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26 ottobre 2015
Il saccheggio come “diritto internazionale”
Lucide le parole di Karl Polanyi in “la Grande Trasformazione”: “La separazione dei poteri, inventata nel 1784 da Montesquieu, era utilizzata per separare il popolo dal potere su tutta la sua vita economica. La Costituzione statunitense, creata in un ambiente di agricoltori-artigiani da una classe dirigente cosciente di ciò che succedeva sulla scena industriale inglese, isola totalmente la sfera economica della Costituzione, ponendo così la proprietà privata sotto la più grande protezione concepibile e crea l’unica società di mercato del mondo che è stata concepita legalmente. Nonostante il suffragio universale, i votanti statunitensi saranno impotenti (di fronte) ai possessori”.
Un aspetto importante e poco analizzato di cosa significano trattati come il TPP e il TTIP (USA-UE) è che stanno creando un “diritto internazionale” che in realtà è basato sulle leggi e la giurisprudenza degli USA (perché nessun Trattato o Accordo con questo paese può contraddire le leggi o il Congresso USA). Ciò significa che tutti i Trattati firmati da questo paese istituzionalizzano de jure l’applicazione extraterritoriale delle leggi USA.
La liberalizzazione commerciale (OMC e Trattati di libero commercio) potenzia questa operazione su scala mondiale.
12 ottobre 2015
Politiche del Portogallo: propaganda a pieno regime!
Che cosa potrà pensare un Candido (*) scarsamente informato sulla situazione politica portoghese delle dichiarazioni diffuse dall’oligarchia mediatica europea e dei suoi grandi titoli sui risultati delle ultime elezioni politiche in Portogallo? Cominciamo con un breve florilegio.
Il presidente della Commissione Europea - Jean-Claude Juncker – peraltro esperto di evasione fiscale, si è felicitato con Pedro Passos Coelho “per la vittoria della coalizione portata avanti dal partito del primo ministro ”. E il portavoce della Commissione Europea ha rilanciato:
“I risultati di questo scrutinio confermano l’auspicio della maggioranza dei portoghesi di voler proseguire il cammino delle riforme ” (tradotto : il proseguimento della politica d’auterità).
L’inenarrabile ministro tedesco delle Finanze - Wolfgang Schäuble – afferma di vedere dei "segnali incoraggianti" nell’esito delle urne.
24 settembre 2015
Messaggio al Signor Renzi da Yanis Varoufakis
Il primo ministro italiano M. Renzi (qui il suo discorso) si è rallegrato per essersi "liberato di me", citando la mia "rimozione" dalla scena come un segnale che gli "apostati" (ovvero coloro che dividono il proprio partito) alla fine vengono scacciati. Il suo è un inganno illusorio. Lo scorso luglio "loro" si sono liberati di qualcosa molto più importante di me. Ecco il mio messaggio al primo ministro italiano.
Il signor Renzi mi dipinge come un'apostata che ha abbandonato Syriza e che ora brancola nella foresta politica. A differenza di molti miei compagni, io sono rimasto fedele alla piattaforma di Syriza, che ci ha eletto il 25 gennaio come un partito unito che ha portato speranza per i greci e per i popoli europei. Speranza di che cosa? Speranza di mettere fine una volta per tutte alla spirale infinita dei prestiti di salvataggio, che condannavano la Grecia ad una depressione permanente e che preannunciavano politiche fallimentari per il resto dell'Europa.
Grecia: la nuova faccia di Tsipras. Che al popolo va bene lo stesso. Evidentemente
"Alexis Merkel" |
Resta il fatto che ci rimane difficile immaginare - o forse anche solo concepire - il singolo soggetto, il singolo cittadino greco, che non più di solo qualche mese addietro concedeva la preferenza a Tsipras e a Syriza sposando lo slogan "fuori la Troika dalla Grecia" e che oggi torna a votare lo stesso uomo e lo stesso partito che alla Troika hanno concesso ancora maggiore cittadinanza, e ancora più reale potere esecutivo, sulle macerie del disastro che conosciamo tutti.
