Verso mezzogiorno ero ancora a casa, perchè era Venerdì, ed il venerdì qui non si va a visitare nessuno. Si sono sentiti colpi di artiglieria israeliani dal confine. Mi hanno spiegato che venivano dal villaggio vicino, Farahin, e non erano carri armati perchè i carri armati non lanciano sufficientemente lontano, erano altri tipi di missili, fatti per arrivare più distante. Quattro boom in meno di 5 minuti. Era un momento in cui dovevo uscire per restituire una macchina fotografica ad un'altra attivista dell'ISM, e dopo poco sono uscita comunque. Per strada c'erano solo ambulanze, una gran folla di uomini era radunata davanti alla moschea.
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13 aprile 2011
Due donne trucidate dalle forze di occupazione l'8 aprile
L'altro ieri ero a casa di un'amica ad AbuSan, e quando mi sono svegliata mi ha spiegato che le forze di occupazione sioniste avevano ammazzato 2 ragazzi all'ingresso del villaggio di Khuza'a. Giusto dove arriva la strada principale per entrare nel villaggio.
Verso mezzogiorno ero ancora a casa, perchè era Venerdì, ed il venerdì qui non si va a visitare nessuno. Si sono sentiti colpi di artiglieria israeliani dal confine. Mi hanno spiegato che venivano dal villaggio vicino, Farahin, e non erano carri armati perchè i carri armati non lanciano sufficientemente lontano, erano altri tipi di missili, fatti per arrivare più distante. Quattro boom in meno di 5 minuti. Era un momento in cui dovevo uscire per restituire una macchina fotografica ad un'altra attivista dell'ISM, e dopo poco sono uscita comunque. Per strada c'erano solo ambulanze, una gran folla di uomini era radunata davanti alla moschea.
Di Silvia Todeschini
Libera PalestinaVerso mezzogiorno ero ancora a casa, perchè era Venerdì, ed il venerdì qui non si va a visitare nessuno. Si sono sentiti colpi di artiglieria israeliani dal confine. Mi hanno spiegato che venivano dal villaggio vicino, Farahin, e non erano carri armati perchè i carri armati non lanciano sufficientemente lontano, erano altri tipi di missili, fatti per arrivare più distante. Quattro boom in meno di 5 minuti. Era un momento in cui dovevo uscire per restituire una macchina fotografica ad un'altra attivista dell'ISM, e dopo poco sono uscita comunque. Per strada c'erano solo ambulanze, una gran folla di uomini era radunata davanti alla moschea.
22 marzo 2011
Il 15 marzo a Gaza...
Riceviamo e pubblichiamo.
Vi scrivo questo in forma anonima, perché trovo necessario che queste informazioni escano dalla striscia. Vi chiedo di diffondere queste informazioni ma di mantenerle in forma anonima, e di mantenere alta l'attenzione su cosa sta succedendo qui. Grazie.
Anonimo
Il 15 di Marzo, il popolo palestinese è sceso in piazza. È sceso in piazza sia a Gaza che in Cisgiordania, sono scese in piazza donne, bambini, uomini, famiglie intere. Vi racconterò quello che è successo e che sta succedendo a Gaza, dove mi trovo, e non parlerò della Cisgiordania solo perché non ne ero testimone oculare. Qui hanno manifestato, secondo le stime, 300.000 persone, soprattutto giovani, su un'idea lanciata da un gruppo “15 di marzo”, gruppo che non fa riferimento a nessun partito, gruppo di ragazzi e ragazze per lo più giovani e giovanissim*, gruppo nato circa un mese prima e che è rimbalzato in facebook e che è riuscito a raccogliere persone di tutti i tipi e facenti parte di tutte (o quasi) le fazioni politiche.
Il popolo palestinese è sceso in piazza perché vuole l'unità.
13 marzo 2011
Il 17 aprile: è il giorno dei prigionieri palestinesi
L'International Solidarity Movement (ISM) Gaza chiede una giornata di azione globale per attirare l'attenzione sui prigionieri politici palestinesi che si trovano illegalmente detenuti in Israele. Il 17 aprile è il giorno dei prigionieri palestinesi, una giornata in commemorazione delle 5.834 palestinesi che sono attualmente (al 1 Febbraio 2011), detenuti nelle carceri israeliane. Non meno di 221 di loro sono bambini e 798 sono condannati all'ergastolo.
