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21 dicembre 2014
La battaglia per il Messico
Il
movimento sorto dopo la sparizione e il massacro degli studenti di
Ayotzinapa ha enormi implicazioni mondiali e storiche. La battaglia per
le risorse naturali, per la cultura millenaria e per il sistema politico
messicani costituisce una prova di forza sia per l’oligarchia mondiale e
i suoi apparati repressivi che per la mobilitazione civica mondiale per
la pace, l’ambiente e la giustizia. È responsabilità di tutti i
messicani dentro e fuori dal paese, così come dei cittadini con
coscienza di tutto il mondo, contribuire e collaborare per assicurare
che la fine dell’attuale crisi non apra la porta alla rinascita del
fascismo globale e che, anzi, apra la via alla liberazione umana.
Il Messico oggi gioca un ruolo simile a quello della Spagna durante
la Guerra Civile del 1936-1939. Il tragico risultato di quel conflitto
preparò il terreno all’inizio della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1939,
appena cinque mesi dopo che il generale Francisco Franco dichiarasse la
propria vittoria sulle forze repubblicane - ottenuta con l’appoggio
risoluto della Germania nazista – Adolf Hitler invadeva la Polonia.
Successivamente, la quantità di persone quotidianamente sterminate nei
“campi di concentramento” del Terzo Reich si sarebbe esponenzialmente
moltiplicata.
Durante quella Guerra Civile, gli USA, la Francia e la Gran
Bretagna furono passivi osservatori e complici della distruzione della
democrazia in Spagna e, in seguito, in tutta Europa. Oggi, alla stessa
stregua, queste stesse potenze agevolano la distruzione della democrazia
messicana, coprendo e avallando in maniera cieca una classe politica
che ha totalmente perso la fiducia del suo popolo.
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15 dicembre 2014
Di che cosa Abarca è il nome
José Luis Abarca Velázquez e María de los
Ángeles Pineda Villa sono, rispettivamente, l’ex sindaco di Iguala e
sua moglie, ex-futura candidata alla stessa posizione. Due persone di
potere. Quel potere pubblico e pubblicizzato in maniera ossessiva al
fine di raccogliere consensi e mantenere inalterato l’attuale status
quo. E per farlo, i deputati, cioè coloro che vengono delegati a
garantire diritti e far osservare doveri, abitualmente ne abusano.
Oggi pronunciare il nome di Abarca è come
richiamare alla mente i boia argentini: da Videla a Camps, ad Astiz e
via seguendo l’orrendo elenco sempre impresso nella memoria collettiva.
Il potere, illusoriamente democratico, esige due cose: voto e silenzio.
Talvolta, anche voto di silenzio. Perciò, manifestare opposizione,
diventa pericoloso.
18 novembre 2014
Il massacro come strategia di dominio
Recentemente è avvenuta presso l’Università Iberoamericana di Puebla la consegna del premio Tata Vasco 2014 all'associazione FUDEM ( Forze Unite per i Dispersi del Messico). Uno dei pochi uomini presenti nel gruppo dei 25 parenti degli scomparsi che patecipavano alla cerimonia, ha urlato: “Questa è una guerra!” Il dolore inimmaginabile dei parenti delle vittime di questo massacro silenzioso li costringe a guardare in faccia la realtà, senza filtri.
In effetti è in corso una vera e propria guerra contro i popoli. Una guerra coloniale per l'appropriazione dei beni comuni, che presuppone l'annientamento di quella parte di umanità che ostacola il furto di questi beni, sia perché vive sopra di esse e resistono all'esproprio o, semplicemente, perché "è troppa", e nel senso più crudo, non sono necessari per l'accumulo di ricchezza.
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In effetti è in corso una vera e propria guerra contro i popoli. Una guerra coloniale per l'appropriazione dei beni comuni, che presuppone l'annientamento di quella parte di umanità che ostacola il furto di questi beni, sia perché vive sopra di esse e resistono all'esproprio o, semplicemente, perché "è troppa", e nel senso più crudo, non sono necessari per l'accumulo di ricchezza.
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2 febbraio 2014
MESSICO: La Discriminazione Condanna gli Indigenii alla Povertà e all'Esclusione Sociale
Essere indigeno in Messico può diventare sinonimo di emarginazione. Il territorio di Oaxaca, con un alto tasso di aborigeni, è il luogo dove si sente maggiormente il peso di questa discriminazione economica e morale.
La discriminazione nei confronti dei popoli indigeni del Messico è uno dei grandi problemi del paese e anche uno dei suoi tabù più profondi. Lo stile di vita e la cultura di questi popoli sono minacciati dalla mancanza di un quadro di tutela e di riconoscimento che li aiuti a sopravvivere. Questo fatto è più evidente nello stato di Oaxaca, dove il 58% della popolazione è indigena e dove l'esclusione è all'ordine del giorno.
RT.com ha parlato con il segretario degli affari indigeni dello stato di Oaxaca, Adelfo Regino Montes. "Molte delle nostre comunità e molti dei comuni di Oaxaca sono caratterizzati da un'alta emarginazione, e i tassi di povertà e di esclusione sono estremamente elevati rispetto allo standard medio nazionale", ha detto il funzionario.
La discriminazione nei confronti dei popoli indigeni del Messico è uno dei grandi problemi del paese e anche uno dei suoi tabù più profondi. Lo stile di vita e la cultura di questi popoli sono minacciati dalla mancanza di un quadro di tutela e di riconoscimento che li aiuti a sopravvivere. Questo fatto è più evidente nello stato di Oaxaca, dove il 58% della popolazione è indigena e dove l'esclusione è all'ordine del giorno.
RT.com ha parlato con il segretario degli affari indigeni dello stato di Oaxaca, Adelfo Regino Montes. "Molte delle nostre comunità e molti dei comuni di Oaxaca sono caratterizzati da un'alta emarginazione, e i tassi di povertà e di esclusione sono estremamente elevati rispetto allo standard medio nazionale", ha detto il funzionario.
27 settembre 2012
RATTI, CANCRO E POLITICHE TRANSGENICHE
Di Silvia Ribeiro
La Jornada
La Jornada
Nuove prove scientifiche di ricercatori in Francia dimostrano che il mais geneticamente modificato provoca il cancro nei ratti, mentre il glifosato, l'erbicida più usato nelle coltivazioni transgeniche, provoca malformazioni nei feti, secondo gli studi realizzati dal Dr. Andrés Carrasco ed altri scienziati in Argentina. Sebbene le relazioni sul glifosato e gli studi precedenti sui transgenici, hanno mostrato evidenza di gravi problemi per la salute e per l'ambiente, il governo messicano ha autorizzato nel 2012 più di 1.800 ettari di piantagioni a campo aperto, di mais geneticamente modificato, la maggior parte con lo stesso gene della Monsanto (603) che ha causato il cancro nei ratti negli esperimenti francesi.
Nello studio realizzato dal CRIIGEN (Comitato di ricerca e di informazione indipendente sulla genetica), Università di Caen, in Francia, sono stati alimentati 200 ratti per due anni, suddivisi in 10 gruppi, con razioni diverse. Alcuni con mais geneticamente modificato NK603, resistente al glifosato, ma senza essere utilizzato, altri con lo stesso mais GM con glifosato, ed altri con glifosato disciolto nell'acqua che bevevano, oltre a un gruppo di controllo che non ha ricevuto nessuno degli elementi sopra citati.
