Le celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia sono
state, oltre che inutili, persino dannose perché hanno omesso come al solito di
ricordare all’opinione pubblica le accorate disillusioni
di alcuni dei più famosi eroi risorgimentali sull’esito del processo
unitario. Ricordiamone solo alcune. Nel mio post Il
giudizio di Garibaldi sull’Italia unita: il ritratto dell’Italia di oggi[1]
ho riportato il giudizio dell’”Eroe dei due Mondi” espresso nel 1880, e
riferito da Giordano Bruno Guerri nel suo libro Il sangue del Sud: «Tutt’altraItaliaiosognavonellamiavita, nonquesta miserabile
all’interno e umiliata all’estero e in preda alla parte peggiore della nazione».
Nel 1868, lo stesso Garibaldi, in una lettera a
Adelaide Cairoli, si era già espresso nel modo seguente:
«Gli oltraggi
subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di
non aver fatto male, nonostante ciò, non rifarei oggi la via dell’Italia
meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo
squallore e suscitato solo odio»[2].
Eminenti signori della Corte e
della Giuria, signor Giudice,
cercherò di esporre nella maniera
più succinta possibile le motivazioni dell’accusa a sostegno della colpevolezza
dell’imputato di questo immaginifico processo che viole anche sostanzialmente
rappresentate il punto d’avvio e d’appoggio dell’atto di accusa contro la
Seconda (?) Repubblica per tradimento della carta e dei valori costituzionali.
Nel corso del dibattimento la difesa
ha cercato di fuorviarvi più volte tentando di accreditare l’accusato come
persona sostanzialmente non informata sui fatti o, comunque, cercando di
sottolineare la sua funzione stabilizzatrice e di contenimento dei danni
causati da una classe dirigente viziata, vorace e corrotta e dall’arroganza di
insormontabili poteri internazionali.
Al contrario, l’accusa di questo
processo ha dimostrato, fornendo la più ampia gamma dei prove testimoniali e
documentarie, che, non solo l’imputato non può intendersi estraneo allo sfacelo
morale, civile, sociale, economico e culturale del paese, ma come, egli stesso,
si sia imposto come garante di quei Poteri – americani, NATO, Vaticano, alta
finanza, grande industria, potentati mediatici e consorterie massoniche e mafiose
assortite – che hanno imposto la loro ipoteca sul futuro dei cittadini. Sarebbe
troppo lungo e penoso rievocare alcune delle radici dei nostri problemi che
affondano nella Seconda Guerra Mondiale, quando gli Alleati angloamericani –
prevedendo la disfatta del nazifascismo – si ingegnarono per contenere le
spinte a sinistra nella Resistenza e nella società italiana stringendo le ben
note alleanze con le classi dirigenti finanziarie, industriali, agrarie, con i
poteri massonici di casa nostra e le ben note reti criminali ideate dalle mafie
delle due sponde dell’Atlantico. Non ci dilungheremo in questo senso, perché la
Storia si incaricherà di svelare i motivi per cui questo paese è precipitato
nella situazione di democrazia monca e a sovranità limitata,
Ma chi l’ha mia detto che “il crimine non paga” ? Se guardiamo alle narrazioni e alle grandi storie sulla mafia e sul gangsterismo raccontate da scrittori, saggisti e cineasti, parrebbe vero proprio il contrario… Indubitabilmente le mafie e la criminalità organizzata traggono immensi profitti da attività illecite sempre più gestite a livello globale come i grandi traffici di armi, droga, rifiuti tossici e radioattivi e – non ultimo – di esseri umani, così come da intraprese più tradizionali come il racket delle estorsioni e i lucrosi mercati degli appalti pubblici e, la “fiction” ispirata alle gesta dell’”alta criminalità” in qualche modo… ringrazia…
Nel corso di quest’ultimo decennio due fra i più clamorosi e importanti successi editoriali – che, per germinazione, hanno generato opere teatrali, fiction televisive e pellicole cinematografiche di uguale fortuna – hanno rappresentato il mondo feroce, violento e corrotto della criminalità organizzata italiana. Innanzitutto il “saggio – romanzo” o “romanzo – saggio” che tanta popolarità – e problemi – ha dato al giovane scrittore e giornalista Roberto Saviano, quel “Gomorra” che ritraeva l’allucinante universo della camorra casalese coniugando cronaca e finzione letteraria di sapore vagamente “pulp” così come piace ai fruitori più giovani e attenti alle tendenze. Meno riscontri e premi sono stati tributati al giudice Giancarlo De Cataldo per il suo “Romanzo criminale”,
Il processo di verità storica che da tempo sta squarciando il muro di oblìo eretto a difesa di una mistificata interpretazione delle vicende unitarie e post unitarie della nostra nazione, ha trovato nuovo e solidissimo impulso per merito di una pubblicazione scientifica edita da un’istituzione dall’indiscussa affidabilità quale la Banca d’Italia.
