Henry Kissinger e Cesar Guzzetti |
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25 giugno 2014
IL RICATTO DELLA FINANZA INTERNAZIONALE CONTRO L'ARGENTINA
Recentemente una decisione della Corte suprema USA ha respinto
il ricorso presentato dal governo argentino che chiedeva di non poter
pagare oltre 1,3 miliardi di dollari ai fondi speculativi (hedge funds) che detengono bond del Paese sudamericano. La presidentessa Cristina Kirchner ha affermato inizialmente in un discorso alla nazione, che l’Argentina non può permettersi di pagare tutti i debiti entro due settimane come richiesto dalla Corte Suprema, definendo queste pressioni come un’estorsione.
Ultimamente la stessa Kirchner ha fatto un piccolo passo indietro, aprendo alla negoziazione con i fondi speculativi, pretendendo però condizioni eque.
20 gennaio 2014
KISSINGER INCORAGGIO' I MILITARI ARGENTINI A STERMINARE GLI ESPONENTI DELLA SINISTRA
28 dicembre 2013
L'ARGENTINA COME IL VENEZUELA: CONTROLLO DEI PREZZI
Sulla scorta di quanto fatto dal presidente venezuelano Maduro, anche in Argentina l’esecutivo ha deciso di intervenire per fermare l’aumento vertiginoso dei prezzi (che ovviamente sta penalizzando soprattutto i più poveri) denunciandone la natura riconducibile ad operazioni speculative.
A partire dal 1° gennaio prossimo il governo applicherà una politica di controllo dei pezzi per evitare da parte di imprese “manovre ingannevoli” per il portafoglio dei consumatori. Una politica che non si limiterà solo ai 187 prodotti del paniere già esistente ma interesserà fino a 10.000 beni distribuiti nei punti vendita delle 40 principali catene di supermercati del paese latinomericano.
1 novembre 2013
IL GIOCO DELLA PAURA
Il
22 maggio 1949 il Segretario della Difesa degli Stati Uniti, James
Forrestal, deciso di saltare fuori da una finestra dell'ospedale della Marina nel Maryland ponendo fine alla sua vita.
Alcuni storici come Eric Hobsbawm, sostengono che la sua situazione
psichica era crollata al punto che gli pareva di vedere dalla sua stanza, i russi che avanzavano verso l'ospedale. La paura della "minaccia del pericolo rosso" sarebbe stato l'innesco che ha portato alla fine della sua esistenza.
Al di là della precisione sugli ultimi minuti del funzionario degli Stati Uniti,
che non sono mai stati confermati ufficialmente - la Guerra Fredda ha
presentato uno dei suoi elementi più ricorrenti: l'intensificazione di una
retorica apocalittica che consisteva nell'infondere un senso di insicurezza e
vulnerabilità alla popolazione.
Di Matías Emiliano Casas
Rebelión
La campagna elettorale di John Fitzgerald Kennedy, per esempio, fu attraversata da discorsi che enfatizzavano la presunta minaccia del blocco sovietico. Secondo Hobsbawm, l'uso e la ricreazione della paura da parte dei politici del Nord hanno rappresentato uno strumento fondamentale quando si parla di voti e di consenso nel Congresso. Nelle sue prime parole da presidente nei primi mesi del 1961, Kennedy non ha esitato a classificare il periodo come quello di maggior rischio nella storia del paese. Nel suo discorso disse: "Nella lunga storia del mondo, solo poche generazioni hanno dovuto difendere la libertà nel momento di massimo pericolo. Non mi spaventa questa responsabilità, me ne rallegro". La difesa della libertà sarà un argomento presente, anche, tra i futuri presidenti come Ronald Reagan e George W. Bush.
