Jeffrey Smith – attivista
anti-OGM – ha dichiarato ad Russia Today che la Monsanto, essendo riuscita a
costringere gli agricoltori indiani ad acquistare le sue sementi geneticamente
modificate, grazie a loro sta diffondendo nel mondo organismi alterati in
maniera tale che in futuro nessuno possa più competere sul mercato con sementi
pure.
È stato stimato che [a causa della Monsanto] in India, ogni 30 minuti, un
agricoltore si toglie la vita. Stando a CHRGJ (Center of Human rights and global
justice), per la disperazione di non poter più provvedere alle proprie famiglie,
negli ultimi 16 anni si sono suicidati oltre 250.000 agricoltori indiani.
Russia Today: Migliaia
di agricoltori indiani si sono suicidati a causa delle sementi geneticamente
modificate della Monsanto. Cosa li spinge a tanto? Jeffrey Smith:
è accertato che in India vi sia un gran numero di agricoltori che si è
suicidato a causa delle sementi Monsanto. La cosa è stata ampiamente documentata
da indagini indipendenti e da documenti ‘sfuggiti’ al Governo Centrale Indiano.
Sugli ogm il Costarica compie un enorme passo in avanti, che tanti auspicano possa costituire esempio per molti altre nazioni. La Sala Costituzionale della Corte Suprema di Giustizia ha deciso e le modalità con cui vengono accordati i permessi per autorizzare gli ogm è incostituzionale e vìola i diritti della collettività dei cittadini.
La decisione è arrivata in queste settimane dopo l’azione condotta da
diversi gruppi ecologisti e di produttori che nel dicembre del 2012
avevano portato avanti un’azione di incostituzionalità (clicca qui per scaricare il documento) contro il Regolamento statale del Servizio Fitosanitario (qui il documento).
I ricorrenti avevano già segnalato che le norme violavano i diritti dei
cittadini costaricensi poiché non svelavano, anzi tenevano nascoste, le
informazioni tecniche che venivano utilizzate per dare l’ok alla
coltivazione di ogm sul suolo nazionale. L’organismo giudiziario ha
accolto l’obiezione ritenendola fondata. In questo
modo, la Sala Costituzionale ha garantito che i procedimenti per
l’autorizzazione, d’ora in avanti, dovranno essere accessibili a tutti e
questo permetterà ai cittadini e alle associazioni di presentare
opposizione ai permessi, dal momento che mettono in grave rischio
l’equilibrio degli ecosistemi e la salute della popolazione.
Parlare dei tentativi
della Monsanto per ostacolare la giustizia, impedire la trasparenza ed impedire
che la gente ne fermi le lucrose attività nel settore dei semi e degli erbicidi
può sembrare una noiosa ripetizione di un tema ormai assodato. Il problema ad
oggi è che l’azienda sta assumendo dei comportamenti ancora più dannatamente
discutibili: adesso la Monsanto si sta rifiutando di rendere pubblici i
risultati di test di laboratorio condotti a St. Louis, Missouri, i quali le
hanno “conferito” l’autorizzazione per usare il glifosato in Cina [e da lì nel
mondo].
Solo pochi mesi fa, dei
volontari della sicurezza alimentare in Cina hanno inviato una richiesta al
Ministero dell’Agricoltura perché rendesse pubblici i risultati delle prove che
avevano permesso di attribuire il certificato di sicurezza per l’importazione in
Cina dell’erbicida RoundUp, prodotto dalla Monsanto e contenente il glifosato.
Il glifosato aveva ricevuto il certificato di sicurezza nel 1988, dopo che
furono condotte, dalla Monsanto stessa, delle ricerche presso gli Younger
Laboratories di St. Louis, Missouri.
La ricerca si riteneva
fosse un test della tossicità per esposizione acuta, con dei ratti che
ricevevano per via orale il RoundUp per numerosi giorni e dei conigli che ne
erano esposti sulla cute. L’azienda aveva sostenuto che l’erbicida non avesse
manifestato effetti né agli occhi né sulla pelle, né che ci furono allergie
conseguenti. Tuttavia, si è rifiutata di inviare i risultati al laboratorio dei
volontari cinesi asserendo si tratti di un “segreto commerciale”.
