“Mi impegno a non avere figli … a sottopormi al monitoraggio delle Autorità … e fornire i nomi dei miei partners sessuali e conviventi … ad accettare il confinamento in caso di epidemia infettiva…”
No, non è un romanzo di Huxley o di Orwell. E’ il testo che in Inghilterra doveva sottoscrivere chi aspirava ad un trapianto di organo di animale. Un progetto (poi fallito, per i troppi rischi che comportava) del quale ( ci auguriamo!) non deve essere stato informato il nostro Consiglio superiore di Sanità quando ha dato il via libera, nel Cremonese, all’allevamento di maiali transgenici per la produzione di organi da trapianto!
No, non è un romanzo di Huxley o di Orwell. E’ il testo che in Inghilterra doveva sottoscrivere chi aspirava ad un trapianto di organo di animale. Un progetto (poi fallito, per i troppi rischi che comportava) del quale ( ci auguriamo!) non deve essere stato informato il nostro Consiglio superiore di Sanità quando ha dato il via libera, nel Cremonese, all’allevamento di maiali transgenici per la produzione di organi da trapianto!
L’ottica industriale e miope, dei “pezzi di ricambio”, che assimila la materia vivente e anche il corpo umano alle macchine, riemerge ciclicamente in Italia per tentare il grande business degli Xenotrapianti. Ma il business non riesce mai a farsi strada per le seguenti non irrilevanti ragioni: