All'ISIS non bastava venire bombardata dalla Russia (bombe vere) e dagli Stati Uniti (bombe misteriose che in un anno non hanno creato danni; testimoni sostengono che assomigliassero invece parecchio a rifornimenti). L'ISIS vuole che anche la Francia ora si faccia avanti per bombardarli e, possibilmente, che invii anche truppe di terra per combatterli meglio. Cosa c'è di strano? Ha già annunciato simili attentati pure a Roma, Londra e Washington. Capirei quasi Washington che in teoria li sta bombardando da un anno (come detto con proiettili davvero misteriosi) ma Londra e soprattutto Roma cosa c'entrano? L'ISIS vuole quindi evidentemente farsi bombardare anche da Inghilterra e Italia, possibilmente da tutta l'Europa. Questa sì che è strategia! Chi non vorrebbe farsi bombardare da quanti più paesi possibili, soprattutto quando già la Russia ti sta facendo un mazzo tanto?
A scanso di equivoci i terroristi a Parigi recavano con se i soliti passaporti[1] che tutti i terroristi sempre portano con sé in questi casi. La parola sempre è sottolineata. I terroristi di Charlie Hebdo dimenticarono il loro passaporto in auto[2]. I terroristi dell'11 settembre avevano con loro i passaporti più miracolosi del mondo poiché in grado sopravvivere alla nota esplosione con palla di fuoco che ci hanno più volte mostrato in TV ed il crollo di un paio di torri alte 500 metri[3].
Sulla scia degli attentati terroristici perpetrati da sedicenti agenti di Al
Qaeda che hanno ucciso 12 persone, tra cui otto giornalisti della
rivista satirica francese Charlie Hebdo, l'elite e i media mainstream
occidentali, che esprimono la loro compassione e l'indignazione, non fanno altro che evidenziare la loro compiacenza nei confronti del
terrorismo di stato occidentale e israeliano. DiJulie Lévesque Mondialisation
Prima di esplorare più da vicino la questione, va osservato che gli
attentati di Parigi mostrano segni che indicano la possibilità di un
attacco di False Flag (falsa bandiera), ad esempio, la carta d'identità lasciata
in macchina da un terrorista. Questa ipotesi, però, non è oggetto di analisi e viene esclusa a priori, completamente ignorata dai media tradizionali.
Inoltre, uno dei presunti terroristi, Kouachi Cherif, ha detto ai media
francesi che era stato finanziato dall'ex leader di Al Qaeda, Anwar
Al-Awlaki, un religioso cittadino statunitense, che ha cenato al Pentagono pochi mesi dopo l'11
settembre.
Secondo il tenente colonnello Anthony Shaffer, cittadino degli Stati
Uniti, al-Awlaki "ha lavorato come triplo agente ed è stato una risorsa dell' FBI
prima dell'11 settembre" (Kurt Nimmo, FBI ammette che l'ospite al Pentagono Al-Awlaki ha lavorato per loro, Infowars 2 AGOSTO 2012).
Dal
Palazzo dell'Eliseo all'indomani dei terribili omicidi in Francia della scorsa
settimana, l'ex presidente Nicolas Sarkozy ha condannato la violenza
come "un attacco alla civiltà". Ben pettinato, abbronzato ed elegantemente vestito, le sue solenni parole lo facevano apparire come l'incarnazione della "civiltà". Si tratta di un restyling unico di un politico che è coinvolto in accuse di azioni illegali, corruzione e crimini di guerra. Di Finian Cunningham Dissidentvoice Sarkozy non si preoccupava troppo di "civiltà", quando lui e i suoi
alleati britannici lanciavano la campagna di bombardamenti della NATO
in Libia nel marzo 2011, in palese violazione del mandato delle Nazioni
Unite, attacchi che dopo sette mesi hanno portato all'omicidio del vecchio
leader libico Muammar Gheddafi - dal quale Sarkozy in passato,
compiaciuto e in gran segreto, aveva ricevuto donazioni per le sue
campagne, prima di accoltellarlo alle spalle.
Non ho fatto una campagna a
favore del trattato di Maastricht. Non sono Charlie.
