L'intervista all'ex detenuto sopravvissuto alla dittatura argentina Per cambiare il futuro, dobbiamo conoscere il passato e agire nel nostro presente. Quale futuro, quale passato e quale presente? Centinaia di migliaia di giovani sono destinati a un futuro nefasto. E’ il prodotto di una società morbosa, fomentata allo scopo di distruggere l’ avvenire di ogni giovane, della vita. Ma... perché? Possiamo rispondere rivedendo il passato, chiedendoci se stiamo facendo qualcosa per ottenere un risultato diverso da questo.
Nel decennio degli anni Settanta, l’America Latina ha vissuto diversi colpi di Stato. Uno dei sopravvissuti, Mario Villani, ex detenuto scomparso durante la dittatura argentina, ha rilasciato un'intervista al nostro movimento culturale Our Voice. Questa volta, le nostre intenzioni non sono quelle di conoscere la sua storia, che traspare dal libro, ma riflettere insieme su alcune delle sue risposte.
La “primavera del socialismo” dell’America Latina è al termine. Dopo oltre un decennio di Presidenti progressisti socialisti che anteponevano le persone al clientelismo, gli oligarchi dell’America latina, attraverso la prevaricazione dei tribunali, dei parlamenti e dei sistemi elettorali, hanno messo dei caudillos in carica in tutta la regione. A differenza del passato, quando i generali locali, con un cenno del capo dalla base locale della CIA, chiamavano i carri armati e le truppe per cacciare i Presidenti eletti democraticamente, i leader fascisti di oggi hanno scoperto che i social media, associati a giudici e legislatori corrotti, può mettere in scena quelli che sono, essenzialmente, “colpi di stato costituzionali” soft.
La primavera del socialismo in America Latina ha visto molte nazioni adottare politiche estere indipendenti, esenti dai dettami provenienti da Washington. Con gli Stati Uniti impaludati nei pantani [delle operazioni] militari in Afghanistan e in Iraq, l’America Latina si è liberata dalle catene politiche, finanziarie e militari che la legavano a Washington.
“Dispaccio n°40 del 27.09.1929, Casellario Politico Centrale (Roma). Dall’Ambasciata d’Italia a Buenos Aires al Ministero dell’Interno (Roma): Il responsabile Gazzera informa che l’avvocato sovversivo Carmine Cesare Grossi, con data 25.06 dell’anno in corso, si è recato a Montevideo insieme all’anarchico Tognetti per un giro di conferenze contro il governo nazionale. Grossi è pericolosissimo. Bisogna rinforzare la vigilanza.” Nel 1926 il fascismo del regime di Mussolini attanagliava Napoli; un male che, molto al di là dell’Italia, minacciava di trasmettersi come la peste per la maggior parte del mondo e andava combattuto con determinazione. Gli attacchi commessi dalle “camicie nere” del fascio arrivarono a tal punto che Carmine Cesare Grossi, nato il 21 maggio del 1887 e nonostante la sua giovane età fosse già un prestigioso avvocato penalista di Napoli, fu costretto ad abbandonare l’Italia per esiliarsi in Argentina con tutta la sua famiglia: la sua compagna, Maria Olandese, e i suoi figli Renato, Ada e Aurelio ancora piccoli. Tanto Cesare (tutti lo chiamavano col suo secondo nome) che Maria erano socialisti puri, nel senso di socialisti utopici, e poi socialisti libertari.
Alle 20:00 (ora di Brasilia) il TSE (1) ha confermato l’elezione a presidente del candidato del PSL (2), Jair Bolsonaro. Un ex-capitano dell’esercito, divenuto negli ultimi mesi un leader nazionale grazie alle sue posizioni razziste, alla sua ossessiva omofobia, all’esasperato bigottismo evangelico, all’esaltazione pubblica della dittatura e della tortura e, logicamente, a un amore cieco per il mercato, associato a un odio demenziale nei confronti della sinistra, dei sindacati e del mondo progressista. Una vittoria che, comunque, presenta numerose contraddizioni. Infatti, il nuovo presidente (3), oltre a non avere a disposizione un partito organizzato, storicamente legato ai settori importanti della classe dominante, difende un programma economico ultra-liberista, molto controverso che asseconda tutte le richieste del mercato, in particolare quelle delle multinazionali statunitensi.