Il loro obiettivo è il profitto, senza alcun riguardo per la salute umana. Dai nostri campi alle nostre forchette, le grandi corporation hanno una quantità enorme di potere sul nostro approvvigionamento alimentare, spiega Mychael Snyder sul blog 'The Economic Collpase'.
Attualmente più di 313 milioni di persone vivono negli Stati Uniti e il
compito di nutrirle tutte è concentrato nelle mani di poche decine di
compagnie. Lo scopo di queste aziende è quello di massimizzare la
ricchezza dei propri azionisti. Così il popolo americano finisce per
mangiare miliardi di chili di cibo estremamente malsano, curato con
sostanze chimiche e additivi.
Se gli Usa avessero avuto un vero sistema capitalistico, avrebbero un elevato livello di concorrenza nel settore alimentare. L’industria alimentare statunitense è, invece, diventata sempre più concentrata ogni anno che passa. Basta considerare i seguenti numeri sul settore agricolo degli Stati Uniti.
Il settore agricolo degli Stati Uniti soffre di livelli
anormalmente elevati di concentrazione. La maggior parte dei settori
economici ha rapporti di concentrazione di circa il 40%, il che
significa che le prime quattro imprese del settore controllano il 40%
del mercato. Se il rapporto di concentrazione è superiore al 40%, gli
esperti ritengono che la concorrenza possa essere minacciato e gli abusi
di mercato sono più probabili: più alto è il numero, maggiore è la
minaccia.
Gli americani non solo spiano governi, autorità e privati di tutto il mondo con l'aiuto dei loro servizi segreti; sanno anche come portare avanti gli interessi globali delle loro aziende con grande determinazione. Un impressionante esempio di questo è l'agricoltura del gigante Monsanto, leader nella produzione di sementi geneticamente modificate nel mondo. Uno sguardo nel mondo della Monsanto dimostra che le aziende che hanno prodotto il pesticida "Agente Arancio" per le forze armate Usa nella guerra del Vietnam avevano stretti legami con il potere centrale di Washington, con i "duri" nel campo dei servizi segreti statunitensi e con società private di sicurezza.
"Pensate a Internet come a un'arma"
Nella lotta globale contro l'ingegneria genetica, il gruppo statunitense si basa su metodi discutibili, strani aiutanti e sul potere di Washington. I critici del gruppo hanno la sensazione di essere spiati. Il gruppo statunitense Monsanto è un gigante nel settore dell'agricoltura: é il numero uno nel controverso campo dell'ingegneria genetica delle piante. Per i suoi oppositori, molti dei quali vivono in Europa, Monsanto è un sinistro nemico. Puntualmente accadono cose misteriose, che fanno apparire il nemico ancora più sinistro. Il mese scorso, l'organizzazione ambientalista europea "Friends of the Earth" ["Amici della Terra"] e la tedesca Environmental and Nature Protection Association (BUND) intendevano presentare uno studio sul pesticida glifosato nel corpo umano. Erbicidi contenenti glifosato sono i più venduti della Monsanto. L'azienda mira a più di due miliardi di dollari di fatturato per il solo prodotto Roundup. "L'erbicida Roundup" ha una "lunga storia di uso sicuro in più di 100 paesi", sottolinea la Monsanto.
“Il seme del diavolo”. È così che il presentatore di un popolare canale statunitense HBO, Bill Maher, in uno dei suoi programmi
e in riferimento al dibattito sugli Organismi Geneticamente
Modificati, ha battezzato la multinazionale Monsanto. Perché? Si tratta
di un'affermazione esagerata? Cosa nasconde questa grande industria di
semi? La scorsa domenica, per l'appunto, è stata la giornata mondiale
di lotta contro la Monsanto. Migliaia di persone in tutto il pianeta
hanno manifestato contro le politiche della compagnia.
La Monsanto è una
delle maggiori imprese al mondo e la numero uno nelle sementi
transgeniche. Nel mondo, il 90% delle coltivazioni modificate
geneticamente possiedono le sue tracce biotecnologiche. Un potere totale e assoluto.
