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5 febbraio 2014
"VOGLIONO PREDARE LA BANCA CENTRALE DELL'IRAN"
In una sua interessante analisi, il giornalista Pete Papaherakles dell'American Free Press mette in evidenza come, dietro alle tensioni nel Vicino Oriente, vi sia il tentativo dei Rothschild di mettere le mani sulla Banca Centrale dell'Iran. È interessante notare come, a differenza dell'Italia e degli altri Paesi dell'Unione Europea dove i grandi mass media sono fortemente omologati e controllati dal "sistema", soprattutto quando si parla di questioni economiche, negli Stati Uniti riescano spesso a trovare spazio sui giornali analisi indipendenti ed obiettive sulla politica estera e sull'economia.
In questo contesto merita di essere posto in risalto un recente articolo del giornalista Pete Papaherakles della American Free Press, che denuncia come, dietro alle crescenti tensioni nel Vicino Oriente e all'ostilità nei confronti dell'Iran vi sia la longa mano dei Rothschild, leader indiscussi del potere bancario e finanziario internazionale.
Questa ambizione, del resto mai smentita dai grandi burattinai della finanza mondiale, appare ovvia ed evidente se si considera - come rileva Papaherakles - che l'Iran è al momento uno dei soli tre Paesi rimasti al mondo la cui banca centrale non sia sotto il controllo, diretto o indiretto, dei Rotschild.
Prima dell'11 Settembre 2001, esistevano infatti nel mondo sette Paesi con questa caratteristica: Afghanistan, Cuba, Irak, Iran, Korea del Nord, Libia e Sudan. In realtà questi Paesi erano otto, perché il giornalista dell'American Free Press ha dimenticato, mi auguro per semplice distrazione, di inserire nell'elenco la Siria. E cosa sia successo a partire dallo scatenamento, da parte della presidenza di John Walker Bush, della cosiddetta "guerra al terrorismo" è sotto gli occhi di tutti.
In questo contesto merita di essere posto in risalto un recente articolo del giornalista Pete Papaherakles della American Free Press, che denuncia come, dietro alle crescenti tensioni nel Vicino Oriente e all'ostilità nei confronti dell'Iran vi sia la longa mano dei Rothschild, leader indiscussi del potere bancario e finanziario internazionale.
Questa ambizione, del resto mai smentita dai grandi burattinai della finanza mondiale, appare ovvia ed evidente se si considera - come rileva Papaherakles - che l'Iran è al momento uno dei soli tre Paesi rimasti al mondo la cui banca centrale non sia sotto il controllo, diretto o indiretto, dei Rotschild.
Prima dell'11 Settembre 2001, esistevano infatti nel mondo sette Paesi con questa caratteristica: Afghanistan, Cuba, Irak, Iran, Korea del Nord, Libia e Sudan. In realtà questi Paesi erano otto, perché il giornalista dell'American Free Press ha dimenticato, mi auguro per semplice distrazione, di inserire nell'elenco la Siria. E cosa sia successo a partire dallo scatenamento, da parte della presidenza di John Walker Bush, della cosiddetta "guerra al terrorismo" è sotto gli occhi di tutti.
21 gennaio 2013
Se la NATO è Terrore contro l'Umanità, Dissolverla è un Dovere
L'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (North Atlantic Treaty Organization, NATO) è
un'alleanza militare istituita dal trattato di Bruxelles del 1948,
firmata da Belgio, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati
Uniti e Canada, ed altri paesi dell'Europa occidentale come Danimarca,
Italia, Islanda, Norvegia, Spagna e Portogallo, ed è attualmente una
macchina da guerra criminale che coinvolge anche i paesi dell'Europa
orientale.
Se la NATO è l'arma dell'impero e dei suoi alleati per difendere i loro
interessi e minacciare la vita e la pace di tutti i popoli del mondo, è
un obbligo resistere pacificamente e lottare fino alla dissoluzione
totale.
Nel 1949, gli alleati occidentali che hanno combattuto il nazifascismo
tedesco, con l'Unione Sovietica che ha avuto il peso maggiore della Seconda Guerra Mondiale, hanno deciso di creare una potente alleanza militare per
"fermare la diffusione del comunismo internazionale".
