19 agosto 2010

L' IMPERO DEL CONSUMO

L’esplosione del consumo nel mondo attuale crea più rumore di tutte le guerre e le armi, più confusione di tutti i carnevali. Come dice un vecchio proverbio turco, chi beve mettendo sul conto, si ubriaca il doppio. La cultura del consumo suona molto come il tamburo perché è vuota; e all’ora della verità, quando il rumore si ferma e la festa è finita, l’ubriaco si sveglia, solo, accompagnato dalla sua ombra e dai piatti rotti che deve pagare.

Il diritto allo spreco, privilegio di pochi, dice di essere la libertà di tutti. Dimmi quanto consumi e ti dirò quanto vali. Questa civiltà non lascia dormire i fiori, nè le galline, nè le persone. Nelle serre i fiori sono sottomessi alla luce continua, così crescono più veloci. Nelle fabbriche di uova, anche le galline hanno il divieto alla notte. E la gente è condannata all’insonnia, per l’ansia di comprare e l’angoscia di pagare. Questo modello di vita non è molto buono per le persone, ma è molto positivo per l’industria farmaceutica.

Gli USA consumano la metà dei sedativi, ansiolitici ed altre droghe chimiche che si vendono legalmente nel mondo, e più della metà delle droghe vietate che si vendono illegalmente, che non è una cosa da poco se si tiene conto che gli USA sono  appena il cinque per cento della popolazione mondiale. 

Il mondo intero tende a trasformarsi in un grande schermo televisivo, dove le cose si guardano ma non si toccano. Il campionato mondiale di calcio ci hanno confermato, tra le altre cose, che la carta di credito della Master Card tonifica i muscoli e che la Coca Cola dona eterna giovinezza e che il menù di McDonald’s non può mancare nello stomaco di un buon atleta.

Le masse consumatrici ricevono ordini in una lingua universale: la pubblicità è riuscita in ciò che l’ Esperanto ha provato e fallito. Chiunque capisce, in qualsiasi posto, i messaggi che la TV trasmette. Nell’ultimo quarto di secolo, le spese della pubblicità si sono duplicate nel mondo. Grazie a queste, i bambini poveri bevono sempre più coca cola e sempre meno latte, e il tempo dell’ozio si trasforma in tempo di consumo obbligatorio.

Tempo libero, tempo prigioniero: le case molto povere non hanno un letto, ma hanno una TV, e la TV ha la parola. Comprando a rate, questo animaletto prova la vocazione “democratica” del progresso: non ascolta nessuno, ma parla a tutti. Poveri e ricchi cos', conoscono, le virtù della macchina ultimo modello, e poveri e ricchi vengono a sapere dei vantaggiosi tassi d’interesse che questa o quell’altra banca offrono.

La cultura del consumo, la cultura dell’effimero, condanna tutto al disuso mediatico. Tutto cambia al vertiginoso ritmo della moda, messa al servizio del bisogno di vendere. Le cose invecchiano in un battito di ciglia, per essere sostituite con altre di vita fugace. Oggi tutto ciò che resta è l’insicurezza, le merci, costruite per non durare, risultano così volatili come il capitale che le finanzia ed il lavoro che le crea. Il denaro vola alla velocità della luce: ieri era là, oggi è qui, domani chi lo sa, e ogni lavoratore è un disoccupato potenziale.

Paradossalmente, i centri commerciali, regni della fugacità, offrono l'illusione di maggior successo di sicurezza.  Si resistono fuori dal tempo, senza età e senza radice, senza notte, senza giorno e senza memoria, ed esistono fuori dallo spazio, oltre le turbolenze della pericolosa realtà del mondo.
Eduardo Galeano



Tradotto e segnalato per Voci Dalla Strada da VANESA

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5 commenti:

  1. si , ok , questo purtroppo lo sappiamo... e poi ?

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  2. @Roberto
    Lo sappiamo?
    Se la gente lo sapesse il problema non sussisterebbe...
    Un pò di riflessione sulle proprie abitudini quotidiane non fa male...in molti scoprirebbero che sono schiavi delle cose inutili che si affannano a comprare.
    Il punto è questo.

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  3. Sono d'accordo con Alba.
    Una cosa è sapere le cose, altra cose è agire dopo che si sanno.
    Ma dico anche che la maggior parte non si renda conto di quanto sia grande la sua fetta di responsabilità nel far andare avanti il mondo nel suo ruolo di consumatore. Non s'immagina nenache di quanto potere gravita nelle sue mani che comprano.

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  4. concordo con alba e davide: magari le persone fossero sveglie...si accorgerebbero della cultura intensiva a cui sono soggiogate! i fiori, le galline...se non nutrite muoiono e se sovra-alimentate muoino lo stesso...l'uomo ipnotizzato (che non direi possa dirsi sveglio) se ingrassato fino al limite dell'handicap (vedi la piaga dell'obesità) e tenuto inoffensivo (vedi valvole di sfogo attive/passive fittizie e indotte quali paura, rabbia, senso di inadeguatezza, etc..)è molto più UTILE al sistema...e specialmente se è convinto di scegliere ciò che vuole, ciò di cui ha "bisogno".
    ennesima riflessione quindi: di cosa abbiamo Realmente bisogno?
    io credo di più amore, tanto per ciò che entra in noi che per ciò che esce da noi.

    peace&fire
    [u.R.be!]

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  5. @urban.o
    "i fiori, le galline...se non nutrite muoiono e se sovra-alimentate muoino lo stesso"

    Verissimo!
    Approfitto per riportare una frase di Galeano (autore anche di questo articolo), che ne "il diritto di sognare" dice: "Nessuno morirà di fame, perchè nessuno morirà di indigestione"
    In questo concetto si può riassumere tutta la responsabilità della società occidentale "civilizzata"(sic).
    Mentre milioni di persone muoiono di fame, nei paesi ricchi si butta via cibo che non viene dato nemmeno ai gatti e ai cani, perchè ad esempio la pasta all'uovo potrebbe non essere digeribile per loro!
    Siamo ridotti così...prendiamone atto perchè è l'unico modo per cambiare rotta.
    Grazie a tutti per l'attenzione verso questo articolo in particolare.

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