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25 gennaio 2021
10 domande sul Grande Reset
L’azione più difficile e determinante, che porta alla comprensione di un fenomeno nuovo o sconosciuto, è quella di porsi le domande giuste.
E infatti la manipolazione mediatica agisce proprio attraverso la restrizione degli argomenti, portando l’attenzione sul dito anziché sulla luna, o fomentando discussioni e liti su aspetti totalmente secondari e tacendo colpevolmente le istanze principali.
Il pubblico viene trattato come un infante, che viene distratto con lucine e sonaglietti, mentre i manovratori agiscono indisturbati sotto il suo naso.
Pertanto è opportuno provare a esaminare il piano come una proposta di cui si possa dibattere e provare a vagliarlo con le domande opportune.
E infatti la manipolazione mediatica agisce proprio attraverso la restrizione degli argomenti, portando l’attenzione sul dito anziché sulla luna, o fomentando discussioni e liti su aspetti totalmente secondari e tacendo colpevolmente le istanze principali.
Il pubblico viene trattato come un infante, che viene distratto con lucine e sonaglietti, mentre i manovratori agiscono indisturbati sotto il suo naso.
Pertanto è opportuno provare a esaminare il piano come una proposta di cui si possa dibattere e provare a vagliarlo con le domande opportune.
31 dicembre 2020
Coronavirus ► Peggio di un complotto!
Covid e Grande Reset viaggiano in coppia, proprio come i carabinieri. Senza il virus, il violento piano di ristrutturazione (e distruzione) sociale della cupola oligarchica sarebbe evidentemente improponibile. Perlomeno oggi, quantomeno nei termini desiderati da lorsignori. Questo è un fatto.
Con il virus ciò che era improponibile diventa all’improvviso altamente probabile, per molti addirittura inevitabile, per i non pochi ultras del “nulla sarà come prima” addirittura auspicabile. E questo è un altro fatto.
Che ad oggi i più vedano solo il virus e non ancora l’orribile disegno sociale che gli si staglia dietro è un terzo fatto, che certo non possiamo negare. Questo è anzi lo snodo decisivo, perché l’epidemia svolge la duplice funzione di cortina fumogena e di nave rompighiaccio, quella che deve aprirsi la strada verso il “nuovo mondo” distopico del Grande Reset.
Con il virus ciò che era improponibile diventa all’improvviso altamente probabile, per molti addirittura inevitabile, per i non pochi ultras del “nulla sarà come prima” addirittura auspicabile. E questo è un altro fatto.
Che ad oggi i più vedano solo il virus e non ancora l’orribile disegno sociale che gli si staglia dietro è un terzo fatto, che certo non possiamo negare. Questo è anzi lo snodo decisivo, perché l’epidemia svolge la duplice funzione di cortina fumogena e di nave rompighiaccio, quella che deve aprirsi la strada verso il “nuovo mondo” distopico del Grande Reset.
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19 novembre 2020
I piani delle élites mondiali dietro la "pandemia": Controllo e riduzione della popolazione mondiale!
https://www.facebook.com/alba.kan.7/videos/5273617879322377
Un’intervista approfondita a 360 gradi dove viene analizzato ogni aspetto fondamentale del fenomeno coronavirus e dove vengono rivelati i suoi veri inquietanti obbiettivi.
Un’intervista approfondita a 360 gradi dove viene analizzato ogni aspetto fondamentale del fenomeno coronavirus e dove vengono rivelati i suoi veri inquietanti obbiettivi.
Il coronavirus non avrebbe in alcun modo le caratteristiche di una vera pandemia globale nè quella di una epidemia mortale, ma sarebbe in realtà una operazione su scala mondiale scatenata dalle élite globaliste per arrivare al raggiungimento finale dei loro obbiettivi.
21 ottobre 2020
La fabbrica del consenso economico
Per capire come la teoria economica mainstream, costruita e riprodotta nei circoli intellettuali e accademici, viene veicolata, mediaticamente, nella cultura di massa, dobbiamo prima fare una breve premessa su come funziona la propaganda nei moderni regimi occidentali cosiddetti liberal-democratici (cioè nei regimi in cui, per intenderci, vigono elezioni a suffragio universale, libertà di associazione e libertà di stampa).
In questi paesi la propaganda assume forme ben diverse da quelle che solitamente assume nei regimi non democratici – cioè in cui non vigono le condizioni di cui sopra –, dove tendenzialmente esiste un controllo top-down diretto e pressoché assoluto del flusso di informazioni che arriva ai cittadini, tanto tramite i media ufficiali (che perlopiù sono direttamente sotto il controllo del governo) quanto, oggi sempre di più, tramite i social network e persino i sistemi di chat. Pensiamo per esempio alla Cina.
