Ma non vale la pena elogiare su questo punto. Rispettare lo status riconosciuto a livello internazionale di Gerusalemme è un impegno legalmente vincolante per il diritto internazionale. Il fatto che gli Stati Uniti abbiano scelto di violare la legge difficilmente rende l'atto opposto eroico in sé.
Visualizzazione post con etichetta Occupazione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Occupazione. Mostra tutti i post
18 dicembre 2018
L'altra faccia di Justin Trudeau:I palestinesi sono i nuovi ebrei del Canada?
Come si spiega la contraddittoria politica estera del Canada nei confronti della Palestina e di Israele? Il 4 dicembre, il Segretario Generale dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), Saeb Erekat, ha elogiato l'impegno del Canada nel non seguire le orme dell'amministrazione statunitense di Donald Trump trasferendo la sua ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme.
Ma non vale la pena elogiare su questo punto. Rispettare lo status riconosciuto a livello internazionale di Gerusalemme è un impegno legalmente vincolante per il diritto internazionale. Il fatto che gli Stati Uniti abbiano scelto di violare la legge difficilmente rende l'atto opposto eroico in sé.
Ma non vale la pena elogiare su questo punto. Rispettare lo status riconosciuto a livello internazionale di Gerusalemme è un impegno legalmente vincolante per il diritto internazionale. Il fatto che gli Stati Uniti abbiano scelto di violare la legge difficilmente rende l'atto opposto eroico in sé.
Solo cinque giorni prima, il 30 novembre, il Canada si è unito a una piccola minoranza di stati, tra cui Israele, Stati Uniti, Australia e Isole Marshall per votare "no" contro una risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA) intitolata "Peaceful Settlement on the Question of Palestine”.
5 dicembre 2018
La CNN licenzia un suo collaboratore per un intervento all'ONU in favore della Palestina
La CNN ha licenziato il suo collaboratore, il docente universitario Marc Lamont Hill dopo un discorso pronunciato su Israele e Palestina alle Nazioni Unite.
Un portavoce della CNN ha confermato che Hill non è più sotto contratto. L'emittente non ha dato una spiegazione, ma la decisione di licenziarlo è arrivata tra le obiezioni al discorso di Hill da parte della Anti-Defamation League (ADL) e di altri gruppi pro Israele.
Un portavoce della CNN ha confermato che Hill non è più sotto contratto. L'emittente non ha dato una spiegazione, ma la decisione di licenziarlo è arrivata tra le obiezioni al discorso di Hill da parte della Anti-Defamation League (ADL) e di altri gruppi pro Israele.
29 novembre 2018
“La capitale della Palestina è Gerusalemme”
“La Palestina è l’ultima delle province della Siria verso l’Egitto. La sua capitale è Gerusalemme“. Così scriveva nel tredicesimo secolo il biografo e geografo arabo Yaqut al-Hamawi nel suo “Mu’jam al-buldan“, cioè “dizionario dei paesi”, citato nel 1890 dallo storico britannico Guy le Strange in “Palestine Under the Moslems: A Description of Syria and the Holy Land from A.D. 650 to 1500″.
Oggi lo status della città di Gerusalemme è controverso. C’è chi la considera “capitale indivisibile ed eterna dello Stato ebraico” (come ha di recente riconosciuto ufficialmente Donald Trump), chi vede in essa la capitale del bantustanizzato Stato di Palestina, e chi vorrebbe l’attuazione della risoluzione n.181/1947 delle Nazioni Unite secondo cui Gerusalemme sarebbe dovuta essere un corpus separatum sotto l’amministrazione delle NU.
Oggi lo status della città di Gerusalemme è controverso. C’è chi la considera “capitale indivisibile ed eterna dello Stato ebraico” (come ha di recente riconosciuto ufficialmente Donald Trump), chi vede in essa la capitale del bantustanizzato Stato di Palestina, e chi vorrebbe l’attuazione della risoluzione n.181/1947 delle Nazioni Unite secondo cui Gerusalemme sarebbe dovuta essere un corpus separatum sotto l’amministrazione delle NU.
29 settembre 2018
Chi diavolo siamo? A proposito della legge che definisce Israele uno 'Stato-nazione del popolo ebraico'
Uri Avnery (10.09.1923 - 20.08.2018)
con Arafat (1929-2004)
|
Anni fa, ho avuto una discussione amichevole con Ariel Sharon.
