[...] la Tanzania, quando si lasciava irretire sempre più nel mortale abbraccio del neoliberismo[9], riscuoteva lodi sperticate e prestiti "generosi", nella misura in cui può essere generoso un prestito usuraio[10]... E le elezioni, a volte anche con centinaia di morti, erano sempre portate ad esempio come "libere e sostanzialmente corrette".
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30 ottobre 2020
Nella Tanzania Covid-Free, occorre che niente cambi perché tutto resti cambiato
A 48 ore dalla chiusura delle urne non ci sono ancora dati ufficiali, neppure parziali. Le comunicazioni telefoniche sono stentoree da quattro giorni, internet praticamente oscurata[1], però il tamtam informale mi comunica che è certa la rielezione del presidente John Pombe Magufuli, e che avanza ulteriormente il suo CCM (Chama cha Mapinduzi, Partito della Rivoluzione) che domina la scena politica fin dal 1961, anno dell'indipendenza dal protettorato inglese.
23 ottobre 2020
Ha senso parlare di fascismo in Colombia?
Intervista con Federico Finchelstein e Pablo Piccato
Come scriveva Hanna Arendt nel suo noto libro Le origini del totalitarismo (1951), "l'oggetto ideale del dominio totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma il popolo per il quale non esiste più la distinzione tra fatto e finzione (cioè la realtà dell'esperienza) e la distinzione tra il vero e il falso (cioè le norme del pensiero)". Il fascismo ha successo, ha detto, quando gli uomini rifiutano di credere nella veridicità di qualcosa, anche quando le prove lo confermano. Mentire e riuscire a convincere la società di queste bugie è, ha detto, fondamentale per il successo delle ideologie fasciste.
30 settembre 2020
Il Deep State pensa a un golpe militare: Trump allo scontro finale contro il Nuovo Ordine Mondiale?
Il sorriso di Amy Coney Barrett brilla sul prato della Casa Bianca quando il presidente Trump lo scorso sabato l’ha nominata a giudice della Corte Suprema.
Il presidente ha mantenuto una promessa che aveva fatto già in precedenza ai suoi consiglieri, ai quali aveva confidato di tenere in serbo la sua nomina per l’organo giurisdizionale più importante degli Stati Uniti.
Nei giorni scorsi, la reazione dei media mainstream e dell’apparato del partito democratico americano di fronte alla possibilità che Trump potesse esercitare le sue legittime prerogative presidenziali è stata letteralmente isterica e furiosa. Per i democratici era intollerabile che Trump sostituisse la giudice Ginsburg, la togata di origini ebraiche e madrina di battaglie femministe e abortiste, prima del 3 novembre quando si terranno appunto le elezioni presidenziali.
Il presidente ha mantenuto una promessa che aveva fatto già in precedenza ai suoi consiglieri, ai quali aveva confidato di tenere in serbo la sua nomina per l’organo giurisdizionale più importante degli Stati Uniti.
Nei giorni scorsi, la reazione dei media mainstream e dell’apparato del partito democratico americano di fronte alla possibilità che Trump potesse esercitare le sue legittime prerogative presidenziali è stata letteralmente isterica e furiosa. Per i democratici era intollerabile che Trump sostituisse la giudice Ginsburg, la togata di origini ebraiche e madrina di battaglie femministe e abortiste, prima del 3 novembre quando si terranno appunto le elezioni presidenziali.
19 agosto 2020
Un NO sociale a tutti i partiti uniti
Sono più di vent’anni che la classe politica cambia e prova a cambiare la Costituzione. [Di seguito 3 MOTIVI per il NO (tra gli altri!)]
Il centrosinistra, il centrodestra, entrambi più i cinquestelle, alla fine giungono sempre alla stessa conclusione: siccome non si vuole cambiare politica, si cambiano le regole costituzionali facendo credere che così cambierà tutto.
Tanta gente speranzosa ci casca, vuoi vedere che se si riducono i parlamentari aumenteranno gli ospedali ed i posti di lavoro? E naturalmente chi si oppone, chi dice che il problema non è la Costituzione, ma una classe politica indecente che ha rinunciato ad applicarla, viene tacciato di conservatorismo, di essere attaccato ai privilegi, di non voler cambiare. Ricordate Renzi nel 2016? Parlava esattamente come i ministri cinquestelle oggi, che però sono stati più furbi di lui.
Il centrosinistra, il centrodestra, entrambi più i cinquestelle, alla fine giungono sempre alla stessa conclusione: siccome non si vuole cambiare politica, si cambiano le regole costituzionali facendo credere che così cambierà tutto.