CEPRID
CEPRID
Sin dalla sua fondazione, quest'alleanza militare è stata guidata dagli Stati Uniti che si sono rafforzati durante e dopo la guerra, e diventatI, iL leader dell'
"Occidente", con il pensiero e la guida di Churchill, decisero che la NATO sarebbe dovuta
essere la difesa del cosiddetto "blocco libero dell'Europa capitalista"
contro "il comunismo aggressivo dell'Est".
Se questa fosse stata la ragione dell'esistenza della NATO, è logico
che sarebbe dovuta sparire dopo la dissoluzione del Patto di Varsavia
nel 1991, il crollo dell'Unione Sovietica e la fine del socialismo reale nei
paesi dell'Europa Est.
La Guerra Fredda è finita, ma la NATO è stata consolidata con una serie
di azioni illegali e clandestine sviluppate con
la CIA:
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8 ottobre 2012
IN IRAN NON C'E' IPERINFLAZIONE
LA VERA STORIA E' MOLTO PIU' INTERESSANTE
Su Business Insider un'analisi - dalla parte dell'occidente, ma reale e non propagandistica - che ci fa capire quali potrebbero essere i veri effetti delle sanzioni e la verità sul crollo controllato del rial iraniano. Contrariamente a quanto riportato, non c'è l'iperinflazione in Iran in questo momento. Infatti, le sanzioni occidentali imposte al commercio di petrolio iraniano stanno fallendo miseramente l'obiettivo.
E un crollo di regime - o anche un'altra sollevazione popolare come quella del giugno 2009 - sembra più lontano che mai.
Nel frattempo, il regime Iraniano sta usando le attuali sanzioni impostegli dall'Occidente come arma per indebolire la sua minaccia interna più pericolosa - la classe media iraniana composta di persone istruite, relativamente filo-occidentali.
Così, la guerra economica che l'Occidente sta conducendo contro l'Iran per indebolirne il regime, in realtà ne sta potenziando il potere di controllo.
Su Business Insider un'analisi - dalla parte dell'occidente, ma reale e non propagandistica - che ci fa capire quali potrebbero essere i veri effetti delle sanzioni e la verità sul crollo controllato del rial iraniano. Contrariamente a quanto riportato, non c'è l'iperinflazione in Iran in questo momento. Infatti, le sanzioni occidentali imposte al commercio di petrolio iraniano stanno fallendo miseramente l'obiettivo.
E un crollo di regime - o anche un'altra sollevazione popolare come quella del giugno 2009 - sembra più lontano che mai.
Nel frattempo, il regime Iraniano sta usando le attuali sanzioni impostegli dall'Occidente come arma per indebolire la sua minaccia interna più pericolosa - la classe media iraniana composta di persone istruite, relativamente filo-occidentali.
Così, la guerra economica che l'Occidente sta conducendo contro l'Iran per indebolirne il regime, in realtà ne sta potenziando il potere di controllo.
1 ottobre 2012
IRAN: Netanyahu all'ONU disegna cartoni e gioca con il fuoco
Da settimane Benjamin Netanyahu chiede agli Stati Uniti e ai loro
alleati di tracciare una “linea rossa” oltre la quale il programma
nucleare iraniano va fermato con ogni mezzo. Alla fine il primo ministro
israeliano l’ha tracciata lui stesso questa linea. Con un pennarello,
davanti alla platea della 67esima Assemblea generale dell’Onu di New
York, sopra un cartoncino con una bomba stilizzata disegnata, con tanto
di miccia scintillante che spunta dalla cima. Ma il rischio è che, a
forza di agitare bombe di carta, la crisi iraniana precipiti rapidamente
verso un vero conflitto. Dietro la messinscena al Palazzo di Vetro, c’è
la convinzione dichiarata da parte di Netanyahu che l’Iran riuscirà a
dotarsi di un ordigno atomico entro l’autunno del 2013, e che quindi
bisogna mettere Teheran davanti a una “credibile linea rossa”. Che
tradotto significa rendere sempre più plausibile, agli occhi degli
iraniani e del mondo, il ricorso a un attacco militare contro la
Repubblica Islamica.
Con l’aiuto del disegno, Netanyahu ha così semplificato il presunto “programma di armamento nucleare” iraniano: “Per arrivare all’atomica l’Iran ha bisogno dell’uranio arricchito e del meccanismo per farla esplodere. Ma mentre questo iniettore può essere costruito nel segreto di una stanza, l’arricchimento dell’uranio ha bisogno di migliaia di centrifughe e grandi impianti che non possono essere facilmente nascosti”.
