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24 dicembre 2010

LE FORZE DI OCCUPAZIONE ISRAELIANE UCCIDONO UN PASTORE

PRESS RELEASE 24-11-2010
Ieri mattina Salama Abu Hashish, vent'anni, stava facendo pascolare le sue pecore e capre a Beit Lahya, nel nord di Gaza, quando le forze di occupazione israeliane gli hanno sparato senza nessun avvertimento. Il proiettile lo ha colpito alla schiena ed è andato dritto attraverso uno dei suoi reni. È stato sottoposto ad un operazione ed è stato ricoverano in terapia intensiva all'ospedale di Kamal Adwan, dove è morto alle 17.30. Le forze di occupazione non solo hanno strappato una vita alla famiglia Abu Hashish, ma hanno reso vedova una giovane donna di 19 anni ed orfano un neonato che era nato solo la notte precedente. Salama Abu Ashish era appena diventato padre e non ha nemmeno fatto in tempo a dare un nome al suo primo figlio. Altri 3 lavoratori sono stati feriti nel nord di gaza dai proiettili israeliani ieri.

11 dicembre 2010

I prigionieri politici e la persecuzione dei leaders palestinesi, cittadini di Israele

Introduzione
In primo luogo permettete che mi presenti e che vi spieghi il mio speciale rapporto con Ameer Makhoul. Sono un cittadino palestinese di Israele e un medico della sanità pubblica in pensione. Nel 1970, dopo aver ottenuto il mio dottorato ad Harvard, sono tornato al mio villaggio, Arrabeh, in Galilea, dove ho lavorato e vissuto fino ad oggi.
Nel corso del tempo ho capito che la mia comunità aveva bisogno di un' organizzazione per la società civile nel settore della salute pubblica ed ho fondato la Società di Galilea per la Ricerca Medica e di Servizi, che oggi è ancora una ONG leader attiva e focalizzata sulla salute e lo sviluppo della comunità degli abitanti arabi di Israele. Durante il mio pensionamento mi tengo occupato scrivendo, curando il mio giardino e viaggiando.
Una trentina di anni fa, ho iniziato un progetto con il patrocinio della Società di Galilea e con un finanziamento della Fondazione Ford, per stabilire un collegamento tra le organizzazioni dedicate ai servizi sociali che lavorano nelle città ed i paesini arabi in Israele. A questo progetto abbiamo dato il nome di ITTIJAH. Per dirigere il progetto abbiamo assunto un attivista della comunità di nome Ameer Makhoul Haifa. Ameer ha preso il suo compito molto seriamente, e questo progetto è diventato una ONG indipendente. Durante il suo lavoro sociale è diventato un difensore molto importante dei diritti umani e della società civile e ha appoggiato la nostra causa per l'uguaglianza come cittadini di Israele.

9 dicembre 2010

« Giustizia per Sankara giustizia per l’Africa »

5.000 firme entro il 21 dicembre 2010. E’ possibile!

Buongiorno a tutti,
grazie di aver sostenuto l’appello Giustizia per Sankara giustizia per l’Africa che si trova all’indirizzo:  
Con il vostro aiuto abbiamo già superato ampiamente le 4.500 firme, alle quali occorre aggiungere altre 300 firme cartacee che stiamo raccogliendo in questi giorni provenienti dal Burkina Faso.

6 ottobre 2010

RIVOLUZIONE!

La rivoluzione in ogni individuo. Non essere diffidente, rallegrati anzi, poiché il momento è infine arrivato. Chi di noi in fondo non sapeva? Chi di noi non l'aveva supposto? Quanti di noi non l’avevano ardentemente desiderato? Rivoluzione.

La definizione che ne da il nostro vocabolario non le rende giustizia. La rivoluzione non è semplicemente una repentina sommossa popolare, atta a sovvertire, a rovesciare un governo. La rivoluzione, la nostra rivoluzione, è qualcosa di più: è un'idea che colma il vuoto, è una spontanea rieducazione nata dal desiderio di giustizia che ognuno cova in sé oramai da troppo tempo. La rivoluzione è quel cambiamento necessario che ognuno di noi impone a sé stesso.

14 aprile 2010

E' IMMINENTE IL MASSACRO DEI CONTADINI DI BAJO AGUAN IN HONDURAS

MILITARI E POLIZIA HANNO GIA' OCCUPATO LE STRADE DOVE VIVONO I CONTADINI

di Aura Ribeiro

Le forze militari e della polizia della dittatura honduregna hanno invaso le strade delle comunità dove vivono i contadini di Bajo Aguan, nel quartiere di Colon.
Il Comitato per la Difesa dei Diritti Umani in Honduras (CODEH), e la Resistenza honduregna (Fronte Nazionale della Resistenza Popolare, FNRP) hanno denunciato che si scatenerà una violenta repressione contro i contadini organizzati nel Movimento Unificato dei Contadini di Aguan (MUCA) che per la maggior parte militano anche nel FNRP.
Il CODEH ha messo in evidenza che i contadini mantengono la volontà di negoziare con i golpisti, anche se questi stanno boicottando le negoziazioni a favore dei proprietari terrieri con omicidi, sparizioni e detenzioni illegali contro i contadini.

2 febbraio 2010

APPELLO PER HAITI


Foto di Fabio Cuttica (® http://haitifreelance.wordpress.com) Port-au-Prince HAITI

di Redazione www.selvas.org

L'Associazione di avvocati haitiani volontari AUMOHD, Action des Unité Motives pour une Haïti de Droit "è in dovere di lanciare un appello urgente a tutti i suoi amici e sostenitori, a tutti gli amici di Haiti per aiutarci tramite un contributo che ci possa permettere di supportare i senza tetto, ricostruire le infrastrutture distrutte dell'AUMOHD, e aiutare le famiglie in difficoltà."

12 gennaio 2010

IL SENATO APPROVA IL "BAVAGLIO A INTERNET"

Questa settimana il testo approderà alla Camera

Il 7 gennaio il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d.L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato dall'articolo 50-bis: Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet.

Questa settimana il testo approderà alla Camera diventando l'articolo nr. 60. Il senatore Gianpiero D'Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo e ciò la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della "Casta".

In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog a disobbedire (o a criticare?) ad una legge che ritiene ingiusta, i providers dovranno bloccare il blog.

Questo provvedimento può far oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all'estero; il Ministro dell'Interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può infatti disporre con proprio decreto l'interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.

L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore; la violazione di tale obbligo comporta per i provider una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000.

Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni per l'istigazione a delinquere e per l'apologia di reato oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni per l'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali.

Con questa legge verrebbero immediatamente ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta! In pratica il potere si sta dotando delle armi necessarie per bloccare in Italia Facebook, Youtube e tutti i blog che al momento rappresentano in Italia l'unica informazione non condizionata e/o censurata.

Vi ricordo che il nostro è l'unico Paese al mondo dove una media company ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento. Il nome di questa media company, guarda caso, è Mediaset.

Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una materia che, del tutto incidentalmente, vede coinvolta un'impresa del Presidente del Consiglio in un conflitto giudiziario e d'interessi.

Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di normalizzare con leggi di repressione internet e tutto il sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare.

Tra breve non dovremmo stupirci se la delazione verrà premiata con buoni spesa!

Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet in Italia il governo si ispira per quanto riguarda la libertà di stampa alla Cina e alla Birmania.

Gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati il blog Beppe Grillo e la rivista specializzata Punto Informatico.

Fonte: http://www.liberacittadinanza.it/articoli/il-senato-ha-gia-approvato-il-bavaglio-a-internet

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MISSION POSSIBLE: IMBAVAGLIARE INTERNET

21 novembre 2009

COPENAGHEN NON INVERTIRA' IL CAMBIAMENTO CLIMATICO



di Jubenal Quispe


Da decenni,
scienziati “pazzi” e attivisti “apocalittici” annunciano quello che sarebbe successo se non si surclassava il modello di vita della “civiltà” occidentale. Ma l’avarizia di alcuni pochi ha potuto di più della sensibilità per il destino del pianeta. Il desiderio di guadagno in un certo senso ha avuto la meglio sulla sussistenza della vita.

Un bambino scalzo e piagnucolante contempla impotente la sua squallida mucca moribonda per terra, il cui sguardo, fisso verso la sorgente (quasi senza acqua) alla quale non è potuta arrivare.
Migliaia di chilometri sul livello del mare, un uomo dal viso segnato dal sole e dall’aria e dita quasi senza unghie, ammira il tramonto ardente, e con il suo sguardo afflitto ci dice: bisognerà fuggire da qualche parte, perché la pioggia non ritornerà. Queste non sono due immagini dell’ Africa Sahariana. Sono sgarranti realtà che stanno accadendo in Bolivia, quinta potenza mondiale di riserve di acqua dolce registrate.

Mentre succede questo, scienziati altamente qualificati dell' ONU, sul cambio climatico, ci annunciano i primi frutti delle loro ricerche in Bolivia: meteo irregolare,
ritiro forzato dei ghiacciai, siccità, desertificazione, foreste, ecc. Questo lo sappiamo da tempo a causa dalla nostra esperienza quotidiana.

7 ottobre 2009

SVIZZERA: REFERENDUM PER VIETARE L'ESPORTAZIONE DI ARMI

Le esportazioni svizzere di materiale bellico 1998-2008

Gruppo per una Svizzera senza esercito
Insumissia

L' iniziativa Legislativa Popolare è uno strumento di democrazia diretta in Svizzera. Se 100.000 persone aventi diritto di voto firmano una petizione politica, le autorità sono tenute a tenere un referendum il cui risultato è vincolante per il governo.

Nel 2007, GSoA (Gruppo per una Svizzera senza esercito) ha raccolto oltre 100.000 firme di cittadini chiedendo un divieto di esportazione di materiale bellico e di transito attraverso la Svizzera. Il referendum è previsto per il 29 novembre 2009. Sarà la terza volta che la popolazione svizzera vota su questo tema. Nel 1972, il 49,7% ha votato per il divieto, ma nel 1997 il sostegno sceso al 22,5%. Se la maggioranza vota a favore del divieto, sarà vincolante per il governo. Il GSoA è stato fondato nel 1982 con l'obiettivo primario di "civilizzare" la società svizzera mediante l' abolizione del suo esercito. Nel 1989, oltre un terzo della popolazione svizzera ha approvato questa proposta in un referendum federale, scuotendo profondamente le convinzioni militariste del paese. Da allora, GSoA ha lanciato numerose "iniziative popolari" (che hanno portato a referendum nazionali), al fine di ridurre le dimensioni delle forze armate e il loro bilancio proponendo alternative civili. Il gruppo ha attualmente circa 20.000 soci e sostenitori.

Il governo si oppone al divieto, dicendo che le esportazioni sono vitali per l' industria degli armamenti svizzera, che a sua volta gioca un ruolo essenziale nella difesa del paese, dice. Se è vero che senza l'accesso al mercato internazionale degli armamenti, la produzione militare in Svizzera sarebbe più difficile, bisogna ammettere che la tendenza di integrazione e di fusioni nel settore sta già costringendo molte aziende produttrici svizzere a delocalizzare la produzione all'estero, e i principali produttori di armi sono controllati da imprese straniere.
L'argomento di difesa nazionale non è realistico, poiché l'industria militare in passato ha dimostrato che anche in tempo di guerra vende i propri prodotti a tutti i clienti che possono pagare.

Argomenti contro il commercio di armi
Anche se le armi svizzere rappresentano una piccola percentuale di materiale presente nel mondo, vengono ancora utilizzate per uccidere la gente, compresi i civili. Per esempio, la Svizzera è il secondo esportatore mondiale di munizioni per armi di piccolo calibro. Anche se un produttore non è direttamente responsabile del modo in cui usano i loro prodotti, è altamente ipocrita vendere prodotti pericolosi, e contemporaneamente accusare coloro che li usano male.

La politica estera svizzera mira a prevenire la violenza armata, la risoluzione dei conflitti e la costruzione della pace. Investire in sviluppo e cooperazione per rafforzare la pace e la sicurezza in Svizzera e in tutto il mondo. Tuttavia, l'impatto negativo del commercio delle armi (che provocano la distruzione dell'uomo e dell'ambiente, e le deviazioni di risorse per i bisogni umani, in particolare nei paesi del sud), ostacola seriamente tali sforzi. Esportare armi è incompatibile con la promozione della sicurezza umana e di una comunità stabile a livello mondiale.

Il materiale bellico rappresenta solo lo 0,4% del valore totale delle esportazioni svizzere. Se si accetta il divieto, il governososterrà finanziariamente la riconversione civile dell'industria degli armamenti. Questa conversione è già in atto con l'evoluzione dei mercati, sarebbe intelligente investire in settori quali l'energia e le tecnologie pulite, che forniranno presumibilmente più posti di lavoro sostenibili.
Infine, le esportazioni di armi non sono molto redditizie per il paese in quanto esse sono fortemente sovvenzionate (il governo copre i rischi di esportazione, che sono abbastanza costosi al momento della vendita di armi a paesi poveri, l'acquisto di attrezzature militari per altri paesi è spesso legata agli appalti per le industrie nazionali, il che implica che la loro sopravvivenza economica si basa sulle grandi spese del Ministero della Difesa).

Aiutateci a vincere il referendum!
Attualmente stiamo lavorando duramente sulla campagna, fiduciosi di poter vincere il referendum. L'industria delle armi può avere i soldi, ma noi abbiamo gli argomenti migliori. Naturalmente, siamo lieti di ricevere qualsiasi aiuto. In particolare, gradiremmo qualsiasi informazione sulla vendita e sull'uso di armi svizzere in qualsiasi parte del mondo.

http://www.gssa.ch
http://wwww.materieldeguerre.ch/

Fonte: http://www.antimilitaristas.org/spip.php?article4298

24 luglio 2009

APPELLO CONTRO LA VACCINAZIONE DI MASSA PER L'INFLUENZA H1N1



Riceviamo e pubblichiamo
.
Chiunque lo ritenesse oppurtuno può inviare una mail agli On. Sacconi e Fazio, come ha fatto il nostro lettore, e come ha fatto Voci Dalla Strada.


A: segreteriaMinistroSacconi@lavoro.gov.it; segreteria.fazio@sanita.it; ufficioconvegniministro@lavoro.gov.it

Cc: comedonchisciotte@yahoo.it; vocidallastrada@live.it; info@effedieffe.com; info@disinformazione.it; gianlucafreda@supereva.it; info@nexusedizioni.it; segreteria@massimofini.it

Milano, li 23 luglio 2009

Alla cortese attenzione del Ministro della Salute, On. Maurizio Sacconi, e
del Vice Ministro della Salute, On. Ferruccio Fazio.

