17 marzo. Rispetto agli economisti che ritengono che la moneta unica
non avrebbe mai potuto funzionare, Zezza sostiene che l'euro potrebbe
funzionare a patto che tutti i Paesi che lo hanno adottato decideranno
di cambiare completamente le regole (monetariste e liberiste) del gioco,
adottando cioè comportamenti cooperativi per riprendere la strada dello
"Stato europeo". Non sembra tuttavia questa una possibilità realistica.
Occorre invece prepararsi allo sganciamento, adottando concrete misure
di salvaguardia delle masse popolari.
Intervista di SollevAzione a Gennaro Zezza*
Lei è tra gli economisti che ritiene la moneta unica corresponsabile
della grave crisi economica che soffre il nostro paese. Può spiegare
perché ai nostri lettori?
L'euro è una moneta molto
particolare, perché di solito la prerogativa di stampare moneta è di uno
Stato. Invece, l'euro è stato creato come una moneta cui non
corrisponde uno Stato, e gli Stati che hanno aderito alla zona euro sono
di fatto Stati senza controllo diretto sulla moneta che utilizzano.
Quando l'euro fu istituito, era chiaro che questo doveva essere un primo
passo verso la creazione di una sorta di "Stato europeo" con politiche
comuni, ed era già chiaro che se non si procedeva in questa direzione la
moneta unica non avrebbe funzionato.
E infatti, quando dagli
Stati Uniti, nel 2006/7, è partita la Grande Recessione che è arrivata
in Europa, le regole della zona euro hanno mostrato tutti i loro limiti.
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