Gli dissi: "Sono prima di tutto un israeliano e poi un ebreo. "
Punto sul vivo, rispose: "Io sono prima ebreo e solo dopo israeliano!"
26 settembre 2018
Perché Israele demolisce: Khan Al-Ahmar come rappresentazione di un genocidio più vasto
Come avvoltoi, i soldati israeliani sono calati su Khan Al-Ahmar il 14 settembre, ricreando una scena sinistra con la quale gli abitanti di questo piccolo villaggio palestinese, situato a est di Gerusalemme, sono fin troppo familiari.
La posizione strategica di Khan Al-Ahmar fa sì che la storia che sta alle spalle dell’imminente demolizione israeliana del pacifico villaggio sia unica fra le distruzioni di case e vite palestinesi in tutta Gaza assediata e nella Cisgiordania occupata.
La posizione strategica di Khan Al-Ahmar fa sì che la storia che sta alle spalle dell’imminente demolizione israeliana del pacifico villaggio sia unica fra le distruzioni di case e vite palestinesi in tutta Gaza assediata e nella Cisgiordania occupata.
Nel corso degli anni, Khan Al-Ahmar, una volta parte di un vasto e continuo paesaggio palestinese, è risultato sempre più isolato. Decenni di colonizzazione israeliana di Gerusalemme Est e della Cisgiordania hanno lasciato Khan Al-Ahmar intrappolato tra massicci progetti coloniali israeliani in grande espansione: tra gli altri Ma’ale Adumim e Kfar Adumin.
Lo sfortunato villaggio, l’adiacente scuola e i suoi 173 residenti sono l’ultimo ostacolo al progetto ‘E1 Zone’, un piano israeliano che mira a collegare le colonie ebraiche illegali della Gerusalemme Est occupata con Gerusalemme Ovest, tagliando così del tutto fuori Gerusalemme Est dalle adiacenti aree palestinesi in Cisgiordania.
1 settembre 2018
Norman Finkelstein: "Israele non ha il diritto di difendersi da Gaza"
Secondo la legge internazionale, qualsiasi tipo di uso della forza a Gaza è proibito a Israele in qualsiasi circostanza.
Dal 30 marzo 2018, quando sono iniziate le manifestazioni in gran parte nonviolente a Gaza, la comunità internazionale ha condannato con forza gli attacchi armati israeliani.
Una risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite "ha deplorato ogni uso eccessivo, sproporzionato e indiscriminato della forza da parte delle forze israeliane contro i civili palestinesi", mentre il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha denunciato "l'uso sproporzionato e indiscriminato della forza". Dopo che i cecchini israeliani hanno ucciso Razan al-Najjar, un paramedico palestinese disarmato di 21 anni; il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente ha avvertito Israele che "doveva calibrare il suo uso della forza".
Dal 30 marzo 2018, quando sono iniziate le manifestazioni in gran parte nonviolente a Gaza, la comunità internazionale ha condannato con forza gli attacchi armati israeliani.
Una risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite "ha deplorato ogni uso eccessivo, sproporzionato e indiscriminato della forza da parte delle forze israeliane contro i civili palestinesi", mentre il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha denunciato "l'uso sproporzionato e indiscriminato della forza". Dopo che i cecchini israeliani hanno ucciso Razan al-Najjar, un paramedico palestinese disarmato di 21 anni; il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente ha avvertito Israele che "doveva calibrare il suo uso della forza".
25 luglio 2018
L'Irlanda adotta una legge che vieta l'importazione di prodotti israeliani dai territori palestinesi occupati
Lo scorso 11 luglio il Senato irlandese ha adottato una legge che vieta la commercializzazione in Irlanda di prodotti israeliani provenienti dai territori palestinesi occupati (vedere la nota del Guardian e il testo completo della legge adottata).
Per il senatore che propone questa iniziativa, "Il disegno di legge mira a vietare l'importazione e la vendita di beni, servizi e risorse naturali originati da insediamenti illegali nei territori occupati, tali insediamenti sono illegali sia in base al diritto internazionale umanitario che nazionale irlandese, e si traducono in violazioni dei diritti umani sul terreno. Nonostante ciò, l'Irlanda fornisce un sostegno economico continuo attraverso il commercio di merci degli insediamenti" (si veda la dichiarazione data prima della votazione sul testo).