Egregio Signor Ministro,
Egregio Signor Vice Ministro,

Vi scrivo in merito alla supposta “pandemia” A/H1N1, meglio nota come
“febbre suina”.
Secondo quanto avete dichiarato ai media, sono previste per l’Italia due
tranches di vaccinazioni, la prima in autunno 2009 ed una successiva all’
inizio del 2010.
Come cittadino italiano e contribuente, mi permetto dunque di sottoporVi
alcuni seri dubbi riguardo all’opportunità della campagna di vaccinazione:

1. Secondo quanto apprendo dalle Vostre dichiarazioni ai media, i sintomi
dell’influenza A/H1N1 non sarebbero altro che quelli della normale influenza
stagionale, in forma più lieve per giunta. E mentre l’influenza stagionale
provoca fino a 5000 decessi ogni anno solo in Italia, in questi mesi la
A/H1N1 ha provocato soltanto poco più di 700 decessi in tutto il mondo.

2. E’ perfino superfluo rammentarVi, Signor Ministro e Signor Vice Ministro,
quanto possa essere nocivo un vaccino al sistema immunitario,
specialmente nei bambini e negli anziani, e di conseguenza quanto sia
inopportuno scegliere la strada del vaccino per malattie di poco conto e
scarsamente nocive come questa influenza suina.

3. Gravissime accuse contro L’OMS, le case farmaceutiche Baxter, Sanofi-
Aventis e Novartis e una serie di personaggi di rilievo della finanza e
della politica internazionale sono state mosse dalla nota giornalista
Jane Burgermeister. Secondo la denuncia della signora Burgermeister,
sia il vaccino che la stessa epidemia A/H1N1 sarebbero armi biologiche
deliberatamente utilizzate per la riduzione della popolazione mondiale.
L’ingiunzione dell’ affermata giornalista contiene una dettagliata
documentazione, atta a dimostrare la reale entità dell’epidemia di
influenza suina e del relativo vaccino, nonché le gravissime responsabilità
degli enti e delle persone chiamate in causa. Riporto qui il link al
documento, nell’auspicio che possa essere preso in esame e valutato dal
Ministero della Salute: http://wakenews.net/Microsoft_Word__Criminal_Charges
__Swine_flu_edits_v2_1_.pdf

4. Sulla base dell’ingiunzione presentata dalla Burgermeister, sono
attualmente in preparazione un’ulteriore ingiunzione ed una mozione ad opera
di un team di esperti legali americani. Per quanto le gravissime accuse mosse
contro l’OMS e Big Pharma siano ancora da dimostrare in tribunale, sarebbe
quantomeno opportuno che il Ministero della Salute tenesse conto di queste,
prima di “buttarsi a pesce” nell’avventura di una vaccinazione di massa.

5. Lo stesso OMS non ha escluso rischi, affermando che "nella produzione di
alcuni vaccini per la pandemia sono coinvolte nuove tecnologie che non sono
state ancora valutate estensivamente per la loro sicurezza in certi gruppi
della popolazione".

6. Una serie di eventi e circostanze getta pesanti ombre su questa
vaccinazione, nonché sul ruolo di Big Pharma nella politica sanitaria dell’
OMS. Riporto al termine di questo messaggio una serie di link ad articoli
sull’argomento, sicuramente di Vostro interesse.

7. Il Vice Ministro Fazio ha dichiarato che il costo per l’acquisto dei
vaccini ammonterebbe a “poche” centinaia di milioni di euro. Una cifra,
secondo il Vice Ministro, che non creerebbe problemi, neanche in “periodi
di magra” come questi. Con tutto il rispetto, considero questa
dichiarazione un vero e proprio insulto ai cittadini che faticano ad
arrivare a fine mese!

Per questa serie di ragioni, mi appello al Vostro buon senso, nonché alla
Vostra professionalità, nel chiederVi di riconsiderare la Vostra posizione
sulla campagna di vaccinazione per l’A/H1N1 indicata dall’OMS, sulla base di
quanto riportato sopra. Al di là delle direttive dell'OMS, la responsabilità
politica in materia di sanità in Italia spetta al Ministero e per questo mi
rivolgo a Voi.
Vi anticipo che, nell’eventualità di una vaccinazione di massa, non mi
sottoporrò ad essa.
Se anche tale vaccinazione fosse fortemente vincolante o addirittura (Dio
non voglia!) coatta, la rifiuterei comunque, sulla base dei punti elencati
sopra, nonchè delle ingiunzioni presentate.
Sono in procinto di contattare la signora Burgermeister ed alcune delle più
note associazioni italiane in difesa della libertà di scelta in materia di
vaccinazioni, sperando di ricevere aiuto e consiglio.
Includo in copia conoscenza CC alcuni dei migliori siti internet italiani di
informazione, al fine di lasciare una traccia di quanto Vi ho scritto. Se i
gestori di tali siti internet e blog vorranno pubblicare questo mio appello
a Voi, hanno il mio pieno consenso a farlo.
Auspico anzi che da tale lettera possa eventualmente nascere una petizione
da sottoporre alla cortese attenzione del Ministero della Salute, al fine
di sensibilizzarlo ulteriormente al problema, poiché al di là della
preoccupazione di alcuni cittadini per questa influenza suina, preoccupazione
esclusivamente generata dal vergognoso ed ingiustificato allarmismo dei media
tradizionali(un vero e proprio “terrorismo mediatico”), tanti Italiani sono
contrari al vaccino, lo reputano inutile e nocivo e vi intravedono i forti
interessi lobbistici di Big Pharma, se non addirittura il tentativo di
introdurre politiche di “militarizzazione” della sanità e di recare danno
alla salute della popolazione.
Nella speranza che gli argomenti esposti possano essere da Voi presi in
considerazione,
Vi porgo Distinti Saluti

Luigi Ranalli

P.S.
Come indicato al punto 6 della lettera, includo i link ad alcuni articoli
italiani e stranieri sull’argomento:
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6120
http://www.disinformazione.it/baxter_influenza_aviaria.htm
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6127
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6126
http://www.birdflu666.wordpress.com/
http://www.naturalnews.com/025760.html

14 luglio 2009

GIU' LE MANI DAL MICROSCOPIO DI MONTANARI


To: Sostenitori della ricerca sulle nanoparticelle

Premessa. Il 13 marzo 2006 parte una sottoscrizione (*) per raccogliere fondi da impiegare per l'acquisto di un microscopio elettronico da destinare “alla ricerca dei dott. Stefano Montanari e Antonietta Gatta sulle nanoparticelle”. L'appello vine pubblicato anche sul Bolg di Beppe Grillo (*) Si decide di fare raccogliere i fondi ed effettuare l'acquisto alla Associazione Carlo Bortolani ONLUS.
Attenzione!!! la ONLUS fa l'acquisto, i donatori offrono fondi per "la ricerca di Stefano Montanari e Antonietta Gatti" come è ben chiarito nell'appello (*): http://www.beppegrillo.it/2006/03/la_ricerca_imba/index.html

Ora si viene a sapere che la ONLUS citata, senza avvertire nessuno, in totale solitudine, dona il microscopio all'Università di Urbino stravolgendo in toto le motivazioni che hanno spinto i donatori a finanziare l'iniziativa.

