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28 luglio 2016
Da Nizza al Medio Oriente: l’unico modo di sfidare l’ISIS
Ho visitato l’Iraq nel 1999. All’epoca non c’erano i cosiddetti ‘jihadisti’ che aderivano ai principi del ‘jihadismo’, qualunque possa esserne l’interpretazione. Alla periferia di Baghdad, c’era un campo di addestramento militare, non per ‘al-Qaida’, ma per il ‘Mojahedin-e-Khalq’, un gruppo iraniano militante in esilio che operava, con finanziamenti e armi straniere, per rovesciare la Repubblica iraniana.
All’epoca, il defunto presidente iracheno, Saddam Hussein usava quella organizzazione che era stata esiliata, per saldare i conti con i suoi rivali a Teheran, dato che anche loro abbracciavano le milizie governative anti-irachene per ottenere esattamente lo stesso scopo.
L’Iraq non era certo in pace allora, ma la maggior parte delle bombe che esplodevano in quel paese, erano americane. Infatti, quando gli iracheni parlavano di ‘terrorismo’, si riferivano soltanto ‘Al-Irhab al-Amriki’ – il terrorismo americano.
Gli attacchi suicidi erano difficilmente un evento quotidiano, anzi non erano mai un evento, in nessuna parte dell’Iraq. Non appena gli Stati Uniti invasero l’Afghanistan nel 2001 e poi l’Iraq nel 2003, si scatenò l’inferno.
L’Iraq non era certo in pace allora, ma la maggior parte delle bombe che esplodevano in quel paese, erano americane. Infatti, quando gli iracheni parlavano di ‘terrorismo’, si riferivano soltanto ‘Al-Irhab al-Amriki’ – il terrorismo americano.
Gli attacchi suicidi erano difficilmente un evento quotidiano, anzi non erano mai un evento, in nessuna parte dell’Iraq. Non appena gli Stati Uniti invasero l’Afghanistan nel 2001 e poi l’Iraq nel 2003, si scatenò l’inferno.
L'ipocrisia del linguaggio del terrore
Le ore terribili e sanguinose di Venerdì sera e di Sabato mattina scorsi a Monaco di Baviera e Kabul - nonostante le 3.000 miglia che separano le due città – sono state una lezione molto istruttiva sulla semantica dell’orrore e dell’ipocrisia. E’ insopportabile questo vecchio termine generico, utilizzato quasi come segno di punteggiatura o firma da ogni politico, poliziotto, giornalista, opinionista e pensatore del mondo.
Terrore, terrore, terrore, terrore, terrore. Oppure terrorista, terrorista, terrorista, terrorista, terrorista.
Ma ecco che ogni tanto s’inciampa su questo cliché, come è accaduto durante lo scorso fine settimana. I fatti sono stati questi: non appena si è saputo della sparatoria a Monaco di Baviera ad opera di di tre uomini armati, i poliziotti tedeschi e tutti i ‘ragazzi’ e le ‘ragazze’ di BBC, CNN e Fox News hanno subito premuto il tasto del ‘terrore’. Ci hanno detto che il corpo di polizia di Monaco temeva si trattasse di un ‘atto terroristico’. La BBC ha riportato che la polizia locale era impegnata in una ‘caccia all’uomo anti-terroristica’.
27 luglio 2016
Qual è la strana relazione tra i drammatici fatti di Nizza e la riforma del lavoro di Hollande?
Dalle prime ore della notte in cui ha avuto luogo la brutale indignazione collettiva di centinaia di cittadini che commemoravano a Nizza la data dell'assalto rivoluzionario alla prigione della Bastiglia, cominciò ad essere chiaro che nella storia ufficiale trasmessa sia dai mezzi di comunicazione gallici che internazionali, i dati non erano coincidenti, che erano contraddittorii e non rispondevano agli standard di un attacco jihadista classico (...).
