Di Andrea Degli Innocenti
Esiste una politica sociale dell'Unione europea? Esistono normative
che fissino un salario minimo, che tutelino i diritti dei lavoratori? La
risposta a queste domande è no, non esistono. L'Europa unita, per come
si presenta adesso, è solo un'unione di tipo finanziario, senza un briciolo di visione sociale condivisa.
Eppure, nonostante la sua ingerenza sulla nostra vita
quotidiana divenga di giorno in giorno maggiore, tale da sovrastare
oramai le decisioni prese dai singoli stati, nessuno si sente in diritto
di pretendere alcunché dall'unione, a livello sociale, di diritti, di
garanzie.
Così, approfittando di quel comune senso di
gratitudine verso l'Europa, vista dai più come un ente portatore di
progresso ed emancipazione, l'Unione ne approfitta per stringere ancora
di più il cappio attorno al collo dei paesi membri.
Dopo l'approvazione
del Fiscal Compact, che obbliga al pareggio di bilancio e impone
misure drastiche di riduzione del debito, ecco arrivare un altro
pacchetto esplosivo.
Si chiama Mes, acronimo di Meccanismo europeo di stabilità.
È una sorta di fondo salva-stati, che i paesi membri si impegnano a
costituire versando una quota iniziale che varia da paese a paese (e
quote successive decise ad insindacabile giudizio del consiglio dei
governatori). Nel caso dell'Italia si tratta della terza quota per
dimensioni (dopo Germania e Francia), pari a circa il 18 per cento del
totale. Circa 126 miliardi di euro solo come quota iniziale, che se ne
escono dalle nostre casse già stremate. Per finanziare cosa?
Leggiamo all'articolo 12, comma 1,
che "Ove indispensabile per salvaguardare la stabilità finanziaria
della zona euro nel suo complesso e dei suoi Stati membri, il MES può
fornire a un proprio membro un sostegno alla stabilità, sulla base di
condizioni rigorose commisurate allo strumento di assistenza finanziaria
scelto. Tali condizioni possono spaziare da un programma di correzioni
macroeconomiche al rispetto costante di condizioni di ammissibilità
predefinite".
Nelle sue linee generali il Mes si configura come uno strumento per legittimare l'ingerenza europea nelle politiche economiche dei paesi membri.
Se
poi andiamo a sbirciare fra le finalità dell'organismo, ci accorgiamo
che le tipologie dei suoi interventi sono divise in due categorie:
quelli di “assistenza precauzionale” di un paese membro in crisi,
effettuata dopo un'accurata analisi in collaborazione con il Fmi
(art.14); e quelli di “ricapitalizzazione delle istituzioni finanziarie di un membro del MES” (art.15).
Leggiamo meglio questo articolo 15:
“Il consiglio dei governatori può decidere di concedere assistenza finanziaria a un membro del MES ricorrendo a prestiti con l'obiettivo specifico di ricapitalizzare le istituzioni finanziarie dello stesso membro del MES”.
In pratica il consiglio dei governatori
del Mes, composto dai ministri delle finanze dei paesi membri, può
decidere autonomamente di salvare una qualsiasi banca privata europea con i soldi pubblici forniti da tutti gli stati.
Se
poi analizziamo il Mes nel contesto generale dei nuovi organi istituiti
dall'Unione, il quadro si fa persino più cupo. Pensiamo all'istituzione
della nuova forza di gendarmeria europea: l'Eurogendfor.
Mes
ed Eurogendfor hanno molte cose in comune. Si tratta in entrambi i casi
di organismi sovrastatali, che agiscono autonomamente, i cui membri
godono di immunità totale e non devono rendere conto a nessuno
degli stati membri delle decisioni prese. Uno è un organismo
finanziario, l'altro militare.
È questo il senso dell'Europa unita voluta da illustri pensatori come Mazzini e Voltaire?
Un'insieme di politiche finanziarie e di strumenti repressivi? Che
significato ha dirsi orgogliosamente cittadini europei, se non esiste
ancora un briciolo di politica comunitaria a tutela dei cittadini?
I
segnali sono preoccupanti. Quel potere strisciante che per decenni si è
nascosto nei meandri di una società liquida, ed ha anestetizzato i
propri sudditi attraverso la cultura del benessere e dei consumi
col mito della libertà, sembra aver cambiato strategia, ed essere
intenzionato a venire alla luce del sole. È in corso un attacco frontale
ai diritti dei cittadini d'Europa. Saremo in grado di rispondere?
firmate e FATE GIRARE:
RispondiEliminahttp://www.federazionedellasinistra.com/federazione/?page_id=5875
i signori del no debito che confluiranno nel Quarto Polo e che già a queste amministrative come singole sigle come Sel si trova in alleanza con il Pd, cosa ci di deve aspettare?
RispondiEliminaCosa si deve pensare di coloro che sostengono che l'Europa vada riformata, ma guai uscire dall'euro e dall'Europa.Non è dato sapere come intendono riformarla, come intendono "strappare" democrazia a Bankenstein...
Un salutone Alba!
barbara, il sistema dei partiti è del tutto succube di bankestein, non muove un dito perchè semplicemente non lo può fare, pena la loro fine. Moro, craxi, l'ultimo berlusconi che non si voleva schiodare erano tutti "ribelli" in modi diversi... ciò non toglie che gli ultimi due erano due delinquenti comunque, ma fatto sta che se ti opponi minimamente al sistema, il sistema ti termina.
RispondiEliminaSel, fds sono soli i mali minori, ma l'unica forma di protesta tangibile è il non-voto credo
Mercoledì Golpe in Parlamento: votano la riforma della Costituzione in via definitiva
RispondiEliminaE' il secondo passaggio in Senato, alla Camera l'hanno già approvato. Se anche i Senatori votano con i 2/3 non si ha diritto a fare Referendum, e le politiche Keynesiane antirecessive diventeranno non solo fuorilegge, ma addirittura anticostituzionali, blindando e rendendo difficilissimo da attuare (per vie legali) un futuro cambiamento.
http://vocidallestero.blogspot.it/2012/04/mercoledi-golpe-in-parlamento-votano-la.html