Se siete contrari alla donazione del microscopio all'Università di Urbino, se pensate che il microscopio debba stare dove si trova ora, cioè nel laboratorio di Nanodiagnostics per permettere a Stefano Montanari e Antonietta Gatti di continuare le ricerche sulle nanoparticelle, allora firmate questo appello: GIU' LE MANI DAL MICROSCOPIO


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27 giugno 2009

THE MOTHERS ACT: Salva le madri dall'essere obbligatoriamente drogate

di Luciano Gianazza

Che cos'è il Mothers Act
Sto ricevendo email in cui mi si chiede di firmare la petizione online contro il "Mothers Act" e anche richieste di chiarimenti da parte di chi ha ricevuto il messaggio che ho fatto girare. In effetti non ho trovato granché in italiano e questo articolo dovrebbe dare un'idea adeguata a riguardo.
Letteralmente in questo contesto Act significa Decreto, Legge, quindi una legge a favore delle madri, nello specifico delle future e neo mamme e dovrebbe servire a far sì che le istituzioni si prendano cura di loro durante il periodo della gravidanza, del parto e dopo il parto. Questo perché alcune donne sono state soggette a disturbi di un tipo o di un altro in concomitanza con la gravidanza e il parto. Per quanto si potrebbe pensare che il Mothers Act sia un impegno della comunità nei confronti delle donne nel ruolo di madre, in realtà è stato elaborato dalla lobby di Big Pharma, con il solo scopo di trasformare la gravidanza, il parto e la nascita in una condizione medica in cui si verifica la presenza di malattie mentali da trattare con gli psicofarmaci.

La Lobby di Big Pharma
Sono diversi anni che Big Pharma cerca di far approvare dal Congresso Americano il Mothers Act, ma non è mai passato perché uno dei due schieramenti si opponeva all'altro che era finanziato dalla lobby al fine di farlo approvare.

Di solito le lobbies appoggiano finanziariamente uno o l'altro degli ormai soli due gruppi di partiti politicamente opposti per fare approvare provvedimenti favorevoli agli interessi che esse rappresentano o per far cadere quei provvedimenti che invece non sono affatto favorevoli.

Questo fa sì che un gruppo politico spinga le approvazioni di decreti o leggi nell'interesse dei loro finanziatori contrastati dagli oppositori che ovviamente portano avanti altri interessi. Questa situazione conduce spesso a un impasse e a logoranti lotte fino all'ultimo voto che possono durare intere legislature.

Il problema è che ora questa proposta ha maggiori probabilità di diventare legge perché Big Pharma ha cambiato strategia: Ha finanziato alla pari entrambi gli schieramenti politici con il risultato che sia i Repubblicani che i Democratici voteranno a favore.

Questa strategia è già stata adottata in Italia per la proposta di legge di vendere farmaci nei supermercati che è stata bocciata sia dalla maggioranza che dall'opposizione perché Federfarma, la potente lobby dei proprietari di farmacie, ha dato ai due schieramenti (centrodestra e centrosinistra) 250 mila euro complessivi, divisi in parti uguali, quindi 125 mila a uno schieramento, e 125 mila all'altro: sono la somma di tanti finanziamenti da 5 mila, 10 mila, 7 mila, 3 mila, 8 mila che di volta in volta sono finiti nelle tasche dei vari parlamentari, per non fare approvare determinate leggi o farne approvare delle altre che favoriscono gli interessi di Federfarma.

Cosa succederà se il Mothers Act verrà approvato? Negli Stati Uniti le donne in età fertile verranno sottoposte a screening allo scopo di identificare malattie mentali pre e post parto per sottoporle, nel caso di riscontri positivi, a trattamenti psichiatrici farmacologici obbligatori. Ovviamente tali malattie sono più o meno collezioni di sintomi di cui a volte possono essere affette anche persone in buone condizioni fisiche e mentali, ma in momenti particolari come la gravidanza o il parto possono essere fatte passare per veri e propri disturbi mentali che necessitano di trattamento con psicofarmaci come antidepressivi e antipsicotici.

Il problema investe anche il feto che rimarrebbe ugualmente drogato dai farmaci assunti dalla madre, con conseguenti possibili malformazioni fisiche e ottundimento delle capacità mentali, un futuro irto di difficoltà di apprendimento.

Perché la cosa dovrebbe riguardarci? Perché riguarda una serie di abusi che Big Pharma e il suo esercito di psichiatri perpetreranno su delle donne e i loro bambini e ognuno di noi dovrebbe fare la sua parte per evitarlo, non importa a quale nazione appartengano.

In ogni caso anche se volessimo egoisticamente pensare ai fatti nostri, il cartello farmaceutico non conosce frontiere e quanto avviene oggi negli Stati Uniti viene poi replicato nel resto del mondo e chi ha pensato che la cosa non lo riguardasse potrebbe invece ritrovarsi con la moglie, la sorella, la madre o la figlia sottoposte a screening e a trattamento psichiatrico.

Il Mothers Act attuale che Big Pharma sta spingendo per l'approvazione è noto come "Melanie Blocker Stokes Mom's Opportunity to Access Health, Education, Research, and Support for Postpartum Depression Act of 2009" e prende il nome da Melanie Blocker Stokes, una madre che, dopo aver partorito è stata sottoposta a una serie di trattamenti psichiatrici con psicofarmaci ed elettroshock e poi si è suicidata. Si sostiene che Melanie si sia suicidata perché non si è intervenuti preventivamente e quindi il Mothers Act è considerato un impegno che la comunità deve assumersi al fine di impedire che altre madri facciano la fine di Melanie e questa è la tesi che Big Pharma sostiene tramite i suoi gruppi di facciata.

Sarebbe assurdo immaginare che nessuno abbia il minimo sospetto che il suicidio possa essere la conseguenza del trattamento con gli antidepressivi e gli elettroshock quando "pensieri tendenti al suicidio" è uno degli effetti collaterali elencati nei foglietti illustrativi di tali psicofarmaci.

E' necessario quindi anche il tuo intervento, il minimo che si possa fare è firmare una petizione online a cui puoi accedere dal link in fondo alla pagina.

Passa il link di questo mio articolo ai tuoi amici e conoscenti per informarli di questo vero e proprio pericolo per il futuro dell'Umanità. Ho già inviato questo articolo a più di 2.800 persone. Queste sono briciole, insieme possiamo dare un sostanziale contributo alla lotta contro i nemici dell'umanità. Se ti sembra che sto esagerando è solo perché i media anestetizzano la nostra capacità di valutare.

Quello che segue un articolo che ho tradotto per aggiungere altri dati sull'argomento.

Il Mothers Act Alimenta un' Industria Multimiliardaria
di Evelyn Pringle - traduzione di Luciano Gianazza.

La maternità è diventata preda del cartello psico-farmaceutico. Se una nuova normativa conosciuta come Mothers Act diventerà legge, il numero dei bambini drogati tramite la propria madre durante la gravidanza e l'allattamento senza dubbio aumenterà.

Il Congresso ha giustamente rifiutato di far passare questo disegno di legge per otto anni. Il titolo ufficiale è attualmente "Melanie Blocker Stokes Mom's Opportunity to Access Health, Education, Research, and Support for Postpartum Depression Act of 2009".

La proposta di legge è stata introdotta in Aula durante il 110mo Congresso il 4 gennaio 2007, dal democratico dell'Illinois Bobby Rush e poi reintrodotta in entrambi gli organismi del nuovo Congresso, nel gennaio 2009, dopo che il disegno di legge cadde in prescrizione in Senato l'anno scorso.

Il senatore democratico Robert Menendez del New Jersey, dove risiedono un gran numero di aziende farmaceutiche, e Richard Durbin (D-IL) sono i principali sostenitori del progetto di legge al Senato.

In un discorso fatto durante l'Assemblea del 30 marzo 2009 dal deputato Rush divenne chiaro l'obiettivo di questa proposta di legge quando ha affermato che "dal 60 al 80 per cento delle nuove mamme sperimentano sintomi di depressione post parto, mentre la condizione più grave, la psicosi post parto, interessa fino al 20 per cento delle donne che hanno partorito da poco. "

Dopo che l'Assemblea ha votato per far passare la legge quel giorno, il deputato ha dichiarato: "La legge AR 20 metterà finalmente a disposizione significative somme di denaro e attenzione per la ricerca, selezione, trattamento e istruzione delle madri che soffrono di questa malattia."

