La crisi economica ha invertito il processo post-sovietico di integrazione internazionale, la cosiddetta "globalizzazione". Come durante la Grande Depressione, la crisi economica colpisce le diverse economie in modi diversi. Nonostante gli sforzi per integrare le economie mondiali, la divisione internazionale del lavoro e i diversi livelli di sviluppo precludono una soluzione unificata al disagio economico. I deboli sforzi nell'azione congiunta, nelle conferenze, nei vertici, ecc, non possono avere successo semplicemente perché ogni nazione ha interessi e problemi diversi, una condizione che diventerà più acuta man mano che la crisi si intensificherà.
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2 settembre 2018
Nazionalismo economico: cosa significa
In preda al collasso economico del 2007-2008, avevo previsto che l'economia globale sarebbe stata irrevocabilmente e qualitativamente rovinata dagli eventi in corso. Ravvisavo un cambiamento nella struttura delle relazioni internazionali, un allontanamento dal cosiddetto interludio della "globalizzazione". Scrivevo nel novembre del 2008:
8 agosto 2018
Mohamed Konare: l'Africa può risorgere
In Africa conflitti e saccheggi non hanno mai visto la fine. Mohamed Konare, Leader del nascente Movimento Panafricanista, sta guidando gli africani verso una mobilitazione mondiale che potrebbe stravolgere gli equilibri di un sistema che ci coinnvolge tutti, come inconsapevoli carnefici.
27 giugno 2018
Israele fa pressione su sobborgo francese per rimuovere cartello stradale intitolato alla Nakba
Sotto pressione israeliana, un sobborgo francese oggi ha rimosso un cartello stradale che commemorava la Nakba
Il sindaco di Bezons, un sobborgo nord-occidentale di Parigi, lunedì aveva inaugurato la targa “Viale della Nakba”per commemorare il 70° anniversario della Nakba. La placca è stata rimossa solo poche ore dopo la sua installazione a seguito di una richiesta da parte di un alto funzionario della regione, che ha affermato che potrebbe “disturbare seriamente l’ordine pubblico”, secondo quanto riportato da PressTV.
26 giugno 2018
"Le monete alternative come i POI possono stimolare l'economia nei territori"
In Francia, i progetti delle valute locali si moltiplicano. Tutti hanno in comune il desiderio di promuovere i circuiti locali. Ma uno di loro, chiamato POI, propone di basarsi sulla blockchain per sviluppare l'uso delle varie valute complementari già esistenti e premiare i comportamenti individuali che promuovono la resilienza dei territori. In un'intervista con Blocs, il media del blockchain, Allan Floury, co-fondatore di POI, dice di più su questo ambizioso progetto.
Perché pensa che sia importante incoraggiare lo sviluppo dell'economia locale? Quali sono le virtù?
Perché pensa che sia importante incoraggiare lo sviluppo dell'economia locale? Quali sono le virtù?
Le crisi bancarie e monetarie che si sono susseguite a partire dal 2008 sono state finora trattate con massicce iniezioni di liquidità, accelerando l'inflazione e creando una crescente mancanza di fiducia tra i cittadini.
25 giugno 2018
La decomposizione dell'U€
L'Unione europea si decompone. Molto chiaramente, il problema dei "migranti" ha giocato il ruolo di detonatore. A questa questione si sommano gli errori politici, un discorso con pretesa morale che si rivela fondamentalmente moralista e un'enorme ipocrisia.
Ne è prova il caso dell'Acquarius, questa nave noleggiata dall'ONG SOS-Méditerranée. Ma, in sostanza, questo problema ha solo riflesso le contraddizioni interne che si sono sviluppate in seno all'UE. In un certo senso, è probabile che pochi leader "credano" ancora in una UE federale.
Questa scomposizione potrebbe portare a varie soluzioni, e anche se il nome "Unione europea" dovesse sopravvivere, è chiaro che non sarebbe più l'UE come era stata immaginata e messa in pratica dopo il voto del famoso "Atto unico" del 1986. Stiamo assistendo al crollo di oltre trent'anni di "costruzione europea".