I ratti alimentati con mais GM sono morti prematuramente ed avevano un'incidenza di tumori del 60-70 per cento contro il 20-30 per cento del gruppo di controllo.
26 febbraio 2012
Contro l’Infame Carta di Hardin del 1968 dagli Stati Uniti
A margine del Forum Economico Mondiale di quest’anno Francisco Mayorga, Ministro dell’Agricoltura messicano avrebbe affrontato la pietosa situazione agricola nella provincia deel nord del Messico, lo Stato di Chihuahua. Un periodo di siccità durato due anni ha portato alla carestia, che affligge particolarmente la popolazione indigena – tutto come nelle altre parti di questo mondo neoliberale. Si potrebbe credere che i leaders nel campo della finanza e dell’economia abbiano preso a modello il libro di Jean-Christophe Rufin “Globalia”. Secondo il Ministro Mayorga la causa del problema risiede negli Ejidos, terreni la cui proprietà è l’utilizzo sono collettivi e che, dopo la Rivoluzione all’inizio del XX secolo, sono stati radicati nella Costituzione per proteggere le popolazioni povere.
Gli Ejidos corrispondono da noi a beni comuni che hanno rivestito grande importanza per la fondazione della Svizzera, amministrata in modo simile. Mayorga vuole ora abolire gli Ejidos, sperando di trovare già a Davos degli investitori e delle multinazionali dell’agricoltura industriale. Ciò equivarrebbe ad evacuare i territori con la forza: cacciare gli animali da fattoria e quelli selvatici? Distruggere i villaggi con i bulldozer? E le persone? Espellerli con l’uso dell’esercito o abbatterli? Saranno i soldati messicani a farlo? O si tratterà di una missione che un investitore regalerà alla Blackwater? Atti di violenza per devolvere grandi superfici di terreno agli investitori?
Gli Ejidos corrispondono da noi a beni comuni che hanno rivestito grande importanza per la fondazione della Svizzera, amministrata in modo simile. Mayorga vuole ora abolire gli Ejidos, sperando di trovare già a Davos degli investitori e delle multinazionali dell’agricoltura industriale. Ciò equivarrebbe ad evacuare i territori con la forza: cacciare gli animali da fattoria e quelli selvatici? Distruggere i villaggi con i bulldozer? E le persone? Espellerli con l’uso dell’esercito o abbatterli? Saranno i soldati messicani a farlo? O si tratterà di una missione che un investitore regalerà alla Blackwater? Atti di violenza per devolvere grandi superfici di terreno agli investitori?
19 settembre 2011
In Messico: nelle foreste la ribellione alla mafia
Quando i taglialegna illegali, dotati di armi automatiche, hanno
invaso le montagne, e iniziato ad abbattere le foreste secolari, il
governo non ha fatto nulla, allora la città ha detto basta. Ora le vie
di accesso a Cheran sono controllate da barricate fatte di tronchi,
sorvegliate da uomini dal volto coperto: è la milizia delle comunità
della regione che protegge le proprie foreste. Le pattuglie
attraversano il sottobosco, segnalando la propria presenza con richiami
di uccelli. E' la guerra degli alberi. La criminalità organizzata si è
estesa dai settori tradizionali (estensione, contrabbando di droga,
traffico di migranti, sequestro di persona, pirateria del software) al
furto di legname. A Cheran, gli abitanti si sono organizzati per battere
il crimine e la collusione delle autorità.
L'amministrazione annuncia grandi operazioni contro il traffico di legno illegale, ma nello stato di Michoacan non ha che arrestato due pesci piccoli. ma hanno fatto solo due arresti minori. "Senza alberi non c'è acqua, il suolo si erode e nessuno può vivere dalla terra. Per questo abbiamo deciso di proteggerci" dichiara uno dei leader della città al Washingtonpost Post.
8 luglio 2011
IL RUOLO DI WALL STREET NEL TRAFFICO DI DROGA, SETTORE IN ESPANSIONE
Immaginate quale sarebbe la vostra reazione se il governo messicano accettasse di pagare 1.400 milioni di dollari a Barak Obama per schierare truppe statunitensi e veicoli blindati a New York, Los Angeles e Chicago per condurre operazioni militari, creare posti di blocco ed essere coinvolti in sparatorie che finiscono per causare la morte di 35.000 civili per le strade delle città americane. Se il governo messicano trattasse così gli Stati Uniti, voi lo considereste un amico o un nemico?
Questo è esattamente il modo in cui gli Stati Uniti trattano il Messico, ed è così dal 2006.
Questo è esattamente il modo in cui gli Stati Uniti trattano il Messico, ed è così dal 2006.
La politica messicana del Nord America - l'Iniziativa Merida - è un incubo. Ha minato la sovranità del Messico, ha corrotto il sistema politico ed ha militarizzato il paese. Ha anche portato alla morte violenta di migliaia di civili, per lo più poveri. Ma a Washington non importa niente dei "danni collaterali" finché può vendere più armi, rafforzare il suo regime di libero scambio e riciclare più profitti della droga nelle sue grandi banche.
1 giugno 2011
L'IMPERIALISMO IN MESSICO: BANCHIERI, GUERRA CONTRO LA DROGA E GENOCIDIO
Nel maggio del 2011, alcuni investigatori messicani hanno scoperto un'altra fossa clandestina con decine di corpi mutilati; il numero di morti arriva così a 40.000 dal 2006, quando il governo Calderon annunciò la sua guerra contro il narcotraffico. Con il sostegno di consiglieri, agenti ed armi, la Casa Bianca è stata il promotore principale di una guerra che ha decimato completamente la società e l'economia del Messico.
Se Washington è stata la forza trainante della guerra di regime, le banche di Wall Street sono state il principale strumento di garanzia dei profitti ricavati dai cartelli della droga. Tutte le principali banche degli Stati Uniti sono state profondamente coinvolte nel riciclaggio di centinaia di miliardi di dollari di profitti della droga per la maggior parte del decennio scorso.
La discesa del Messico in questo inferno è stata progettata dalle principali istituzioni finanziarie e politiche degli Stati Uniti, ognuna delle quali supporta "da una parte o dall'altra" una sanguinosa guerra che non risparmia nessuno, nessun luogo e nessun momento. Mentre il Pentagono, arma il governo messicano e la Drug Enforcement Agency (DEA) promuove la "soluzione militare"
22 dicembre 2010
Messico: Sfida allo Stato
L’esplosione di un oleodotto della Petroleos Mexicanos (PEMEX) a San Martin Texmelucan, a Puebla, è un’ulteriore prova della lotta che lo Stato messicano mantiene per sostenersi. L’incendio, che è costato la vita ad una ventina di persone, può essere dovuto, secondo la versione ufficiale “ad una possibile presa clandestina”, cioè, ad un furto di combustibile, che si spiegherebbe sia per la scarsità della popolazione che come l'unico possibile intervento della potente criminalità organizzata.
L'America Latina è stata nel XX secolo una zona di sconvolgimenti politici. Era, e continua ad essere, la regione più diseguale del mondo, e le rivoluzioni ed i colpi di stato si sono susseguiti, dal Messico fino al Nicaragua sandista, attraverso la Cuba della rivoluzione catrista. Ma, all' inizio del XXI secolo, lo scenario è ben diverso.
