Il prossimo 1° settembre inizieranno le attività del nuovo Centro di Coordinamento Strategico della North Atlantic Treaty Organization (NATO: Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord) di Napoli che, poi, verrà inaugurato ufficialmente il successivo 5 settembre. Il nuovoHub, come viene definito in gergo militare,si occuperà di coordinare le azioni della NATO nelle aree sud ed est del Mediterraneo: Medio Oriente, Africa settentrionale,Sahel, Africa subsahariana. In pratica, si tratta dellearee attualmente di maggior interesse per i Paesi dell’Alleanza Atlantica. Il comando del nuovo Centro di Direzione Strategica è affidato all’Ammiraglio Michelle Howard, della Marina degli Stati Uniti.
Il bombardamento della Siria ha regalato all’amministrazione Trump un mese di tregua, ma non è stato seguito dall’auspicata rottura dei rapporti tra Casa Bianca e Cremlino. La visita a Washington del ministro degli Esteri russo ha innescato un furioso attacco contro Donald Trump, col chiaro intento di paralizzarne l’azione: l’oligarchia euro-atlantica rifiuta qualsiasi riconciliazione con la Russia. La presidenza di Trump non sarà comunque un’esperienza inutile: dopo i governi tecnocratici in Europa, il recente golpe bianco in Brasile ed le elezioni francesi sporcate dalla strategia della tensione e dall’eliminazione politica degli avversari, l’accanimento contro Trump testimonia che l’idolo delle democrazia è ormai al tramonto. L’impossibile riavvicinamento alla Russia L’indice di gradimento di Donald Trump tra i “populisti” statunitensi ed europei è inversamente proporzionale a quello goduto presso l’establishment: scesa ai minimi termini in occasione del bombardamento sulla Siria dello scorso 6 aprile, la sua popolarità tra i movimenti anti-sistema sta conoscendo un rimbalzo in questi giorni, complici le manovre per defenestrarlo. È quasi certo che l’amministrazione Trump si concluderà (prematuramente o meno) senza aver mantenuta nessuna delle promesse che avevano inizialmente suscitato molte speranze, soprattutto in Europa: disimpegno degli USA dalla NATO, neo-isolazionismo, lotta alla globalizzazione selvaggia, smantellamento dell’architettura geopolitica post-1945, arresto della destabilizzazione del Medio Oriente, etc. etc.
In Francia, ridotto al nocciolo, il gran dilemma è se il Potere Politico debba essere esercitato direttamente dalla Finanza. E se tutti debbano obbligatoriamente subirlo. La questione di fondo riguarda la liceità della permanenza di governi che agiscano come baluardo delle maggioranze sociali contro il potere del denaro, ormai sofferente di elefantiasi.
Putin riunì i nuovi oligarchi russi venuti dal nulla, ossia dalla liquidazione a prezzi simbolici della totalità del patrimonio nazionale. e disse loro con forza: "Voi avete già il potere economico, non potete far vostro anche il potere pubblico. O fate i politici oppure gli uomini d'affari".
L'arroganza delle elites globaliste impone loro di giocare a carte scoperte. Per far propri i governi nazionali, stanno declinando il noleggio -al pari di un taxi per una tratta- di politici disprezzati. Preferiscono lanciare nell'arena direttamente elementi del loro milieu più intimo. Per loro, il governo è meglio avercelo, ad ogni costo. Altri, pur credondo di contrapporsi, non hanno la stessa lucidità o feroce determinazione.
Dopo il bombardamento del 7 aprile, domina l’interrogativo se il raid statunitense sia stato solo un evento isolato oppure il preludio di un più ampio coinvolgimento in Siria. Parallelamente le manovre americane in Nord Corea lasciano presagire un intervento militare anche in Estremo Oriente: c’è un nesso tra le due crisi simultanee? L’attacco chimico del 4 aprile, seguito dal blitz missilistico e dalle pressioni sul Cremlino per abbandonare Assad, è una maldestra manovra per riallineare la Russia agli USA ed al resto del blocco occidentale. La minaccia di un intervento contro il regime di Pyongyang, storico “vassallo” cinese, è il tentativo speculare di svincolare Pechino dalla Russia: constata la monoliticità del blocco euroasiatico, si va verso l’escalation militare?
Due “regimi”, un obiettivo: il blocco euroasiatico
Il bombardamento del 7 aprile sulla base siriana di Shayrat ha creato molta amarezza tra i “populisti” europei, galvanizzando al contrario quei governi e quelle istituzioni che si sentivano orfani della salda guida della Casa Bianca: la Francia di François Hollande, la Germania di Angela Merkel, l’Unione Europea e la NATO hanno salutato con sollievo e soddisfazione il rinsavimento, o sarebbe meglio dire “la normalizzazione”, di Donald Trump.
Non so voi ma a me comincia a sorgere il leggerissimo sospetto che si sia trattato di un macabro teatro, purtroppo con morti veri. Vi propongo una versione alternativa dei fatti:
A Ibdil e Hana c’è una sacca di “ribelli moderati” ovvero mercenari ed esaltati finanziati da Arabia Saudita, Quatar forse Turchia e Stati Uniti (almeno fino a poco tempo fa). Stanno perdendo sono circondati e bombardati anche dall’aviazione Siriana oltre che da quella Russa.
L’attacco coi gas è una orrenda messa in scena da parte dei ribelli stessi che per certo hanno gas letale nelle loro mani, ma non gas nervino. Ci ammazzano circa 80 civili tra cui 30 bambini e danno la colpa al regime mettendo i corpi proprio dove le armi convenzionali di Assad e dei Russi hanno colpito. Sul luogo le “solite” infallibili ONG e fonti “imparzali” danno per certo l’attacco col gas nervino. La versione comincia oggi, Sabato 8 Aprile, a non stare più in piedi, intanto i soccorritori si sono fatti fotografare in abiti inadatti per un micidiale gas nervino e poi una testata al gas nervino è di almeno 500kg, avrebbe ammazzato migliaia di persone, non la chiamano arma di distruzione di massa per scherzo
Israele, Turchia e l’Unione Europea, quasi tutte condannano e invocano l’intervento militare.