Insomma con la nuova schiacciante vittoria di Syriza, alla terza tornata elettorale greca in soli nove mesi, vince lo stesso partito pur presentando un programma (e avendo già offerto esempi eclatanti) in direzione diametralmente opposta alla prima affermazione elettorale. Come dire: o l’elettore tipo aveva sbagliato prima, oppure adesso o, ancora, il programma con il quale si presenta un partito alle elezioni alla fine del conti è del tutto irrilevante.
17 settembre 2015
L'insabbiamento del ruolo distruttivo del Fondo Monetario Internazionale in Grecia
Per resistere alla depressione, l'indebitamento e all'inflazione che la troika intende aggravare, bisogna tenere a mente le dinamiche che rendono il FMI non suscettibile di riforma. Il ruolo distruttivo che ha giocato in Grecia costituisce una chiara lezione per i paesi dell'Europa meridionale relativa a come essi debbano rifuggire dal FMI e dalla sua orda di ideologi. Esattamente allo stesso modo in cui i paesi del terzo mondo hanno imparato ad evitarlo nel maggio 2013, l'anno in cui la Turchia ha dato il tocco finale alla liberazione del mondo dai “consigli” del FMI.
15 settembre 2015
Quello che ci dicono i greci, e quello che possiamo dire noi a loro
Quali lezioni si possono trarre dall'esperienza greca degli ultimi otto anni?* Sottopongo alla riflessione e al dibattito qualche (ipo)tesi che questa esperienza mi suggerisce:
1. La zona euro è una gabbia di ferro. Non si democratizzano le gabbie. Si distruggono.
2. Il potere è detenuto dalle grandi banche tedesche, francesi, inglesi e olandesi.
3. Un governo nazionale da una maggioranza parlamentare non ha alcun margine di manovra, nessun potere reale. Può solo applicare le direttive di Bruxelles, Berlino e Francoforte (1).
4. La sovranità nazionale oggi non ha più nessun senso. La sovranità popolare sì, ma a certe condizioni.
21 agosto 2015
Grecia: "Questo è l'opposto della solidarietà europea!"
La deputata tedesca Gesine Lötzsch del Partito "die Linke" al Bundestag nella seduta straordinaria del 19 agosto 2015 sul disastroso pacchetto di aiuti alla Grecia, prima del voto finale al 3° Memorandum. (113 No, 454 Si, 18 astenuti.
Il Parlamento tedesco approva il pacchetto di aiuti alla Grecia!)
Il Parlamento tedesco approva il pacchetto di aiuti alla Grecia!)
20 agosto 2015
Dietro la tragedia greca i segreti nascosti delle banche private
La Grecia si trova ad affrontare un problema enorme di debito pubblico e una crisi umanitaria senza precedenti. La situazione attuale è infinitamente peggiore di quella del 2010, quando la Troika - Fondo monetario internazionale, Commissione europea e Banca centrale europea - ha imposto il suo "piano di salvataggio" per il Paese, giustificato dalla necessità di sostenere la Grecia. In realtà, tale piano è stato un completo disastro per la Grecia, dal momento che il paese non ha ottenuto assolutamente alcun beneficio con i particolari accordi sul debito implementati da allora.
Di Maria Lucia Fattorelli
Auditoria Cidada
Ciò che quasi nessuno dice è che un altro piano di salvataggio, di successo, è stato effettivamente attuato in quello stesso momento, nel 2010, non per salvare la Grecia, ma le banche private. Dietro la crisi greca c'è un enorme ed illegale piano di salvataggio delle banche private. E il modo in cui tale piano è in atto è un enorme rischio per tutta l'Europa.
Di Maria Lucia Fattorelli
Auditoria Cidada
Ciò che quasi nessuno dice è che un altro piano di salvataggio, di successo, è stato effettivamente attuato in quello stesso momento, nel 2010, non per salvare la Grecia, ma le banche private. Dietro la crisi greca c'è un enorme ed illegale piano di salvataggio delle banche private. E il modo in cui tale piano è in atto è un enorme rischio per tutta l'Europa.