Il vero obiettivo dei promotori di questa legge è quello di trasformare le donne in età fertile in consumatrici a vita di trattamenti psichiatrici mediante lo screening per tutta una serie di "disturbi dell'umore" e "ansia" e non semplicemente per la depressione post parto.

Mai abbastanza viene detto riguardo alla capacità di chiunque, con un camice bianco addosso e un titolo medico, di convincere le vulnerabili donne in gravidanza e le neo-madri che i pensieri e sentimenti che possono provare in un giorno qualsiasi potrebbero essere anormali.

La costante sorveglianza e il fuoco di fila di domande, tipo sei depressa?, sei preoccupata, hai cambiamenti di umore?, hai paura della maternità?, dormi bene?, ci sono cambiamenti nella tue abitudini alimentari?, è prevedibile che sortiranno senza ombra di dubbio l'effetto di convincere molte donne che normali pensieri ed emozioni sono segno di disturbi mentali.

In un articolo del 13 marzo 2008, "Etichettare la Gravidanza come Malattia Mentale", Byron Richards scrive nel NewsWithViews:

"Il Mothers Act ha il netto effetto di riclassificare il processo naturale della gravidanza e della nascita, come un disturbo mentale che richiede l'utilizzo di farmaci psicotropi non verificati ed estremamente pericolosi (che possono facilmente danneggiare il bambino). Il progetto di legge è stato ovviamente scritto dalla lobby di Big Pharma e la sua conversione in legge sarebbe considerata ridicola, se non stesse accadendo davvero."

Mentre manie, psicosi, agitazione, ostilità, ansia, confusione, depressione e tendenze suicide sono spesso citate come "sintomi" della malattia mentale, molti degli stessi esatti "sintomi" sono elencati come effetti collaterali sulle etichette di avvertimento per gli antidepressivi, antipsicotici e anticonvulsivanti .

Tutti questi farmaci sono attualmente prescritti per trattare "cambiamenti di umore" e "ansia", disturbi per i quali alle donne verrà fatto lo screening se la proposta diventerà legge. Nel caso di donne in gravidanza, nessun farmaco psichiatrico è stato approvato dalla FDA come di uso sicuro.

Le nuove clienti acquisite saranno stigmatizzata per tutta la vita con le etichette delle più gravi forme di malattia mentale, semplicemente perché sono abbastanza sfortunate di essere rimaste in gravidanza negli Stati Uniti, dove gravi disturbi procurano grandi profitti a chi prescrive sostanze psicotrope di ogni genere.

Nel Medical News Today del 1° settembre 2008 compare un titolo riguardante uno studio che dichiara: "Gli americani Mostrano Poca Tolleranza per la Malattia Mentale nonostante sia in aumento la credenza che la causa sia genetica". Lo studio del professore di sociologia Jason Schnittker dell'Università della Pennsylvania, ha messo in evidenza che mentre gli americani credono che la malattia mentale abbia cause genetiche, il paese non è più tollerante nei confronti del malato di mente di quanto lo fosse 10 anni fa.

Lo studio ha esaminato la tolleranza in termini di indisponibilità a vivere accanto a una persona malata di mente, con una casa famiglia per malati di mente nel quartiere, trascorrendo una serata a socializzare con una persona malata di mente, lavorando a stretto contatto con tale persona sul posto di lavoro, facendo amicizia con una persona con una malattia mentale o rimanere sposato una persona malata di mente in famiglia.

L'industria multimiliardaria
In un articolo per AlterNet del 18 giugno 2008, il dottor Bruce Levine, autore del libro, "Sopravvivere all'Epidemia di Depressione dell'America" (Surviving America's Depression Epidemic), spiega come funziona il cartello psico-farmaceutico. "Il trattamento della salute mentale negli Stati Uniti è ormai un'industria da miliardi di dollari", riferisce ", e ad essa vengono applicate tutte le regole tipiche di qualsiasi industria".

"Non solo Big Pharma ha influenti psichiatri sul suo libro paga, quasi ogni istituto della salute mentale da cui i medici, la stampa e il pubblico ricevono le informazioni sulla salute mentale è finanziariamente interconnesso con Big Pharma".

"L'American Psychiatric Association, l'organizzazione professionale della psichiatria, dipende fortemente dalle sovvenzioni da parte delle case farmaceutiche e questo vale anche per Alleanza Nazionale per i Malati Mentali e le altre cosiddette organizzazioni dei consumatori."

"Il dipartimento di psichiatria di Harvard e di altre prestigiose università prendono milioni di dollari da società farmaceutiche, e l'Istituto Nazionale della Salute Mentale da fondi a ricercatori che sono finanziariamente connessi con le aziende farmaceutiche".

Sono più i Democratici che i Repubblicani che spingono il Mothers Act. L'aumento dei finanziamenti per la campagna elettorale dei Democratici può spiegare questa svolta degli eventi. Nelle ultime otto campagne elettorali l'industria farmaceutica ha dato molti più fondi ai Repubblicani che ai Democratici. Nel 2006, la percentuale era pari al 28% per i Democratici e il 70% per i Repubblicani, secondo il Center for Responsive Politics, un gruppo no-profit che esegue il monitoraggio dei finanziamenti politici.

Ma per la campagna del 2008 i Democratici hanno avuto quasi gli stessi soldi dati ai Repubblicani con $5.099.942 rispetto ai $5.680.871 dati ai repubblicani, e questo è probabilmente il motivo per cui i democratici permetterebbero che tale palese schema di marketing di farmaci venga attuato.

"Il Mothers Act, mentre sembra un atto di benevolenza, è una misura inutile e pericolosa che si tradurrà in un ulteriore eccesso di prescrizione di farmaci che sono già esageratamente prescritti in modo grottesco.", spiega Kate Gillespie, uno dei legali di punta che stanno portando avanti le cause legali per i difetti di nascita causati dagli SSRI e per i casi di suicidio legati al Paxil, di stanza a Los Angeles presso lo studio legale Baum, Hedlund, Aristei & Goldman.

"La proposta di legge è una sentiero pericoloso", ammonisce, "verso la prescrizione forzata alle donne in età fertile di psicofarmaci di dubbia efficacia e con gravi problemi di sicurezza per le madri ed i loro bambini innocenti - farmaci che possono causare terribili effetti collaterali, tra cui, comportamenti con tendenza al suicidio, violenza e devastanti difetti di nascita."

Naturalmente, le madri che veramente non riescono a cavarsela da sole dovrebbero essere aiutate", dice la Sig.ra Gillespie, "ma abbiamo davvero bisogno di una legge che preveda che le madri debbano essere esaminate e drogate?"

"Togli la politica e Big Pharma, e la pressione per fare approvare questa legge non avrebbe più senso".

Secondo il Dottor Levine, per politici un impegno molto meno disastroso, piuttosto che fare il push di farmaci per le madri in gravidanza, sarebbe quello di promuovere l'espansione delle cure mediche per la depressione post parto".