Se fino ad oggi si è potuto confutare, su basi storiografiche peraltro tutte da verificare, quanto asserito da chi, carte alla mano, mira a dimostrare come il presunto processo unitario si sia risolto nei fatti in una feroce e avvilente colonizzazione del Mezzogiorno, oggi scende in campo la Banca d’Italia, con il suo indiscusso prestigio, a sancire, sulla base di incontestabili analisi e dati statistici, la verità di fatti troppo a lungo vergognosamente manipolati.
Ebbene, a contraddire definitivamente un’ideologia mistificatrice della realtà di episodi che hanno costretto il Mezzogiorno ad una immeritata situazione d’inferiorità,
«Cari amici la soluzione del caso di Melania Rea è molto semplice: Salvatore Parolisi risulta essere legato alla filiale italiana del “Tempio di Set” che si trova a Napoli, setta fondata dal Tenente Colonnello Michael Aquino nel 1975, un esperto di altissimo livello di Psicologia Operativa legato al progetto Monarch del programma MK-ULTRA».
Questo è un estratto di una dichiarazione postata dal ricercatore ex Illuminato Leo Lyon Zagami su facebook e poi ripresa da numerosi siti internet e quotidiani on line in merito al noto omicidio di Carmela Rea detta Melania.
Ho chiesto subito ragguagli a Zagami che mi ha inviato un vecchio video del periodo in cui apparteneva ancora alla Loggia di Montecarlo e in cui constatava la pericolosità di Aquino, concludendo: «Andatevi a studiare la metodica e il lavoro di Aquino e vedrete che non sono solo speculazioni e mere affermazioni campate in aria. Purtroppo il segreto di stato in seguito tenderà a coprire certe verità, vista l’implicazione dei servizi segreti americani, ma i rituali descritti da Parolisi sono quelli in uso nel Tempio di Set e il fatto che abbiano la loro base operativa a Napoli e dintorni non depone di certo in loro favore. Questa informazione mi è stata data in maniera molto riservata anche da una fonte interna ai servizi segreti militari». Per ulteriori approfondimenti rimando alle opere di Zagami presto in pubblicazione anche in Italia.
In questa analisi in due parti, l’ex diplomatico e docente di scienze politiche Peter Dale Scott mostra come e per quali tappe successive dall’assassinio di John Kennedy, gli Stati Uniti si sono trovati in bilico nella situazione che il presidente Eisenhower temeva e da cui aveva messo in guardia i suoi concittadini. Dal 26 ottobre 2011, con l’instaurazione del Patriot Act, è lo Stato nascosto, una struttura segreta al di là dell’immagine democratica, che governa ormai il paese. Di Peter Dale Scott Réseau Voltaire
Il 22 novembre 1963 alle 13, JFK viene dichiarato ufficialmente morto. Alle 14.38 il vice-presidente Lindon B. Johnson presta giuramento nell’aereo presidenziale Air Force One. Al suo fianco Jacqueline Kennedy, che indossa ancora il suo vestito Chanel imbrattato del sangue di suo marito. In un’intervista che concederà qualche mese dopo l’assassinio allo storico Arthur Schlesinger Jr, lei esprime la sua idea che sia stato Johnson stesso ad aver orchestrato l’assassinio di suo marito insieme con alcune lobbies petrolifere del Texas. (foto)
“Sono cosciente che esiste la possibilità di instaurare una tirannia vera e propria negli Stati Uniti. Dobbiamo dunque assicurarci che l’agenzia (la National Security Agency) e tutte quelle che possiedono tali tecnologie operino in un contesto di legalità e sotto controllo appropriato, in modo che non si debba mai cadere in tale baratro. Cadervi dentro significherebbe non poter tornare indietro.” Senatore Frank Church (1975).
