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8 settembre 2018
La vera storia della loggia massonica P2 - (Documentario)
Presentazione dei principali personaggi. Intervista al Presidente della Commissione sulla P2. Filmato sulla storia della Massoneria. Tre carriere parallele: Sindona - Gelli - Marcinkus (foto, documenti, filmati e interviste a membri della Commissione sulla P2). Finanza e Servizi Segreti nella P2.
28 marzo 2018
Sequestro Aldo Moro: Sentenza di Morte
Italia, 1976. Le Brigate Rosse danno il via alla stagione detta degli Anni di Piombo. La Democrazia Cristiana vince le elezioni politiche ma il Partito Comunista conquista il 34% dei voti. Il Presidente della DC Aldo Moro propone l’alleanza con il Pci di Enrico Berlinguer, aprendo la possibilità all’ingresso del più grande partito comunista occidentale nell’area di Governo. Un’ipotesi che si rivela ben presto scomoda a troppi. Non piace agli Stati Uniti. Non piace ai potenti dell’economia. Non piace a gran parte delle forze di polizia e dei Servizi segreti. Non piace alla loggia massonica segreta P2.
23 marzo 2018
40 anni dopo l'assassinio di Moro le risposte che mancano alla verità
IL RUOLO DELLA P2 E DI COSSIGA, DEGLI AMERICANI E DEL VATICANO FINO AL PATTO D’OMERTÀ TRA BR E STATO
A. Moro con H. Kissinger |
La verità avanza troppo lentamente nelle nebbie delle complicità e delle connivenze internazionali, indicibili ma ormai facilmente intuibili, che hanno impedito che si facesse piena luce sul rapimento e l’assassinio di Aldo Moro. La vulgata ufficiale, la pax tra brigatisti e lo stato basata sul famoso memoriale Morucci benedetto dalla Dc, è sempre meno credibile. Il protagonista instancabile della ricerca della verità è Sergio Flamigni, classe 1925 (iscritto al Pci clandestino nel 1941 e capo di stato maggiore della 29esima brigata Gap “Gastone Sozzi”) parlamentare comunista dal 1968 al 1987, e componente delle commissioni parlamentari d’inchiesta sul Moro, Antimafia e sulla loggia P2. E’ autore di numerosi e approfonditi saggi sul caso Moro e sull’eversione. Ecco che cosa ci dice oggi, a quarant’anni da via Fani.
16 febbraio 2018
Cannibal Club, il ristorante per cannibali è una manipolazione "Overton Window"?
Aggiornato il 22.02.2018
Dopo aver ricevuto una mail dalla traduttrice dell'articolo L.G. che mi chiede di non tenere più on-line l'articolo, con immenso piacere, da questo momento non sarà più in questo blog, spero facciano altrettanto altri che lo hanno ripreso, proprio per evitare l'apertura di Overton Window, come spiegavo nell'aggiornamento di ieri. Per lo stesso motivo invito, chiunque capiti a questo link, di guardare il video sotto.
Dopo aver ricevuto una mail dalla traduttrice dell'articolo L.G. che mi chiede di non tenere più on-line l'articolo, con immenso piacere, da questo momento non sarà più in questo blog, spero facciano altrettanto altri che lo hanno ripreso, proprio per evitare l'apertura di Overton Window, come spiegavo nell'aggiornamento di ieri. Per lo stesso motivo invito, chiunque capiti a questo link, di guardare il video sotto.
29 settembre 2017
“Lo Stato nazionale è superato”: perché Bruxelles tifa per la secessione della Catalogna
Si accende in Spagna lo scontro tra Madrid e Barcellona: la Guardia Civil ha arrestato una quindicina di esponenti politici e sequestrato milioni di schede relative al referendum sulla secessione della Catalogna, già proibito lo scorso febbraio dalla Corte Costituzionale. La consultazione costituisce un vero e proprio attacco all’integrità della Spagna. Le autorità di Bruxelles, possibiliste sull’indipendenza della Catalogna, al momento tacciono, ma già si alzano dalla stampa critiche per la deriva “autoritaria” del premier Mariano Rajoy. La secessione di Barcellona si inserisce nel più ampio disegno degli Stati Uniti d’Europa, dove gli Stati nazionali dovrebbe essere sostituiti da un governo federale in alto, e dalla macroregioni in basso.