Vi chiediamo di organizzare eventi il 17 aprile o nel corso di quella settimana nei vostri paesi per contrastare le numerose violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale da parte di Israele in materia prigionieri palestinesi.
Aumentate la consapevolezza, incentivate la pressione dell'opinione pubblica i vostri rappresentanti locali e nazionali per far rendere conto ad Israele dei suoi crimini, domandando che vengano rispettati come minimo i seguenti punti:
7 marzo 2011
I NOMI DEGLI INNOCENTI CHE VENGONO UCCISI
Questo articolo è per Omar Maruf. Cosa lo rende così importante, quando ogni giorno decine di persone innocenti muoiono in tutto il mondo? Perché un articolo su di lui?
Omar Maruf è stato ucciso da un soldato armato fino ai denti e ben equipaggiato con tutto ciò che oggi l'industria militare occidentale può offrire. Omar indossava vecchi vestiti sporchi e stava raccogliendo pietre con il suo asino. Omar non fa neppure parte dei cosiddetti "danni collaterali" in quanto purtroppo colpito dal proiettile sbagliato o da una bomba durante un attacco militare. Nelle nostre guerre moderne, dove tutto è calcolato con precisione, a volte qualcuno si trova proprio nel momento sbagliato nel posto sbagliato. Ma non è stato così. No, un giovane soldato, armato fino ai denti e ben equipaggiato, ha mirato Omar, che era lì in piedi, con i vestiti logori e le pietre in mano, e ha deciso di sparargli. Un giovane soldato in una mattina invernale di sole ha sentito il bisogno di uccidere un uomo della sua stessa età che probabilmente ha considerato non tanto importante. Sapeva che questo atto non gli avrebbe mai procurato alcuna conseguenza. Che non avrebbe dovuto giustificarsi con nessuno. Perché si trattava di un palestinese che non ha diritti e la cui vita non conta.
Omar Maruf è stato ucciso da un soldato armato fino ai denti e ben equipaggiato con tutto ciò che oggi l'industria militare occidentale può offrire. Omar indossava vecchi vestiti sporchi e stava raccogliendo pietre con il suo asino. Omar non fa neppure parte dei cosiddetti "danni collaterali" in quanto purtroppo colpito dal proiettile sbagliato o da una bomba durante un attacco militare. Nelle nostre guerre moderne, dove tutto è calcolato con precisione, a volte qualcuno si trova proprio nel momento sbagliato nel posto sbagliato. Ma non è stato così. No, un giovane soldato, armato fino ai denti e ben equipaggiato, ha mirato Omar, che era lì in piedi, con i vestiti logori e le pietre in mano, e ha deciso di sparargli. Un giovane soldato in una mattina invernale di sole ha sentito il bisogno di uccidere un uomo della sua stessa età che probabilmente ha considerato non tanto importante. Sapeva che questo atto non gli avrebbe mai procurato alcuna conseguenza. Che non avrebbe dovuto giustificarsi con nessuno. Perché si trattava di un palestinese che non ha diritti e la cui vita non conta.
27 febbraio 2011
Cinque voci, otto assassinii e una bomba
Di Silvia Todeschini - Libera Palestina
Il luogo esatto dove è morto Yasser Qudaih |
Khuza'a è un villaggio nella parte sud della striscia di Gaza, sotto il governatorato di Khan Younis. Ci sono circa 12mila abitanti, il centro è a poco più di un chilometro dal confine israeliano e le limitazioni di movimento create dalle forze di occupazione sono notevoli. Il fatto che sto per raccontare si svolge a Khuza'a, il 13 gennaio 2009, durante l'attacco genocida e terrorista di Israele detto “piombo fuso”. Non è l'unico episodio riferito a questo villaggio, e certamente non è nemmeno il più tremendo di quel periodo, ma vale la pena raccontarlo.
I personaggi narranti sono cinque diversi abitanti, tre donne e due uomini, che direttamente o indirettamente hanno vissuto quel momento.el
16 febbraio 2011
Essere contadini a Gaza
“Chi semina buon grano, ha poi buon pane”, recita il proverbio. Ma per avere un buon pane, cioè un buon raccolto, è necessario prima di tutto poter accedere alla propria terra, è necessario che le forze di occupazione non lo impediscano sparandoti contro. È necessario poter irrigare, è necessario che l'esercito israeliano non bombardi il pozzo che usi per raccogliere l'acqua. È necessario, inoltre, che non arrivino bulldozer, scortati da carri armati, a distruggere quanto è stato seminato.