Di Matías Emiliano Casas
Rebelión
La campagna elettorale di John Fitzgerald Kennedy, per esempio, fu attraversata da discorsi che enfatizzavano la presunta minaccia del blocco sovietico. Secondo Hobsbawm, l'uso e la ricreazione della paura da parte dei politici del Nord hanno rappresentato uno strumento fondamentale quando si parla di voti e di consenso nel Congresso. Nelle sue prime parole da presidente nei primi mesi del 1961, Kennedy non ha esitato a classificare il periodo come quello di maggior rischio nella storia del paese. Nel suo discorso disse: "Nella lunga storia del mondo, solo poche generazioni hanno dovuto difendere la libertà nel momento di massimo pericolo. Non mi spaventa questa responsabilità, me ne rallegro". La difesa della libertà sarà un argomento presente, anche, tra i futuri presidenti come Ronald Reagan e George W. Bush.
28 gennaio 2013
ARGENTINA E ITALIA: Confronto di fronte all’aggressione degli avvoltoi internazionali
Quando torno periodicamente in Italia per le vacanze estive di
gennaio, amici e conoscenti puntualmente mi chiedono: “ma lì come va?” La mia risposta di solito è circostanziale: “tutto sommato, potrebbe
andare peggio, visto quello che questo paese ha passato negli ultimi 45
anni e poi, bisogna analizzare anche la tendenza presente e futura, non
solo la storia recente. Ne riparliamo tra 10 anni…”. Una risposta più articolata, invece, potrebbe seguire il filo delle riflessioni che qui tento di svolgere.
Di Marco Nieli - Alba Informazione
Poiché gli Italiani non sembrano rendersi ancora sufficientemente conto della trappola per topi nella quale stanno per cacciarsi [con l'indebitamento con l'FMI, il Fiscal Compact firmato con l'UE e le politiche di austerità "espansiva" (sic?)], l’esempio argentino può davvero essere prezioso.
Ancora oggi, questo paese paga le conseguenze disastrose di una politica di indebitamento selvaggio con gli organismi finanziari internazionali (iniziata all’epoca della Dittatura Militare del ’76-’83), della quale politica si sono beneficiate soprattutto le corporations nazionali e internazionali, la rendita finanziaria e gli strati alti della classe media. Il proletariato industriale, i vecchi e nuovi poveri delle villas-miseria e la stessa classe media urbana (per non parlare delle popolazioni mestizas e native del nord) hanno subito unicamente le conseguenze negative di questa politica di tagli alla spesa sociale, demolizione dello Stato sociale dell’epoca menemista e privatizzazioni indiscriminate.
Di Marco Nieli - Alba Informazione
Poiché gli Italiani non sembrano rendersi ancora sufficientemente conto della trappola per topi nella quale stanno per cacciarsi [con l'indebitamento con l'FMI, il Fiscal Compact firmato con l'UE e le politiche di austerità "espansiva" (sic?)], l’esempio argentino può davvero essere prezioso.
Ancora oggi, questo paese paga le conseguenze disastrose di una politica di indebitamento selvaggio con gli organismi finanziari internazionali (iniziata all’epoca della Dittatura Militare del ’76-’83), della quale politica si sono beneficiate soprattutto le corporations nazionali e internazionali, la rendita finanziaria e gli strati alti della classe media. Il proletariato industriale, i vecchi e nuovi poveri delle villas-miseria e la stessa classe media urbana (per non parlare delle popolazioni mestizas e native del nord) hanno subito unicamente le conseguenze negative di questa politica di tagli alla spesa sociale, demolizione dello Stato sociale dell’epoca menemista e privatizzazioni indiscriminate.