Questa scomposizione potrebbe portare a varie soluzioni, e anche se il nome "Unione europea" dovesse sopravvivere, è chiaro che non sarebbe più l'UE come era stata immaginata e messa in pratica dopo il voto del famoso "Atto unico" del 1986. Stiamo assistendo al crollo di oltre trent'anni di "costruzione europea".
4 giugno 2018
Apple, CAC40* e Banchieri: è la festa degli ultra-ricchi!
Naturalmente, questa non è una sorpresa, dal momento che sono ormai quasi quattro decenni da quando i più ricchi sono i principali beneficiari del nostro sistema economico, qualcosa che Trump e Macron aiutano ad accelerare ancora di più. Ma è sempre interessante ricordare alcuni fatti concreti che consentono di misurare meglio tutti gli eccessi del nostro tempo.
Quegli alberi che pensano di poter salire in cielo...
17 aprile 2018
Portare l’Italia fuori dal sistema di guerra finchè siamo in tempo
L’attacco missilistico condotto da Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia contro la Repubblica Araba Siriana, Stato sovrano membro delle Nazioni Unite, viola ogni più elementare norma del diritto internazionale.
È un crimine di guerra compiuto dagli aggressori in base a un’accusa, rivolta al Governo siriano, rivelatasi falsa. Vi sono prove inconfutabili che l’attacco chimico a Duma è stato una messa in scena organizzata dai servizi segreti occidentali. Non a caso Stati uniti, Gran Bretagna a Francia hanno lanciato i missili contro la Siria nel momento in cui stavano arrivando gli ispettori Onu.
L’Italia, anche se non ha direttamente partecipato all’aggressione come invece ha fatto nel 2011 contro la Libia, ne condivide la responsabilità. L’operazione bellica è stata diretta e supportata dai comandi e dalle basi Usa/Nato in Italia.
L’Italia, anche se non ha direttamente partecipato all’aggressione come invece ha fatto nel 2011 contro la Libia, ne condivide la responsabilità. L’operazione bellica è stata diretta e supportata dai comandi e dalle basi Usa/Nato in Italia.
30 marzo 2018
Ex parlamentare tedesco: "Bruxelles, Parigi e Berlino, vogliono sbarazzarsi degli stati nazionali dell’UE"
Nell’UE sta guadagnando terreno l’idea che nelle decisioni di politica estera non dovrebbe essere necessario il sostegno unanime degli stati membri. Il fine del progetto è quello di sbarazzarsi [della volontà] degli stati nazionali, ha detto un ex diplomatico tedesco a RT.
Il concetto che almeno alcune delle decisioni di politica estera possano essere prese dall’UE senza l’approvazione unanime da parte degli stati membri è stato recentemente presentato dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker che ha suggerito questo cambiamento il mese scorso durante la Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Anche alcuni dirigenti tedeschi hanno parlato a favore (1) della riforma proposta.
In particolare, il ministro di Stato per l’Europa Michael Roth ha detto a Der Spiegel che proprio il principio dell’unanimità ha esposto l’Unione a un’influenza straniera maligna. Juergen Hardt, un parlamentare ed esperto di politica estera, ha suggerito alla rivista che il passaggio a una maggioranza semplice avrebbe “incrementato la capacità di azione dell’UE”.
24 marzo 2018
22 Marzo: 50 anni dopo
Nel 1968, la RER* non esisteva ancora, Nanterre, era lontana da tutto, proprio accanto alla più grande baraccopoli d'Europa, baluardo della resistenza algerina durante la guerra di indipendenza. Personalmente, ho scoperto questa università nel pomeriggio di giovedì 25 aprile 1968, quando siamo andati a dare una mano ai compagni per dare il benvenuto come era dovuto a Pierre Juquin, deputato e responsabile dei rapporti con gli intellettuali al comitato centrale del Partito comunista francese.
