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30 novembre 2015
Una riflessione politicamente scorretta sul massacro di Parigi
In questi giorni tutti i media condannano unanimemente il massacro di Pariri, esortano all’unità dell’Occidente e ad intensificare l’azione militare contro l’ISIS. Ma … non bisognava risolvere il problema del terrorismo? Non sarà magari il momento di riflettere sulle responsabilità dell’Occidente nell’aumento del terrorismo?
E’ chiaro, il massacro di Parigi può solo causare orrore e lutto. Ma… perché delle persone così giovani possono agire in modo così atroce? Il municipio di Courcouronne, il ghetto da cui viene il kamikaze identificato Ismail Mostafa, è anche il luogo di origine di Assata Diakité, una delle vittime.
Tre riflessioni…
La prima è che le relazioni fra mondo arabo e Occidente hanno una storia pesante. Iniziano quando, nel 1916, durante la 1° Guerra Mondiale, Francia, Gran Bretagna, Russia e Italia fecero un accordo per dividere tutto l’Impero Ottomano.
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26 novembre 2015
Gladio dietro gli attentati dell’ISIS in Europa?
Gladio è tornata in Europa. Il fine è dare all’Unione Europea un maggior controllo politico e sociale sulle popolazioni del continente. E per raggiungere l’obiettivo Gladio è capace di tutto. Anche di organizzare attentati come quello di Parigi: ecco le prove raccolte da Andrea Cinquegrani, Direttore de La Voce delle Voci.
Non pochi, nei servizi di intelligence, si chiedono: “Perché la connection terroristica ora porta in Belgio? Per via del quartier generale della Nato a Bruxelles? Per quei vecchi trascorsi della base terroristica che tra gli anni ’70 e gli ’80 portavano all’Hyperion?”. Cerchiamo di decodificare, partendo da un fresco saggio – 14 settembre 2015 – firmato da Wayne Madsen dal significativo titolo: “Gladio è tornata in Europa?”. Eccone alcuni passaggi “caldi”.
23 novembre 2015
"ISIS = Israeli Secret Intelligence Service"
Ken O'Keefe è un ex-Marine degli Stati Uniti, di origine irlandese-palestinese, che ha rinunciato alla cittadinanza americana nel 2001. Come scrive nella propria biografia, "Quando ero un Marine denunciavo apertamente l'abuso di potere da parte dei miei superiori, e per questo motivo ho pagato un caro prezzo.
21 novembre 2015
Attentati a Parigi o il fallimento dell'umanità
Perdite di guerra, di Miguel Villalba Sánchez |
Tutto è stato detto, tutto è stato visto, corpi insanguinati, persone in fuga attraverso le finestre, i feriti, i morti ...
Forse ci rimangono due cose importanti: uno sforzo per capire perché; e un altro, forse ancora più importante, un senso di fallimento, fallimento dell'umanità.
Non si tratta solo dei recenti attacchi in Francia. Questo è il secolo segnato dal completo fallimento della ragione.
"Abbi il coraggio di servirti del tuo proprio intelletto! È questo il motto dell'Illuminismo", ha detto Kant 230 anni fa.
La storia dell'illuminismo è ricca di eventi. Già avevano avvertito due tedeschi, Max Horkheimer e Theodor Adorno, in un testo notevole, Dialettica dell'Illuminismo, pubblicato nel 1944. La sconfitta del nazismo era inevitabile, ma la sua stessa esistenza alimentava poca speranza nel trionfo della ragione.
20 novembre 2015
La Guerre en Rose
Pioggia su Raqqa, Giuseppe La Micela |
Esce La vie en rose, ecco La guerre en rose. La guerra, nella definizione di Hollande, sarà “senza pietà”. C’è voluta una carneficina per risvegliare l’establishment francese dal torpore. Fino al 13 novembre – giorno della tragedia di Parigi – per l’Eliseo Bashar al-Assad coincideva con Daesh. Più o meno come Petro Poroshenko in Ucraina era il buono che si opponeva all’ “aggressione russa”.
Infatti l’ “aggressione russa” ha finito per essere aggredita – per mezzo dell' esplosione del Metrojet A321 dovuta ad un attentato, come stabilito dall’FSB – ancora prima degli attacchi suicidi e delle sparatorie di Parigi.