La Monsanto è leader nella commercializzazione di sementi e controlla
il 26% del mercato. Segue la DuPont Pioneer, con il 18%, e Syngenta,
con il 9%. Solamente queste tre imprese controllano più della metà del
mercato, con il 53% dei semi che sono comprati e venduti su scala
mondiale. Le dieci maggiori controllano il 75% del mercato, secondo i
dati del Gruppo ETC.
Ciò che gli conferisce un potere enorme al momento di imporre ciò che
si coltiva e, di conseguenza, ciò che si mangia. Una concentrazione
impresariale che è aumentata negli ultimi anni e che erode la sovranità
alimentare.
In relazione alla questione della semina di mais Ogm in Friuli e alla
possibile contaminazione dei campi limitrofi coltivati con mais
tradizionale, la Commissione agricoltura della Camera ha sentito in
audizione il Capo del Corpo forestale Cesare Patrone.
«I risultati
dell’attività di campionamento eseguita dal Corpo forestale su terreni
limitrofi ai campi seminati con mais Mon810, in Friuli Venezia Giulia,
allo scopo di verificare eventuali contaminazioni ambientali a carico
dei terreni coltivati con mais tradizionale, hanno dimostrato in effetti
un “inquinamento genetico” del mais transgenico che arriva anche fino
al 10%» ha dichiarato Patrone.
Si ricorda che nel giugno 2013 un
imprenditore agricolo ha reiterato la semina di mais, effettuata la
prima volta due anni fa, privo di tracciabilità ma dichiarato
geneticamente modificato, in due appezzamenti localizzati nella Regione
Friuli Venezia Giulia, rispettivamente nel Comune di Mereto di Tomba
(Udine) e di Vivaro (Pordenone). In conseguenza il Corpo forestale dello
Stato, di propria iniziativa e su delega della Procura della Repubblica
di Udine ha svolto nei mesi scorsi dei campionamenti nei campi
presuntivamente seminati a Ogm e di quelli a essi limitrofi, sia per
accertare la varietà di mais geneticamente modificato coltivata, sia al
fine di verificare una possibile contaminazione ambientale.
A fine ’800 e a inizio ’900 quelle che
poi diventarono le multinazionali della chimica e del farmaco pare che
facessero sparire i loro oppositori. Un medico che curava senza farmaci, o
non si atteneva ai protocolli, stranamente aveva un incidente o spariva
senza lasciar traccia. Altri tempi, oggi non si ricorre più a tali
metodi, che oltre ad essere deprecabili possono creare martiri e fare
continuare l’opposizione invece che fermarla. Parte del mio addestramento comprendeva
lo studio dell’opera di Sun Tzu, “L’Arte della Guerra”. Il modo migliore
di vincere il nemico è quello di renderlo partecipe del tuo mondo,
delle tue ricchezze, dei tuoi beni. A quel punto i confini non
esisteranno più, e il suo territorio farà parte del tuo, insieme alle
sue ricchezze e i suoi beni, un’annessione senza colpo ferire. Che sia la nuova strategia usata dalle multinazionali?
A quanto pare Mark Lynas, che una volta
combatteva fianco a fianco con Greenpeace, ha sposato il credo di
Monsanto e affini. Viene da chiedersi se sia stato comprato
dall’industria della biotech, dato il suo voltafaccia totale e senza
riserve. Il 29 Aprile 2013 Mark Lynas ha fatto il
discorso che segue al College of Agriculture and Life Sciences (50th
Anniversary Celebration), and the Atkinson Center for a Sustainable
Future, Cornell University.
Questo sabato (15.03.2014) il Ministero dell'Agricoltura francese ha bandito per decreto la commercializzazione, l'uso e la coltivazione di mais geneticamente modificato MON
810, prodotto dal gruppo statunitense Monsanto. "La commercializzazione, l'utilizzo e la coltivazione di varietà di semi
del mais geneticamente modificato MON 810 (...) sono vietati fino
all'adozione (...) di una decisione finale", afferma il decreto pubblicato
nella Gazzetta ufficiale.
Era stato già previsto un disegno di legge che vieta la coltivazione
di mais OGM da discutere nel parlamento francese il 10 aprile. Ma il ministero dell'Agricoltura ha rilevato che vi era "urgenza",
"a causa della prossimità dell'inizio della stagione della semina", di
stabilire un divieto, invocando il "principio di precauzione".
