Di Oyate WacinYapin aka Russel Means
L’unica possibile apertura di una dichiarazione come questa è che detesto la scrittura. Il processo in sé incarna il concetto europeo di “pensiero legittimo”: ciò che è scritto ha un’importanza che è negata al parlato. La mia cultura, la cultura Lakota, ha una tradizione orale, quindi di solito mi rifiuto di scrivere. Questo è uno dei modi in cui il mondo bianco distrugge le culture dei popoli non europei, attraverso l’imposizione di un’astrazione sul rapporto parlato di un popolo.
Quindi, quello che leggerete qui non è quello che ho scritto. È quello che ho detto e che qualcun altro ha scritto. Ho permesso questo perché sembra che l’unico modo per comunicare con il mondo bianco sia attraverso le foglie secche, morte, di un libro. Non mi importa se le mie parole arrivano ai bianchi o meno. Loro hanno già dimostrato con la loro storia che non sono in grado di sentire, non possono vedere, ma possono solo leggere (ovviamente, ci sono delle eccezioni, ma le eccezioni confermano solo la regola).
Sono più preoccupato di farmi sentire dalla gente indiana
americana, studenti e altri, che hanno cominciato a farsi assorbire dal
mondo bianco attraverso le università e altre istituzioni.
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splendido articolo.
RispondiEliminaPutroppo è così, il marxismo o alcune sue interpretazioni artefatte o meno, sono servite a omologare a perfetti consumatori i "diversi". Con la solita falsa retorica di rispettare appunto le peculiarità di un gruppo di persone "differentemente" credente. Sostenevano si trattasse di rendere tutti eguali dei diritti, sì nel diritto di essere schiavo/consumatore. Un pò come la liturgia dei diritti umani da esportare.
Verissimo barbara!
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