Il Cnt, il Consiglio nazionale transitorio libico si appresta a trasferirsi a Tripoli. Nella capitale tutto scarseggia. Moltissimi non hanno cibo e nemmeno più un tetto, l’acqua è diventata più preziosa del petrolio tanto che ormai costa più della benzina. Ed è la sete in un paese dove la temperatura raggiunge i 40 gradi, l’emblema dell’emergenza umanitaria che tormenta la Libia dopo sette mesi di guerra. Ma parra strano in un paese ricoperto di sabbia, l’acqua non scarseggia, anzi sotto le dune del Sahara si trova la riserva più grande del mondo tanto da spingere qualcuno a suggerire che non solo petrolio, uranio e gas sono il “premio” che gli alleati occidentali cercano in Libia.
E’ passata quasi in secondo piano, ma il mare di acqua dolce esteso quanto la Germania a soli 100 metri di profondità in terra libica, equivale ad un tesoro, non solo materiale ma anche politico in una regione dove l’acqua significa vita e sviluppo sia per la produzione agricola locale sia per l’esportazione in altre nazioni africane.
Si tratta del progetto GMMR (Great Man made River) mirato a portare l’acqua fossile dalla profondità del Sahara alla costa del Mediterraneo. Gheddafi aveva cominciato a costruirlo con ingegneri cinesi finanziandolo di tasca propria, senza cioè servirsi degli onerosi prestiti della Banca Mondiale ma anzi investendo generosamente nella Banca Africana e dando così un pessimo esempio per l’intero globo.
A pochi giorni dal referendum e dopo il sì della Cassazione sul quesito nucleare l'obiettivo resta quello di raggiungere e superare il quorum. Aumentano le iniziative a sostegno dei '4 sì' promosse da comitati e associazioni, ma anche da artisti e cittadini. Resta da chiarire, per quanto riguarda il quesito sul nucleare, la questione degli italiani all'estero, che stanno già votando, ma sulle vecchie schede, che chiedono di abrogare una legge che non esiste più.
Alla chiusura della Conferenza dei Popoli del Mondo sul Cambiamento Climatico a Cochabamba, abbiamo parlato con il presidente boliviano Evo Morales sulla decisione degli USA di eliminare l’aiuto climatico al Bolivia, il narcotraffico, il decimo anniversario della Guerra dell’Acqua a Cochabamba; la protesta nella miniera d’argento San Cristobal e la contraddizione tra la promozione dell' ambiente e industrie estrattive e di esplorazione di petrolio, gas naturale, minerali.
Giovedì, gli organizzatori del summit dei popoli hanno pubblicato un Accordo dei Popoli in base alle riunioni dei gruppi di lavoro. Le principali proposte comprendono l'istituzione di un tribunale internazionale per perseguire chi inquina, l'adozione di una Dichiarazione Universale sui Diritti della Madre Terra, la protezione per i migranti climatici ed il totale riconoscimento della Dichiarazione sui Diritti dei Popoli Indigeni dell’ONU.
Firma del NAFTA NEL 1992 tra i rappresentanti dei governi di Stati Uniti (George Bush padre), il presidente messicano Carlos Salinas e il rappresentante del governo del Canada.
di Laura Carlsen, Stephen Lendman e Constance Fogal
Un' oligarchia neoliberale internazionale opera congiuntamente sotto gli ordini di Washington. La sua intenzione è quella di creare una grande zona commerciale dove le aziende commerciali dirette dai grandi proprietari non solo dispongono del potere economico ma anche politico, affini agli interessi degli USA. Per questo il Pentagono ha pianificato di invadere i paesi membri che possano conoscere un “caos economico”.
Leader del Canada, USA e Messico si sono riuniti segretamente per ampliare l’accordo del libero commercio conosciuto come TLC, TLCAN (Trattato del Libero Commercio dell’America del Nord), o NAFTA (in inglese North American Free Trade Agreement). E’ un blocco commerciale formato dai paesi prima nominati, che stabilisce una zona di libero commercio. E’ entrato in vigore a gennaio del 1994 con l’ ”integrazione profonda” di una forza tri-nazionale più militarizzata della “sicurezza interna”.
La commercializzazione dell’acqua uccide più delle guerre.