Alcuni precedenti
Alcuni precedenti
Storicamente la si conosce come “Kristallnacht”. La traduzione è “Notte dei cristalli”. Con questo nome si identificano i fatti accaduti in Germania tra il 9 e il 10 novembre 1938. Durante quella notte, i nazisti iniziarono tutta una catena di attacchi violenti combinati contro i beni e le persone di altri tedeschi di etnia ebrea.
Quel “pogrom” fu presentato dalla stampa di allora come una reazione spontanea della popolazione tedesca contro gli ebrei per l’assassinio, due giorni prima, del segretario dell’ambasciata tedesca a Parigi, Ernst von Rath, per mano di un giovane tedesco di origine ebrea.
Ma oggi è ampiamente provato che quegli atti di “ripudio” antisemiti furono organizzati in precedenza dal ministro della propaganda del Reich, Joseph Goebbels, e ordinati personalmente dallo stesso Adolf Hitler.
25 luglio 2016
I terroristi dell’ISIS si addestrano nei pressi di un campo militare degli Stati Uniti in Kosovo
Ci sono almeno cinque campi di addestramento dell’ISIS (Daesh, in arabo) in Kosovo, a pochi chilometri dal campo militare degli Stati Uniti di Bondsteel.
Il portale di notizie nordamericano,VeteransToday, citando fonti vicine ai servizi di intelligence del Kosovo, ha riferito, ieri, che i campi di addestramento del Daesh sono situati vicino al confine del Kosovo con l'Albania e la Macedonia, nei pressi del campo più grande del mondo di fuori del territorio degli Stati Uniti.
I campi più grandi, ha precisato la fonte, sono nelle zone adiacenti alle città di Urosevac e Djakovica così come nel distrettoe Decani, mentre i più piccoli si trovano nelle regioni di Prizren e Pec.
Il portale di notizie nordamericano,VeteransToday, citando fonti vicine ai servizi di intelligence del Kosovo, ha riferito, ieri, che i campi di addestramento del Daesh sono situati vicino al confine del Kosovo con l'Albania e la Macedonia, nei pressi del campo più grande del mondo di fuori del territorio degli Stati Uniti.
I campi più grandi, ha precisato la fonte, sono nelle zone adiacenti alle città di Urosevac e Djakovica così come nel distrettoe Decani, mentre i più piccoli si trovano nelle regioni di Prizren e Pec.
La strage di Nizza e l'età psicotica
Siamo in epoca psicotica, non è la prima e non sarà l'ultima, nessuna apocalisse. Cos'è un'epoca psicotica? Come insegna Paul-Claude Racamier (1924-1996), la psicosi – tra gli altri sintomi familiari - è la negazione di qualsiasi tipo di conflitto. Nei sistemi psicotici “conflitto”, per definizione, significa “distruzione”. Bisogna far sempre finta che tutto vada bene. Nei momenti in cui il conflitto “si mostra” - come direbbe Wittgenstein - si mostra in termini distruttivi, unica sua possibilità, giacché il resto deve essere “dialogo”. Sintassi dei sistemi psicotici.
Non è questo ciò che i politici chiamano totalitarismo? Sembra che i sistemi psicotici e il totalitarismo siano un unico soggetto visto da dentro e da fuori.
Quando, di fronte a un conflitto, anziché aprire una discussione, ci si rivolge a un'istanza superiore, preposta, nella mente di chi lo fa, ad annientare la parte “altra” del conflitto, allora siamo ai capi scala della Germania Democratica, alla buca delle delazioni.
Questo soggetto collettivo esiste e non è quel soggetto collettivo romantico che libererà l'umanità da ogni male. È narcisista e sadico. Però, questo soggetto, non è struttura patologica individuale, è sistema patologico.
Quando, di fronte a un conflitto, anziché aprire una discussione, ci si rivolge a un'istanza superiore, preposta, nella mente di chi lo fa, ad annientare la parte “altra” del conflitto, allora siamo ai capi scala della Germania Democratica, alla buca delle delazioni.
Questo soggetto collettivo esiste e non è quel soggetto collettivo romantico che libererà l'umanità da ogni male. È narcisista e sadico. Però, questo soggetto, non è struttura patologica individuale, è sistema patologico.
