2 febbraio 2019

L'affare Battisti o l'evaporazione della sinistra sul pianeta Terra

Riassunto del capitolo precedente:
"Ricordiamo che all'inizio del secolo, è in nome della legalità e del rispetto della cosa giudicata che si sono accaniti su di lui [Battisti] tutti i rappresentanti della post-sinistra italiana. Va detto che essa non ha mai digerito che un movimento sociale abbia rimesso in discussione, negli anni '60 e '70, l'egemonia sulla cultura e il lavoro di cui godeva allora, quando non era ancora abbastanza "post", ma stava preparando il suo passaggio dallo stalinismo al centro-destra. Come per mostrare l'unificazione internazionale del legalismo e del fascismo, Salvini ha salutato la vittoria di Bolsonaro chiedendo immediatamente il ritorno di Battisti nelle carceri italiane. Il destino personale del nostro amico può essere considerato emblematico degli abusi che milioni di proletari e persone oppresse possono subire. Emblematico nel senso che il loro omicidio, diretto o lento, sarà, per loro come per lui, commesso la maggior parte del tempo nel nome della legge.
"Da Riace a Rio, il percorso legalista del fascismo" Lundimatin, 8 novembre 2018

Nato nell'Assemblea costituente del 1789 per designare coloro che si opponevano al veto del re, la parola "sinistra" deve le sue origini rivoluzionarie nell'aver da tempo designato una concezione del mondo che includeva il senso del carattere provvisorio delle regole sociali. Con il rifiuto del veto venne imposta l'idea che nessuna autorità esterna al corpo sociale avesse una legittimità sufficientemente intangibile da imporsi contro la sovranità del popolo in movimento. La distinzione tra legittimo e legale è alla base dell'idea di "sinistra". Fu spinto alle sue ultime conseguenze con, nella costituzione del 1793, l'iscrizione del diritto all'insurrezione - paradosso fertile di una regola che invita a trasgredire le regole. Come la storia ha verificato e, come è stato ripetuto molte volte dal 2016, non è mai stata cambiata una società in conformità con le sue leggi e regolamenti.

Dall'approvazione del massacro imperialista del 1914 da parte delle socialdemocrazie, seguito poi dallo schiacciamento dell'insurrezione Spartakista (1919) e di Kronstadt (1921), si sapeva che la sinistra sarebbe sempre stata bene sul lato della conservazione del capitalismo e dello stato. Ma la sua funzione ultima, integrare il proletariato in uno dei due blocchi capitalisti, capitalismo di mercato per i socialisti e capitalismo di stato per gli stalinisti,poteva essere adempiuto solo se aderiva, almeno inizialmente, agli impulsi trasformativi dei movimenti popolari (dal 36 al 68), poi lasciati per schiacciare le tendenze e i gruppi rivoluzionari. Era quindi necessario che, implicitamente almeno, persistesse nelle sue basi immaginarie e razionali questa distinzione tra legittimo e legale.

La troviamo anche sotto Mitterrand, di cui uno avrebbe scuse per aver dimenticato che questo ex cagoulard (*), eminente rappresentante della tendenza socialista francese andouillette (**) , aveva preso il potere al Congresso di Epinay nel 1971 annunciando la rottura con il capitalismo, rinnovata promessa per arrivare all'Eliseo nel 1981, da dove presto avrebbe pilotato la ripresa e l'integrazione di una maggioranza dell'intellighenzia di sinistra al servizio del corso ultraliberale del capitalismo mondiale. Se la destrizzazione del PS era la tendenza pesante, ricorda che nei primi mesi della presidenza di Mitterrand, alcuni nel suo entourage, temendo un colpo di stato fascista, arrivarono al punto di contattare degli autonomi per proporre loro di partecipare a una specie di SAC di sinistra. Non c'è da stupirsi, quindi, che lo stesso entourage sia riuscito a convincere il neo-monarca ad adottare questa famosa "dottrina" che porta il suo nome e che ha permesso a dozzine di rivoluzionari italiani di fuggire dalla repressione e stabilirsi in Francia in cambio di un addio alle armi. Dalla lotta per l'amnistia dei Communards sostenuta da Victor Hugo, la sinistra ha regolarmente adottato questo approccio che, pur riconoscendo il loro carattere politico - e quindi una forma di legittimità - a pratiche più o meno violente, mira a completare una pacificazione essenzialmente ottenuta dalla repressione.