La prima cosa che dobbiamo stabilire è, in quale momento storico viviamo. Crediamo che questo sia un processo di crisi del neoliberismo, a causa delle enormi contraddizioni generate; ma che, tuttavia, trova la sua strada per manipolare la sua egemonia nel pensiero popolare, per dare un orientamento violento alla vita politica, generando un movimento ancorato a una cultura religiosa o messianica che manipola la povertà e la quasi sempre opportunista classe media conducendola verso un conflitto armato interno, come è successo in Colombia, Argentina, Perù, ecc. e anche nei governi considerati "progressisti". Ma cos'è questa crisi del neoliberismo?
Giovedì 18 ottobre 2018, mio zio, il giornalista Luiz Eduardo Merlino, avrebbe compiuto 71 anni.Se non fosse stato ucciso sotto tortura nel luglio 1971, all'età di 22 anni, durante una sessione presieduta da Carlos Alberto Brilhante Ustra, allora capo del DOI-Codi, principale organo repressivo della dittatura civile-militaire.
È difficile immaginarlo a 71 anni.Per me, a cui è stato impedito da Ustra ed altri boia di conoscerlo, è sempre il giovane della foto.Da bambina, mi hanno presentato mio zio attraverso un ritratto sul comò di mia nonna.Il tempo è passato e lui rimane il giovane di 20 anni.Il giovane uomo nella foto. Questa settimana, Luiz Eduardo è stato simbolicamente torturato e ucciso di nuovo.
Il sociologo Manuel Castells ha lanciato il seguente appello:
Caricatura di Bolsonaro
Amici intellettuali impegnati nella democrazia,
Il Brasile è in pericolo.E con il Brasile, è il mondo in pericolo perché dopo l'elezione di Trump, dopo il sequestro del potere da parte di un governo neofascista in Italia e l'ascesa del neo-nazismo in Europa, il Brasile può scegliere per presidente un fascista, difensore della dittatura militare, misogino, sessista, razzista e xenofobo, che ha ottenuto il 46% dei voti nel primo turno delle elezioni presidenziali.
Non importa chi sia il suo avversario.Fernando Haddad, l'unica alternativa possibile, è un accademico rispettabile e moderato, candidato al Partito dei lavoratori (PT), un partito che oggi ha perso il suo prestigio a causa del suo coinvolgimento in pratiche corrotte.In una situazione del genere, nessun intellettuale, nessun democratico, nessuno che si senta responsabile nei confronti del mondo in cui viviamo, può rimanere indifferente al sistema politico del Brasile.
Uno dei progressi storici più sorprendenti nel mondo dell'imperialismo occidentale (di Stati Uniti e Unione europea) è la scomparsa e la dissoluzione dei grandi movimenti anti-imperialisti e anti-interventisti (AIM) che funzionavano da anni. Una delle ragioni principali di questa disfatta è la limitata disponibilità o incapacità dei movimenti di affrontare le élite imperiali emerse dalle elezioni e impegnate in guerre regionali contro regimi nazionalisti dittatoriali o autoritari. In questo articolo ci occuperemo di delineare la dimensione del problema.Successivamente, analizzeremo le conseguenze politiche ed economiche dei mali politici dell'AIM.Finiremo questo lavoro con la proposta di alternative all'attuale impasse.
Questo testo, pubblicato il 4 agosto, è l'ultima delle cronache settimanali pubblicate per 20 anni da Uri Avnery, prima nel quotidiano Maariv e poi nel sito di Gush Shalom, il Blocco di Pace israeliano che aveva fondato.Uri Avnery è morto a Tel Aviv lunedì 20 agosto all'età di 94 anni.Pubblichiamo dopo l'articolo la dichiarazione rilasciata da Gush Shalom lo stesso giorno. - Tlaxcala. Anni fa, ho avuto una discussione amichevole con Ariel Sharon. Gli dissi: "Sono prima di tutto un israeliano e poi un ebreo. " Punto sul vivo, rispose: "Io sono prima ebreo e solo dopo israeliano!"
"FASCISMO. MISURARE LA PAROLA. Il fascismo, la sua essenza, le sue origini, il suo sviluppo, come oggetto di studio, sembrano interessare sempre di più il mondo del lavoro e i partiti che costituiscono l’Internazionale comunista. Tuttavia non penso che a questo bisogno di conoscere corrisponda sempre una concezione esatta del fenomeno fascista esaminato sotto i suoi vari aspetti; credo che questo desiderio di sapere non sia sempre accompagnato dalla ferma intenzione di arrivare al sapere studiando attentamente il fascismo quale si manifesta concretamente in Italia e negli altri paesi. Mi pare anzi che invece ci si lasci andare a sostituire allo studio approfondito di questo fenomeno l’esposizione di generalizzazioni del tutto astratte e non corrispondenti dunque completamente alla realtà.
