica ed il suo coraggio personale, che gli fecero impugnare il fucile per resistere alla Moneda insieme ad un pugno di coraggiosi. Con le sue stesse parole: pagava con la sua vita la lealtà del popolo.
La sua immolazione fu un atto cosciente di ribellione per non umiliarsi davanti al tradimento e al crimine dei generali e degli ammiragli. In altre circostanze avrebbe sicuramente guidato la resistenza di un popolo armato e di unità militari costituzionaliste. L’unica cosa che non passò per la mente di Allende nel palazzo in fiamme fu di arrendersi e di negoziare le condizioni di un onorevole esilio. I suoi ultimi messaggi per radio e la sua decisione finale lo coprirono di gloria e, allo stesso tempo, seppellirono nell’infamia i golpisti, la cui vigliaccheria morale venne confermata dai loro crimini e dall’arricchimento illecito dei terribili anni che seguirono.
Non fu solo il suo coraggio e la sua coerenza. Salvador Allende lasciò anche altri insegnamenti.
In primo luogo, la sua coerenza politica ed il suo coraggio personale, che gli fecero impugnare il fucile per resistere alla Moneda insieme ad un pugno di coraggiosi. Con le sue stesse parole: pagava con la sua vita la lealtà del popolo.
La sua immolazione fu un atto cosciente di ribellione per non umiliarsi davanti al tradimento e al crimine dei generali e degli ammiragli. In altre circostanze avrebbe sicuramente guidato la resistenza di un popolo armato e di unità militari costituzionaliste. L’unica cosa che non passò per la mente di Allende nel palazzo in fiamme fu di arrendersi e di negoziare le condizioni di un onorevole esilio. I suoi ultimi messaggi per radio e la sua decisione finale lo coprirono di gloria e, allo stesso tempo, seppellirono nell’infamia i golpisti, la cui vigliaccheria morale venne confermata dai loro crimini e dall’arricchimento illecito dei terribili anni che seguirono.
Non fu solo il suo coraggio e la sua coerenza. Salvador Allende lasciò anche altri insegnamenti.
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1 marzo 2017
Lo storico conflitto tra Benetton e i Mapuche in Patagonia si aggrava con 14 feriti
La gendarmeria argentina caccia con violenza una comunità indigena che occupava una ferrovia. I conflitti per la proprietà dei territori nella Patagonia argentina tornano a scrivere un’altra pagina sanguinosa nella storia. Questa settimana (la segonda di gennaio), forze della gendarmeria sono entrate due volte in una comunità mapuche nella provincia di Chubut (a 1.700 chilometri da Buenos Aires) e represso i suoi appartenenti con pestaggi e sparatorie, secondo le testimonianze dei nativi. La Provincia afferma invece che sono stati questi a sparare alla gendarmeria. Il risultato è di nove nativi feriti, dieci arrestati e cinque poliziotti infortunati.
La controversia nasce dall’uso che fa la Provincia del noto treno La Trochita, oggi destinato al solo sfruttamento turistico, la cui linea attraversa terreni che da anni si disputano nei tribunali la comunità e l’uomo d’affari italiano Luciano Benetton, che possiede più di 800.000 ettari in Patagonia. I primi segnali di allarme sono arrivati lo scorso fine settimana, quando la comunità Resistenza Cushamen informò attraverso i social network dell’attività incessante di forze e mezzi di polizia che si muovevano nella zona situata tra la strada nazionale 40 e la provinciale 258, una strada di collegamento tra i villaggi di Esquel e Maitén dove passa anche la linea ferroviaria secondaria del treno La Trochita.
10 gennaio 2017
L'ignoranza sul popolo Mapuche
Spett. On. José Antonio Kast*,
ho letto alcune puerilità sul popolo Mapuche esposte da German Becker, Diego Paulsen y Carlos Larraín**, che dicevano, "qui si sta incoraggiando l'impunità", riferendosi a Machi Linconao. Un chiaro esempio di due pesi e due misure, dal momento che suo figlio ha investito una persona che è morta, si è dato alla fuga ed è scappato impunito... Tuttavia, la sua miopia, deputato Jose Antonio Kast, ha superato ogni immaginazione.
I vostri commenti sono infondati, anche se Lei non è colpevole della propria ignoranza, visto che è stato cresciuto in un ambiente razzista, classista e arrivista, che lo ha formato fuori dalla realtà del suo paese, e siccome il mezzo crea biotipo, è una sorta di vittima di un settore del Cile molto diverso dal mondo dei Mapuche. "Tutto ciò che si ignora, si disprezza", diceva Antonio Machado, quindi, è un dovere superare l'ignoranza sul popolo Mapuche, non gli ignoranti.