"Secondo dati scientifici affidabili e ricerche internazionali molto recenti, la coltivazione di mais MON 810 (...) presenta
seri rischi per l'ambiente, nonché il rischio di diffusione di
organismi nocivi diventati in resistenti" dice il testo. Gli Stati membri dell'Unione europea hanno il diritto di vietare nel loro territorio OGM autorizzati dall'UE.
Recentemente ho intervistato Daniel Estulin, autore di un futuro best seller: “Transevoluzione – l’imminente era della decostruzione umana".
La nuova opera di Estulin si basa per lo più su un libro bianco del Bilderberg, che gli è stato passato da un informatore. Il documento era ricco di informazioni che indicavano la fine della razza umana come la conosciamo.
Hollywood prepara il pubblico Americano per l’inevitabile
Hollywood ha prodotto centinaia di film come Terminator, Blade Runner, e RoboCop, solo per citarne alcuni. In effetti, Robocop verrà ridistribuito nelle prossime settimane. Estulin sostiene che i robot o macchine umane rappresentino il futuro del mondo post umano. Sì, avete letto bene, presto potremmo trovarci a vivere in un mondo post umano.
Forse conoscete la nuova serie della FOX, Almost Human, in cui uno dei personaggi principali è un robot poliziotto. Nel prossimo futuro potremo osservare interazioni molto simili tra umani e non umani (es. Robocop).
Le regole sono per voi, non per me
Grazie alla transevoluzione esisterà una vera e propria “fonte della giovinezza”, dato che presto, con la trasformazione in robot, sarà possibile acquistare l’immortalità. Ma nessuno tranne la super elite potrà farlo.
L'erbicida Roundup della Monsanto è responsabile di una grave patologia renale tra gli agricoltori
La grave patologia renale CKDu ha colpito 400000 agricoltori dello Sri Lanka, causando ventimila morti. La malattia insorge con esposizione all'erbicida glifosato (roundup) della Monsanto nelle persone che bevono acqua calcarea e sono esposte a metalli nefrotossici. Secondo unostudio appena pubblicato dell’università dello Sri Lanka, il glifosato, principio attivo dell’ erbicida Roundup della Monsanto è responsabile di una grave patologia renale che sta colpendo gli agricoltori singalesi dell’isola. La malattia, nota come CKDu (Chronic Kidney Disease of Unknown Etiology), ha colpito 400mila contadini, il 15% della popolazione della provincia srilankese del centro nord, causando circa 20 mila morti.
I ministri degli Affari europei dei 28 Stati membri della UE, martedì 11 febbraio, hanno approvato la coltivazione di TC1507, una nuova specie di mais geneticamente modificato, anche se 19 paesi rifiutano questa proposta.
"Non c'era la maggioranza qualificata", ha detto Evangelos Venizelos, il vice presidente del governo greco e ministro degli esteri, a nome della presidenza greca dell'UE durante il dibattito pubblico tra i ministri a Bruxelles. Tutti i 19 paesi contrari all'autorizzazione equivalgono a 210 voti, lontano dai 260 voti necessari. L'astensione di quattro membri (Germania, Belgio, Portogallo e Repubblica Ceca) e il voto favorevole di cinque paesi (Spagna, Regno Unito, Svezia, Finlandia e Estonia) hanno impedito il rifiuto della coltivazione.In conformità con le procedure stabilite, ora è il turno della Commissione Europea. Secondo le norme dell'UE in materia di OGM, nel caso non vi è una maggioranza qualificata a favore o contro un provvedimento, questo ritorna nelle mani della CE che, presumibilmente deve essere approvarlo automaticamente. Un portavoce del colosso biotech statunitense DuPont Pioneer, multinazionale che ha sviluppato il TC1507, ha detto all'agenzia di stampa AFP che stava aspettando che la Commissione a proceda "al più presto possibile per dare la sua approvazione definitiva" al prodotto.