In questo articolo vado ad affrontare quattro avvenimenti importanti e tuttavia poco conosciuti: l’assassinio di John F. Kennedy, lo scandalo Watergate, l’Iran-Contra e l’11 settembre. Analizzerò questi avvenimenti profondi come facenti parte di un processo politico ancora più occulto che li connette, un processo che ha favorito la costituzione di un potere repressivo negli Stati Uniti, a scapito della democrazia.
Il lungo viaggio sulla strada
della verità procede sempre a tentoni e con pause e inevitabili cedimenti ed
errori che ognuno di noi, umanamente soggetto alla possibilità di errare, può
incorrere.
Come ogni scritto che si rispetti
– in tema di vicende che hanno molto a che fare con le lotte di potere, i
misteri più nascosti e i crimini di alto bordo – non pretende di contenere la
verità e neanche quelle chiavi interpretative per afferrare in maniera definitive
la verità in tutte le sue complesse sfaccettature. Chi scrive – umano, troppo e
dannatamente umano – cerca di offrire una sua interpretazione per quanto
parziale e suscettibile di rilievi e discussioni al lettore che voglia
cimentarsi con la materia. Soprattutto il sottoscritto vorrebbe offrire un
contributo in termini di informazione e metterlo a disposizione del lettore
perché possa giudicare e, con le sue forze e le sue capacità intellettive,
procedere per conto suo nell’approfondimento. Mi prostro e mi flagello per le
eventuali omissioni e mancanze di cui sono il solo responsabile. D’altronde che
saremmo senza la ragione e la memoria ?
Correva l’anno 1972 quando, il 17 maggio, immediatamente dopo le tormentate elezioni politiche, il commissario Luigi Calabresi della Squadra Politica della Questura di Milano venne assassinato da ignoti killer davanti alla sua abitazione in via Cherubini. Se inizialmente le indagini si concentrarono sulla pista "nera" e dei traffici di armi, e specificamente su Gianni Nardi delle SAM (Squadre d’Azione Mussolini) che sarebbe successivamente salito alla ribalta delle cronache per la presenza del suo nominativo in una lista di elementi "reclutabili" nell’organizzazione paramilitare atlantica GLADIO e per la riesumazione del suo cadavere quando vennero avanzati dubbi e sospetti sull’incidente stradale a Malaga in Spagna in cui presumibilmente perì nel 1976. Di HS La vicenda giudiziaria ed investigativa del caso Calabresi si è invece conclusa con la condanna di alcuni ex militanti della più rilevante e prestigiosa organizzazione extraparlamentare di estrema sinistra, Lotta Continua con condanne comminate ad Adriano Sofri, Giorgio Pietrostefani, Ovidio Bompressi e Leonardo Marino, quest’ultimo con pena ridotta poiché l’inchiesta venne originata nel 1988 dalla sua "confessione" e dal suo "pentimento" offerti ai carabinieri. Al di là della annosa disputa circa l’innocenza o la colpevolezza degli ex "lottacontinuisti" e, soprattutto, del leader del gruppo, Adriano Sofri con la consueta demarcazione fra "destrorsi" e "sinistrorsi", l’assassinio del commissario rimane per larga parte avvolta nella nebbia più fitta a partire dai moventi dei killer e dei loro mandanti.