27 settembre 2012
Ahmadinejad all'ONU: "Ricollocate al centro dell’universo l’uomo e la sua dignità"
E’ l’ottavo discorso di Mahmoud Ahmadinejad all’Onu, il più bello, il più emozionante, il più completo. Il presidente dell’Iran non tralascia un solo problema del mondo senza averne parlato; parla di tutto quello che non va, in tutto il mondo ed in questo senso il suo discorso è realmente qualcosa di unico. Ecco la traduzione della versione integrale del suo discorso, un’esclusiva di Radio Italia IRIB.
La terra d’Iran
“Io vengo dall’Iran, dalla terra della bellezza e dell’imponenza, dalla terra della scienza e della cultura, la terra della saggezza e delle virtù, dalla culla della filosofia e dello gnosticismo, dalla patria del sole e della luce, la terra degli scienziati, dei saggi, dei filosofi, degli gnostici, dei letterati, la terra di Avicenna, Ferdowsi, Rumi, Hafez, Attar, Khayyam e Shahriar; sono quì in veste di rappresentante di un popolo grande e dignitoso, tra i fondatori della cultura umana e tra gli eredi di essa; sono il rappresentante di gente saggia, innamorata della libertà e della pace, affettuosa, che ha assaggiato il sapore amaro delle guerre e delle aggressioni e che ama la pace e la serenità.
2 agosto 2012
IRAN: Quattro banchieri condannati a morte per frode
Quattro imputati sono stati condannati a morte per l'appropriazione indebita di 2.600 milioni di dollari in cui erano implicate sette banche pubbliche e private, il più grande caso di corruzione rivelato nella storia della Repubblica islamica dell'Iran. Il procuratore generale e portavoce del Sistema Giudiziario iraniano, Gholam Hussein Mohseni Ejei, ha detto che il tribunale di Teheran che si occupa del caso ha emesso sentenza contro 39 imputati, tra cui quattro sentenze di morte, due ergastoli e per il restante 25, 20 e 10 anni di carcere, senza specificare i nomi.
Il processo di questo caso è iniziato il 18 febbraio inizialmente con 32 imputati, anche se altri se ne sono aggiunti negli oltre cinque mesi di processo. Inoltre, Mohseni Ejei ha detto che i condannati dovranno restituire il denaro truffato.
Decine di persone sono state arrestate in relazione a questo caso in Iran, iniziato nel 2007 quando il gruppo industriale Amir Mansur Arya Investment, guidato da Amir Mansur Josravi, ha fondato una banca privata con la quale ha ottenuto tramite mezzi fraudolenti prestiti di grandi dimensioni dalle principali banche pubbliche iraniane.
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L'Iran non permetterà la caduta di Assad
Agirà in caso di necessità, "non permetterà al nemico di avanzare in Siria, ma per ora non vede alcun motivo per un'azione immediata". Così ha dichiarato il vice dello Stato Maggiore Generale delle Forze Armate dell'Iran, il generale Masoud Jazayeri. Quando sarà necessario entrerà nel conflitto siriano e darà una risposta decisiva agli oppositori, ha detto un alto funzionario militare nel paese.
L'Iran è uno degli alleati chiave del regime di Bashar al Assad e le recenti dichiarazioni di alcuni alti funzionari militari lo confermano. Secondo il generale iraniano Masoud Jazayeri, anche i nemici della Siria "di fatto, fanno una guerra contro la Siria", il popolo siriano e i suoi alleati non permetteranno che si rovesci l'attuale governo del paese arabo.
"Al momento noi, amici della Siria, non vediamo la necessità di intervenire e credo che non lo faremo. Ma in una situazione straordinaria decideremo come sostenere la resistenza regionale e i nostri amici ", ha detto il generale iraniano.
11 febbraio 2012
PENTAGONO: Israele potrebbe colpire l'Iran nel mese di aprile
Il segretario alla Difesa americano, Leon Panetta, riconosce che è "molto probabile" che Israele attaccherà l'Iran nella primavera di quest'anno, secondo l'opinionista del Washington Post, David Ignatius. Secondo Panetta, gli Stati Uniti, hanno già espresso la loro "preoccupazione su questo problema", dice il giornalista. Tuttavia, il capo del Pentagono ha rifiutato di commentare le affermazioni del giornale, e se l'intervista, presumibilmente presa durante l'incontro con i ministri della difesa della NATO, ha avuto luogo.