16 luglio 2016
Hiroshima sul lungomare di Nizza
Breve discorso sul nostro orrore quotidiano e sui compiti dell'ora
Sintesi del discorso tenuto dal responsabile del Centro di ricerca per la pace e i diritti umani, Peppe Sini, la mattina di venerdi' 15 luglio 2016 nel piazzale di Santa Barbara a Viterbo.
Esistono armi cui non si può sfuggire, e poteri assassini disposti ad usare quelle armi contro chiunque. L'umanità e unificata nel segno del dolore e della paura.
E questa violenza che dall'alto incombe su tutti, tutti contagia, e dagli eserciti passa alle milizie, dalle milizie alle mafie, e dai criminali ai reietti, dagli emarginati senza speranza alle persone fino a ieri integrate o equilibrate che un giorno il delirio offusca o la sventura abbatte e precipita nella sofferenza più inesorabile e nel rancore che null'altro desidera se non che altri soffrano anch'essi, che anche ad altri sia strappato ogni bene, e di ogni bene il fondamento: la nuda vita.
E questa violenza trova sempre un'ideologia, infinite ideologie, che la giustifichino, che la glorifichino; e che effettualmente inducono esseri umani oppressi e infelici, o illusi e avidi, a farsi assassini.
Sintesi del discorso tenuto dal responsabile del Centro di ricerca per la pace e i diritti umani, Peppe Sini, la mattina di venerdi' 15 luglio 2016 nel piazzale di Santa Barbara a Viterbo.
1. Ovunque è Hiroshima
In ogni luogo si può essere sterminati.Esistono armi cui non si può sfuggire, e poteri assassini disposti ad usare quelle armi contro chiunque. L'umanità e unificata nel segno del dolore e della paura.
E questa violenza che dall'alto incombe su tutti, tutti contagia, e dagli eserciti passa alle milizie, dalle milizie alle mafie, e dai criminali ai reietti, dagli emarginati senza speranza alle persone fino a ieri integrate o equilibrate che un giorno il delirio offusca o la sventura abbatte e precipita nella sofferenza più inesorabile e nel rancore che null'altro desidera se non che altri soffrano anch'essi, che anche ad altri sia strappato ogni bene, e di ogni bene il fondamento: la nuda vita.
E questa violenza trova sempre un'ideologia, infinite ideologie, che la giustifichino, che la glorifichino; e che effettualmente inducono esseri umani oppressi e infelici, o illusi e avidi, a farsi assassini.
14 luglio 2016
Il patto d'acciaio NATO-UE
Una cambiale in bianco per la guerra, che i rappresentanti dell'Unione europea hanno messo in mano agli Stati uniti. Sono infatti gli Usa che detengono il comando della Nato – di cui fanno parte 22 dei 28 paesi dell'Unione europea (21 su 27 una volta uscita dalla Ue la Gran Bretagna) – e le imprimono la loro strategia.
Enunciata appieno nel comunicato approvato il 9 luglio dal Summit: un documento in 139 punti – concordato da Washington quasi esclusivamente con Berlino, Parigi e Londra – che gli altri capi di stato e di governo, compreso il premier Renzi, hanno sottoscritto a occhi chiusi.
7 luglio 2016
Dhakka: L'alleanza cino-bengalese non piace all'US-IS
Bangladesh, perchè la firma Rita Katz
Stavolta non c’è dubbio alcuno: a compiere il massacro di Dhakka è stato l’IS. Quello vero. Quello che pubblica la rivista DABIQ, patinata, hollywoodiana, tutta in inglese: che infatti ha pubblicato le foto dei morti ammazzati, di cui nove italiani e 7 giapponesi – il che vuol dire che lo IS era lì coi suoi inviati. Non c’è dubbio che è stato lo IS: lo assevera Rita Katz, unica fonte che l’ANSA adotta come certa, diramando addirittura le foto con il logo del SITE, la ditta Katz. Il capo dell’IS in Bangladesh è uno nato nell’Ontario, Canada.
