OurLand, un progetto unico e innovativo ► Dalla Terra alla Blockchain
"LA TERRA CI NUTRE LA TECNOLOGIA CI GUIDA: COLTIVIAMO INSIEME IL FUTURO"
9 aprile 2015
Cavie da laboratorio
Non è certamente
facile per un giovane "vegliardo" come me spiegare ad un ragazzo che,
magari all'epoca non era ancora nato o era molto piccolo, cosa significò Genova
per noi che ce la sorbimmo tutta anche fra le quattro mura delle nostre case
davanti al televisore o all'ascolto della radio.
Loro appartengono a
un altro mondo, nel senso che sono cresciuti in un contesto in cui la
digitalizzazione dei segni, dei simboli e pure dei comportamenti ha quasi
oscurato il senso concreto e tangibile delle cose e la loro aguzza durezza. In
un certo qual modo smartphone, blueberry, iPod, Whatsapp, Twitter, Facebook e
compagnia cantante sono diventate parte integrante delle nostre vite e per i
nostri figli o nipoti non è quasi concepibile un mondo senza la tecnologie
digitali.
Nel nostro nuovo
mondo postmoderno digitalizzato e "virtualizzato" il tempo scorre via
veloce come lo scoccare di una scintilla nel buio, si scompone in
fantastiliardi di millisecondi, frazionati e separati, insinuando un senso di
comprensibile vuoto e di assenza di memoria...
Non sono trascorsi
neanche quindici anni e, per alcuni fra noi, non è trascorso che qualche giorno
da quanto accadde a Genova, città perennemente ferita dagli uomini e dalla
natura, eppure la "rete" non era ancora invadente e invasiva e
muoveva i primi passi mentre Google e Youtube appartenevano ancora al regno del
"futuribile" e del realizzabile.
E' stata molte cose
- Genova – e non solo per questo paese... Nell'arco di una manciata di giornate
ci accorgemmo di essere stati proiettati e letteralmente catapultati nel nuovo millennio,
con tutte le sue ansie e le sue incertezze e, in verità, noi non eravamo
stupidi, ma ingenui figli di un tempo già antico, quel ventesimo secolo che,
nonostante l'atomica e i lager, non aveva completamente scalfito le speranze in
un mondo migliore, da realizzare grazie al contributo di tutti e di ciascuno...
Quasi fuori tempo
massimo giunge questa sentenza della Corte Europea per i diritti dell'uomo che
condanna l'Italia per gli atti di tortura inflitti ai manifestanti dalle forze
dell'ordine nell'Istituto Pascoli, ma per noi che abbiamo vissuto quegli attimi
infiniti e reiterati come una ferita che non poteva essere suturata era chiaro
e lampante più della luce del sole che a Genova – nelle giornate del 20 e del
21 luglio del 2001 – durante il consueto vertice degli otto paesi
economicamente più avanzati era accaduto qualcosa di definitivo e irreparabile,
qualcosa che non avrebbe potuto essere cancellato lavando quei muri imbrattati
di sangue...
A Genova cadevano
molte maschere e svanivano molte delle nostre illusioni: la nostra Italietta –
così piccola e così gracile – sarà pure stata anche la Repubblica delle stragi
impunite, delle molte mafie e della corruzione dilagante, ma, ai nostri occhi,
rimaneva l'imperfetta democrazia che i padri costituenti ci avevano consegnato
per attuare concretamente i principi di uguaglianza e libertà. Invece quello
che accadde superò la nostra immaginazione pur nella sua sconcertante
prevedibilità, perchè noi sapevamo e temevamo che le piazze e le strade di Genova
si trasformassero in un enorme "campo di battaglia" fra una parte dei
manifestanti e le forze dell'ordine.
Confinare le
giornate di Genova nelle aule della scuola Pascoli – ove si consumò e raggiunse
il culmine l'ultimo atto di feroce violenza repressiva – significa smarrire il
senso di quelle ore, di quei minuti e di quegli attimi... Significa scordare
convenientemente che prima della "macelleria messicana" – così
definita da un altro ufficiale del reparto mobile – questo singolare film dell'orrore
offrì altri e numerosi fotogrammi: dai black bloc alle devastazioni; dal
"serrare le fila" dei carabinieri e dei poliziotti alle loro cariche
brutali; da piazza Alimonda a Bolzaneto...
Noi non abbiamo le
prove, ma solo qualche indizio e sospetto e, forse, chi poteva o doveva cercare
e raccogliere quelle prove e quegli indizi non ha potuto ed è stato
ostacolato... Oppure non ha convenientemente voluto...