Due
dinosauri del commercio mondiale - Stati Uniti ed Unione Europea -
hanno avviato negoziati per un accordo bilaterale di libero scambio, al
fine di rilanciare l'occupazione e la crescita economica all'interno
delle rispettive economie ampiamente depresse. Lo scopo essenziale
dell’accordo dovrebbe essere una maggiore armonizzazione della
regolamentazione tra i due mercati, in particolar modo in materia di
sicurezza sanitaria degli alimenti.
Tuttavia, in nessun modo le proposte dell'accordo risulteranno
utili agli interessi dei consumatori o del pubblico. Non si tratta che
di appianare le difficoltà che toccano l'agro-industria. Gli europei, le cui norme nettamente più esigenti verrebbero tirate
verso il basso, ne risentirebbero, ma l'impatto toccherebbe anche i
produttori di alimenti e i consumatori di numerosi altri paesi, poiché
la conclusione dell'accordo tra Washington e Bruxelles stabilirebbe un
nuovo riferimento internazionale. Che si tratti di organismi
geneticamente modificati (OGM) o di bisfenolo A ( BPA), la necessità di
proteggere le persone contro il sistema alimentare industriale, di non
aprire la strada alla diffusione di tale sistema, è più urgente che mai.
Avviati nel 2008, i negoziati sull’accordo di libero scambio tra Canada e Unione europea sono terminati il 18 ottobre. Un buon segnale per il governo statunitense, che spera di concludere con il Vecchio continente una partnership di questo tipo. Negoziato in segreto, tale progetto fortemente sostenuto dalle multinazionali permetterebbe loro di citare in giudizio gli stati che non si piegano alle leggi del liberismo. Di Lori Wallach Le Monde Diplomatique Possiamo immaginare delle multinazionali trascinare in giudizio i governi i cui orientamenti politici avessero come effetto la diminuzione dei loro profitti? Si può concepire il fatto che queste possano reclamare – e ottenere! – una generosa compensazione per il mancato guadagno indotto da un diritto del lavoro troppo vincolante o da una legislazione ambientale troppo rigorosa? Per quanto inverosimile possa apparire, questo scenario non risale a ieri. Esso compariva già a chiare lettere nel progetto di accordo multilaterale sugli investimenti (Mai) negoziato segretamente tra il 1995 e il 1997 dai ventinove stati membri dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) (1). Divulgato in extremis, in particolare da Le Monde diplomatique, il documento sollevò un’ondata di proteste senza precedenti, costringendo i suoi promotori ad accantonarlo. Quindici anni più tardi, essa fa il suo ritorno sotto nuove sembianze. L’accordo di partenariato transatlantico (TTIP) negoziato a partire dal luglio 2013 tra Stati uniti e Unione europea è una versione modificata del Mai.
Nel 2012, un team scientifico guidato da Gilles-Eric Séralini ha pubblicato un articolo che mostrava come i topi alimentati con mais OGM della Monsanto, per tutta la vita, hanno sviluppato il cancro nel 60-70% dei casi (contro il 20-30% del gruppo controllo),oltre a problemi epato-renali e morte prematura.Ora, la rivista che lo pubblicò ritratta in un altro vergognoso esempio di corruzione in ambiti scientifici, in quanto la motivazione addotta non si applica a eguali studi della Monsanto.L'editore ammette che l'articolo di Séralini è grave e non pecca di inesattezze, ma i risultati sono inconcludenti, qualcosa che colpisce un gran numero di articoli e fa parte della discussione scientifica. Di Silvia Ribeiro La Jornada La ritrattazione arriva dopo che la rivista ha assunto come redattore speciale Richard Goodman, un ex funzionario della Monsanto, e come corollario di un'aggressiva campagna di attacchi contro il lavoro di Séralini, orchestrato dalle multinazionali.Il caso ricorda la persecuzione che ha sofferto Ignacio Chapela quando pubblicò sulla rivista Nature che c'era contaminazione transgenica nel mais contadino di Oaxaca.