Solo il governo del Bangladesh, come hanno rilevato i nostri media con giusta riprovazione, insiste a dire che l’IS non c’è nel paese, e che si tratta di avversari interni e internazionali. Ha addirittura imbastito una polemica con Rita Katz, che è sempre la prima a pubblicare le foto dei morti ammazzati dell’IS da quado detto IS è in Bangladesh; e Rita Katz ha risposto per le rime, come si evince da questo comunicato.
Stavolta non c’è dubbio alcuno: a compiere il massacro di Dhakka è stato l’IS. Quello vero. Quello che pubblica la rivista DABIQ, patinata, hollywoodiana, tutta in inglese: che infatti ha pubblicato le foto dei morti ammazzati, di cui nove italiani e 7 giapponesi – il che vuol dire che lo IS era lì coi suoi inviati. Non c’è dubbio che è stato lo IS: lo assevera Rita Katz, unica fonte che l’ANSA adotta come certa, diramando addirittura le foto con il logo del SITE, la ditta Katz. Il capo dell’IS in Bangladesh è uno nato nell’Ontario, Canada.
Solo il governo del Bangladesh, come hanno rilevato i nostri media con giusta riprovazione, insiste a dire che l’IS non c’è nel paese, e che si tratta di avversari interni e internazionali. Ha addirittura imbastito una polemica con Rita Katz, che è sempre la prima a pubblicare le foto dei morti ammazzati dell’IS da quado detto IS è in Bangladesh; e Rita Katz ha risposto per le rime, come si evince da questo comunicato.
Il motivo per cui l’IS – quello vero – s’è dovuto espandere anche in Bangladesh è presto detto: questo stato di quasi 10 milioni di abitanti s’è fortemente legato a Pechino. Appoggia esplicitamente e “fortemente” la pretesa cinese sulle isole disputate del Mar Cinese Meridionale.
17 maggio 2016
L’Islamofobia è uno strumento politico
Quando, nel 2006, le caricature blasfeme contro l’Islam pubblicate su un giornale danese causarono 205 morti, l’allora Segretario Generale dell’Organizzazione per la Cooperazione Islamica Ekmeled Ihsanoglu fece visita al responsabile delle relazioni estere dell’Unione Europea, Javier Solana.
In quel momento la posizione ufficiale della UE era che non vi era in assoluto islamofobia e che si trattava di un incidente isolato. Da allora questa è stata, più o meno, la posizione delle istituzioni europee.
Ma ora assistiamo ad un’autentica negazione della realtà. Per tre anni manifestazioni di massa in Germania, specialmente a Dresda (dirette da un uomo con precedenti penali), si sono succedute settimanalmente sotto la bandiera del PEGIDA (patrioti Europei Contro l’Islamizzazione del Continente).
Nel 2011 il massacro di 77 persone a Oslo da parte di Anders Behring Breivik fu ugualmente condannato come l’azione di un pazzo solitario. Attualmente si riconosce l’esistenza di più di 20 atti giornalieri di islamofobia solo in Germania.
5 maggio 2016
Turchia: Erdogan, il grande taglieggiatore
Con l’accordo tra l’Unione Europea (UE) e la Turchia, entrato in vigore il 20 marzo scorso, è stato istituito un gigantesco campo di concentramento, affidato ad una delle figure più oscure del panorama internazionale: il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Quasi 5 milioni di rifugiati (2.5 milioni siriani e il resto in maggioranza iracheni e afgani) sono rimasti intrappolati in Turchia nella loro fuga verso l’Europa, mentre fuggivano dalle guerre che gli interventi della NATO hanno causato nei loro paesi.
L’accordo tra le 28 nazioni della UE e Ankara è stato denunciato da Filippo Grandi, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, visto che il patto viola il diritto internazionale sui rifugiati.
Il costo di questa monumentale prigione a cielo aperto sarà, per i prossimi due anni, di 6 mila milioni di euro, e il maggior beneficiario è Erdogan, il quale sa molto bene che tutte le sue richieste saranno soddisfatte dalla UE visto che una “fuga” di massa dei rifugiati verso la Grecia devasterebbe la molto precaria situazione dell’Europa politicamente e economicamente.