Per il senatore che propone questa iniziativa, "Il disegno di legge mira a vietare l'importazione e la vendita di beni, servizi e risorse naturali originati da insediamenti illegali nei territori occupati, tali insediamenti sono illegali sia in base al diritto internazionale umanitario che nazionale irlandese, e si traducono in violazioni dei diritti umani sul terreno. Nonostante ciò, l'Irlanda fornisce un sostegno economico continuo attraverso il commercio di merci degli insediamenti" (si veda la dichiarazione data prima della votazione sul testo).
16 luglio 2018
Una legge che dice la verità su Israele
La legge dello stato-nazione lo rende chiaro. Israele è solo per ebrei, scritto nero su bianco. È più facile per tutti in questo modo.
La Knesset sta per emettere una delle sue leggi più importanti e quella più in linea con la realtà. La legge dello stato-nazione metterà fine al vago nazionalismo di Israele e presenterà il sionismo così com'è. La legge metterà anche fine alla farsa che Israele sia "ebraico e democratico", una combinazione che non è mai esistita e non potrebbe mai esistere a causa della contraddizione intrinseca tra i due valori che non possono essere conciliati, se non con l'inganno.
Se lo Stato è ebraico non può essere democratico a causa della mancanza di uguaglianza, se è democratico non può essere ebraico perché una democrazia non concede privilegi basati sull'etnia. Così ora la Knesset ha deciso: Israele è ebraico. Israele sta dichiarando che è lo stato-nazione del popolo ebraico, non uno stato dei suoi cittadini, non è uno stato dei due popoli che vivono al suo interno e quindi ha cessato di essere una democrazia egualitaria, non solo nella pratica, ma anche nella teoria. Ecco perché questa legge è così importante. È una legge sulla verità.
La Knesset sta per emettere una delle sue leggi più importanti e quella più in linea con la realtà. La legge dello stato-nazione metterà fine al vago nazionalismo di Israele e presenterà il sionismo così com'è. La legge metterà anche fine alla farsa che Israele sia "ebraico e democratico", una combinazione che non è mai esistita e non potrebbe mai esistere a causa della contraddizione intrinseca tra i due valori che non possono essere conciliati, se non con l'inganno.
Se lo Stato è ebraico non può essere democratico a causa della mancanza di uguaglianza, se è democratico non può essere ebraico perché una democrazia non concede privilegi basati sull'etnia. Così ora la Knesset ha deciso: Israele è ebraico. Israele sta dichiarando che è lo stato-nazione del popolo ebraico, non uno stato dei suoi cittadini, non è uno stato dei due popoli che vivono al suo interno e quindi ha cessato di essere una democrazia egualitaria, non solo nella pratica, ma anche nella teoria. Ecco perché questa legge è così importante. È una legge sulla verità.
27 giugno 2018
Israele fa pressione su sobborgo francese per rimuovere cartello stradale intitolato alla Nakba
Sotto pressione israeliana, un sobborgo francese oggi ha rimosso un cartello stradale che commemorava la Nakba
Il sindaco di Bezons, un sobborgo nord-occidentale di Parigi, lunedì aveva inaugurato la targa “Viale della Nakba”per commemorare il 70° anniversario della Nakba. La placca è stata rimossa solo poche ore dopo la sua installazione a seguito di una richiesta da parte di un alto funzionario della regione, che ha affermato che potrebbe “disturbare seriamente l’ordine pubblico”, secondo quanto riportato da PressTV.
25 giugno 2018
Felicia Langer, sopravvissuta all'Olocausto e avvocato per i diritti dei palestinesi, muore in esilio a 87 anni
Felicia Langer ha combattuto, prima in Israele, poi in Germania, per l'applicazione del diritto internazionale da cui Israele si è escluso.
Non l'ho mai incontrata, l'ho chiamata solo due o tre volte al suo luogo di esilio, ma ricordo bene cosa fosse per me e per gran parte della mia generazione nella nostra gioventù sottoposta al lavaggio del cervello: un simbolo di odio per Israele, un nemico pubblico, una traditrice insultata e respinta. È così che ci è stato insegnato a considerare lei e alcuni altri primi dissidenti, e non ci siamo interrogati e non ci siamo preoccupati del perché.