Il sistema capitalista non solo lancia la fame, la marginalità, la mancanza di protezione sociale, le privazioni, le malattie, a miliardi di esseri umani nel pianeta, ma monopolizza le risorse essenziali per la sopravvivenza, come l’acqua, e le commercializza nel mercato come se fossero una merce. Mentre l'acqua potabile, l'elemento primario di sussistenza dell'uomo, resta soggetta alla logica del profitto capitalista di un pugno di corporazioni transnazionali la estraggono, trasportano e commercializzano, la carenza del liquido vitale produce più morti delle guerre nelle zone più povere del pianeta.
Più di 20 paesi africani cedono terreni agli stranieri per l'agricoltura intensiva.
di John Vidal
Awassa, Etiopia. Usciamo dalla strada principale a Awassa, abbiamo convinto le guardie e viaggiamo per un miglio su terreno disabitato fino a quando troviamo quella che presto sarà la più grande serra dell’Etiopia. Situata sotto una scogliera della valle di Rift, la costruzione è ancora lontana dall' essere finita, ma la struttura in plastica e acciaio si estende su 20 ettari- la misura di 20 campi di calcio.
Il manager della fattoria ci mostra milioni di pomodori, peperoni e altri vegetali coltivati in file di 450 metri in condizioni controllate dal computer. Ingegneri spagnoli costruiscono la struttura in acciaio, la tecnologia olandese minimizza l'utilizzo di acqua da due pozzi e 1000 donne raccolgono e conservano 50 tonnellate di alimenti al giorno.
Entro 24 ore si trasporteranno per 320 km a Addis Abeba e avranno volato in aereo per 1.600 km ai negozi e ristoranti a Dubai, Jiddah e altri luoghi del Medio Oriente.
L’Etiopia è uno dei paesi più affamati nel mondo nel quale più di 13 milioni di persone hanno bisogno di aiuti alimentari, ma paradossalmente il governo offre almeno 3 milioni di ettari della sua terra più fertile a paesi ricchi ed a alcuni degli individui con più soldi nel mondo perché esportino alimenti alle loro popolazioni.
Sul poster appare la frase: «L' aiuto umanitario non s' improvvisa»
di Julien Teil
Per realizzare le sloro azioni, le ONG umanitarie cercano di sedurre i grandi donatori, che sono generalmente le transnazionali e gli Stati. Questo rapporto favorisce il lucro dei dirigenti e la politicizzazione delle grandi cause. Poco a poco, alcune associazioni si sviano verso obiettivi non relazionati con le cause che dicono di difendere. Julien Teil analizza questa evoluzione attraverso vari esempi.
Molti programmi di solidarietà internazionale, di quelli che seguono da vicino le ONG e i mass media, contano sul sostegno delle organizzazioni intergovernative. Ma alcuni di questi programmi non sembrano rappresentare i valori ed ideali che teoricamente difendono. Una veloce analisi permette di verificare in essi l’apparizione di alcuni vincoli.
Cinquanta anni fa, il lago Ciad era più vasto dello stato di Israele. Oggi, ha una superficie dieci volte più piccola, e si prevede possa scomparire del tutto entro 20 anni.
Il cambiamento climatico e il sovrasfruttamento hanno messo in pericolo l’esistenza stessa di uno dei più imponenti laghi africani, e con esso la vita di 30 milioni di persone che dipendono dalle sue acque.
Secondo gli esperti, sta per profilarsi una crisi senza precedenti, che aggraverà il problema della fame in una regione che già soffre di una grave insicurezza alimentare, creando una seria minaccia per la pace e la stabilità.
Da decenni, scienziati “pazzi” e attivisti “apocalittici” annunciano quello che sarebbe successo se non si surclassava il modello di vita della “civiltà” occidentale. Ma l’avarizia di alcuni pochi ha potuto di più della sensibilità per il destino del pianeta. Il desiderio di guadagno in un certo senso ha avuto la meglio sulla sussistenza della vita.
Un bambino scalzo e piagnucolante contempla impotente la sua squallida mucca moribonda per terra, il cui sguardo, fisso verso la sorgente (quasi senza acqua) alla quale non è potuta arrivare. Migliaia di chilometri sul livello del mare, un uomo dal viso segnato dal sole e dall’aria e dita quasi senza unghie, ammira il tramonto ardente, e con il suo sguardo afflitto ci dice: bisognerà fuggire da qualche parte, perché la pioggia non ritornerà. Queste non sono due immagini dell’ Africa Sahariana. Sono sgarranti realtà che stanno accadendo in Bolivia, quinta potenza mondiale di riserve di acqua dolce registrate.