Le voci delle multinazionali e dei loro alleati chiedono la promozione di sementi geneticamente modificate (e le necessarie modifiche alle leggi africane per permettere la loro diffusione) come una soluzione alla bassa produzione di cibo e alla fame in Africa. Nel mese di ottobre il World Food Prize è stato assegnato a tre scienziati, due dei quali appartenenti ai giganti dell'agroalimentare Monsanto e Syngenta, per il loro progresso nello sviluppo di organismi geneticamente modificati.Recentemente, i redattori del Washington Post hanno fatto appello a "dare una possibilità alle colture geneticamente modificate" in Africa e hanno chiesto un dibattito aperto.L'Alleanza per la Sovranità Alimentare in Africa, una rete di piccoli agricoltori, pastori, cacciatori-raccoglitori, popolazioni indigene, cittadini e ambientalisti africani, è lieta di includere le voci dei contadini africani nella discussione.
Promuovere gli OGM come soluzione è una
mancanza di rispetto per la cultura africana e offende la nostra
intelligenza, e questo presume una conoscenza superficiale
dell'agricoltura nel nostro continente. Esso si basa sull'immagine,
comune a molti occidentali, che vedono un'Africa povera, indigente,
affamata, afflitta da malattie, senza speranza e impotente, bisognosa di
essere salvata da un angelo bianco occidentale. E' la stessa immagine
brandita dai colonialisti per razionalizzare i loro misfatti
nell'appropriarsi dell'Africa, la stessa immagine esibita oggi dai
neo-colonialisti per razionalizzare la loro corsa all'appropriazione
delle terre e delle risorse naturali del continente.
I PROFITTI PRIMA DELLE PERSONE "Controlla il petrolio e controllerai le nazioni", disse il Segretario di Stato Henry Kissinger negli anni settanta. "Controlla il cibo e controllerai la gente".
Il controllo globale degli alimenti è stato quasi raggiunto, riducendo la diversità dei semi con sementi OGM (geneticamente modificate) che vengono distribuite solo da poche imprese transnazionali. Ma questo programma è stato implementato con un grave costo per la nostra salute, e se viene approvato il Trans-Pacific Partnership (TPP), il controllo non solo sul nostro cibo, ma sulla nostra salute, il nostro ambiente e il nostro sistema finanziario, saranno nelle mani delle multinazionali.
I profitti prima delle popolazioni
L'ingegneria genetica ha permesso la proprietà di semi brevettati da cui dipende l'approvvigionamento alimentare del mondo. I geni "Terminator" rendono possibile la produzione di semi sterili, utilizzando un catalizzatore chimico sintetico chiamato opportunamente "Traditore" per indurre la sterilità nei semi. Quindi, gli agricoltori devono comprare i semi anno dopo anno dai proprietari dei brevetti. Per coprire tali costi, i prezzi alimentari sono aumentati, ma il danno è molto maggiore di quello causato ai nostri portafogli.
La
discussione sui semi geneticamente modificati è dominata dalle
critiche rivolte alla MONSANTO. Sulla scia della MONSANTO la compagnia
tedesca BAYER è diventata una delle più grandi multinazionali
dell'agricoltura nel mondo. La BAYER è già oggi uno dei principali
fornitori di pesticidi e di semi. Una recente indagine all'Ufficio
Europeo dei Brevetti mostra che, in termini di numero di brevetti sugli
OGM, la BAYER è addirittura la prima.
Mais, frumento, riso, orzo, soia, cotone, barbabietola da zucchero,
rape, patate, tabacco, pomodori, uva: la lista delle piante transgeniche
di cui la BAYER CROPSCIENCE detiene il brevetto, è lunga.
La
multinazionale ha brevettato anche alberi geneticamente modificati, come
per esempio, pioppi, pini ed eucalipti. Questo è il risultato di una
recente indagine presso l'Ufficio Europeo dei Brevetti di Monaco, in
Germania, condotta dalla Coalizione contro i pericoli derivanti dalla
Bayer (Germania) assieme a No Patents on Seeds! (No ai brevetti sui
semi!). A questo scopo, l'iniziativa ha esaminato tutte le richieste di
brevetto presentate dalla BAYER negli ultimi 20 anni. Secondo i
risultati dell'indagine, la Compagnia possiede 206 dei 2000 brevetti
concessi in totale in Europa su piante transgeniche. Questo mette la
BAYER al primo posto, davanti a PIONEER (179), BASF (144), SYNGENTA
(135) e MONSANTO (119). Leggi tutto...
