Con l’implementazione del “nuovo
concetto strategico”, l’Alleanza Atlantica ha “superato” i vincoli
fissati dall’articolo 5 dello Statuto estendendo il proprio campo
operativo, che originariamente era circoscritto alla zona settentrionale
rispetto al Tropico del Cancro confinata ai limiti territoriali dei
Paesi membri, al mondo intero, trasformandosi pertanto in una immensa
impresa militare capace di sfoggiare un impareggiabile fatturato.
Di Giacomo Gabellini
Le
spese sostenute nel 2011 dai 28 Stati membri ammontano a 1.038 miliardi
di dollari. Una cifra equivalente al 60% della spesa militare mondiale
che, integrata con altre voci di carattere militare, copre i due terzi
della spesa militare planetaria. Nel corso dell’ultimo decennio,
tuttavia, la spesa statunitense è passata dal 50 al 70% circa della
spesa complessiva, mentre quella europea è progressivamente calata. Per
questa ragione il Segretario Generale della NATO Anders Fogh Rasmussen
ha evidenziato, nel corso del vertice dell’Alleanza Atlantica tenutosi a
Chicago nel maggio 2012, il fatto che qualora il divario di capacità
militari tra le due sponde dell’Atlantico dovesse allargarsi
ulteriormente, «rischiamo di avere, a oltre vent’anni dalla caduta del
Muro di Berlino, un’Europa debole e divisa »(1).