RT.com
Israele: l'Iran ha materiale per creare quattro bombe nucleari
Questo giovedì Israele ha parlato anche dell'Iran e del suo controverso programma nucleare.
"L'Iran sta lavorando duramente per acquisire la capacità militare nucleare", ha avvertito il direttore dei servizi segreti militari di Israele, il generale Aviv Kochavi, il quale ha detto che la repubblica islamica "ha abbastanza materiale per fare quattro bombe".
Il funzionario israeliano ha anche detto che a suo parere, Teheran vuole che le armi nucleari per tre motivi: l'egemonia regionale, la dissuasione e il desiderio di essere un paese chiave nella zona.
RT.com
Israele: l'Iran ha materiale per creare quattro bombe nucleari
Questo giovedì Israele ha parlato anche dell'Iran e del suo controverso programma nucleare.
"L'Iran sta lavorando duramente per acquisire la capacità militare nucleare", ha avvertito il direttore dei servizi segreti militari di Israele, il generale Aviv Kochavi, il quale ha detto che la repubblica islamica "ha abbastanza materiale per fare quattro bombe".
Il funzionario israeliano ha anche detto che a suo parere, Teheran vuole che le armi nucleari per tre motivi: l'egemonia regionale, la dissuasione e il desiderio di essere un paese chiave nella zona.
3 febbraio 2012
GUERRA MONETARIA: Quali sono i reali obiettivi dell’embargo petrolifero dell’Unione Europea contro l’Iran?
Contro chi effettivamente è rivolto il cosiddetto “embargo petrolifero contro l’Iran”? Si tratta di una importante questione geo-strategica. Oltre a respingere le nuove misure dell’Unione Europea (UE) contro l’Iran come controproducenti, Teheran ha messo in guardia gli Stati membri dell’Unione Europea che l’embargo petrolifero dell’UE contro l’Iran farà molto più male a loro e alle loro economie che all’Iran.
Teheran ha così avvertito i leader dei paesi UE che le nuove sanzioni sono stolte e vanno contro i loro interessi nazionali e di blocco.
Ma tutto ciò è corretto? Alla fin fine, chi beneficerà della catena di eventi che stanno per essere messi in moto?
Strategic Culture Foundation
Teheran ha così avvertito i leader dei paesi UE che le nuove sanzioni sono stolte e vanno contro i loro interessi nazionali e di blocco.
Ma tutto ciò è corretto? Alla fin fine, chi beneficerà della catena di eventi che stanno per essere messi in moto?
Strategic Culture Foundation
Gli embarghi petroliferi contro l’Iran sono una novità?
Gli embarghi petroliferi contro l’Iran non sono una novità.
Nel 1951, il governo iraniano del primo ministro Mohammed Mossadegh con il sostegno del parlamento iraniano nazionalizzava l’industria petrolifera iraniana. Come risultato del programma di nazionalizzazione del dr. Mossadegh, gli Inglesi militarmente bloccavano le acque territoriali e i porti nazionali dell’Iran con la Marina Reale Britannica ed impedivano all’Iran di esportare il suo petrolio. Inoltre impedivano militarmente gli scambi commerciali iraniani. Per di più, Londra congelava i beni iraniani e dava inizio ad una campagna per isolare con sanzioni l’Iran. Darius Nazemroaya
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Nel 1951, il governo iraniano del primo ministro Mohammed Mossadegh con il sostegno del parlamento iraniano nazionalizzava l’industria petrolifera iraniana. Come risultato del programma di nazionalizzazione del dr. Mossadegh, gli Inglesi militarmente bloccavano le acque territoriali e i porti nazionali dell’Iran con la Marina Reale Britannica ed impedivano all’Iran di esportare il suo petrolio. Inoltre impedivano militarmente gli scambi commerciali iraniani. Per di più, Londra congelava i beni iraniani e dava inizio ad una campagna per isolare con sanzioni l’Iran. Darius Nazemroaya
Parlamento iraniano: Niente petrolio all'UE
Di Tito Pulsinelli
Intaccato il vincolo dollaro-petrolio - Si estende l'area economica de-dollarizzata- Bye bye petro-dollaro - Verso la quotazione con altri segni monetari
La sospensione dell'invio di petrolio all'Europa che il Parlamento iraniano applaude, produrrá ben altro che un inevitabile rincaro. L'assemblea legislativa dell'Irlanda critica "l'embargo illogico" che l'Europa si é lasciata imporre dagli Stati Uniti e dalla NATO. Il deputato Finian McGrath punta il dito contro il post-datato embargo, e sottolinea che l'Irlanda "ha una solida convinzione nell'indipendenza della politica estera, a maggior ragione quando non ha nessun problema con il popolo iraniano".