Ai posteri l'ardua
sentenza su quel variegato e multiforme movimento No Global che si affacciava
sulla scena della storia e cominciava a raccogliere numerosi consensi ed
adesioni anche fra chi non aveva mai masticato politica. In quello scorcio di
inizio millennio era cresciuto il desiderio di denudare il re, di porre delle
critiche radicali al sistema di mercato neoliberista fondato sulle grandi
corporations e gli istituti finanziari internazionali, ricordando che non solo "un altro mondo era possibile"
ma pure necessario.
Come purtroppo
accade sempre, la giovinezza reca in sè la virtù e il limite della speranza e
della fiducia e rifiuta il cinismo a buon mercato, così il movimento e i suoi
leader più rappresentativi non si accorsero che si stavano preparando a
soffocare il bimbo appena nato nella sua culla. E' l'eterno peccato
"movimentista" di chi ritenendo di esser sempre dalla parte della
ragione conta sull'esclusiva "forza del numero" e, in fondo al suo
cuore, non abbandona l'illusione che si possa dialogare con l'avversario per
riformare il sistema in senso migliorativo. Per queste ragioni il movimento No Global
– soprattutto nelle sue componenti "nonviolente" – fu colto
impreparato e di sorpresa da chi perseguiva l'intento di domarlo,
criminalizzarlo e reprimerlo in nome del neoliberismo
"neomercantile".
Se il succo di
quegli eventi fosse esclusivamente questo sarebbe fin troppo semplice e perfino
banale, ma forse la verità è che a Genova si aprì realmente il nuovo millennio
"postdemocratico"...
Noi non abbiamo mai capito fino in fondo quale
può essere il potere della scienza intesa come illimitata possibilità di
programmare e incidere sul reale... Non abbiamo mai compreso fino in fondo
quanto possano contare le parole e i consigli degli "ingegneri
sociali", degli esperti di sociologia, psicologia, antropologia, di
questioni militari, geopolitiche, strategiche, di sicurezza e ordine
pubblico...
E se noi poveri
tapini – piccoli e ragionevoli uomini democratici e perbene, sempre molto
attenti a rispettare le regole scritte e sancite nei codici – non fossimo stati
altro che le cavie di uno dei più arditi esperimenti mai tentati fino ad allora
in un paese dell'Occidente civile e avanzato ? E se in quella torrida estate
del 2001 il capoluogo ligure non si fosse trasformato in un enorme laboratorio
per applicare i nuovi modelli militarizzati e tecnologicamente avanzati di
gestione dell'ordine pubblico ?
Analizzando a mente
fredda i fatti e mettendo insieme i tasselli, la mattanza genovese trascende
pure l'"italianità" dello svolgimento del vertice: se
l'organizzazione dell'evento coinvolge il governo di centrosinistra guidato
dall'ex craxiano Amato, la sua realizzazione concreta viene gestita dal governo
di centrodestra retto dal neonominato Berlusconi... Nel frattempo Genova e i
suoi cittadini vengono sostanzialmente ingabbiati e recintati, sorvegliati
costantemente in previsione di un fosco clima di guerriglia che si
preannuncerebbe molto ma molto pesante. E come per magia piovono a iosa
informative e veline dei servizi di sicurezza che annunciano gli scenari più
improbabili e assurdi come l'uso di catapulte da parte dei manifestanti e il
lancio di bottiglie di sangue infetto contro gli agenti. Non ci facciamo
mancare veramente nulla e l'atmosfera di tensione artificiosamente costruito
attanaglia il paese e pochi si domandano se veramente le fonti di queste informazioni
strampalate siano realmente attendibili. Il resto lo fanno le solite bombette
disseminate qua e là, nelle redazioni di
giornali e telegiornali.
V'è da chiedersi se
non vi sia qualcuno che sta mettendo una "manina" per allestire uno
spettacolare scenario di violenza urbana con contorno di manganellate e
devastazioni assortite e, quel che è sicuro è che le cosiddette forze
dell'ordine vengono sottoposte ad un training molto particolare, formate,
appunto, per combattere una battaglia in un contesto metropolitano. Da
oltreoceano vengono inviati alcuni istruttori molto particolari, ufficiali di
polizia del Dipartimento di Los Angeles esperti nell'uso del tonfa. La diffusa
percezione di essere mandati a Genova per affrontare un'orda di barbari
nerovestiti completa l'opera: ci sono tanti piccoli congegni a orologeria sotto
le divise pronti ad esplodere al momento opportuno ed è facile prevedere che
chi si troverà a proprio agio sarà chi è già predisposto a menar le mani senza
complimenti...