In questo, la "Dottrina Mitterrand" prefigurava quello che era un uomo della destra democratica e uno dei principali nemici del movimento rivoluzionario italiano degli anni '70, Francesco Cossiga (in particolare il ministro degli Interni dal 76 al 78), doveva dichiarare la sera della sua vita, nel 2002, in una lettera a Paolo Persichetti:
"Voi siete stati battuti dall'unità politica tra la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano, e per il fatto che non siete stati in grado di trascinare le masse in una vera e propria rivoluzione.  Ma tutto questo fa parte di un periodo storico dell'Italia che è concluso; e ormai la cosiddetta "giustizia" che si è esercitata e ancora si esercita verso di voi, anche se legalmente giustificabile, è politicamente o "vendetta" o "paura", come appunto lo è per molti comunisti di quel periodo, quale titolo di legittimità repubblicana che credono di essersi conquistati, non con il voto popolare e con le lotte di massa, ma con la loro collaborazione con le Forze di Polizia e di Sicurezza dello Stato.   Per questo, io che sono stato per moltissimi di voi: "KoSSiga" e con le due [Le due S sono scritte a mano in calligrafia runica per evocare l'acronimo nazista.], e addirittura "un capo di assassini e un mandante di assassinii", oggi sono perché si chiuda questo doloroso capitolo della storia civile e politica del Paese, anche ad evitare che pochi irriducibili diventino cattivi maestri di nuovi terroristi (...) » 
Purtroppo ogni tentativo mio e di altri colleghi della destra o della sinistra di far approvare una legge di amnistia e di indulto si è scontrato soprattutto con l'opposizione del mondo politico che fa capo all'ex-partito comunista".
La fine della lettera permette di capire da dove proveniva il colpo decisivo contro la dottrina Mitterrand: dalla stessa sinistra, prima italiana, poi, in un secondo tempo francese. Nel 2004, quando il governo italiano, volendo aggiungere alcuni gesti elettorali alla "guerra mondiale al terrorismo" lanciata dopo l'11 settembre, rivendica alla Francia presieduta da Chirac l'estradizione di Cesare Battisti, la maggioranza della sinistra e la sua intellighenzia viene mobilitata prima a favore di Cesare. Le Monde pubblica una foto di quest'ultimo scattata da Hollande venuto a fargli visita in prigione. Ma la controffensiva non tarda, sostenuta fin dall'inizio in Francia da Manuel Vals e alcuni altri. Le Monde divenne presto il portavoce della "sfera politica dell'ex partito comunista" e dei suoi giudici. Il procuratore di Spatoro, grande inquisitore all'origine di così tanti processi politici (incluso ancora, non molto tempo fa, NO TAV), è accolto a braccia aperte nel giornale ufficiale di tutti i poteri. Dalla latitanza di Cesare, il rovesciamento nel mondo dei media è brutale: su questo argomento, le stelle Vargas e BHL, interessate alla causa di Cesare, lasciano il posto ai giornalisti che, da Guillaume Perrault ( Le Figaro - 2005 ), a Karl Laske ( Mediapart - 2012) e Jean-Jacques Bozonnet ( Le Monde - 2018), non sono altro che i portavoce delle costruzioni di una magistratura italiana passate ai posteri per la sua ampia applicazione delle leggi speciali e l'infame uso del pentimento. La storia dei magistrati italiani è diventata così egemonica, nelle società italiane e francesi, che un Bozonnet può oggi scrivere un articolo senza alcuna contraddizione o condizionale, come fatti provati, le ricostituzioni prese dai capi degli sbirri e giudici che si affidano principalmente alla testimonianza di persone che hanno tutto da guadagnare accusando Battisti e rafforzando le allucinazioni della magistratura.

Senza la distinzione tra legale e legittimo, non c'e più sinistra: dal 1983, ciò di cui potrebbe rimanere traccia di un interrogatorio sull'ordine sociale è scomparso da quello che i media continuano a chiamare "la sinistra". Ed è un fenomeno globale, nel quale non sorprende vedere Morales, uno di quei presidenti di sinistra che hanno fatto fantasticare gli ultimi sinistroidi in Occidente, lavorando mano nella mano con il suo "fratello" il fascista Bolsonaro alla straordinaria resa di Cesare. Ma quando la destra è ovunque, vale a dire, quando non c'è scontro tra visioni del mondo, ma pura gestione ai margini di una dinamica economica e sociale che solo l'iper-borghesia globalizzata può influenzare, possiamo dire che c'è più politica.
Rue d'Alsace, Tolosa, gennaio 2019

