Santo cielo! Il Papa più globalista e interventista dai tempi delle Crociate del XII secolo ha formalizzato un’alleanza con i maggiori esponenti della finanza mondiale, guidati nientemeno che dalla nobile famiglia dei banchieri Rothschild. Questa nuova alleanza è una joint venture denominata “Consiglio per il Capitalismo Inclusivo con il Vaticano.” L’iniziativa è una delle più ciniche e, visti i protagonisti, anche una delle frodi più pericolose, da quando il guru del WEF di Davos e protetto di Henry Kissinger, Klaus Schwab, aveva iniziato a promuovere il Grande Reset dell’ordine capitalista mondiale. Cos’è e cosa nasconde questo cosiddetto Consiglio per il Capitalismo Inclusivo con il Vaticano?
Sul loro sito web proclamano, nella tipica lingua di legno dell’ONU, che “Il Consiglio per il Capitalismo Inclusivo è un movimento di imprenditori e leader del settore pubblico e privato mondiale che lavora per costruire un sistema economico più inclusivo, sostenibile e affidabile, che risponda alle esigenze dei nostri popoli e del pianeta.”
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28 dicembre 2020
9 maggio 2018
Tra Venezuela e Vaticano, ponti minati a poche settimane dalle elezioni?
“Si informano i giornalisti accreditati che lunedì 7 maggio 2018, alle ore 12.30, presso la Sala Stampa della Santa Sede, si terrà un Meeting Point per presentare il progetto Ponti di solidarietà – Piano pastorale integrato per assistere i migranti venezuelani in Sud America, nato per dare risposte concrete alle sfide poste dalla migrazione di massa che sta coinvolgendo i venezuelani".Questa la convocazione fatta pervenire dal Vaticano alla stampa internazionale, che ha risposto numerosa.
A ridosso delle elezioni presidenziali del 20 maggio, osteggiate dalle gerarchie ecclesiastiche e dalla cosiddetta “comunità internazionale”, quello del Venezuela e dell’“emergenza umanitaria” alle frontiere è un tema ghiotto. Per tutta la durata dell’incontro, sullo schermo hanno continuato a sfilare le immagini di un documentario privo di audio, ma ben pensato per indurre nel pubblico la ricezione dei più vieti luoghi comuni contro il socialismo bolivariano.
9 dicembre 2017
Ecco su che cosa verte realmente la lotta dei Rohingya
Rifugiato Rohingya in uncampo in Bangladesh |
Ma che cosa c’è in un nome?
Nei nostri frenetici tentativi di comprendere ed esprimere la brutta situazione della minoranza musulmana dei Rohingya in Birmania, spesso, forse senza accorgercene, ignoriamo il nocciolo della questione: la lotta dei Rohingya è, essenzialmente una lotta per l’identità.
29 maggio 2017
Contro il Neoliberismo e la sua visione del mondo
«Perché quando non si lavora, o si lavora male, si lavora poco o si lavora troppo, è la democrazia che entra in crisi, è tutto il patto sociale. E’ anche questo il senso dell’articolo 1 della Costituzione italiana, che è molto bello: “L’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro”. In base a questo possiamo dire che togliere il lavoro alla gente o sfruttare la gente con lavoro indegno o malpagato o come sia, è anticostituzionale. Se non fosse fondata sul lavoro, la Repubblica italiana non sarebbe una democrazia, perché il posto di lavoro lo occupano e lo hanno sempre occupato privilegi, caste, rendite».
Questo, tra le altre cose, ha affermato Papa Francesco, ieri, incontrando a Genova operaie e impiegati dell'ILVA.
Una visita, quella del Papa all'ILVA, il cui significato simbolico non deve sfuggire, che fa da contraltare alla riunione "sette grandi" ladroni a Taormina.
Il discorso di ieri è in linea con prese di posizione già note e impegnative, contenute nell'Esortazione apostolicaEvangeli Guaudium del 24 novembre 2013 (in particolare i capitoli: No a un’economia dell’esclusione [53-54]; No alla nuova idolatria del denaro [55-56]; No a un denaro che governa invece di servire
Una visita, quella del Papa all'ILVA, il cui significato simbolico non deve sfuggire, che fa da contraltare alla riunione "sette grandi" ladroni a Taormina.
Il discorso di ieri è in linea con prese di posizione già note e impegnative, contenute nell'Esortazione apostolica
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