Quest’anno potrebbe passare alla storia come un punto di svolta, in cui il mondo ha finalmente preso coscienza del lato oscuro dell’onnipresenza dei colossi della Silicon Valley nella nostra vita quotidiana. O almeno, così si spera. Da Amazon a Facebook, Apple, Google, Microsoft e PayPal – tra le altre –sono trapelate rivelazioni che confermano il continuo abuso dei dati degli utenti da parte di società monopolistiche, nonché il loro crescente ruolo come fornitori di tecnologia di sorveglianza per lo stato di polizia, i militari e le agenzie di detenzione per migranti degli Stati Uniti.
La legge dello stato-nazione lo rende chiaro.Israele è solo per ebrei, scritto nero su bianco.È più facile per tutti in questo modo.
La Knesset sta per emettere una delle sue leggi più importanti e quella più in linea con la realtà. La legge dello stato-nazione metterà fine al vago nazionalismo di Israele e presenterà il sionismo così com'è.La legge metterà anche fine alla farsa che Israele sia "ebraico e democratico", una combinazione che non è mai esistita e non potrebbe mai esistere a causa della contraddizione intrinseca tra i due valori che non possono essere conciliati, se non con l'inganno. Se lo Stato è ebraico non può essere democratico a causa della mancanza di uguaglianza, se è democratico non può essere ebraico perché una democrazia non concede privilegi basati sull'etnia. Così ora la Knesset ha deciso: Israele è ebraico.Israele sta dichiarando che è lo stato-nazione del popolo ebraico, non uno stato dei suoi cittadini, non è uno stato dei due popoli che vivono al suo interno e quindi ha cessato di essere una democrazia egualitaria, non solo nella pratica, ma anche nella teoria.Ecco perché questa legge è così importante.È una legge sulla verità.
La sconfitta subita da Israele a seguito della cancellazione della partita amichevole contro l'Argentina ripete, ancora una volta, una lezione che abbiamo imparato tante volte nelle favole e nei racconti infantili: "Chi stringe troppo la corda, poi resta impiccato" ... I pianeti sembravano allineati affinché Israele guadagnasse un nuovo trionfo, nella serie di progressi e conquiste, di impunità e disinformazione, processi con cui si è abituato a vincere ultimamente.
Il fascista [1] Benyamin Netanyahu ha creato un gabinetto di allegri assassini confessi di palestinesi, come Naftali Bennet, Ministro dell'Istruzione, che ha tranquillizzato il suo pubblico scherzando su questi omicidi: "Nella mia vita, ho ucciso molti arabi.Questo non è un problema".[2] O la ministra della giustizia Ayelet Shaked, che sostiene la morte per le madri palestinesi, "perché danno alla luce serpenti" ... (ibid).
Il concetto di egemonia del defunto filosofo italiano era sorprendentemente lungimirante
Nel processo di Antonio Gramsci del 1928, il pubblico ministero dichiarò: "Dobbiamo impedire a questo cervello di lavorare per 20 anni".Gramsci, ex leader del Partito Comunista Italiano e lucido teorico e giornalista marxista, fu condannato a due decenni di prigione dal governo fascista di Benito Mussolini. Tuttavia, la reclusione causò la fioritura del pensiero di Gramsci invece del suo declino. Intraprese una colossale ricerca intellettuale il cui obiettivo era quello di offrire un'eredità imperitura.I suoi Quaderni del carcere* comprendevano 33 volumi e 3.000 pagine di storia, filosofia, economia e strategia rivoluzionaria.Sebbene gli fosse stato permesso di scrivere, Gramsci non aveva accesso alle opere marxiste e fu costretto a usare un codice per aggirare i censori della prigione.
«L'Italia è in una nuova condizione coloniale.... siamo in presenza di un fascismo senza dittatura e, in economia, di un nazismo senza militarismo».
(Paolo Savona)
Presentiamo ai lettori alcuni significativi stralci del libro di Paolo Savona "Come un incubo come un sogno" (Rubbettino) in libreria nei prossimi giorni. Sarà chiaro perché gli euroinomani lo detestano e Mattarella non vuole nominarlo ministro.
COME CI FICCAMMO NEI GUAI...