Erdogan ha oltretutto ottenuto che la UE semplifichi la richiesta dei visti e acceleri gli accordi per l’integrazione della Turchia nella UE, misura lungamente desiderata da Ankara e che la UE ha rifiutato sistematicamente per i sospetti anti-islamici.
17 aprile 2016
I sarti dello Stato Islamico
Daesh (ISIS) non è solo un gruppo terrorista, è un proto-stato, come lo ha definito il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuer García-Margallo. Per questo motivo, oltre a reclutare combattenti stranieri, occorre armarlo, equipaggiarlo, vestirlo, per fare in modo che possa sembrare un vero esercito.
Ma da dove vengono qui fiammanti Suv che circolano in carovana per sentieri polverosi che vediamo nei video dello Stato islamico? Chi gli fornisce i fucili e le mitragliatrici che i terroristi alzano al cielo? Come ottengono le uniformi che indossano? Chi gli fornisce tutto ciò e come lo pagano?
10 aprile 2016
Daesh e la mano ‘’invisibile’’ di Israele
Gli attentati (neo)jihadisti di Bruxelles hanno scatenato – com’era prevedibile – una paranoia securitaria che ha praticamente invaso tutti i paesi europei. I corrottissimi governi, indottrinati dalle logiche Nato, non hanno potuto fare a meno di cogliere la palla al balzo.
Il Ministro degli Esteri spagnolo, Josè Manuel García-Margallo, ha immediatamente proposto la creazione di una FBI europea, un grande sistema di monitoraggio e controllo sul modello statunitense 1. Il problema è di duplice aspetto: (a) il sistema di sicurezza nord-americano, più che impedire stranissime stragi jihadiste come quella di San Bernardino, è efficientissimo nella repressione dei movimenti di protesta oltre alla violazione sistematica dei diritti civili e democratici; (b) l’inefficienza dei servizi di sicurezza belgi, dopo una analisi accurata dei fatti, sembra nascondere retroscena di cui solo fuori dal teatrino mass-mediatico si riesce a parlare seriamente.
Il Ministro degli Esteri spagnolo, Josè Manuel García-Margallo, ha immediatamente proposto la creazione di una FBI europea, un grande sistema di monitoraggio e controllo sul modello statunitense 1. Il problema è di duplice aspetto: (a) il sistema di sicurezza nord-americano, più che impedire stranissime stragi jihadiste come quella di San Bernardino, è efficientissimo nella repressione dei movimenti di protesta oltre alla violazione sistematica dei diritti civili e democratici; (b) l’inefficienza dei servizi di sicurezza belgi, dopo una analisi accurata dei fatti, sembra nascondere retroscena di cui solo fuori dal teatrino mass-mediatico si riesce a parlare seriamente.
30 marzo 2016
La narrazione che ha ucciso il popolo siriano
Secondo la Commissione Internazionale Indipendente delle Nazioni Unite, incaricata di indagare sulla Siria, il bilancio delle vittime fra le forze governative siriane era di 2.569 entro marzo 2012, il primo anno del conflitto. A quel tempo, le Nazioni Unite stimano a 5.000 il totale delle vittime di violenza politica in Siria.
Queste cifre danno un quadro completamente diverso degli eventi in Siria. Decisamente non era il conflitto dipinto nei nostri titoli -se non altro, la ‘parità’ di morti da entrambe le parti suggerisce che il governo usò una forza ‘proporzionale’ nel contrastare la violenza.
Queste cifre danno un quadro completamente diverso degli eventi in Siria. Decisamente non era il conflitto dipinto nei nostri titoli -se non altro, la ‘parità’ di morti da entrambe le parti suggerisce che il governo usò una forza ‘proporzionale’ nel contrastare la violenza.
25 marzo 2016
Chi ci minaccia veramente?