18 novembre 2015
Costituzione di guerra
Lunedì 16 novembre, tre giorni dopo le stragi di Parigi, François Hollande è intervenuto davanti al parlamento riunito in seduta congiunta a Versailles. Nel suo discorso trasmesso in diretta tv il presidente francese ha pronunciato parole di una certa gravità e foriere di pesanti cambiamenti negli equilibri interni non solo della Francia ma di tutti i Paesi dell’Unione Europea.
Lo scenario prefigurato da Hollande apre infatti la strada ad alcune importanti modifiche della costituzione francese, cui potrebbero a breve seguire analoghi passi da parte di altri governi. Con l’annuncio “siamo in guerra” e la ridefinizione del concetto di terrorismo (“terrorismo di guerra”), per combattere il quale è necessario adeguare la carta costituzionale, istituzionalizzando uno stato di emergenza permanente, il presidente del “paese delle libertà e dei diritti dell’uomo” apre una nuova fase politica i cui sviluppi sono tutti da indagare e che non promettono nulla di buono.
Lo scenario prefigurato da Hollande apre infatti la strada ad alcune importanti modifiche della costituzione francese, cui potrebbero a breve seguire analoghi passi da parte di altri governi. Con l’annuncio “siamo in guerra” e la ridefinizione del concetto di terrorismo (“terrorismo di guerra”), per combattere il quale è necessario adeguare la carta costituzionale, istituzionalizzando uno stato di emergenza permanente, il presidente del “paese delle libertà e dei diritti dell’uomo” apre una nuova fase politica i cui sviluppi sono tutti da indagare e che non promettono nulla di buono.
Attentati a Parigi e interessi USA-UE-Francia in Siria...
Alessandro Di Battista parla di terrorismo, 11 settembre, Medio Oriente, diritti umani e "diritti delle armi"...
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17 novembre 2015
Parigi, un evento militare
La tremenda strage di Parigi del 13 novembre 2015 non è solo un evento terroristico spettacolare. È anche un evento militare di notevole entità nel cuore di una grande metropoli europea. Abbiamo già visto in altre circostanze, nel corso degli ultimi 15 anni, una serie di attentati coordinati con precisione e con risorse organizzative capaci di creare forti shock stragisti in grandi città. La macabra contabilità accelera e aumenta ormai la frequenza dei massacri (a Beirut appena ieri).
Anche stavolta si fa notare una manovalanza di assassini che si rifà al jihadismo. Non c'è da stupirsi che essa abbia un peso militare sempre maggiore, essendo una legione di avventurieri istruiti con tecniche sofisticate, schierata su molteplici linee del fuoco geopolitiche, pronta a prestare i suoi servizi per demolire interi Stati, e allo stesso tempo ricca di coperture e sovvenzioni statali, persino degli Stati che ne subiscono le interferenze nella loro sicurezza nazionale. Non si penserà che non abbia conseguenze il fatto che i jihadisti europei arruolati nelle guerre di oggi si contino a migliaia. Si è creato un tipo di soldato che in Libia, in Siria e altrove non si vuole far rispondere alle convenzioni di Ginevra, per poter fare il massimo danno con il minimo di responsabilità.
Anche stavolta si fa notare una manovalanza di assassini che si rifà al jihadismo. Non c'è da stupirsi che essa abbia un peso militare sempre maggiore, essendo una legione di avventurieri istruiti con tecniche sofisticate, schierata su molteplici linee del fuoco geopolitiche, pronta a prestare i suoi servizi per demolire interi Stati, e allo stesso tempo ricca di coperture e sovvenzioni statali, persino degli Stati che ne subiscono le interferenze nella loro sicurezza nazionale. Non si penserà che non abbia conseguenze il fatto che i jihadisti europei arruolati nelle guerre di oggi si contino a migliaia. Si è creato un tipo di soldato che in Libia, in Siria e altrove non si vuole far rispondere alle convenzioni di Ginevra, per poter fare il massimo danno con il minimo di responsabilità.
16 novembre 2015
Terrore, xenofobia e ingerenza
A poche ore dagli attacchi perpetrati in diversi punti della capitale francese, ancora non ci sono, giustamente, neanche dati certi sulle vittime e sui feriti, né piste di investigazione. Ma, solo analizzando le prime ore, si possono fornire “a caldo” alcune idee.
