23 maggio 2011

UN'EUROPA PER I RICCHI E I BIANCHI

Sarkozy e Berlusconi mettono le  basi e segnano l’agenda europea per modificare l’accordo comune sulla libera circolazione dei cittadini.
Di Philippe Nadouce 
Cosa succede quando in un summit quasi improvvisato si riuniscono i capi di Stato più controversi dell’UE? Che le loro decisioni riflettono lo stato della democrazia nei loro paesi. Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy il 26 aprile inviarono una lettera al presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, e al presidente della Commissione Europea, Josè Manuel Barroso, con la proposta per rivedere il trattato di Schengen firmato nel 1985 e che garantisce la libera circolazione di tutti i cittadini europei dentro l’Unione.

Sarkozy e Berlusconi hanno dimostrato varie volte che gli affari esteri dell’Unione e i diritti umani vengono dopo i loro problemi elettorali. Il contenuto della lettera riflette lo stato d’animo del presidente francese, la cui popolarità si sta sciogliendo di fronte ad un’estrema destra (FN) più forte che mai. Secondo gli ultimi sondaggi Nicolas Sarkozy si troverebbe al terzo posto dopo Dominique Strauss-Kahn (PS) e Marine Le Pen (FN) per le prossime elezioni generali del 2012. Per quanto riguarda Silvio Berlusconi ed i suoi alleati dell’estrema destra, hanno sempre manifestato il loro desiderio di modificare la legislazione europea in materia di immigrazione.
 

Entrambi fecero della “difesa dell’identità nazionale” una priorità nei loro programmi elettorali, dando alla parte più di destra l’opportunità di intraprendere una crociata contro l’invasore musulmano e rom. La commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza denuncia dal 2005 la preoccupante persistenza di leggi discriminatorie in entrambi i paesi. A luglio del 2010, 170 rumeni vennero espulsi dalla città dove vivevano, Saint-Denis (nel dipartimento di Seine-Saint-Denis). Dal 28 dello stesso mese, la polizia procedette alla distruzione di più di 300 campi rom e all’espulsione di tutti i membri.

Fronte italo-francese

Il 27 agosto, l’ONU dichiarava la sua preoccupazione di fronte al “contenuto del discorso discriminatorio in Francia”- A settembre, il Parlamento Europeo votava una risoluzione che chiedeva alla Francia di “sospendere immediatamente le espulsioni dei rom”. Viviane Reding, la vicepresidente della Commissione Europea e commissaria di Giustizia, il 14 settembre dichiarò, che l’Europa non aveva vissuto questo tipo di situazione dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Tre giorni dopo, Silvio Berlusconi criticò le dichiarazioni della vicepresidente e diede pubblicamente il suo appoggio alle espulsioni decise da Sarkozy. Chiese anche ai leader della destra europea che si unissero al fronte italo-francese. “Desideriamo” aggiunse “che questa convergenza italo-francese faccia tremare l’Europa perché veda la gravità del problema e che si comincino a creare legislazioni congiunte”.

La decisione italo-francese contro i 25.000 immigrati africani è parte di un piano per promuovere un “razzismo senza complessi” le cui conseguenze potrebbero essere disastrose per l’Europa. L’imprudenza e l’ipocrisia- non sono più una sorpresa- dimostrate di recente potrebbero danneggiare la credibilità del progetto europeo in materia di libertà e di democrazia, soprattutto dall’auge delle rivoluzioni democratiche nel mondo arabo. Gran parte dei 25.000 immigranti che ricevettero il permesso di soggiorno in Italia erano profughi del conflitto libico, deciso congiuntamente tra Sarkozy e Berlusconi (tra gli altri). L’altra parte di quei 25.000 immigrati sono tunisini che scappano dal loro paese e che cercano di ricongiungersi ai loro parenti in Francia.

La proposta chiarisce inoltre che la libera circolazione in Europa è essenzialmente per gli europei bianchi. Gran parte dei criteri usati per giustificare questa dichiarazione congiunta ricorda il populismo più detestabile degli anni '30. Ma il suo impatto sta creando delle risposte nelle frange più reazionarie dell’elettorato di entrambi i paesi.
Un altro effetto negativo è la leggerezza con la quale i leader europei dell’UE promettono cambiamenti, democrazia e aiuti ai popoli oppressi senza dover mantenere mai tali promesse. Les Back, professore di sociologia alla Goldsmiths University di Londra, ci ricorda ironicamente che “se bombardi la gente, questa scapperà e cercherà rifugio. E’così semplice”. Il 9 maggio è stata festeggiata la Giornata dell’Europa. 

Il mondo sta osservando l’integrazione europea come un fenomeno unico nella storia moderna. Sarkozy e Berlusconi appaiono come voci di un passato dove nazionalismo, discriminazione, razzismo e politica della paura contribuiscono alla distruzione più assoluta. Sarkozy e Berlusconi ci ricordano che l’Europa ha bisogno di salvarsi da se stessa.

Nuovi cambiamenti per Schengen: un trattato di gomma

Non si è verificato l’esodo biblico previsto dalla Frontex, ma i leaders dell’UE hanno reagito alla crisi dei circa 25.000 rifugiati africani come se le predizioni dell’agenzia europea per il controllo delle frontiere fossero state vere. Il summit italo- francese è riuscito ad ottenere il sufficiente consenso perché a giugno i capi di Governo e di Stato fissino i criteri per instaurare controlli alle frontiere in caso di crisi migratorie.
Ma da quando l’accordo comunitario per la libera circolazione si è unito al nucleo duro della normativa europea nel 1999, l’eccezione è stata la norma: ci sono stati controlli alle frontiere in modo massiccio prima delle proteste di Goterborg e Genova nel 2001, e anche dopo l’11 settembre. E la libertà di circolazione per i membri che entrarono nel 2004 fu congelata per 3 anni.

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di VANESA

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