Tanta gente speranzosa ci casca, vuoi vedere che se si riducono i parlamentari aumenteranno gli ospedali ed i posti di lavoro? E naturalmente chi si oppone, chi dice che il problema non è la Costituzione, ma una classe politica indecente che ha rinunciato ad applicarla, viene tacciato di conservatorismo, di essere attaccato ai privilegi, di non voler cambiare. Ricordate Renzi nel 2016? Parlava esattamente come i ministri cinquestelle oggi, che però sono stati più furbi di lui.
8 marzo 2020
"Non c'è un confine rigido tra democrazia e dittatura"
Intervista a Eugénie Mérieau, autrice di La dictature, une antithèse de la démocratie? (La dittatura, un'antitesi della democrazia?), un'opera affascinante che decostruisce idee preconcette sui regimi autoritari.
A fine gennaio, su un aereo di ritorno da Israele, Emmanuel Macron ha denunciato "i discorsi politici straordinariamente colpevoli" che affermano che la Francia è diventata una dittatura e che, secondo lui, giustificano la violenza politica e sociale. "si sono installati nella nostra società l'idea che non saremmo più in una democrazia", disse allora. "Ma andate in una dittatura! Una dittatura è un regime in cui una persona o un clan decide le leggi. Una dittatura è un regime in cui non si cambia leader, mai. Se questa è la Francia, provate la dittatura e vedrete!"
Cosa rivela questa affermazione? I regimi autoritari esercitano il potere senza il consenso del popolo? E quale realtà politica copre veramente il termine "democrazia" in Occidente?
A fine gennaio, su un aereo di ritorno da Israele, Emmanuel Macron ha denunciato "i discorsi politici straordinariamente colpevoli" che affermano che la Francia è diventata una dittatura e che, secondo lui, giustificano la violenza politica e sociale. "si sono installati nella nostra società l'idea che non saremmo più in una democrazia", disse allora. "Ma andate in una dittatura! Una dittatura è un regime in cui una persona o un clan decide le leggi. Una dittatura è un regime in cui non si cambia leader, mai. Se questa è la Francia, provate la dittatura e vedrete!"
Cosa rivela questa affermazione? I regimi autoritari esercitano il potere senza il consenso del popolo? E quale realtà politica copre veramente il termine "democrazia" in Occidente?
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8 novembre 2019
Assedio e violenza per cambiare il governo in Bolivia: tutto quello che devi sapere sul golpe in corso
In Bolivia, è attualmente in fase di sviluppo una tabella di marcia dell'assedio, attraverso atti di ribellione interna che tentano di rompere le strutture istituzionali, in coordinamento con una criminalizzazione del governo Evo Morales dal fronte esterno.
Si tratta di un nuovo colpo di stato in corso, un modo accelerato per risolvere con i meccanismi della forza ciò che non è stato ottenuto con il voto del 20 ottobre.
Gli eventi mostrano un chiaro programma di cambiamento di regime in corso. Questo processo, sebbene si sia verificato dopo le ultime elezioni generali, era stato annunciato molto tempo prima da fattori opposti nel paese.
Si tratta di un nuovo colpo di stato in corso, un modo accelerato per risolvere con i meccanismi della forza ciò che non è stato ottenuto con il voto del 20 ottobre.
Gli eventi mostrano un chiaro programma di cambiamento di regime in corso. Questo processo, sebbene si sia verificato dopo le ultime elezioni generali, era stato annunciato molto tempo prima da fattori opposti nel paese.
22 settembre 2019
Israele: L'unico ghetto ebraico in Medio Oriente
Muro di separazione, Enzo Apicella |
Di Gilad Atzmon
The Only Jewish Ghetto in the Middle East
17 settembre 2019
Tunisia: Ciò che "il popolo vuole"
Tlaxcala
La sorpresa causata dai risultati del primo turno delle elezioni presidenziali tunisine del 15 settembre è stata tutt'altro che divina. I modernisti dei bei quartieri non hanno avuto alcun problema a denunciare Saïed come "salafita", gli islamisti non hanno avuto alcun problema a far credere di sostenere Saïed (cosa che l'interessato ha fermamente negato), avendo scelto lo sceicco Mourou come candidato ufficiale con le sole istruzioni di perdere, questo primo turno è pieno di lezioni:
27 giugno 2019
Breve guida sul lobbismo nelle arene dell'Unione Europea
Per lungo ignorata, la pratica del lobbismo è criticata per la sua opacità. Tuttavia, i metodi utilizzati a Bruxelles per influenzare le leggi sono noti e mal disciplinati
Non hanno fatto molto parlare di sé durante la campagna appena conclusa delle elezioni europee, ma i gruppi di pressione attirano sempre più critiche nella misura in cui è documentata la loro influenza nella fabbrica del diritto europeo.