Uno dei primi dati che richiama l’attenzione è che il presidente USA, Barack Obama, ha rilasciato dichiarazioni pubbliche sugli attentati prima che lo facesse il suo pari francese Hollande, dando ad intendere, solo per il fatto di comparire immediatamente, che si trattava di un fatto che lo riguardava.
Il fatto è che gli ultimi mesi hanno rappresentato per gli USA un rischio per il loro ruolo di “protettori” della sicurezza mondiale proprio per le incertezze delle azioni militari in Siria. Attacchi nei quali, ed è molto necessario sottolinearlo, anche la Francia era coinvolta.
La politica estera francese è sicuramente una delle chiavi per capire quanto successo. Oltre alla sua storica ingerenza in Medio Oriente, la Francia conta su una lunga storia di dominazione in Africa, e specialmente nel Magreb. Algeria, Marocco o Tunisia sono solo alcuni dei paesi che sono stati occupati dai francesi e che hanno vissuto processi indipendentisti pochi decenni fa, con ferite che sono ancora aperte.
Uno dei primi dati che richiama l’attenzione è che il presidente USA, Barack Obama, ha rilasciato dichiarazioni pubbliche sugli attentati prima che lo facesse il suo pari francese Hollande, dando ad intendere, solo per il fatto di comparire immediatamente, che si trattava di un fatto che lo riguardava.
Il fatto è che gli ultimi mesi hanno rappresentato per gli USA un rischio per il loro ruolo di “protettori” della sicurezza mondiale proprio per le incertezze delle azioni militari in Siria. Attacchi nei quali, ed è molto necessario sottolinearlo, anche la Francia era coinvolta.
La politica estera francese è sicuramente una delle chiavi per capire quanto successo. Oltre alla sua storica ingerenza in Medio Oriente, la Francia conta su una lunga storia di dominazione in Africa, e specialmente nel Magreb. Algeria, Marocco o Tunisia sono solo alcuni dei paesi che sono stati occupati dai francesi e che hanno vissuto processi indipendentisti pochi decenni fa, con ferite che sono ancora aperte.
15 novembre 2015
L'ISIS vuole farsi bombardare anche dalla Francia. Cosa c'è di strano?
All'ISIS non bastava venire bombardata dalla Russia (bombe vere) e dagli Stati Uniti (bombe misteriose che in un anno non hanno creato danni; testimoni sostengono che assomigliassero invece parecchio a rifornimenti). L'ISIS vuole che anche la Francia ora si faccia avanti per bombardarli e, possibilmente, che invii anche truppe di terra per combatterli meglio. Cosa c'è di strano?
Ha già annunciato simili attentati pure a Roma, Londra e Washington. Capirei quasi Washington che in teoria li sta bombardando da un anno (come detto con proiettili davvero misteriosi) ma Londra e soprattutto Roma cosa c'entrano? L'ISIS vuole quindi evidentemente farsi bombardare anche da Inghilterra e Italia, possibilmente da tutta l'Europa. Questa sì che è strategia! Chi non vorrebbe farsi bombardare da quanti più paesi possibili, soprattutto quando già la Russia ti sta facendo un mazzo tanto?
Ha già annunciato simili attentati pure a Roma, Londra e Washington. Capirei quasi Washington che in teoria li sta bombardando da un anno (come detto con proiettili davvero misteriosi) ma Londra e soprattutto Roma cosa c'entrano? L'ISIS vuole quindi evidentemente farsi bombardare anche da Inghilterra e Italia, possibilmente da tutta l'Europa. Questa sì che è strategia! Chi non vorrebbe farsi bombardare da quanti più paesi possibili, soprattutto quando già la Russia ti sta facendo un mazzo tanto?
A scanso di equivoci i terroristi a Parigi recavano con se i soliti passaporti[1] che tutti i terroristi sempre portano con sé in questi casi. La parola sempre è sottolineata. I terroristi di Charlie Hebdo dimenticarono il loro passaporto in auto[2]. I terroristi dell'11 settembre avevano con loro i passaporti più miracolosi del mondo poiché in grado sopravvivere alla nota esplosione con palla di fuoco che ci hanno più volte mostrato in TV ed il crollo di un paio di torri alte 500 metri[3].
