Mentre scrivo queste note si svolgono le primarie del Pd. Un fenomeno
solo italiano. Voteranno per i tre candidati in corsa tutti coloro che
vorranno, dopo aver versato una piccola somma. È la prima volta nella
storia mondiale dei partiti in cui un segretario di partito viene eletto
da iscritti e non iscritti, financo da persone che non condividono le
idee dei candidati. Ciò nonostante votano, certi di dare in questo modo
un contributo alla visione che hanno della dislocazione delle forze
politiche in campo a livello nazionale.
È il voto non per qualcuno ma contro qualcun altro. Fenomeno che di
solito accade nelle votazioni politiche, ma che non è mai avvenuto nella
dinamica interna alla definizione delle cariche di un partito. Altro
primato italiano.
Naturalmente questo fenomeno disvela qualcosa del rapporto tra
istituzioni e macchina dei partiti. La scienza politica classica, ossia
quella che inizia con Vilfredo Pareto e Gaetano Mosca e raggiunge poi i
suoi vertici con i lavori di Roberto Michels e di Moisei Ostrogorsky,
poneva al centro della delineazione del sistema e della società politica
le macchine dei partiti. Per comprendere il funzionamento sia della
partecipazione politica sia dei meccanismi decisionali, secondo questa
scuola bisognava e bisogna partire dai partiti. La politologia che
invece si è affermata dopo gli anni Cinquanta del Novecento, con poche
eccezioni, tra cui ricordo il compianto Paolo Farneti, Theodor Lowy e
Mauro Calise, pone invece al centro i sistemi elettorali. Sono questi
ultimi a determinare la meccanica dei sistemi istituzionali e della
stessa partecipazione politica.
Scrive Hannah Arendt che in certe forme pervertite di
agire politico attraverso pressioni, influenze e trucchi di cricche,
può succedere che vengano alla ribalta persone che non sanno di nulla e
non s’intendono di nulla. E’ una pagina della famosa Vita Activa, testo capitale della filosofia politica
del Novecento. Siamo nel lontano 1958 quando la filosofa ebrea traccia
queste pagine: eppure somigliano tanto all’Italia di oggi: quella che si
aggira, come un gigantesco vampiro, nei salotti televisivi. Una cricca
di psicologi, criminologi, politici , imprenditori e giornalisti recita
una sorta di rosario a testo unico. Un messaggio ripetuto a reti
unificate compone a tamburo battente una sorta di Grande Opinione.
Sottrarsene è mera illusione. La Grande opinione si forma secondo un
meccanismo semplice: ripetere ovunque si può lo stesso identico
messaggio. Ecco allora la Santanchè deplorare la sentenza contro la
vistosa condotta morale di Berlusconi a Rai 1, 2 e 3. Poi riapparire da
Santoro, sgusciare dalla Gruber, ululare da Formigli, baccagliare da
Floris.
Molti pensano che ci saranno elezioni anticipate. Quindi sostengono:
a) che, grazie al voto segreto, Berlusconi non sarà salvato, in forza di un "patto d'onore";
b) che, nel caso non venisse salvato, il PD non troverà un numero
sufficiente di senatori del M5S, sicuri di non essere rieletti e magari
nemmeno ricandidati, disposti a sostenere un governo del PD. Basterebbe
che il PD e SEL promettessero una legge con collegi uninominali e la
ricandidatura degli ex pentastellati nei loro collegi, con voti (anche)
del PD e di SEL, per trasformare parecchi pentastellati in ex
pentastellati. Ovviamente sarebbero promesse anche un paio di leggine
simboliche. Per il PD e SEL si tratterebbe di rinunciare semplicemente
una ventina di collegi senatoriali. Una volta che gli ex pentastellati
avranno accettato il patto e saranno usciti dal M5S, saranno vincolati a
sostenere il PD (e SEL) fino a fine legislatura, perché altrimenti
saranno politicamente (ed economicamente) morti;
Il problema non sono le ragazze di Arcore. Donne che concedono
prestazioni sessuali in cambio di denaro e di favori da parte di uomini
potenti ce ne sono sempre state. Fatta eccezione per le
minorenni, una qualunque ragazza che faccia una scelta di questo tipo lo
fa in modo libero e indipendente. Nessuno la obbliga ad andare ad
Arcore con la forza, quindi se ci va vuol dire che avrà deciso che ciò
che sta per ricevere vale più di ciò che dovrà dare in cambio. Anche in questo campo valgono le regole del libero mercato. Qui
non stiamo parlando di prostitute da strada, che vivono una vita di
schiavitù vera e propria, nella quale non hanno nessuna possibilità di
scelta. Qui stiamo parlando di prostituzione d'alto bordo, dove una
ragazza porta a casa 1000 euro per fare una visita con lo stetoscopio al
presidente del consiglio travestita da infermiera. Nel caso di
Arcore quindi il problema non sono le prostitute, ma casomai i
prostituti, cioè tutti coloro che sono invece obbligati a svolgere il
loro ruolo di comprimario pur di non perdere la loro posizione
privilegiata alla corte di re Artù.