Jaber è magro e non molto alto, ha la carnagione abbronzata, zigomi sporgenti e mani callose. Parla poco, è paziente Jaber, ma anche molto deciso. Viene da una famiglia di agricoltori, ha 45 anni, e da quando ne aveva sei aiutava suo padre a prendersi cura dei mandorli. Il terreno che coltiva si trova tra i 300 e i 500 metri dal confine, e lavora nell'incertezza di poter vedere i frutti della sua terra. Cinque anni fa le forze di occupazione hanno dato fuoco al suo campo di grano al momento del raccolto, mandando in fumo il lavoro e gli investimenti di un anno.
11 febbraio 2011
RESA TOTALE
Le “carte palestinesi” pubblicate questa settimana (24.01.2011, N.d.e.) da Al-Jazeera, confermano fino al più piccolo dettaglio quello che molti palestinesi sospettavano da molto tempo: i loro leader stavano collaborando nel modo più vergognoso con Israele e gli Stati Uniti.
Il loro servilismo è descritto con grandi dettagli. Il processo, anche se pochi lo accettano in questo momento, è cominciato con i tanto decantanti Accordi di Oslo, descritti da Edward Said a LRB come una “Versailles palestinese”. Anche lui stesso si era sorpreso della grandiosità con la quale i leader dell' OLP erano disposti a consegnare virtualmente tutto, tranne i loro stipendi. La loro debolezza, incompetenza e vigliaccheria sono adesso di dominio pubblico.
Adesso sappiamo che la resa fu totale, ma anche così i signori di Israele si sono rifiutati di firmare un accordo ed i loro amici della stampa hanno incolpato i palestinesi di essere troppo difficili.
4 gennaio 2011
La scoperta di grandi riserve di gas provoca frenesia in Israele
N.d.E. Michel Chossudovsky, 30 dicembre 2010 Richiamiamo l’attenzione dei nostri lettori su un articolo sul WSJ concentrato sulle riserve di gas offshore in Israele. Ciò che l’articolo non dice è il problema della proprietà israeliana e palestinese di queste riserve. A questo proposito, l’invasione militare nella striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano dalla fine del 2008 è in diretto rapporto con il controllo e la proprietà delle riserve di gas offshore strategiche. Un grande segmento di queste riserve di gas si trova di fronte alla costa di Gaza. Le riserve di Gaza sono contigue a quelle di Israele. (Vedi Michel Chossudovsky, War and Natural Gas, The Israeli Invasion of Gaza, http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=11680, January 2009).
L’occupazione militare a Gaza si proponeva trasferire la sovranità dei giacimenti di gas verso Israele violando il diritto internazionale.
Come suggerito da Ilan Pappe, Tel Aviv sta valutando ora il lancio di un’altra operazione militare contro Gaza. (vedi The Drums of War Are Heard Again In Israel , 30.12.2010).
L’agenda occulta è la confisca totale dei giacimenti palestinesi (vedi le mappe qui sotto) di gas e la dichiarazione unilaterale della sovranità di Israele sulle aree marittime di Gaza. Questo sarebbe stato attuato attraverso l’integrazione delle riserve contigue di gas di Gaza con quelle israeliane. Si contempla la militarizzazione di tutto il litorale di Gaza, che è strategico per Israele.
9 dicembre 2010
Che Obama restituisca i diritti ai palestinesi
Le politiche del Presidente statunitense Barack Obama possono essere per i palestinesi le più lesive fino ad ora nella loro storia, superando anche le politiche di destra del Presidente George W. Bush. Anche coloro che hanno messo in guardia contro il palese ottimismo che ha accompagnato l'arrivo di Obama alla Casa Bianca devono sentirsi adesso sorpresi vedendo quanto in basso è sceso il presidente Usa per placare Israele, il tutto sotto la logica pericolosa di dover mantenere il processo di pace in movimento e andare avanti.
di Ramzy Baroud
di Ramzy Baroud
L’ex diplomatico incaricato della pace in Medio Oriente, Aaron David Miller, ha spiegato nel Foreign Policy che “qualsiasi avanzamento che si verifica nel mondo estremamente doloroso dei negoziati arabo-israeliani è importante”. ha affermato inoltre: “Il governo di Obama merita un grande riconoscimento nel tenere gli israeliani, i palestinesi e gli stati arabi a bordo durante alcuni momenti molto difficili. Il Presidente degli USA si è fatto carico di questo problema e non è disposto a darsi per vinto, un requisito fondamentale per il successo”.