Secessione della Catalogna: “il Manifesto per una rivoluzione unitaria dell’Europa” diventa realtà
Gli sforzi dell’establishment euro-atlantico per riplasmare il Vecchio Continente procedono su più linee: dall’economia alla società, dalla demografia all’integrità degli Stati nazionali. In ambito economico, abbiamo assistito all’imposizione coatta delle “riforme strutturali” di stampo neo-liberista e alla somministrazione di quell’austerità che ha portato al lastrico l’intera Europa meridionale.
22 febbraio 2017
Centro Mondiale Commerciale, la pista italiana dell'omicidio Kennedy
Grazie ad un importante ritrovamento di documenti, parte oggi un’inchiesta in più puntate che permette di guardare tra gli aspetti più occulti della Storia italiana ed internazionale.
In un breve filmato del 1959, è raccontata la cronaca della concessione alla S.p.A. Centro Mondiale Commerciale, ad un anno dalla sua costituzione, della sua sede all’Eur, in una notevolissima cerimonia cui intervengono i maggiori notabili democristiani dell’epoca.
Trattasi dell’identico Centro Mondiale Commerciale per il quale lavorava Clay Shaw, un imprenditore statunitense che, nel 1967, grazie ai riscontri raccolti, diventa l’indiziato principe della più fondata inchiesta giudiziaria svolta sulla morte di John Fitzgerald Kennedy: quella compiuta da Jim Garrison, l’allora Procuratore distrettuale di New Orleans. Garrison, infatti, non persuaso dalla versione governativa, fornita dalla Commissione Warren, additante come colpevole un folle solitario, aveva, come consentitogli dalla legge, riaperto il caso.
31 gennaio 2017
“PLAN CONDOR”: Condannati solo alcuni assassini già in galera, assolti quelli liberi!
La terza Corte d’assise di Roma ha appena emesso la sentenza del processo contro alcuni degli esponenti
delle dittature civico-militari latino-americane degli anni ’70 e ’80, responsabili del “Plan Condor”. Come si
ricorderà il “Plan Condor”, con l’auspicio di Washington, fu il coordinamento delle dittature latinoamericane
(in particolare del Cile, Argentina e Uruguay) per la repressione e lo sterminio degli
oppositori politici. Grazie a questo criminale accordo, gli oppositori erano detenuti, interrogati,
torturati, e fatti scomparire nei diversi Paesi, da squadre “miste” delle forze della repressione latinoamericane.
La Procura di Roma ha condotto indagini interminabili, e lo stesso processo è durato 23 mesi e 61 udienze. Alla lettura della sentenza un silenzio assordante, le facce attonite dei familiari delle vittime, gli occhi pieni di lacrime e la tristezza di chi cerca verità e giustizia da più di 40 anni. Gli artigli del Condor sono arrivati anche a Roma e si è visto nella scandalosa sentenza per la morte di vittime di origine italiana: su 27 richieste di ergastolo per alcuni carnefici e protagonisti dell’orrore, la Corte ne ha concessi solo 8 (tutti già in prigione nei loro Paesi). Vergognosa l’assoluzione di ben diciannove imputati, la maggioranza uruguaiani.
La Procura di Roma ha condotto indagini interminabili, e lo stesso processo è durato 23 mesi e 61 udienze. Alla lettura della sentenza un silenzio assordante, le facce attonite dei familiari delle vittime, gli occhi pieni di lacrime e la tristezza di chi cerca verità e giustizia da più di 40 anni. Gli artigli del Condor sono arrivati anche a Roma e si è visto nella scandalosa sentenza per la morte di vittime di origine italiana: su 27 richieste di ergastolo per alcuni carnefici e protagonisti dell’orrore, la Corte ne ha concessi solo 8 (tutti già in prigione nei loro Paesi). Vergognosa l’assoluzione di ben diciannove imputati, la maggioranza uruguaiani.
31 dicembre 2016
Italia, potenza scomoda: dovevamo morire!