2 ottobre 2012
ARGENTINA: IL SALARIO MINIMO GARANTITO FA IMPAZZIRE IL FMI
La guerra tra le due Cristine e l'impatto sull'Europa. Sopratutto sull'Italia
In Gran Bretagna gli hanno dato un nome preciso e ormai la seguono come se fosse una telenovela nella sezione geo-politica: “The Christines at war”,la guerra delle Cristine, che sarebbe una fiction a puntate davvero impossibile non seguire. Ci siamo anche noi, dentro, naturalmente, e il nostro ruolo in questa telenovela non è certo dalla parte dei buoni. La Storia ci ha messo nella situazione di dover interpretare il ruolo di quei personaggi che quando entrano in scena, dopo le prime due battute, ci spingono a dare una gomitata al nostro compagno di poltrona per commentare “questo mi sa che fa una brutta fine”. Non siamo certo gli eroi di questa fiction iper-realista.
La nuova puntata (vera chicca per gourmet) si è svolta in un sontuoso teatro internazionale: la East Coast degli Usa, tre giorni fa uno scambio di battute al fulmicotone tra la segretaria del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, dalla sede di Washington –reduce da un incontro ufficiale con il ragionier vanesio- la quale, infantilmente ha minacciato l’Argentina usando di proposito una metafora calcistica “per il momento sto mostrando a quella nazione il cartellino giallo; ma c’è una inderogabile scadenza che è il 10 dicembre 2012. Superata quella data scatterà automaticamente il cartellino rosso e l’Argentina verrà espulsa dal Fondo Monetario Internazionale”.
28 settembre 2012
Cristina Kirchner all'ONU: « La FIFA è migliore del FMI! »
Dura replica al FMI che minaccia un "cartellino rosso" contro Buenos Aires. La presidente argentina Cristina Kirchner, nel suo discorso alla tribuna dell'ONU, ha detto che “la FIFA ha avuto più successo nell'organizzare i mondiali di calcio che il Fondo Monetario Internazionale (FMI) nel riorganizzare l'economia internazionale nel corso degli ultimi 20 anni". Questa è stata la risposta all'altra Cristina, quella che comanda il FMI dopo che venne sbrigativamente estromesso Strauss Kahn, via scandalo sessuale.
Selvas Blog
La Lagarde, conformazione liberista ultraortodossa, francese con formazione 100% nordamericana, nei giorni scorsi era in vena poetica. Tralasciando l'abituale oscura ed astrusa neolingua, si permise di usare la facile metafora del cartellino rosso esibito dagli arbitri per espellere i giocatori. Insomma, minaccia di passare alle vie di fatto contro il Paese sudamericano, indicato da molti come un possibile modello per uscire dalla crisi evitando le forche caudine del FMI.
La Cristina argentina ha replicato a muso duro che "..l'Argentina non è un campo di calcio e la crisi internazionale non è una partita ma la peggior crisi dagli anni 30. Il ruolo del presidente della FIFA è stato più soddisfacente di quello svolto dai massimi dirigenti del FMI".
Selvas Blog
La Lagarde, conformazione liberista ultraortodossa, francese con formazione 100% nordamericana, nei giorni scorsi era in vena poetica. Tralasciando l'abituale oscura ed astrusa neolingua, si permise di usare la facile metafora del cartellino rosso esibito dagli arbitri per espellere i giocatori. Insomma, minaccia di passare alle vie di fatto contro il Paese sudamericano, indicato da molti come un possibile modello per uscire dalla crisi evitando le forche caudine del FMI.
La Cristina argentina ha replicato a muso duro che "..l'Argentina non è un campo di calcio e la crisi internazionale non è una partita ma la peggior crisi dagli anni 30. Il ruolo del presidente della FIFA è stato più soddisfacente di quello svolto dai massimi dirigenti del FMI".
8 agosto 2012
Kirchner all'Europa: "I morti non possono pagare i debiti"
Parlando alla Camera di Commercio di Buenos Aires il 2 agosto, nella ricorrenza della sua fondazione, il Presidente argentino Cristina Fernandez de Kirchner ha nuovamente stigmatizzato la politica antipopolare dei governi europei ricordando che il suo scomparso consorte Nestor Kirchner ammonì nel 2003 alle Nazioni Unite che "i morti non possono pagare i debiti". L'allora Presidente Kirchner spiegò che l'austerità non avrebbe mai generato una ripresa in Argentina e giurò di non anteporre gli interessi dei banchieri a quelli dei cittadini. "Sento che l'Europa non capisce questo", ha detto la Kirchner.