Ma, a quale prezzo, Miller? E non pensa che il successo di una delle parti può significare anche un altro fallimento totale per l’altra?
26 novembre 2010
ISRAELE HA INIZIATO LA COSTRUZIONE DI UN ALTRO MURO
Israele costruisce un altro muro: Quelli che alzavano la voce contro il “muro di Berlino” oggi sono in silenzio….
Attualmente esistono muri in vari paesi: Israele ne ha due, gli Stati Uniti nel loro confine con il Messico ne hanno un altro, ci sono muri in Argentina tra ricchi e poveri….
Israele ha cominciato a costruire un nuovo muro oggi, di 240 km, lungo la frontiera con l’Egitto, adducendo il bisogno di evitare l’entrata nel paese di cittadini africani in cerca di lavoro.
“La crescente infiltrazione” in Israele di africani provenienti dal Sinai in cerca di lavoro rappresenta un “pericolo demografico esistenziale” per lo stato ebraico, ha affermato oggi il ministro degli Interni, Ely Yishai (Shas), durante un dibattito in parlamento, precisamente il giorno in cui gli scavatori hanno cominciato i lavori di costruzione nella frontiera con l’Egitto di un’imponente barriera.
16 ottobre 2010
ISRAELE: L'Affare più Costoso della sua Storia per aquistare "Aerei Invisibili"
L'ex capo della Forza Aerea militare israeliana, Eitan Ben Eliahu, giustifica l'acquisto di armi più costoso nei 62 anni di storia del paese, assicurando che rafforza la "capacità di dissuasione e di superiorità aerea" di Israele.
Il caccia F-35, è invisibile nel cielo, ma ben visibile sulla fattura."Il caccia sarà in servizio per 30 o 40 anni. Por estos y otros motivos, no se trata de una inversión tan cara como parece,” agregó. Per questi ed altri motivi, non si tratta di un investimento tanto costoso come sembra" ha detto.
Un pilota di riserva ammette che "è il sogno di ogni pilota. Capisco che molti criticano il prezzo, ma avere uno di questi dispositivi garantisce la superiorità tecnologica sulla quale si basa in parte l'esistenza di Israele".
9 settembre 2010
IL COLONIALISMO MILITARE D'ISRAELE SULL'EUROPA
La demenziale campagna promossa dai giornali di un Presidente del Consiglio in delirio vendicativo, ha sortito il prevedibile effetto di trasformare Gianfranco Fini in un eroe mediatico, che ha riscosso incredibili quote di ascolto nella diretta del suo discorso di Mirabello, teletrasmesso su Sky e su La7. Che la storia dell'appartamento di Montecarlo e del cognato del presidente della Camera potessero indignare un uditorio assuefatto alle corruzioni di giudici e testimoni - ed alle frequentazioni mafiose - del Presidente del Consiglio, costituisce un'ennesima prova del dilettantismo di Berlusconi e del suo entourage, che, nell'intento di liquidare un avversario interno, gli hanno conferito addirittura una "statura di statista".
Da mesi Berlusconi è impegnato in una gara di servilismo con Fini per cercare di ingraziarsi i poteri sovranazionali, nella speranza di convincerli a continuare ad appoggiarlo. Qualcuno ricorderà le dichiarazioni di Berlusconi nel suo viaggio in Israele nei primi giorni del febbraio ultimo scorso, quando, dopo aver ringraziato Israele di esistere, il Presidente del Consiglio, unico fra gli esponenti politici "occidentali", si lanciò in una celebrazione entusiastica dell'operazione "Piombo Fuso", il martirio di Gaza della fine del 2008. Poi Berlusconi si esibì anche in attacchi all'Iran ed all'ENI, colpevole di continuare ad investire nello stesso Iran. Non contento di questa ed altre piaggerie, Berlusconi rilanciò anche la vecchia proposta Pannella-Bonino di invitare Israele a far parte dell'Unione Europea
19 luglio 2010
ISRAELE PREPARA IL TERRENO PER UCCIDERE CON UN COMANDO A DISTANZA
Si chiama Avvistare e Sparare. Le operatrici sono sedute di fronte ad un monitor dal quale possono controllare l’azione attraverso un comando simile a quelli della PlayStation.