Il primo colpo storico contro l’Italia lo mette a segno Carlo Azeglio Ciampi, futuro presidente della Repubblica, incalzato dall’allora ministro Beniamino Andreatta, maestro di Enrico Letta e “nonno” della Grande Privatizzazione che ha smantellato l’industria statale italiana, temutissima da Germania e Francia. E’ il 1981: Andreatta propone di sganciare la Banca d’Italia dal Tesoro, e Ciampi esegue. Obiettivo: impedire alla banca centrale di continuare a finanziare lo Stato, come fanno le altre banche centrali sovrane del mondo, a cominciare da quella inglese. Il secondo colpo, quello del ko, arriva otto anno dopo, quando crolla il Muro di Berlino. La Germania si gioca la riunificazione, a spese della sopravvivenza dell’Italia come potenza industriale: ricattati dai francesi, per riconquistare l’Est i tedeschi accettano di rinunciare al marco e aderire all’euro, a patto che il nuovo assetto europeo elimini dalla scena il loro concorrente più pericoloso: noi. A Roma non mancano complici: pur di togliere il potere sovrano dalle mani della “casta” corrotta della Prima Repubblica, c’è chi è pronto a sacrificare l’Italia all’Europa “tedesca”, naturalmente all’insaputa degli italiani.
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12 settembre 2016
E nel letto di LuCIA... Berta continuava a filare...
Avvertenza per i lettori: non è intenzione dell'autore dell'articolo imporre il proprio punto di vista ricorrendo a trucchetti ed espedienti retorici, ma piuttosto fornire chiavi di lettura e di interpretazione che possano stimolare letture e ricerche per approfondire la storia di questo nostro più o meno recente passato che non è certamente scollegato dal nostro presente. Se l'interpretazione si presta forse ad essere tacciata di "complottismo",sono comunque autentiche le cornici e lo sfondo in cui si consuma la tragedia della narrazione italiana. Spetta a tutti noi uno sforzo ulteriore per sondare i dettagli e metterli in relazione fra loro... Buona lettura.
26 agosto 2016
La Berta filava... fra CIA, NATO e gladiatori?
Il corredo ce l'hai gia pronto
puoi girare il mondo a piedi o in tram
ruba picchia usa il pugnale
se no a che vale avere la tua età.
25 agosto 2016
L'affaire Moro, la Lockheed, Pecorelli e quella Berta che filava...
A proposito delle canzoni di Rino Gaetano, una "doppia chiave" di lettura ad ispirazione più o meno massonica è suggerita nei libri dell'avvocato Bruno Mautone "La scomparsa di un eroe" e "Chi ha ucciso Rino Gaetano?" nei quali si sostiene la tesi che il cantautore crotonese sia stato fatto fuori perchè con la sua produzione discografica intendeva denunciare l'ingerenza dei "poteri forti" americani e della NATO nel nostro paese, nonchè della Loggia P2 e della massoneria. A mio parere, se il giovane cantautore avesse voluto essere più efficacie ed incisivo nei suoi attacchi, avrebbe dovuto adoperare uno stile molto più diretto e meno allusivo ed evitare di infondere ai suoi testi la proverbiale vena troppo votata al nonsense e al grottesco per cui è più probabile che, venendo a conoscenza di certi fatti e situazioni, lui stesso si fosse in qualche modo reso disponibile a veicolare messaggi ed avvertimenti che potevano essere compresi solo in determinati ambienti. Oltre alla figlia del medico di Gelli, Gaetano annoverava fra le sue conoscenze un funzionario d'Ambasciata di nome Enrico Carnevali che lavorava a stretto contatto con certi ambienti diplomatici americani. Il fatto sconvolgente è che pure questo suo amico perirà qualche tempo dopo in un incidente d'auto...
9 luglio 2016
La strana e inquietante "incompiuta" della Repubblica
Con
una formula felice i periti della Commissione Parlamentare stragi
Silvio Bonfigli e Jacopo Sce intitolarono un loro vecchio saggio "Il
delitto infinito" (Edizioni KAOS) ad indicare un caso di delitto
politico che sembra non esaurire mai "sorprese" e
retroscena inediti. In circa quarant'anni di pubblicazioni dedicati
all'affaire Moro – a partire dall'omonimo saggio licenziato dal
grande scrittore siciliano Leonardo Sciascia, sono stati scritte
decine e decine di testi caratterizzati da notevoli differenza per
stile ed ipotesi.
