L'11 settembre 2013 centinaia di migliaia di cileni hanno ricordato
solennemente il quarantesimo anniversario dell'atto terroristico
avvenuto nella loro nazione.
Fu in quella data del 1973, che l'esercito cileno armato da generosi
finanziamenti ed armi fornite dagli Stati Uniti con il sostegno della
CIA e di altri agenti, rovesciarono il governo democraticamente eletto
del socialista moderato Salvador Allende.
Poi vennero sedici anni di repressione, tortura e omicidi attuati dal
regime fascista di Augusto Pinochet, mentre le multinazionali statunitensi - IT&T, Anaconda Copper ed altre - tornavano a fare grandi profitti.I proventi di tali società, insieme con le preoccupazioni che le persone di altri paesi potessero seguire l'esempio di indipendenza sono
stati il vero motivo per il colpo di stato, e anche la tendenza alla
nazionalizzazione portata avanti da Allende, non potevano essere tollerati dagli
uomini d'affari degli Stati Uniti. Di Andy Piascik Counterpunch HenryKissingerè statoconsiglieredella sicurezza nazionaleeuno dei principaliarchitetti-forseil principale artefice-del colpo di statoin Cile.I golpe istigati dagli Stati Uniti non erano nulla di nuovo nel 1973, non certo in America Latina, Kissinger e il suo capo Richard Nixon hanno continuato una violenta tradizione implementata in tutto il XX secolo e proseguita nel XXI.
E' stato 46 anni fa, quando nel Sud, come ora, cominciava la primavera...
Paulo Freire fu esiliato in Cile, dove è arrivò dopo il colpo di
stato militare che avrebbe portato, in Brasile, ad una delle più lunghe
dittature latinoamericane. Era un giorno come tanti altri a Santiago. Paulo Freire aveva invitato i suoi amici Jacques Chonchol e Maria Edy per conversare e condividere il suo piatto preferito: la "galinha cabidela", una specialità di origine portoghese e molto popolare nel nord-est brasiliano, che la sua compagna Elza preparava magistralmente.
Freire aveva conosciuto Chonchol al suo arrivo in Cile e lui gli aveva
offerto un posto di lavoro presso l'Istituto di Sviluppo Agricolo
(INDAP), di cui era vice presidente. Freire svilupperà lì parte della sua esperienza di educazione popolare nei settori rurali.
Divennero grandi amici.
Quella sera, nel salutarsi, Freire disse di voler offrire loro un
ricordo in segno di gratitudine per gli anni di lavoro insieme: il
manoscritto di un libro scritto in perfetto corsivo, quasi senza
cancellature e diviso in quattro capitoli. Nella dedica ai suoi cari Jacques e Maria Edy, scrisse: "Vorrei che riceveste questo manoscritto di un libro che forse non serve, ma che incarna la profonda convinzione che ho negli uomini".
Ramtukan (Intervista) Resistenza linguistica Mapuche nella voce di una leader: intervista a Elisa Loncon Antileo Mapuce zomo weycafe igkanielu mapuzugun
Elisa Loncon Antileo (nella foto) è una donna mapuche,
linguista, membro della Rete per i diritti educativi e linguistici dei
popoli indigeni in Cile, difende e parla il Mapuzugun oltre al
castigliano e l'inglese. E' anche un'accademica presso l'Università di
Santiago. Tuwvn: Origini
Quando
divenne consapevole della necessità di esercitare una resistenza
linguistica e della sua importanza per la sopravvivenza della lingua e
del popolo Mapuche?
ELA: Sono nata in una famiglia in cui si
parlavano entrambe le lingue. Da quando sono nata sono cresciuta
sentendo due lingue, spagnolo e mapuzugun, questo mi ha resa
consapevole del problema. Anni dopo ho studiato inglese, ma ero già
consapevole della questione. Studiando pedagogia inglese, feci un
riciclaggio di alcune strategie didattiche per l'insegnamento
dell'inglese nell'insegnare il Mapuzugun.
Sapevo di parlare una lingua poco apprezzata socialmente, associata
alla discriminazione subita da bambina per essere Mapuche, ma era una
lingua che aveva un valore nella mia famiglia. Presi coscienza fin da
piccola, del fatto che la mia cultura era importante e allo stesso
tempo mi resi conto che era discriminata. Ci è stato insegnato fin da
piccoli che è stato un errore chiamarci indiani, che chi arrivò qui
pensava di essere in India. Appresi che non eravamo indiani, ma Mapuche.
Per trenta anni, dal
1945 al 1978, il PCI era stato all’opposizione. Ma negli anni settanta sfiorava
il consenso della D.C. e quindi, di fatto, teneva fuori dalla dinamica politica
e dal governo del paese più di un terzo degli italiani. Enrico Berlinguer aveva
cercato una soluzione al
problema posto dal Golpe Cileno nel lungo e sofferto compromesso con le
forze più disponibili della parte cattolica, rappresentate da Aldo Moro. Ma a
dicembre Aldo Moro era morto da sette mesi.