Non ho mai paragonato il Partito
Comunista al Fronte Nazionale. Non sono Charlie
Non ho mai appoggiato i
bombardamenti della NATO in Yugoslavia. Non sono Charlie.
Non ho mai fatto campagna per il
SI nel Referendum per la Costituzione Europea del 2005. Non sono Charlie.
Mai ho voluto affondare (far
sprofondare) Denis Robert né ho difeso il caso Clearstream. Non sono Charlie.(N.d.T.: allusione al giornalista chesvelò nel 2001 un ‘affaire’ di corruzione nella vendita di navi da
guerra e i legami della compagnia finanziaria Clearstrem con i politici francesi).
Non ho mai pensato che Cuba sia
una dittatura. Non sono Charlie.
Non ho mai pensato che Chàvez
fosse un dittatore. Non sono Charlie.
Ok, siamo chiari. Non sono Musulmano. Mi
oppongo al terrorismo. Non parteggio neanche per la pena di morte.
Aborro il Takfirismo, Mi oppongo alla violenza come metodo per sostenere
un punto di vista politico o etico. Dò pieno sostegno al diritto di
parola, inclusi discorsi critici e umoristici.
Tuttavia questa mattina NON sono affatto Charlie.
Di fatto sono disgustato e nauseato dallo show malato di ipocrisie collettive riguardo gli assassini in Francia. Ecco perché:
Charlie Hebdo concorre per i Darwin Awards
Le persone di Charlie Hebdo sapevano
sarebbe successo qualcosa. Ecco cosa scrissi su di loro durante il mese
di Settembre 2012 quando pubblicarono la loro famosa caricatura del
Profeta Maometto: Degno dei Darwin Awards, se mi domandate.
Eccellente, “la banca dati genetica” della “Sinistra intrisa di caviale”
necessita pesantemente di una pulizia. Oggi sostengo pienamente le mie parole.
Si è letto e ancora si legge di tutto. Come fa un terrorista a
dimenticare la patente in macchina? Sul marciapiede dopo l’uccisione del
poliziotto non si vede traccia di sangue, dunque non è stato ucciso.
Bernard Maris, economista di fama che criticava la grande finanza
mondiale ucciso insieme a dei vignettisti: non sarà mica una
coincidenza. Gli autori delle stragi di Parigi dunque? Ovvio, i servizi
segreti dei paesi occidentali che in questo modo potranno scatenare una
guerra contro l’islam, come già successe dopo l’11 settembre quando
vennero invasi Afghanistan prima e Iraq dopo. Il complottismo è la merce
più apprezzata in questi anni, si sa.
Secondo Marcello Foa, intervistato da
ilsussidiario.net, ad alimentare queste teorie sono le stesse
istituzioni che, come dimostrano casi eclatanti, forniscono versioni
ufficiali non attendibili o si rifiutano di dire tutto quello che sanno.
Sarà Parigi la goccia che fa traboccare il vaso? Abbiamo prove incontrovertibili che almeno un aspetto dell’attacco terroristico è stato messo in scena. […]
L’attacco è semplicemente “non credibile”. I sospettati, la carta
d’identità in macchina, i bersagli “facilmente sacrificati”, puzzano di
terrorismo false-flag. Dopotutto, l’Europa ha dimenticato il massacro di
77 persone per opera di Breivik, nel 2011, una pura operazione del
Mossad per punire un gruppo politico coinvolto nel movimento di
boicottaggio a Israele. Il giornale francese Le Point ha già assegnato la responsabilità
all’ISIS. Pare che nessuno abbia notato che l’ISIS è l’organizzazione
islamica più “amica di Israele” del mondo. Che sia perché Israele
fornisce passaggio sicuro ai jihadisti, assistenza medica, armi,
logistica e intelligence al gruppo che attacca solo i nemici di Israele? Il fatto che ad abbattere il volo MH370 fu la giunta di Kiev, che
fosse o no un false-flag pianificato, è stato rapidamente insabbiato
dopo che si era provato ad incolparne la Russia con foto satellitari
ritoccate e video finti, prodotti rapidamente ma in modo mediocre. L’uccisione di 12 cittadini francesi per manipolare l’opinione
pubblica in un paese sempre meno amico di Israele si adatta
perfettamente allo schema. Tale schema comprende anche i recenti
attacchi alle sinagoghe.