Secondo
il politologo Giorgio Galli – uno dei maggiori studiosi della
storia del Partito Armato – ogni vicenda, ogni singolo dettaglio o
episodio del caso Moro è così denso di quesiti ed implicazioni da
meritare un volume a parte, corposo per capitoli ed argomenti. In
effetti, in tutti questi decenni abbiamo letto e visionato svariati
libri relativi ai più importanti e scabrosi risvolti sul caso Moro,
senza mai incontrare il testo definitivo, quello capace di
ricostruire i "misteri" del caso Moro nella sua essenza,
facendo sintesi di quanto accadde nei più tragici e funesti giorni
della nostra singolare Repubblica. Perchè – e non bisogna
dimenticarlo – ogni singolo episodio, ogni dettaglio, ogni risvolto
più o meno segreto va a formare quelle tessere che potrebbero
conferire una forma comunque completa e definita a questo enigma che,
certo, non combacia con la semplice storia di un gruppo di intrepidi
guerriglieri metropolitani che rapisce il più eminente esponente
della classe politica ed istituzionale democristiana, ma, forse, è
una storia molto meno complicata di quella che qualcuno vorrebbe
raccontare, magari cercando di confondere le idee a qualcuno.
9 agosto 2015
1964: Aldo Moro doveva morire
Un piano segreto per uccidere l'artefice del centrosinistra.
Lo aveva scoperto Mino Pecorelli.
«L'Europeo» riapre un caso clamoroso
Aldo Moro è sopravvissuto fino a quel 9 maggio 1978, quando le Brigate Rosse decisero la sua esecuzione. Sì, sopravvissuto: perché Moro doveva morire 14 anni prima, nel 1964, in pieno centrosinistra nascente, per mano di un ufficiale dei paracadutisti, il tenente colonnello Roberto Podestà. È stato Mino Pecorelli a rivelare questo piano per rapire e ammazzare il leader DC. Già, ancora Mino Pecorelli: giornalista legato a doppio filo ai servizi segreti più deviati, iscritto alla loggia P2 di Licio Gelli, sospettato di ricatti, ucciso con quattro pallottole in bocca e una al cuore nel 1979. (…) Perché tanto silenzio intorno a quel giornale?
Il piano del 1964 per eliminare Moro fu rivelato da Pecorelli il 19 novembre 1967. Ma nessuno, dei pochi che lesserò il suo articolo (non firmato) su Il Nuovo Mondo d'Oggi, ne parlò e neppure smentì. Quell'articolo fu ignorato completamente e forse deliberatamente anche quando, 11 anni dopo, Moro fu rapito e ucciso. La denuncia di Pecorelli nel 1967 era clamorosa, perché si riferiva a un episodio cruciale di uno degli anni più torbidi della storia della Repubblica: durò 204 giorni, dal 5 dicembre 1963 al 26 giugno 1964, il primo governo con ministri socialisti. Presidente del Consiglio Aldo Moro, vicepresidente Pietro Nenni, Giuseppe Saragat agli Esteri, Giulio Andreotti alla Difesa e Paolo Emilio Taviani agli Interni.
Aldo Moro è sopravvissuto fino a quel 9 maggio 1978, quando le Brigate Rosse decisero la sua esecuzione. Sì, sopravvissuto: perché Moro doveva morire 14 anni prima, nel 1964, in pieno centrosinistra nascente, per mano di un ufficiale dei paracadutisti, il tenente colonnello Roberto Podestà. È stato Mino Pecorelli a rivelare questo piano per rapire e ammazzare il leader DC. Già, ancora Mino Pecorelli: giornalista legato a doppio filo ai servizi segreti più deviati, iscritto alla loggia P2 di Licio Gelli, sospettato di ricatti, ucciso con quattro pallottole in bocca e una al cuore nel 1979. (…) Perché tanto silenzio intorno a quel giornale?