Il gigante degli OGM Monsanto questa settimana ha paralizzato la sua richiesta all'UE di approvare i "nuovi progressi tecnologici", ma questo non significa che gli europei non devono temere per la loro salute.
Oggi il nome Monsanto è associato principalmente agli OGM (organismi geneticamente modificati), ma uno sguardo alla storia della società mostra che il suo lavoro è stato collegato con aree molto diverse. Gli effetti di questo lavoro si fanno ancora sentire in tutto il mondo e in alcuni casi la scienza ha già dimostrano che hanno conseguenze estremamente dannose per l'ambiente e per la salute umana. 1. Saccarina Nel 1901 John Francis Queeny ha fondato l'azienda Monsanto Chemical Works a St. Louis, Missouri, per la produzione di sostituti dello zucchero per la Coca Cola. Nei primi dei 70 diversi studi, tra cui uno studio del National Cancer Institute USA, questi rivelarono che la saccarina provoca il cancro nei ratti e altri mammiferi. 2. PCB (bifenili policlorurati) Negli anni '20 del secolo scorso, la Monsanto ha iniziato a produrre policlorobifenili, un elemento liquido refrigerante per trasformatori elettrici, condensatori e motori elettrici. Mezzo secolo dopo, l'Environmental Protection Agency statunitense ha presentato prove che i PCB causano il cancro negli animali e negli esseri umani. Nel 1979 il Congresso degli Stati Uniti ne ha vietato la produzione. La Convenzione di Stoccolma sui Contaminanti Organici Persistenti ha vietato i PCB in tutto il mondo nel 2001. Nel 2003, la Monsanto ha pagato oltre 600 milioni di dollari agli abitanti di Anniston (Alabama), dove sorgeva la produzione di queste sostanze chimiche, che hanno subito gravi problemi di salute come il cancro, malattie del fegato e malattie neurologiche. Secondo la ricerca condotta negli Stati Uniti nel 2011, questa sostanza chimica continua ad apparire nel sangue delle donne in gravidanza, mentre altri studi deducono un legame tra PCB e autismo.
Studi di parte, pseudo-perizie, finanziamenti occulti: a partire dagli anni ’50 gli industriali hanno iniziato a manipolare la scienza a loro beneficio. Le tecniche di depistaggio della scienza, inaugurate dai giganti della sigaretta, sono oggi utilizzate dai produttori di pesticidi e dagli scettici del riscaldamento globale. La decimazione delle api è diventata un “mistero” e il cambiamento climatico “relativo”. Strategie decifrate da Stéphane Foucart, giornalista scientifico, nella sua opera "La fabbrica della menzogna, in che maniera gli industriali ci mentono mettendoci in pericolo". Basta!: Gli industriali hanno scelto di storcere la scienza, voi dite, per neutralizzare quello che potrebbe nuocere alle loro attività. Per esempio le rivelazioni sui disastrosi effetti sanitari di alcuni prodotti. Come fanno?
Stèphane Foucart: La tecnica “d’utilizzo della scienza” fu teorizzata da John Hill, un grande comunicatore americano. Gli industriali della sigaretta lo chiamarono a soccorso nel 1953, nel momento in cui venivano pubblicati i primi lavori scientifici sulla relazione tra sigaretta e cancro. A seguito di una riunione d’emergenza (1), John Hill stese un breve testo dove sosteneva, in sostanza: “La scienza è uno strumento molto potente, nel quale le persone hanno fiducia. Non la si può attaccare direttamente. Bisogna procedere diversamente. Bisogna quindi appropriarsi della scienza stessa, orientarla, metterla nelle nostre mani”. John Hill propose in particolare di creare un organo comune ai giganti della sigaretta, per finanziare la ricerca accademica, condotta in seno a laboratori universitari, per esempio. Centinaia di milioni di dollari saranno quindi introdotti nella ricerca tramite quest’organo. Per finanziare gli studi che conducono all’assenza di pericolo nel tabacco, ma non solamente. Hanno per esempio finanziato la ricerca genetica funzionale, che analizza i meccanismi molecolari allo scatenarsi delle malattie. Leggi tutto...