Il registro comune presso la Commissione e il Parlamento conta attualmente circa 11.800 organizzazioni dichiarate come portatrici di interessi presso i decisori e i funzionari dell'Unione europea (UE). Il numero di equivalenti a tempo pieno dichiarati da loro stesse è 24.894. L'organizzazione non governativa Transparency International stima da parte sua in circa 26.500 il numero di lobbisti presenti regolarmente a Bruxelles, e circa 37.300 il numero di persone coinvolte in attività di lobbismo nella capitale belga.
Non hanno fatto molto parlare di sé durante la campagna appena conclusa delle elezioni europee, ma i gruppi di pressione attirano sempre più critiche nella misura in cui è documentata la loro influenza nella fabbrica del diritto europeo.
Il registro comune presso la Commissione e il Parlamento conta attualmente circa 11.800 organizzazioni dichiarate come portatrici di interessi presso i decisori e i funzionari dell'Unione europea (UE). Il numero di equivalenti a tempo pieno dichiarati da loro stesse è 24.894. L'organizzazione non governativa Transparency International stima da parte sua in circa 26.500 il numero di lobbisti presenti regolarmente a Bruxelles, e circa 37.300 il numero di persone coinvolte in attività di lobbismo nella capitale belga.
25 maggio 2019
Elezioni europee: Un voto irrilevante
Le elezioni europee di domenica saranno particolarmente irrilevanti.
Il voto non decide assolutamente niente, visto che il Parlamento Europeo non conta molto. Oltretutto il sistema UE che decide quasi tutto ciò che è fondamentale nella politica dei paesi membri non è sottoposto al voto.
La politica economica e monetaria la decidono le banche, la BCE e la Commissione; la politica estera e quella della sicurezza continua ad essere affare del Pentagono attraverso la NATO e il quadro generale viene determinato da alcuni trattati europei che sono blindati dal suo principale beneficiario, la Germania, perché non possano venire cambiati.
La politica economica e monetaria la decidono le banche, la BCE e la Commissione; la politica estera e quella della sicurezza continua ad essere affare del Pentagono attraverso la NATO e il quadro generale viene determinato da alcuni trattati europei che sono blindati dal suo principale beneficiario, la Germania, perché non possano venire cambiati.
La commedia è evidente.
Il debito è la questione nascosta di queste elezioni europee
I cittadini dell'Unione europea sono chiamati a votare questa settimana per il Parlamento europeo. Questo non è un vero parlamento, e non ha alcuna possibilità di diventarlo, poiché tutte le decisioni importanti sono prese dai capi non eletti della Commissione Europea e della Banca Centrale Europea, alias "la banca centrale peggio gestita del mondo".
Tuttavia, queste elezioni riflettono un sentimento generale di frustrazione nei confronti delle politiche attuali. I partiti conservatori e di estrema destra progrediranno, riflettendo un diffuso scetticismo nei confronti dello sviluppo economico dell'UE e della mancanza di benefici per la gente comune. Purtroppo, la sinistra dominante trascura questi problemi e ne pagherà il prezzo.
Tuttavia, queste elezioni riflettono un sentimento generale di frustrazione nei confronti delle politiche attuali. I partiti conservatori e di estrema destra progrediranno, riflettendo un diffuso scetticismo nei confronti dello sviluppo economico dell'UE e della mancanza di benefici per la gente comune. Purtroppo, la sinistra dominante trascura questi problemi e ne pagherà il prezzo.
21 febbraio 2019
Colombia: A Medellín, più di 2.000 donne si dicono pronte a governare
Il movimento politico "Estamos listas*" ("Siamo pronte") cerca di fare storia nelle prossime elezioni.
Un giorno, una donna, studentessa all'Università Eafit, a Medellín, è andata a un incontro informativo sul movimento politico delle donne 'Estamos listas'. Il mattino dopo cominciò a raccontare alla domestica di casa sua di questo movimento, la quale rispose: "Sì, sono pronta anch'io". Ne ero già parte.
Questo aneddoto è raccontato da Jenny Giraldo, una delle 2039 donne che sono già registrate come militanti di "Estamos listas" e che si dichiarano disponibili a partecipare al processo decisionale nella capitale di Antioquia.
Un giorno, una donna, studentessa all'Università Eafit, a Medellín, è andata a un incontro informativo sul movimento politico delle donne 'Estamos listas'. Il mattino dopo cominciò a raccontare alla domestica di casa sua di questo movimento, la quale rispose: "Sì, sono pronta anch'io". Ne ero già parte.