Oggi, a 87 anni, è morta in esilio; la sua immagine brilla nei miei occhi attraverso la distanza del tempo e dello spazio. Felicia Langer, che è morta giovedì in Germania, era un'eroina, una pioniera e una donna di coscienza. Lei e alcuni dei suoi alleati non hanno mai ottenuto il riconoscimento che meritavano: e certamente non lo avranno mai.
9 maggio 2018
"Cari occupanti, scusate se abbiamo ferito i vostri sentimenti"
Nessuno statista istraeliano intende scusarsi per la Nabka, nè per la pulizia etnica, nè per l’esilio. Ma Abbas non aveva altra scelta che scusarsi per la sua osservazione circa l’Olocausto.
È difficile immaginare uno scenario più assurdo di questo: il leader palestinese costretto a scusarsi col popolo ebraico. Praticamente è come se il derubato si scusasse col ladro.
D’altra parte, però, gli occupanti sono così sensibili – ed i loro sentimenti, solo i loro, devono essere presi in considerazione. Un paese che non ha mai smesso di occupare, distruggere ed uccidere – senza peraltro mai scusarsi – chiede alle sue vittime di scusarsi per una semplice frase del loro leader. Il resto è noto: “scuse non accettate”. Cosa pensavate che sarebbe successo? Che le avrebbero “accettate”?
8 maggio 2018
I Gandhi di Gaza: Gaza sanguina in solitudine mentre "liberali" e "progressisti" tacciono
Venerdì scorso [27 aprile], altri tre palestinesi sono stati uccisi e 661 sono rimasti feriti quando decine di migliaia di abitanti di Gaza hanno insistito nelle loro proteste, quasi sempre nonviolente, al confine tra Gaza e Israele.
Anche se il conto delle vittime continua ad aumentare - 45 morti e oltre 5.500 feriti - il silenzio assordante che li circonda non è esattamente attenuato. Significativamente molti di coloro che hanno sempre rimproverato ai palestinesi di usare la resistenza armata contro l'occupazione israeliana non appaiono ora, mentre bambini, giornalisti, donne e uomini sono presi di mira dalle centinaia di cecchini israeliani che puntano il confine di Gaza.
Anche se il conto delle vittime continua ad aumentare - 45 morti e oltre 5.500 feriti - il silenzio assordante che li circonda non è esattamente attenuato. Significativamente molti di coloro che hanno sempre rimproverato ai palestinesi di usare la resistenza armata contro l'occupazione israeliana non appaiono ora, mentre bambini, giornalisti, donne e uomini sono presi di mira dalle centinaia di cecchini israeliani che puntano il confine di Gaza.
I funzionari israeliani sono irremovibili. Personaggi come il Ministro della Difesa, Avigdor Lieberman, percepiscono la loro guerra contro i dimostranti disarmati come una guerra contro i terroristi. Credono che "a Gaza non ci sono innocenti".
29 aprile 2018
885 feriti e 3 martiri. Oggi, l'ennesima strage (censurata) del regime d'Israele contro il popolo palestinese
Ennesimo venerdì della Great Return March a Gaza. Ennesimo venerdì di sangue
Per il quinto venerdì di seguito, i palestinesi della Striscia di Gaza, hanno dato vita alla Great Return March, una serie di marce, sit in e veglie, che andranno avanti fino al 15 maggio, volte a ricordare ad Israele ed al mondo intero che esistono. E resistono. E chiedono, pacificamente, e dopo 70 anni, l'applicazione della Risoluzione ONU 194 che prevede il diritto al ritorno di ogni palestinese espulso da Israele, nella propria terra. Mi preme ricordare, come ogni venerdì, che non c'è nessuna fazione politica, dietro queste iniziative. Che nascono invece da una spinta solo e tutta popolare, indipendentemente dall'appartenenza politica. Più precisamente, le iniziative sono state messe in campo dal Coordinating Committee of the March of Return (Comitato di Coordinamento della Marcia di Ritorno) che, in una dichiarazione, ha affermato che i profughi palestinesi sono pronti ad intraprendere delle marce pacifiche verso Israele per tornare alle loro case in conformità con le risoluzioni internazionali, come già riportato.
14 febbraio 2018
"Morte a Ahed Tamimi": Coloni israeliani vandalizzano Nabi Saleh
Da quando il villaggio ha iniziato le sue proteste settimanali contro l’occupazione israeliana nel 2009, gli attacchi dei coloni residenti ad Halamish sono aumentati, con centinaia di ulivi di Nabi Saleh bruciati e distrutti dai coloni.