Erano stati mesi difficili,
sia Andreotti che il PSI si opponevano. L’accordo di governo che aveva portato
alla formazione del gabinetto Andreotti IV, un monocolore democristiano con
appoggio del PCI, durò solo un anno, e naufragò proprio a cavallo di questa
decisione (anche se non solo per questa).
Tutto questo
pesava sulle spalle di Giorgio Napolitano, Responsabile Economico del PCI,
quando prende la parola e con un lungo e sofferto discorso esprime la
dichiarazione di voto contrario alla ratifica dell’entrata dell’Italia nello
SME.
Nel sud dell' "isola grande" si trova il "Parco Tantauco". Questo parco costituisce un progetto privato di conservazione che ha una superficie di 118.000 ettari (Parco Tantauco, 2013) di boschi millenari che corrispondono al 15% della superficie dell'isola. Ne è proprietario il presidente della repubblica cilena - Sebastián Piñera – per il cui acquisto ha pagato più di 6 milioni di dollari all'uomo d'affari americano Jeremiah Henderson. Questa proprietà ha una storia particolare, fatta di espropri legali e illegali che specificheremo di seguito. Originariamente protetto dal Trattato di Tantauco, nel 1923 gran parte di questo territorio figurava a nome della Sociedad Explotadora de Chiloé. Decenni più tardi, nel 1968, è stata acquisita dal conte francese Timoleón de la Taille, che cercò di sfruttarne il legname sebbene senza successo. Nel 1997, Henderson ha acquisito le terre per lo stesso scopo. Neanche lui ha avuto fortuna: il terreno inaccessibile fece aumentare i costi e optò per un progetto di vendita dei terreni destinati al mercato del turismo. Con la consulenza di Douglas Tompkins, magnate americano proprietario del Parco Pumalin, accetta finalmente l'offerta di acquisto fatta da Sebastián Piñera per creare una riserva di conservazionismo (Cayuqueo, 2013).
"Il mondo è ancora in tempo per imparare dagli errori di politica estera commessi dagli americani"
Pinochet saluta la folla subito dopo il golpe dell'11 settembre 1973
L’anniversario più importante di quest’anno è stato il 40° dall’11 settembre del 1973 – il rovesciamento del governo democratico in Cile da parte del Generale Augusto Pinochet e di Henry Kissinger, l’allora Segretario di Stato. L’Archivio di Sicurezza Nazionale di Washington ha pubblicato dei nuovi documenti che rivelano il ruolo decisivo di Kissinger in quella vicenda tragica che costò la vita a migliaia e migliaia di persone.
In alcune registrazioni rese pubbliche, si può ascoltare Kissinger che pianifica, insieme al Presidente Nixon, il rovesciamento del Presidente Salvador Allende. Sembrano due capi Mafiosi. Kissinger mette in guardia sul pericolo dell’ “effetto imitazione” della democrazia riformista di Allende. Dice poi al direttore della CIA, Richard Helms: “Non permetteremo al Cile di andare giù per lo scarico” e Helms risponde “Sono d’accordo con te”. Con il massacro già in corso, Kissinger ignorò l’avvertimento dai suoi più alti collaboratori sull’escalation della repressione. In segreto, poi, disse a Pinochet: "Con il rovesciamento di Allende, lei ha reso un grande servizio all’Occidente”.
A
40 anni dal Colpo di Stato che mise fine alla democrazia cilena e
provocò la morte eroica di Salvador Allende, l’America Latina vive una
nuova epoca.
Il mondo era allora diverso da quello in cui viviamo ora.
Predominava la nozione del socialismo come progetto politico che doveva
necessariamente seguire le orme di quello instaurato fuori
dall’America. Cercare una via cilena al socialismo era indispensabile.
Questo ideale, secondo Mariàtegui (1) “creazione eroica”, dove essere
opera, secondo Julio Antonio Mella (2), di “esseri pensanti” e non di
disciplinati seguaci del pensiero altrui.
Nel 1958, sotto la dittatura batistiana, ci sorprese la
notizia che Salvador Allende, con un’alleanza che comprendeva il
Partito Comunista, era sul punto di vincere le elezioni e diventare
Presidente del Cile.
Sembrava un dato di un altro pianeta. Solo 4 anni prima, nel
1954, la CIA aveva schiacciato la democrazia guatemalteca e imposto una
delle peggiori e più prolungate tirannie. Gli Stati Uniti, allo zenith
del loro potere, dominavano a piacer loro il Continente,
trasformato in bastione di un anticomunismo viscerale dove non era
possibile alcun cambiamento. Le tirannie militari al servizio di
Washington erano di moda. Il Cile era un’incognita. Quando lo
visita, nel 1959, incontrai molti convinti che la prossima elezione
avrebbe portato la vittoria. Leggi tutto...
Questo ultimo discorso del Presidente Allende dal
Palazzo della Moneda fu trasmesso da Radio Magallanes alle 9:10 del
mattino dell'11 Settembre 1973. Poco dopo, l'emittente fu distrutta dai
golpisti. Leggi tutto....