Questo aneddoto è raccontato da Jenny Giraldo, una delle 2039 donne che sono già registrate come militanti di "Estamos listas" e che si dichiarano disponibili a partecipare al processo decisionale nella capitale di Antioquia.
Loro, che si identificano con un foulard in cui un gufo saggio e multicolore appare su Medellín con atteggiamento vigile, sperano di segnare una pietra miliare nella politica colombiana nelle elezioni locali e regionali del prossimo 27 ottobre.
13 febbraio 2019
Venezuela: Tutto ciò che si sa e non si dice...
In questi tempi di dittatura economica, i signori/e "So tutto Io", escono come lumache dopo la pioggia. Molti di loro fallirebbero un semplice test a scelta multipla per testare le loro conoscenze di base sull'argomento della loro "competenza". Con poche eccezioni, tra coloro che scrivono o parlano del Venezuela, nessuno ha idea se Lara sia una città o uno stato, per non parlare di dove "esso" si trovi geograficamente. In altre parole, mancano degli elementi essenziali di base per avventurarsi nel dare lezioni.
Per correggere alcuni errori ricorrenti che condizionano analisi e commenti, potrò menzionare alcuni dati "sconosciuti" per contribuire a una migliore salute del dibattito globale sul Venezuela:
4 febbraio 2019
Il Venezuela e i sinistri “critici-critici”
L’autoproclamazione di Guaidò rappresenta a tutti gli effetti un tentativo di colpo di Stato, ed è davvero difficile, se non impossibile, provare a descrivere diversamente quello che sta avvenendo in questi giorni in Venezuela. Un tentativo che fortunatamente, almeno per ora, non ha avuto gli sviluppi che auspicavano a Washington, ma che però è ben al di la dall’essere stato scongiurato, come dimostra l’esproprio dei conti bancari della PDVSA negli Stati Uniti. Miliardi di dollari pubblici sottratti allo stato venezuelano e messi arbitrariamente a disposizione di un golpista, il tutto in barba ad ogni legge del diritto internazionale.
Ora immaginate solo per un momento cosa sarebbe accaduto se Bernie Sanders si fosse dichiarato unilateralmente Presidente degli Stati Uniti invitando l’esercito alla diserzione, magari contestando l’irregolarità delle presidenziali del 2016 adducendo come prova l’interferenza dei russi nel processo elettorale. Con ogni probabilità il “mondo civilizzato” che oggi plaude al “giovane ribelle” di Caracas lo avrebbe preso per matto, oppure ignorato. Probabilmente sarebbe stato anche arrestato e processato nel giro di qualche ora, visto che l’ordinamento giuridico nordamericano prevede il reato di cospirazione.
20 gennaio 2019
Distopia socialista
Combattono con un socialismo che non esiste. Lottano contro un'anti-utopia che non appartiene a nessuno. Immaginano un mondo senza famiglia, senza ordine, senza mercato, senza libertà. I liberali di destra del mondo hanno inventato un fantasma, gli hanno appeso il segno del "socialismo" e ora lo vedono dappertutto, specialmente, e ogni tanto in Venezuela. Ma adesso è troppo.
Nicolás Maduro Moros
La Jornada
Perché questo socialismo che stanno combattendo non è il socialismo in cui comunichiamo, noi, le democrazie inclusive, pieno di persone che vivono nel XXI secolo... Il nostro socialismo è particolare, popolare e profondamente latinoamericano. Come abbiamo detto chiaramente durante l'Assemblea delle Nazioni Unite lo scorso settembre: il nostro è un progetto autonomo di rivoluzione democratica, di rivendicazione sociale, è un modello e un percorso a sé stante che si basa sulla nostra storia e sulla nostra cultura.
Nicolás Maduro Moros
La Jornada
Perché questo socialismo che stanno combattendo non è il socialismo in cui comunichiamo, noi, le democrazie inclusive, pieno di persone che vivono nel XXI secolo... Il nostro socialismo è particolare, popolare e profondamente latinoamericano. Come abbiamo detto chiaramente durante l'Assemblea delle Nazioni Unite lo scorso settembre: il nostro è un progetto autonomo di rivoluzione democratica, di rivendicazione sociale, è un modello e un percorso a sé stante che si basa sulla nostra storia e sulla nostra cultura.
30 ottobre 2018
La vittoria di Bolsonaro è la continuazione del golpe liberista nel Brasile
Autodistruzione, di Vasco Gargalo |
Una vittoria che, comunque, presenta numerose contraddizioni. Infatti, il nuovo presidente (3), oltre a non avere a disposizione un partito organizzato, storicamente legato ai settori importanti della classe dominante, difende un programma economico ultra-liberista, molto controverso che asseconda tutte le richieste del mercato, in particolare quelle delle multinazionali statunitensi.