Era venuto per fare una presentazione sulla crisi dell'università e le soluzioni suggerite dai comunisti, un fronte che raggruppava maoisti e anarchici gli impediva di prendere la parola.
22 marzo 2018
Leroy Merlin, la multinazionale francese fondata sullo sfruttamento
La grande multinazionale francese Leroy Merlin, con propri negozi e strutture in tutto il mondo, utilizza il “caporalato” per il reclutamento dei dipendenti nel magazzino del Polo Logistico di Castel San Giovanni in provincia di Piacenza.
I 420 lavoratori non sono assunti direttamente alle dipendenze della multinazionale, ma attraverso un sistema di “cooperative” che operano come veri e propri intermediari di mano d’opera e che si arricchiscono sottraendo salario e diritti ai “loro” operai.
Non solo le cooperative che forniscono manodopera a Leroy Merlin non garantiscono il rispetto del contratto e dei diritti minimi - i licenziamenti sono all’ordine del giorno e il ricambio è elevatissimo, basta provare ad alzare la testa - ma cambiano continuamente denominazione e codice fiscale per sfuggire agli Ispettori del Lavoro, all’INPS e all’INAIL per poter continuare indisturbati a violare le norme che regolano il salario, la regolarità contributiva, la tutela della salute negli impianti. In questo spesso aiutati da sindacati compiacenti.
21 marzo 2018
Vaccini: l'esplosivo rapporto parlamentare italiano
Mentre la Commissione per l'Ambiente, la Sanità Pubblica e la Sicurezza Alimentare del Parlamento europeo si prepara a mettere al voto una risoluzione sulla "riluttanza a vaccinare e ridurre i tassi di vaccinazione in Europa", una pietra cade nello stagno delle certezze vaccinali.
Si tratta della relazione ufficiale di una commissione d'inchiesta parlamentare italiana resa pubblica il 7 febbraio 2018. Scopo del rapporto: comprendere le ragioni di migliaia di morti e gravi malattie tra il personale militare italiano assegnato a missioni all'estero. Gli esperti hanno preso in considerazione tutti i fattori di rischio a cui sono stati esposti, in primo luogo l'uranio impoverito presente nelle bombe e in altri agenti legati alle armi. Ma hanno anche analizzato altri fattori di rischio, specialmente per i soldati che non sono mai stati in missione, e uno di questi in particolare avrà la nostra attenzione in questo momento: i vaccini.
I vaccini fanno male anche ai militari. Lo dice il Parlamento
Da qualche tempo ho sulla scrivania l’ultimo libro di Marcello Pamio, “Vaccinazioni – Armi chimiche contro il cervello e l’evoluzione dell’uomo” (Uno Editori, 187 pagine, 12,90 €) e non riesco a recensirlo. Tanto enorme la massa dei dati sulle patologie prodotto nei bambini, tanto schiacciante il capo d’accusa sui profitti oltraggiosi delle farmaceutiche, tanto odiose le prove della complicità anti-umana del governo Gentiloni-Lorenzini che Pamio raccoglie, che uno finisce per dubitare.
Si ha un bell’aver avvertito, sulla scorta di Marco Della Luna, che la sedicente “democrazia” occidentale s’è mutata in “governo zootecnico” di popoli che il potere considerano ormai “superflui”. Quando ci si trova di fronte a queste prove anti-umano dominio su masse cieche e irresponsabili (anzi “favorevoli ai vaccini”), una “recensione” non potrebbe che concludersi con un appello alla rivolta di piazza e di strada, con barricate ed armi. Ovviamente si esita, anche perché si sa che a denunciarci alle autorità, e spararci addosso, avremmo non il Potere, ma i nostri simili “favorevoli ai vaccini” ossia al governo zootecnico mondiale.