Sarà necessario che un giorno, con tutte le risorse della conoscenza etnologica, psichiatrica e sociologica, si faccia la storia critica della straordinaria persecuzione di cui Cesare Battisti fu oggetto dell'Italia ufficiale, da farci interrogare sul perché lui, tra due dozzine di altri esuli, sia stato designato come la vittima espiatoria di tutti i tentativi di rivelare, sotto la copertura degli anni di piombo, la rivolta di una parte della società italiana che per un decennio, ha reso possibile, con un'intensità senza eguali nel resto dell'Occidente del dopoguerra, la possibilità di un'altra forma di vita. 

Sarà necessario descrivere questa unanimità orwelliana, della post-sinistra di Repubblica ai pre-nazisti della Lega, la sinistra farsa televisiva del figlio di un gioielliere condannato alla sedia a rotelle dalle pallottole di suo padre che aveva giocato allo sceriffo durante un rapina e che i media continuano ancora a presentare come una "vittima di Battisti". Sarà anche certamente necessario che un giorno misuriamo ciò che abbiamo fatto a un fuggiasco durante 40 anni di evasione, mentre i suoi principali accusatori, inclusi i suoi capi dell'epoca, e tutti i pentiti che hanno ucciso molto, vivono tranquilli da decenni. Il grado di crudeltà assurda raggiunto in questo caso non è stato ancora completamente spiegato.

Nel frattempo, dovremo ricominciare dal buon consiglio che ci ha lasciato il democristiano (cristiano-democratico) KoSSiga: lottiamo per l'amnistia di Cesare e di tutti coloro che la follia salviniana minaccia di rispolverare in Francia e altrove per inviarli, seguendo le parole del ministro dell'Interno, a "marcire in prigione".

Fortunatamente, lo spettacolo di Salvini nei panni di penitenziario e Bonafede il Ministro della Giustizia cinque stelle in veste di sbirro, che mostrano il loro trofeo di caccia ha suscitato molto sconcerto in Italia, anche tra quelli più assetati di vendetta. Come dice Wu Ming 1, uno dei pochi coraggiosi scrittori italiani che si sono schierati fermi contro la mostrificazione mediatica di Cesare:
"Lo spettacolo tribale, lo schieramento sproporzionato delle forze, tutto questo non ha dato il messaggio di forza che volevano. (...) Volevano Cesare in prigione, e ora lo hanno in prigione, quindi la bolla è destinata a sgonfiarsi, e con la deflazione della bolla ci sarà sempre più spazio per diversi punti di vista . Già, c'è molto più dubbio di quello che sembra sul caso. Credo che i nostri vecchi materiali critici non siano mai circolati come negli ultimi giorni. Abbiamo ricevuto molti ringraziamenti e solidarietà. Penso che inizieremo ad avere più spazio di manovra. E a quanto pare, è paradossale, perché in generale nel paese il clima è ancora più reazionario rispetto al 2004. Ma al di sotto di questa superficie, le resistenze dello sciame e persino i contrattacchi, e specialmente tra i più giovani, c'è un grande desiderio di anticapitalismo o almeno di rivolta. E c'è il desiderio di fare e pensare il contrario di ciò che fa e pensa Salvini (il che, del resto, il 90% è anche ciò che pensa anche il Pd)"
Fortunatamente, in Francia, da qualche tempo nelle zad e i cortei di testa e più recentemente nelle rotatorie, come in Italia "sotto la superficie", abbiamo in pratica deciso di fare a meno di una sinistra diventata significativamente vuota per ricominciare a fare politica.

Note
(*) Cagoulard, membro di un'organizzazione terroristica segreta dell'estrema destra francese (La Cagoule), che perpetrò molti delitti contro gli antifascisti (come l'assassinio dei fratelli Rosselli) tra il 1936 e il 1945.

(**) "La politica è come andouillette, deve odorare merda, ma non troppo" (Edouard Herriot, illustre rad 'soc' sindaco di Lione per 57 anni)


(***) SAC, Service d'Action Civique, polizia parallela gaullista sciolta da Mitterand nel 1982

(****) ZAD, Zone à défendre, Zona da difendere, zone occupate da militanti per impedire grandi progetti inutili tipo TAV o areoporto di Notre-Dames-des-Lands

Serge Quadruppani - Lundi matin

Traduzione per TLAXCALA di Alba Canelli

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