7 settembre 2010
USA-Messico: Macchine Della Morte Alla Frontiera
“MACCHINE TERRORISTE DELLA MORTE” PATTUGLIANO LA FRONTIERA MESSICANA.
Gli stessi aerei che rilevano palestinesi, iracheni, afgani o pakistani in modo selettivo con sofisticati equipaggiamenti (per sparare un missile o una bomba detta intelligente) controllano da oggi i messicani o latinoamericani che cercano di entrare negli Stati Uniti illegalmente
Una flottiglia di sei aerei Predator B (aerei spie o droni) con una capacità di volo di 30 ore consecutive (e capacità per bombe intelligenti) integrerà lo stock, perché "l'obiettivo è di avere una regione di confine sicuro, che si estende dal Texas alla California. In questo caso ci sono ed è su questo che continueremo a lavorare", ha anticipato la segretaria della Sicurezza, Janet Napolitano.
28 giugno 2010
Il Disastro BP e la Fine della Vita Come la Conosciamo
di John Doty Jr.
Questo è quanto. È finita. Preparatevi per l'anno più folle della vostra vita. 5 anni. 10 anni. Un giorno vi volterete a guardare la vita che facevate e penserete a come fosse facile, innocente. Siamo prossimi ad un collasso totale, sul bordo dell'abisso.
Se siete come la maggior parte delle persone probabilmente avrete già deciso che sto esagerando, senza nemmeno chiedervi perché sia giunto a queste conclusioni. Beh lasciatemi chiarire che anche io vorrei stare esagerando. Io non commercio mezzi di salvataggio o oro. Il mio lavoro non è a prova di recessione. Ho una famiglia.
Non è che mi sia svegliato oggi e fresco fresco mi sia detto in modo casuale che questa è la fine della vita come la conosciamo. Ho fatto molte ricerche, sforzandomi di prendere in considerazione solo fonti del tutto attendibili. Ebbene, le informazioni che sono emerse negli ultimi giorni non fanno che confermare i timori che quello che stiamo vivendo è in realtà un "Armageddon." E quando lo dico sono del tutto serio.
11 giugno 2010
BRITISH PETROLEUM: UNA CATASTROFE ACCIDENTALE?
Mentre la pioggia tossica causata dalla fuoriuscita della BP ha cominciato a distruggere coltivazioni nel Tenesse, aumentano i sospetti sull’intenzionalità dello stesso.
Un rapporto del Ministero delle Risorse Naturali della Federazione Russa avverte che la fuoriuscita di petrolio e gas della BP nel Golfo di Messico è sul punto di trasformarsi nella peggior catastrofe ambientale di tutta la storia.
Gli scienzialti russi stanno segnalando i primi danni per la “pioggia tossica” nello stato del Tennessee. Informazioni stampa di questa regione confermano queste voci in base a quanto si legge nel Servizio di Notizie WREG nell' articolo intitolato “Misteriosi danni alle coltivazioni minacciano centinaia di ettari”.
10 maggio 2010
LA NUOVA GUERRA SPORCA IN MESSICO
di Kent Paterson
Carlos Montemayor ha rotto un tabù politico.
Come astuto analista sociale e autore prolifico, i suoi romanzi sulle sommosse della guerriglia di sinistra e la repressione da parte dello stato nei decenni del 1960 e 1970 riscattarono la memoria della guerra sporca della pattumiera della storia. Anche se il governo messicano conserva ancora come segreto di stato il destino di centinaia di persone che le loro forze di sicurezza fecero sparire durante la guerra sporca, i contributi letterari di Montemayor aiutato perforare il silenzio ufficiale in un momento in cui le forze popolari lottano per rendere il Messico un più democratico e giusto.
La morte raggiunse prematuramente Montemayor il 28 febbraio, di un anno in cui il Messico celebra il doppio anniversario della Guerra d'Indipendenza del 1810 e la Rivoluzione del 1910, eventi che hanno scatenato aspirazioni storiche fino ad allora represse, per la terra, la libertà, la democrazia e l' uguaglianza.
La morte raggiunse prematuramente Montemayor il 28 febbraio, di un anno in cui il Messico celebra il doppio anniversario della Guerra d'Indipendenza del 1810 e la Rivoluzione del 1910, eventi che hanno scatenato aspirazioni storiche fino ad allora represse, per la terra, la libertà, la democrazia e l' uguaglianza.
Ironia della sorte, la guerra sporca che l'intellettuale del Chihuahua ha ricreato con tanta brillante fortuna è di ritorno, giusto in tempo per l'anno storico del Messico. Dal Chiapas a sud di Chihuahua, nel nord, le sparizioni forzate, omicidi di attivisti politici, attacchi ai giornalisti e altre violazioni dei diritti umani sono in costante aumento.
5 maggio 2010
HITLER IN ARIZONA
La legge razzista SB 1070 recentemente approvata in Arizona dalla governatrice Jan Brewer con l’esplicito consenso del congresso locale ed implicito del governo federale statunitense, apre le porte non solo ad espressioni di odio contro gli immigrati, ma alla violazione massiccia dei diritti umani in modo legale, basata sui tratti etnici.
A partire dalla promulgazione di questa legge qualsiasi persona di aspetto latina può essere detenuta con l’unica giustificazione di essere, un essere umano illegale, che non soddisfa i requisiti della cittadinanza che le leggi dello Stato più razzista del pianeta e gli standard di umanità che il “mondo libero” richiedono.
26 marzo 2010
USA, CANADA E MESSICO MILITARIZZANO IL NAFTA
Firma del NAFTA NEL 1992 tra i rappresentanti dei governi di Stati Uniti (George Bush padre), il presidente messicano Carlos Salinas e il rappresentante del governo del Canada.
di Laura Carlsen, Stephen Lendman e Constance Fogal
Un' oligarchia neoliberale internazionale opera congiuntamente sotto gli ordini di Washington. La sua intenzione è quella di creare una grande zona commerciale dove le aziende commerciali dirette dai grandi proprietari non solo dispongono del potere economico ma anche politico, affini agli interessi degli USA. Per questo il Pentagono ha pianificato di invadere i paesi membri che possano conoscere un “caos economico”.
Leader del Canada, USA e Messico si sono riuniti segretamente per ampliare l’accordo del libero commercio conosciuto come TLC, TLCAN (Trattato del Libero Commercio dell’America del Nord), o NAFTA (in inglese North American Free Trade Agreement). E’ un blocco commerciale formato dai paesi prima nominati, che stabilisce una zona di libero commercio. E’ entrato in vigore a gennaio del 1994 con l’ ”integrazione profonda” di una forza tri-nazionale più militarizzata della “sicurezza interna”.
4 dicembre 2009
IL GOVERNO MESSICANO SI ARRENDE DI FRONTE ALLA MONSANTO
di Erika Ramirez
I governi panisti non solo autorizzano l’agroindustria transnazionale e la semina del mais transgenico, ma gli danno quasi 200 milioni di pesos in stimoli fiscali. La Monsanto, Hibrido Pioneer, Dupont e Dow Agrosciences ottengono 21 licenze e più di cinquanta progetti di investimento in tecnologia secondo le rivelazioni dei documenti ufficiali. Non importava alle autorità federali che il Messico sia un paese d’origine di un seme che è patrimonio dell’umanità nè che si mettano a rischio imminente 31 dei 59 tipi di mais messicano.