Si ha un bell’aver avvertito, sulla scorta di Marco Della Luna, che la sedicente “democrazia” occidentale s’è mutata in “governo zootecnico” di popoli che il potere considerano ormai “superflui”. Quando ci si trova di fronte a queste prove anti-umano dominio su masse cieche e irresponsabili (anzi “favorevoli ai vaccini”), una “recensione” non potrebbe che concludersi con un appello alla rivolta di piazza e di strada, con barricate ed armi. Ovviamente si esita, anche perché si sa che a denunciarci alle autorità, e spararci addosso, avremmo non il Potere, ma i nostri simili “favorevoli ai vaccini” ossia al governo zootecnico mondiale.
8 marzo 2018
Blitz sul mare sardo: Macron scippa le acque del Nord Sardegna
Nel silenzio più assoluto di Governo e Regione le Prefetture francesi avviano ufficialmente il passaggio del mare sardo alla Francia.
Le procedure scadono il 25 marzo pronti alla mobilitazioni per bloccare questo nuovo assalto.
Le procedure scadono il 25 marzo pronti alla mobilitazioni per bloccare questo nuovo assalto.
“Un blitz francese in piena regola per scippare il mare sardo cambiando confini e governo del mare. Con un’operazione degna di una guerra fredda il governo francese di Macron, attraverso il ministro del Mare, ha emanato un decreto che punta all’annessione di porzioni di acque internazionali direttamente connesse con il mare sardo.
L’operazione è analoga a quella di due anni fa, scongiurata dopo una grande mobilitazione e ad una incisiva azione parlamentare. Questa volta, però, il governo francese sceglie la strada subdola di fare tutto in casa, avviando una procedura amministrativa che troverà l’Italia spiazzata davanti al contesto europeo. Il Ministero del Mare di Macron ha, infatti, avviato una procedura richiesta dai trattati europei per il governo delle politiche della pesca e delle zone economiche speciali. Dunque i francesi, con atti e decreti, stanno precostituendo con il silenzio, complice o colpevole, del governo italiano tutti i presupposti per appropriarsi di immense e pescosissime porzioni di acque internazionali a ridosso della Sardegna.
25 febbraio 2018
Sei Otto: memorie di un anno in rivoluzione (2) 21 febbraio 1968: il FNL vincerà!
Marines usamericani durante l'offensiva a Hue. Foto John Olson |
Questa offensiva, che durerà tre mesi, divenne un classico oggetto di studio di tutte le scuole di guerra, allo stesso modo della battaglia di Dien Bien Phu, durante la prima guerra d'Indocina. Questa offensiva era stata ampiamente preparata dai vertici politico-militari vietnamiti del Nord e del Sud ed era stata oggetto di accesi dibattiti tra le due linee che si scontravano ad Hanoi:
21 febbraio 2018
Sei Otto: memorie di un anno in rivoluzione (1)21 ottobre - 20 dicembre 1967: Viva la vittoriosa guerra del popolo!
No, 50 anni dopo, non rimpiango nulla. Non ho rubato, ucciso, violentato o mentito. E penso di non aver mai tradito, né le nostre idee e sogni, né i miei compagni. Tutti quelli della mia età non possono dire altrettanto. Ma prima di tutto, poniamo alcuni punti sulle i.
I sessantottini, quelli che erano davvero attivi quell'anno, erano solo una piccola parte della generazione del baby boom, nati tra il 1945 e il 1950.
In Francia eravamo al massimo una decina di migliaia di militanti di gruppi politici rivoluzionari, in Italia e in Germania non molto di più, negli Stati Uniti molti di più. In Brasile, Tunisia, Senegal, Messico, Grecia, Cecoslovacchia o Irlanda, i nostri compagni erano poche centinaia all'inizio dei movimenti. Ma ovunque, abbiamo visto lo stesso fenomeno: centinaia di migliaia di persone si sono unite all'ultrasinistra una volta che i movimenti sono stati lanciati. La maggior parte di queste persone erano giovani studenti e liceali, con la presenza di una forte minoranza di "giacche nere", "teppisti" e altra gentaglia. Erano giovani lavoratori, apprendisti, figli dei poveri e di pendolari.