Il Dott. Levine afferma che il Mothers Act" omette delle verità" riguardo a Melanie Blocker-Stokes, la donna da cui poi il disegno di legge ha preso nome, e le seguenti informazioni riguardanti il suo suicidio dovrebbero essere rese note:

"Melanie Blocker-Stokes ha di fatto ricevuto estesi trattamenti psichiatrici. E' stata ricoverata in ospedale per tre volte in sette settimane, le sono state date quattro combinazioni di farmaci antipsicotici, ansiolitici e antidepressivi, è stata sottoposta a terapia elettroconvulsivante (elettroshock). Ma, nonostante il trattamento psichiatrico - o a causa di esso - Melanie Blocker-Stokes si uccise gettandosi dal dodicesimo piano di un hotel di Chicago".

"Non vi è alcuna prova che l'uso di antidepressivi da parte di madri depresse abbassi il rischio di suicidio", dice il dottor Levine, "mentre vi è una grande quantità di evidenze che l'uso di antidepressivi può rendere alcune persone maniacali, agitate, e violente".

Promotori per soldi del Mothers Act
Katherine Stone gestisce un sito internet chiamato "Postpartum Progress" e inserisce dei post nel blog ogni giorno. Presta la sua opera anche nel consiglio di amministrazione del Postpartum Progress Internazionale come Presidente delle relazioni pubbliche. La sua biografia dice che "è riconosciuta a livello nazionale, premiata sostenitrice delle donne con disturbi dell'umore ed ansia perinatali."

"Katherine sul suo sito web riferisce che nel 2001, dopo la nascita del suo primo figlio ha sofferto di disturbo ossessivo compulsivo post parto. La sensazione di isolamento e di vergogna l'ha subito ispirata a creare Postpartum Progress, che è diventato il blog più letto negli Stati Uniti sulla depressione post parto, depressione pre parto, psicosi post parto e altri disturbi relativi a prima, dopo e durante il parto."

In un'altra pagina intitolata "L'Arte della Cura Psichiatrica", Katherine dice alle donne di cambiare farmaco se non funziona, perché per la sua diagnosi di Disturbo Ossessivo Compulsivo, afferma:

"Ho preso molti farmaci, compresi Effexor, Celexa, Seroquel, Risperdal, Wellbutrin, Luvox, Cymbalta, ecc. Usandoli tutti quanti sono guarita. Alcuni semplicemente hanno funzionato meglio di altri nella cura dei miei sintomi."

Termina il suo commento dicendo alle donne: "Troverai il farmaco che va bene per te e migliorerai."

La prescrizione di sette farmaci, tra cui due antipsicotici e cinque antidepressivi, per il trattamento dell'OCD (Disturbo Ossessivo Compulsivo) è un tipico esempio di medicalizzazione orientata al profitto che le donne arpionate dal Mothers Act dovranno affrontare, ma la descrizione che Katherine ha fornito si discosta molto dal comparativamente minore trattamento che ha ricevuto, come ha affermato nella pubblicazione del 7 giugno 2004 di Newsweek "Nel mio caso si è trattato di prendere un antidepressivo e di fare una seduta di terapia alla settimana."

A parte tutti i gravi rischi per la salute ormai noti per essere associati a questi farmaci, la maggior parte delle donne non potrebbe permettersi la"cura" dei sette farmaci che Katherine ingerito. Secondo DrugStore.com, da un conteggio del dicembre 2008, dal primo all'ultimo, per una fornitura di una dose media di 30 giorni, i farmaci avrebbero questi costi: Effexor $197.86, Celexa $279.92, Seroquel $388.38, Risperdal $652.07, Wellbutrin XI $202.08, Luvox CR $135.99, and Cymbalta $366.62. Il costo del "ecc." è impossibile da calcolare, senza sapere quanti altri farmaci ha preso.

Come Postpartum Progress ci sono altri siti finanziati da chi ha interesse che vengano somministrati farmaci. (Le cifre sopra sono riportate sono quelle che spenderebbe una singola persona per la "cura" di un messe e danno un'idea dell'entita del business della "Depressione Post Parto" - n.d.t).

Evelyn Pringle scrive editoriali per Scoop Independent News, è una giornalista investigativa focalizzata sull'esporre la corruzione nel governo e delle corporazioni Americane. Articolo sponsorizzato dallo studio legale Baum, Hedlund, Aristei & Goldman.

L'intero articolo in lingua originale è visibile su: Mothers Act Fuels Multibillion Dollar Industry

Firma la petizione:

Stop the Dangerous and Invasive Mothers Act

Altri link:

Video: Melanie's Voice (MOTHERS Act/Antidepressants/PPD/psychosis)

Unite for Life

Fonte: http://www.medicinenon.it/index.php

16 giugno 2009

SALVIAMO L'AMAZZONIA

Il Governo peruviano ha esercitato pressione sulla legislatura permettendo alle compagnie estrattive e di coltivazione su larga scala di distruggere rapidamente la loro foresta pluviale amazzonica.

Le popolazioni indigene hanno protestato pacificamente per due mesi chiedendo di poter esprimere legittimamente i propri pareri nei decreti che contribuiranno alla devastazione dell’ecologia e delle popolazioni amazzoniche, e che saranno disastrosi per il clima globale. Ma lo scorso fine settimana il Presidente Garcia ha risposto: inviando forze speciali per sopprimere le proteste in scontri violenti e bollando i protestanti come terroristi.

Questi gruppi indigeni sono sulla linea del fronte nella lotta per proteggere la nostra terra - Appoggiamoli ed appelliamoci al Presidente Alan Garcia (che è notoriamente sensibile alla propria reputazione internazionale) affiché fermi immediatamente la violenza e si apra al dialogo. Clicca in basso per firmare l’urgente petizione globale ed un preminente politico latino americano molto rispettato la consegnerà al Governo per nostro conto.

Più del 70 per cento dell’Amazzonia peruviana adesso è pronta per essere afferrata. I giganti del petrolio e del gas, come la compagnia anglo-francese Perenco e le nord-americane ConocoPhillips e Talisman Energy, hanno già impegnato investimenti multimiliardari nella regione. Queste industrie estrattive hanno un record molto basso di benefici apportati alla popolazione locale e nella preservazione dell’ambiente nei paesi in via di sviluppo – motivo per il quale i gruppi indigeni stanno chiedendo il diritto di consultazione sulle nuove leggi, riconosciuto a livello internazionale.

Per decenni il mondo e le popolazioni indigene hanno assistito a come le industrie estrattive devastassero la foresta pluviale che è dimora per alcuni ed un tesoro vitale per tutti noi (alcuni climatologi chiamano l’Amazzonia "i polmoni del pianeta" – che inspira le emissioni di carbonio che provocano il surriscaldamento globale e restituisce ossigeno).

Le proteste in Perù sono le più forti e disperate mai espresse, non possiamo permettere che falliscano. Firma la petizione, ed incoraggia i tuoi amici e familiari ad unirsi a noi, così che possiamo aiutarele popolazioni indigene del Perù ad ottenere giustizia e prevenire ulteriori atti di violenza da parte di tutti.


Per solidarietà,
Luis, Paula, Alice, Ricken, Graziela, Ben, Brett, Iain, Pascal, Raj, Taren e l’intero team Avaaz .

Per maggiori informazioni:
  • Perù: ritirate le leggi sullo sfruttamento dell’Amazzonia:
    http://it.euronews.net/2009/06/11/peru-ritirate-le-leggi-sullo-sfruttamento-dell-amazzonia/

  • Perù, alta tensione dopo scontri in Amazzonia:
    http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE55601V20090607

  • Amazzonia, petrolio rosso sangue:
    http://www.salvaleforeste.it/peru-amazonia.html

  • Le compagnie petrolifere "dovrebbero ritirarsi" dato che il Perù "affronta la sua Tiananmen", Survival International,8 June:
    http://www.survival-international.org/news/4640

  • Fonte: http://www.avaaz.org/it/

    Articoli correlati: RIVOLTA IN AMAZZONIA

    23 febbraio 2009

    GOD SAVE INTERNET


    Le libertà in Internet sono in grave pericolo.

