Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno pianificatola confisca dei depositi bancari
La
confisca dei depositi dei clienti delle banche di Cipro, a quanto pare,
non è stata la disperata mossa una-tantum di alcuni funzionari della
“troika” europea, che cercavano di salvaguardare i loro bilanci. Un
documento congiunto della FDIC (US Federal Deposit Insurance
Corporation) e della Banca d'Inghilterra, datato 10 Dicembre 2012,
dimostra che questi piani sono stati discussi a lungo, ed hanno avuto
origine nel “Finance Stability Board” del G20 che si è tenuto a Basilea,
Svizzera, il cui risultato sarà quello di fornire alle banche un chiaro
titolo [di possesso] sui fondi dei correntisti.La Nuova Zelanda ha promulgato una direttiva del tutto simile [ne ho
parlato in un mio precedente articolo], la qual cosa prova che la
confisca dei depositi non è una misura d’emergenza solo per quei paesi
dell’Eurozona che sono in difficoltà. Il New Zealand‘s Voxy ha così scritto:
"Il Governo sta spingendo per una soluzione in stile Cipro, nel
caso fallisca una qualche banca in Nuova Zelanda, con i piccoli
risparmiatori che perderanno una parte dei loro risparmi per finanziare i
grandi salvataggi bancari … ". "La OBR (Open Bank Resolution) (1) è l’opzione favorita dal
Ministro delle Finanze Inglese, nel caso dovesse esserci un grande
fallimento bancario. Se una banca fallisce tutti i correntisti, secondo
le direttive dell’OBR, vedranno i loro risparmi ridursi nel corso della
notte, in favore del fondo di salvataggio della banca".
POSSONO FARLO ? Anche se pochi correntisti se ne rendono conto, la banca possiede
legalmente i soldi del generico depositante, non appena questi vengono
depositati. I nostri soldi diventano di proprietà della banca, e noi diventiamo
creditori chirografari in possesso di “pagherò” o di “promesse di
pagamento”. Ma, fino ad ora, le banche sono state obbligate a restituire il
denaro sotto forma di soldi contanti, a semplice richiesta. In base al
piano FDIC-BoE, i nostri “pagherò” saranno convertiti in "azioni della
banca". In conclusione, la banca otterrà il denaro, e noi otterremo
le azioni della banca. Con po' di fortuna potremmo essere in grado di
rivendere il titolo a qualcun altro ma … quando e, soprattutto, a quale
prezzo? La maggior parte delle persone apre un Conto Corrente per poter avere
una cifra “pronta cassa” per pagare le bollette, non per speculare in
borsa! Il documento FDIC-BoE di 15 pagine, si chiama ““Resolving Globally Active, Systemically Important, Financial Institutions.”. Si comincia con lo spiegare che la crisi bancaria del 2008 ha
chiarito che il coinvolgimento dei contribuenti nel salvataggio [delle
istituzioni finanziarie] è necessario per mantenere la "stabilità
finanziaria". In questo modo si sta evidentemente anticipando che il prossimo
collasso finanziario sarà su una scala più grande di quanto sia il
contribuente che il Congresso siano disposti ad ammettere. Gli autori affermano:
"Un percorso efficace per restituire ben funzionanti al settore
privato le banche della lista G-SIFI (2), è quello di scambiare [o di
convertire in azioni] una sufficiente quantità di “debito non garantito”
con i soldi dei creditori originali della società fallita [i
correntisti]. Negli Stati Uniti il nuovo patrimonio diventerebbe il
capitale di una o più entità operative di nuova formazione. Nel Regno
Unito si potrebbe convenientemente utilizzare lo stesso approccio, ed il
nuovo patrimonio potrebbe essere utilizzato per ricapitalizzare le
stesse Società Finanziarie che stanno fallendo, così lo strato più
elevato dei creditori diventerebbe proprietario dell’Istituto salvato.
In questo modo, ed in ogni paese, i correntisti verrebbero caricati del
rischio di essere soci di un Istituto Finanziario".
Negli Stati Uniti nessuna eccezione è prevista per i "depositi
assicurati", ossia quelli al di sotto dei 250.000 USD, che pensavamo
fossero protetti dall’assicurazione FDIC. Tutto ciò può difficilmente
essere considerato una svista, dal momento che è la FDIC stessa che ha
emesso la direttiva. La FDIC è una “compagnia di assicurazioni” finanziata dai premi pagati dalle banche private. La direttiva è chiamata "resolution
process", e viene altrove definita come “un piano che si sarebbe
attivato nell’eventualità del fallimento di un assicuratore …..". La semplice menzione "deposito assicurato", seppur connessa con la
legislazione vigente nel Regno Unito, non lo è con la direttiva
FDIC-BoE, che continua a ritenerla insufficiente, il che vuol dire che
ha bisogno di essere modificata o sovrascritta.