Gli attacchi di Parigi e le “strane coincidenze”
Si potevano prevedere gli attacchi di Parigi? Qualcuno li aveva per la verità previsti.Dichiarazione del Presidente Bashar al-Assad fatta nel Giugno del 2013, in una intervista al giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung: “….se gli europei consegneranno le armi ai terroristi , il cortile d’Europa si trasformerà in un terreno propizio al terrorismo e l’Europa ne pagherà il prezzo”.
Questa dichiarazione, che al giorno d’oggi appare come una premonizione, era stata sbeffeggiata e derisa dai giornali occidentali ed in particolare in Italia dai giornali della borghesia benpensante del “pensiero unico” (il Corriere della Sera e Repubblica). Vedi: Siria: Assad minaccia l’Europa.
Lo stesso aveva predetto il leader libico Gheddafi, prima di essere barbaramente assassinato dai sicari dei servizi della NATO inviati appositamente per eliminarlo per nascondere le prove del finanziamento da lui fatto all’allora presidente francese Nicolas Sarkozy : “L’Occidente deve scegliere tra me o il caos del terrorismo”. Vedi: Gheddafi e quella profezia inascoltata.
Lo stesso aveva predetto il leader libico Gheddafi, prima di essere barbaramente assassinato dai sicari dei servizi della NATO inviati appositamente per eliminarlo per nascondere le prove del finanziamento da lui fatto all’allora presidente francese Nicolas Sarkozy : “L’Occidente deve scegliere tra me o il caos del terrorismo”. Vedi: Gheddafi e quella profezia inascoltata.
14 novembre 2015
Parigi: Cui Prodest?
Scorrendo centinaia di report ho trovato un cittadino danese che descriveva uno degli assalitori di un caffè parigino: ultra professionale, vestito di nero da capo e piedi e incappucciato, AK47, molto ben addestrato. Non sono i soliti bombaroli in mutande di Al-Zawahiri, sono killer professionisti. Questi ha lasciato la scena del crimine indisturbato e al contrario di quanto dice la polizia francese, potrebbe non essere stato catturato. Non indossava giubbotto suicida.
L’intel francese giura di stare monitorando almeno 200 cittadini rientrati dal “Siraq”. Un lavoro mediocre. Parigi scoppia di polizia. La mente fatica a credere ad almeno 8 jihadisti che si aggirano di venerdì sera vestiti come killer professionisti.
Per me, questa è anche una questione personale. La jihad è venuta dalle mia parti a Parigi. L’ho lasciata la settimana scorsa per il mio solito viaggio in Asia. Mi sono sempre preso gioco di Fox News descrivendo il mio quartiere come una zona “no-go” – ovviamente per ragioni stupide/sbagliate.
26 ottobre 2015
Dopo l’ISIS, vaccini e pertosse una priorità nazionale
I servi o “camerieri dei banchieri”[1] hanno deciso. La manovalanza delle lobbies farmaceutiche hanno preso la decisione per tutti noi. A Roma gli assessori alla Sanità delle Regioni italiane hanno deciso all'unanimità di inserire nel nuovo "Piano nazionale di prevenzione vaccinale", la previsione di non ammettere nelle scuole i bambini che non siano in regola con il libretto delle vaccinazioni.
Della serie: “Per andare a scuola bisogna essere vaccinati”.
Gongolano le case farmaceutiche perché il piano vaccinale costerà a noi contribuenti la bellezza di 200 milioni di euro, senza parlare del costo incalcolabile che pagheremo in termini di salute…
Tale misura da Stato totalitario è sollecitata, tra l'altro, da una “firmatissima” petizione lanciata sul sito change.org dalla madre di una bimba di Cesena che ha contratto la pertosse.
Tale “firmatissima” petizione - come l’ha etichettata La Repubblica - riguarda circa 20 mila persone, quindi non proprio una petizione a furor di popolo, anche se grazie al terrorismo di Stato e alla vergognosa campagna mediatica di giornali e televisione, molte persone impaurite finiranno per cedere alle pressioni…
25 ottobre 2015
Tattiche fallimentari dell'imperialismo Usa
L'imperialismo USA e i suoi alleati hanno imparato una dura lezione dall'esperienza negativa in Vietnam. Il crescente coinvolgimento di truppe statunitensi, arrivate a quasi mezzo milione nella fase acuta del conflitto con l'arruolamento forzato (coscrizione obbligatoria) e la chiamata alle armi di quasi tre milioni di soldati nel corso di tutta la guerra e con oltre 200.000 vittime, ha dimostrato di essere una politica destabilizzante, una sfida impegnativa al mantenimento del consenso.