Malaparte: "L'arte di difendere uno Stato è governata dagli stessi principii che regolano l'arte di conquistarlo". Nessuno dei padri fondatori di questo sistema, la liberaldemocrazia, quindi né Locke, né Stuart Mill né Tocqueville
fanno mai accenno ai partiti e nota come, fino al 1920, i partiti non
fossero neanche nominati in Costituzione, perché? C’è una ragione
precisa, il pensiero liberale vuole valorizzare meriti e capacità,
potenzialità, del singolo individuo.
La
maggior parte degli addetti ai lavori parla di una grande sorpresa,
di fronte ai risultati della tornata elettorale che si è appena
conclusa, e con tutta probabilità un poco sorpresi sono rimasti
sicuramente tutti coloro che già nelle passate settimane avevano "venduto" alle banche
ed ai mercati un nuovo governo di
continuità con l'agenda Monti, disposto a servire in tavola il cibo
dietetico dispensato dalla BCE.
Il
Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo sbanca tutto ciò che era
umanamente sbancabile, supera il 25% dei consensi e s'incorona primo
partito italiano, mettendosi alle spalle sia il PD che il PDL ed
apprestandosi a portare nelle stanze dei bottoni circa 160 fra
deputati e senatori.
Bersani
attraverso una campagna elettorale assai sbiadita, condotta sullo
sfondo dello scandalo MPS e della corruzione dilagante nel partito,
riesce a dissipare tutti i punti percentuali di vantaggio sul PDL
attribuitigli nelle settimane scorse dai sondaggi e con tutta la
coalizione non riesce a superare il 30%.
Berlusconi
raccoglie una coalizione in fase di disfacimento, ma con una grinta
da venditore porta a porta e qualche spot elettorale di sicuro
effetto, la rianima come per magia, fino a portarla al pareggio con
quella di centrosinistra.....
In molti si sono domandati il motivo per cui Mario Monti ha scelto di
sottoporsi alle umiliazioni ed alle figuracce di una campagna
elettorale, quando invece il Partito Democratico aveva già ritagliato
per lui un ruolo di "padre nobile" super partes, al culmine del quale
era prevista la sua elezione alla Presidenza della Repubblica. Da quella
comoda posizione, Monti avrebbe potuto etero-dirigere l'azione di
governo di Bersani, sia con il vincolo costituzionale del pareggio di
bilancio, sia con il ricatto costante della fazione veltroniana di
ultra-destra interna al PD. La lista Monti ha persino funzionato per
Bersani da utile bidone della spazzatura, consentendogli di disfarsi
senza traumi di quella spina nel fianco che era per lui il sedicente
giuslavorista Pietro Ichino, che rischiava di alienargli i voti di molti
iscritti della CGIL. Comidad
Se Monti è stato costretto ad umiliarsi in questo modo, non è stato
probabilmente per scelta personale, ma per ordine dei suoi mandanti del
Consiglio Atlantico della NATO. Evidentemente, si è arrivati ad un punto
tale per cui il sistema di dominio coloniale non può più permettersi
neppure una finzione di normalità. Il creare confusione e
destabilizzazione diventa quindi uno schema obbligato, e le
drammatizzazioni artificiose di una campagna elettorale servono anche a
mistificare i drammi reali e la loro vera origine.