UN RISCHIO IMMINENTE Se i nostri “pagherò” [i nostri depositi] vengono convertiti in
azioni delle stesse banche, essi non saranno più soggetti alla tutela
assicurativa, ma saranno "a rischio", ovvero soggetti ad esser spazzati
via, proprio come è capitato agli azionisti della Lehman Brothers nel
2008. Che questo terribile scenario possa materializzarsi, è stato sottolineato da Yves Smith in un suo post intitolato "When You Weren’t Looking, Democrat Bank Stooges Launch Bills to Permit Bailouts, Deregulate Derivatives”. La Smith afferma:
"Negli Stati Uniti i correntisti si trovano in
una posizione peggiore rispetto a quelli di Cipro, quanto meno se sono
correntisti delle grandi banche che giocano nel “casinò dei derivati”. I
regolatori chiudono un occhio sui modi con cui le banche usano i fondi
dei loro correntisti per finanziare le esposizioni nei derivati. Ed i
correntisti, cosa ancor più grave, non sono dei creditori senior
[privilegiati, ndt], a differenza dei loro confratelli ciprioti. Vi
ricordate della Lehman? Quando quella banca d'investimento fallì, i
creditori non garantiti [ricordate! I correntisti sono creditori
chirografari] hanno ottenuto solo 8 centesimi per ogni Dollaro che
avevano depositato [8%, ndt]. La ragione più importante è che le
controparti, nel caso dei contratti in derivati, richiedono delle
garanzie per le loro esposizioni, nel senso che diventano dei creditori
privilegiati [a differenza dei correntisti, ndt]. La riforma del 2005 ha
trasformato i derivati in crediti di tipo senior [privilegiati], per
togliere questa assicurazione ai correntisti”.
Ci si potrebbe chiedere perché, nei derivati, la concessione di un
collaterale [ovvero di una garanzia in una certa percentuale del totale]
dia alla controparte lo status di “creditore garantito", mentre invece
il depositante, che mette 100 centesimi sul Dollaro [ovvero garantisce
il 100%], non debba esserlo. Spostandoci di nuovo sulla Smith, ella scrive: "Lehman
controllava due piccole banche le quali, per quanto ne so, non facevano
attività retail. Ma, come i lettori ricorderanno, Bank of America spostò
la maggior parte dei suoi derivati dalla Merrill Lynch alle due
banche di cui sopra, alla fine del 2011". Conseguentemente, quei depositi sono ora soggetti ad esser spazzati
via, se dovesse esserci una grave perdita nei derivati. Se tutto ciò
dovesse accadere, quanto grave potrebbe essere questa faccenda? La Smith cita Bloomberg: "… la holding company della Bank Of America … deteneva quasi 75.000 miliardi di Dollari in derivati, a fine Giugno …". Cifra equiparabile con l’entità dei depositi in derivati della
“JPMorgan deposit-taking” [1 bis], di proprietà della JP Morgan Chase
Bank NA, che ne possiede per 79.000 miliardi – dati dell’OCC (Office of
the Comptroller of the Currency - U.S. Department of Treasury). La bellezza di 75.000 e di 79.000 miliardi di Dollari in
contratti-derivati! Queste due mega-banche, da sole, detengono derivati
per un controvalore più grande dell'intero PIL mondiale [che è di
oltre 70.000 miliardi di Dollari]. Il "notional value" (3) dei derivati
non è la stessa cosa del denaro a rischio, ma un cross-post tratto dal sito:della Smith sostiene che: “Si
può stimare che, nel 2010, c’erano 12.000 miliardi di Dollari investiti
su derivati a rischio … 12.000 miliardi Dollari costituiscono una somma
molto vicina al PIL degli Stati Uniti”. La Smith continua:
"… Ricordatevi dell'effetto della revisione
della legge fallimentare (2005): le controparti dei contratti in
derivati sono in prima linea, ovvero si accaparrano per prime gli
assets dati in garanzia, e lasciano a tutti gli altri le briciole …
Lehman è fallita nel corso di un fine settimana, dopo che la JP Morgan
si era accaparrata tutti i collaterali [gli assets dati a garanzia,
ndt]". "Ma la situazione è persino peggiore. Durante la crisi delle
“Savings & Loans” [assimilabili alle nostre Casse di Risparmio,
ndt], la FDIC non aveva abbastanza “depositi a garanzia” per le
liquidazioni da effettuare nell’ambito della “Resolution Trust
Corporation” (4). Dovette ottenere dei finanziamenti supplementari da
parte del Congresso. Questa mossa apre la strada ad un altro salasso dei
contribuenti, in stile TARP (4 bis), questa volta per salvare i
correntisti".
Forse, ma il Congresso è già stato bruciato una volta, ed è restio ad
esserlo una seconda volta. La sezione n. 716 del “Dodd-Frank Act” vieta
espressamente il sostegno pubblico alle attività speculative in
derivati. E l’Eurozona, dopo aver istituito il “Meccanismo Europeo
di Stabilità” [il MES, che impegna i paesi aderenti a salvare le banche
fallite], sembra averci apparentemente ripensato. Il 25 Marzo 2013, infatti, il Ministro delle Finanze Olandese Jeroen
Dijsselbloem, che ha giocato un ruolo di primo piano nell’imponente
piano di confisca dei depositi delle banche cipriote, ha detto ai
giornalisti che questo sarebbe stato il modello da attuare anche per
altri eventuali salvataggi bancari, e che "l'obiettivo è che l'MES non
debba mai essere utilizzato". Questo spiega la necessità della
risoluzione FDIC-BoE. Se dovesse passare, la FDIC non avrà più bisogno
di proteggere i fondi dei depositanti, ma potrà semplicemente
confiscarli.