Mentre succede questo, scienziati altamente qualificati dell' ONU, sul cambio climatico, ci annunciano i primi frutti delle loro ricerche in Bolivia: meteo irregolare, ritiro forzato dei ghiacciai, siccità, desertificazione, foreste, ecc. Questo lo sappiamo da tempo a causa dalla nostra esperienza quotidiana.
Ritengo sia scontato, scontatissimo lo dicono tutti no? ma nei fatti poi….
Credo che l’ambiente debba essere la priorità di tutto, di ogni singola azione. L’ambiente non è un lusso, un accessorio, una voce di bilancio, l’ambiente è il fondamento su cui si poggia tutto il resto; se l’ambiente non è in equilibrio, tutto il resto è in pericolo. E ricordo che nel termine “tutto il resto” ci siamo anche noi essere umani….ed attenzione che gli ultimi dati sono terribili, secondo il recentissimo ultimo rapporto dell’IUCN (International Union for Conservation of Nature – un’organizzazione internazionale all’interno della quale partecipano ben 140 Paesi, con una rappresentanza di 77 Stati, 114 agenzie governative, più di 800 organizzazioni non governative, più di 10.000 scienziati ed esperti internazionalmente riconosciuti provenienti da più di 180 Paesi che lavorano all’interno delle Commissioni – quindi non degli sprovveduti quaraquaquà..) dichiara che oltre un terzo della flora e della fauna sono a rischio di estinzione.
L’acqua, insieme all’aria che respiriamo e al cibo, rappresenta uno degli elementi indispensabili per la nostra sopravvivenza. La possibilità di accedere all’acqua potabile per bere e cucinare costituisce un bisogno primario il cui soddisfacimento dovrebbe essere garantito a qualsiasi essere umano, ma anche la disponibilità di risorse idriche da usare per l’igiene personale e l’agricoltura si rivela indispensabile per garantire una vita dignitosa e la sopravvivenza delle comunità.
Nonostante ciò la disponibilità di acqua a livello mondiale sta continuando a diminuire e proprio l'accesso all'acqua sembra destinato a diventare uno dei più potenti strumenti di speculazione per multinazionali senza scrupoli.
"L'acqua è destinata ad essere per il XXI secolo, ciò che il petrolio è stato nel XX secolo: un bene prezioso che determina la ricchezza delle nazioni "
di Anna Morella
Fortune Magazine
La Terra è chiamata il pianeta azzurro per le sue acque blu. Ma il 97,5% di essa è salata, e pertanto non potabile. Solo il 2,5% di acqua è dolce e corrispone a ciò che noi chiamiamo "le risorse idriche del nostro pianeta".
Inoltre la maggior parte delle acque dolci è sottoforma di ghiaccio nei ghiacciai ai poli, che riduce ulteriormente l'acqua disponibile.
L'acqua è essenziale per la vita di tutti gli esseri viventi. La mancanza di acqua potabile rappresenta la distruzione degli ecosistemi e significa la distruzione di parti del nostro pianeta che non sono più adatte per la vita.
A differenza dell'oro-nero (petrolio), si dice che l'acqua è una risorsa inesauribile, poiché ha un ciclo naturale che permette il suo rinnovo.
Ma questo è vero solo a metà, attualmente il consumo supera la quantità di acqua proveniente dalle precipitazioni, si stanno estraendo grandi quantità di acqua delle falde acquifere senza aspettare chi si rialimentino. Così, quando il consumo è superiore al suo rinnovo porta ad una situazione di stress idrico e non si ha accesso ad acqua dolce di qualità.
Le organizzazioni civili criticano i risultati del Forum mondiale sull'Acqua. I rappresentanti di organismi civili hanno richiesto più azioni e compromessi per difendere una risorsa che serve a tutti: l'acqua. Dicono che i documenti firmati in Istabul sono insufficienti. Il Forum Mondiale sull'Acqua si è concluso domenica nella città di Istanbul con una grande quantità di proposte e di promesse per conservare le risorse di acqua nel nostro pianeta.