Vladímir Chizhov, rappresentante della Russia presso l'Unione europea (UE), ha detto che é finito l'impatto prodotto dall'annuncio delle sanzioni anti-Iran. Soffriranno il mancato arrivo delle forniture, soprattutto l'Italia, Spagna e Grecia, tre Paesi fortemente dipendenti dal petrolio iraniano. I turchi continueranno a rifornirsi dall'Iran, con o senza approvazione di Washington.
Vladímir Chizhov, rappresentante della Russia presso l'Unione europea (UE), ha detto che é finito l'impatto prodotto dall'annuncio delle sanzioni anti-Iran. Soffriranno il mancato arrivo delle forniture, soprattutto l'Italia, Spagna e Grecia, tre Paesi fortemente dipendenti dal petrolio iraniano. I turchi continueranno a rifornirsi dall'Iran, con o senza approvazione di Washington.
18 gennaio 2012
TAMBURI DI GUERRA: Provocare l’Iran perché “spari il primo colpo”?
Mentre la possibilità di una guerra con l’Iran è riconosciuta nei servizi giornalistici degli Stati Uniti, le sue implicazioni regionali e globali sono solo superficialmente analizzate. Pochissime persone in America sono consapevoli od informate su quanto concerne la devastazione e la perdita di vite umane che si potrebbero verificare nel caso di un attacco contro l’Iran promosso dagli Stati Uniti e da Israele. I media sono coinvolti in un processo intenzionale di mimetizzazione e di distorsione.
Di Michel Chossudovsky
Global Research
I preparativi di guerra secondo il paradigma “Global Strike”, tutto accentrato e coordinato dal Comando Strategico degli Stati Uniti (STRATCOM), non sono presenti sulle prime pagine dei giornali, dove possiamo leggere invece notizie su questioni di interesse pubblico decisamente insignificanti, come quelle su scenari criminali a livello locale o le relazioni gossip dei tabloid sulle celebrità di Hollywood .
La “Globalizzazione della Guerra”, che prevede il dispiegamento egemonico di una formidabile forza militare USA-NATO in tutte le principali regioni del mondo, è irrilevante agli occhi dei media occidentali.
In un più ampio panorama, le implicazioni di questa guerra sono banalizzate o sottaciute. Le persone sono portate a credere che la guerra faccia parte di un “mandato umanitario”, e che l’Iran, così come gli alleati dell’Iran, in particolare Cina e Russia, costituiscano una implacabile minaccia per la sicurezza globale e per la “democrazia dell’Occidente”.
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Di Michel Chossudovsky
Global Research
I preparativi di guerra secondo il paradigma “Global Strike”, tutto accentrato e coordinato dal Comando Strategico degli Stati Uniti (STRATCOM), non sono presenti sulle prime pagine dei giornali, dove possiamo leggere invece notizie su questioni di interesse pubblico decisamente insignificanti, come quelle su scenari criminali a livello locale o le relazioni gossip dei tabloid sulle celebrità di Hollywood .
La “Globalizzazione della Guerra”, che prevede il dispiegamento egemonico di una formidabile forza militare USA-NATO in tutte le principali regioni del mondo, è irrilevante agli occhi dei media occidentali.
In un più ampio panorama, le implicazioni di questa guerra sono banalizzate o sottaciute. Le persone sono portate a credere che la guerra faccia parte di un “mandato umanitario”, e che l’Iran, così come gli alleati dell’Iran, in particolare Cina e Russia, costituiscano una implacabile minaccia per la sicurezza globale e per la “democrazia dell’Occidente”.
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14 gennaio 2012
LA GUERRA ECONOMICA TRA GLI STATI UNITI E L'IRAN
Ecco qui un corso accelerato su come dare una picconata ulteriore all’economia mondiale. Un emendamento al National Defense Authorization Act firmato dal Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, proprio l’ultimo giorno del 2011, – quando nessuno stava prestando attenzione – impone sanzioni a qualunque paese o società acquisti petrolio iraniano attraverso la banca centrale dell’Iran. Pena l’esclusione per chi lo fa, a partire dall’estate prossima, da ogni rapporto commerciale con gli Stati Uniti.