    Qualora dovesse essere approvato un insieme di direttive,
    in discussione al Parlamento Europeo, Internet cambierà così:

    * non potrai più collegarti a Internet solo per aver condiviso un file;
    * sarà possibile conoscere il contenuto del tuo traffico Internet;
    * non potrai usare liberamente FTP, Skype, chat, p2p;
    * sarà il tuo provider a scegliere quali siti web potrai visitare e quali no.

    Caro cittadino della Rete,

    il Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea ha infatti raggiunto un accordo politico su norme e direttive fortemente lesive dei diritti dei cittadini europei e dei consumatori. Tale regolamentazione è inclusa nel Pacchetto Telecom, un complesso sistema di cinque Direttive che influenzerà profondamente le leggi degli Stati Membri dell'Unione Europea, Italia inclusa, per molti anni a venire. L'accordo politico del Consiglio stravolge il contenuto del Pacchetto, che con voto democratico, e con l'appoggio della Commissione Europea, il Parlamento Europeo aveva approvato a larghissima maggioranza nel settembre 2008 con emendamenti che garantivano e tutelavano i diritti fondamentali dei cittadini e dei consumatori.

    Il 19 febbraio il Parlamento Europeo darà inizio alla Seconda Lettura del Pacchetto Telecom, e se non avrà la forza di opporsi alla volontà del Consiglio dei Ministri, entro pochissimo tempo le leggi dei Paesi Membri dovranno obbligatoriamente adeguarsi con le seguenti conseguenze:

    - sarà possibile disconnetterti dalla Rete sulla base di semplici indizi, raccolti da società private senza autorizzazione della magistratura, che facciano sospettare che tu abbia condiviso contenuti protetti da copyright. Il tuo fornitore di accesso Internet sarà obbligato a collaborare con le società private per fornire i tuoi dati, e sarà costretto a procedere alla sospensione del servizio. Non avrai diritto né alla difesa né ad un equo processo;

    - il tuo fornitore di accesso sarà libero di filtrare contenuti, servizi e applicazioni a piacimento. Per fare solo un esempio fra i tanti possibili, diventerà lecito e legale bloccare Skype al fine di promuovere e costringerti ad acquistare un servizio VoIP a pagamento;

    - il tuo fornitore potrà applicare "differenziazioni di tariffe", e farti pagare abbonamenti aggiuntivi per applicazioni e protocolli specifici, ad esempio per e-mail, FTP, newsgroups, chat, peer-to-peer ecc.; potrà inoltre liberamente decidere a quali siti web potrai accedere senza limitazioni, a quali potrai accedere con de-prioritizzazione del traffico (quindi con rallentamento nello scambio dati), e a quali non potrai accedere affatto;

    - qualsiasi società privata, per generici scopi di sicurezza di rete, potrà intercettare, memorizzare a tempo indefinito, leggere e analizzare, tutti i dati che invii e che ricevi sulla Rete senza autorizzazione di alcun organismo governativo, inclusa la magistratura.

    Per tutelare i tuoi diritti fondamentali, si è formata un'ampia coalizione europea che riunisce le più importanti associazioni in difesa dei diritti digitali e dei diritti dei consumatori. La coalizione comprende 16 organizzazioni non governative e associazioni che si battono per i diritti dei consumatori, con sedi in 22 Paesi Membri dell'Unione Europea e altri Paesi non Membri. Da settimane rappresentanti della coalizione stanno attivamente partecipando a Brussels al fine di tutelare i tuoi diritti. In Italia le organizzazioni che fanno parte della coalizione sono Altroconsumo, l'Istituto per le Politiche dell'Innovazione, NNSquad Italia e ScambioEtico.

    ABBIAMO TUTTAVIA BISOGNO DEL TUO AIUTO, E NE ABBIAMO BISOGNO CON URGENZA.

    Ti chiediamo di dedicare qualche minuto del tuo tempo per scrivere un'e-mail, e se ti è possibile telefonare, all'europarlamentare italiano che ritieni ti possa meglio rappresentare in Parlamento Europeo, al fine di sensibilizzarlo sui gravi rischi che il Pacchetto Telecom arrecherà a Internet e a i tuoi diritti fondamentali, fra i quali la libertà di espressione, di informazione, il diritto alla difesa e a un equo processo, e il diritto alla privacy. Se ti è possibile, ti chiediamo di sensibilizzare i tuoi familiari, conoscenti e amici, e se ti capita di scrivere in Internet, di informare tramite interventi nei forum e nei blog.

    Se sei un blogger o un giornalista e ne vuoi sapere di più, non esitare a contattare il Portavoce di ScambioEtico Paolo Brini

    Ti forniamo il LINK per reperire le e-mail e il numero di telefono di tutti gli europarlamentari italiani, al fine di farti scegliere quello che ritieni più coerente con le tue idee. Ti forniamo il link al PDF della lettera aperta della coalizione, indirizzata al Parlamento Europeo e a tutti i suoi Membri, in modo da darti tutti i riferimenti normativi che delineano quanto è stato sopra affermato. Per qualsiasi richiesta o necessità, non esitare a leggere e a scrivere in questo forum LINK, che rimarrà sempre aperto e fornirà supporto nonché aggiornamenti sulla Seconda Lettura del Pacchetto Telecom.
    Infine, ti forniamo anche una proposta di lettera, che potrà darti lo spunto, se ne avessi bisogno, per cosa scrivere e dire.

    "Gentilissimo On. , vorrei richiamare la Sua attenzione su alcune serie preoccupazioni che nutro nei confronti del Pacchetto Telecom, che sta per entrare nello stadio di Seconda Lettura al Parlamento Europeo.Le mie preoccupazioni si riferiscono agli articoli relativi a Internet nel Pacchetto Telecom, e che metteranno a repentaglio sia i benefici economici che Internet sta portando all'Europa, sia i diritti fondamentali quali la privacy e la libertà di espressione. Io desidero poter accedere a qualsiasi sito web o servizio Internet, alla velocità più elevata per la quale sono disposto a pagare. Non voglio che che gli operatori di rete scelgano per me quali siti web e quali servizi e applicazioni posso utilizzare. Voglio essere in grado di sperimentare nuove applicazioni e protocolli senza dover preventivamente chiedere il permesso agli operatori di rete, e non voglio che il traffico che genero e i contenuti ai quali voglio accedere siano bloccati o limitati dagli operatori di rete. Pretendo inoltre il rispetto della mia privacy, in conformità a quanto specificato dallo European Data Protection Supervisor e ribadito dallo stesso in data 09 gennaio 2009. Mi riferisco specificamente ai seguenti articoli del Pacchetto Telecom [1] e [2], i quali: 1. permetteranno il filtraggio di contenuti, applicazioni e servizi - Direttiva Servizi Universali, Articolo 22(3), 2. consentiranno di applicare un rifiuto di accesso a materiale on-line protetto da copyright attraverso tentativi di imposizione, anche quando tale accesso è legale, per mezzo della "cooperazione" fra fornitori di accesso e "i settori interessati alla promozione di contenuto legale" - Direttiva Servizi Universali, Articoli 33(3), 20(1.b.1), 21(4a); e Direttiva Quadro, Articolo 8(4g), 3. minacceranno la privacy attraverso la memorizzazione e l'elaborazione dei dati personali per "motivi di sicurezza" - Direttiva sulla Privacy nel settore delle comunicazioni elettroniche, Articolo 6(7). Allo stesso tempo, 1. sono state rimosse le protezioni per gli utenti contro le pratiche discriminatorie, le sanzioni sproporzionate e le restrizioni inique di servizio - Direttiva Quadro Articolo 8 (4g) e Direttiva servizi universali Articolo 32a; 2. sono stati indeboliti i controlli regolatori sulle attività dei fornitori di servizio, che proteggerebbero contro pratiche inique, restrittive o discriminatorie - Direttiva servizi universali, Articolo 22(3). In qualità di Suo elettore, Le chiedo pertanto di opporsi a [2]: * Direttiva Servizi Universali o Articolo 22(3); o Articolo 33(3); o Articolo 20(1.b.1); o Articolo 21 (4a); * Direttiva sulla Privacy nel settore delle comunicazioni elettroniche o Articolo 6(7) come da raccomandazioni EDPS (European Data Protection Supervisor) del 09 gennaio 2009 [4] e Le chiedo di sostenere [3]: * Direttiva Quadro o Articolo 8.4(ga) (Emendamento 138) * Direttiva Servizi Universali o Art. 32a (Emendamento 166) Confidando in un Suo appoggio verso i diritti fondamentali dei cittadini europei, Le porgo distinti saluti
    Potete trovare gli indirizzi mail a questo link.