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7 ottobre 2020
“Serve l’emissione di una moneta di Stato. Basta con l’Italia schiava degli stranieri”
Il Professor Paolo Maddalena è vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Presidente dell’associazione “Attuare la Costituzione”. Ogni suo intervento apre molti spazi di riflessione. L’ultimo, pubblicato su lantidiplomatico.it, è uno di quelli da non perdere. Ne riprendiamo alcuni punti.
Scrive Maddalena: “Per quanto riguarda l’economia, c’è oscurità nelle proposte avanzate dal nostro governo, che si dibatte tra 557 proposte (tra loro scollegate) per l’utilizzo del Recovery fund, mentre non decide, come vorrebbero il Pd e lo stesso Visco, governatore della Banca d’Italia, per l’acquisizione dei prestiti del Mes. Nessuno ha capito che più l’Italia si indebita, più diviene schiava degli stranieri, ed è costretta a continuare a svendere le proprie fonti di produzione di ricchezza e, addirittura, l’intero territorio nazionale”.
Scrive Maddalena: “Per quanto riguarda l’economia, c’è oscurità nelle proposte avanzate dal nostro governo, che si dibatte tra 557 proposte (tra loro scollegate) per l’utilizzo del Recovery fund, mentre non decide, come vorrebbero il Pd e lo stesso Visco, governatore della Banca d’Italia, per l’acquisizione dei prestiti del Mes. Nessuno ha capito che più l’Italia si indebita, più diviene schiava degli stranieri, ed è costretta a continuare a svendere le proprie fonti di produzione di ricchezza e, addirittura, l’intero territorio nazionale”.
16 settembre 2020
Nino Galloni: "la sinistra non ha voluto capire niente di moneta"
Galloni a Futuro e Identità organizzato da Vox e Francesca Salvador il week end scorso a Stra (Venezia) descrive le 4 opzioni di fronte all’emergenza Covid: da quella dello sterminio di massa alla moneta non a debito passando dal prestito internazionale che ci rende schiavi e dalla soluzione “Draghi” meno austera ma pur sempre nel paradigma del debito.
11 settembre 2020
Cambiare paradigma economico per raggiungere una prosperità sostenibile
Nel periodo immediatamente successivo alla crisi del 2008 si chiedeva da più parti la necessità di agire onde porre un freno agli eccessi finanziari che drenavano sempre più ingenti risorse dall’economia reale a quella finanziaria e speculativa, riconoscendo che sia i trattati internazionali sia le leggi nazionali esistenti in materia non erano più sufficienti. L’estremizzazione degli arricchimenti di sempre più ristrette cerchie di speculatori e strutture finanziarie si accompagnava (e continua ad accompagnarsi) all’impoverimento di sempre più enormi masse di persone nel mondo, anche ormai nella sua parte considerata nel complesso più ricca e meno esposta.
16 agosto 2020
23 luglio 2020
Accordi U€: La frattura tra l'élite e i popoli si allarga sempre di più...
L’ondata della pandemia ha gravemente compromesso l’economia dell’Unione europea, è stata particolarmente dura per i membri già deboli del blocco. Tuttavia, i paesi forti del nord non hanno voglia di aiutare – le discussioni sul budget si sono trascinate per quattro giorni fra litigi e polemiche acute. Per quanto alla fine sia stato adottato il bilancio, inclusi circa 750 miliardi fra prestiti ed aiuti, molti non sono rimasti soddisfatti. La montagna ha partorito un topolino, è stato detto.
Questo perché i paesi ricchi del nord, gli stessi che hanno approfittato della moneta unica e delle regole comunitarie per operare come paradisi fiscali (Olanda e Lussemburgo) oggi non sono propensi a condividere i debiti in comune, gli osservatori critici lo ha capito ma i media filoeuropeisti fanno credere che questo sia stato un “trionfo”.
Questo perché i paesi ricchi del nord, gli stessi che hanno approfittato della moneta unica e delle regole comunitarie per operare come paradisi fiscali (Olanda e Lussemburgo) oggi non sono propensi a condividere i debiti in comune, gli osservatori critici lo ha capito ma i media filoeuropeisti fanno credere che questo sia stato un “trionfo”.
7 luglio 2020
M€S: Il gioco tedesco
Ci siamo già occupati della virulenta campagna politico-mediatica a favore del Mes che imperversa ormai da settimane nel nostro Paese. Abbiamo spiegato come la volontà di attivare questo meccanismo niente abbia a che fare con le enormi necessità economiche dell’Italia. Cosa c’è allora dietro a tanta foga, a tante falsità diffuse a piene mani dalle forze sistemiche? Ecco una domanda che può portarci lontano.