Il piano del 1964 per eliminare Moro fu rivelato da Pecorelli il 19 novembre 1967. Ma nessuno, dei pochi che lesserò il suo articolo (non firmato) su Il Nuovo Mondo d'Oggi, ne parlò e neppure smentì. Quell'articolo fu ignorato completamente e forse deliberatamente anche quando, 11 anni dopo, Moro fu rapito e ucciso. La denuncia di Pecorelli nel 1967 era clamorosa, perché si riferiva a un episodio cruciale di uno degli anni più torbidi della storia della Repubblica: durò 204 giorni, dal 5 dicembre 1963 al 26 giugno 1964, il primo governo con ministri socialisti. Presidente del Consiglio Aldo Moro, vicepresidente Pietro Nenni, Giuseppe Saragat agli Esteri, Giulio Andreotti alla Difesa e Paolo Emilio Taviani agli Interni.
28 luglio 2015
U€: Entro 10 anni la fine di ogni sovranità
Jean-Claude Juncker, Donald Tusk, Jeroen Dijsselbloem, Mario Draghi e Martin Schulz. E’ “la banda dei Cinque che risolve ogni cosa“, come cantava Elisabetta Viviani. Jean-Claude fa il presidente della Commissione Europea, una setta tipo Scientology che se ci entri poi non ne esci più, perché è ir-re-ver-si-bi-le. Donald invece è a capo di un club esclusivo, paramassonico, che di tanto in tanto finge di riunirsi al Consiglio Europeo per depistare mamma e papà dalle vere riunioni, che vengono organizzate in qualche grotta segreta, dove si tirano delle gran pippe sui cataloghi del Postal Market e pontificano sul futuro del pianeta (tipo “eravamo 4 amici al bar, uno s’è impiegato in una banca”).
Jeroen ospita una cricca di commercialisti falliti, dediti all’usura, dove di tanto in tanto per svagarsi organizzano un torneo di freccette scagliandole contro il malcapitato di turno, tipo “la cena dei cretini“: lo chiamano Eurogruppo e l’ultima volta hanno invitato un certo Varoufakis. Inoltre, per hobby Jeroen presiede anche il MES, una baby gang che ti presta i soldi per le merendine e poi in cambio pretende che gli consegni tutte le biciclette. Mario porta avanti una zecca clandestina chiamata BCE e Martin è a capo di di un’assemblea condominiale fatta da centinaia di inquilini che non conta niente e decide ancor meno, ma litiga su tutto e costa tantissimo: a sfottò lo chiamano Parlamento Europeo.
3 maggio 2015
La legge Acerbo-Italicum
"Benito Renzi" |
La Legge Acerbo, all’insegna della Gran Loggia d’Italia degli A.L.A.M.
Leggi tutto...
19 aprile 2015
La perdita della Sovranità Monetaria del Popolo italiano
Con la nascita della Comunità Economica Europea e l’adesione dei paesi europei all’Euro come moneta unica, l’Italia è caduta in una trappola da cui sarà molto difficile liberarsi, se non a costo di grandi sacrifici e sofferenze disumane e sicuramente non prima che la maggioranza degli italiani abbia raggiunto la consapevolezza della condizione di schiavitù in cui si trova a causa di questa micidiale e invisibile “dittatura finanziaria”.
Basta guardarsi intorno e ascoltare la gente per rendersi conto che il paese sta sprofondando nel baratro di una crisi economica senza precedenti e le frequenti manifestazioni spontanee di protesta di cittadini disperati contro i politici cinicamente distratti se non addirittura collusi ne sono la prova più evidente.
Basta guardarsi intorno e ascoltare la gente per rendersi conto che il paese sta sprofondando nel baratro di una crisi economica senza precedenti e le frequenti manifestazioni spontanee di protesta di cittadini disperati contro i politici cinicamente distratti se non addirittura collusi ne sono la prova più evidente.
1 marzo 2015
3 dicembre 2014
La Repubblica del compromesso e del silenzio...
Da quasi due mesi
sono iniziati i lavori della nuova Commissione d'Inchiesta sul caso Moro
istituita sull'onda dei recenti e inediti sviluppi delle indagini relative
all'agguato di via Fani e al tragico epilogo dell'"affaire" in via
Caetani, rispettivamente inizio ed epilogo del più grave fra i delitti politici
della nostra Repubblica.