L’obiettivo: uccidere.
Guidato da: giovani donne che prestano servizio nell'esercito israeliano.
Di Jonathan Cook
Avvistare e Sparare, come lo chiama l’esercito israeliano, può sembrare un video-gioco, ma le figure che appaiono sullo schermo sono persone in carne ed ossa - palestinesi di Gaza- che possono essere uccisi schiacciando un bottone del telecomando.
Alcune donne soldato, che si trovano molto lontano in una sala di operazioni, sono responsabili d’individuare il bersaglio e di sparare, con armi, attraverso il telecomando, che sono collocate nelle torri di controllo a pochi metri lungo la recinzione elettrica che circonda Gaza.
14 giugno 2010
L' Unione Europea Censura La Voce di Hamas
La Commissione europea ha deciso improvvisamente che la televisione di Hamas, Al Aqsa TV, va in onda attraverso Eutelsat, con sede in Francia e ha pertanto chiesto alle autorità francesi di interrompere nel più breve tempo possibile la messa in onda del canale TV.
Al Aqsa Tv sta divulgando il punto di vista della popolazione della Striscia di Gaza sull'attacco pirata da parte di Israele contro la Flottiglia della Libertà, che per la Commissione europea è una forma di «incitamento all'odio».
Nel periodo 2003-2006, Israele ha mobilitato la sua influenza in Europa e negli Stati Uniti per impedire la diffusione della televisione di Hezbollah, Al Manar, prima di attaccare il Libano.
12 giugno 2010
NOAM CHOMSKY: «LA VERITA' E IL POTERE»
Chomsky è stato a Parigi, a fine maggio, invitato da Le Monde Diplomatique e il College de France.
Ha persentato il suo nuovo libro: “Hopes and Prospects”, nel quale fa una raccolta dei suoi articoli sull' America Latina, USA, Medio Oriente e Israele.
Al Ahram Weekly è riuscito a parlare con Chomsky nonostante i tempi strettissimi del professionista in linguistica e filosofia. Quanto segue è un riassunto dell’intervista nella quale Chomsky ha dato la sua opinione sulla situazione attuale in Medio Oriente e sulla politica statunitense verso Israele, Palestina e la regione a livello globale. (Rissunto dell'introduzione, NdT)
Potrei chiederle una dichiarazione sull’attacco di Israele di questa settimana alla Freedom Flotilla mentre si trovava in acque internazionali verso Gaza?
Sequestrare navi in acque internazionali e uccidere passeggeri è, senza dubbio, un crimine molto grave. Gli editori del Guardian di Londra hanno ragione quando dicono: “Se un gruppo armato di pirati somali avesse preso ieri sei navi in alto mare, uccidendo almeno 10 passeggeri e ferendone molti altri, una forza della NATO già oggi si dirigerebbe verso le coste somale”.
3 giugno 2010
MASSACRO ISRAELIANO: OPERAZIONE STRATEGICA STUDIATA
CAUSE ED EFFETI: IL PERCHE' DEL NUOVO MASSACRO ISRAELIANO
Né “errore” né “sbaglio” né “pazzia”: Operazione strategica studiata. Paralizzare la negoziazione con i palestinesi, destabilizzare la politica di Obama con il mondo musulmano, rompere la sua strategia “negoziatrice” in Medio Oriente, complicare l’alleanza strategica di Washington con la Turchia, motorizzare il fallimento delle negoziazioni diplomatiche sul programma nucleare iraniano all' ONU e accellerare un risultato militare USA-Israele contro l’Iran, Siria, Libano e Gaza, sono gli obiettivi centrali che hanno guidato l' operazione di sterminio militare di Israele contro la flotta internazionale solidale con Gaza.
Di Manuel Freytas
Di Manuel Freytas
La stampa internazionale del sistema concorda in una valutazione: L’operazione militare d’Israele contro la Freedom Flotilla ha complicato la politica regionale della Casa Bianca su tre fronti: le negoziazioni di pace con i palestinesi, la relazione con gli alleati arabi, e l’alleanza strategica con la Turchia.