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16 agosto 2015
Atene e Caracas promuovono lo slancio delle relazioni bilaterali
Caracas, 1 Agosto 2015 (MPPRE) .- Come parte delle alleanze che hanno sviluppato la Repubblica Bolivariana del Venezuela e la Repubblica ellenica, ha avuto luogo la firma di un Memorandum d'Intesa tra i due Paesi sulla cooperazione energetica.
La firma di questo accordo è stata attuata dal vice ministro degli Idrocarburi del Venezuela, Ing. Angel Eduardo Gonzalez Saltron, e dal segretario generale delle Relazioni Economiche e della Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Esteri della Grecia, Giorgos Tsipras. La cerimonia si è svolta presso la Casa Gialla "Antonio José de Sucre", sede del Ministero degli Esteri del Venezuela e vi ha partecipato il Vice Ministro per l'Europa, Calixto Ortega ed altri rappresentanti diplomatici dei due Paesi.
5 agosto 2015
Nelle strade di Atene con Frantz Fanon
E’ necessario ricordare dalla Grecia il 90° anniversario della nascita di Frantz Fanon. Il caso ha voluto che mi trovassi in questo paese in questa data e in queste circostanze. In questo paese dove, freddamente, si sta conducendo la società verso la miseria, il punto di vista di Fanon sui movimenti del mondo viene verificato implacabilmente.
Ai piedi del Partenone, questa Europa che si riveste di umanismo e dell’illuminismo che avrebbe inventato per dare luce al mondo, si rivela come la vide clinicamente Frantz Fanon nella sua brillante conclusione di I dannati della terra. Un’Europa il cui cuore è a Francoforte e la cui intera anima nel mercato bancario globalizzato.
Ai piedi del Partenone, questa Europa che si riveste di umanismo e dell’illuminismo che avrebbe inventato per dare luce al mondo, si rivela come la vide clinicamente Frantz Fanon nella sua brillante conclusione di I dannati della terra. Un’Europa il cui cuore è a Francoforte e la cui intera anima nel mercato bancario globalizzato.
Questa Europa che noi, quelli dei luoghi convenientemente chiamati allora Terzo Mondo, ritroviamo ancor oggi nei circoli infernali dei negoziatori del debito dei clubs di Londra e Parigi, di fronte ai criminali funzionari dei ministeri dell’Economia neocoloniali e ai loro volubili banchieri centrali o d’affari, e nelle “assemblee generali” degli eleganti truffatori del FMI e della Banca Mondiale.
4 agosto 2015
No alla criminalizzazione della politica! Non toccate Yanis Varoufakis! Firma l'appello
Nei giorni scorsi, spaventati e indignati osservavamo nel cuore della società greca, un processo di intensa demonizzazione dei "difensori della soluzione alternativa", che hanno denigrato e chiamato "difensori della dracma". Secondo le reti televisive, chi difende una soluzione al di fuori dall'euro dovrebbe essere trattato come membro di un'organizzazione criminale o come chi ha commesso un reato punito dalla legge.
La libertà di espressione e di opinione, incluso l'esercizio della politica del governo al di fuori dei confini dell'euro, sono presentati quasi come alto tradimento, quando è l'esatto contrario di ciò che sta accadendo nella realtà: il Paese è schiacciato e umiliato, proprio in nome del dogma che deve rimanere dentro l'euro.
La libertà di espressione e di opinione, incluso l'esercizio della politica del governo al di fuori dei confini dell'euro, sono presentati quasi come alto tradimento,
3 agosto 2015
Grecia, Germania, Europa: Per farla finita con il "Quarto Reich"
Prima di tutto lasciatemi dire che io qui non ho la pretesa di obiettività, né tanto meno di lucidità assoluta. La Germania, da un lato, la situazione in cui si trova l'Europa e quindi il mio paese - la Francia - mi toccano in modo estremamente doloroso.
Vorrei semplicemente dire che non condivido pienamente tutte le analisi che sono state fatte della situazione attuale dopo lo spregevole trattamento inflitto alla Grecia.
Infatti mi sembra che tutti tralasciano due parametri di grande importanza.