Come si fa a giustificare la guerra se non c'è un nemico che ci minaccia? Semplice, basta inventarlo o fabbricarlo. Ce lo insegna il generale Philip Breedlove, il capo del Comando europeo degli Stati uniti che sta per passare a un altro generale Usa il bastone di Comandante supremo alleato in Europa. Nella sua ultima audizione al Pentagono, avverte che «ad Est l'Europa ha di fronte una Russia risorgente e aggressiva, la quale pone una minaccia esistenziale a lungo termine». Capovolge in tal modo la realtà: la nuova guerra fredda in Europa, contraria agli interessi della Russia, è stata provocata col putsch di piazza Maidan dalla strategia Usa/Nato, che continua ad alimentare le tensioni per giustificare il crescente spiegamento di forze nell'Europa orientale. In Ucraina, è stato costituito un Comando congiunto multinazionale per l'addestramento «fino al 2020» delle forze armate e dei battaglioni neonazisti della Guardia nazionale, di cui si occupano centinaia di istruttori della 173a Divisione Usa trasferiti da Vicenza, affiancati da britannici e canadesi.
22 febbraio 2016
La guerra per procura in Siria contro l'ISIS ha raggiunto il suo apice: Verso un'invasione di terra sponsorizzata da USA e NATO?
La strategia di Washington consiste nel comandare una guerra regionale più ampia istigando la Turchia, l'Arabia Saudita così come Israele a "fare loro il lavoro sporco per noi".
Le forze del governo siriano insieme ai suoi alleati (Russia, Iran, Hezbollah) si sono scontrate, fino a poco fa, con i cosiddetti "ribelli dell'opposizione", composti in gran parte di terroristi "moderati" e mercenari, coadiuvati da forze militari e di intelligence degli USA e della NATO che combattevano tra i loro ranghi sotto copertura.
I terroristi affiliati ad Al Qaeda e all'ISIS sono supportati da USA e NATO insieme a Israele e ai loro alleati del Golfo Persico. La Turchia e l'Arabia Saudita, in stretto collegamento con Washington, hanno giocato un ruolo decisivo nel reclutamento, nell'addestramento e nel finanziamento dei terroristi.
Fino ad ora, questa guerra per procura si è svolta senza un diretto confronto tra le forze alleate di USA e NATO e l'esercito siriano, che è militarmente supportato da Russia ed Iran.
Le forze del governo siriano insieme ai suoi alleati (Russia, Iran, Hezbollah) si sono scontrate, fino a poco fa, con i cosiddetti "ribelli dell'opposizione", composti in gran parte di terroristi "moderati" e mercenari, coadiuvati da forze militari e di intelligence degli USA e della NATO che combattevano tra i loro ranghi sotto copertura.
I terroristi affiliati ad Al Qaeda e all'ISIS sono supportati da USA e NATO insieme a Israele e ai loro alleati del Golfo Persico. La Turchia e l'Arabia Saudita, in stretto collegamento con Washington, hanno giocato un ruolo decisivo nel reclutamento, nell'addestramento e nel finanziamento dei terroristi.
Fino ad ora, questa guerra per procura si è svolta senza un diretto confronto tra le forze alleate di USA e NATO e l'esercito siriano, che è militarmente supportato da Russia ed Iran.
18 gennaio 2016
USA e NATO coinvolti nel contrabbando di petrolio tra Turchia e ISIL
Il governo turco non agisce da solo in Siria e Iraq. La leadership corrotta del governo regionale del Kurdistan, la Gran Bretagna, Israele e gli Stati Uniti sono altrettanto coinvolti. Essi hanno giocato un ruolo diretto o indiretto anche nel furto del petrolio. Dopo che il ruolo della Turchia nel trafugare petrolio alla Siria è stato scoperto, il governo degli Stati Uniti ha iniziato a darsi da fare per mascherare e nascondere le operazioni di contrabbando del petrolio.