Questo emendamento – a tutti gli effetti una dichiarazione di guerra economica – vede la sua origine dalla Commissione per gli Affari pubblici Israelo-statunitensi (AIPAC), agli ordini diretti del governo israeliano guidato dal primo ministro Benjamin “Bibi” Netanyahu.
Torrenti di contorte elucubrazioni hanno cercato di giustificare questo come il “piano B” dell’amministrazione Obama, come alternativa alla concessione ai cani da guerra israeliani di scatenare un attacco unilaterale contro l’Iran, dato il suo presunto programma di armi nucleari.
Di fatto, la strategia originale israeliana era ancora più isterica – quella di impedire efficacemente a qualsiasi paese o compagnia di pagare le importazioni di petrolio iraniano, con le possibili eccezioni di Cina e India.
Torrenti di contorte elucubrazioni hanno cercato di giustificare questo come il “piano B” dell’amministrazione Obama, come alternativa alla concessione ai cani da guerra israeliani di scatenare un attacco unilaterale contro l’Iran, dato il suo presunto programma di armi nucleari.
Di fatto, la strategia originale israeliana era ancora più isterica – quella di impedire efficacemente a qualsiasi paese o compagnia di pagare le importazioni di petrolio iraniano, con le possibili eccezioni di Cina e India.
Inoltre, coloro che hanno messo Israele al di sopra degli interessi degli Stati Uniti hanno cercato di convincere tutti che questo non avrebbe dato luogo ad aumenti inarrestabili del prezzo del petrolio.
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IRAN TRASFORMA L'EMBARGO IN GUERRA MONETARIA
Ajmedinajad in America latina - Teheran ha in pugno la continuitá e prezzo dei rifornimenti petroliferi agli aggressori - La Russia e l'India useranno le rispettive monete nazionali nel commercio con l'Iran - Malconcio lo status del dollaro come moneta internazionale.
Di Tito Pulsinellihttp://selvasorg.blogspot.com/
Da sei anni a questa parte, a settimane alterne, gli Stati Uniti e Israele hanno catapultato un crescendo di minacce bellicose contro l’Iran, in nome e per conto dell’igiene nucleare del pianeta. Il piú nuclearizzato del Medioriente, associato all’unica potenza che ha sganciato due atomiche contro la popolazione civile di due cittá, non si sono certo risparmiati nell’esibizione di muscoli anabolizzati o per rincarare la dose di truculente minacce. Nell’intermezzo, si sono puntualmente verificati atti di terrorismo contro scienziati o noti ricercatori iraniani. Prima di Natale, l’Iran ha risposto a tono dirottando
elettronicamente un aereo-spia senza pilota degli Stati Uniti, del costo di 2,4 miliardi di dollari, che sorvolava illegalmente il loro territorio. Poi ha iniziato le esercitazioni navali piú complesse della sua storia nelle acque territoriali.
Da sei anni a questa parte, a settimane alterne, gli Stati Uniti e Israele hanno catapultato un crescendo di minacce bellicose contro l’Iran, in nome e per conto dell’igiene nucleare del pianeta. Il piú nuclearizzato del Medioriente, associato all’unica potenza che ha sganciato due atomiche contro la popolazione civile di due cittá, non si sono certo risparmiati nell’esibizione di muscoli anabolizzati o per rincarare la dose di truculente minacce. Nell’intermezzo, si sono puntualmente verificati atti di terrorismo contro scienziati o noti ricercatori iraniani. Prima di Natale, l’Iran ha risposto a tono dirottando
elettronicamente un aereo-spia senza pilota degli Stati Uniti, del costo di 2,4 miliardi di dollari, che sorvolava illegalmente il loro territorio. Poi ha iniziato le esercitazioni navali piú complesse della sua storia nelle acque territoriali.
26 maggio 2011
MERCENARI PER IL MEDIO ORIENTE E L'AFRICA
Al-Manar. Zayed Military City, in un campo militare in una zona desertica degli Emirati Arabi Uniti sta per essere creato: un esercito segreto che sarà usato non soltanto all’interno del territorio ma anche in altri paesi del Medio Oriente e del Nord D’Africa. Erick Prince è responsabile per la messa a punto, ex comandante del Navy Seals, nel 1997 creò la Società Blackwater, la più grande compagnia militare privata usata dal Pentagono in Iraq, Afghanistan e altre zone di guerra.