Gli strateghi militari hanno riconosciuto che quando non si è in grado di generare un ampio consenso alla guerra o a garantirne una breve e decisiva durata, l'avventura bellica rischia di generare una reazione di instabilità politica. Di conseguenza, si è optato per lo sviluppo di un esercito di volontari e di una cultura di guerra per legittimarne l'utilizzo.
Ma l'imperialismo ha tratto una conclusione ancora più importante. Quando l'imperialismo ha combattuto un nemico che difende la sua terra d'origine, i costi sono abitualmente troppo grandi per essere tollerati dal pubblico statunitense. Certamente l'impegno nella guerra mondiale antifascista del 1939-1945 ha goduto di un sostegno popolare incrollabile. Ma le forze Usa non hanno combattuto sul suolo giapponese e solo per breve periodo in una Germania al collasso.
Gli strateghi militari hanno riconosciuto che quando non si è in grado di generare un ampio consenso alla guerra o a garantirne una breve e decisiva durata, l'avventura bellica rischia di generare una reazione di instabilità politica. Di conseguenza, si è optato per lo sviluppo di un esercito di volontari e di una cultura di guerra per legittimarne l'utilizzo.
Ma l'imperialismo ha tratto una conclusione ancora più importante. Quando l'imperialismo ha combattuto un nemico che difende la sua terra d'origine, i costi sono abitualmente troppo grandi per essere tollerati dal pubblico statunitense. Certamente l'impegno nella guerra mondiale antifascista del 1939-1945 ha goduto di un sostegno popolare incrollabile. Ma le forze Usa non hanno combattuto sul suolo giapponese e solo per breve periodo in una Germania al collasso.
15 ottobre 2015
Chiamata alle armi della NATO
Nato: «Mosca viola la Turchia e attacca i ʽnostri’»
"Chi mi ha svegliato?"-Tom Janssen |
Il Consiglio del Nord Atlantico si è riunito ieri d’urgenza a Bruxelles, a livello dei ministri della difesa, «in un momento decisivo per la nostra sicurezza». La Nato è «fortemente preoccupata dalla escalation dell’attività militare russa in Siria», in particolare dal fatto che «la Russia non sta prendendo di mira l’Isis, ma sta attaccando l’opposizione siriana e i civili».
Non specifica la Nato quale sia «l’opposizione siriana» attaccata dalla Russia. Il Pentagono ha dovuto ammettere, il 16 settembre, di essere riuscito ad addestrare in Turchia, spendendo 41 milioni di dollari, appena 60 combattenti attentamente selezionati, ma che, una volta infiltrati in Siria con l’insegna di «Nuovo esercito siriano», sono stati «quasi completamente spazzati via da forze del Fronte al-Nusra». L’«opposizione siriana», che la Nato vorrebbe non fosse attaccata, è una galassia di gruppi armati, formati per la maggior parte da combattenti stranieri, finanziati dall’Arabia Saudita e altre monarchie del Golfo, molti dei quali sono passati dai campi di addestramento della Cia e delle Forze speciali Usa in Turchia. Il confine tra questi gruppi e l’Isis è assai labile, tanto che spesso armi fornite all’«opposizione» finiscono nelle mani dell’Isis. Ciò che li accomuna è l’obiettivo, funzionale alla strategia Usa/Nato, di abbattere il governo di Damasco.
9 ottobre 2015
NATO-Russia: il faccia a faccia in Siria
Un SU-30 entra di qualche centinaio di metri nello spazio aereo turco per solo un paio di minuti, sopra la provincia di Hatay, e ritorna nello spazio aereo siriano, dopo essere stato avvertito da un paio di F-16 turchi.
Poi si scatena l’inferno, come se questo fosse il casus belli definitivo per uno scontro Russia-NATO.
La NATO, prevedibilmente, ha tirato fuori tutte le sue armi retoriche. La Russia sta scatenando “immenso pericolo” e dovrebbe immediatamente smettere di bombardare quegli adorabili “ribelli moderati” che la coalizione dei loschi opportunisti si rifiuta di bombardare.