Il primo, che riguarda solo la Germania, mi sembra che rappresenti una certa ignoranza della sua storia. La Germania fu unificata molto tardi, è stato detto. Quello che non si dice, o molto meno, è che il Primo Reich esisteva: era il Sacro Romano Impero germanico, e la sua sede non è stata sempre a Vienna.
2 agosto 2015
Per Vatoufakis
Yanis Varoufakis, come ministro delle Finanze, ha preso la decisione di far penetrare illegalmente il sistema informatico delle autorità fiscali greche. Ci si è resi conto di questo "piano B" in questo libretto [2], ed è quello che gli rimproverano. Ma ha preso la sua decisione in accordo con il primo ministro, Alexis Tsipras. Ha preso questa decisione riguardante il sistema informatico delle autorità fiscali greche perché quest'ultimo era in realtà sotto il controllo degli uomini della "Troika ", vale a dire il Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale Europea e la Commissione europea.
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Rinviare la ristrutturazione del debito greco è deleterio
Il senso della ristrutturazione del debito è ridurre il volume dei nuovi prestiti necessari per salvare un’entità insolvente. I creditori offrono la possibilità di alleggerire il debito per avere indietro più valore e concedere meno finanziamenti possibili all’entità in questione.
I creditori della Grecia sembrano incapaci di comprendere questo semplice principio finanziario. Riguardo al debito greco, negli ultimi cinque anni è emerso un chiaro modello che a tutt’oggi resta inalterato.
Nel 2010, l’Europa e il Fondo monetario internazionale concessero all’insolvente stato greco prestiti per un valore pari al 44% del Pil del paese. Il solo accenno a una ristrutturazione del debito appariva come inammissibile ed era un pretesto per ridicolizzare quelli di noi che osavano suggerirne l’inevitabilità.
Nel 2012, essendo il rapporto debito-Pil schizzato alle stelle, i creditori privati della Grecia subirono un “haircut”, ovvero un taglio nominale del debito, addirittura del 34%. Allo stesso tempo, però, nuovi prestiti pari al 63% del Pil andarono a sommarsi al debito nazionale greco. Alcuni mesi più tardi, a novembre, l’Eurogruppo (che raduna i ministri delle finanze dei paesi dell’Eurozona) indicò che l’alleggerimento del debito sarebbe stato attuato entro dicembre 2014, una volta che il programma del 2012 si fosse concluso “con successo” e il bilancio del governo greco avesse raggiunto un avanzo primario (che esclude il pagamento degli interessi).
1 agosto 2015
FMI contro U€: Il debito greco va tagliato!
L'avevano già detto e ora rincarano la dose. Al fondo monetario non piace la dottrina tedesca e ci si sfila dalle clausole vessatorie imposte ad Atene.
Attenzione all'FMI!
So che molti, a leggere la sigla del Fondo Monetario Internazionale, vengono presi dall'orticaria, ma invito a fare uno sforzo: la realtà è più multiforme e complessa. L'FMI è un fondo a cui partecipano 186 Paesi del mondo (su 200): fino ad oggi, è stato certo una longa manus degli USA e di un certo tipo di interesse occidentale. Eppure, dalla settimana precedente il referendum greco, in maniera clamorosa sebbene ignorata da gran parte dei grandi organi di informazione, l'FMI è entrato in rotta di collisione con l'Unione Europea. La ragione di questo scontro inatteso deriva dal ribilanciamento dei pesi interni al fondo, cosa che ha a che fare con la nuova banca BRICS e con gli equilibri geopolitico-economici su scala globale.
Lunedì l'FMI - o qualcun altro - ha fatto avere un rapporto riservato a Reuters, un testo inviato a tutti i membri dell'Eurogruppo e compilato dopo aver letto la fatidica bozza di "accordo" da prescrivere ai greci. Il rapporto ripete ciò che aveva già detto il giovedì prima del referendum suscitando il gaudium magnum di Yanis Varoufakis.