Fabbricante dell’ Agente Orange- erbicida usato durante la guerra in Vietnam per distruggere raccolti e vegetazione- la Monsanto ottiene la maggior parte dei permessi di applicazione per le industrie agricole presso il Ministero dell'Agricoltura, Allevamento, Sviluppo Rurale, della Pesca e dell’ Alimentazione (Sagarpa), per la semina sperimentale di mais transgenico nei campi messicani.
Inoltre, l’azienda originaria di Saint Louis, Stati Uniti, ha beneficiato- insieme a Hibridos Pioneer, Dupont e Dow Agrosciences- di quasi 200 milioni di pesos in “stimoli fiscali” durante l’amministrazione di Vicente Fox Quesada e Felipe Calderòn Hinojosa, come dicono i documenti ufficiali.
Lo scorso 29 ottobre, le aziende Monsanto, Dow Agrosciences e PHI Messico vennero informate che i loro brevetti potevano essere seminati in “via esperimentale” nelle terre di Sonora, Chihuahua, Tamaulipas e Sinaloa, in base a quanto mostra lo Stato di applicazioni di mais 2009, emesso dalla Direzione della Biosicurezza per gli Organismi Geneticamente Modificati (OGM), dipendente dalla Sagarpa.
In questi stati, indica l’organizzazione ambientalista Greenpeace Messico, si trovano 31 dei 59 tipi di mais esistenti in Messico, e questo espone a rischio contaminazione il 52% dei semi originari del paese.
Le risoluzioni si sono avute appena sette giorni dopo che Dow Agrosciences e la PHI Messico hanno manifestato formalmente il loro interesse nella semina dell’organismo geneticamente modificato DAS-01507-1. La semina del brevetto nella Valle del Yaqui, Sonora, luogo dove si trovano circa nove delle varietà del mais nativo del Messico, è stata approvata.
In una lista comparativa di richieste della Sagarpa, con la mappa dei territori dei popoli indigeni e i tipi e varietà del mais che esistono lì (contenuti nell’edizione Maíz transgénico en México, riesgos y costumbres del giornale Ciencias, dell’ Università Nazionale Autonoma del Messico), si può osservare che nella Valle del Yaqui, Sonora, dove si trova la popolazione indigena che porta lo stesso nome, esiste il Mais Blando di Sonora, Chapalote, Dulce Norteño, Dulce, Dulcillo Noreste, Elotes Occidentales, Harinoso, Onaveño, San Juan e Tuxpeño.
Eduardo Perez Pico, rappresentante della Monsanto Messico, in interviste a Contralínea dice che ognuno dei permessi avvallati dall’organismo a cui fanno capo Francisco Mayorga Castañeda e la Segretaria del Medio Ambiente e Risorse Naturali (Semarnat) a carico di Juan Rafael Elvira Quezada, costerà all’agroindustria circa di un milione di pesos per progetto.
L’ingegnere agronomo, laureato all’ Istituto Tecnologico di Monterrey, annuncia che “se la ricerca progredisce presto”, la fase commerciale potrebbe cominciare tra tre anni, con un investimento iniziale di 400 milioni di dollari, dei quali la Monsanto pretende guadagnare circa 250 milioni di dollari.
Affare tondo
Oltre al mercato di affari che significa il Messico per l’agroalimentare, il governo federale ha finanziato tre colossi del settore. Dal primo anno dell’amministrazione foxista, le transnazionali hanno ricevuto stimoli fiscali dal Consiglio Nazionale di Scienza e Tecnologia (Conacyt), presieduto da Juan Carlos Romero Hicks, fino a 193.859.598 pesos.
Annualmente l' azienda di Saint Louis guadagnava maggiore risorse, che hanno potuto entrar a far parte della cassa dell’azienda pubblica attraverso le tasse, dato che il primo produttore di semi a livello mondiale era stimolato con risorse milionari. D’accordo con il documento pubblicato sul Giornale Ufficiale della Federazione, con data del 3 marzo 2008, SAM750414HN4-2007-2 è stato uno dei progetti che più benefici ha avuto, con 5 milioni 374 mila 532 pesos.
Informazioni pubblicate nella Gazzetta Ufficiale suggerisce che gli "stimoli", concessi con il pretesto di investimenti in innovazione tecnologica, sono iniziati nel 2001 con tre progetti Pioneer Hybrid Company del Messico, che hanno rappresentato l'erario 10.927.500 pesos .
I fondi e le partecipazioni aumentarono annualmente e, dai più di 10 milioni registrati il primo anno, si è arrivati ai 12.131.642 pesos nel 2002 per la PHI Mexico- azienda della Dupont, oltre ad essere rappresentante e controllata di Pioneer Hi.bred INT-; 11.545.891 pesos nel 2003 e altri 13.994.763 pesos nel 2004.
E' nel 2005 quando alla Dow Agrosciences e la Monsanto, vengono autorizzate dal governo federale, arrivano gli "stimoli fiscali" di 20.447.766 pesos, attraverso 15 progetti di ricerca. Nel penultimo anno della gestione di Vicente Fox, il progetto che ha rappresentato più investimento all' azienda pubblica è stato "Lo Sviluppo delle linee pure e la produzione di ibridi sperimentali del Mais (in serra)" che è costata all'azienda 7.782.861 pesos.
Durante l'anno di transizione dall'amministrazione Fox a quella di Calderon, le transnazionali hanno ottenuto un aumento globale superiore agli 11 milioni di pesos. Dagli oltre 20 milioni nel 2005, gli stimoli sono saliti a 31.666.153 pesos. E, anche se le cifre indicano che PHI fu quella che ottenne maggiori benefici, con 21.442.051 pesos, la Monsanto ha anche aumentato i suoi "appoggi" passando dai 5.780.906 pesos a 7.978.795 in un anno fiscale.
Attualmente l'azienda di Saint Louis guadagnava maggiori risorse, che sono entrate nelle casse dell'azienda pubblicata attraverso le tasse, dato che la prima produttrice di semi a livello mondiale era stimolata con risorse milionarie. In base al documento pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, il 3 marzo 2008, SAM750414HN4-2007-2 fu il progetto che ha ricevuto più benefici, con 5.374.154 pesos. Ma nonostante questo, nessuna delle chiavi della Monsanto, che appaiono registrate nelle liste ufficiali, specifica quale fu l'uso di tale risorse.
Il salto quantitativo c’è stato durante il 2008-2009 quando le esenzioni per le aziende degli agroalimentari si sono concentrate sulla Monsanto e Dow Agrosciences. Entrambe si sono accaparrate 30.896.157 pesos. A partire dal secondo anno dell’amministrazione di Felipe Calderon al primo semestre dell’anno in corso hanno raggiunto la somma di 26.263.532 pesos.