Ricapitoliamo anzitutto i termini della questione. Qualora attivato il Mes può fornire all’Italia un prestito pari al 2% del Pil, in soldoni 36 miliardi di euro. La propaganda vorrebbe farci credere che, a differenza di quello “vecchio”, il “nuovo” Mes sia privo di stringenti condizioni, ma – come abbiamo spiegato qui – ciò è falso. Al “nuovo” Mes si accede sì incondizionatamente, ma le regole statutarie di questa trappola ammazza-Stati scatteranno per statuto subito dopo.
16 giugno 2020
Un Piano per uscire subito dalla crisi...
Abbiamo un Piano per uscire subito dalla crisi economica.
L’Italia è uno dei paesi più ricchi al mondo, non solo per il grande patrimonio artistico, edilizio, culturale ed ambientale, ma anche e soprattutto per la ricchezza immobiliare e finanziaria degli italiani.
Ma quando cerchiamo di attuare politiche economiche a favore di cittadini e imprese, le nostre più nobili intenzioni si infrangono contro uno scoglio insormontabile: il debito pubblico ed i vincoli di bilancio che, supportati dalle fluttuazioni dello spread sui mercati finanziari, ci riportano alla cruda realtà di una coperta finanziaria troppo corta per realizzare i nostri sogni.
Ma quando cerchiamo di attuare politiche economiche a favore di cittadini e imprese, le nostre più nobili intenzioni si infrangono contro uno scoglio insormontabile: il debito pubblico ed i vincoli di bilancio che, supportati dalle fluttuazioni dello spread sui mercati finanziari, ci riportano alla cruda realtà di una coperta finanziaria troppo corta per realizzare i nostri sogni.
28 maggio 2020
Morire di fame: La tirannia del nuovo coronavirus
Entro la fine del 2020 ci saranno più persone che moriranno di fame, disperazione e suicidio che per il nuovo coronavirus COVID-19. Noi, il mondo, ci troviamo di fronte a una pandemia della fame di grandi proporzioni, che supererà di gran lunga la "pandemia COVID-19". La pandemia della fame mi ricorda il film "The Hunger Games", dove alcune persone decidono cosa mangiare, chi può mangiare e chi morirà secondo le proprie capacità...
I media riferiranno poco, se non nulla, di questa pandemia. Questa pandemia della fame ha già cominciato a diffondersi.
I media riferiranno poco, se non nulla, di questa pandemia. Questa pandemia della fame ha già cominciato a diffondersi.
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25 maggio 2020
Debito pubblico e ambiente: istruzioni per nascondere il conflitto sociale
I tempi in cui ci troviamo non sono facili: i popoli europei sono stretti tra la morsa a tenaglia della pandemia da un lato, e delle pericolose strade che portano al Mes dall’altro. Al momento, ad essere chiaramente visibili sono il terribile effetto del virus, e l’intransigente attaccamento delle istituzioni europee all’austerità che, seppur apparentemente ammorbidita da provvedimenti di corto respiro dettati dall’eccezionalità del momento, è pronta a riprendersi la scena non appena l’emergenza si sarà attenuata. Eppure, non c’è da star sereni neanche per l’immediato futuro. Se infatti tutti speriamo che il Coronavirus possa via via divenire un avversario più gestibile, già vediamo chiare avvisaglie dell’inasprimento dei toni per quanto riguarda la gestione delle spese necessarie alla gestione della crisi.
15 maggio 2020
La dittatura della malevolenza
Le imprese italiane perderanno fra i 348 e i 475 miliardi di fatturato nel 2020. Decine di migliaia non riapriranno, milioni i disoccupati senza prospettive. E il ministro dell’economia che ha come unico scopo di ingabbiare l’Italia nel MES, per 37 miliardi che sono nulla rispetto ai bisogni, onde infilarci sotto il tallone tedesco, e un programma trentennale di “avanzi primari”, ristrutturazione del debito Troika, destino greco.
“Si continuano a vedere servizi su tutte le reti, in ogni trasmissione, dove le persone intervistate dicono di non aver visto ancora un euro di cassa integrazione” (Guido Crosetto).
“Si continuano a vedere servizi su tutte le reti, in ogni trasmissione, dove le persone intervistate dicono di non aver visto ancora un euro di cassa integrazione” (Guido Crosetto).
“Ho 8 dipendenti per cui in data 18 marzo è stata presentata la richiesta ma ad oggi nemmeno l’ombra di un centesimo. Adesso il governo sta facendo scaricabarile con le regioni e le regioni scaricano su Inps.”“Le 991.000 P. IVA, autonomi, stagionali ecc non hanno ricevuto ancora il bonus nonostante i parametri perfettamente in regola e quindi aventi diritto”.
25 aprile 2020
Fase 2 folle fare nuovo debito!