23 ottobre 2018
Mio zio fu assassinato dall'idolo di Bolsonaro
Giovedì 18 ottobre 2018, mio zio, il giornalista Luiz Eduardo Merlino, avrebbe compiuto 71 anni. Se non fosse stato ucciso sotto tortura nel luglio 1971, all'età di 22 anni, durante una sessione presieduta da Carlos Alberto Brilhante Ustra, allora capo del DOI-Codi, principale organo repressivo della dittatura civile-militaire.
È difficile immaginarlo a 71 anni. Per me, a cui è stato impedito da Ustra ed altri boia di conoscerlo, è sempre il giovane della foto. Da bambina, mi hanno presentato mio zio attraverso un ritratto sul comò di mia nonna. Il tempo è passato e lui rimane il giovane di 20 anni. Il giovane uomo nella foto.
Questa settimana, Luiz Eduardo è stato simbolicamente torturato e ucciso di nuovo.
Questa settimana, Luiz Eduardo è stato simbolicamente torturato e ucciso di nuovo.
14 ottobre 2018
Brasile: lettera aperta di Manuel Castells agli intellettuali del mondo
Il sociologo Manuel Castells ha lanciato il seguente appello:
Amici intellettuali impegnati nella democrazia,
Caricatura di Bolsonaro |
Il Brasile è in pericolo. E con il Brasile, è il mondo in pericolo perché dopo l'elezione di Trump, dopo il sequestro del potere da parte di un governo neofascista in Italia e l'ascesa del neo-nazismo in Europa, il Brasile può scegliere per presidente un fascista, difensore della dittatura militare, misogino, sessista, razzista e xenofobo, che ha ottenuto il 46% dei voti nel primo turno delle elezioni presidenziali.
Non importa chi sia il suo avversario. Fernando Haddad, l'unica alternativa possibile, è un accademico rispettabile e moderato, candidato al Partito dei lavoratori (PT), un partito che oggi ha perso il suo prestigio a causa del suo coinvolgimento in pratiche corrotte. In una situazione del genere, nessun intellettuale, nessun democratico, nessuno che si senta responsabile nei confronti del mondo in cui viviamo, può rimanere indifferente al sistema politico del Brasile.
13 ottobre 2018
Brasile, come un racconto Gramsciano
Nella mia prima giovinezza, mezzo secolo fa, un caso come quello di Bolsonaro sarebbe stato risolto rapidamente e bene: un commando di guerriglia urbana avrebbe immediatamente giustiziato con una raffica di mitragliatrice, lui e le sue guardie del corpo al momento giusto prima del primo turno delle elezioni. Ma siamo nel ventunesimo secolo, e la sinistra rivoluzionaria o ciò che ne prende il posto ha rinunciato da molto tempo all'"orribile violenza", scegliendo il percorso elettorale, democratico, pacifico e tutto ciò che i implica. A rischio di vedere i suoi leader abbattuti uno dopo l'altro e incassare i colpi piangendo e chiedendo giustizia. Jair Messias Bolsonaro, il capitano sicario di negri, froci, donne e petraglie*, nel frattempo è sfuggito alla morte per essere stato pugnalato da uno "squilibrato" la cui storia ci dirà forse che è stato pagato dalla sua vittima per eseguire questa magnifica operazione mediatica che ha posto il candidato alterofobico in una posizione vincente.
23 agosto 2018
SOROS PAPERS III: Europee 2014: come la Open Society ci spia su Twitter
Con questo articolo Marx XXI prosegue la pubblicazione degli approfondimenti sui Soros papers. Questa volta ci occupiamo di un documento riservato della Fondazione Open Society che mostra come la lobby di Soros abbia speso 6 milioni di dollari per intervenire nelle elezioni europee del 2014. Il documento fa parte di un dossier pubblicato da DC Leaks, purtroppo non più on-line. Come sempre riportiamo in nota l'indirizzo al quale ci è stato possibile reperirlo [1]. A quanto ci risulta il documento è passato inosservato alla stampa italiana nonostante sia pubblico dal 2016.
Come spendere sei milioni di dollari per orientare l'opinione pubblica europea
In occasione delle scorse elezioni europee del 2014, la Open Society Initiative for Europe (OSIFE) ha finanziato progetti per più di 6 milioni di dollari a oltre 90 organizzazioni partner appartenenti agli Stati europei più diversi allo scopo di influenzare le elezioni europee.
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