PEGGIO DI UNA TASSA La confisca FDIC dei depositi per poter ricapitalizzare le banche è
una faccenda molto diversa da una semplice tassa sui contribuenti,
imposta per finanziare le spese del Governo. Il debito dello Stato, in
effetti, è il debito del suo popolo, dal momento che è il Governo che
fornisce i servizi alle persone. Ma quando le banche vanno in
difficoltà con i derivati, queste non stanno servendo i correntisti, che
non hanno come obbiettivo la riduzione dei loro profitti. Prendere i
fondi dei depositanti è semplicemente un furto. Quello che si deve fare è aumentare i premi di assicurazione FDIC, e
far sì che le banche li paghino se vogliono mantenere i loro
correntisti. Ma i premi sono già elevati e la FDIC, come le altre
agenzie di regolamentazione governative, è soggetta alla “regulatory capture”. (5). Il
“Deposit Insurance” è fallito, e così anche il sistema bancario
privato, che dipendeva da quest’assicurazione per garantire fiducia al
lavoro delle banche. L’haircut (6) sui depositi di Cipro è stato chiamato "imposta
patrimoniale", e descritto dai commentatori come un qualcosa di
"meritato", perché gran parte del denaro depositato nei conti ciprioti
apparteneva ad oligarchi stranieri, ad evasori fiscali e a riciclatori
di denaro sporco. Ma se questo modello dovesse essere applicato negli Stati Uniti, si
trasformerebbe in una tassa sui poveri e sulla classe media!Gli
americani ricchi non tengono la maggior parte del loro denaro nei conti
bancari. Lo investono in borsa, nel settore immobiliare, negli strumenti
derivati over-the-counter (7), in oro ed in argento, e così
via.Potete quindi considerarvi al sicuro, se avete investito il vostro
denaro in oro ed in argento? Parrebbe di no – se li conservate in una
cassetta di sicurezza in banca. La Homeland Security (8) ha riferito che le banche hanno il potere di
sequestrare il contenuto delle cassette di sicurezza senza un mandato,
se la questione è di "sicurezza nazionale"….ed una grave crisi bancaria
senza dubbio lo sarà. L’ALTERNATIVA SVEDESE: NAZIONALIZZARE LE BANCHE Una possibile alternativa è stata considerata [e respinta] dal
Presidente Obama, nel 2009: la nazionalizzazione delle mega-banche che
falliscono. In un articolo del Febbraio 2009, dal titolo "I depositi bancari non assicurati sono in pericolo?", Felix Salmon aveva discusso la questione con Christopher Wood (uno stratega residente in Asia): "E’ sorprendente che Obama non riesca a capire il fascino
politico della nazionalizzazione …. Nonostante la battuta d'arresto, la
nazionalizzazione delle banche arriverà, prima o poi, perché la realtà
della situazione lo richiederà. Il risultato sarà che gli azionisti
saranno spazzati via, e gli obbligazionisti saranno costretti ad
effettuare uno scambio debito/azioni, e speriamo che non debbano esserlo
anche i correntisti".
Sul fatto che i correntisti avrebbero potuto essere costretti a diventare azionisti, Salmon aveva commentato: "Vale
la pena ricordare che i correntisti, presso qualsiasi banca, sono dei
creditori non garantiti. Essi costituiscono, ma di gran lunga, il più
grande gruppo esistente di creditori chirografari". Il presidente Obama ha riconosciuto che la nazionalizzazione delle
banche aveva ben funzionato in Svezia, mentre il cammino intrapreso
dalla Fed non aveva funzionato in Giappone [il cosiddetto "decennio
perduto"]. Ma Obama ha optato per un approccio di tipo giapponese perché, secondo Ed Harrison,, "gli americani non tollereranno le nazionalizzazioni". Ma questo accadeva alcuni anni fa. Quando gli americani si renderanno
conto che l'alternativa è rappresentata dal loro denaro trasformato in
uno stock di azioni bancarie dalla dubbia vendibilità, spingere le
mega-banche fallite verso il settore pubblico potrebbe cominciare ad
avere decisamente più fascino.
una visione "altra" sulla scambio economico nella società umana. Michael Tellinger: UBUNTU, un mondo senza denaro. Contribuzionismo e Libertà http://thelivingspirits.net/michael-tellinger/ubuntu-un-mondo-senza-denaro-contribuzionismo-e-liberta.html
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una visione "altra" sulla scambio economico nella società umana.
RispondiEliminaMichael Tellinger:
UBUNTU, un mondo senza denaro. Contribuzionismo e Libertà
http://thelivingspirits.net/michael-tellinger/ubuntu-un-mondo-senza-denaro-contribuzionismo-e-liberta.html
Grazie Cristina, un articolo da leggere e divulgare!
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