Adelita San Vincente Tello, ingegnere agronoma dell’ Università Autonoma Metropolitana e rappresentante dell’associazione civile Semillas de Vida, critica la consegna di "stimoli fiscali" all’agroindustria, dato che “la tecnologia della Monsanto è stata messa in discussione nei mercati europei, dove è stata vietata la loro entrata”. Inoltre è assurdo che parlino di investimento quando è il governo che sta finanziando la ricerca attraverso il Coacyt, mentre il campo è stato abbandonato. Quello che cercano è di appropriarsi delle risorse genetiche dei nostri semi”.
Ma, per il rappresentante della Monsanto, Eduardo Perez Pico, gli appoggi servono per “investire nello sviluppo della tecnologia che potrà avere il paese per poter avere un reddito”. Dice che tutto quello investito fin'ora dalla Monsanto in ricerca è dedicato al mais convenzionale, sorgo, cotone, soia e altri tipi di coltivazioni dove sviluppano migliorie genetiche”.
I permessi ed il giudizio
D’accordo con i 21 permessi autorizzati dalla Sagarpa e la Semarnat- fino al 29 ottobre scorso- nove corrispondono agli interessi della Monsanto, il resto rappresenta un' associazione tra le aziende Dow Agroscience e PHI Messico. Ma, i brevetti MON, proprietà intellettuale della Monsanto, appaiono in 17 delle petizioni, sotto la richiesta dei loro presunti concorrenti nel settore delle agro-alimentare.
Questo tipo di pratiche, dove la Monsanto promuove i suoi brevetti attraverso altre compagnie, ha fatto si che l’azienda fosse portata davanti ai tribunali statunitensi. In base all’informazione del giornalista Christopher Leonard, dell’agenzia internazionale di notizie The Associated Press (AP), il Dipartimento di Giustica a Saint Louis, Missouri, indaga sul se “la Monsanto ha violato le norme di difesa della competizione nel suo intento di ampliare il suo dominio sul mercato delle coltivazioni geneticamente modificate”.
“Le domande sono su come la compagnia di semi più grande del mondo vende e dà licenze dei suoi geni brevettati. La Monsanto ha accordi di licenza con aziende di semi che permettono a queste di inserire i geni della Monsanto nel 96% delle coltivazioni di soia degli Stati Uniti, e l’80% delle coltivazioni di mais. I rivali della Monsanto sostengono che l’azienda usa gli accordi di licenza per spremere i suoi competitori e controllare le aziende più piccole di semi, accusa che la Monsanto nega”, informa il giornalista specialista in agroalimentari.
Tra le aziende che hanno iniziato processi contro la Monsanto c’è la Syngenta e la Dupont, che “hanno sostenuto che violano le leggi della competitività degli Stati Uniti. Syngenta ha presentato la sua domanda nel 2004 ed ha risolto il caso l’anno scorso. La Dupont ha presentato una richiesta la scorsa estate, il caso è ancora al Tribunale Federale a San Luis”, dice AP.
Perez Pico, direttore di sviluppo delle tecnologie e affari regolatori per la Monsanto in America Latina del Nord, dice di non conoscere il processo che ha l’azienda negli USA; però ha fiducia che le autorità “sapranno portare avanti il caso”.
Contaminazione transgenica
In aggiunta alla permanenza del brevetto, consente le autorizzazioni alle imprese straniere di Monsanto, i rappresentanti delle organizzazioni civili che si oppongono alla semina sperimentale dei transgenici segnalano che le autorizzazioni sono concesse nelle zone dove prevalgono i semi oriundi del mais; come conseguenza, avvertono, esiste il rischio di perdere le specie al nord del paese a causa della contaminazione transgenica o “flusso genico” come lo chiama l’agroindustria.
Le autorizzazioni di Sagarpa e della Semarnat, pubblicate dalla Direzione della Biosicurezza per l’ OGM, indicano che le autorizzazioni sono state date per Valle Del Yaqui, Huatabampo, San Ignacio Rio Muerto, Cajeme e Bacu, Sonora, Cuahutemoc e Delicias, Jimenez, Chihuahua; Rio Bravo y Diaz Ordaz, Tamaulipas; Los Mochis, Angostura, Novolato, Ahome e Guasave, Sinaloa.
In queste zone si trova il Mais Blando di Sonora, Chapalote, Dulce Norteño, Dulce, Dulcillo Noreste, Elotes Occidentales, Harinoso, Onaveño, San Juan e Tuxpeño, tra le altre specie.
Aleira Lara, coordinatrice della Campagna Agricoltura Sostentabile e Transgenici di Greenpeace Messico, indica che è impossibile la coesistenza di coltivazioni di transgenici con quelli convenzionali e organici. “Questo si acutizza maggiormente se parliamo della versione per l'ambiente nel centro di origine e di diversità genetica del mais, il Messico, abbiamo le piante madri, 59 tipi, circa di 200 varietà adatte alle nostre terre. Questa ricchezza genetica è quello che si sta mettendo a rischio con l’introduzione del mais transgenico”.
Fino a questo momento, l’organizzazione ambientalista ha documentato casi di contaminazione di transgenici a Oaxaca, Sinaloa, Tamaulipas, Puebla, Veracruz, Yucatan, Guanajauto, Distretto Federale e Chihuahua, e quindi è veramente una bugia che il governo messicano dica che si preserverà la nostra ricchezza genetica quando già esistono casi di contaminazione”
L’ambientalista dice che da quando il governo messicano importa dagli Stati Uniti, è iniziata una forte contaminazione, dato che gli Stati Uniti non separano le coltivazioni convenzionali da quelle geneticamente modificate, e “il mais che stiamo seminando viene mischiato con queste varietà geneticamente modificate”.
Aleira Lara critica che in Messico non esiste un sistema di tracciabilità che indichi se il mais che si sta importando per l’alimentazione dell’allevamento è destinato specificamente a quello; perché in caso contrario ci possono essere “fughe di transgenici”.
“La coltivazione del mais è molto promiscuo perché ha una impollinazione aperta ed i nostri contadini hanno l’abitudine comune di scambiare i loro semi migliori per migliorarle. Questa è la miglioria tradizionale tra le varietà di una stessa specie. Grazie a questo, ci sono varietà resistenti a qualsiasi variazione agronomica”, spiega.
Erbicida assassino
Per Eduardo Perez Pico, direttore di sviluppo di tecnologie e affari regolatori della Monsanto in America Latina del Nord, l’opposizione delle organizzazioni sociali, contadine e ambientaliste non ha motivo d’essere, dato che bisogna aprire la strada alla tecnologia.
La Monsanto, dice, di operare nel paese da 50 anni in diversi affari, e dal 2000 si è trasformata in un’azienda dedicata al 100% all' agricoltura. “Il mais è una delle coltivazioni più importanti per il Messico e oggi giorno abbiamo una partecipazione importante nei semi migliorati di ibridi che gli agricoltori usano in molte zone del paese”, dice.
Tuttavia, la società ora dice che vuole aiutare i contadini messicani che hanno avuto un passato oscuro con la fabbricazione dell’erbicida chiamato Agente Orange. Documenti declassificati del governo statunitense, in possesso di Contralinea, mostrano le querele portate avanti dai veterani della guerra del Vietnam contro la Monsanto e altre aziende di questo genere.
Sotto l’espediente 05-1953-CV, l’ Associazione dei Veterani di Guerra hanno denunciato Down Chemical, Uniroyal, Hercules, Diamond Shamrock, Thompson Chemical, TH e Monsanto per la produzione del conosciuto Agente Orange, chimico che ha causato circa di 400 mila morti e altre 500 mila nascite di bambini con deformazioni.