Oggi 12 novembre 2011 si è dimesso il Premier Silvio Berlusconi! Casualmente, lo stesso giorno di 215 anni fa, Napoleone si arrese agli austriaci nella battaglia di Caldiero! Certamente il parallelo tra il condottiero francese e l'omino di Arcore è una bestemmia, ma la coincidenza della data è veramente interessante... “Tutta colpa di Silvio Berlusconi. Se l’Italia è in rovina è colpa sua. Non ha fatto nulla per questo paese, se non leggi ad personam”. La colpa è di una persona e adesso che si è dimesso, avremo risolto tutti i problemi nazionali. Tale è il messaggio che sta passando, e anche i mercati internazionali danno segnali di questo tipo.
Di Marcello Pamio
Disinformazione
Il presente articolo non ha lo scopo di difendere l’indifendibile, difendere cioè un personaggio (politico?) che non ha fatto nulla per il popolo, se non evitare con tutti gli strumenti possibili la magistratura e farsi leggi ad uso e consumo personale.
Lo scopo è invece quello di cercare di usare il proprio cervello per pensare fino in fondo e capire cosa sta realmente succedendo nello scenario nazionale e internazionale: quali sono le dinamiche e soprattutto le forze in gioco.
L’agnello sacrificale è stato trovato, e dopo la sua caduta, verrà scannato al pubblico ludibrio.
Festeggiamo con spumante, perché finalmente ci siamo liberati dalla dittatura berlusconiana, dal male per antonomasia.
Ma è proprio così? E’ solo colpa del grembiulino di Arcore o invece c’è dell’altro che non ci dicono?
Gli sviluppi delle trattative con i rapitori rimarranno segreti e parte del riscatto proverrà dai conti del Banco Ambrosiano diretto dal piduista Roberto Calvi, banchiere depositario di molti “misteri” che finirà “suicidato” per impiccagione sotto il Ponte dei Frati Neri a Londra nel giugno del 1982. E’ rimasto il sospetto che quei soldi provenissero da capitali illeciti e criminali. Comunque il sequestro del figlio e le successive trattative segneranno la fine della carriera politica di Francesco De Martino, costretto a rinunciare alla candidatura presidenziale.
L’anziano leader socialista era il maggiore promotore di una linea basata sull’alleanza con il PCI avversata dagli “autonomisti” craxiani. In certo qual modo sarà proprio il rampante Craxi a beneficiare della fine politica dell’avversario interno al partito e, negli anni successivi, riuscirà ad imporre il proprio ruolo egemonico nel PSI. Non verrà mai fugato il dubbio che quel sequestro avesse precipuamente finalità politiche e fosse finalizzato proprio a colpire De Martino, costringendolo a mettersi da parte. Un altro probabile candidato alla presidenza della Repubblica, il democristiano Aldo Moro, verrà sequestrato dalle BR il 16 marzo del 1978 e assassinato dopo 55 giorni.
Nel 2010 uno dei leader del PD,
Walter Veltroni, scrive al Ministro della Giustizia Angelino Alfano per
sollecitare la riapertura delle indagini sulla morte di Pasolini. Stanno,
infatti, emergendo novità di un certo rilievo. Nella puntata del programma di
RaiTre “Chi l’ha visto” del 19 aprile 2010, la giornalista e presentatrice
Federica Sciarelli si occupò della scomparsa di un personaggio legato alla
malavita romana, tale Antonio Pinna, che aveva fatto perdere di sé le tracce
nel lontano 13 febbraio 1976.
Di HS
La sua Alfa GT, simile a quella di Pasolini, era
stata ritrovata nell’aeroporto di Fiumicino. Chi non ha mai smesso di cercare
quell’uomo è il figlio nato una relazione prematrimoniale il quale si rivolge a
Silvio Parrello, amico di Pasolini e noto al secolo come Er Pecetto del celebre
romanzo “Ragazzi di vita”. Parrello è un noto e stimato pittore e conosceva
bene Pinna, meccanico e asso del volante del quartiere Donna Olimpia. Non solo…
Secondo Parrello, Pasolini e Pinna si conoscevano bene dagli anni Cinquanta
quando lo scrittore viveva a Monteverde.
