Buongiorno a tutti oggi voglio parlarvi dei referendum e della politica grottesca che ci ritroviamo nel Bel Paese, perché in questo mondo dell'assurdo “CHI” ha fatto le leggi oggetto del referendum ora chiede di abrogarle.
Allora analizziamo questi quesiti referendari che all'apparenza non sembrano nemmeno così terribili, a sentire chi li propaganda.
Il problema in sostanza è che cambiano di poco o nulla quelle che sono, le regole che hanno fatto "loro" a partire dall’ignobile legge fatta dal signor Renzi quando era alla guida del PD e al governo dal 2014 al 2016, cioè il Jobs Act, un abbominio, che è passato anche con la complicità dei sindacati che si sono ben guardati dal fare scioperi e opposizioni,
(senza che nessuno ponesse il tema del salario minimo) e che di fatto ha abolito l'articolo principale dello Statuto dei lavoratori: l'articolo 18, per cui oggi il lavoratore può essere licenziato anche in maniera illegittima. E pensate che Berlusconi in 20 anni al governo, ci aveva provato e riprovato ad abolire l’art. 18 senza mai riuscirci, ma poi arriva il PD, il partito di “sinistra” che tutela i lavoratori, e lo cancella in un batter d’occhio!Quesito n. 1
Ma veniamo al primo quesito sul Jobs Act.
Il PD (che fece la legge) lo pubblicizza come uno stop ai licenziamenti illegittimi, ma basta leggere bene il quesito referendario:
«Volete voi l’abrogazione del d.lgs. 4 marzo 2015, n. 23, recante “Disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, in attuazione della legge 10 dicembre 2014, n. 183” nella sua interezza?»
Questo primo dei quattro referendum sul lavoro chiede l'abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescente del Jobs Act.
Nelle imprese con più di 15 dipendenti, per lavoratori e lavoratrici assunti dal 7 marzo 2015 in poi. Oggi questi lavoratori se vengono licenziati in maniera illegittima non è possibile il reintegro sul posto di lavoro.
Ma il referendum, non riporta in vigore l’art. 18, abolendo il licenziamento ILLEGITTIMO, si abolisce solo norma n.23 (nella sua interezza, SIC!) in modo tale che il lavoratore possa essere reintegrato.
Ma allora perché non togliere a questo punto il licenziamento illegittimo?
Se il licenziamento è illegittimo, facciamo in modo che ci sia solo il licenziamento per giusta causa. Inoltre la norma riguarda le aziende con lavoratori superiori a 15 persone, e le aziende più piccole? Il reintegro nel posto di lavoro è solo un’opzione aggiunta all’indennità dei 6-15 mesi.
Ma ad un lavoratore 55enne (ad esempio) che probabilmente non troverà un altro lavoro, converrà usare l’indennizzo per fare causa al datore di lavoro, sperando di essere reintegrato (cosa che non è garantita)?
Questa è la prima stortura perché bisognerebbe togliere il licenziamento illegittimo, perché lo dice la parola è: ILLEGITTIMO, invece no, quello rimane e si tiene ancora in piedi il Jobs Act che, ripeto, hanno firmato tutti loro.
Quesito n. 2
Più tutele per le lavoratrici e i lavoratori delle piccole imprese (suona bene!). Il quesito sulla scheda:
«Volete voi l’abrogazione dell’articolo 8 della legge 15 luglio 1966, n. 604, recante “Norme sui licenziamenti individuali”, come sostituito dall’art. 2, comma 3, della legge 11 maggio 1990, n. 108, limitatamente alle parole: “compreso tra un”, alle parole “ed un massimo di 6” e alle parole “La misura massima della predetta indennità può essere maggiorata fino a 10 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai dieci anni e fino a 14 mensilità per il prestatore di lavoro con anzianità superiore ai venti anni, se dipendenti da datore di lavoro che occupa più di quindici prestatori di lavoro.”?»
Prevede in base a una legge del 1990 (che è stata poi corretta), che il limite massimo in caso di risarcimento per le aziende con meno di 15 dipendenti va da 1 a 6 mesi. Quindi portare questa mensilità di risarcimento fino a 10-14 mensilità.
E anche qui, non vogliono abrogare la norma sui licenziamenti illegittimi e le norme che possano impedire il licenziamento, ma semplicemente aumentare il risarcimento di più mesi.