Nel maggio dello scorso anno arrivava la notizia
della perdita di una cifra dai due ai tre miliardi di dollari da parte
della banca JP Morgan; manco a dirlo, per operazioni sui titoli
derivati. E qui nessuno ha potuto scaricare la colpa sull'ingerenza dei
partiti politici.
Mentre ci accingiamo a vivere le
ultime settimane della campagna elettorale per le elezioni più inutili della
storia repubblicana, ci piove in testa la proposta sciocca di
Berlusconi,
secondo la quale, in caso di vittoria del centro destra, verrà eliminata
l'IMU
sulla prima casa e, ancor più scioccante, verranno rimborsati gli
importi dell'imposta, sempre sulla prima casa, pagati nell'anno 2012.
Perché si tratta di una proposta
sciocca?
Punto primo: uno Stato in
bancarotta, i soldi non te li dà, ma te li prende. A meno che non si faccia il
gioco delle tre carte e ti rimettano nella tasca sinistra, ad esempio, 100 euro,
salvo poi prendertene 150 dalla destra. Punto secondo: la crisi economica
che si sta esprimendo in tutta la sua drammaticità, colpendo in maniera
sistematica famiglie e imprese, ha subito un notevole salto di qualità.
Abbiamo già pubblicato degli articoli in merito alla vicenda che vede come protagonista la banca Monte dei Paschi di Siena. E’ oramai di dominio pubblico il legame tra il Partito Democratico e la storica banca senese, nonchè appurati i favoritismi della oligarchia politico-finaziaria dei Monti&co. capace di versare nelle casse della MpS3,9 miliardi
di euro, ottenuti dissanguando le masse meno abbienti, per risanare,
con scarsi risultati visto la bufera dei derivata e il conseguente buco
di bilancio, i conti in rosso della stessa.Già nel recente passato (2010) la MpS, dopo l’oneroso (10mld) e fallimentare acquisto di Banca Antonveneta, face una richiesta di liquiditá allo Stato Italiano per 3,4 miliardi di euro, elargita poi tramite i famosi Tremonti Bond. Di Italo Romano Oltre la Coltre
Fu una “manovra di riconoscenza” da parte di Re Silvio, difatti vi rammento che la MpS fu l’unica banca a concedere prestiti al rampante imprenditore Silvio Berlusconi per la costruzione di Milano2 e Milano3. Il legame tra il mondo politico e l’élite bancaria, nonostante il divorzio tra il Ministero del Tesoro e la Banca d’Italia
avvenuto nel 1981, è sempre stato solido e indissolubile, al motto
socializziamo i debiti e privatizziamo i crediti. Hanno ceduto la
sovranità monetaria ad enti privati in cambio del sogno ultraliberista, e
questi sono i risultati. L’ultimo in ordine di tempo a commentare la vicenda è stato l’ex
Ministro dell’Economia del governo Monti-Bersani-Berlusconi-Casini-Fini e
uomo di punta della tecnocrazia europea, Vittorio Grilli:
Nei prossimi due mesi, sorbiti gli effetti del natale&capodanno, si scatenerà una bagarre elettorale da memoriale storico. In sostanza vi sono due partiti Monti e Grillo. O forse meglio ancora: Grillo contro Tutti (che si nascondono dietro Monti). Il vituperato Berlusconi si è fatto sotto, consigliato da chi e perché resta un mistero, perché probabilmente sa benissimo che corre verso la debacle. Vuole concludere la sua ‘carriera’ di ricchi premi e cotillons con una sonora batosta? Infatti, pare averci ripensato; ma cosa voglia, non si comprende. Invece ciò che si comprende è che partendo così si gioca le ultime carte. Sarà colpa di Flavio Briatore? Il tipico esempio di ‘grande imprenditorialità italiana’. Che poi cosa riguardi la sua imprenditorialità, non si sa bene, ma nell’Itaglietta dei lacchè e delle puttane, è meglio continuare a non saperlo. In compenso, a tenere alto il morale a Silviolo I° Berluskaiser di Brianza, ci pensano i tanti cialtroni e buffoni che aveva assunto nel suo partito-azienda: bimbaminkia Meloni, pensionato Fede e Samorì-chì? che non combineranno nulla, sperabilmente, ma in compenso le loro spese inutili faranno la felicità natalizia della nobile categoria dei tipografi e stampatori. Sì, ci sarà qualcuno che, nel natale 2012, vedrà accrescersi il reddito.