«Il mancato perseguimento degli obiettivi conduce a uno stato permanente di tensione all'interno dell'Europa per le ingiustizie che implica: i cittadini non sono tutti uguali nei diritti, ma solo nei doveri. L'esprit d'Europe si attenua e vengono meno le componenti sociali della pace, la vera forza che ha trainato all'inizio l'idea di Europa. I motivi di questa situazione sono due: l'unione non era ancora maturata nella coscienza dei popoli europei finendo con il peggiorarla per le cattive performance registrate nei momenti di crisi e perché le istituzioni create confliggevano con gli obiettivi.
Franco Berardi, Bifo, è professore di filosofia all'Università di Bologna.Inoltre, è autore di articoli, sceneggiature per documentari e libri come l'ultimo, Fenomenología del
fin(Ed. Caja Negra).Ma soprattutto, Bifo è uno dei pilastri di quegli anni 70 italiani dell'autonomia operaia, dell'insurrezione attraverso la fondazione di Radio Alice e del pensiero critico europeo contro il neoliberismo che viviamo.Berardi sbarcò a Madrid al Museo Reina Sofía per partecipare a Sovversione o barbarie.La fine del mondo come la conosciamo, un dibattito sulla Rete, emozioni, nuove mascolinità.Ha anche presentato il suo ultimo lavoro come sceneggiatore nel documentario diretto da Andrea Groppiero Comunismo Futuro, di fronte ad una platea piena e attenta per due giorni consecutivi.In una delle pause ha parlato con La Marea.
Sarebbe strano non iniziare questa intervista senza chiederle il suo punto di vista sulla situazione post-elettorale in Italia.
Politici catalani imprigionati e altri esuli in Svizzera, Germania, Belgio e Scozia.Tutti eletti alle urne dalla legislazione sovrana.Senza aver praticato alcuna violenza.Di diverso pensiero politico: di destra, di sinistra e di estrema sinistra.Con una cosa in comune: il loro accordo con il diritto del popolo catalano di decidere quali relazioni vogliono mantenere con gli altri popoli e le nazioni del mondo. In vista degli eventi, coloro che hanno preferito l'esilio a causa della grande internazionalizzazione della situazione catalana, che a sua volta ha evidenziato l'attuale giustizia spagnola, ereditata dal regime di Franco ("La Procura della Repubblica, il Tribunale Nazionale e il Tribunale Supremo non si comportano come gli organi di amministrazione della giustizia di uno stato di diritto sociale e democratico, ma come quelli che erano nel Regime delle Leggi Fondamentali"), un aspetto non unico di ciò che significa il regime della restaurazione borbonica - o del 78 - ma oltre la declamazione.
Mentre la crisi interna dell’Unione Europea peggiora, e molti cittadini si ribellano contro quello che è diventato un progetto neoliberista, i politici europei si affrettano a spogliare i governi nazionali di ogni potere per impedire ulteriori interventi democratici. Il centro-sinistra crede ancora che la UE sia una istituzione votata al bene dell’Europa. Omettono la domanda più importante: di quale Europa stiamo parlando? Storia dell'U€ neoliberista
Stabilire il momento in cui il processo di integrazione europea si è volto al peggio non è compito facile. È una difficoltà dovuta al fatto che gli aspetti più nefasti (da una prospettiva progressista) di questo processo sono il risultato di decisioni apparentemente non nefaste prese nei decenni precedenti. Per semplificare, possiamo fissare il momento di svolta dell’Europa verso il neoliberismo intorno alla metà degli anni ’70, quando il regime cosiddetto “keynesiano”, adottato in occidente dopo la seconda guerra mondiale, stava attraversando una crisi conclamata.
Nell’UE sta guadagnando terreno l’idea che nelle decisioni di politica estera non dovrebbe essere necessario il sostegno unanime degli stati membri. Il fine del progetto è quello di sbarazzarsi [della volontà] degli stati nazionali, ha detto un ex diplomatico tedesco a RT.
Il concetto che almeno alcune delle decisioni di politica estera possano essere prese dall’UE senza l’approvazione unanime da parte degli stati membri è stato recentemente presentato dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker che ha suggerito questo cambiamento il mese scorso durante la Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Anche alcuni dirigenti tedeschi hanno parlato a favore (1) della riforma proposta.
In particolare, il ministro di Stato per l’Europa Michael Roth ha detto a Der Spiegel che proprio il principio dell’unanimità ha esposto l’Unione a un’influenza straniera maligna. Juergen Hardt, un parlamentare ed esperto di politica estera, ha suggerito alla rivista che il passaggio a una maggioranza semplice avrebbe “incrementato la capacità di azione dell’UE”.