L’assassinio di Pasolini è stato caratterizzato da una ferocia e da una brutalità con pochi precedenti nella storia criminale italiana, anche se le modalità con cui si svolsero i fatti fanno pensare ad una premeditazione e ad una pianificazione che solo in rari casi è possibile riscontrare. E per un delitto del genere, accuratamente preparato e congegnato, il movente non può che essere “forte”.
Di HS
A distanza di molti anni si è saputo che il poeta lavorava a una sorta di romanzo – compendio che avrebbe riassunto il significato della sua intera opera e della sua poetica. “Petrolio” contiene le tematiche scandalose care allo scrittore friulano, ma anche precisi riferimenti a quei poteri forti che stavano devastando l’Italia, quei poteri invisibili che stavano profondamente mutando il paesaggio fisico, morale e culturale della società. Poteri coinvolti nella terribile stagione delle stragi e degli attentati.
E’ la dimostrazione che Pasolini non era interessato a formulare accuse generiche e semplicistiche contro impersonali macchine criminali del potere, ma che cercava di dare un volto, u nome e un cognome ai detentori delle sorti progressive della società e dell’economia, cercando di acquisire documenti, di affrontare determinate letture, di investigare.
Per quanto noi ci sforzassimo di rintracciare le orme dell’arte e della creatività nella nostra civiltà occidentale, tecnologica, sviluppata e postmoderna, dovremmo amaramente costatare che questi fantastici e colorati universi appartenevano ad altri mondi e ad altri luoghi in cui forse la mente e lo spirito non erano soffocate dai logoranti e ossessivi ritmi del quotidiano.
Di HS
Ancora l’immaginario non era colonizzato e depredato dagli insidiosi messaggi di una società in cui l’immagine artificiosa e imposta la fa da padrone condizionando comportamenti, atteggiamenti, condotte, ecc… C’è stato un tempo in cui i poeti, i grandi compositori di musica classica, i maestri delle arti figurative come la pittura e la scultura e gli autori del teatro e della letteratura “alta” si ergevano nella società proprio per la loro capacità di “trascendere” il reale e il materiale e non mancava chi aveva orecchio per ascoltare la loro voce. Personalità come Omero, Dante, Michelangelo, Leonardo, Caravaggio, Shakespeare, Mozart, Beethoven, Van Gogh, Picasso, Dostoevskji, Pirandello, ecc… hanno scavato intimamente nell’animo umano facendone emergere i sentimenti più riposti e le forze segrete e nascoste.
Esistono almeno dieci ottime ragioni per rivedere la versione ufficiale che le autorità e i Media ci hanno trasmesso del duplice attentato a Oslo e Utoja. Di queste, almeno sei valgono come moventi che potrebbero aver spinto coloro che sostengono un Nuovo Ordine Mondiale ad attaccare la Norvegia in modo che il sangue fungesse da monito per il futuro. Propedeutico a ciò l’entrata della Norvegia nell’Unione Europea.
Di Enrica Perucchietti
Il Democratico In estrema sintesi: la mancata adesione all’UE; lo storico accordo di cooperazione siglato nel 2010 con la Russia e solo ora entrato in vigore; un’autonomia che si rispecchia in un Governo e un’economia forte che ha resistito alla crisi; una politica pronta a riconoscere la Palestina; le risorse di petrolio e gas e gli appalti ventennali sui pozzi iracheni; la decisione di ritirare le truppe dalla Libia; la spaccatura interna alla NATO facente capo a una politica filorussa; la presenza di una loggia massonica fondamentalista di culto svedese; le esercitazioni militari del governo norvegese che “avrebbero” – come nel caso dell’11/9 e di Londra 2005 – coperto l’operato dei terroristi. Infine, la testimonianza di numerosi sopravvissuti sull’isola di Utoja che ci fosse un vero e proprio commando che avrebbe affiancato Behring Brevik nella sua follia omicida.