Le elezioni prossime e il nostro futuro visto da un economista inglese
Di Ambrose Evans-Pritchard*
L'opposizione della Cgil al governo Monti
Un aglosassone fuori dal coro. Mentre Financial Times e Wall Street Journal, hanno fatto un endorsement
per un Monti-Bis, Evans-Pritchard la pensa all'opposto, spiegando
perché l'Italia dovrebbe applicare una terapia opposta a quella suicida
di Monti. In termini pro capite l'Italia è una nazione
più ricca della Germania , con circa 9 trilioni (9mila miliardi) di
ricchezza privata. Ha il più grande avanzo primario di bilancio del
blocco G7. Il suo debito combinato pubblico e privato ammonta al 265%
del PIL, inferiore a quello in Francia, Olanda, Regno Unito, Stati Uniti
o Giappone.Per
l'indice del Fondo monetario internazionale il punteggio dell'Italia è
il migliore per "sostenibilità a lungo termine del debito" tra i
principali paesi industrializzati, proprio perché, sotto Berlusconi, ha
riformato per tempo la struttura del sistema pensionistico.«Hanno
un vivace settore delle esportazioni, e un avanzo primario. Se c'è un
paese dell'eurozona che potrebbe trarre beneficio dall'abbandonare
l'euro e ripristinare la competitività, è ovviamente l'Italia», ha detto
Andrew Roberts di RBS.
«I
numeri parlano da soli. Pensiamo che nel 2013, non si tratterà di
sapere quali paesi saranno costretti a lasciare l'euro, ma chi sceglierà
di andarsene».
A questo punto inizio provare simpatia per lui.Avevamo appena
finito di seppellirlo, e lui già si ripresenta con lo stesso entusiasmo
di un ragazzino che si affaccia per la prima volta sulla scena politica,
convinto di poter cambiare il mondo solo perché lui ha capito tutto
della vita.A questo punto non importa più chi c'è dietro e chi
c'è davanti, chi c'è sotto e chi c'è sopra, con chi finirà per allearsi e
chi invece farà combutta contro di lui: tutta quella è politica, la
solita vecchia politica inutile che finirà nel solito vecchio modo
inutile.
Ma a questo punto qui c'è l'uomo che prevale su tutto.
Qui c'è un uomo che ha saputo capire la profonda natura degli italiani,
ed ha saputo approfittarne proprio per il fatto di essere italiano come
loro.
Una cosa è dire "gli italiani sono dei provinciali,
presuntuosi e paraculi, me ne vado da questo paese dei fichi secchi",
detto con la evve moscia mentre ci si sistema l'orologio d'oro sul
polsino della camicia. Un'altra è dire"gli italiani sono dei
provinciali, presuntuosi e paraculi, adesso me li inchiappetto tutti
perchè sono fatti esattamente come me."
La residenza estiva di Silvio Berlusconi in Sardegna nell’esclusiva Costa Smeralda, che ha guadagnato notorietà per le feste con le modelle in topless, dispone di una grotta sotterranea, completa di una via di fuga di emergenza per il mare. L’esistenza della grotta presso la proprietà immobiliare di Villa Certosa dell’ex premier italiano era diffusa come voce da anni, ma le prime fotografie sono emerse Venerdì scorso. Esse sono state ottenute da Antonello Zappadu, un fotografo italiano che si è fatto il nome nel 2009, riprendendo col teleobiettivo foto di veline discinte presso la residenza di Berlusconi. The Telegraph
La grotta, che sembra uscita direttamente da un film di James Bond, dispone di piscina, pavimento decorato con mosaico di Poseidone, il dio del mare, in possesso di tridente. Essa è collegata ad un breve tunnel e cancello che conduce direttamente al mare. La grotta è collegata al resto della villa da scale e un passaggio, che sono illuminati da luci collocate con discrezione nel pavimento. Il complesso sotterraneo si ritiene sia stato costruito nel 2004, ma non è mai stato visto in pubblico. “Sono stati i servizi segreti, che mi hanno chiesto di svolgere il lavoro, dopo aver ricevuto 38 minacce di morte”, ha spiegato Berlusconi, al momento.