Eppure i famigerati
Black blockers nerovestiti e i vari casseurs, assaltatori e demolitori
assortiti e variamente equivoci vengono praticamente lasciati liberi di
praticare un teppismo sempre più gratuito sotto gli occhi vigili ma tolleranti
delle forze del (dis)ordine. Non bisogna dimenticare che tutto questo accade in
una città blindatissima e militarizzata come un fortino... La consueta
giustificazione dell'impreparazione di migliaia di poliziotti, CC e finanzieri
non convince neanche un pò, tanto più che spesso costoro si accaniscono con i
manifestanti enermi con fredda determinazione e quando un cordone di
carabinieri incrocia la testa del corteo delle "tute bianche" –
pacifiche ma non troppo – il bubbone scoppia e la violenza dilaga senza
controllo alcuno fino alla morte di Carlo Giuliani.
Qualcuno disse che a
pensar male si fa peccato ma si indovina e, allora perchè i Black blockers e
tutto il seguito festante non sono stati mai disturbati da nessuno potendo
arrecare il maggior danno possibile alla città di Genova. E tutto ciò al di là
del discorso sulla presenza di provocatori e infiltrati pure documentata... Non
si può che concedere una e una sola risposta ragionevole – in attesa di tutte
le prove e gli indizi che possano comprovarla -: da tempo c'era la volontà di
creare la condizioni più propizie per far esplodere sul terreno un contesto da
virulenta e feroce guerriglia urbana tale da giustificare un intervento "manu
militari" delle forze del (dis)ordine. In tal senso Genova viene
preparata e predisposta per funzionare da laboratorio in cui sperimentare i
nuovi modelli bellici e belluini di gestione dell'ordine e della sicurezza
pubblica. Per questi motivi ritengo che un parto del genere non possa provenire
solo da menti abituate a pansare nell'ottica delle strategia militare, ma che
sia soprattutto il frutto amaro e indigesto dei "cervelloni" che
adoperano da sempre le loro competenza scientifiche per migliorare e
ottimizzare le tecniche di controllo e monitoraggio delle popolazioni.
Fantapolitica ? Intanto vi consiglio di leggere due libri del giornalista
Franco Fracassi, "G8 Gate" e "Black Bloc", che finalmente
hanno squarciato il velo di una discussione e di una polemica confinata nel
provincialismo del Belpaese...
Se lo spettacolo
grandguignolesco del G8 di Genova ha potuto contare su una sapiente regia,
questa è collettiva e non solo ed esclusivamente italiana con tutto il rispetto
che si può nutrire per un Ministro degli Interni inetto e sciagurato come
Scaiola. Per quanto sadismo e per quanta brutalità siano state profuse a piene
mani alla scuola Pascoli, ci troviamo innanzi all'episodio in cui, certamente,
la violenza poliziesca ha assunto i connotati più "idioti" e meno
scientifici, tanto è vero che già quando venne organizzata la conferenza stampa
per illustrare i "dettagli" della mirabile operazione, i presenti
fecero una magra e barbina figura... Insomma era piuttosto chiaro che tanta
scempiaggine, unita ad una carica belluina incontrollata, sarebbe stata presto
disvelata agli occhi di un'opinione pubblica esterrefatta. Perchè – ed è quanto
è emerso – la verità è che, in fretta e furia, De Gennaro e i suoi più stretti
collaboratori avevano deciso di organizzare un'operazione di polizia in grande
stile per distogliere l'attenzione dal fatto che, in buona sostanza, le forze
del (dis)ordine erano state inerti di fronte alle sistematiche attività di
demolizione e teppismo dei Black Blockers e degli altri "estremisti".
Qualche arresto avrebbe dovuto coprire una realtà che era stata ben presente
agli occhi dei cittadini genovesi. Inoltre proprio nei pressi dell'istituto si
era insediato il "Media Social Forum", il "team" di
giornalisti e mediattivisti "no globla" che, nei giorni più caldi del
G8, avevano raccolto numerosi filmati che testimoniavano strani connubi fra gli
uomini in divisa e i "neri". Si voleva forse impedire la messa in
onda di certe scomode ed eloquenti immagini ?