Questa società che nel 2009 fu ribattezzata XeServices (con lo scopo, tra gli altri, di scappare alle azioni giuridiche per i massacri di civili in Iraq) dispone negli USA di un grande campo di addestramento dove ha già formato più di 50.000 specialisti nella guerra e nella repressione, e sta per aprire un altro.
Ad Abu Dhabi, Erick Prince, senza apparire personalmente ma attraverso la società-consorzio Reflex Response, ha chiuso il primo contratto di 529.000 milioni di dollari (il documento originale datato 13 luglio 2010 è appena stato pubblicato sul New York Times.)
22 marzo 2011
Intelligence USA: Il programma nucleare iraniano è pacifico
Il Rapporto annuale del servizio d’intelligence statunitense ha confermato la natura pacifica del programma nucleare iraniano.
Una recente relazione annuale dei servizi d'intelligence statunitensi ha modificato le considerazioni precedenti sulla possibilità che l’Iran costruisca armi nucleari ed ha affermato la natura pacifica del programma atomico del paese persiano, secondo quanto informa la Press Tv, citando il rapporto pubblicato sul Washington Post.
Nel documento consegnato al Congresso statunitense non si fa riferimento alle accuse secondo le quali l’Iran mantenga l’opzione di costruire armi nucleari.
Il Centro per il Controllo delle Armi, l’Intelligence e la Non Proliferazione delle Armi della CIA, hanno realizzato questo rapporto in collaborazione con il Consiglio Nazionale dell’Intelligence statunitense.
Il Direttore Generale dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (AIEA), Yukiya Amano, ha riconosciuto anche, lo scorso lunedì, che da quando ha assunto l’incarico a dicembre del 2009, non vi era alcun segnale che l’Iran sviluppasse un programma nucleare militare.
L’Iran come membro dell’AIEA e del Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP) sviluppa il suo programma nucleare con scopi puramente pacifici e sotto la supervisione continua di ispettori internazionali.
10 marzo 2011
LA SCACCHIERA ISLAMICA
Egitto: l’irruzione della Turchia (e dell’Iran dalla porta posteriore)
Per non soccombere ai manicheismi lineari della propaganda occidentale di taglio hollywoondiano propongo di dividere brevemente il mondo arabo, di 22 membri, in cinque sub regioni con lo scopo di facilitare concetti ed analisi:
Di Alfredo Jalife-Rahme - La Jornada
1- Il Maghreb (“occidente” arabo), principalmente di maggioranza sunnita, dove prevale un’importante minoranza berbera: Mauritana, Marocco, Algeria, Tunisia e Libia, ai quali bisogna aggiungere la RADS (Repubblica Araba Democratica Saharaui), riconosciuta dall’Unione Africana, ma non dalla Lega Araba.
2- La Mezzaluna Fertile, nel significato “amministrativo” del primo ministro iracheno e filo britannico, Nuri Al-Said: Transgiordania, Iraq, Libano, Palestina e Siria (Libano e Iraq hanno potenti comunità sciite, mentre la Siria si caratterizza dal regno “alawita” (10 % della popolazione), una setta discendente dal sciita, oltre al 16% dei cristiani.
3- Le sei petromonarchie arabe del golfo Persico che formano il Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG): Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait, Qatar, Emirati Arabi e Oman (nelle prime tre ci sono importanti popolazioni sciite).
2 marzo 2011
Scudo antimissili in Eurasia: La nuova cortina di ferro
L’ Europa Occidentale, attraverso la NATO e l’UE, è il principale punto di collegamento degli Stati Uniti in Eurasia.
Secondo Brzezinski: “(La NATO e l’UE costituiscono) la più importante relazione globale degli Stati Uniti. E’ il punto di partenza per la partecipazione globale statunitense, che consente agli Stati Uniti di giocare il decisivo ruolo di arbitro in Eurasia - arena centrale del potere mondiale - e creare una coalizione che domina globalmente tutte le dimensioni chiave di potere ed influenza” (1).
di Mahdi Darius Nazemroaya
Globalresearch.caLe teste di ponte secondarie degli Stati Uniti in Eurasia sono: 1-Giappone e Corea del Sud, 2-La penisola Arabica e 3- le forze militari statunitensi e della NATO nelle zone occupate dell’Iraq e dell’Afghanistan.