Anm e Csm attaccano i pm ma dimenticano i rischi di abusi informatici nelle procure Mentre il Csm apre un un’inchiesta sulla “questione Ciancimino”, vanno avanti le indagini sull’illecita aggiudicazione degli appalti per la gestione delle intercettazioni. Per Silvio Berlusconi i magistrati che indagano sui poteri “forti” sono un cancro. Daniela Santanchè li definisce addirittura come delle metastasi. Luca Palamara chiede che si faccia chiarezza sul lavoro dei pm antimafia in merito alla collaborazione di Ciancimino e il CSM ha aperto un’inchiesta su tale questione. Abbiamo dunque, in ordine, il Presidente del Consiglio, un sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati e l’organo costituzionale di autogoverno della magistratura che, in vario modo, puntano il dito sui magistrati che stanno conducendo indagini importantissime sui cosiddetti poteri forti e sui rapporti fra Stato e mafia. L’attacco di Berlusconi e della Santanchè è ovviamente inaccettabile e dovrebbe portare alle immediate dimissioni di entrambi.
Mentre allo spread ed alle borse succedeva di tutto, un Mario Monti sempre più patetico volava in Russia per svolgere il ruolo di procuratore d'affari per conto dell'ENI, come già i suoi due predecessori alla Presidenza del Consiglio. Ma si tratta ormai di affari parecchio ridimensionati, poiché si sta parlando di un ENI azzoppato dalla perdita della Libia, che ha comportato non solo la chiusura del principale rubinetto di petrolio, ma anche della cassaforte finanziaria di tutte le multinazionali italiane.
Sino ad un anno e mezzo fa, Libia e Italia erano più che soci d'affari, costituivano un unico sistema economico-finanziario; e gli effetti della mutilazione oggi si avvertono. E pensare che appena nel febbraio dello scorso anno, l'ENI poteva permettersi di fare da guida e mallevadore per gli affari della multinazionale russa Gazprom in Libia. Chi trovasse in queste reminiscenze dei motivi per rimpiangere il governo precedente, si chieda anche perché mentre il Buffone di Arcore baciava la mano a Gheddafi, intanto i suoi giornali lo chiamavano beduino. [1] Nel marzo dello scorso anno appariva ancora realistico ipotizzare per la crisi libica uno scenario di tipo kosovaro, con la secessione della Cirenaica. In effetti poi la NATO ha potuto avere in Libia un margine di manovra praticamente illimitato, che ha condotto ad uno scenario di tipo congolese, con uno Stato ed un governo puramente fittizi, e con il territorio direttamente spartito tra le principali multinazionali angloamericane.
La settimana scorsa era l'agenzia di rating Moody's, adesso sarebbero le dichiarazioni della cancelliera Angela Merkel a minacciare lo spread dei BTP italiani. Mario Monti dice che dovrebbero premiarci perché siamo diventati "virtuosi", ma gli ingrati invece ci puniscono. Anche, se come ci dice la Merkel, facciamo i "compiti a casa", poi ci bocciano lo stesso. Monti però è un uomo di mondo, e quindi dovrebbe sapere che quando i "mercati" (cioè le banche multinazionali) hanno trovato un pollo da spennare, allora sarà molto difficile che ci rinuncino solo perché il pollo è diventato "virtuoso". Anzi, più il pollo è "virtuoso", tanto più accentua le sue caratteristiche di pollo.