Quesito n. 3
Loro, quelli che hanno instaurato il precariato, lo chiamano riduzione del lavoro precario, il quesito referendario dice:
«Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi»
Testo del quesito: «Volete voi l’abrogazione dell’articolo 19 del d.lgs. 15 giugno 2015, n. 81 recante “Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni, a norma dell’articolo 1, comma 7, della legge 10 dicembre 2014, n. 183”, comma 1, limitatamente alle parole “non superiore a dodici mesi. Il contratto può avere una durata superiore, ma comunque”, alle parole “in presenza di almeno una delle seguenti condizioni”, alle parole “in assenza delle previsioni di cui alla lettera a), nei contratti collettivi applicati in azienda, e comunque entro il 31 dicembre 2024, per esigenze di natura tecnica, organizzativa e produttiva individuate dalle parti;” e alle parole “b bis)”; comma 1 -bis , limitatamente alle parole “di durata superiore a dodici mesi” e alle parole “dalla data di superamento del termine di dodici mesi”; comma 4, limitatamente alle parole “,in caso di rinnovo,” e alle parole “solo quando il termine complessivo eccede i dodici mesi”; articolo 21, comma 01, limitatamente alle parole “liberamente nei primi dodici mesi e, successivamente,”?»
Il quesito referendario punta all’eliminazione di alcune norme sull'utilizzo dei contratti a termine per ridurre la piaga del precariato, dicono loro che hanno fatto la legge da abrogare (PD e $indacati).
Ma prima del Jobs Act c’erano i contratti a tempo determinato che potevano durare fino a 40 mesi. Li hanno tolti “loro” perché dicevano che questo avrebbe favorito le assunzioni e invece cosa è successo dopo aver concesso gli sgravi fiscali per 3 anni agli imprenditori che assumevano i giovani? Questi sgravi glieli hanno tolti e quindi gli imprenditori hanno continuato a non assumere facendo altri contratti. Anche qui ci chiedono di abrogare “parzialmente” la legge.
Quesito n. 4
«Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell'appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell'attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione»
Testo del quesito: «Volete voi l’abrogazione dell’art. 26, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante “Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro” come modificato dall’art. 16 del decreto legislativo 3 agosto 2009 n. 106, dall’art. 32 del decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito con modifiche dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, nonché dall’art. 13 del decreto legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito con modifiche dalla legge 17 dicembre 2021, n. 215, limitatamente alle parole “Le disposizioni del presente comma non si applicano ai danni conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici.”?»
Quale sarà questa abrogazione importante che tutela le persone in caso di incidente sul lavoro?
Ricordiamo che ci sono stati 100 morti sul lavoro l'anno scorso (una media di tre al giorno), questo vuol dire che in questo paese non c’è sicurezza e non ci sono tutele perché non esistono le ispezioni che oggi di fatto permettono di subappaltare i lavori a chissà chi, senza nessun controllo.
Quindi per tutelare la sicurezza di questi lavoratori che cosa chiedono? Che la responsabilità per l’incidente riguardo il risarcimento, non sia solo della ditta appaltatrice ma di estendere la responsabilità all'imprenditore committente e tutto questo secondo loro garantirebbe una maggiore sicurezza sul lavoro!
Nel crollo del supermercato a Firenze di due anni fa per una trave posizionata male, dove morirono cinque lavoratori, si è scoperto che la ditta appaltatrice del noto supermercato Esselunga, aveva appaltato i lavori ad una prima ditta appaltatrice (che tra l’altro fa parte di quel supermercato cioè con quote societarie), per poi subappaltare, all’infinito (per risparmiare) ad oltre 60 piccole ditte subappaltatrici e molte di esse avevano lavoratori in nero.
Il punto è questo: una ricca e nota catena di supermercati i soldi per indennizzare ce l’ha! Bisogna impedire i subappalti fino a 60 ditte, controllare i cantieri per garantire la sicurezza sul lavoro!
Quesito n. 5
«Cittadinanza italiana – Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana»
Testo del quesito: «Volete voi abrogare l’art. 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: “f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica.”, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza”?»
Il referendum mira a portare la cittadinanza degli immigrati che sono arrivati in Italia e che lavorano sul suolo italiano dopo dieci anni a cinque, perché ci dicono ci dobbiamo mettere in linea con l'Europa, e già qui si sente puzza di inghippo, ma la dittatura Europea, non è il tema di oggi…
E’ vero che in Italia diamo la cittadinanza a 10 anni, mentre in altri paesi a 5, tipo Francia, Germania, Svizzera ed altri…
Ma ricordiamo anche che la redistribuzione non esiste fra l'Europa “unita”, e l’Italia che grazie alla posizione geografica è anche luogo di passaggio quando riescono, perché sappiamo che la Francia a Ventimiglia, non fa entrare gli immigrati che attraversano il nostro paese per ricongiungersi a famigliari in Francia, vengono rispediti subito in Italia.