I querelandi sono l’ ex Viet Cong, soldati del Vietnam del Nord e i cittadini vietnamiti. “Loro cercano di recuperare le lesioni che teoricamente hanno sofferto come risultato delle operazioni durante la guerra del Vietnam, nella quale gli Stati Uniti hanno usato l’Agente Orange e diserbanti simili per la defogliazione e la distruzione delle coltivazioni”, dice il documento.
Opportunità d’affari
Sostenendo che vogliono aiutare gli agricoltori messicani, l’agroindustria inizia con la semina sperimentale di transgenici. Però, Victor Suarez Carrera, direttore dell’ Asociación Nacional de Empresas Comercializadoras del Campo, indica che l’entrata delle transnazionali nei campi messicani rappresenta un affare da 300 a 400 milioni di dollari per seme di mais transgenico.
Si tratta di stime del dipendente della multinazionale, Perez Pico, che indica che sperano di ottenere un mercato con 280 milioni di dollari e circa di 2 milioni di contadini produttori di mais, situati al nord del paese.
Questa decisione, dice Suarez Carrera, “rappresenta la forma in cui l’attuale amministrazione opera. Non come servitori pubblici nè segretari di Stato, ma come agenti di vendita della Monsanto. E’ preoccupante vedere come in Messico si stanno prendendo queste decisioni di grave impatto sociale, economico e ambientale, e che può rappresentare un danno irreversibile”.
Gli uomini di mais
Alfredo Lopez Austin, storico specializzato in antica religione religione mesoamericana e ricercatore dell’ Istituto di Ricerche Antropologiche dell’ Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), dice che il mais per i messicani non solo è il sostento economico, ma parte della loro visione del mondo, è la vita stessa.
“Il mais è l’alimento principale dei messicani, ma a partire da questo acquista un senso in tutti gli aspetti della vita. Per esempio, nella visione del mondo è una delle figure più importanti per rappresentare l’albero cosmico, l’asse del mondo e in relazione all’uomo è il paradigma per la vita dell’essere umano: è il seme”, dice l’ex relatore a Parigi nell’ Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociale.
Il ricercatore universitario spiega che come paese d’origine e diversificazione genetica di almeno il 15,4% delle specie che compongono il sistema alimentare mondiale, il Messico ha la responsabilità di preservare le specie, motivo per il quale l’autorizzazione di semina sperimentale di mais transgenico potrebbe rappresentare delle gravi perdite”.
“Questo colpirà la visione del mondo e i nostri interessi economici, perché il contadino si vedrà fortemente colpito. La cultura non si crea dal nulla, non è un prodotto dell’intenzione dell’uomo, riposa nella vita quotidiana, è l’arma che ha l’essere umano per vivere, difendersi come individuo inserito nella collettività di diverse dimensioni; il mais è parte di questo”.
L’accademico dell’ UNAM indica che nella cultura maya, come in altre culture indigene, si crede che l’uomo nasce dalla pasta del mais; gli huastecos ripetono lo stesso. Tutta la geometria del cosmo non è solo una curiosità, ma uno schema con il quale l’uomo sta costruendo gli elementi particolari della sua propria interpretazione del mondo nel quale vive e di se stesso “tutto questo è impregnato dal mais”. (ER)
Fonte: http://contralinea.info/archivo-revista/index.php/2009/11/08/gobierno-mexicano-se-rinde-ante-monsanto/
Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA
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I governi panisti non solo autorizzano l’agroindustria transnazionale e la semina del mais transgenico, ma gli danno quasi 200 milioni di pesos in stimoli fiscali. La Monsanto, Hibrido Pioneer, Dupont e Dow Agrosciences ottengono 21 licenze e più di cinquanta progetti di investimento in tecnologia secondo le rivelazioni dei documenti ufficiali. Non importava alle autorità federali che il Messico sia un paese d’origine di un seme che è patrimonio dell’umanità nè che si mettano a rischio imminente 31 dei 59 tipi di mais messicano.
Fabbricante dell’ Agente Orange- erbicida usato durante la guerra in Vietnam per distruggere raccolti e vegetazione- la Monsanto ottiene la maggior parte dei permessi di applicazione per le industrie agricole presso il Ministero dell'Agricoltura, Allevamento, Sviluppo Rurale, della Pesca e dell’ Alimentazione (Sagarpa), per la semina sperimentale di mais transgenico nei campi messicani.
Inoltre, l’azienda originaria di Saint Louis, Stati Uniti, ha beneficiato- insieme a Hibridos Pioneer, Dupont e Dow Agrosciences- di quasi 200 milioni di pesos in “stimoli fiscali” durante l’amministrazione di Vicente Fox Quesada e Felipe Calderòn Hinojosa, come dicono i documenti ufficiali.
Lo scorso 29 ottobre, le aziende Monsanto, Dow Agrosciences e PHI Messico vennero informate che i loro brevetti potevano essere seminati in “via esperimentale” nelle terre di Sonora, Chihuahua, Tamaulipas e Sinaloa, in base a quanto mostra lo Stato di applicazioni di mais 2009, emesso dalla Direzione della Biosicurezza per gli Organismi Geneticamente Modificati (OGM), dipendente dalla Sagarpa.
In questi stati, indica l’organizzazione ambientalista Greenpeace Messico, si trovano 31 dei 59 tipi di mais esistenti in Messico, e questo espone a rischio contaminazione il 52% dei semi originari del paese.
Le risoluzioni si sono avute appena sette giorni dopo che Dow Agrosciences e la PHI Messico hanno manifestato formalmente il loro interesse nella semina dell’organismo geneticamente modificato DAS-01507-1. La semina del brevetto nella Valle del Yaqui, Sonora, luogo dove si trovano circa nove delle varietà del mais nativo del Messico, è stata approvata.
In una lista comparativa di richieste della Sagarpa, con la mappa dei territori dei popoli indigeni e i tipi e varietà del mais che esistono lì (contenuti nell’edizione Maíz transgénico en México, riesgos y costumbres del giornale Ciencias, dell’ Università Nazionale Autonoma del Messico), si può osservare che nella Valle del Yaqui, Sonora, dove si trova la popolazione indigena che porta lo stesso nome, esiste il Mais Blando di Sonora, Chapalote, Dulce Norteño, Dulce, Dulcillo Noreste, Elotes Occidentales, Harinoso, Onaveño, San Juan e Tuxpeño.
Eduardo Perez Pico, rappresentante della Monsanto Messico, in interviste a Contralínea dice che ognuno dei permessi avvallati dall’organismo a cui fanno capo Francisco Mayorga Castañeda e la Segretaria del Medio Ambiente e Risorse Naturali (Semarnat) a carico di Juan Rafael Elvira Quezada, costerà all’agroindustria circa di un milione di pesos per progetto.
L’ingegnere agronomo, laureato all’ Istituto Tecnologico di Monterrey, annuncia che “se la ricerca progredisce presto”, la fase commerciale potrebbe cominciare tra tre anni, con un investimento iniziale di 400 milioni di dollari, dei quali la Monsanto pretende guadagnare circa 250 milioni di dollari.
