2 aprile 2012

Operazione psicologica contro la Siria: quando lo “shopping” della Sig.ra Assad diventa un “crimine contro l’umanità”

Di Finian Cunningham
I membri dell’Organizzazione di cooperazione di Shangai, comprendenti la Russia, la Cina e l’Iran, stato osservatore, hanno imposto a Michelle Obama, moglie del presidente Obama e icona della moda, delle restrizioni in materia di trasferte. Il budget annuale a sei cifre della Sig.ra Obama per i vestiti e per accessori di design è percepito come un affronto alla moralità dal momento che suo marito sovrintende a guerre di aggressione verso paesi stranieri, ad omicidi di massa in molti territori con l’uso di droni e ha ordinato l’assassinio di scienziati iraniani specializzati nel nucleare.
Anch’esse vittime della moda, le mogli dei primi ministri britannico e del presidente francese, David Cameron e Nicolas Sarkozy, sarebbero pure loro colpite da sanzioni in molti paesi del Medio Oriente e dell’Asia centrale in virtù dell’appoggio dato dai loro mariti alla campagna di bombardamenti illegale e criminale condotta dagli Stati Uniti e dalla NATO in Libia.

Il lettore avrà senza dubbio capito che il “reportage” qui sopra è una parodia.

Tuttavia in realtà l’Unione Europea applica queste misure senza precedenti alla moglie del presidente siriano Bachar Al-Assad.

“L’UE schiaffa le sanzioni addosso alla moglie di Assad”, si potrebbe leggere su uno dei numerosi giornali dopo che il ministro europeo per gli affari esteri aveva vietato ad Asma Assad, nata in Gran Bretagna, di viaggiare all’interno degli stati dell’Unione. Ne aveva anche ordinato il congelamento dei beni personali.

Il ritratto sensazionale della première dame siriana di 36 anni, descritta come chic, glamour, anche sexy, aveva lo scopo di presentare la signora Assad come un’incantevole idiota, insensibile alla miseria e alla violenza incessante nel suo paese.
Asma Al-Assad

 Samantha Cameron e Michelle Obama

 Carla Bruni, Shimon Peres et Nicolas Sarkozy

Il Washington Post l’ha soprannominata la Maria Antonietta della Siria, affermando che “mentre prosegue il bagno di sangue, lei fa shopping per acquistare delle scarpine di cristallo”.

I media mainstream hanno usato parole diffamatorie come se fossero fatti. Tuttavia sembra che la gogna mediatica sulla signora Assad si basi su alcune “preziose” e-mails ottenute dal giornale britannico “The Guardian”, che rivelavano una presunta corrispondenza privata della famiglia Assad. Anche lo stesso Guardian ha emesso un avviso di non responsabilità in merito alla veridicità delle mails, inviate secondo il giornale da degli “oppositori siriani”. E’ molto probabile che tali messaggi siano falsi e siano stati forgiati da gruppi di agenzie di intelligence esperte, alla maniera dell’MI6, nella scienza occulta della calunnia.

Il fatto che le questioni personali e banali come la presunta abitudine dello shopping on-line di una donna diventino soggetto di politica estera, alimenta maggiormente i sospetti.

Nata in Gran Bretagna, la signora Assad avrebbe dilapidato più di 40.000 euro in articoli per la casa e la moda. A seguito delle sanzioni dell’UE entrate in vigore nel corso del fine settimana, il ministro britannico degli Affari esteri William Hague ha dichiarato: 
“E’ il segnale della determinazione dell’Unione Europea nel suo insieme, volta ad aumentare la pressione, la morsa economica e diplomatica su questo regime”.
Nel frattempo il ministro francese agli Affari esteri Alain Juppé ha commentato: “Abbiamo avuto un certo numero di indicazioni – sono sicuro che non vi è sfuggito – sul modo in cui la signora Assad utilizza il suo denaro. E’questo il fatto che ci ha spinto ad inasprire le sanzioni”. Le preoccupazioni del Sig. Juppé circa la probità finanziaria della signora sono particolarmente significative, dal momento che nel 2004 è stato condannato da un tribunale francese a 18 mesi di prigione, sospesi, per “abuso di fondi pubblici”.

Quando un quotidiano pone l’accento su un losco dossier di e-mail, poi rigurgitato da tutti i media mainstream, compresi quelli cosiddetti di qualità riconosciuta e quando questo dossier sospetto costituisce il fondamento delle sanzioni ministeriali dell’UE, allora emana il caratteristico odore di un’operazione psicologica (“psyops”).

Ciò è particolarmente evidente se si considera che i governi occidentali e i loro servili mezzi di comunicazione per quasi un anno hanno grossolanamente distorto la realtà delle violenze e del conflitto in Siria, allo scopo di destabilizzare l’alleanza tra Damasco e Teheran. Il presidente Bachar Al-Assad è stato continuamente accusato di “massacrare” il suo popolo. Tuttavia le evidenze che si stanno accumulando indicano che le azioni delle sue forze governative sono volte innanzitutto a proteggere la popolazione civile dai gruppi terroristici armati e guidati dagli Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Israele, Turchia e le monarchie del Golfo affiliate ad Al-Quaeda.

La campagna di demonizzazione del governo siriano ormai ha raggiunto vette piuttosto risibili, presentando la signora Assad come un’”insensibile drogata dello shopping” che deve essere messa al bando dalle strade principali di tutte le civiltà decenti e rispettose della legge.

L’ironia della cosa risiede nel fatto che questo gesto derisorio e cinico dell’Unione Europea dovrebbe in realtà applicarsi ai veri criminali di guerra. Ci sono prove a sufficienza per condannare leaders vecchi e nuovi statunitensi ed europei per crimini di guerra e crimini contro l’umanità, relativamente alle aggressioni militari in Afghanistan, Iraq, Libia e, d’ora in avanti, Iran.

Sanzioni contro Michelle Obama, Samantha Cameron e Carla Bruni, sulla base di atti illegali e criminali, avrebbero molto più senso.

Traduzione per Voci Dalla Strada a cura di Ale Baldelli

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