Di fatto, perché bisogna guardare i fatti e i numeri secondo i dati del Dossier Statistico Immigrazione 2024 le acquisizioni di cittadinanza italiana si attestano su livelli elevati: 213.716 nel 2022 e 213.567 nel 2023.
Stesse cifre nel 2024, nei paesi europei, le cifre sono molto inferiori, nonostante la cittadinanza dopo 5 anni.
Se siamo i più lunghi a concedere la cittadinanza, con il doppio degli anni come requisito, perché siamo al primo posto per le cittadinanze concesse in tutta l’Europa?
Grazie al ricongiungimento familiare la cittadinanza si ottiene facilmente, e qui però dobbiamo parlare dei pro e contro di questi ricongiungimenti, soprattutto in riferimento al solito spot propagandistico secondo cui “grazie agli immigrati ci pagano le pensioni”.
Ma è davvero così? Oggi un immigrato che vive in Italia, che lavora onestamente e che ha la cittadinanza italiana, può chiedere a tutti gli effetti il ricongiungimento familiare ad esempio degli anziani genitori quindi cosa succede in questo caso?
Può succedere che anziani genitori arrivano dai vari paesi, usufruiscono delle cure mediche come è giusto che sia…ma usufruiscono anche della pensione minima perché risultano nullatenenti e quindi hanno diritto alle pensioni minime (500€) in Italia.
Dopo questo passo, possono tranquillamente tornare a vivere nel loro paese senza che nessuno possa farci niente e ci ritroveremo (in questo caso) a dover lavorare fino a 80 anni per pagare le pensioni a persone che non hanno vissuto in Italia e non hanno pagato i contributi…
Allora proviamo a fare un ragionamento su questi referendum.
I quattro quesiti che riguardano il mondo del lavoro, la precarizzazione, l'abolizione dell'articolo 18 perno del Job Act, sono leggi fatte dal PD e che CGIL-CISL-UIL non hanno mai osteggiato, come del resto questi sindacati, non si sono mai opposti alle leggi terribili sulle pensioni, lo slittamento in là dell’età pensionabile (legge Fornero opera sempre della “sinistra”)… questi 4 quesiti referendari che non abrogano né il precariato, né il licenziamento ILLEGITTIMO, sono in realtà un paravento per nascondere il vero scopo del referendum, e cioè il 5° quesito sull’immigrazione.
Se vincesse il SI per il quesito sulla cittadinanza ci sarebbero immediatamente 2 milioni e mezzo di extracomunitari in più… o meglio di immigrati che diventerebbero italiani, e sarebbe un segnale per nuova immigrazione.
Come ha detto Marco Rizzo:
In pochissimo tempo lo Stato sociale italiano, quello che ha costruito la difesa del mondo del lavoro negli anni passati, nel secolo scorso, verrebbe a scomparire.
Scomparirebbero le pensioni, scomparirebbe la sanità pubblica, la scuola pubblica, i trasporti pubblici. (non è un’esagerazione, N.d.E.)
Perché vengono fatte queste cose? Questo è un cavallo di troia.
Si fa finta di difendere i diritti dei lavoratori e si introduce l'idea di un esercito industriale di riserva, perché poi se arrivano milioni di persone si abbattono i diritti dei lavoratori anche presenti qua.
Perché il PD e la CGIL fanno questo? Ipocritamente lo fanno,
perché prendono i soldi del referendum se ottiene il quorum,
perché prendono i voti dagli estracomunitari se diventano cittadini italiani e la CGIL perché fa le tessere, perché i lavoratori non si fidano più della CGIL e non fanno più tessere.
I grandi leader della CGIL si rivoltano nella tomba.
Qualcuno dice, ma se tu dici di non andare a votare compi un atto anticostituzionale.
Non votare è anche un atto politico militante. Anche perché quando c'era Napolitano, senatore a vita, che diceva di non andare a votare per il referendum, la cosa era valida.Adesso se lo dicono altre persone, questo non vale più?
La CGIL e il PD sono la massima ipocrisia, sono il tradimento della classe lavoratrice.
E quindi l'8, il 7, l'8, quando si deve andare a votare, non ci andrò.
Un referendum affinché 2,5 milioni di "cittadini" voteranno PD❓
Anche NO❗️
Questi sono i miei motivi per non andare a votare, e non ci andrò❗️
👉🏼 https://vocidallastrada.substack.com/
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