18 settembre 2009

UE: BARROSO LA SPUNTA DI NUOVO

di Andrea Perrone

Il fautore di politiche sempre più mercatiste, il portoghese José Manuel Barroso (nella foto), è stato riconfermato dall’Europarlamento, riunito in seduta plenaria, alla guida della Commissione Ue. La votazione è stata segreta e la maggioranza necessaria dei votanti era quella semplice così come previsto dal Trattato di Nizza, attualmente in vigore. Barroso è così stato eletto per un secondo mandato quinquennale nonostante la sua incapacità nel gestire l’attuale crisi economica che attanaglia il Vecchio Continente. I voti favorevoli sono stati 382, 219 quelli contrari e 117 gli astenuti.

Il non ancora ratificato Trattato di Lisbona prevede la maggioranza assoluta degli eurodeputati a 369 voti. Barroso ha ampiamente superato questa soglia anche se il trattato di Nizza, prevede che l’elezione del presidente della Commissione avvenga a maggioranza semplice. Le astensioni sono state comunque molto elevate nonostante le promesse fatte ai vari gruppi che siedono a Strasburgo dal presidente di Bruxelles per riottenere il mandato.
La Commissione europea presieduta da Barroso ha avuto in questi anni una sfumatura maggiormente neoliberista rispetto a quelle che l’hanno preceduta. Inoltre non sono state fornite risposte ai problemi sociali che attualmente attanagliano l’Unione europea: danneggiata proprio dalla cosiddetta “libera circolazione di industrie e di capitali”.

Il processo neoliberista ha favorito così la formazione di aree industriali moderne negli Stati poveri dell’Europa dell’Est, con salari leggermente superiori rispetto alla media nazionale, ma con la presenza in questi stessi Paesi di un alto tasso di disoccupazione. In cambio - si fa per dire - di tutto questo si è verificata una caduta dei salari, il peggioramento dei diritti dei lavoratori, l’estensione della giornata lavorativa e della disoccupazione nei Paesi più sviluppati del continente europeo. Tuttavia dalla crisi iniziata alla fine dello scorso anno in alcune aree dell’Europa centro-orientale la situazione è nettamente peggiorata tanto da provocare, nei mesi scorsi, rivolte in Bulgaria, Romania e Stati baltici.

Fonte: http://www.rinascita.info/

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