"Al momento di marciare molti non sanno che alla loro testa marcia il nemico."(Bertolt Brecht) Per l'intera giornata di ieri, proprio quei media che in queste ore si
dichiarano tanto gelosi della "libertà d'espressione" vi hanno mostrato
questi signori con questa inquadratura: Per
l'intera giornata di ieri, proprio quei media che in queste ore si
dichiarano tanto gelosi della "libertà d'espressione" vi hanno mostrato
questi signori con questa inquadratura:
Certo, c’è ingombro grottesco e mediatico degli jihadisti fanatici, i tagliagole che – nessuno lo ricorda mai – sono stati incoraggiati, protetti, armati e finanziati dall’Occidente e dagli alleati occidentali del Golfo. E si parla come sempre anche dell’immancabile Mossad, campione mondiale della strategia della tensione per sabotare la democrazia in ogni angolo del pianeta. Ma se il principale bersaglio della strage di Parigi fosse un banchiere? Tra le vittime freddate nella redazione di “Charlie Hebdo” c’è infatti anche il professor Bernard Maris, economista e dirigente della Banca di Francia, protagonista di una clamorosa denuncia dell’austerity europea messa in atto dall’oligarchia che tutela il sistema bancario. La morte di Maris segue di pochi mesi quella di Christope de Margerie, numero uno della Total, scomparso il 20 ottobre scorso in uno strano incidente all’aeroporto di Mosca. De Margerie era stato protagonista di un vigoroso braccio di ferro contro le sanzioni da imporre alla Russia: il capo della Total voleva il dialogo, a tutti i costi. Dialogo che lo stesso Hollande aveva provato a riaprire, proprio alla vigilia della strage di Parigi, ipotizzando la revoca delle sanzioni contro Putin.
Mentre molti francesi reagiscono all’attacco contro Charlie Hebdo
denunciando l’Islam e dimostrando per le piazze, Thierry Meyssan osserva
che l’interpretazione jihadista è impossibile. Mentre avrebbe
interesse a denunciare un’operazione di al-Qaida o del Daash, propone
un’altra ipotesi, molto più pericolosa.
In
questo reportage, la televisione francese France24 taglia il video
originale in modo che gli spettatori non vedono il momento in cui gli
attentatori uccidono il poliziotto a terra ferito. Il 7 gennaio 2015 un commando ha fatto irruzione a Parigi, nei locali
di Charlie Hebdo, uccidendo 12 persone. Altre 4 vittime sono ancora in
gravi condizioni. Nel video si sentono gli attentatori gridare "Allah
Akbar!" e "abbiamo vendicato Maometto". Una testimone, la vignettista
Coco, ha detto che si proclamavano affiliati ad al-Qaida. Non c’è voluto
molto affinché molti francesi denunciassero l’attentato islamista. Ma tale ipotesi è illogica.
La strage del 7 gennaio 2015 nella redazione del giornale satirico
Charlie Hebdo nella quale sono morte ben dodici persone, ha come dato
reale – purtroppo – solo le vittime, anche se ci sono dei dubbi perfino
su queste.
Quello che è certo infatti è che una redazione di un giornale
provocatorio e in forte crisi di liquidità, nonché critico verso tutti i
poteri considerati forti – politici, economici e religiosi – ha subito
una decapitazione con la morte di alcuni dei suoi esponenti più
importanti, come il Direttore Stephane Charbonnier, detto Charb, e
quattro vignettisti, tra cui Tignous e George Wolinsky, quest'ultimo
conosciuto anche in Italia per la sua satira pungente e potente.
Secondo le ricostruzioni della versione ufficiale, gli attentatori – due
fratelli francesi addestratisi in Siria che dichiareranno di far parte
di Al-Qaeda ad una televisione – sono penetrati nel palazzo sbagliato,
poi sono andati nel palazzo di fronte e si sono fatti aprire il cancello
dalla disegnatrice Corinne Rey, che era arrivata in quel momento e che
ha dovuto digitare il codice di accesso sotto minaccia del commando. I
due sono arrivati così al primo piano e hanno cominciato a fare fuoco,
nel bel mezzo della riunione settimanale del giornale di cui –
ovviamente – erano a conoscenza.