COMIDAD
In passato, quando non c'erano ancora i "vincoli di Maastricht", se uno Stato si trovava nelle attuali condizioni dell'Italia non faceva altro che rinunciare ad emettere altri titoli, oppure li utilizzava solo per i prestiti forzosi al proprio interno, attuando una parte dei suoi pagamenti in buoni del tesoro. L'alternativa al mercato dei titoli era il cercare di accedere ad un prestito diretto da parte di un altro Stato, offrendo ovviamente delle garanzie auree o patrimoniali. Oggi si parla invece di dismissione del patrimonio pubblico, mentre le riserve auree dell'Italia sono diventate per la stampa un argomento tabù (altro che articolo 18!), tanto che a molti comincia a venire il sospetto che anche su quel versante l'attuale governo abbia qualcosa da nascondere. Del resto, il governo Monti si regge più sulla fiducia dei media che sulla fiducia parlamentare. Un governo retto da un advisor della NATO come Monti, si avvale oggi, nella sua aggressione al popolo italiano, della stessa compatta connivenza mediatica fornita alle aggressioni NATO contro la Libia e la Siria.
Il governo Monti sino a dieci giorni fa appariva in agonia, e già i fans del Buffone di Arcore pregustavano l'ora della rivincita. Invece il vertice europeo di Bruxelles, concluso giovedì scorso, ha conferito addirittura un alone eroico al Presidente del Consiglio, che sarebbe riuscito ad avere la meglio sulle obiezioni della cancelliera Merkel sullo "scudo salva-Stati". Sono fioccati i paragoni giornalistici con l'altro Mario, a sua volta trionfatore della partita contro la Germania; ma, ovviamente, ciò avveniva prima della finale contro la Spagna. Purtroppo gli attuali giornalisti sono quasi tutti laureati alla Luiss, perciò nessuno di loro ha potuto ricorrere a qualche reminiscenza classica, magari ricordandosi del console romano Gaio Mario, che nel 101 a.C. sconfisse le tribù germaniche dei Cimbri e dei Teutoni. Del resto neanche Gaio Mario scherzava con le tasse, dato che pare sia stato l'inventore della tassa Una Tantum.
In realtà da più parti si è levato il sospetto che l'esito del vertice di Bruxelles fosse già scontato in partenza, e che i media abbiano psicodrammatizzato delle questioni di dettaglio per dare l'impressione di uno scontro fra Titani, da cui Monti sarebbe uscito vincitore. Il sospetto che si sia trattato di una fiaba mediatica, è confermato da un documento sull'euro presentato al Consiglio Atlantico della NATO del 4 giugno scorso, un mese prima del vertice UE di Bruxelles. Sarà il caso di ricordare, per inciso, che anche Mario Monti era un advisor del Consiglio Atlantico sino a pochi mesi fa, come ci segnala il suo curriculum sul sito dello stesso Consiglio Atlantico.[1]
Il documento sull'euro a cui ci si riferisce, è una relazione del banchiere Josef Ackermann, appena dimessosi da Chief Executive Officer di Deutsche Bank. Forse a causa delle noie giudiziarie che ha in Germania, Ackermann se n'è tornato nella natia Svizzera a dirigere un'altra multinazionale, il Gruppo Assicurativo Zurigo, uno dei maggiori del mondo. Inoltre Ackermann è tuttora in forza al Consiglio Atlantico, perciò ha ancora tutte le carte in regola per continuare a far danni.
Viviamo tempi sciagurati e
miserabili sotto molteplici punti di vista, tempi in cui, non solo le normali
aspirazioni di verità, trasparenza e giustizia vengono tradite e vilipese da
chi si è assunto la presumibile responsabilità di traghettare il paese fuori
dalle secche di questa interminabile e devastante crisi globale, continentale e
nazionale, ma nei quali perfino il semplice sentimento della decenza è andato
smarrito e forse perduto per sempre. Dopo anni di egemonia (sub)culturale berlusconiana
ci si aspettava qualcosa di meglio e di più incoraggiante per le sorti della
traballante Repubblica. E poi siamo veramente sicuri che i cosiddetti tempi bui
della ribalta del Cavaliere sono veramente terminati ?