So che molti, a leggere la sigla del Fondo Monetario Internazionale, vengono presi dall'orticaria, ma invito a fare uno sforzo: la realtà è più multiforme e complessa. L'FMI è un fondo a cui partecipano 186 Paesi del mondo (su 200): fino ad oggi, è stato certo una longa manus degli USA e di un certo tipo di interesse occidentale. Eppure, dalla settimana precedente il referendum greco, in maniera clamorosa sebbene ignorata da gran parte dei grandi organi di informazione, l'FMI è entrato in rotta di collisione con l'Unione Europea. La ragione di questo scontro inatteso deriva dal ribilanciamento dei pesi interni al fondo, cosa che ha a che fare con la nuova banca BRICS e con gli equilibri geopolitico-economici su scala globale.
Lunedì l'FMI - o qualcun altro - ha fatto avere un rapporto riservato a Reuters, un testo inviato a tutti i membri dell'Eurogruppo e compilato dopo aver letto la fatidica bozza di "accordo" da prescrivere ai greci. Il rapporto ripete ciò che aveva già detto il giovedì prima del referendum suscitando il gaudium magnum di Yanis Varoufakis.
31 luglio 2015
Putin non ha il carisma di Bill Gates!
Alcuni eccessi critici nei confronti del governo greco in conseguenza del suo ultimo accordo con l'Unione Europea, hanno determinato degli effetti comunicativi piuttosto paradossali. Condannare troppo Syriza per il suo cedimento, significa infatti assolvere indirettamente l'UE, il Fondo Monetario Internazionale e la NATO, come se l'uscita dall'euro fosse solo una questione di buone intenzioni, di coerenza o dell'adozione della teoria monetaria "giusta". In realtà nessuna teoria monetaria ti spiega come difenderti dalle minacce di morte o dalle prospettive di un colpo di Stato camuffato da "rivoluzione colorata".
Non si può poi fare a meno di notare la solitudine del governo greco in tutte le recenti vicissitudini. Non c'è dubbio che Tsipras si attendesse un po' più di solidarietà da parte del governo russo. Dei commentatori particolarmente estimatori di Putin hanno però visto nella sua rinuncia ad approfittare delle difficoltà della UE un atteggiamento di lungimiranza politica. In effetti Putin nella circostanza ha spinto la sua lungimiranza da qui ad un milione di anni, quando di tutto quello che accade ora non fregherà più niente a nessuno.
Non si può poi fare a meno di notare la solitudine del governo greco in tutte le recenti vicissitudini. Non c'è dubbio che Tsipras si attendesse un po' più di solidarietà da parte del governo russo. Dei commentatori particolarmente estimatori di Putin hanno però visto nella sua rinuncia ad approfittare delle difficoltà della UE un atteggiamento di lungimiranza politica. In effetti Putin nella circostanza ha spinto la sua lungimiranza da qui ad un milione di anni, quando di tutto quello che accade ora non fregherà più niente a nessuno.
30 luglio 2015
Daniel Munevar (ex consigliere di Varoufakis): "Ecco perché ho cambiato idea sul Grexit"
«Bisogna prendere atto che il sistema non funziona e che non esiste la volontà politica di risolvere i problemi strutturali dell’euro».
Daniel Munevar è un giovane economista post-keynesiano di Bogotá. Ha lavorato con Yanis Varoufakis come consigliere per politiche di bilancio durante il periodo in cui Varoufakis è stato ministro delle Finanze in Grecia. Precedentemente è stato consigliere fiscale al ministero delle Finanze colombiano, e consigliere speciale per gli investimenti esteri diretti al ministero degli Esteri dell’Ecuador. È considerato uno dei più autorevoli esperti nello studio del debito pubblico latinoamericano. Questo rende particolarmente interessante la sua valutazione delle trattative e dell’accordo fra Grecia e creditori. In questa intervista esclusiva spiega perché gli eventi delle ultime settimane gli hanno fatto cambiare opinione sul Grexit.
Cosa ne pensi dell’ultimo accordo raggiunto fra la Grecia ed i suoi creditori?
Prima di tutto non è ancora chiaro se l’accordo sarà effettivo – ci sono parecchi parlamenti che devono approvare la partecipazione dei rispettivi paesi al “piano di salvataggio” del Meccanismo europeo di stabilità (European Stability Mechanism, ESM). Ma anche ammettendo che tutti i paesi approvino il piano, non c’è nessun modo che funzioni. Le misure economiche del programma sono semplicemente folli.