Responsabilità degli USA e della NATO
Il primo dicembre, Alexander Gruskho, rappresentante permanente della Russia presso il Quartier Generale della NATO, ha evidenziato che USA e NATO avevano fornito "copertura politica" alla Turchia per il suo attacco al bombardiere russo Sukhoi SU-24 in Siria. Nello stesso giorno, la parlamentare russa Irina Yarovaya ha indicato che l'alleanza militare è altresì coinvolta nella protezione dell'ISIL e nel furto del petrolio siriano e iracheno. La risposta della NATO all'incursione Turca in Iraq è stata inoltre debole e smorzata, anche dopo che il primo ministro iracheno Al-Abadi ha chiamato il Segretariato della NATO l'8 dicembre chiedendo al medesimo di ingiungere alla Turchia quale membro NATO di ritirare le sue forze.
Responsabilità degli USA e della NATO
Il primo dicembre, Alexander Gruskho, rappresentante permanente della Russia presso il Quartier Generale della NATO, ha evidenziato che USA e NATO avevano fornito "copertura politica" alla Turchia per il suo attacco al bombardiere russo Sukhoi SU-24 in Siria. Nello stesso giorno, la parlamentare russa Irina Yarovaya ha indicato che l'alleanza militare è altresì coinvolta nella protezione dell'ISIL e nel furto del petrolio siriano e iracheno. La risposta della NATO all'incursione Turca in Iraq è stata inoltre debole e smorzata, anche dopo che il primo ministro iracheno Al-Abadi ha chiamato il Segretariato della NATO l'8 dicembre chiedendo al medesimo di ingiungere alla Turchia quale membro NATO di ritirare le sue forze.
15 gennaio 2016
Libia, il piano della conquista
«Il 2016 si annuncia molto complicato a livello internazionale, con tensioni diffuse anche vicino a casa nostra. L'Italia c'è e farà la sua parte, con la professionalità delle proprie donne e dei propri uomini e insieme all'impegno degli alleati»: così Matteo Renzi ha comunicato agli iscritti del Pd la prossima guerra a cui parteciperà l'Italia, quella in Libia, cinque anni dopo la prima.
Il piano è in atto: forze speciali Sas - riporta «The Daily Mirror» - sono già in Libia per preparare l'arrivo di circa 1000 soldati britannici. L'operazione - «concordata da Stati uniti, Gran Bretagna, Francia e Italia» - coinvolgerà circa 6000 soldati e marine statunitensi ed europei con l'obiettivo di «bloccare circa 5000 estremisti islamici, che si sono impadroniti di una dozzina dei maggiori campi petroliferi e, dal caposaldo Isis di Sirte, si preparano ad avanzare fino alla raffineria di Marsa al Brega, la maggiore del Nordafrica».
Il piano è in atto: forze speciali Sas - riporta «The Daily Mirror» - sono già in Libia per preparare l'arrivo di circa 1000 soldati britannici. L'operazione - «concordata da Stati uniti, Gran Bretagna, Francia e Italia» - coinvolgerà circa 6000 soldati e marine statunitensi ed europei con l'obiettivo di «bloccare circa 5000 estremisti islamici, che si sono impadroniti di una dozzina dei maggiori campi petroliferi e, dal caposaldo Isis di Sirte, si preparano ad avanzare fino alla raffineria di Marsa al Brega, la maggiore del Nordafrica».
7 gennaio 2016
Lettera da Nazareth: i palestinesi dimenticati
A Nazareth cristiani e musulmani continuano a lottare contro la politica israeliana del divide et impera.
Nazareth - Un albero di Natale artificiale di 26 metri a Nazareth, il piu alto in tutto il Medio Oriente, e le autorità cittadine ne sono fiere. Le sue palle luccicanti rosse, argentate e dorate hanno portato una provvisoria atmosfera di festa nella città in cui Gesù trascorse la sua infanzia.
Nonostante l’atmosfera di festa, amici e vicini nella città palestinese più grande di Israele combattono per un futuro migliore. Persino i Babbo Natale gonfiabili appesi sulle tende da sole dei negozi sembrano persi.