La NATO, prevedibilmente, ha tirato fuori tutte le sue armi retoriche. La Russia sta scatenando “immenso pericolo” e dovrebbe immediatamente smettere di bombardare quegli adorabili “ribelli moderati” che la coalizione dei loschi opportunisti si rifiuta di bombardare.
5 ottobre 2015
Putin alla 70° Assemblea Generale dell'ONU
Sua eccellenza Signor Presidente, Sua eccellenza Vice Segretario, Distinti Capi di Stato e di Governo, Signore e Signori, il settantesimo anniversario delle Nazioni Unite è una buona occasione per fare il punto della situazione sul passato e parlare del nostro comune futuro.
7 settembre 2015
L'Impero: vacua sostanza e sostanza della rappresentazione
Massacro in Corea, Pablo Picasso |
Noi
siamo sognatori, utopisti e intimamente poeti...
Noi
vorremmo attraversare l'oceano ed arrivare presto alla meta e
desideriamo ardentemente che ogni uomo veda riconosciuti i suoi
diritti e la sua dignità senza essere calpestato, vilipeso e
violentato oppure ingannato e sbeffeggiato...
Noi
aneliamo alla pace universale e a una vita che possa essere definita
tale, in armonia con la natura che ci circonda e in simbiosi con
l'energia che affiora dai pori della terra...
Noi
abbiamo sognato, ma hanno colonizzato il sogno e hanno preteso il
copyright del nostro immaginario e le distopie descritte dai classici
romanzi di fanatascienza si sono inverate forse oltre ogni più fosca
previsione...
Tempi
difficili si prevedono per la White House: la popolarità del
Presidente – il democratico Bill Clinton – sta calando
incessantemente a causa di uno scandaletto sessuale e - si sa – il
popolo americano è fin troppo rigido e puritano per accettarlo. Per
quanto si possa bombardare massicciamente il Panama o l'Iraq –
accampando pretesti inficiati da falsità e manipolazione – un
Presidente rischia veramente l'impeachment se poi mente per "futili
motivi". Sono anche questi i momenti in cui l'Agenzia si muove
con la massima libertà e discrezionalità purchè al malcapitato si
restituiscano l'onore e il consenso e cosa c'è, appunto, di meglio
di una guerra combattuta in nome della libertà e contro l'ennesimo
tiranno, il Saddam Hussein d'occasione ? Non una guerra vera con il
suo corollario di morte e macerie, bensì virtuale e costruita a
tavolino, ma sufficiente a "distrarre" il pubblico
americano e a recuperare il consenso perduto, con gli indici di
gradimento...
6 maggio 2015
E' la NATO stupido!
"Chi conosce la verità e la chiama menzogna è un criminale”. (Bertold Brecht)
“Colui che ha corrotto e prostituito la purezza della propria mente al punto da sottomettere il suo credo professionale a cose in cui non crede, ha preparato se stesso al commettere qualsiasi crimini”. (Thomas Paine)
In una sala del Senato, per iniziativa della senatrice Paola Da Pin e del Comitato No Nato, insieme a un appello che già ha raccolto migliaia di firme, è stata presentato il disegno di legge per l’uscita dell’Italia dalla Nato e per la chiusura delle basi militari nel nostro paese. Sono intervenuti giornalisti e analisti politici, da Manlio Dinucci a Giulietto Chiesa, da Alex Zanotelli a Franco Cardini e al sottoscritto. Il “manifesto” si è impegnato per l’iniziativa con un trafiletto di annuncio di 6 righe e con mezza colonnina di cronaca. Ne riferirò più sotto.
Mamma li mori!
Si fa fatica ad occuparsi della questione migranti, soffocati come si è dall’osceno tsunami di ipocrite lamentazioni, piagnistei, proposte salvifiche assurde o sospette, ripetuto tale e quale mille altre volte, dopo il crimine atlantista che ha affogato altri 900 vittime dell’Occidente al largo della Libia. Un paese, già prospero, ordinato e felice, meticolosamente ridotto nella condizioni di “caos creativo” (leggi genocidio) pianificate dall’inizio e che ora devono assicurare l’ulteriore decimazione di popoli di troppo.
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