Guardiamo alla Spagna: "Come si fa ad avere la crescita se la gente perde il lavoro, i salari vengono tagliati, le case messe all'asta e i benefici sociali ridotti?" Ho letto che il 10 per cento dell'impiego pubblico verrà tagliato, assieme a 50 mila posti letto negli ospedali, ha detto. "Non si può sostenere un'economia o una società in queste condizioni", ha ammonito.
In Europa "c'è un'incredibile crisi speculativa", aggiunto, "qualcosa che noi conosciamo bene". Confutando l'idea che in Europa ci sia un'eccessiva spesa pubblica, ha ricordato che ci sono stati i salvataggi bancari, come quella della Bankia in Spagna, che era amministrata dall'ex direttore del FMI Rodrigo Rato. Rato "era solito impartirci lezioni" sulla politica economica, ma la sua banca ha un buco di 230 miliardi di euro. "C'è stato un incredibile salvataggio delle banche, così che queste hanno potuto disimpegnarsi dalle posizioni difficili" nelle nazioni sud europee, ma si tratta "delle stesse banche che hanno prestato i soldi" a quei paesi!
22 marzo 2012
LA SINISTRA MARRONE
E' evidente che le questioni ambientali stanno prestando il fianco a gravi contraddizioni per i governi progressisti o della nuova sinistra. Il deciso appoggio all'attività estrattiva per alimentare la crescita economica, sta aggravando gli impatti ambientali, scatena serie proteste sociali, e perpetua la subordinazione di essere fornitori di materie prime per la globalizzazione. Si rompe il dialogo col movimento verde e si scade in una sinistra sempre meno rossa, giacché sta diventando marrone.
Di Eduardo Gudynas
América Latina en MovimientoDi Eduardo Gudynas
Un rapido sguardo ai paesi retti da governi progressisti, mostra che in tutti vi sono conflitti ambientali in corso. È scioccante che questa non sia un'eccezione, bensì la regola in tutto il Sudamerica. In questo momento, ad esempio, sono in corso proteste contro l'attività estrattiva mineraria o petrolifera non solo dall'Argentina al Venezuela, ma perfino in Guyana, Suriname e Paraguay.
In Argentina si registrano conflitti della cittadinanza verso il settore minerario per lo meno in 12 province; in Ecuador la protesta locale in zone minerarie continua a crescere; in Bolivia poco tempo fa si è conclusa una marcia indigena in difesa di un parco nazionale e si annuncia già una nuova mobilitazione. In questi stessi paesi, i governi progressisti incoraggiano l'attività estrattiva, sia proteggendo le imprese che lo fanno (statali, miste o private), offrendo agevolazioni d'investimento, sia riducendo le esigenze ambientali. Gli impatti sociali, economici ed ambientali vengono minimizzati. I governi in alcuni casi affrontano la protesta sociale, in altri la criticano acidamente e, secondo un andazzo più recente, la criminalizzano e sono arrivati a reprimerla.
In Argentina si registrano conflitti della cittadinanza verso il settore minerario per lo meno in 12 province; in Ecuador la protesta locale in zone minerarie continua a crescere; in Bolivia poco tempo fa si è conclusa una marcia indigena in difesa di un parco nazionale e si annuncia già una nuova mobilitazione. In questi stessi paesi, i governi progressisti incoraggiano l'attività estrattiva, sia proteggendo le imprese che lo fanno (statali, miste o private), offrendo agevolazioni d'investimento, sia riducendo le esigenze ambientali. Gli impatti sociali, economici ed ambientali vengono minimizzati. I governi in alcuni casi affrontano la protesta sociale, in altri la criticano acidamente e, secondo un andazzo più recente, la criminalizzano e sono arrivati a reprimerla.