Per parte nostra non
ci resta che augurare ai membri della Commissione di svolgere al meglio delle
loro possibilità il loro lavoro e di approdare a un esito che, se non arriva a
certificare la verità dei fatti sul sequestro e l'esecuzione dello statista
democristiano, quantomeno ne fotografi l'essenza e il significato interamente
ed esaustivamente. Al di là, comunque di una certa facile, banale e
intossicante retorica che da decenni insiste a tamburo battente sulla necessità
di fare luce sui misteri che avvolgono e permeano i tentativi o le
"intentone" golpiste, lo stragismo, i delitti mafioso
"eccellenti" e la lunga stagione del terrorismo e degli anni di
piombo, ci permettiamo di rimanere scettici e assai dubbiosi e, per
l'occasione, di fare i "gufi d'occasione".
13 ottobre 2014
23 settembre 2014
Niente di nuovo, sotto lo stesso Sole...
Le infiltrazioni avvengono in vari modi, soprattutto mediante il reclutamento di militanti ricattabili per loro precedenti penali o che si è fatto in modo di cacciare in pasticci criminali, ma vi sono anche molti "volontari". Questi agenti servono per le informazioni ma anche per tutte le operazioni di provocazione e di organizzazione di atti di violenza spettacolare, come per esempio quelli addirittura esemplari dell'Italicus e di Piazza Fontana."
Così si esprimeva l'ex agente della CIA Philip Agee nel corso di un'intevista al periodico "Europeo" nel numero del lontano 30 gennaio del 1976, rimarcando le responsabilità della celebre Agenzia nella "strategia della tensione" italiana. Naturalmente l'ex uomo di Langley forniva qualche dettaglio in più circa le operazioni e le tecniche dell'Agenzia approntate per mantenere le redini della "piccola" Italia, un baluardo strategico a cui era – ed è – impossibile rinunciare agli occhi degli yankees. Certo... Il suddetto Agee non era proprio uno stincodisanto e aveva dato mostra di simpatizzare per il castrismo in pieno periodo di contrapposizione con i sovietici (?), tuttavia non risulta che sia mai stato smentito in maniera efficacie e documentale in merito alle gravissime asserzioni, nè che giudice italiano o straniero lo abbia interrogato su queste delicate questioni. Al di là della sua piena attendibilità, Mr. Agee può essersi comportato come altri suoi ex colleghi, i quali, nauseati dalle condotte di quella che dimostrava ogni giorno di più di essere assimilabile ad un'associazione a delinquere di alto livello, si sono allontanato dalla Compagnia per denunciarne le malefatte... E penso al primo fra tutti, l'italoamericano Victor Marchetti che, fra i primi, parlò dei rapporti fra l'intelligence statunitense e la mafia a partire dallo sbarco in Sicilia, o al "contractor" della CIA e del MOSSAD Richard "Dick" Brenneke...
Così si esprimeva l'ex agente della CIA Philip Agee nel corso di un'intevista al periodico "Europeo" nel numero del lontano 30 gennaio del 1976, rimarcando le responsabilità della celebre Agenzia nella "strategia della tensione" italiana. Naturalmente l'ex uomo di Langley forniva qualche dettaglio in più circa le operazioni e le tecniche dell'Agenzia approntate per mantenere le redini della "piccola" Italia, un baluardo strategico a cui era – ed è – impossibile rinunciare agli occhi degli yankees. Certo... Il suddetto Agee non era proprio uno stincodisanto e aveva dato mostra di simpatizzare per il castrismo in pieno periodo di contrapposizione con i sovietici (?), tuttavia non risulta che sia mai stato smentito in maniera efficacie e documentale in merito alle gravissime asserzioni, nè che giudice italiano o straniero lo abbia interrogato su queste delicate questioni. Al di là della sua piena attendibilità, Mr. Agee può essersi comportato come altri suoi ex colleghi, i quali, nauseati dalle condotte di quella che dimostrava ogni giorno di più di essere assimilabile ad un'associazione a delinquere di alto livello, si sono allontanato dalla Compagnia per denunciarne le malefatte... E penso al primo fra tutti, l'italoamericano Victor Marchetti che, fra i primi, parlò dei rapporti fra l'intelligence statunitense e la mafia a partire dallo sbarco in Sicilia, o al "contractor" della CIA e del MOSSAD Richard "Dick" Brenneke...
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