Il lavoro di Emmanuel Ratier è l’unica fonte a portata di mano del pubblico in generale per sapere cos’è Le Siecle, il club dell’elite che raggruppa le personalità più potenti di Francia. I testimoni che abbiamo potuto raccogliere e gli annuari interni che abbiamo consultato confermano tutto quello che Ratier pubblica nel suo lavoro. Si tratta, però, di un autore maltrattato dalla stampa e sebbene tutti i politologi usano i suoi lavori, nessuno osa citarli. Per sapere di più al riguardo niente di meglio che intervistare l’uomo che più ha studiato l’argomento.
I prestigiosi saloni dell’Automobile Club di Francia, nella parigina Place de la Concorde, di fronte alla sede dell’Assemblea Nazionale, sono il luogo di riunione, altamente protetto, dei membri del Club le Siecle.
Thierry Meyssan intervista Emmanuel Ratier.
Fino ad oggi esiste solo un libro su Le Siècle che lei ha scritto: “Au Coeur du pouvori, enquete sur le club le plus puissant de France” (Al Centro del potere: ricerca sul club più potente della Francia). Lei ora ha appena pubblicato un’edizione attualizzata e notevolmente ampliata di questo lavoro. Secondo lei perché è il solo a pubblicare qualcosa su questo argomento così importante?
I nostri colleghi giornalisti pensano che si tratti di un’organizzazione senza importanza, o, al contrario temono di indebolire il sistema mettendola allo scoperto?
Tutti i grandi media, come la stampa, la radio o la TV sono di proprietà o si trovano sotto il controllo dei membri di Le Siecle (Dassault, Rothschild, Bollorè, Arnault, Lagardere, ecc) oppure sono diretti da membri di Le Siecle.
Giuseppe Cosco nacque a Catanzaro nel 1950. Ricercatore, criminologo, grafologo, occultista, cittadino impegnato nel sociale, è stato uno dei più prolifici ed appassionati truth-seeker italiani della 'vecchia guardia.' Prestò consulenza presso la procura della Repubblica di Catanzaro e diresse le sezioni locali dello IIP (Istituto Indagini Psicologiche) e della SIPS (Società Internazionale della Psicologia della Scrittura). Collaborò inoltre con numerose riviste specializzate nel campo del paranormale.
Come si conviene a qualsiasi occultista, il suo lavoro fu oggetto di critiche a causa dello scetticismo sollevato dai suoi studi in tema di cospirazionismo, satanismo, società segrete e fenomeni misteriosi. La sua opera di ricerca e denuncia proseguì fino al 2002, quando a soli 52 anni fu improvvisamente stroncato da un 'malore' fulminante.
Proponiamo di seguito un estratto da una interessante intervista, a tratti profetica, che Cosco rilasciò nell'anno 2000 alla rivista Terzo Millennio.
Un mese fa, il 6 febbraio 2011, negli Stati Uniti e in altre succursali dell’Impero, devote come questi alla religione neoliberista, è stato festeggiato il centenario della nascita di Ronald Reagan, 40° presidente americano. In un articolo intitolato The Tax That Turned Ronald Reagan Right, Sam Pizzigati, pone alcune domande e riflessioni. "Ronald Reagan ha cambiato la storia? La risposta è semplice. Tutti in qualche modo cambiamo la storia. La domanda più interessante è un’altra. “Cosa, ha trasformato Reagan da sindacalista difensore dei lavoratori nel loro peggior nemico?”
Che avesse ragione il suo collega attore Henry Fonda quando disse: "Un cattivo attore non potrà mai essere un buon presidente"?
Ronald Reagan fu presidente degli USA tra il 1981-1989. Come tanti altri politici statunitensi, fece diede una notevole spinta alla politica dal mondo imprenditoriale, concretamente, dalla gigantesca multinazionale General Eletric. Durante il suo mandato si è messo in mostra, a livello nazionale, per le sue politiche antioperaie e antisociali (la riduzione delle tasse in favore delle grandi fortune è storia) e a livello internazionale, per la sua aggressiva politica anticomunista: invasione di Granada, sostegno alla guerriglia di desta dei Contras del Nicaragua, finanziamento ai mujaidines di Bin Laden in Afghanistan, bombardamento della Libia di Gheddafi, rottura della politica di distensione con l'URSS mantenuta dai suoi predecessori.