Tant'è che nel
cortile della scuola era presente tutto lo stato maggiore della PS, alti
ufficiali e dirigenti conosciuti e stimati per le attività di repressione e
contrasto della mafia e del terrorismo, compreso il famoso capo della DIGOS
Arnaldo La Barbera che, si sarebbe scoperto solo più recentemente, operava
anche come agente del servizio informazioni del Ministero degli Interni – nome
in codice Rutilius – ed era stato precedentemente coinvolto
nell'attività di depistaggio delle indagini sulla strage di via D'Amelio in cui
il giudice Borsellino e la sua scorta persero la vita. Un'altra storia di
sevizie, oltre che di falsi pentiti e false accuse...
E' evidente, allora,
che qualcosa preoccupava De Gennaro e soci i quali temevano probabilmente che
qualcuno avrebbe chiesto la loro "testa" per coprire le altrui
"magagne". Eppure il loro destino sarebbe stato ben diverso e tutti
saranno premiati e beneficeranno di notevoli avanzamenti di carriera. Si tratta
evidentemente di decisioni politiche che sono state prese e confermate da
governi di opposto colore mentre il caso De Gennaro è addirittura incredibile.
Da capo della polizia alla presidenza di Finmeccanica passando per la direzione
dei servizi di informazione del Viminale: niente male per un alto dirigente che
stava rischiando la defenestrazione nei giorni immediatamente successivi al G8.
Cosa è successo ? Certo il questore De Gennaro aveva già ricevuto diversi
attestati e riconoscimenti come valido collaboratore del giudice -simbolo della
lotta a Cosa Nostra siciliana Giovanni Falcone. Ma quali valutazioni possono
aver potuto portare il governo Letta a designare il "superpoliziotto"
De Gennaro alla presidenza della più mastodontica e strategica impresa statale
? Forse De Gennaro stesso diede anticipatamente la risposta innanzi al Comitato
parlamentare di indagine quando rimarcò il fatto che, prima del G8 genovese, le
frontiere erano estremamente permeabili declinando naturalmente ogni
responsabilità del caso. A chi alludeva il "superpoliziotto" ? Chi
consentì a un'orda non proprio pacifica di giovani tedeschi, spagnoli,
francesi, scandinavi, ecc..., certamente monitorati e sorvegliati dai servizi
di informazione e dalle polizie di più paesi, di raggiungere Genova con le
conseguenze che tutti conoscono ? E fra costoro erano presenti gli infiltrati,
i provocatori e i devastatori mercenari e professionali ingaggiati per svolgere
un preciso e programmato servizio ?
Se poi De Gennaro
non ha più avuto modo di affrontare la questione e di approfondirla, si può
tranquillamente ammettere che, allora, ha ben meritato la sua aurea carriera...
Di lì a poco Ground
Zero avrebbe cancellato tutte le residue speranze per un "altro mondo
possibile" e dalla guerriglia e controguerriglia urbane artificiosamente
costruite, si passava alla guerra permanente e globale. Inevitabilmente il
movimento ne uscì con le ossa rotte e in poco tempo si dissolse e i suoi protagonisti
vennero quasi dimenticati...
Genova per noi è
stato solo il primo dei tanti esperimenti di ingegneria sociale volti a
spezzare qualsiasi volontà di resistenza nei confronti di un sistema iniquo e
ingiusto...
Deposte
l'immaginazione e la volontà di cambiamento siamo solo diventati più gretti,
cinici ed egoici... Per questo hanno vinto su tutta la linea...
Perchè, per quanto
tu ti possa sforzare, non è per niente facile per le cavie abbattere le mura
dei laboratori e liberarsi dei mad doctors...
E, al di là delle
sentenze della Corte di Strasburgo e dei fatti contingenti, pure queste sono
forme più sottili di tortura...
Saluti
HS
Nessun commento:
Posta un commento
Avvertenze da leggere prima di intervenire sul blog Voci Dalla Strada
Non sono consentiti: - messaggi pubblicitari - messaggi con linguaggio offensivo - messaggi che contengono turpiloquio - messaggi con contenuto razzista o sessista - messaggi il cui contenuto costituisce una violazione delle leggi italiane (istigazione a delinquere o alla violenza, diffamazione, ecc.)
Nessun commento:
Posta un commento
Avvertenze da leggere prima di intervenire sul blog Voci Dalla Strada
Non sono consentiti:
- messaggi pubblicitari
- messaggi con linguaggio offensivo
- messaggi che contengono turpiloquio
- messaggi con contenuto razzista o sessista
- messaggi il cui contenuto costituisce una violazione delle leggi italiane (istigazione a delinquere o alla violenza, diffamazione, ecc.)