Nella sua lettera aperta, ha detto: "Sono andato, diverse volte, a l'Araucania e ho visto in prima persona la distruzione dello Stato di Diritto e la paura che infondono giorno dopo giorno i terroristi".
ho letto alcune puerilità sul popolo Mapuche esposte da German Becker, Diego Paulsen y Carlos Larraín**, che dicevano, "qui si sta incoraggiando l'impunità", riferendosi a Machi Linconao. Un chiaro esempio di due pesi e due misure, dal momento che suo figlio ha investito una persona che è morta, si è dato alla fuga ed è scappato impunito... Tuttavia, la sua miopia, deputato Jose Antonio Kast, ha superato ogni immaginazione.
I vostri commenti sono infondati, anche se Lei non è colpevole della propria ignoranza, visto che è stato cresciuto in un ambiente razzista, classista e arrivista, che lo ha formato fuori dalla realtà del suo paese, e siccome il mezzo crea biotipo, è una sorta di vittima di un settore del Cile molto diverso dal mondo dei Mapuche. "Tutto ciò che si ignora, si disprezza", diceva Antonio Machado, quindi, è un dovere superare l'ignoranza sul popolo Mapuche, non gli ignoranti.
Nella sua lettera aperta, ha detto: "Sono andato, diverse volte, a l'Araucania e ho visto in prima persona la distruzione dello Stato di Diritto e la paura che infondono giorno dopo giorno i terroristi".
Per sua conoscenza, in Cile non c'è il terrorismo, c'è stato dall'11 Settembre 1973 fino al 1990, allora, si distrusse lo Stato di Diritto e la gente non poteva vivere tranquilla per paura di essere uccisa. E' l'eredità politica della dittatura ed è, a quanto pare, quella alla quale appartiene, almeno così dimostrano le sue affermazioni.
8 gennaio 2017
Pronunciamento congiunto del CNI e dell'EZLN per la libertà della sorella mapuche Machi Francisca Lincolao Huircapan
Al popolo Mapuche:
Al popolo cileno:
Alla Sesta Internazionale:
Ai media:
I popoli, le nazioni e le tribù che compongono il Congresso Nazionale Indigeno inviano un saluto fraterno e solidale alla Machi Francisca Lincolao Huircapan, del popolo Mapuche in Cile, imprigionata dal 30 marzo 2016. Sappiamo che lo sciopero della fame nella resistenza portato avanti dalla compagna Machi Francisca mira a chiedere la giustizia negata dal malgoverno cileno, che la tiene in carcere per il suo reato: la difesa delle risorse naturali, dei luoghi sacri e dei diritti culturali del suo popolo, sperando che il suo stato di salute, si deteriori fino al punto di compromette la vita della compagna, la cui salute è molto delicata.
Denunciamo che mentre il governo cileno reprime la Machi Francisca, protegge sfacciatamente capitalisti transnazionali e cacicchi come il latifondista Alejandro Taldriz, il suo disboscamento illegale e la corruzione di stato che lo protegge.
30 aprile 2014
CILE: Resistenza Linguistica Mapuche
Ramtukan (Intervista)
Resistenza linguistica Mapuche nella voce di una leader: intervista a Elisa Loncon Antileo
Mapuce zomo weycafe igkanielu mapuzugun
Di
Fernanda Sánchez Jaramillo Traduzione di Alba Canelli per TLAXCALA Resistenza linguistica Mapuche nella voce di una leader: intervista a Elisa Loncon Antileo
Mapuce zomo weycafe igkanielu mapuzugun
Elisa Loncon Antileo (nella foto) è una donna mapuche, linguista, membro della Rete per i diritti educativi e linguistici dei popoli indigeni in Cile, difende e parla il Mapuzugun oltre al castigliano e l'inglese. E' anche un'accademica presso l'Università di Santiago. Tuwvn: Origini
Quando
divenne consapevole della necessità di esercitare una resistenza
linguistica e della sua importanza per la sopravvivenza della lingua e
del popolo Mapuche?
Sapevo di parlare una lingua poco apprezzata socialmente, associata alla discriminazione subita da bambina per essere Mapuche, ma era una lingua che aveva un valore nella mia famiglia. Presi coscienza fin da piccola, del fatto che la mia cultura era importante e allo stesso tempo mi resi conto che era discriminata. Ci è stato insegnato fin da piccoli che è stato un errore chiamarci indiani, che chi arrivò qui pensava di essere in India. Appresi che non eravamo indiani, ma Mapuche.
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