    Indice dei collegamenti:

    E mail di Paolo Brini
    -per ragioni di privacy riferirsi all'articolo originale in scambioetico.org
    E-mail e il numero di telefono di tutti gli europarlamentari italiani
    -per ragioni di timore della privacy esercitata in modo "ricattatorio e vessatorio" riferirsi all'articolo originale in scambioetico.org
    Indirizzo per il pdf della lettera aperta
    http://www.scambioetico.org/Telecom_package_italian.pdf
    Indirizzo al Forum di scambioetico.org
    http://www.scambioetico.org/index.php?board=31.0

    Fonte: http://velenosereno.blogspot.com/2009/02/vogliono-uccidere-internet.html

    6 febbraio 2009

    L'EUTANASIA DEI CERVELLI

    Le parole e le opinioni sul caso di Eluana Englaro oramai si sprecano, sia nel mondo politico che sulla stampa, non c'è giorno in cui non se ne parli, ed è proprio per questo che il dolore di una famiglia è diventato "un caso".
    La politica si affretta a fare una legge, perchè nelle 300.000 leggi del nostro codice non c'è nulla in merito.
    In questo susseguirsi di opinioni articoli e proposte se ne sentono di tutti i colori:
    "Bisogna a tutti i costi fermare il boia": Gabriella Carlucci, ex soubrette ora in politica nelle file del Pdl.
    "E' iniziato l'omicidio di Eluana, che rischia di avvenire impunemente e senza turbare convenzioni e erogazioni di pubblico denaro", afferma Maurizio Gasparri.
    "Si fermino, hanno ancora il tempo per riflettere e valutare le conseguenze della loro azione" dice Enrico La Loggia, vicepresidente del gruppo del Pdl della Camera.
    "Sarà la prima condanna a morte dopo il 1948", commenta il sottosegretario dell'Interno Alfredo Mantovano.
    "Quando c'è una sentenza questa deve essere rispettata e applicata, perché altrimenti non regge più tutto il sistema sociale", è l'opinione di Gaetano Pecorella (...si ..proprio lui: l'avvocato del diavolo!).
    "E' 'inconcepibile pensare di uccidere una persona in questo modo" tuona il Vaticano!
    Io credo che se c'è qualcosa di "inconcepibile" è che le leggi esistenti in Italia non vengano rispettate e che proprio i condannati che risiedono in Parlamento vogliono legiferare su questioni che riguardano i sentimenti e il dolore di famiglie che si trovano nelle stesse condizioni della famiglia Englaro.
    E' inconcepibile che si continui a torturare ed offendere questo padre, senza avere rispetto per il suo dolore; ha perso una figlia da 17 anni, sospendere l'alimentazione e l'idratazione artificiale, vuol dire rispettare la volontà di Eluana.
    Se il Vaticano, come questi politici fuorilegge e i loro giornalisti-zerbini, si preoccupassero di chi "vuole vivere" allo stesso modo come s'interessano di chi "vuole morire", ci sarebbero di sicuro meno sofferenze e meno affamati nel mondo.
    Lasciate in pace Eluana e la sua famiglia.

    22 gennaio 2009

    UN APPELLO PER FERMARE L'UCCISIONE DI CIVILI INNOCENTI

    Una scuola distrutta a Gaza, 19 gennaio 2009 ©AI


    Da Amnesty International:

    Data di pubblicazione dell'appello: 20.01.2009

    Status dell'appello: attivo

    AGGIORNAMENTO:

    Il 17 gennaio 2009 una missione di ricerca di Amnesty International è entrata a Gaza attraverso i valico di Rafah, dove i cessate il fuoco dichiarati unilateralmente da Israele e Hamas non erano ancora rispettati.

    Le forze israeliane erano ancora presenti in diverse zone della Striscia di Gaza e la mattina del 18 gennaio, missili lanciati dalle forze israeliane hanno ucciso l'undicenne Angham Rif'at al-Masri e ferito sua madre a Beit Hanoun, nel nord della Striscia di Gaza. Allo stesso tempo i gruppi armati palestinesi hanno sparato diversi razzi contro le città e i villaggi del sud di Israele, ferendo tre civili israeliani.

    Colpi di artiglieria, disegnati per essere utilizzati in scenari bellici tradizionali, sono stati sparati in aree residenziali densamente abitate. I delegati di Amnesty International hanno trovato numerose abitazioni, moschee, scuole ed edifici amministrativi distrutti.

    Le infrastrutture di Gaza, già debilitate dai precedenti attacchi e dagli anni di sanzioni, si trovano adesso in condizioni disperate. I black-out prolungati sono la norma, decine di migliaia di persone non hanno accesso all'acqua potabile e i liquidi di scolo si riversano all'aperto dai condotti fognari rotti.

    I civili colpiti, durante le tre settimane di attacchi non hanno potuto fuggire dai bombardamenti, in un luogo sicuro. Le scuole, le strutture sanitarie e gli edifici delle Nazioni Unite sono stati ugualmente colpiti.

    Sono state riscontrate prove evidenti e incontestabili dell'uso massiccio di fosforo bianco in aree densamente popolate di Gaza City e in altre zone del nord della Striscia di Gaza. Tra le zone più colpite dal fosforo bianco vi è la sede dell'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per i rifugiati a Gaza City, attaccata dalle forze israeliane il 15 gennaio. Sempre quel giorno, ordigni impregnati di fosforo bianco hanno colpito anche l'ospedale al-Quds di Gaza City, provocando un incendio che ha costretto lo staff sanitario a evacuare i pazienti.

    Preso atto delle accuse di violazioni del diritto internazionale da parte di entrambe le parti in conflitto, delle reciproche recriminazioni che potrebbero minare l'imparzialità di inchieste nazionali e del insufficiente numero di indagini condotte da Israele sulle violazioni commesse dalle sue forze, Amnesty International chiede a tutte le parti di acconsentire, e alla comunità internazionale di predisporre, una missione per l'accertamento dei fatti, immediata, esaustiva, indipendente e imparziale che conduca una indagine sulle gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale commessi durante il conflitto, in accordo ai più severi standard internazionali che regolano tali indagini e di rendere pubblici i risultati.

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