17 agosto 2010

IL SACCHEGGIO DELL'IRAQ

SPARITI QUASI 9.000 MILIONI DI DOLLARI DI FONDI IRACHENI
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L’immagine popolare creata dai media corporativi del “saccheggio” è quella delle persone povere che prendono tv, scarpe o altri articoli dai negozi che hanno preso di mira. Molti residenti disperati, la maggior parte di essi afroamericani, di New Orleans, abbandonati al loro destino quando l’uragano Katrina inondò la città nel 2005 furono assaliti e arrestati come "saccheggiatori" per essersi appropriati di cibo in negozi di alimentari chiusi. 

Il 27 luglio l’ufficio dell’investigatore Speciale degli USA per la ricostruzione dell’Iraq ha pubblicato un rapporto dove si afferma che il Pentagono non può dare spiegazioni di un sorprendente 95% degli almeno 9.100 milioni di dollari di fondi iracheni dei quali si è appropriato quando le forze statunitensi conquistarono l’Iraq e smantellarono il loro governo nel 2003. Sono spariti un totale di 8.700 milioni di dollari dal “Fondo dello Sviluppo per l’Iraq" (DFI).

L. Paul Bremer, il presidente dell’Autorità Civile Provvisoria, che ha governato l’Iraq come dittatore di fatto per 15 mesi dopo l’occupazione del paese ad aprile del 2003, creò il DFI. I suoi fondi provenivano da attivi iracheni congelati negli USA ed in altri paesi, e dalla vendita di pozzi petroliferi dell'Iraq allora nazionalizzati.

Forse Bremer, il Pentagono ed i loro compari aziendali come Halliburton sono implicati nel saccheggio generalizzato? No, secondo i media corporativi. Il documento dell’ispettore Generale Speciale afferma che nessun crimine è stato commesso.
"La carenza dei controlli ha lasciato i fondi vulnerabili ad un uso improprio e a perdite non calcolate”, afferma, descrivendo il furto su una scala inimmaginabile nei termini più innocui possibili.

La classe dirigente capitalista sa come proteggere ciò che è suo

Il documento sul DFI non è che la punta di un enorme iceberg. L’obiettivo primario dei saccheggiatori corporativi, del governo dell’esercito è il fatto che necessitano di tutti questi vasti campi petroliferi dell’Iraq.

L’Iraq è tra i tre principali paesi del mondo con riserve di greggio. Quando dal 1920 al 1958 era una colonia britannica, il 100% del petrolio dell’Iraq apparteneva agli stranieri- le compagnie petrolifere britanniche, olandesi, francesi, statunitensi  avevano ognuna di loro il 23.75% delle quote partecipative. Mentre le compagnie oggi conosciute come BP, Chevron, Total, Shell e altre approfittavano delle risorse del paese, la maggior parte degli iracheni pativa una povertà estrema e tra un 80 e un 90% di analfabetismo, con poche possibilità di vedere un medico.

Dopo la rivoluzione del 1958, che finì con il dominio britannico, il petrolio iracheno fu nazionalizzato. Le entrare del petrolio servirono come base per la modernizzazione del paese e per spettacolari migliorie nella vita di gran parte della popolazione.
L’invasione e l’occupazione britannico-statunitense dell’Iraq nel 2003 ha riportato questo paese allo status di colonia.

Un obiettivo primario e dichiarato apertamente delle forze di occupazione è stata la de-nazionalizzazione del petrolio iracheno e l'apertura del paese all' illimitato sfruttamento economico da parte degli Stati Uniti e le altre corporazioni transnazionali, indipendentemente dal costo umano. E questo costo è stato molto elevato.

Si calcola che dal 2003 sono morti circa 1.200.000 iracheni e che vari milioni sono rimasti feriti o resi profughi. Le condizioni di vita nella maggior parte del paese sono peggiori adesso che durante il periodo delle sanzioni e del blocco che precedettero l’invasione. Una crudele ironia è che in un paese con vaste risorse energetiche, ci sia scarsità cronica di carburante ed in molte zone ci siano spesso dei blackout.
Sono morti più di 4.300 soldati statunitensi e centinaia di migliaia hanno sofferto gravi danni fisici e psichici. Il prezzo della guerra ha superato i 700.000 milioni di dollari- 700.000.000.000 dollari- e crescerà ancora di miliardi.
Tutta questa morte, distruzione e spreco  di risorse è per assicurare l’Iraq al beneficio delle criminali corporazioni petrolifere, delle banche e altri che stanno saccheggiando qui (negli USA) l' ambiente e l’economia.


Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA 

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