Il Governo da mesi brancola nel buio del Corona Virus. In queste ore ha follemente festeggiato l'accordo dell'unione Europea per la creazione di un fondo. Fiondo che in realtà rappresenta soltanto una nuova forma di debito. Una specie di MES con un altro nome.
Handelsblatt: "Non esistono aiuti senza condizioni. Gli italiani sono troppo ricchi!"
Mentre in Italia si farnetica di aiuti europei incondizionati che ci sostengono, nei paesi del nucleo si suona tutt’altra musica: no ai Coronabond, prestiti con chiare condizioni, divieto assoluto di trasferimenti fiscali anche indiretti, e attacco ai risparmi degli italiani. Saranno questi ultimi, e non le istituzioni europee, a sopportare il peso della crisi. L’Unione Europea della solidarietà non esiste.
Di Sven Afhüppe, 23 aprile 2020, tradotto da @Musso___
Nemmeno nella crisi del Coronavirus la solidarietà può darsi in cambio di niente. In questa crisi, i paesi dell’UE devono difendersi l’un l’altro. Tuttavia, un fondo per la ricostruzione può essere giustificato solo a condizioni chiare.
È ancora difficile immaginare quanto duramente l’Europa sarà colpita dalla pandemia del Coronavirus. Le previsioni dei ricercatori economici dipingono un quadro cupo a causa del calo simultaneo della domanda e dell’offerta. Ogni stato membro dovrà affrontare un grave shock economico – con il collasso delle entrate fiscali, l’aumento della disoccupazione e l’aumento del debito pubblico.
Di Sven Afhüppe, 23 aprile 2020, tradotto da @Musso___
Nemmeno nella crisi del Coronavirus la solidarietà può darsi in cambio di niente. In questa crisi, i paesi dell’UE devono difendersi l’un l’altro. Tuttavia, un fondo per la ricostruzione può essere giustificato solo a condizioni chiare.
È ancora difficile immaginare quanto duramente l’Europa sarà colpita dalla pandemia del Coronavirus. Le previsioni dei ricercatori economici dipingono un quadro cupo a causa del calo simultaneo della domanda e dell’offerta. Ogni stato membro dovrà affrontare un grave shock economico – con il collasso delle entrate fiscali, l’aumento della disoccupazione e l’aumento del debito pubblico.
21 aprile 2020
No, non esistono tecnologie di controllo “etiche”
A Milano siamo in lutto. È morta una generazione e ci hanno vietato di riunirci per ricordarla, l’abbiamo fatto in segreto, nascondendo con rabbia le lacrime, fingendo di andare al supermercato. Per giorni il trauma della morte ci ha annichiliti, come una tempesta di cui non si veda la fine.
L’inverno è passato portando via la generazione che ha fatto la storia di Milano degli anni ‘60, la città operaia del boom economico, storia di migranti dal sud Italia e di migranti lombardi dalle campagne verso la grande città.
Ma i lutti causati dall’epidemia passeranno comunque inosservati, non si innescherà nessun cambiamento significativo. Con buona pace di chi si sta rallegrando per l’acqua dei mari nuovamente cristallina e l’aria che torna ad essere respirabile, nel post emergenza ci sarà un’accelerazione della grande industria per tornare a regime, in un contesto di crisi economica che giustificherà ecocidio, indebitamento e deregolamentazione.
17 aprile 2020
U€, appello di 128 economisti al governo italiano: “Non firmate quell’accordo!”
Ue, l’accordo all’anno zero
L’accordo raggiunto dall’Eurogruppo il 9 aprile scorso sugli interventi europei per fronteggiare la pandemia e le sue gravissime conseguenze economiche è insufficiente, prefigura strumenti inadatti e segna una continuità preoccupante con le scelte politiche che hanno fatto dell’eurozona l’area avanzata a più bassa crescita nel mondo.
Non prende atto dell’eccezionalità della situazione, senza precedenti almeno nell’ultimo secolo, né del fatto che questo sconvolge i paradigmi che hanno guidato la politica economica negli ultimi decenni.
Tra i ministri delle Finanze sembra prevalere l’idea che quanto sta accadendo possa essere circoscritto nel tempo a una parentesi relativamente breve, chiusa la quale si possa tornare senza problemi a comportarsi come prima. Non è così, come ha ben spiegato una personalità di riconosciuta competenza come l’ex presidente della Bce Mario Draghi.
L’eccezionalità delle circostanze dovrebbe far prendere in esame provvedimenti eccezionali, che dovrebbero avere almeno due caratteristiche essenziali:
- - essere attivabili in tempi il più possibile brevi;
- - ridurre al minimo possibile l’aumento dell’indebitamento degli Stati, già destinato inevitabilmente a crescere per finanziare gli interventi indifferibili per ridurre i danni della crisi.
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