Le persone che più parlano di globalismo e di reti sono raramente le più qualificate per farlo. Pierre Hillard parla poco – ma scrive meglio e seriamente. Siamo andati da lui a porgli alcune domande per saperne di più.
PRIMA PARTE: L’IDEOLOGIA GLOBALISTA, LA SUA ESSENZA E LA SUA FORZA
E&R Breizh:Sul Web è cosa comune criticare ardentemente il globalismo; ma tale ideologia è un’idea nuova? L’immagine del mondo-Impero non è anch’essa collegata all’ideologia globalista? Si può anche pensare alla società cristiana degli uomini prima del Concilio Vaticano II.
Pierre Hillard: Il globalismo esiste da quando esiste l’umanità. Si potrebbe anche affermare che tale principio si trova nella Genesi. In effetti, la Bibbia rivela che il peccato di Adamo ed Eva consiste – sotto l’influenza dell’“afferrare” (per riprendere l’espressione del Santo Curato d’Ars)- nell' “essere simile a dei” (“qui ut deus?”). E’ la storia incessante della superbia umana che vuole essere al centro di tutto rifiutando qualsiasi autorità superiore. Questo principio umanista è stato cancellato con l’instaurarsi del Cristianesimo, più esattamente del Cattolicesimo. Tuttavia il Rinascimento, accompagnato dalla nascita del Protestantesimo (Lutero, Calvino, Cranmer,…), dal XVI secolo concede all’uomo una posizione centrale. L’uomo è sempre più deificato. La Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo del 1789, preceduta dalla creazione del primo Stato ad ispirazione massonica, gli Stati Uniti,
Che legame c'è tra il movimento New Age e l'Agenda globalista del New World Order? Spesso affrontando l'argomento si fa menzione a una presunta nuova religione - dai contorni chiaramente luciferini - che sarebbe tra i piani dell'Elite "illuminata" per il mondo nuovo che da secoli programma per noi. Sappiamo quanto la figura di Lucifero sia "stimata" tra questa gente. Ma cosa c'entra questo con la New Age?
Proviamo a dare una risposta, partendo dall'opera di demolizione delle religioni che, da Weishaupt (fondatore degli Illuminati) in poi viene portato avanti - con pensieri parole opere e omissioni - dalla "cricca" globalista. Weishaupt, il quale asseriva che "...tutte le religioni si fondano sull'impostura e le chimere, che tutte finiscono per rendere l'uomo debole, strisciante e superstizioso", affermava al tempo stesso che "Dio e il mondo non sono che un'unica cosa" e che "ogni uomo è capace di trovare in se stesso la Luce Interiore... diventa eguale a Gesù, ossia Uomo-Re...". Già queste affermazioni, non vi ricordano un pò certe tipiche espressioni newagiane?
Quanta gente conosce il piccolo e addormentato paesino diAscona? Tranne alcuni turisti amanti della natura, poca gente può immaginare il ruolo di questo posto nello sviluppo della storia dell’umanità a partire dal XX secolo.
Ieri la vetrina di una conosciutissima agenzia di viaggi a Madrid annunciava un fine settimana natalizio in un magico paesino svizzero, Ascona, sulle rive nord del Lago Maggiore. Ascona, diceva l’annuncio. Un comune ed una città storica che ha sperimentato un periodo straordinario all’inizio del XX secolo, quando una colonia di filosofi, scrittori, vegetariani, poeti, ballerini e pittori di tutto il mondo si riunivano sul Monte Verità, predicando i benefici della natura- “Questo insediamento- diceva l’annuncio- è diventato in un campo di prova per stili di vita alternativa”.
Una quantità incredibile della filosofia e degli artefatti della contro cultura americana degli anni 60, oltre alle idiozie della New Age di oggi, derivano da un’esperimento sociale su larga scala messo attuato ad Ascona e che comprende gli anni dal 1910 fino all'anno 1935.