Betlemme, Cisgiordania occupata – Giovedì notte, quando i residenti di Nabi Saleh nella Cisgiordania occupata erano profondamente addormentati nelle loro case, coloni israeliani si sono aggirati furtivamente per le strade del villaggio sporcando muri con graffiti di minacce contro l’attivista adolescente incarcerata Ahed Tamimi e la sua famiglia.
Alcuni dei graffiti recitano: “Morte a Ahed Tamimi”, “Non c’è posto in questo mondo per Ahed Tamimi” e un altro chiede che la famiglia Tamimi sia “cacciata dal Paese”.
Betlemme, Cisgiordania occupata – Giovedì notte, quando i residenti di Nabi Saleh nella Cisgiordania occupata erano profondamente addormentati nelle loro case, coloni israeliani si sono aggirati furtivamente per le strade del villaggio sporcando muri con graffiti di minacce contro l’attivista adolescente incarcerata Ahed Tamimi e la sua famiglia.
Alcuni dei graffiti recitano: “Morte a Ahed Tamimi”, “Non c’è posto in questo mondo per Ahed Tamimi” e un altro chiede che la famiglia Tamimi sia “cacciata dal Paese”.
16 gennaio 2018
Norman Finkelstein: Le molte menzogne perpetuate a proposito di Gaza
Israele rischia una possibile inchiesta da parte della Corte Penale Internazionale per crimini di guerra per il suo attacco del 2014 contro Gaza che uccise più 2.100 palestinesi, tra cui 500 bambini. Per saperne di più parliamo con Norman Finkelstein, autore del nuovo libro ‘Gaza: An Inquest into its Martyrdom’ [Gaza: un’indagine sul suo martirio]. E’ autore di molti altri libri, tra cui “L’industria dell’Olocausto: lo sfruttamento della sofferenza degli ebrei” e ‘Knowing Too Much: Why the American Jewish Romance with Israel Is Coming to an End’ [Sapere troppo: perché l’innamoramento degli ebrei statunitensi nei confronti di Israele sta arrivando alla fine].
Prima di cominciare a parlare più estesamente di Gaza volevo chiederti velocemente quali hai pensato siano state le motivazioni del presidente Trump nel riconoscere Gerusalemme come la capitale, dicendo che avrebbe trasferito l’ambasciata statunitense da Tel Aviv, la massica reazione presso le Nazioni Unite dopo il suo annuncio di tale riconoscimento, il prevalente voto contro gli Stati Uniti e gli Stati Uniti che hanno minacciato chi votava contro di loro.
4 gennaio 2018
Dissidenti in Iran e in Palestina: trova le differenze
Khalida Jarrar, membro del parlamento palestinese |
Dobbiamo chiamare le cose con il loro nome. I palestinesi e la manciata di israeliani che combattono l'occupazione sono dissidenti. Così dovrebbero essere chiamati. Sono dissidenti che si oppongono al regime. Sono dissidenti come chiunque si oppone a qualsiasi regime tirannico e meritano tanto rispetto e apprezzamento quanto ne abbiamo dato ai dissenzienti nel corso della storia, da Nelson Mandela ad Andrei Sakharov, da Lech Walesa a Natan Sharansky.
2 gennaio 2018
C'è solo una ragione per cui Ahed Tamimi rimane in prigione
"Siamo tutti Ahed" |
L'incidente è avvenuto durante la manifestazione settimanale nel villaggio di Nabi Saleh, un luogo in cui le autorità israeliane hanno progressivamente sottratto terra e risorse idriche a beneficio del vicino insediamento di Halamish.
Al-Tamimi è stato gravemente ferito dal proiettile di gomma che è penetrato nel suo cervello causando gravi lesioni. E' stato indotto in coma farmacologico dal quale dovrebbe riprendersi.
Un rapporto della NBC News sull'inchiesta insiste sul grave errore comunemente usato dalle forze israeliane per giustificare le sparatorie a bambini e adolescenti con questo tipo di munizioni: i proiettili rivestiti di gomma sono spesso usati per disperdere la folla. Sebbene non siano considerati letali, possono essere molto pericolosi.
Ma i proiettili di gomma sono letali. Feriscono, mutilano e uccidono abitualmente manifestanti palestinesi innocenti. Accettare la prospettiva israeliana su questo problema costituisce una negligenza giornalistica.