Il turismo è crollato all’indomani degli attacchi israeliani contro Gaza circa 18 mesi fa. Sul conflitto nella vicina Cisgiordania giungono continuamente rapporti su palestinesi uccisi.
E nella vicina Siria, a un tiro di schioppo dalla Galilea, l’ordine regionale andato a pezzi risuona come un presagio orrendo.
Un altro segno che provoca inquietudine è la crescente ostilità della società israeliana nei confronti della minoranza palestinese. Gli slogan come “Morte agli arabi!” non sono più confinati agli stadi, ma si sentono anche nelle strade.
Il turismo è crollato all’indomani degli attacchi israeliani contro Gaza circa 18 mesi fa. Sul conflitto nella vicina Cisgiordania giungono continuamente rapporti su palestinesi uccisi.
E nella vicina Siria, a un tiro di schioppo dalla Galilea, l’ordine regionale andato a pezzi risuona come un presagio orrendo.
Un altro segno che provoca inquietudine è la crescente ostilità della società israeliana nei confronti della minoranza palestinese. Gli slogan come “Morte agli arabi!” non sono più confinati agli stadi, ma si sentono anche nelle strade.
18 dicembre 2015
Perché viene condotta una campagna d'odio contro i musulmani?
Perché viene condotta una campagna d'odio contro i musulmani?
Perché sono i Musulmani ad essere sempre più etichettati come terroristi?
Perché questa campagna d'odio diviene parte della campagna elettorale per le presidenziali americane?
Perché Donald Trump chiede misure liberticide di polizia federale contro i Musulmani d'America?
Perché i Musulmani sono oggetto di schedatura etnica e discriminazione sul lavoro?
Perché il Presidente Francese Francois Hollande ha sospeso i diritti civili in corrispondenza di una campagna d'odio diretta contro i Musulmani di Francia, i quali rappresentano il 7,5% della popolazione del paese?
Perché è l'occidente a condurre una guerra contro nazioni Musulmane?
Perché l'Islam è visto come male assoluto?
La risposta a queste domande è insieme semplice e complessa.
Si dà il caso che più del 60% delle riserve mondiali di petrolio greggio sono locate nelle terre Musulmane.
Perché sono i Musulmani ad essere sempre più etichettati come terroristi?
Perché questa campagna d'odio diviene parte della campagna elettorale per le presidenziali americane?
Perché Donald Trump chiede misure liberticide di polizia federale contro i Musulmani d'America?
Perché i Musulmani sono oggetto di schedatura etnica e discriminazione sul lavoro?
Perché il Presidente Francese Francois Hollande ha sospeso i diritti civili in corrispondenza di una campagna d'odio diretta contro i Musulmani di Francia, i quali rappresentano il 7,5% della popolazione del paese?
Perché è l'occidente a condurre una guerra contro nazioni Musulmane?
Perché l'Islam è visto come male assoluto?
La risposta a queste domande è insieme semplice e complessa.
Si dà il caso che più del 60% delle riserve mondiali di petrolio greggio sono locate nelle terre Musulmane.
2 dicembre 2015
Ron Paul: "La guerra al terrorismo sta creando più terrorismo!"
Gli interventisti americani faranno di tutto per impedire che la popolazione si renda conto che le loro scelte di politica estera stanno alimentando il terrorismo e ispirando gli altri a cercare di colpire l'occidente, scive Ron Paul sul sito del suo Istituto. I neocon sanno che quando si capisce che boomerang è reale - che le persone cercano di attaccarci, non perché siamo buoni e liberi, ma perché bombardiamo e occupiamo i loro paesi - la loro stretta mortale sulla politica estera inizierà a scivolare.
È per questo che ogni volta che si verifica un evento come gli attentati di Parigi all'inizio di questo mese, hanno fretta di occupare le stazioni televisive per terrorizzare gli americani ad accettare ancora più bombardamenti, più occupazione, più sorveglianza a casa, e più decurtazione delle nostre libertà civili. Ci dicono che dobbiamo farlo, al fine di combattere il terrorismo, ma le loro politiche stanno alimentando il terrorismo.
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