4 febbraio 2018
Macron a Tunisi: Quando la rondine crede di fare primavera
Macron ha schierato l'artiglieria pesante, promettendo a dritta e a manca: 500 milioni qua, 100 là, 50 laggiù. La Francia raddoppierà la sua "presenza economica", emergerà un'università franco-tunisina, che formerà gli studenti dell'Africa sub-sahariana. Sei alleanze francesi fioriranno nel territorio di Ifirqyen, che ospiterà il Vertice della Francofonia nel 2020. Una parte del debito tunisino verso la Francia si trasformerà in investimenti. A breve, farà il bagno nell'olio.
L'olio: parliamone...
25 gennaio 2018
Macron: "Se ci fosse un Referendum per l'uscita dall'€uro, la Francia direbbe SI!"
In un’intervista shock, Macron ammette che la Francia voterebbe per l’uscita dalla UE, se si tenesse un referendum
In un’intervista alla BBC commentata da Zero Hedge, Macron afferma a sorpresa che un equivalente francese della Brexit avrebbe “probabilmente” condotto allo stesso esito: l’uscita dalla UE. La dichiarazione del leader francese suona particolarmente insolita in un momento in cui gli alfieri dell’establishment cercano di rassicurare che c’è “ripresa” e che i “populisti” sono in ritirata. Ma suona insolita anche per la spiegazione esatta e puntuale del problema: l’ipotetico voto per l’uscita dalla UE sarebbe l’espressione delle classi medie e delle classi lavoratrici che si oppongono a una globalizzazione fatta contro di loro.
Quando lo scorso anno Marine Le Pen perse le elezioni presidenziali francesi, ed Emmanuel Macron vinse con ciò che sembrò una valanga di voti, l’establishment tirò un sospiro di sollievo, non solo perché la celebre euroscettica populista era stata battuta, ma anche perché sembrò che il vento fosse cambiato.
In un’intervista alla BBC commentata da Zero Hedge, Macron afferma a sorpresa che un equivalente francese della Brexit avrebbe “probabilmente” condotto allo stesso esito: l’uscita dalla UE. La dichiarazione del leader francese suona particolarmente insolita in un momento in cui gli alfieri dell’establishment cercano di rassicurare che c’è “ripresa” e che i “populisti” sono in ritirata. Ma suona insolita anche per la spiegazione esatta e puntuale del problema: l’ipotetico voto per l’uscita dalla UE sarebbe l’espressione delle classi medie e delle classi lavoratrici che si oppongono a una globalizzazione fatta contro di loro.
Quando lo scorso anno Marine Le Pen perse le elezioni presidenziali francesi, ed Emmanuel Macron vinse con ciò che sembrò una valanga di voti, l’establishment tirò un sospiro di sollievo, non solo perché la celebre euroscettica populista era stata battuta, ma anche perché sembrò che il vento fosse cambiato.
18 gennaio 2018
Moulud Yeslem: un Saharawi nato sotto le bombe al napalm nel deserto
O diventiamo cittadini liberi in un paese indipendente, o martiri con il resto dei martiri che hanno dato la loro vita". Brahim Gali, presidente Saharawi
Mi chiamo Mohamed Moulud Yeslem, sono un rifugiato saharawi che è nato in piena guerra nel Sahara, ho 40 anni, e faccio parte di un popolo che lotta per ottenere la sua indipendenza. Sono un artista, un pittore che crede che un pennello, è un arma di lotta, di libertà e di espressione; ed arriva più lontano dei missili, perché arriva ai cuori della gente, seminando vita.”
Ho conosciuto Moulud a Barcellona, in ottobre del 2017, mentre cercavo di partecipare ad un evento culturale negli accampamenti dei rifugiati saharawi a Tindouf (Algeria).
Dopo alcuni giorni di un’attesa estenuante, purtroppo, l’incontro non si è svolto, non sono potuta mai arrivare agli accampamenti, questa volta. Ma ho avuto l’onore ed il piacere di potere godere dell’affetto e della compagnia di Moulud, di sua moglie Olga e della sua meravigliosa bambina, Nura.