Daniel Munevar è un giovane economista post-keynesiano di Bogotá. Ha lavorato con Yanis Varoufakis come consigliere per politiche di bilancio durante il periodo in cui Varoufakis è stato ministro delle Finanze in Grecia. Precedentemente è stato consigliere fiscale al ministero delle Finanze colombiano, e consigliere speciale per gli investimenti esteri diretti al ministero degli Esteri dell’Ecuador. È considerato uno dei più autorevoli esperti nello studio del debito pubblico latinoamericano. Questo rende particolarmente interessante la sua valutazione delle trattative e dell’accordo fra Grecia e creditori. In questa intervista esclusiva spiega perché gli eventi delle ultime settimane gli hanno fatto cambiare opinione sul Grexit.
Cosa ne pensi dell’ultimo accordo raggiunto fra la Grecia ed i suoi creditori?
28 luglio 2015
U€: Entro 10 anni la fine di ogni sovranità
Jean-Claude Juncker, Donald Tusk, Jeroen Dijsselbloem, Mario Draghi e Martin Schulz. E’ “la banda dei Cinque che risolve ogni cosa“, come cantava Elisabetta Viviani. Jean-Claude fa il presidente della Commissione Europea, una setta tipo Scientology che se ci entri poi non ne esci più, perché è ir-re-ver-si-bi-le. Donald invece è a capo di un club esclusivo, paramassonico, che di tanto in tanto finge di riunirsi al Consiglio Europeo per depistare mamma e papà dalle vere riunioni, che vengono organizzate in qualche grotta segreta, dove si tirano delle gran pippe sui cataloghi del Postal Market e pontificano sul futuro del pianeta (tipo “eravamo 4 amici al bar, uno s’è impiegato in una banca”).
Jeroen ospita una cricca di commercialisti falliti, dediti all’usura, dove di tanto in tanto per svagarsi organizzano un torneo di freccette scagliandole contro il malcapitato di turno, tipo “la cena dei cretini“: lo chiamano Eurogruppo e l’ultima volta hanno invitato un certo Varoufakis. Inoltre, per hobby Jeroen presiede anche il MES, una baby gang che ti presta i soldi per le merendine e poi in cambio pretende che gli consegni tutte le biciclette. Mario porta avanti una zecca clandestina chiamata BCE e Martin è a capo di di un’assemblea condominiale fatta da centinaia di inquilini che non conta niente e decide ancor meno, ma litiga su tutto e costa tantissimo: a sfottò lo chiamano Parlamento Europeo.
25 luglio 2015
"Cancelliamo il nome dell'€uropa dalle nostre menti e dai nostri cuori"
Una settimana amara
Domenica 5 luglio, la vittoria di OXI ci ha dato l'illusione che la rottura della catena finanziaria fosse possibile. Una settimana dopo, si scopre che la catena è più draconiana che mai. La settimana di umiliazione per i greci è stata una settimana di umiliazione della decenza e della democrazia in tutta Europa.
Per la terza volta nel giro di un secolo, la Germania ha distrutto l'Europa.
Ma dobbiamo imparare dall'esperienza di questa settimana amara. La prima lezione è questa: coloro che credono nell'unità dell'Europa sono perdenti. Coloro che disprezzano l'idea di Europa sono vincitori. I greci hanno accettato la miseria e l'umiliazione perché credono nell'Europa. I tedeschi non hanno mai accettato la solidarietà europea; sono sempre stati convinti che la gentaglia pigra del sud viene dopo i loro soldi. Il loro rifiuto di accettare la responsabilità per i migranti che provengono dal Mediterraneo, il loro rifiuto di pagare un risarcimento di guerra alla Grecia, e la violenza contro il governo Tsipras sono la prova del loro rifiuto assoluto della solidarietà europea. È per questo che sono vincenti.
Noi dobbiamo imparare una lezione: cancellare il nome dell'Europa dalle nostre menti e dai nostri cuori.
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