1 giugno 2010
Il Giornale: “Israele ha fatto bene a sparare”
di Italo Romano
Oltre la Coltre
Oltre la Coltre
Siamo ai confini della realtà. I fatti sono capovolti. La lingua e le parole sono adattate alle versioni di parte. E’ il bispensiero, la neolingua profetizzata da George Orwell, nel suo mitico romanzo “1984“.
“La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza“.
“La guerra è pace. La libertà è schiavitù. L’ignoranza è forza“.
E’ inaccettabile che un giornale finanziato dallo Stato, che si definisce democratico, titoli “Israele ha fatto bene a sparare“. E’ questo, come potete ammirare in foto, l’agghiacciante titolone de Il Giornale dell’1 Giugno 2010. E’ un palese atto di difesa del padrone. Il messaggio è arrivato chiaro e forte, con Israele sempre e comunque. Il paese con la stella a cinque punte è sopra le parti. Non è giudicabile con nessun codice legislativo o etico da noi conosciuto. Merita un trattamento speciale, aprioristicamente e acriticamente, ovvero fideisticamente. Il padrone è il padrone.
Prima la carneficina poi il rapimento
Di Marco Cedolin
Dopo essersi completamente disinteressati della missione umanitaria diretta a Gaza, fino al momento in cui a massacro compiuto sarebbe stato impossibile ignorare l'accaduto, tutti i rappresentanti politici ed istituzionali italiani ed internazionali stanno prendendo coscienza della tragedia, facendo seguire al proprio "risveglio" qualche messaggio poco convinto d'indignazione, commisto ad ipocrite scene di stupore e costernazione.
Qualcuno, come la Spagna e la Grecia, ostentando maggiori dosi di coraggio, ha perfino avuto l'ardire di convocare l'ambasciatore israeliano per chiarimenti. Altri, come le Nazioni Unite e il ministro Frattini, che con il coraggio hanno assai poca dimestichezza, invocano in queste ore un'inchiesta che chiarisca l'accaduto, dal momento che non é loro chiara la dinamica dei fatti.
Qualcuno, come la Spagna e la Grecia, ostentando maggiori dosi di coraggio, ha perfino avuto l'ardire di convocare l'ambasciatore israeliano per chiarimenti. Altri, come le Nazioni Unite e il ministro Frattini, che con il coraggio hanno assai poca dimestichezza, invocano in queste ore un'inchiesta che chiarisca l'accaduto, dal momento che non é loro chiara la dinamica dei fatti.
17 maggio 2010
Israele Nega l'accesso in Cisgiordania a Noam Chomsky
Israele ha impedito oggi (16/05/2010, Ndt)) l'accesso al territorio della Cisgiordania al professor Noam Chomsky, che aveva programmato una conferenza per domani presso l' Università di Bir Zeit a Ramallah, ha riferito l'edizione online del quotidiano "Haaretz".
Il famoso linguista e filosofo, conosciuto per le sue posizioni anarchiche, critico con Stati Uniti e Israele, aveva l'intenzione di attraversare oggi la frontiera di Allenby, tra la Giordania e il territorio palestinese della Cisjordania, controllato dalle autorità portuali israeliane e non hanno autorizzato l'accesso.
Il famoso linguista e filosofo, conosciuto per le sue posizioni anarchiche, critico con Stati Uniti e Israele, aveva l'intenzione di attraversare oggi la frontiera di Allenby, tra la Giordania e il territorio palestinese della Cisjordania, controllato dalle autorità portuali israeliane e non hanno autorizzato l'accesso.
13 marzo 2010
DIRITTI UMANI PRET A PORTER
di Alessia Lai
Giovedì il dipartimento di Stato Usa ha snocciolato il consueto papello d’accusa contro i regimi nemici. La scusa: il rispetto dei diritti umani. Come ogni anno Washington ha stilato il rapporto nel quale stavolta viene messo in evidenza che, tra i 194 paesi analizzati, la Cina e l’Iran detengono il record di abusi nei confronti dei diritti dell’uomo. Ma il dito a stelle e strisce viene puntato anche su Cuba e Venezuela in America Latina. Sulla Corea del Nord, la Russia, e contro il Sudan, il Congo e la Nigeria in Africa.
In pratica gli stessi Paesi già messi all’indice nel 2009 e che, a ben vedere, disegnano la mappa strategica dei nemici statunitensi: tutti Paesi ricchi di risorse negate agli Usa da governi poco accondiscendenti o nazioni rivali per il loro ruolo geopolitico.
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