Affare tondo
Oltre al mercato di affari che significa il Messico per l’agroalimentare, il governo federale ha finanziato tre colossi del settore. Dal primo anno dell’amministrazione foxista, le transnazionali hanno ricevuto stimoli fiscali dal Consiglio Nazionale di Scienza e Tecnologia (Conacyt), presieduto da Juan Carlos Romero Hicks, fino a 193.859.598 pesos.
Annualmente l' azienda di Saint Louis guadagnava maggiore risorse, che hanno potuto entrar a far parte della cassa dell’azienda pubblica attraverso le tasse, dato che il primo produttore di semi a livello mondiale era stimolato con risorse milionari. D’accordo con il documento pubblicato sul Giornale Ufficiale della Federazione, con data del 3 marzo 2008, SAM750414HN4-2007-2 è stato uno dei progetti che più benefici ha avuto, con 5 milioni 374 mila 532 pesos.
Informazioni pubblicate nella Gazzetta Ufficiale suggerisce che gli "stimoli", concessi con il pretesto di investimenti in innovazione tecnologica, sono iniziati nel 2001 con tre progetti Pioneer Hybrid Company del Messico, che hanno rappresentato l'erario 10.927.500 pesos .
I fondi e le partecipazioni aumentarono annualmente e, dai più di 10 milioni registrati il primo anno, si è arrivati ai 12.131.642 pesos nel 2002 per la PHI Mexico- azienda della Dupont, oltre ad essere rappresentante e controllata di Pioneer Hi.bred INT-; 11.545.891 pesos nel 2003 e altri 13.994.763 pesos nel 2004.
E' nel 2005 quando alla Dow Agrosciences e la Monsanto, vengono autorizzate dal governo federale, arrivano gli "stimoli fiscali" di 20.447.766 pesos, attraverso 15 progetti di ricerca. Nel penultimo anno della gestione di Vicente Fox, il progetto che ha rappresentato più investimento all' azienda pubblica è stato "Lo Sviluppo delle linee pure e la produzione di ibridi sperimentali del Mais (in serra)" che è costata all'azienda 7.782.861 pesos.
Durante l'anno di transizione dall'amministrazione Fox a quella di Calderon, le transnazionali hanno ottenuto un aumento globale superiore agli 11 milioni di pesos. Dagli oltre 20 milioni nel 2005, gli stimoli sono saliti a 31.666.153 pesos. E, anche se le cifre indicano che PHI fu quella che ottenne maggiori benefici, con 21.442.051 pesos, la Monsanto ha anche aumentato i suoi "appoggi" passando dai 5.780.906 pesos a 7.978.795 in un anno fiscale.
Attualmente l'azienda di Saint Louis guadagnava maggiori risorse, che sono entrate nelle casse dell'azienda pubblicata attraverso le tasse, dato che la prima produttrice di semi a livello mondiale era stimolata con risorse milionarie. In base al documento pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, il 3 marzo 2008, SAM750414HN4-2007-2 fu il progetto che ha ricevuto più benefici, con 5.374.154 pesos. Ma nonostante questo, nessuna delle chiavi della Monsanto, che appaiono registrate nelle liste ufficiali, specifica quale fu l'uso di tale risorse.
Il salto quantitativo c’è stato durante il 2008-2009 quando le esenzioni per le aziende degli agroalimentari si sono concentrate sulla Monsanto e Dow Agrosciences. Entrambe si sono accaparrate 30.896.157 pesos. A partire dal secondo anno dell’amministrazione di Felipe Calderon al primo semestre dell’anno in corso hanno raggiunto la somma di 26.263.532 pesos.
Adelita San Vincente Tello, ingegnere agronoma dell’ Università Autonoma Metropolitana e rappresentante dell’associazione civile Semillas de Vida, critica la consegna di "stimoli fiscali" all’agroindustria, dato che “la tecnologia della Monsanto è stata messa in discussione nei mercati europei, dove è stata vietata la loro entrata”. Inoltre è assurdo che parlino di investimento quando è il governo che sta finanziando la ricerca attraverso il Coacyt, mentre il campo è stato abbandonato. Quello che cercano è di appropriarsi delle risorse genetiche dei nostri semi”.
Ma, per il rappresentante della Monsanto, Eduardo Perez Pico, gli appoggi servono per “investire nello sviluppo della tecnologia che potrà avere il paese per poter avere un reddito”. Dice che tutto quello investito fin'ora dalla Monsanto in ricerca è dedicato al mais convenzionale, sorgo, cotone, soia e altri tipi di coltivazioni dove sviluppano migliorie genetiche”.
I permessi ed il giudizio
D’accordo con i 21 permessi autorizzati dalla Sagarpa e la Semarnat- fino al 29 ottobre scorso- nove corrispondono agli interessi della Monsanto, il resto rappresenta un' associazione tra le aziende Dow Agroscience e PHI Messico. Ma, i brevetti MON, proprietà intellettuale della Monsanto, appaiono in 17 delle petizioni, sotto la richiesta dei loro presunti concorrenti nel settore delle agro-alimentare.
Questo tipo di pratiche, dove la Monsanto promuove i suoi brevetti attraverso altre compagnie, ha fatto si che l’azienda fosse portata davanti ai tribunali statunitensi. In base all’informazione del giornalista Christopher Leonard, dell’agenzia internazionale di notizie The Associated Press (AP), il Dipartimento di Giustica a Saint Louis, Missouri, indaga sul se “la Monsanto ha violato le norme di difesa della competizione nel suo intento di ampliare il suo dominio sul mercato delle coltivazioni geneticamente modificate”.
“Le domande sono su come la compagnia di semi più grande del mondo vende e dà licenze dei suoi geni brevettati. La Monsanto ha accordi di licenza con aziende di semi che permettono a queste di inserire i geni della Monsanto nel 96% delle coltivazioni di soia degli Stati Uniti, e l’80% delle coltivazioni di mais. I rivali della Monsanto sostengono che l’azienda usa gli accordi di licenza per spremere i suoi competitori e controllare le aziende più piccole di semi, accusa che la Monsanto nega”, informa il giornalista specialista in agroalimentari.
Tra le aziende che hanno iniziato processi contro la Monsanto c’è la Syngenta e la Dupont, che “hanno sostenuto che violano le leggi della competitività degli Stati Uniti. Syngenta ha presentato la sua domanda nel 2004 ed ha risolto il caso l’anno scorso. La Dupont ha presentato una richiesta la scorsa estate, il caso è ancora al Tribunale Federale a San Luis”, dice AP.
Perez Pico, direttore di sviluppo delle tecnologie e affari regolatori per la Monsanto in America Latina del Nord, dice di non conoscere il processo che ha l’azienda negli USA; però ha fiducia che le autorità “sapranno portare avanti il caso”.
Contaminazione transgenica
In aggiunta alla permanenza del brevetto, consente le autorizzazioni alle imprese straniere di Monsanto, i rappresentanti delle organizzazioni civili che si oppongono alla semina sperimentale dei transgenici segnalano che le autorizzazioni sono concesse nelle zone dove prevalgono i semi oriundi del mais; come conseguenza, avvertono, esiste il rischio di perdere le specie al nord del paese a causa della contaminazione transgenica o “flusso genico” come lo chiama l’agroindustria.