28 gennaio 2012
TEOLOGIA DELLA LIBERALIZZAZIONE
Opzione preferenziale per i ricchi - Privatizzare gli utili, nazionalizzare le perdite dell'elite globalista
Di Tito Pulsinelli
Di Tito Pulsinelli
SelvasBlog
Sono gli stessi, sempre gli stessi che ieri l'altro promettevano la moltiplicazione dei pani, dei pesci e delle caldarroste, oggi impongono l'etica anoressica e rigori spartani a destra, a manca e in basso. Solo in basso, mai in alto. I vedovi precoci della "globalizzazione" redentrice, sono gli attuali apologeti delle penitenze coattive e progressive, su scala di massa. Con immutato fervore mistico, i prestigiatori -diventati becchini- applicanno i ferri teraupeutici che -secondo loro- hanno valenza e versatilitá universale. Applicabili in ogni tempo e luogo del globo terracqueo, in Africa e nella periferia europea. A Buenos Aires, chez i "piccoli dragoni", a Mosca, a Cittá del Messico, a Cittá del Capo, Atene e Roma. Sarebbe lo spirito dei "nuovi" tempi, compiaciuto di rappresentarsi come ineluttabile e inquestionabile, come una nuova legge di gravitá.
vedi "COME L’ARGENTINA E’ USCITA DALLA CRISI GRAZIE A UNA POLITICA OPPOSTA A QUELLA CHE VOGLIONO IMPORCI. IL NOBEL USA STIGLITZ CI CONSIGLIA LA SOLUZIONE ARGENTINA"
Sono gli stessi, sempre gli stessi che ieri l'altro promettevano la moltiplicazione dei pani, dei pesci e delle caldarroste, oggi impongono l'etica anoressica e rigori spartani a destra, a manca e in basso. Solo in basso, mai in alto. I vedovi precoci della "globalizzazione" redentrice, sono gli attuali apologeti delle penitenze coattive e progressive, su scala di massa. Con immutato fervore mistico, i prestigiatori -diventati becchini- applicanno i ferri teraupeutici che -secondo loro- hanno valenza e versatilitá universale. Applicabili in ogni tempo e luogo del globo terracqueo, in Africa e nella periferia europea. A Buenos Aires, chez i "piccoli dragoni", a Mosca, a Cittá del Messico, a Cittá del Capo, Atene e Roma. Sarebbe lo spirito dei "nuovi" tempi, compiaciuto di rappresentarsi come ineluttabile e inquestionabile, come una nuova legge di gravitá.
vedi "COME L’ARGENTINA E’ USCITA DALLA CRISI GRAZIE A UNA POLITICA OPPOSTA A QUELLA CHE VOGLIONO IMPORCI. IL NOBEL USA STIGLITZ CI CONSIGLIA LA SOLUZIONE ARGENTINA"
17 gennaio 2012
USCIRE DALL'EURO COME ALTERNATIVA: IL CASO DELL'ARGENTINA
Una teoria che è stata promossa da importanti ambienti finanziari, come il Fondo Monetario Internazionale (FMI), è quella sviluppata da due dei suoi economisti, Ken Rogoff e Carmen Reinhart, sorprendentemente definiti in un recente articolo come "nuovi guru dell' economia", i quali sostengono che le recessioni causate da crisi finanziarie devono essere risolte lentamente dopo molti anni di ripresa lenta e dolorosa. Nei loro scritti, questi autori sottolineano i termini lenta e dolorosa. La promozione di questa teoria da parte del FMI e la sua accettazione nei mezzi di comunicazione finanziari ed economici neoliberali, si spiega nel fatto che, discolpa le politiche pubbliche responsabili dello scarso recupero delle economie europee e, più in particolare, quelle dei paesi sprezzantemente definiti come PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna), suini in inglese.