Mi chiamo Mohamed Moulud Yeslem, sono un rifugiato saharawi che è nato in piena guerra nel Sahara, ho 40 anni, e faccio parte di un popolo che lotta per ottenere la sua indipendenza. Sono un artista, un pittore che crede che un pennello, è un arma di lotta, di libertà e di espressione; ed arriva più lontano dei missili, perché arriva ai cuori della gente, seminando vita.”
Ho conosciuto Moulud a Barcellona, in ottobre del 2017, mentre cercavo di partecipare ad un evento culturale negli accampamenti dei rifugiati saharawi a Tindouf (Algeria).
Dopo alcuni giorni di un’attesa estenuante, purtroppo, l’incontro non si è svolto, non sono potuta mai arrivare agli accampamenti, questa volta. Ma ho avuto l’onore ed il piacere di potere godere dell’affetto e della compagnia di Moulud, di sua moglie Olga e della sua meravigliosa bambina, Nura.
2 gennaio 2018
La nazionalizzazione dell’Europa centrale e la rinascita dell’Intermarium
Si inasprisce lo scontro politico tra la Polonia e l’Unione Europea: con una decisione senza precedenti, Bruxelles ha avviato la procedura per sospendere i diritti di voto di Varsavia, rea di una riforma delle giustizia che subordinerebbe il potere giudiziario a quello politico. Parallela al braccio di ferro tutto continentale, si sviluppa la grande sintonia tra la Polonia e le potenze marittime: dopo l’accoglienza in pompa magna di Donald Trump della scorsa estate, è toccato a Theresa May volare a Varsavia dove, ignorando le critiche della UE, ha siglato un trattato di difesa comune. A Washington e Londra si ragiona ormai in ottica post-UE: la priorità è la formazione di un blocco nazionalista che separi la Russia dalla Germania. L’iniziativa “Tre mari” è la semplice riproposizione dell’Intermarium del maresciallo Jozef Piłsudski.
Una cortina nazionalista tra l’Europa Occidentale e la Russia
Il Ministero della Difesa tedesco ha recentemente contemplato, redigendo la linee strategiche al 2040, la possibilità che l’Unione Europea imploda1, scombinando l’attuale geopolitica del Continente e spingendo alcuni Paesi ad uscire dal blocco atlantico (UE/NATO) per aderire a quello russo: lo scenario non è soltanto più concreto che mai, ma anche, a giudicare dalle dinamiche europee, molto vicino alla realizzazione.
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Zbigniew Brzezinski
31 dicembre 2017
Petrolio, droni e italiani: il Niger è ai confini della realtà
Pubblichiamo la terza e ultima puntata della nostra inchiesta sul Niger in occasione del decreto che, a Camere sciolte, istituisce la missione nel paese africano. Petrolio, miseria biblica, guerra dei droni: più che un paese il Niger sembra una zona ai confini della realtà dove accade di tutto, tutto assieme e in modo apocalittico. E' la nuova frontiera di un governo che, parole sue, vuol espandere l'influenza italiana in Africa. Visti i precedenti, antichi e moderni, in Somalia e in Libia c'è solo da fare gli auguri a tutti noi.
“L’uranio sta trasformando il Niger da uno degli stati più poveri del mondo in un paese da boom economico”. Così recitava il New York Times nel 1972 parlando di Arlit, che sarebbe poi diventata la capitale mondiale dell’uranio impoverito. Il New York Times di allora raccontava, oltre a indicare gli interessi al potenziale investitore americano, di italiani, francesi e tedeschi che erano già sul campo per fare affari. Quasi cinque decenni dopo il Niger è ancora uno degli stati più poveri del mondo e americani, francesi, tedeschi e italiani si intrecciano, talvolta alleandosi talvolta facendosi concorrenza, per il controllo di quel paese. Nel frattempo sono stati fatti profitti da boom, finiti regolarmente fuori dal paese, e, come sappiamo, il sessanta per cento degli abitanti del Niger vive al di sotto della soglia di povertà. Potenza della crescita economica.
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