Le autorizzazioni di Sagarpa e della Semarnat, pubblicate dalla Direzione della Biosicurezza per l’ OGM, indicano che le autorizzazioni sono state date per Valle Del Yaqui, Huatabampo, San Ignacio Rio Muerto, Cajeme e Bacu, Sonora, Cuahutemoc e Delicias, Jimenez, Chihuahua; Rio Bravo y Diaz Ordaz, Tamaulipas; Los Mochis, Angostura, Novolato, Ahome e Guasave, Sinaloa.
In queste zone si trova il Mais Blando di Sonora, Chapalote, Dulce Norteño, Dulce, Dulcillo Noreste, Elotes Occidentales, Harinoso, Onaveño, San Juan e Tuxpeño, tra le altre specie.
Aleira Lara, coordinatrice della Campagna Agricoltura Sostentabile e Transgenici di Greenpeace Messico, indica che è impossibile la coesistenza di coltivazioni di transgenici con quelli convenzionali e organici. “Questo si acutizza maggiormente se parliamo della versione per l'ambiente nel centro di origine e di diversità genetica del mais, il Messico, abbiamo le piante madri, 59 tipi, circa di 200 varietà adatte alle nostre terre. Questa ricchezza genetica è quello che si sta mettendo a rischio con l’introduzione del mais transgenico”.
Fino a questo momento, l’organizzazione ambientalista ha documentato casi di contaminazione di transgenici a Oaxaca, Sinaloa, Tamaulipas, Puebla, Veracruz, Yucatan, Guanajauto, Distretto Federale e Chihuahua, e quindi è veramente una bugia che il governo messicano dica che si preserverà la nostra ricchezza genetica quando già esistono casi di contaminazione”
L’ambientalista dice che da quando il governo messicano importa dagli Stati Uniti, è iniziata una forte contaminazione, dato che gli Stati Uniti non separano le coltivazioni convenzionali da quelle geneticamente modificate, e “il mais che stiamo seminando viene mischiato con queste varietà geneticamente modificate”.
Aleira Lara critica che in Messico non esiste un sistema di tracciabilità che indichi se il mais che si sta importando per l’alimentazione dell’allevamento è destinato specificamente a quello; perché in caso contrario ci possono essere “fughe di transgenici”.
“La coltivazione del mais è molto promiscuo perché ha una impollinazione aperta ed i nostri contadini hanno l’abitudine comune di scambiare i loro semi migliori per migliorarle. Questa è la miglioria tradizionale tra le varietà di una stessa specie. Grazie a questo, ci sono varietà resistenti a qualsiasi variazione agronomica”, spiega.
Erbicida assassino
Per Eduardo Perez Pico, direttore di sviluppo di tecnologie e affari regolatori della Monsanto in America Latina del Nord, l’opposizione delle organizzazioni sociali, contadine e ambientaliste non ha motivo d’essere, dato che bisogna aprire la strada alla tecnologia.
La Monsanto, dice, di operare nel paese da 50 anni in diversi affari, e dal 2000 si è trasformata in un’azienda dedicata al 100% all' agricoltura. “Il mais è una delle coltivazioni più importanti per il Messico e oggi giorno abbiamo una partecipazione importante nei semi migliorati di ibridi che gli agricoltori usano in molte zone del paese”, dice.
Tuttavia, la società ora dice che vuole aiutare i contadini messicani che hanno avuto un passato oscuro con la fabbricazione dell’erbicida chiamato Agente Orange. Documenti declassificati del governo statunitense, in possesso di Contralinea, mostrano le querele portate avanti dai veterani della guerra del Vietnam contro la Monsanto e altre aziende di questo genere.
Sotto l’espediente 05-1953-CV, l’ Associazione dei Veterani di Guerra hanno denunciato Down Chemical, Uniroyal, Hercules, Diamond Shamrock, Thompson Chemical, TH e Monsanto per la produzione del conosciuto Agente Orange, chimico che ha causato circa di 400 mila morti e altre 500 mila nascite di bambini con deformazioni.
I querelandi sono l’ ex Viet Cong, soldati del Vietnam del Nord e i cittadini vietnamiti. “Loro cercano di recuperare le lesioni che teoricamente hanno sofferto come risultato delle operazioni durante la guerra del Vietnam, nella quale gli Stati Uniti hanno usato l’Agente Orange e diserbanti simili per la defogliazione e la distruzione delle coltivazioni”, dice il documento.
Opportunità d’affari
Sostenendo che vogliono aiutare gli agricoltori messicani, l’agroindustria inizia con la semina sperimentale di transgenici. Però, Victor Suarez Carrera, direttore dell’ Asociación Nacional de Empresas Comercializadoras del Campo, indica che l’entrata delle transnazionali nei campi messicani rappresenta un affare da 300 a 400 milioni di dollari per seme di mais transgenico.
Si tratta di stime del dipendente della multinazionale, Perez Pico, che indica che sperano di ottenere un mercato con 280 milioni di dollari e circa di 2 milioni di contadini produttori di mais, situati al nord del paese.
Questa decisione, dice Suarez Carrera, “rappresenta la forma in cui l’attuale amministrazione opera. Non come servitori pubblici nè segretari di Stato, ma come agenti di vendita della Monsanto. E’ preoccupante vedere come in Messico si stanno prendendo queste decisioni di grave impatto sociale, economico e ambientale, e che può rappresentare un danno irreversibile”.
Gli uomini di mais
Alfredo Lopez Austin, storico specializzato in antica religione religione mesoamericana e ricercatore dell’ Istituto di Ricerche Antropologiche dell’ Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), dice che il mais per i messicani non solo è il sostento economico, ma parte della loro visione del mondo, è la vita stessa.
“Il mais è l’alimento principale dei messicani, ma a partire da questo acquista un senso in tutti gli aspetti della vita. Per esempio, nella visione del mondo è una delle figure più importanti per rappresentare l’albero cosmico, l’asse del mondo e in relazione all’uomo è il paradigma per la vita dell’essere umano: è il seme”, dice l’ex relatore a Parigi nell’ Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociale.
Il ricercatore universitario spiega che come paese d’origine e diversificazione genetica di almeno il 15,4% delle specie che compongono il sistema alimentare mondiale, il Messico ha la responsabilità di preservare le specie, motivo per il quale l’autorizzazione di semina sperimentale di mais transgenico potrebbe rappresentare delle gravi perdite”.
“Questo colpirà la visione del mondo e i nostri interessi economici, perché il contadino si vedrà fortemente colpito. La cultura non si crea dal nulla, non è un prodotto dell’intenzione dell’uomo, riposa nella vita quotidiana, è l’arma che ha l’essere umano per vivere, difendersi come individuo inserito nella collettività di diverse dimensioni; il mais è parte di questo”.
L’accademico dell’ UNAM indica che nella cultura maya, come in altre culture indigene, si crede che l’uomo nasce dalla pasta del mais; gli huastecos ripetono lo stesso. Tutta la geometria del cosmo non è solo una curiosità, ma uno schema con il quale l’uomo sta costruendo gli elementi particolari della sua propria interpretazione del mondo nel quale vive e di se stesso “tutto questo è impregnato dal mais”. (ER)
Fonte: http://contralinea.info/archivo-revista/index.php/2009/11/08/gobierno-mexicano-se-rinde-ante-monsanto/
Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA
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