Non sarà sfuggito a nessuno che il postulato democratico afferma che i media sono indipendenti, determinati a scoprire la verità e a farla conoscere ; e non che essi passano la maggior parte del tempo a dare l’immagine di un mondo tale che i potenti desiderano che noi ci rappresentiamo, che sono in una posizione d’imporre la trama dei discorsi, di decidere ciò che il buon popolo ha il diritto di vedere, di sentire o di pensare, e di “gestire” l’opinione a colpi di campagne di propaganda.Noam Chomsky - Edward Herman – “La fabbrica del consenso”
Intorno alla metà di novembre, a seguito della disfatta di Hillary Clinton (cioè all’inizio della fine della democrazia), i sedicenti Guardiani della Realtà, meglio conosciuti con il nome di “media” gestiti dal mondo degli affari, hanno lanciato una campagna mondiale di marketing contro il malefico e perfido flagello delle “fake news”. Questa campagna ha attualmente raggiunto lo stadio di isteria. I media dell’insieme dell’Impero diffondono quotidianamente degli avvertimenti terrificanti sulla minaccia imminente ed esistenziale contro le nostre libertà, la minaccia delle “post verità” . Ciò non riguarda solo la diffusione di disinformazione, di propaganda, ecc., che dura da migliaia di anni… La Verità in sé è sotto attacco. Le basi stesse della Realtà tremano.
Bisognerà analizzare le conseguenze e mettere in guardia dai pericoli, ma nessuno può essere sorpreso da ciò che è successo. Era una questione di tempo. Sia l'assassinio dell'ambasciatore russo ad Ankara che il bombardamento di Berlino si iscrivono in una logica imparabile, prodotto di un'accumulazione storica precedente, che ha avuto inizio cinque anni fa. Che la rivista Esprit ha chiamato il "nuovo disordine mondiale" e Pablo Bustinduy*, in modo più eloquente, "geopolitica del disastro". DiSantiago Alba Rico Σαντιάγκο Άλμπα Ρίκο سانتياغو البا ريكو Cuartopoder Per capire questo quadro disastroso che produce nuove catastrofi, in un rimbalzo continuo tra pareti chiuse, dobbiamo affrontare questo contesto dalla denuncia di un'illusione molto pericolosa che sembra prevalere tra la sinistra, proprio quando la sinistra è in declino in tutto il mondo. Noti militanti antimperialisti in America Latina, per esempio, interpretano l'uccisione dell'ambasciatore russo in Turchia come una "risposta" per il ruolo crescente della Russia e della Cina nel mondo, che descrive questo ruolo in un tono positivo, come "il peggior incubo per gli Stati Uniti". Questa interpretazione incorre, a mio parere, in un doppio accecamento. Il primo è quello di considerare che l'uomo armato turco, sparando al diplomatico ha difeso in un modo o nell'altro gli interessi degli Stati Uniti, se non era diretto o controllato direttamente da Washington. Il secondo, più grave, è quello di considerare che un "incubo per gli Stati Uniti" è necessariamente una liberazione per l'umanità; che qualsiasi evento o alleanza o cambiamento strategico che mette in difficoltà gli Stati Uniti, corrisponde automaticamente ad un'erosione del capitalismo e rafforzamento della democrazia, della giustizia sociale e dei diritti umani in tutto il mondo.
«Penso che Putin rischi un attentato da parte della Cia o di qualche altro gruppo di balordi, mentre qui da noi continueranno a perseguitare chi rivela informazioni o a spingersi oltre dichiarando illegale chi critica il governo».
Nato: «Mosca viola la Turchia e attacca i ʽnostri’»
"Chi mi ha svegliato?"-Tom Janssen
Il Consiglio del Nord Atlantico si è riunito ieri d’urgenza a Bruxelles, a livello dei ministri della difesa, «in un momento decisivo per la nostra sicurezza». La Nato è «fortemente preoccupata dalla escalation dell’attività militare russa in Siria», in particolare dal fatto che «la Russia non sta prendendo di mira l’Isis, ma sta attaccando l’opposizione siriana e i civili».
Non specifica la Nato quale sia «l’opposizione siriana» attaccata dalla Russia. Il Pentagono ha dovuto ammettere, il 16 settembre, di essere riuscito ad addestrare in Turchia, spendendo 41 milioni di dollari, appena 60 combattenti attentamente selezionati, ma che, una volta infiltrati in Siria con l’insegna di «Nuovo esercito siriano», sono stati «quasi completamente spazzati via da forze del Fronte al-Nusra». L’«opposizione siriana», che la Nato vorrebbe non fosse attaccata, è una galassia di gruppi armati, formati per la maggior parte da combattenti stranieri, finanziati dall’Arabia Saudita e altre monarchie del Golfo, molti dei quali sono passati dai campi di addestramento della Cia e delle Forze speciali Usa in Turchia. Il confine tra questi gruppi e l’Isis è assai labile, tanto che spesso armi fornite all’«opposizione» finiscono nelle mani dell’Isis. Ciò che li accomuna è l’obiettivo, funzionale alla strategia Usa/Nato, di abbattere il governo di Damasco.
Sua eccellenza Signor Presidente, Sua eccellenza Vice Segretario, Distinti Capi di Stato e di Governo, Signore e Signori,
il settantesimo anniversario delle Nazioni Unite è una buona occasione per fare il punto della situazione sul passato e parlare del nostro comune futuro.