Questo è il motivo per il quale l’estensione dello scudo antimissili statunitense, da un progetto USA a un progetto NATO, non dovrebbe essere una sorpresa. La globalizzazione della NATO è parte di questo processo. L’inclusione del progetto di scudi antimissili sotto il comando della NATO era già in fase di preparazione negli anni 90. In realtà, le dichiarazioni che la NATO ha appena adottato il progetto di scudi antimissili (nel 2010) sono bugie molto chiare.
8 febbraio 2011
AFRICA: La nuova scalata nella militarizzazione delle relazioni internazionali
Dall’inizio di questo decennio, osserviamo avvenimenti che indicano che il sistema di relazioni internazionali si presenta di fronte a un gradino più alto. Le cause che potrebbero essere il motivo delle azioni intraprese dagli USA, sarebbero i dubbi sulla loro egemonia mondiale, le debolezze presentate dalla loro economia dopo quasi un decennio di crescita abbastanza favorevole negli anni 90, la lotta per il controllo delle fonti di risorse naturali strategiche, così come la pretesa di tornare ad imporre al mondo i loro diktat in materia di economia e politica, tra gli altri motivi (1).
In questa direzione si iscrivono le guerre d’aggressione degli USA contro l’Afghanistan e l'Iraq, ma negli ultimi mesi il numero di azioni belliche sono in aumento cosa che ci permette di sostenere che esiste una nuova scalata nel processo di militarizzazione delle relazioni internazionali.
La rivitalizzazione della IV flotta in America del Sud, l'istituzione di sette basi militari statunitensi in Colombia, il tacito appoggio alla corrente principale del colpo di stato in Honduras ed la segnalazione del governo venezuelano “come leader” anti-statunitense nel Quadrennial Defense Review Report (Rapporto Quadriennale della Difesa, N.d.E.), elaborato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, sono alcune delle manifestazioni in America Latina (2).
1 febbraio 2011
L'IRAN DISPONE DI ARMI NUCLEARI GRAZIE AL GOVERNO DEGLI STATI UNITI
Riceviamo e pubblichiamo con grande piacere questo articolo inviatoci da Daniel Estulin che ringraziamo per l'attenzione e la disponibilità.
La storia inizia negli anni '80 quando il governo sovietico ha ripreso la sua collaborazione tecnico-militare con l'Iran.
Nel 1986 Mikhail Gorbachev ha firmato un ordine esecutivo segreto del Politburo: "Circa il trasporto di attrezzature speciali in Iran nel 1986-1987, l'invio di esperti militari di Iran e la formazione di esperti iraniani nella gestione delle operazioni, e la riparazione di attrezzature speciali ". Quelli che effettuarono questa operazione furono un gruppo di ex burocrati sovietici di alto livello del complesso militare-industriale che ha lavorato in stretto coordinamento con il GRU-l'intelligence militare in seguito collegata a Dick Cheney: Yuri Masliukov, Leonard Vid e Alexander Fain.
9 gennaio 2011
Nucleare. L’Ue rifiuta l’invito iraniano
“Non è compito nostro fare gli ispettori”. Così l’Alto Rappresentante per gli Affari esteri dell’Unione europea, Catherine Ashton, ha motivato il rifiuto all’invito a visitare i siti nucleari iraniani che Teheran aveva rivolto ad alcuni ambasciatori stranieri presso l’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) in vista dell’incontro con i 5+1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania) in programma a fine gennaio.
di Ferdinando Calda
http://www.rinascita.eu/“Non ho nulla contro questo invito”, ha dichiarato la Ashton a Reuters (dopo aver parlato con il ministro degli Esteri ungherese Janos Martonyi), sottolineando, però, che “il ruolo di esaminare i siti nucleari spetta all’Aiea”, ed esprimendo la speranza che “l’Iran assicuri all’agenzia un buon svolgimento del suo lavoro”.
L’Ungheria, in qualità di presidente di turno dell’Ue, era stata invitata dall’Iran a visitare alcuni siti nucleari al centro dei sospetti degli Usa e dei loro alleati, in particolare la centrale di Natanz per l’arricchimento dell’uranio e il reattore ad acqua pesante di Arak.
L’Ungheria, in qualità di presidente di turno dell’Ue, era stata invitata dall’Iran a visitare alcuni siti nucleari al centro dei sospetti degli Usa e dei loro alleati, in particolare la centrale di Natanz per l’arricchimento dell’uranio e il reattore ad acqua pesante di Arak.
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