Di HS
Quel che non posso più
tacere è la mia indignazione di cittadino e le ferite che quotidianamente mi
vengono inferte nella mia dignità di semplice uomo civile. Disgraziatamente in
questo 2012 ancora così lungo e dolente si susseguono i ventennali,
trentennali, quarantennali delle celebrazioni dei “sacrifici” di solerti e coraggiosi
servitori dello Stato assassinati per aver anche solo sfiorato quei famosi fili
che non lasciano scampo. Non solo Falcone e Borsellino, ma anche il generale
Dalla Chiesa e l’onorevole Pio La Torre, come il commissario Calabresi, per
tacere di quella lista fin troppo lunga di politici, magistrati, carabinieri,
poliziotti e giornalisti… Uomini che hanno creduto in uno Stato il quale per la
sua metà ha quantomeno favorito incoraggiato e coperto gli assassini mentre l’altra
è rimasta a guardare impassibile per non disturbare troppo.
Sono ormai settimane che siamo oppressi da trasmissioni
televisive, dibattiti pubblici, pagine e pagine di giornali, che trattano dello
“scandalo Lega”, dello scontro “Maroni - cerchio magico”, delle appropriazioni
indebite di denaro pubblico da parte dei massimi dirigenti della Lega Nord per
uso personale, per speculazioni finanziarie, per riciclaggio di valuta, per costruzioni
di patrimoni immobiliari.
Sembra che i motivi dello scandalo siano spuntati come per
magia, ad illustrare all’opinione pubblica come questo movimento “duro e puro”
non sia altro che un assembramento di fanatici che non si accorgono del grande
imbroglio che da vent’anni viene loro spacciato come “movimento di liberazione
della Padania dal Sud-Italia parassita e sfruttatore”.
Eppure, prima di questo momento, tante sono state le
inchieste, le dettagliate denunce e i documenti che ricostruiscono gli inganni,
la spartizione dei posti di potere, e la mania dei doppi incarichi di cui si
rende protagonista il partito di Bossi.
Un esempio per tutti: già alla fine del 2010, il capogruppo
dell’Italia dei Valori alla Camera dei Deputati, Massimo Donadi, pubblica un
vero e proprio dossier anti-Lega intitolato “Le contraddizioni della Lega
Nord“, costruito dall’Ufficio legislativo del partito di Di Pietro in data 28 settembre.
Vale la pena considerarlo a grandi linee.
La cosiddetta riforma del diritto del lavoro è il risultato di precise direttive da parte di organismi internazionali di cui l'Italia fa parte, come la BCE, il FMI e l'OCSE, perciò la trattativa tra governo e "parti sociali" ha assunto esclusivamente il ruolo di un rituale o, addirittura, di una messinscena. Questo dato non costituisce in sé una novità assoluta, anzi i precedenti non mancano.
Nel 1956 l'Italia fu ammessa a far parte dell'ONU e, in base ai patti vigenti nell'organizzazione, lo Stato italiano venne costretto a rinunciare al suo ruolo di tenutario dello sfruttamento della prostituzione.
Ma la famosa "chiusura delle case chiuse", attuata nel 1958, venne rigorosamente presentata dalla politica e dalla stampa come una vicenda interna, in modo da preservare l'immagine dell'ONU da una decisione che, all'epoca, fu molto impopolare. L'impopolarità della scelta fu scaricata quindi su un partito della sinistra, e presentata come un'iniziativa di una parlamentare socialista, la senatrice Merlin. La Convenzione ONU sulla prostituzione è congegnata in modo tale da vietare solo lo sfruttamento della prostituzione da parte degli Stati, mentre offre vari escamotage per ciò che riguarda la legalizzazione dello sfruttamento privato. I primi due governi Berlusconi hanno cercato di usare la diffusa nostalgia delle vecchie case di tolleranza per introdurre il modello di sfruttamento privato alla tedesca, ma i tentativi sono andati a scontrarsi contro la realtà che in Italia il business dello sfruttamento delle case di appuntamento costituisce un feudo in appannaggio ai vari corpi di polizia.