Labels:
Ahed Tamimi,
Colonialismo,
Democrazia,
Diritti,
Diritti Umani,
Donald Trump,
Gaza,
Israele,
Knesset,
Media,
Medio Oriente,
Occupazione,
Palestina,
Propaganda,
Razzismo,
Tortura,
Usa
11 novembre 2017
Uno sbadiglio: ecco come la maggior parte degli israeliani risponde al furto di terra
Ma per noi israeliani, questa questione retorica ha perso il suo potere di educare, imbarazzare e far vergognare. Il fatto che tanti israeliani siano coinvolti nel rapinare tanti palestinesi del loro sostentamento non si registra neppure nelle nostre basi demografiche che sono destinate a registrare solo furti agricoli, per esempio apparentemente perpetrati dai palestinesi.
23 marzo 2017
"Israele ha istituito un regime di apartheid": il rapporto delle Nazioni Unite che l'Onu non approva
"Riservato agli ebrei", Carlos Latuff |
Un nuovo rapporto delle Nazioni Unite accusa Israele di aver stabilito "un regime di apartheid che opprime e domina il popolo palestinese nel suo complesso".
La pubblicazione arriva nel mezzo di un nuovo dibattito sulla questione se, per la sua politica di colonizzazione e il suo rifiuto dell'autodeterminazione palestinese, il governo israeliano crea - o addirittura ha già creato - di fatto un "unico stato", che i critici considerano una forma di apartheid.
Sostenere la campagna BDS
Il rapporto esorta i governi a "sostenere le attività di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni [BDS]" e di "rispondere positivamente agli appelli di tali iniziative".
Il rapporto - le pratiche di Israele contro il popolo palestinese e la questione dell'apartheid - è stato commissionato e pubblicato dalla Commissione economica e sociale delle Nazioni Unite per l'Asia Occidentale (ESCWA) e pubblicato a Beirut.
John Reynolds, professore di diritto presso la National University of Ireland, Maynooth, ha detto ad Al Jazeera che il rapporto "apre nuove prospettive nel contesto dell'analisi della situazione in Palestina dalle Nazioni Unite".
15 aprile 2016
Israele: Il caso del soldato "A"
Su quest'incidente che sta scuotendo Israele sembra sia stato già detto, scritto, proclamato, affermato e negato tutto il possibile; tutto, salvo il punto principale.
L'incidente riguarda "il soldato di Hebron". La censura militare non consente che sia citato per nome, ma può essere chiamato "soldato A".Il fatto si è verificato nel settore Tel Rumaida della città occupata di Hebron, nella Sponda Sud-occidentale, dove un gruppo di coloni ultra-estremisti di destra vive in mezzo a 160.000 palestinesi ed è pesantemente protetto dall'esercito di Israele (il c.d. "glorioso Tsahal", n.d.t.). Ovviamente, abbondano le violenze.
Nel giorno in questione, due palestinesi locali, armati di coltelli, hanno attaccato alcuni soldati: entrambi gli assalitori sono stati immediatamente colpiti con armi da fuoco. Uno dei due è stato immediatamente ucciso, l'altro è rimasto al suolo, gravemente ferito.
Il posto era pieno di gente. Mentre i medici prestavano le cure ad un soldato ferito (ma non al palestinese), alcuni ufficiali e soldati stazionavano all'intorno assieme ad alcuni coloni.
Dopo sei minuti è comparso sulla scena il "soldato A". Ha osservato la scena per 4 minuti, poi si è avvicinato all'assalitore ferito e, a sangue freddo, lo ha ucciso sparandogli un colpo alla testa a bruciapelo. L'autopsia ha confermato che questo colpo ha causato la morte del palestinese.
Il posto era pieno di gente. Mentre i medici prestavano le cure ad un soldato ferito (ma non al palestinese), alcuni ufficiali e soldati stazionavano all'intorno assieme ad alcuni coloni.
Dopo sei minuti è comparso sulla scena il "soldato A". Ha osservato la scena per 4 minuti, poi si è avvicinato all'assalitore ferito e, a sangue freddo, lo ha ucciso sparandogli un colpo alla testa a bruciapelo. L'autopsia ha confermato che questo colpo ha causato la morte del palestinese.
Iscriviti a:
Post (Atom)