Il problema di questa teoria è che facilmente si è dimostrata essere sbagliata. Cioè, ci sono prove per invalidano la sua tesi. Prendiamo, per esempio, quello che è successo in Argentina. Questo paese ha avuto un'enorme crisi finanziaria, dovuta in parte al fatto che il valore della sua valuta era fissato in euro (scusate, volevo dire in dollaro USA). Questa parità l'aveva portata ad avere un debito di 95.000 milioni di dollari. Era il discepolo prediletto del Fondo Monetario Internazionale, applicando le ricette di tale istituzione e raggiungendo un livello di debito impossibile da sostenere.
Quindi, contro il volere del FMI e con grande ostilità da parte di questa istituzione, alla fine del 2001, il governo argentino ha deciso di abbandonare l'ancoraggio al dollaro e non pagare il debito al prezzo fissato dal FMI.
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25 ottobre 2011
IL SUCCESSO DELLE MONETE ALTERNATIVE IN ARGENTINA
Ripropongo un articolo del febbraio 2005 sulla paralisi sociale generata dal FMI in Argentina - Imperava la legge del "ti presto 1, ti ho rimborsato 2, mi devi ancora 3" - Ogni similitudine con il presente é del tutto involontario -
Tito Pulsinelli
Tito Pulsinelli
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Nel gergo dell'usura internazionale questo é un "default". Nella vita quotidiana della gente comune, questa parola si traduce così: disoccupazione galoppante, collasso del sistema produttivo e commerciale, assoluta mancanza di soldi in circolazione. Le cronache ci hanno portato le notizie delle proteste popolari massive e ripetute contro il congelamento dei conti bancari, i blocchi stradali effettuati dai piqueteros, l'autorganizzazione degli espulsi dalla produzione che rieditano forme associative di mutuo appoggio per garantirsi diritti vitali. I modi in cui le vittime della logica ferrea della macroeconomia neoliberista si organizzano per far fronte alla situazione, includono anche gli acquisti comunitari. Liste di famiglie centralizzano i loro acquisti, e con un camion vanno direttamente alla fabbrica, per ridurre i costi ed ottenere prezzi da grossisti.
Nel gergo dell'usura internazionale questo é un "default". Nella vita quotidiana della gente comune, questa parola si traduce così: disoccupazione galoppante, collasso del sistema produttivo e commerciale, assoluta mancanza di soldi in circolazione. Le cronache ci hanno portato le notizie delle proteste popolari massive e ripetute contro il congelamento dei conti bancari, i blocchi stradali effettuati dai piqueteros, l'autorganizzazione degli espulsi dalla produzione che rieditano forme associative di mutuo appoggio per garantirsi diritti vitali. I modi in cui le vittime della logica ferrea della macroeconomia neoliberista si organizzano per far fronte alla situazione, includono anche gli acquisti comunitari. Liste di famiglie centralizzano i loro acquisti, e con un camion vanno direttamente alla fabbrica, per ridurre i costi ed ottenere prezzi da grossisti.
19 luglio 2011
Ucciso il cantautore argentino Facundo Cabral: Resta uno spazio vuoto
Un nuovo paradosso ci mette in allerta questa settimana. La vita di un combattente per la pace è stata troncata dalla violenza. Nella notte di Sabato 9 luglio è stato ucciso il cantautore argentino Facundo Cabral, che era in Guatemala per dare un concerto nella città di Quetzaltenango.
Ancora non si conoscono le cause del fatto, il paese centroamericano ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale per l'evento che il presidente Alvaro Colom ha descritto come "codardo". Alcune fonti, tra cui il capo del Gabinetto di quel paese, Carlos Menocal, hanno collegato l'evento con la presunta relazione tra Achille Enrico Farina, un imprenditore che ha assunto Cabral e il riciclaggio di denaro nel cartello di Sinaloa.
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